L'On. Ghizzoni (PD): non serve sbloccarli, vanno solo distribuiti alle università.
Contriariamente a quanto avvenuto nel 2007 e nel 2008, quando due decreti-legge, rispettivamente nei mesi di Settembre e di Giugno sbloccarono i fondi del reclutamento straordinario per quegli anni, a tutt'oggi i fondi del reclutamento straordinario 2009 non sono stati ancora sbloccati.
I tempi sono molto stretti ed il rischio che i fondi vadano persi è concreto. Infatti oltre al provvedimento di legge che "sblocchi" tali fondi dal famoso 'Regolamento Mussi', il MIUR deve emanare un Decreto Ministeriale entro il 31/12/2009 per distribuire tali fondi alle università.
Ma in una recente interrogazione parlamentare, l'On. Ghizzoni (PD) sostiene che non è necessario sbloccare i fondi del reclutamento straordinario 2009 in quanto "sembrerebbe essersi realizzata la condizione di cui all'articolo 1, comma 647, della legge finanziaria per il 2007". Di conseguenza, secondo l'On. Ghizzoni, il MIUR dovrebbe semplicemente distribuire i fondi alle università.
Al di là delle questioni interpretative suggerite dall'interpellanza dell'On. Ghizzoni, resta un problema di fondo: senza un provvedimento del MIUR che fissi una data perentoria entro cui i posti del reclutamento straordinario 2008 e 2009 debbano essere banditi, assisteremo sempre al medesimo spettacolo ... le università si terranno questi fondi in un cassetto.
Questo è quello che sta avvenendo con il reclutamento straordinario 2008. I posti sono stati distribuiti 11 mesi fa, ma ne sono stati banditi soltanto il 15% e molte università fanno sapere che non hanno alcuna intenzione di bandirli per il momento.
Ricordiamo che una data perentoria (il 30 Giugno 2008) era stata invece prevista per il reclutamento straordinario 2007 ed ha infatti funzionato molto efficacemente.
Altra questione cruciale: degli 80ml di euro del reclutamento straordinario 2009, quanti verranno destinati per il reclutamento di nuovi posti? L'allora Ministro Mussi aveva preventivato 40ml di euro, che equivalgono a 2100 nuovi concorsi. Ma nel mutato scenario attuale, con le università che preferiscono bandire concorsi a tempo determinato per eludere le nuove regole, apparre quantomai opportuno destinare la maggior parte di questi 80ml di euro al reclutamento di nuovi posti. Infatti in questo modo, poichè tali concorsi vanno cofinanziati, si riuscirebbe indirettamente a vincolare le università a bandire concorsi a tempo indeterminato e quindi a non eludere le nuove regole.
è forse un pò off-topic, ma potreste chiarirmi il perchè della faccenda che i punti organico banditi su posti TD poi vanno persi?
RispondiEliminaNon mi risultava che i posti TD (in realtà parliamo dei contrattisti ai sensi della Moratti, vero?) dovessero avere punti budget disponibili per essere banditi, come accade per tutte le posizioni Indeterminate. Ritenevo che, come per gli assegni o altre forme contrattuali (di contrattisti si parla) bastasse disporre del denaro necessario
Cosa pensate del commissariamento della Gelmini da parte del TAR Lazio?
RispondiEliminaE' interessante, perche' e' uno scontro politico-concettuale, "merito" contro "territorio".
Il TAR Lazio fa valere il merito, che quindi e' gia' iscritto nell'ordinamento giuridico contro il "territorio", visto che l'Itaglia e' uno Stato Unitario.
Si puo' quindi costringere il Ministero a fare certe cose, descritte dalle leggi. Anche le Universita', per dirla tutta.
i posti td consumano altrettanti punti budget dei ti (per ricercatore). quando il contratto scade i punti si volatilizzano....
RispondiEliminala vicenda del tar è curiosa quanto agghiacciante. per prima cosa credo sia senza precedenti.
RispondiEliminain secondo luogo è l'ennesima conferma dell'inettitudine dle ministro.
in terzo luogo apre interessanti prospettive in altri settori, come suggerisce euroscience
Insorgere, come si può accostare una posizione (ed il relativo carico sul budget/punti organico) che l'amministrazione dovrà coprire vita natural durante, con una che dopo 3 anni può cessare?
RispondiEliminaIl punto è esattamente questo. La legge 1/2009 (decreto Gelmini) ha stabilito che le università possono assumere nel limite del 50% della spesa rinveniente dai pensionamenti dell'anno precedente. Di questo 50%, almeno il 60% deve essere utilizzato per l'assunzione di ricercatori a tempo indeterminato oppure di contrattisti legge Moratti (volgarmente detti ricercatori a tempo determinato).
RispondiEliminaUna successiva circolare ministeriale ha chiarito che i ricercatori a tempo determinato e indeterminato valgono entrambi 0,5 punti organico.
Quindi: una università non può bandire ricercatori TD quanto le pare, ma solo nei limiti suindicati (60% del 50%). Senonché, se bandisce a tempo determinato, quando il contratto scade (e spesso ci sono contratti che durano solo 1 anno) oppure si interrompe (per esempio se il ricercatore TD vince una posizione a tempo indeterminato), questi punti organico vanno persi ... perchè solo le posizioni a tempo indeterminato possono "restituire" punti organico (sempre per la legge 1/2009).
Conclusione:
1. I concorsi da ricercatori TD non sono AGGIUNTIVI ma SOSTITUTIVI dei concorsi a tempo indeterminato; cioè ogni concorso da ricercatore TD va a togliere il budget per bandire un concorso da ricercatore a tempo indeterminato;
2. Alle università, quindi, non conviene bandire concorsi TD, perchè poi quel budget andrà perso.
3. ... E invece la recente indagine dell'APRI mostra che, dopo l'entrata in vigore del Decreto Gelmini, le università hanno bandito per il 75% concorsi da ricercatore a tempo determinato e solo per il 25% concorsi da ricercatore a tempo indeterminato!!!
Perchè? è semplice: i concorsi da ricercatore a tempo determinato non seguono le "nuove regole", addirittura non c'è nemmeno l'obbligo di metterli in Gazzetta Ufficiale e alcuni scadono dopo una settimana (per non parlare della presenza di prove scritte e orali, ecc. ecc.).
La soluzione più immediata a questa "follia" è semplice: sbloccare al più presto i fondi Mussi 2009 e utilizzarli interamente (tutti gli 80ml di euro) per il reclutamento di nuovi ricercatori. Siccome c'è in cofinanziamento, le università saranno "costrette" ad usare il loro budget per posizioni a tempo indeterminato.
E poi sarà il caso che la Gelmini metta finalmente mano al portafoglio. Finora ha usato tutti i soldi che gentilmente le aveva lasciato in eredità Mussi ... l'idea del reclutamento straordinario cofinanziato è ottima, vale la pena continuarla anche per i prossimi anni.
@ kjandre
RispondiEliminaSecondo me dipende dal fatto che il decreto gelmini vale per il triennio 2009-2011 ...
Offtopic da weekend: bellissima la foto di Mussi, era veramente tronfio all'epoca d'oro (l'unica della sua vita politica). Poraccio...
RispondiEliminaComunque complimenti, questa campagna e' azzeccatissima. E la Gelmini a mio parere con questa storia del TAR comincia a scricchiolare...
..mi permetto di fare un chiarimento.
RispondiEliminaNon è che i soldi si volatilizzano. Rimangono sempre nel bilancio dell'Università, solo che non possono più essere utilizzati - neppure al 50%, come nelle cessazione dei TI - per assumere personale.
I soldi, cioè, rimangono alle Università, che ci possono fare qualsiasi altra cosa, tranne che, appunto, pagare gli stipendi.
Siccome, però, il problema è proprio non superare il tetto del 90% del FFO destinato agli stipendi, si capisce come le Università che bandiscono TD si "fottono" da sole.
Meditate Magnigfici Rettori, meditate.
Tom
p.s.: che è sta storia del TAR Lazio, da dove risulta?
p.s.: non c'è da preoccuparsi del fatto che, disincentivando i TD, si ripieghi sugli assegni di ricerca, perchè gli assegnisti - diversamente dai contrattisti Moratti - non servono per far partire i corsi di laurea, e non servono neppure per assumere associati ed ordinario in quanto non compongono il vincolo del 60% del 50% del turn-over.
@Bombadillo
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/scuola_e_universita/servizi/precari/gelmini-tar/gelmini-tar.html
Se da una parte non posso che essere contento per una bella randellata al Ministro, sul merito della questione, non conoscendo il mondo della scuola, non saprei cosa dire: alcuni commenti a favore delle "code" (cioe' del metodo usato dalla Gelmini per stilare le graduatorie) parrebbero sensati ...
Mino, innanzitutto grazie per l'esaustivo chiarimento. Penso possa risultare utile a chiunque transiti anche velocemente su queste pagine, oltre che alla mia testa dura.
RispondiEliminaSiccome la testa è dura, mi sono riletto la legge è soprattutto lo scambio di battute sul blog di Giuliano Volpe (Rettore Università di Foggia).
Il link per chi volesse rileggerselo:
http://www.rettore.unifg.it/dblog/articolo.asp?articolo=124
Ora, c'è qualcosa che non mi torna. Proverò ad esprimerlo in breve, ma forse sarà necessaria qualche iterazione.
Volpe dice che quei vincoli di assunzione e punti organico si rifanno ai denari provenienti dal FFO, non valgono nel caso di finanziamenti esterni.
Interviene France e giustamente sollecita un chiarimento di interpretazione, perchè da nessuna parte si esplicita questa distinzione.
O meglio, si dice solo che si può assumere in ragione di quella quota (il 50%)... e i ricercatori dovranno essere ALMENO il 60% di quella fetta.
In quel punto la legge dice che per arrivare a quel 60, saranno validi tanto i posti TI, quanto i TD.
Cioè (badate che vado a logica, di diritto del lavoro nun so nulla):
i posti TD possono essere (impropriamente) usati per surrogare un vincolo di ASSUNZIONE tipicamente proprio dei posti Indeterminati.
Ma non è detto che quel vincolo debba essere applicato ai posti TD.
D'altronde, quale sostanziale differenza passa fra un contratto Moratti (TD) ed un incarico professionale o di insegnamento (a soggetto ivato o no) che le Università POSSONO continuare e STANNO continuando a stipulare?
A Bologna, e suppongo da mille altre parti, la ripartizione 1 - 0.7 - 0.5 esiste da tempo, così come da già da qualche anno esiste il limite del 50%.
Accadeva però che alcuni gruppi, forti di grosse convenzioni stipulate con aziende, enti... potessero arrivare a disporre del denaro necessario a "comprare" un posto da ricercatore TI.
Cosa significa? Nulla di illegale, l'Ateneo aveva stabilito un importo, che se non erro era l'equivalente di 5 o 6 anni del costo PIENO (lordissimo) di retribuzione prevista per un Ric. TI.
Qualora si disponesse di quell'importo, si poteva bandire il posto, "in barba" alla situazione pensionamenti del momento, ma tuttavia "prenotando" i punti che sarebbero usciti da uno o più pensionamenti avvenuti fino al termine della copertura già versata (5-6 anni).
Qual'è la morale?
Tu paghi, e paghi pure profumatamente, e per 6 anni posso far finta di non curarmi dei punti organico, ma trascorsi i 6 anni, la questione organico/budget deve quadrare, poichè io amministrazione dovrò tenerti in carico per altri 30-40 anni.
Se tu invece sei un TD (e sei finanziato dall'esterno), cosa mi interessa dei punti organico/budget?
Credo nulla, in quanto sei coperto per X anni e per il pieno dell'importo previsto (cioè NON causi aggravi aggiuntivi sulla finanza pubblica, come un assegno totalmente finanziato o altre forme note)
La stupidata sarebbe quella di SPRECARE posti Mussi per posti TD, perchè allora si ricadrebbe nella spirale da voi descritta.
Io tuttavia (vi prego di smentirmi) sono convinto che la maggioranza dei posti TD finora banditi, e dei tanti che sono già in organico (ho guardato sul sito reclutamento MIUR e sono molti più di quanto mi aspettassi), provengano da fondi esterni o da riallocazioni di fondi interni (ad esempio, faccio meno assegni ed istituisco qualche TD).
A rigor di logica è del tutto INSENSATA la scelta di far valere anche i posti da ricercatore a tempo determinato nel famoso 60%. Ma purtroppo tant'è, e ormai non si possiamo fare niente.
RispondiEliminaA rigor di logica un concorso da ricercatore TD su fondi esterni (regione, privati, ecc.) non dovrebbe rientrare nella tagliola del 50% del tunr-over ... credo che la risposta del Rettore Volpe sia dovuta proprio a questo. Però, se leggiamo la legge 1/2009, non si fa nessuna differenza se i soldi li mette l'università oppure li mette un ente esterno. E questo ovviamente vale anche per il tempo indeterminato.
Comunque, tornando ai fondi Mussi, vorrei sottolineare la differenza tra quanto accadde nel 2007 e oggi.
RispondiEliminaNel 2007 fu emanato a settembre un decreto-legge dal titolo "Disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato avvio dell'anno scolastico 2007-2008 ed in materia di concorsi per ricercatori universitari", riguardante due materie: scuola e università. Per l'università furono sbloccati i fondi Mussi 2007.
Quest'anno, invece, il decreto-legge è stato fatto: ma solo per la scuola! (il 25 settembre scorso: "Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico ed educativo per l'anno 2009-2010").
Insomma: l'università non conta nulla.
@mino, kjandre
RispondiElimina1) Dal punto di vista dei precari, bandire posti TD invece che TI implica una fregatura doppia: la circolare che Mino citava, prevede che un TI cofinanziato costi 0,25 punti organico (mentre TI non cofinanziato e TD costano 0,5).
Pertanto, per esempio, se in base al turnover in un ateneo si liberano al netto del 50% 5 punti organico, l'ateneo se assume qualcuno deve spendere 3 (60%) di quei punti per assumere TD e/o TI. Supponiamo anche che all'ateneo siano stati assegnati fondi ex-Mussi 2008 per confinanziare 12 TI.
Se l'ateneo assume, ai due estremi deve bandire 6 TD oppure 12 TI confinanziati.
Quindi un posto a tempo determinato per due a tempo indeterminato (se confinanziati) ... :-(
2) Per le universita', dal punto di vista finanziario (soprattutto se con bilanci in rosso o spese personale prossime al 90% FFO), invece la scelta di bandire 1 TD (che poi a breve termine smette di costare) e' molto piu' conveniente di 2 TI che dopo il primo o il secondo anno, finito il cofinanziamento, costano come i TD e poi l'ateneo se li tiene per sempre con costi a crescere.
Inoltre, se non sbaglio (adesso non trovo la norma) i TD non rientrano nelle spese del personale che devono essere confrontate con la soglia del 90% FFO oltre la quale scatta il blocco totale delle assunzioni.
Pertanto, secondo me oltre alla questione della liberta' degli atenei sulle procedure di reclutamento dei TD (su cui non sono completamente in disaccordo, se i TD fossero aggiuntivi ai TI) pesa molto la questione finanziaria nella scelta dei TD.
Concordo sulla necessita' di una scadenza per l'utilizzo dei fondi Mussi 2009; temo pero che non sia stata messa apposta.
RispondiElimina---
Ottimo lavoro per la circolare sui bandi dei ricercatori!
Perche' come APRI non chiedete un chiarimento sul tema che discusso con il rettore di unifg nel thread sopra riportato, cioe' se i TD non-FFO sono inclusi o meno nei vincoli di turnover?
@ gianluca
RispondiEliminase apprezzi il nostro lavoro perchè non ti iscrivi ad apri?
non costa nulla, devi solo impegnarti ad accendere un cero al giorno davanti all'icona del nostro padre-padrone, il sommo presidente ingergalattico: france
parlando di cose serie secondo me si può bensissimo chiedere che sia posta una scadenza ai posti mussi 09.
RispondiEliminaio però continuo a preoccuparmi per quelli 08. Siamo a metà ottobre (quasi) e ancora 700 e rotti posti devono essere banditi....cosa aspettano ancora?
A quando la risposta del ministro all'interrogazione della Ghizzoni? Intanto la riforma salta da ottobre a novembre, stando alle ultime dichiarazioni della Gelmini. Una domanda a quanti si riescono a districare in questo groviglio normativo: se non fosse approvata la riforma entro l'anno, quali norme sarebbero osservate per i concorsi banditi successivamente?
RispondiEliminaEntro l'anno? ... quale anno?
RispondiEliminaLa riforma verrà PRESENTATA, non approvata, a Novembre. Quindi dovrà fare tutti i passaggi in Senato, alla Camera, e poi ci saranno i decreti attuativi del Ministero (se previsti). Insomma, la riforma entrerà in vigore un paio d'anni circa.
Fino ad allora i concorsi vanno con le regole della 1/2009, almeno come procedura (no prove scritte e orali). Riguardo alle commissioni è verosimile che ci sarà un milleproroghe a fine anno (altrimenti le commissioni si formano con la vecchia procedura).
@ insorgere
RispondiEliminaI posti della tranche 2009 devono essere ancora ripartiti, ma, rispetto alla situazione prodottasi con le due precedenti, almeno per ora non c'è ritardo: infatti la ripartizione dei posti 2007 uscì nel pomeriggio del 30/11/07, quella dei posti 2008 non ricordo se il 14 o il 16 novembre 2008.
La situazione realmente grave riguarda il fatto che non vengono banditi (ne saranno stati banditi a malapena un 150 su 1050) i posti cofinanziati 2008, quelli appunto ripartiti ben undici mesi fa. L'intervento che urge è l'indicazione da parte del MIUR di una data perentoria (chessò, il 28/2/2010) entro cui le sedi li devono assolutamente bandire, pena il loro definitivo dileguare. Un intervento analogo lo adottò Mussi per i posti della tranche 2007, e puntualmente funzionò.
che poveracci,
RispondiEliminasiete rimasti tre burocrati a parlare del nulla.
non varrebbe la pena rispondere all'ultimo anonimo, tuttavia per amor di verità segnalo che i lettori di questo blog sono parecchie migliaia. inoltre non si parla del nulla ma di questioni sostanziali per chi ha a cuore il futuro della ricerca e dei precari.
RispondiEliminaè sporcandosi le manine, confrontandosi con leggi e regolamenti, che si può incidere. inoltre mi pare che gli ormai numerosi articoli apparsi, tra l'altro, su stampa, messaggero, sole 24 ore ecc.. testimonino non solo del nostro impatto mediatico ma abbiano anche contribuito a spingere il miur a prendere provvedimenti utili per tutti.
L'Amabile Flavia e Mauro parlano di classifiche
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=738&ID_sezione=&sezione=
Vi piace fare i burocrati... godetevi un'altra bella perla della vostra scienza preferita...
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_12/universita-uil-rizzo_27a03e2a-b6f2-11de-b239-00144f02aabc.shtml
riguardo l'interrogazione parlamentare-Ghizzoni, non aspettiamoci niente poichè il tempo medio della risposta di un ministro ad una interrogazione è di circa un anno (vedere atti delle camere...)
RispondiEliminaNo, ma le interrogazioni non servono tanto per le risposte che vengono fornite, quanto per far capire al ministro che l'opposizione si sta occupando diun problema.
RispondiEliminaBen detto, Albert.
RispondiEliminaSe anche IDV e UDC presentassero una interrogazione analoga non sarebbe male.
E se, dopo tutto, non facessimo cosi` schifo?
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.crui.it/minirass/esr_visualizza.asp?chkIm=3
Mah, dipende dai punti di vista.
RispondiEliminaNon metto in discussione la qualità della didattica, che varia molto a seconda di università e settore, e mediamente può anche andar bene.
Poi però se nelle mense ci sono i topi, gli alloggi universitari sono virtualmente inesistenti, ogni discussione con gli amministrativi mette a repentaglio la nostra salute mentale, le università sono spesso collegate male e non esistono agevolazioni per i trasporti pubblici, se i ricercatori si devono comprare da soli l'attrezzatura, e cosa più grave se il titolo di studio in Italia non garantisce alcun futuro lavorativo...
Beh, a fronte di tutte queste considerazioni direi che non c'è classifica che regga. Siamo in una situazione disastrata, c'è poco da fare.
Vedete che il Mucchio l'ha sempre vinta, in Italia?
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/09_ottobre_12/scuola_professori_emendamento_prepensionamenti_56059fd8-b73f-11de-b239-00144f02aabc.shtml
Basta mettere assieme un Branco di Vocianti elettori, e questi fanno valere subito la Quantita'.
Al Sindacato interessa gestire il Fascio Scolastico, ve l'ho gia' detto, dei Precari dell'Universita' non se ne frega nessuno.
Dovete COLLEGARVI all'Europa, cari Voi!!!
RETTORE 'SAPIENZA', SE NON ARRIVANO FONDI CHIEDERO' COMMISSARIAMENTO...
RispondiElimina(Adnkronos) - "Da una ventina d'anni registriamo un trend negativo per i finanziamenti alla ricerca. Ora sono stati stanziati 450 milioni di euro, ma se i fondi non arriveranno chiederemo il commissariamento amministrativo dell'ateneo". E' quanto avverte il rettore dell'Universita' di Roma 'Sapienza', Luigi Frati, intervenendo nell'aula magna del primo ateneo romano all'apertura dell'evento 'Sapienza Ricerca: chi ricerca trova' alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Il rettore anticipa anche che "i presidi e i direttori dei dipartimenti saranno legati a precisi obiettivi e verranno rimossi se questi obiettivi non saranno raggiunti. La nostra Univesita' intende rovesciare consolidati paradigmi, rendendo protagonisti gli studenti e i giovani ricercatori ed esonerando dal pagamento delle tasse i piu' bravi". Quindi, Frati ringrazia il presidente Napolitano "per l'attenzione sempre prestata ai giovani e per il puntuale richiamo ai nostri valori fondanti".
per la cronaca si è svolta parallelamente una scenografica protesta dei precari romani.
p.s.
che uno come frati favorisca effettivamente l'avvento della meritocrazia alla spaienza mi pare per lo meno paradossale.
d'altra parte un commissariamento non sarebbe poi tanto male....
RispondiEliminaoff-thread: se c'è qualche cardiologo, è gradito un commento sul nostro blog...
RispondiElimina(on-thread: già, l'albero genealogico fratiano...)
Si, stai a vedere che poi ci mandano Bertolaso....
RispondiEliminaDichiarazioni di circostanza e buoni propositi che non avranno seguito. Cosa non si fa per qualche euro in più...
RispondiEliminaBravo Fini. L'importante e' l'attuazione, ovviamente...
RispondiEliminaP.A.: FINI, INVASIONE POLITICA TORNARE AI CONCORSI
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/PA-FINI-INVASIONE-POLITICA-TORNARE-AI-CONCORSI/news-dettaglio/3727390
"L'eccessiva invasione da parte dei soggetti politici della sfera amministrativa ha portato spesso il sostanziale aggiramento, a livello centrale, ma ancor piu' a livello locale, della regola del concorso come veicolo ordinario per l'accesso ai pubblici impieghi". Lo afferma il presidente della Camera, Gianfranco Fini, in un passaggio del suo intervento, nel corso della presentazione del rapporto annuale dell'Inpdap nella Sala della Lupa di Montecitorio. "Le procedure concorsuali - aggiunge - si basano sulla parita' delle condizioni di partenza e su selezioni di tipo imparziale e meritocratico e sono state quelle che, in anni passati, hanno consentito a tanti giovani capaci e meritevoli, anche nelle aree piu' svantaggiate del Paese, al di fuori di ogni forma di nepotismo, di accedere e di dare ottima prova di se' in tante amministrazioni pubbliche". Per la Terza carica vi e' l'esigenza "di ripristinare sistematicamente, senza alcuna eccezione, la regola del concorso pubblico come ha cominciato a fare con norme mirate a restituire efficienza all'attivita' amministrativa il ministro Brunetta, e oggi piu' che mai indispensabile. Si tratta - prosegue Fini - di una delle questioni piu' importanti per assicurare al Paese una classe dirigente di alto livello, da cui dipendente la qualita' e la trasparenza della Pubblica amministrazione che rappresenta l'interlocutore diretto dei cittadini e che e' la dimostrazione dell'efficienza o meno di tutto lo Stato".
riprendo dal forum APRI. "iniziamo da firenze"!
RispondiEliminahttp://firenze.repubblica.it/dettaglio/cento-docenti-al-posto-di-500-scelti-solo-in-base-al-merito/1745699
..ancora con il mito del pubblico concorso imparziale?
RispondiEliminaRidicolo.
Puoi ottenere un concorso decente SOLO in sede universitaria, se decidi valutare le pubblicazioni, e quindi un dato oggettivo pregresso, rispetto al concorso stesso.
Nei concorsi normali per la p.a., che si basano, fondamentalmente, su scritti ed orali, vincono solo quelli che devono vincere. Certo, ci saranno alcune meritevoli eccezioni, ma non fanno altro che confermare la regola.
Del resto, basta vedere quello che succede nel nostro medesimo ambito universitario, sul versante dei dipendenti amministrativi.
I pubblici concorsi DA SMEPRE sono una vera e propria pustola infetta di questo Paese, altro che chiacchiere: per me, l'unico che TENDENZIALMENTE si salva è quello in magistratura.
A questo punto, è molto meglio un sistema in cui chi è al governo (dell'ente) si assume chi vuole, per il tempo in cui sta in carica, e risponde - politicamente - anche di quelli che si è assunto, come di tutte le sue altre scelte.
Adesso, invece, ci sono situazioni assurde: un mio amico è precario alla regione, e mi ha riferito che, in regione, ognuno - di quelli che hanno vinto un REGOLARE concorso TI - ti dice il politico a cui deve il posto: e, a volte, si tratta di politici morti da decenni, o comunque scomparsi da tempo dalla scena politica.
Ma perchè ci dobbiamo "piangere" ancora quelli assunti IRRESPONSABILMENTE - nel senso che formalmente non risulta che li hanno scelti ed assunti loro, e quindi non ne sono mai stati responsabili - DAL PENTAPARTITO?
Ma, ovviamente, il povero Fini tutto questo non lo sa.
Fini finirà per farmi diventare simpatico Berlusconi, che ce le avrà tutte, ma almeno non è ipocrita.
Tom
Pustola infetta saranno le persone che abitano questo Paese, con i loro comportamenti.
RispondiEliminaMi facci il piacere, Bombadillo. L'ente pubblico non appartiene ai politici che pro-tempore occupano uffici e cariche elettive. Se in Puglia non siete capaci di fare i concorsi, cosa di cui non dubito, non per questo dobbiamo legalizzare questa vosta incapacita' - oltre, perfino, a mandarvi i soldi.
Le manette, vi mandiamo, altroche'...
non credo che il fenomeno sia limitato, nello spazio e nel tempo, alla sola puglia
RispondiEliminaBene, vuol dire che le manette le mandiamo anche nelle altre regioni.
RispondiEliminaD'altra parte con tutto quello che avete rubato di fondi Europei, ci si fa un tesoretto. Che, intanto, la Spagna e anche la Grecia hanno fatto in tempo a spendere per fare le cose per bene e superare l'Italia come PIL pro capite.
renzino ma oggi ti sei fatto di coca? sei più polemico del solito...
RispondiEliminaScusa Renzino, ma perchè mai scrivi "con tutto quello che avete rubato" e "vi mandiamo le manette"?
RispondiEliminaIo potrei benissimo ribattere: con tutto quello che avete rubato voi, vi mandiamo le manette.
Certo, se lo facessi, sarei come te; mentre, fortunatamente, non lo sono.
Rimane il dato oggettivo che io non ho rubato mai niente a nessuno, e che non sono responsabile dei misfatti compiuti dagli altri italiani in questi anni di Repubblica, perchè la responsabilità penale è personale, e non diffusa/nazionale. E poi, scusa, non sei pure tu italiano, e allora perchè scrivi voi?
Hai problemi di identità nazionale?
E poi come le mandi le manette? Perchè, in Italia, c'è qualcuno che può mandare le manette?..siamo forse in uno stato di polizia?
Tom
P.S.: ti faccio notare che io non ho mai sostenuto che il mio amico lavorasse alla regione Puglia, e quindi il tuo è - tra l'altro - un becero pregiudizio antimeridionale.
P.P.S.: per quanto riguarda la tua attrazione fatale per il sistema - presunto imparziale - dei concorsi pubblici, penso che proprio l'Università sia la riprova che il metodo del concorso pubblico, che si basa appunto sulla presunta impazialità, dev'essere superato, in conformita al sistema internazionale, da quello dell'interesse di parte del chiamante, che si deve assumere la repsonsabilità di chi sceglie e chiama.
..come nel privato.
RispondiEliminaTom
Aggiungo anche che l'ultimo concorso che si è tenuto alla Regione Puglia prevedeva fra i titoli di accesso il Dottorato di Ricerca. Credo sia stato il primo caso in Italia, tanto che perfino l'ADI ha mandato una lettera di apprezzamento.
RispondiEliminaPoi come sia andato il concorso non lo so, però non è che "certe cose" devono succedere, per definizione, solo al Sud. Anzi, ho paura che in tema di concorsi pubblici l'Italia sia più che mai unita.
Su, cerchiamo di interpretare.
RispondiEliminaSi diceva che la proprieta' dell'ente pubblico (in ultima analisi il popolo) puo' regolare i le forme organizzative degli Offizi al proprio servizio - e quindi lo fara' tramite legge, in uno Stato-a-diritto-amministrativo - cosi' come la proprieta' di un'impresa privata potra' regolare l'amministrazione dell'azienda con norme che l'Amministratore Delegato dovra' far rispettare.
E se il diritto non arriva con le proprie gambe, nelle stanze fumose della commissione giudicatrice, ci possono arrivare metodi di audizione e revisione interna ed esterna da istituire all'uopo sempre per legge.
Perche' il Popolo Proprietario vuole che sia rispettato il princpio costituzionale da Esso stesso stabilito 60 anni fa.
Cfr.: il Civil Service britannico
http://www.civilservice.gov.uk/jobs/index.aspx
http://www.civilservicecommissioners.org/Recruitment/
Ma che?..sei stato unto dal dio-comunista che puoi dire tu cos'è che vuole il popolo-proletario? E chi sei il messia della falce&martello?
RispondiEliminaQuello che puoi dire tu, e solo quello che vuoi tu; e lo abbiamo capito tutti.
Di contro, ti ricordo che - com'è noto - la Costituzione italiana è rigida, ma non immodificabile. Del resto, anche in quelle Costituzioni in cui ci sono dei vincoli di immodificabilità, come, ad es., quella tedesca - vincoli che per altro non vanno intesi nel senso che le modifiche non sono possibili, il che sarebbe paradossale (perchè io mi devo far comandare da tizi belli che morti?), ma nel senso che se vuoi modificare ciò che è soggetto al vincolo devi modificare tutto -, si riferiscono sempre a delle parti precise, contenenti dei veri e propri principi (dignità umana, libertà di pensiero, cose così..), e mai all'intera Carta.
Tom
E se hai capito finiscila di pestare l'acqua nel mortaio.
RispondiEliminaQuesti sono i dati di fatto, queste sone le risposte che si danno nel mondo al problema della responsabilita' pubblica negli enti pubblici, in materia di reclutamento.
Chi vuol fare l'Itagliano lo faccia, io faccio l'Europeo - e promuovo le idee riformatrici conseguenti.
Vedi che io non faccio l'italiano, io sono italiano, e, purtroppo per te, lo sei anche tu.
RispondiEliminaChiarito questo, non mi pare che puntare sui pubblici concorsi sia esattamente un'idea riformatrice avanzata: ma non era - come scrivevi tu stesso - un'idea di 60 anni fa?
Deciditi: o la formula dei concorsi pubblici è vecchia di 60 anni o è una nuova idea riformatrice....e che idea!
Tom
“Il Fatto quotidiano” sembra intenzionato a dare voce alle questioni dell’universita’: hanno istituito un indirizzo apposito: ricercatori (chiocciola) ilfattoquotidiano.it
RispondiEliminavedi anche la seconda pagina di questo articolo
http://intranews.sns.it/intranews/20091014/SIH3007.PDF
To whom it may concern …
ump
ne approfitteremo. grazie per la dritta.
RispondiEliminaOggi son in vena di segnalazioni
RispondiElimina(e son pure di buon umore perché son finalmente riuscito ad importare il mio profilo WP)
Questa rassegna stampa mi sembra fatta molto bene
http://www.nicolavittorio.eu/
Magari non c'è tutto, ma la scelta è ottima.
sondaggio:
RispondiEliminasiccome i posti banditi sinora sono pochi e comunque anche se bandissero tutti i posti mussi sarebbero ancora pochi, quali iniziative si possono prendere/quali richieste si possono fare per aumentare il numero di posti?
quali delle seguenti azioni/richieste ritenete più ragionevoli o più promettenti:
1. prepensionamento di tutti associati e ordinari over 65
2. richiesta di ritorno turnover al 100%
3. pensionare subito tutti i ricercatori con anzianità contributiva oltre 40 anni. è già possibile ma dipende da scelte atenei
4. altro (da specificare)
Bologna bandirà presumibilmente a inizio novembre
RispondiEliminaLa 1.
RispondiEliminaLa 1.
RispondiEliminaAssolutamente anch'io per la 1).
RispondiEliminaCome ho spiegato nel forum, è ora di allineare l'Italia al ... resto del mondo. In pensione a 65 anni, salvo rare eccezioni a cui conferire il titolo di professore emerito (ma ciò significa solo che il prof continua a collaborare MA A TITOLO GRATUTITO).
Se si vuole il ricambio generazionale (a tutti i livelli, non solo per i ruoli dei ricercatori, ma anche per quelli da associato e ordinario) non si può che iniziare da qui.
Se da un punto di vista legale questo non si può fare, beh allora almeno introdurre incentivi per il pensionamento o meglio ancora disincentivi per la permanenza.
Avete letto questa notizia sul Corriere.it
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_14/atenei-telematici_557b9218-b8cd-11de-9ba8-00144f02aabc.shtml
E' incredibile che il regolamento per le università telematiche doveva essere emanato nel 2003 e a distanza di 6 anni ancora devono iniziare a scriverlo!
E noi che ci lamentavamo dei ritardi del DM sui criteri di valutazione dei concorsi da ricercatore ... Chissà quanto tempo ci impiegheranno allora per i decreti delegati per l'abilitazione nazionale, che probabilmente saranno previsti dal DDL.
..anche io sono d'accordo con la questione dei 65 anni, ma, come ho detto più volte, solo per il futuro: che tanto per il passato non te lo fanno fare. Del resto, l'importante è progettare un sistema che vada bene A REGIME, mentre, per avere tutto e subito, si può finire per non concludere nulla; anche se, ovviamente, vale sempre la regola del chiedere 100, MA essendo pronti ad accordarsi sul 10.
RispondiEliminaTom
off-thread: se ci sono ginecologi, vi invitiamo a un commento sul nostro blog (e vi invitiamo a inviarci altre segnalazioni, storie curiose, ecc)
RispondiEliminaBisogna introdurre lo scivolo pensionistico come nella scuola. Altrimenti non serve a nulla. Sono gli opelegizzati sessantacinquenni di ora che devono andare in pensione per fare posto ai giovani.
RispondiEliminaLa 1 ma in subordine non disdegnerei anche la 3.
RispondiEliminaPer la verita' sarei decisamente favorevole anche alla 2 ma la vedo come assolutamente improbabile nel contesto di dissesto dei conti pubblici attuali (messo in evidenza anche ieri dalla UE, e naturalmente minimizzato da Tremonti, con gran faccia tosta).
P.S.: (un po' off topic) Ma e' mai uscita la tabella definitiva della ripartizione dell'FFO 2009?
Ripartizione FFO
RispondiEliminaDecreti ministeriali e allegati (tabelle e criteri ripartizione):
[url]http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/7972Decret_cf2.htm[/url]
e
http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/7971Piano_.htm
Tabella con ripartizione:
http://udu.it/images/finanziamenti_atenei/tabelle_magiche.xls
Scusate, ma questa nota sulle elezioni suppletive per le sessioni prima del I-2008 del 24 settembre e' gia' stato discusso?
RispondiEliminaRiguardano solo le elezioni per le sessioni antecendenti la I-2008? (e quindi chissenefrega?)
Ah, riguardo le azioni.
RispondiEliminaAppoggio siuramente la 1. ma la vedo difficile da attuare: troppe resistenze.
La 2. va assolutamente appoggiata e non e' in
contrapposizione con le altre.
Sulla 3. non vedo cosa possiamo fare... e' una questione interna agli atenei.
4.: spingere per la riduzione dei tagli legati alla 133
scusate la domanda non certo coerente con il post. Qualcuno sa quanto tempo ancora resterà attiva la seconda sessione 2008?
RispondiEliminaBomba, perche' non intervieni anche sul forum? Io ho dei seri dubbi che troveremo un qualche terreno comune su questa faccenda. Il pensionamento dei ricercatori con piu' di 40 anni di anzianita' e' una ipocrisia degna del ministro (che come sapete tutti nel suo caso e' una abbreviazione) Brunetta. In pensione ci devono andare tutti, e i vecchi. Poi si, il merito, la valutazione, bellissime cose. A suo tempo ne riparleremo. Ora che la nave affonda pero' tutti in pensione e senza rompere le palle.
RispondiEliminaMa noto con sorpresa che tanti sono contrari e mi interrogo sul perche'... MAh...
la seconda sessione probabilmente resterà attiva fino a fine anno
RispondiEliminaCari amici vicini e lontani,
RispondiEliminaho un quesito importante.
Ho appena letto un Comunicato dell'associazione 20 maggio e del coordinamento dei parlamentari del PD contro la precarietà.
Stante ad esso, pare che venga bloccata amministrativamente attraverso il portale MIUR la possibilità di andare oltre i 4 (o 8) anni di assegno di ricerca per singola persona.
Tutti noi sappiamo che questa norma è vigente da quando esistono gli assegni, come pure che puntualmente viene disattesa dalle facoltà.
Vorrei chiedere conferma di questa notizia che per me ha una rilevanza fondamentale, mi trovo infatti a dover scegliere tra altri 2 anni di assegno (oltre i 4 già fatti) e 3 anni di post-doc in Germania. Per una serie di motivi la mia scelta è molto meno scontata di quello che può apparire....
Vorrei capire se la scelta c'è o non c'è.
Vi ringrazio e vi auguro buon lavoro
non c'è
RispondiEliminaGrazie insorgere,
RispondiEliminami stai dicendo che le università non rinnoveranno assegni se i titolari ne hanno già usufruito oltre il limite massimo (4 o 8 anni).
Ora posso non scegliere ! :-(
Grazie di cuore
Si tratta di una interpretazione molto restrittiva della legge. Infatti mentre per le borse post-dottorato è specificato chiaramente "chi ha già usufruito di una borsa, non può usufruirne di un'altra" ... per gli assegni dice solo che si possono rinnovare fino a 4 anni, quindi uno potrebbe anche capire che ci si riferisce a ciascun assegno.
RispondiEliminaComunque, Giovanni, io ti consiglierei anche di chiamare l'Ufficio Assegni di Ricerca dell'ateneo per essere proprio sicuro.
@ giovanni
RispondiEliminaper esser più preciso posso dirti chemi sono informato perchè la cosa mi sta a cuore (ho fatto 4 anni diassengo).
ora, alcuni atenei hanno interpretato la norma sostenendo che visto che si parla di un totale di 8 anni e che la maggior parte dei dottorati con borsa son di 3, allora si possono fare massimo 3 anni di doc più 5 di assegno. So che, per esempio, Siena computa in questo modo. Mentre Pisa invece si è sempre attenuta al limite massimo di 4 anni. In ogni caso, al massimo puoi avere un anno in più, non oltre.
Insorgere, ma questa cosa
RispondiElimina1) vale da sempre
2) vale da sempre ma era sempre disapplicata
3) vale da sempre ma solo ultimamente il Cineca ha messo una piattaforma on-line per i controlli incrociati
4) non vale da sempre ma il MIUR ha recentemente interpretato la norma in senso molto retrittivo e gli atenei si sono adeguati?
@giovanni
RispondiEliminaNulla ti vieta di farti fare un bel cococo. Una teoria che ha a che fare con la termodinamica dice che quando si stabiliscono regole in una certa area, il casino semplicemente si sposta in quella piu' prossima: la Natura odia i vuoti. Un mio amico, piu' prosaicamente, dice che quando metti a posto il salotto, il cane ti piscia sul tappeto in camera. Abbiamo chiesto regole migliori per i TInd, e hanno cominciato a fare TD. Hanno alzato le retribuzioni ai TD e si son buttati sugli assegni. Ora bloccano gli assegni a vita e vedrai con che rapidita' vi troverete di nuovo i cococo e le borse. Poi vi faranno fare la partita IVA. E, per finire, per qualcuno questo non e' un problema di cui i precari dovrebbero occuparsi, dovremmo pensare a disegnare l'Universita' del futuro e puntare tutto sulla valutazione e sul merito.
Il mio consiglio non vale nulla, ma se puoi, vai in Germania. Subito.
@ mino
RispondiEliminaquesta cosa vale da sempre ma era interpretata in modi difformi dai vari atenei. inoltre l'applicazione si basava sul fatto che fosse noto che quanti anni di assegno uno aveva svolto (notizia facilmente occultabile o modificabile). ora il miur ha messo ordine e resto più efficaci i controlli
non avrei dubbi in merito. ho studiato la questione a fondo.
RispondiEliminaavendo avuto doc, post-doc e 4 anni di assegno posso solo avere cococo o altre borse universitarie che non siano ne assegni né post-doc.
è assurdo ma è così. il risultato è che quando riesco ad avere cococo guadagno di meno (più oneri fiscali ecc). ovviamente faccio sempre lo stesso lavoro
tra l'altro mi sorge spontanea una domanda:
RispondiEliminaquale dovrebbe essere la ratio di porre un limite ai post-doc o agli assegni? negli usa uno può fare quanti post-doc gli pare...
e siccome i concorsi sono fermi (e pochi) non vedo che senso abbia scaricare un assegnista dopo quattro anni per sostituirlo con un altro...così si crea solo più precariato
Le regole che in Europa mettiamo per i Contratti a tempo Determinato (parlo di Lav. Dipendente)discendono dalla convinzione che una liberalizzazione in questo campo determinerebbe un utilizzo massiccio e incontrollabile di questi contratti AL POSTO dei contratti a tempo Indeterminato (open-ended) che nell'Europa continentale sono associati a condizioni di rigidita' NONCHE' sindacalizzazione specifica. Il Popolo dell'Europa Continentale non sembra voler rinuciare alle caratteristiche tipiche di questo "status"; allora si deve cercare di limitare l'uso di altri "status" cognati ma distinti.
RispondiEliminaDa qui la Direttiva sui Fixed-Term Contracts, che peraltro determina anche delle tutele per gli stessi (= non-discriminazione rispetto agli open-ended in merito a salario e funzioni).
MA il difforme Popolo Otaliano ci ha sempre una sua caratteristica specifica, e qui il contratto "tradizionale" e' anche visto come un fortino, un baluardo di diritti da difendere dall'assalto deli marosi fluttuanti del Secolo, e in particolare dalle conseguenze della necessaria disciplina di bilancio seguita, a meta' anni '90, alla ruberia generalizzata e aggravata dei soldi delle generazioni future.
Eppoi ci si doveva tutelare dalle richieste di ope-legis e assalti alla diligenza da parte delle masse precarje auto-organizzate.
Risultato: niente Contratti di Lav. Dipendente (piu' vicini alla sfera della Sindacalizzazione), ma ampio ricorso al Terzo Genus (ne' Dip. ne' Aut. come definito prima con i co.co.co.co. e poi con i suoi figliocci, come sono gli assegni di ricerca per l'ambito U&R.
Conseguenze: Bipartizione del Mondo del lavoro in Tutelati e Sfigati, tra Casta di Privilegiati e Servitori IperFlessibili
La ratio è quella di costringerci ad andar via dall'università.
RispondiEliminaAppunto, e' l'eliminazione del precariato - non e' quello che ha detto esplicitamente anche per la Scuola?
RispondiEliminaPeraltro nella normativa europea nulla impedisce di avere un altro contratto a TD da un'ALTRA parte - la limitazione vale solo per la ripetizione presso la stessa azienda.
RispondiEliminaMa essendo assegni, co.co.co.co. e borse post-doc delle forme di ingaggio diverse dal TD, non ostano a QUELLA normativa, come gia' detto. Obbediscono solo alla propria normativa, e se lo Stato vuole evitare lo sfruttamento continuato e aggravato di manodopera simil-dipendente ecco che ci mette il limite.
E poi, pure, bisogna dare opportunita' a nuovi giovani ricercatori.
Bella opportunità: infilare anche loro nell'infinito tunnel del precariato, senza concorsi previsti di qui ai prossimi anni, con il turn-over bloccato e i bilanci tutti oltre il 90% a partire dal prossimo anno.
RispondiEliminaMa sì, roviniamo anche quest'altra generazione.
Bravissimo. Ottimo articolo:
RispondiEliminahttp://www.imille.org/2009/10/una-exit-strategy-per-luniversita
Ecco un'altra petizione della Ghizzoni che mi sembra molto rilevante!
RispondiEliminahttp://banchedati.camera.it/sindacatoispettivo_16/showXhtml.Asp?idAtto=13097&stile=6&highLight=1&paroleContenute=%27RISOLUZIONE+IN+COMMISSIONE%27
@Albert (e France)
RispondiEliminaHo letto l'articolo su iMIlle di Cerisoli.
Trovo molto sensate le critiche, costruttive, di Matteo Rizzolli che seguono l'articolo. Anche se l'articolo dice cose sacrosante, puo' passare l'idea che il "precario" vuole solo che l'over65 si levi di torno per far posto a lui, indipendentemente dagli obiettivi di ricerca e didattica dell'Universita'.
Insomma bisogna evidenziare maggiormente, come dice Matteo, che L’università non è un ammortizzatore sociale, ne per gli studenti, ne per i ricercatori.
Ma nemmeno per i nonnetti che fuori dalle università non saprebbero come occupare il tempo. Perché, diciamocela tutta, il 95% degli over-60 fa 6 ore di lezione a settimana per 3 mesi l'anno, prende cappuccini al bar, telefona in giro per l'Italia per taroccare concorsi o spartire qualche fondo, si riempie la panza in qualche ristorante di zona e alle tre, massimo alle quattro va a casa. Il tutto per 4000 euro al mese e intanto chi lavora per davvero 8, 9, 10 ore al giorno o anche più piglia 800 euro e manco sa se fra tre mesi percepirà pure quelli.
RispondiElimina..scsate cari, leggo solo ora la questione degli assegni e mi pare chiarire una cosa:
RispondiEliminanon esiste un limite complessivo!!
Gli assegni possono essere massimo di 4 o 8 anni, a seconda del con o senza borsa di dottorato pregressa, ma CON LO STESSO SOGGETTO.
Dunque, nulla vieta ad un dottore con borsa di farsi 4 anni di assegno alla Sapienza, 4 alla Federico II, 4 alla Cattolica, etc.
Magari lo sapevate, ma ho preferito essere chiaro.
Tom
Non è questo ciò che afferma il ministero, però:
RispondiEliminahttp://www.uniroma1.it/organizzazione/amministrazione/ripartizionepersonale/documenti/circolari/Circolare0051095.pdf
Ma poi perché i 3 anni di borsa di dottorato devono togliere 4 anni alla rinnovabilità? Mi sembra irragionevole.
RispondiEliminaBombadillo, invece pare che il Ministero abbia messo su una banca dati grazie alla quale se, per esempio, "Mino" vince un assegno di ricerca a Milano, poichè risulta che lui ne ha già fatti 2 a Bari, risulta vietato farni più di 2.
RispondiEliminaSembra addirittura che alcune università avessero rinnovato alcuni assegni e poi il MIUR li abbia costretti ad annullare la decisione perchè l'assegnista aveva svolto COMPLESSIVAMENTE più di 4 anni di assegno. Insomma una interpretazione assai restrittiva, che, per non saper nè leggere nè scrivere, mi lascia molti molti dubbi.
Il problema, però, è che se ho avuto un assegno alla Sapienza non riuscirò mai ad riottenerlo alla Federico II, a meno di conoscere anche lì un professore che me lo fa vincere. Allora perché non puntare su una riforma dei concorsi anche per questo tipo di contratto?
RispondiEliminaIl documento che fornisce Albert chiarisce molte cose.
RispondiEliminaL'interpretazione retrittiva del MIUR risale addirittura al 2003!
Quindi deduco che forse il problema si sta ponendo oggi o perchè il Cineca ha costituito una banca dati che prima non c'era oppure perchè nel 2003 non c'erano assegnisti che avessero superato la quota dei 4 anni (bei tempi).
Questo non è del tutto vero. In alcune sedi universitarie, soprattutto al nord, ci assegni che non si sa a chi dare, per cui se si entra nella logica della mobilità il fatto che i concorsi siano generalmente non trasparenti non impedisce di trovare assegni.
RispondiEliminaNaturalmente, cercare di moralizzare le selezioni per gli assegni è giustissimo e doveroso, ma per una questione etica, non perché toglie possibilità a qualcuno.
Credo semplicemente, ma andrebbe verificato, che sia accaduto perché ora il cineca compie questa verifica automatica e prima registrava senza farlo. Io iniziai il mio 5° anno di assegno nel 2004 e me li hanno sempre registrati al cineca.
RispondiElimina@Albert
RispondiEliminaMai saputo che al nord ci sono borse che non si sa a chi dare. E poi fidati, ho visto molti miei collegni meritevoli scavalcati da altri più "fortunati" di loro. Moralizzare le selezioni non è una mera questione etica.
Per quanto riguarda la non rinnovabilità dell'assegno per coloro che hanno avuto il dottorato con borsa, la spiegazione è semplice. Chi non ha avuto finanziamenti per il dottorato ha comunque il diritto, a conti fatti, a qualche anno in più di assegno che io limiterei a 7 (3 anni in più, considerando lo svantaggio iniziale). Penso cioè che, viste le modalità di assegnazione delle borse al dottorato, sia giusto distribuire equamente le risorse.
Che in certe aree e in certe materie ci siano borse per le quali si cercano candidati in giro lo so per certo. Spesso addirittura arrivano ricerche di candidati sulla mia mailing list di settore.
RispondiEliminaSull'altra questione, mi chiedevo proprio perché 3 anni di borsa ne facessero perdere 4 (e non 3) di assegno. Ma in realtà tutta la norma è senza senso. Se A ha avuto la borsa e B no, questo è un merito di A e non c'è alcuna ragione di risarcire B (è chiaro, uno può dire che B va risarcito perché il concorso di dottorato era truccato, ma questa non è certo una previsione che possa ispirare una norme di legge!).
La causa storica di questa situazione è che quando sono stati creati gli assegni, i dottorati erano tutti con borsa, per cui il senso era: dottorato + 4 anni di assegno oppure 8 anni di assegno. Il che comunque non aveva senso, ma ora che ci sono i dottorati senza borsa, di senso ce ne ancora meno.
Refuso. La prima frase era:
RispondiElimina"Che in certe aree e in certe materie ci siano ASSEGNI DI RICERCA per i quali si cercano candidati in giro lo so per certo. Spesso addirittura arrivano ricerche di candidati sulla mia mailing list di settore.
Penso che il principio ispiratore della norma di legge sia invece un altro. Non risarcire chi non ha avuto la borsa, perché si presume (anche se nei fatti la situazione è ben diversa) che a vincere sia davvero il più bravo, ma garantire le stesse possibilità a chi magari nei tre anni di dottorato ha sviluppato ricerche finanche più interessanti.
RispondiEliminaNo. Come ho scritto, quando sono stati istituiti gli assegni ed è stata introdotta la norma dei 3 anni, i dottorati erano tutti con borsa, per cui un ragionamento del genere non poteva essere svolto. Semplicemente si prevedeva che uno avrebbe fatto o dottorato + 4 anni di assegno, oppure 8 anni di assegno.
RispondiEliminaE comunque quello che dici non lo riesco bene a capire. E' chiaro che uno che è più bravo nel concorso di dottorato non lo sarà necessariamente anche nelle ricerche che farà durante il dottorato stesso. Ma non è neanche detto che quello che non prende la borsa debba sempre essere lui a mostrarsi più bravo. E allora perché a quello senza borsa devono essere cautomaticamente concessi 11 anni mentre a quello con borsa solo 7, anche nei casi in cui sia l'ultimo ad essere migliore?
Non può essere questo il principio ispiratore della norma. Ed infatti non lo è: si tratta di un puro residuato. Quando si sono inventati i dottorati senza borsa si sono scordati di cambiare la norma sui limiti temporali degli assegni. All'italiana, come al solito.
Non e' cosi'. Ve lo dice chi ha la memoria storica della militanza ADI - sebbene io non ci fossi ancora all'epoca (si parla di 1998-99, in questo caso).
RispondiEliminaL'assegno di ricerca e la possibilita' di bandire dottorati senza borsa furono introdotti da Berlinguer praticamente nello stesso momento, cioe' nella stessa fase storica.
L'assegno di ricerca, non e' inteso - ne lo era all'epoca - come contratto POSTDOC (e questo nonostante la posizione storica dell'ADI) bensi' come mero contratto di ricerca, anche per laureati con sufficiente professionalita' per svolgere una ricerca ritenuta necessaria, ma indipendentemente dal suo collegamento con il dottorato. Lo sanno bene molti iscritti APRI che sono assegnisti senza avere un dottorato. In alcuni/altri casi l'assegno era (e') anche una forma alternativa di finanziamento del dottorato.
In origine vi erano solo le borse post-doc (89) poi vi furono i contratti co.co.co. come fattispecie contrattuale generale (93-94) che permise a molti Dipartimenti (soprattutto di ingeneria) di reclutare personale indipendentemente dal dottorato, perche' serviva, che so, fare un codice, una analisi dati, ecc. e cosi' si creo' un risposta ad un bisogno, che poi fu generalizzata con il prosciugarsi dei posti da ricercatore, e resa specifica per il settore U&R da Berlinguer tramite gli assegni di ricerca, oltre che meno onerosa (vista la esenzione IRPEF). Si pensava che la ricerca non dovesse necessamente passare dal dottorato, per questo il termine di 8 anni, anche perche' non sempre i dottorati coincidono con i bisogni di ricerca "a progetto" ne' si voleva collegare tali prestazioni ad una tesi.
Quindi, per riassumere, strumenti distinti per bisogni distinti, e pertanto la valutazione dei limiti temporali non va fatta presupponendo la serialita'.
Sulla durata massima 8 anni oppure dottorato+4, credo che la discrepanza nasca dal fatto che alcuni dottorati durano (duravano?) 4 anni, ad esmpio quello in matematica (ma non sono sicuro).
RispondiEliminaLeggo dal regolamento per gli assegni del mio ateneo:
Art 2- Durata, proroga, rinnovo.
Gli assegni hanno durata minima annuale (salvo quanto previsto al comma 2) e possono essere rinnovati con lo stesso soggetto fino alla durata complessiva massima di otto anni, ovvero di quattro anni se il titolare ha gia` usufruito della borsa per il dottorato di ricerca.
Qualora il titolare di assegno di ricerca abbia usufruito della borsa per il dottorato di ricerca per una durata inferiore a quattro anni, gli assegni poossono essere rinnovati fino al raggiungimento di complessivi otto anni tra assegno di ricerca e borsa di dottorato di ricerca.
confermo che la norma esista da tempo. solo non c'erano verifiche ed era lasciata ampia autonomia agli atenei.
RispondiEliminaal massimo si può interpretare che (computando su massimo di 8 anni), dopo 3 di dottorato se ne possano fare 5 di assegno. Ma non tutti gli atenei interpretano così, e su questo punto lo stesso miur non mi pare abbia una posizione chiara.
@ bomba
quel che dici è ragionevole, ma non è vero. purtroppo il massimo di assegni è 4 più 4. e basta, indipendentemente dalla sede, dal titolo dell'assegno. Unica gabola, forse, è cambiare ssd, ma non è da tutti....
Cari amici,
RispondiEliminabasta leggere la legge per capire che ho ragione io. Francamente, inoltre, non credo proprio che se - su questa o su altre questioni - il MIUR dovesse dare interpretazioni tanto erronee quanto lesive dei nostri interessi, dovremmo accettarle supinamente.
Nella specie, però - almeno dallo stralcio della nota ministeriale (qualcuno ha il testo integrale?) -, sembra che l'errore sia tutto del direttore amministrativo della Sapienza.
La nota MIUR infatti parla, testulamente, di CONCORSI DIVERSI, e ciò è esatto, e non di Università diverse.
Il limite, infatti - secondo la legge -, è relativo al numero di anni che si può essere assegnisti per lo STESSO SOGGETTO, anche con concorsi diversi e, ATTENZIONE, anche con concorsi relativi A SETTORI DIVERSI.
Per legge, invece, non è previsto alcun limite alla possibilità di stipulare contratti con soggetti diversi (anche nel medesimo settore).
Qual è la ratio? Semplice, evitare le richieste di stabilizzazioni: se io ho lavorato per 16 anni alla Sapienza (se pure in settori diversi), e poi mi vogliono togliere il posto, posto far scoppiare un casino che non finisce mai, magari incatenandomi davanti al rettorato della Sapienza; mentre se ho lavorato 8 anni alla Sapienza e 8 alla Federico II, dove chiedo di essere stabilizzato?
Tom
Ma la direttiva sulla reiterazione di contratti temporanei successivi non pone il limite a 3 anni? E in ogni caso mi risulta che una recente sentenza abbia stabilito che nel caso di impieghi pubblici la direttiva non si applica.
RispondiEliminaMa la nota a chi si può chiedere?
RispondiEliminaIl limite di 3 anni e' per i TD, abbiamo detto (con il medesimo soggetto).
RispondiEliminaSull'interpretazione della 449/97, possiamo dire che se il Ministero la vuole interpretare restrittivamente, sta dando la direzione agli Enti posti sotto la propria sorveglianza, che vi si adeguerenno. In fondo ricordiamoci che le Universita' saranno anche persone giuridiche distinte, ma in Italia l'Universita' Statale e' sempre quella, regolata dall'Eccellentissimo Ministro e dal Suo Ministero.
Per far cambiare opinione a costoro bisognerebbe acquisire una interpretazione difforme creando un incidente - ma chi ha voglia di andare al TAR, e poi eventualmente al Consiglio di Stato?
@ Euroscience
RispondiElimina... magari qualcuno a cui hanno negato il rinnovo? pensateci, forse ne vale la pena.
Sto dicendo, in effetti, che l'unica maniera di dar ragione al Bomba (che in questo caso ha certamente delle argomentazioni) e' di mettere la cosa in mano al giudice - perche' con l'interpretazione "ufficiale" del Ministero + il marchingegno tecnico del CINECA non penso che le Universita' vogliano di loro sponte cambiare questo tipo di opzione di "default".
RispondiEliminaComunque lo trovo un argomento a dir poco complesso. In Matematica, ad esempio, so di chi ha preso assegni di ricerca "normali", poi assegni di ricerca INDAM, poi borse post-doc (di Bologna), ecc. per almeno 10 anni di fila e piu'. Poi ci sarebbero i co.co.co., i posti TD...Perche' questi non dovrebbero assommarsi? Mi pare che l'interpretazione mainstream sia quella degli 8 anni totali, ma le eccezioni fioccano da tutte le parti.
RispondiEliminaIo avevo capito che tutto sta in questo marchingegno tecnico del CINECA, che ora impedisce la registrazione (?) di assegni sopra il limite (sibbene l'interpretazione fosse gia' questa fin dal 2003).
RispondiEliminaMa poi, si', abbiamo gia' detto che molti troveranno scampo con un co.co.co.co. oppure con borse, che torneranno a nuova vita dopo essere state per un po' accantonate...
..ripeto, non è che ci stiamo sbagliando, ed il riferimento, almeno nella nota miur, è solo a 8 anni anche con più concorsi - che è l'unica cosa che, in effetti, si legge nel virgolettato riportato -, invece che a 8 anni anche con più soggetti?
RispondiEliminaPer sapere come la pensa il Miur, e non solo il direttore amministrativo della Sapienza, bisognerebbe avere la nota sotto mano.
Anche il "marchingengo", del resto, è strutturato per impedire solo più di 8 anni con lo stesso soggetto, o anche più di 8 anni con soggetti diversi?
Tom
Dalla Sapienza mi riferiscono che sono stati interrotti assegni già avviati da alcune settimane, perché il Cineca non registrava in quanto il vincitore dell'assegno aveva già avuto 4 anni in precedenza.
RispondiElimina@ bomba
RispondiEliminanella nota miur il termine "soggetti" indica i candidati non le sedi che bandiscono. ergo un candidato non può avere più di 8 anni complessivi di assegno. tra l'altro è così da sempre....solo che la norma era poco e male applicata
http://www.uniroma1.it/organizzazione/amministrazione/ripartizionepersonale/documenti/circolari/Circolare0051095.pdf
RispondiElimina@insorgere Nella legge "soggetti" alla riga precedente indica gli enti, mentre il beneficiario, nella stessa frase, è indicato come "titolare". Ecco la legge:
RispondiEliminaLe università [...] possono conferire assegni per la collaborazione ad attività di ricerca.
Possono essere titolari degli assegni dottori di ricerca o laureati in possesso di curriculum scientifico professionale idoneo per lo svolgimento di attività di ricerca con esclusione del personale di ruolo presso i *soggetti* di cui al primo periodo del presente comma.
Gli assegni hanno durata non superiore a quattro anni e possono essere rinnovati nel limite massimo di otto anni con lo stesso *soggetto*, ovvero di quattro anni se il *titolare* ha usufruito della borsa per il dottorato di ricerca.
..??? Insorgere, ma dove la vedi la nota MIUR? L'indirizzo che indichi è quello di prima, ovverosia quello della circolare del direttore amministrativo della Sapienza, dove è citato solo uno stralcio della nota MIUR, che si presta ad una doppia interpretazione. In ogni caso, anche se fosse come dici tu, ovverosia che il MIUR intepreta l'espressione "stesso soggetto" come se fosse "stesso assegnista", molto semplicemente, si tratterebbe di una interpretazione errata.
RispondiEliminaNella disposizione di cui trattasi, infatti, l'assegnista viene chiamato sempre "titolare di assegno", quindi la norma - se fosse come tu pensi che l'interpreti il MIUR - avrebbe detto "con lo stesso titolare di assegno".
La norma, invece, usa l'espressione ampia soggetto - e non quella "con la stessa università", perchè l'assegno di ricerca è strutturato in modo che, da una lato, c'è sempre il titolare dell'asssegno, ma, dall'altro, ci possono essere soggetti diversi: università, enti di ricerca, osservatori, ASI, ENEA, etc.
Tom
..bravo Andrea, ovviamente avevo scritto la mia risposta mentre la tua non era ancora visibile, ma mi pare che si lumeggino a vicenda.
RispondiEliminaTom
A me sembra che l'interpretazione sia univoca. Perché non facciamo un'associazione per chiedere meritocrazia nel reclutamento dei consulenti legali del MIUR?
RispondiEliminaProposta: petizione per chiedere di nominare Bombadillo nuovo capo dell'Ufficio Legislativo del Miur.
RispondiEliminaE mino al nuovo Dipartimento Controllo Legittimità Porcate Inventate per Aggirare la Normativa
RispondiEliminaCome gia' fatto balenare piu' volte, la norma originaria mette un limite temporale al rapporto con lo stesso soggetto ma non con diversi soggetti - per cui non si puo' testare la problematicita' se non si viene a conoscenza di problemi esperiti da assegnisti che stipulino un nuovo assegno con un nuovo Ente/Università.
RispondiEliminaFin qui tutto chiaro - tranne che non ho ancora capito dove vuole andare a parare il famoso comunicato dei Parlamentari PD contro il Precariato. E se facessero lavorare il loro cervello, intanto che viene retribuito (profumatamente)?
tanto per esser chiari faccio riferimento a caso personale recente (pochi mesi fa).
RispondiEliminapinko pallino ha fatto 4 anni di assegno all'università di topolinia. Vede un bando a paperopoli nel suo settore per un asseggno 2 + 2. Vuol fare domanda, però gli dicono che non può. Allora scrive all'ufficio concorsi di paperopoli per un chiarimento. Paperopoli gli comunica ufficialmente che NON può fare domanda perché non si può avere più di 4 anni di assegno in tutto (così interpreta quell'ateneo). Poi vede un altro bando, questa volta a plutolandia, anche in questo caso vorrebbe far domanda. Si informa con l'ufficio concorsi, in questo caso gli dicono che può far domanda ma ha diritto a un solo anno (perchè il totale è 8, lui ne ha avuti 3 di doc e 4 di assegno quindi ne può fare solo un altro di assegno). ovviamente l'idea di far vincere un anno di assegno a un tizio che vien da fuori, invece di 4 a un interno, è aborrita da chi gestisce il concorso....
il risultato finale lo potete immaginare da soli.
per inciso il protagonista sarei io
E tu je dici che "Gli assegni hanno durata non superiore a quattro anni e possono essere rinnovati nel limite massimo di otto anni con lo stesso *soggetto*, ovvero di quattro anni se il *titolare* ha usufruito della borsa per il dottorato di ricerca" e quindi puoi farne altri 4 con quell'altro soggetto che sarebbero loro.
RispondiEliminaIl resto e' fairness and openness nel processo di relutamento, che per noi Europei non distingue fra tipologie contrattuali. Vedi anche il Civil Service Britannico o il Concordat.
Sempre di etica professionale dei Baroni si tratta.
Insorgere, credo proprio che tu POTEVI fare domanda in tutti e due i casi. Purtroppo anche negli uffici delle università c'è chi ha difficoltà nel leggere e scrivere. D'altra parte, come osservato da Euroscience, anche chi ha scritto l'interpellanza del PD, avrebbe potuto leggersi un po' meglio la nota del MIUR. E se ritirassero la loro interrogazione e ne scrivessero un'altra?
RispondiEliminaquel che volevo dire è che io potevo fare domanda. loro l'avrebbero rigettata, o più semplicemente mi avrebbero segato senza tante storie....
RispondiElimina@ mino e euroscience
RispondiEliminase io avessi fatto domanda e anche gli avessi ricordato la norma loro mi avrebbero ribattuto che l'interpretazione corretta è quella loro e del miur.
se il miur da indicazioni sbagliate - o interpretazioni discutibili - a cascata questo produce comportamenti scorretti. il problema è il miur, non i singoli uffici concorsi degli atenei
la proposta di mino di ritirare l'interrogazione per rifarla non è male. perché non gli scriviamo a nome apri?
RispondiEliminae poi una domanda: ma sono solo io o non si vedono più le immaginette di fianco ai nomi?
Fate fare una nuova nota esplicativa al MIUR ... un lavoro da APRI! ... magari con una mano di Trovati o dell'Amabile.
RispondiEliminaoh, finalmente siamo passati dalle lametazioni alle proposte di azione. è già un passo avanti.
RispondiEliminagiuristi, spetta a voi stabilire quale sia l'interpretazione corretta e sottoporla al miur
Alla Ghizzoni se volete ci arriviamo con Luca. Pero' bisogna essere precisi: me lo mettete insieme un miniparere?
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