mercoledì 28 novembre 2012

LETTERA APERTA DI APRI AL MINISTRO PROFUMO






All'att.ne del Mininistro Prof. Francesco Profumo

  
L'Associazione dei Precari della Ricerca Italiani (APRI) nasce nel 2008 al fine di stimolare una revisione in senso meritocratico del sistema universitario italiano, con particolare riguardo alle procedure concorsuali per l'accesso alla docenza universitaria.
A ormai due anni dall’approvazione parlamentare della legge n. 240/2010, appaiono lapalissiane le severe criticità che limitano il reclutamento dei ricercatori a tempo determinato previsti dalla nuova normativa. Il nostro grido di allarme in tal senso è tutt'altro che isolato, visti i recenti, analoghi comunicati emessi dal Consiglio Universitario Nazionale e dall'Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani. In effetti, si può senza alcun dubbio già decretare il completo fallimento della legge n. 240/2010 dal punto di vista dell’inserimento di nuove leve nelle università italiane. 

Questo dato di fatto è facilmente estrapolabile dall'esiguo numero di posizioni di ricercatore a tempo determinato attive alla data del 20/11/2012: un totale di poco più di 2000 contratti, di cui solamente una quindicina (!) per ricercatore a tempo determinato (di tipo B) con previsione di tenure track. 

La scarsità di risorse dedicate all’attivazione dei nuovi contratti per ricercatore si somma poi alla diffusa tendenza delle varie sedi a proporre progetti di ricerca dettagliati nei medesimi bandi, in palese difformità rispetto ai contenuti della legge n. 240/2010.

Questi già drammatici dati e considerazioni sul nuovo reclutamento compongono un quadro ancor più preoccupante se si analizza anche la situazione relativa all'attivazione di assegni di ricerca (è stato infatti raggiunto il picco storico di oltre 15000 contratti di tale tipo) ed i numeri relativi alle chiamate per professori, pari a 285. A tale analisi andrebbero poi aggiunti i dati relativi alle migliaia di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, per i quali tuttavia non si dispone di alcun dato ufficiale.
In sintesi, i dati del Ministero indicano il mantenimento di una corsia di favore per le progressioni del personale già in ruolo, e una drammatica chiusura all’ingresso di nuove leve nell’accademia italiana, associata a una loro accentuata precarizzazione.

Mentre è prevedibile che molti precari, ampiamente sopra le mediane, possano ottenere l'abilitazione scientifica per la seconda fascia (e qualcuno anche per la prima), quali sono le reali possibilità che ottengano poi un posto nelle selezioni locali bandite successivamente? Lei sa quanto noi che la stragrande maggioranza delle risorse andranno in progressioni di carriera, e non in reclutamento vero.

Sig. Ministro, ci rivolgiamo oggi a Lei consapevoli del momento di difficoltà economica che il Paese attraversa, consci del fatto che il miglior investimento in tempo di crisi è quello sull’alta formazione e sulla ricerca scientifica; Le chiediamo quindi di prendere in considerazione le proposte di seguito delineate, volte al rilancio del settore ricerca e università e del Paese nel suo insieme e a dare speranza ad una generazione meritevoli di giovani che altrimenti rischiano di essere definitivamente espulsi dal sistema:

1-   Chiediamo che sia definito un sistema di quote, a diverso livello su tutte le posizioni bandite dai singoli atenei, che vincolino i medesimi atenei all’attivazione di bandi per ricercatori a tempo determinato con previsione di tenure track (tipo B), associate a specifici incentivi ministeriali,  al fine ultimo di avviare il reclutamento di un congruo numero di nuovi ricercatori nel  prossimo quadrienno.

2-   Chiediamo che  nell' immediato una quota non inferiore al 30% dei  futuri concorsi a posti di professore associato sia riservata a ricercatori non strutturati

Al fine di discutere insieme queste proposte, APRI Le chiede di voler incontrare al più presto una delegazione dell’Associazione.

Confidando in un positivo riscontro, cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali saluti.


La Presidenza dell'APRI

sabato 17 novembre 2012

Un Paese poco raccomandabile


Cari amici, buonasera.
Per voi tutti insonni, per voi mamme che allattate, per voi che state impazzendo per le ultime 72 ore che vi separano dalla chiusura della domanda per l’Abilitazione Scientifica Nazionale, stasera non perdete il bel programma su Rai3 “Telepatia” condotto dal pungente e ironico Oliviero Beha.


La puntata si intitola “Un Paese poco raccomandabile". Si parlerà anche dei mali dell'Università, fra cui la già famosa storia del concorso da ricercatore all’Università di Milano, contro cui sono stati fatti 3 ricorsi al TAR (sevizio firmato dal bravo Roberto Pozzan).

Primo commento: Un peccato vedersi propinare molte sciocchezze in prima serata e avere relegato il giornalismo di qualità alla seconda serata.