giovedì 24 settembre 2009

L'AMABILE FLAVIA E I CONCORSI TRUCCATI



Ecco un ottimo articolo pubblicato oggi sulla Stampa e visibile anche sul sito web del quotidiano torinese, dove è possibile pubblicare i propri commenti: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=717&ID_sezione=&sezione=

Colgo l'occasione per ringraziare Flavia Amabile per l'ottimo lavoro di denuncia che sta svolgendo.


Concorsi su misura

Nelle università italiane aumentano i bandi a tempo determinato per garantire alle facoltà maggiore libertà di manovra

FLAVIA AMABILE

Passano gli anni, passano i ministri, cambiano le leggi, ma nelle università tutto resta uguale. Prosperano i concorsi personalizzati, ritagliati su misura del vincitore e il più possibile clandestini. L’Apri, l’associazione dei precari della ricerca italiani, è andata a dare uno sguardo ai concorsi banditi da quando è partita la riforma dell’università e ne ha tratto un quadro sconfortante. Era lo scorso novembre quando la Gelmini diede il via libera alla riforma dell'università. Promise tuoni, lampi e fulmini contro i baroni e massima trasparenza nei concorsi. Poi il decreto passò in Parlamento e lì fu modificato da un emendamento della stessa maggioranza (del senatore Valditara del Pdl). Da quel momento si decise che le nuove regole si applicano, solo ai concorsi a tempo indeterminato mentre per quelli a tempo determinato tutto resta uguale. Risultato? Al contrario di quello che voleva la Gelmini, da dicembre in poi le università hanno bandito concorsi per 226 posti a tempo determinato e 78 a tempo indeterminato come spiega uno studio del'Apri, l'Associazione dei precari della ricerca italiani.
Il vantaggio è evidente. Con i concorsi a tempo determinato le commissioni sono tutte interne. Molto spesso ci sono prove scritte e orali, esattamente come accadeva nelle amate e mai dimenticate vecchie regole. Addirittura a Milano Bicocca e a Catania le pubblicazioni (quello che dovrebbe essere il maggior elemento di valutazione) valgono solo per 10/100. Insomma, concorsi sempre più blindati. Altro vantaggio: nei concorsi a tempo indeterminato è previsto un avviso da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale, a partire dal quale chi è interessato a partecipare ha almeno 30 giorni di tempo. I concorsi a tempo determinato, invece, non devono rispettare particolari obblighi di pubblicità. La legge non prescrive alle università di inserire l’avviso in Gazzetta Ufficiale, nè il Ministero cura una banca dati con l'avviso di ogni concorso. Cosicchè un giovane ricercatore dovrebbe ogni giorno farsi il giro di tutti i siti Internet delle università italiane per essere aggiornato. E dovrebbe fare anche piuttosto in fretta perché i bandi scadono 20 giorni dopo la data di protocollazione. Tre settimane che si riducono a due, in realtà, perché passa qualche giorno dalla protocollazione al momento in cui il bando viene reso disponibile nei siti on-line degli atenei. Due settimane che in alcuni casi, come l’Università Telematica UniNettuno, si riducono a soli sette giorni.
Questo spiega un altro dato: in media, ad ogni concorso fanno domanda solo 2,5 candidati, ha calcolato l’Apri. Non sono persone che si presentano al concorso, è semplicemente il numero di domande. Ci sono poi casi limite come il Politecnico di Milano che finora ha bandito 15 posti da ricercatore a tempo determinato e 3 a tempo indeterminato. Per ognuno dei cinque posti banditi a tempo determinato consultabili pubblicamente ha fatto domanda una sola persona, presumibilmente il vincitore. Lo stesso alla Sapienza a Roma: nei quattro posti banditi consultabili, una sola domanda ognuno. C'è poi il caso dell'Università di Roma Campus Biomedico che ha bandito un concorso di stile «natalizio»: bando affisso all'albo ufficiale dell'Università il 23 dicembre, scadenza il 7 gennaio, quando insomma tutti gli studenti sono in vacanza e l'ateneo è chiuso. Ultimo vantaggio: soltanto i concorsi a tempo determinato permettono di avere titoli dati da programmi di ricerca. E, i titoli sono tutti molto specializzati. Praticamente tagliati su misura.
ps: l'articolo di oggi è il seguito di un'inchiesta di oltre due settimane fa sui trucchi nei concorsi per ricercatore. Quell'inchiesta aveva fatto molto rumore negli atenei. Aveva risposto il rettore del Politecnico di Milano, quello dell'Università di Camerino. Nessuno aveva potuto contestare alcunché. Qualcuno, anzi, ha dovuto fare marcia indietro. I ricercatori dell'Apri avevano anche inviato un fax all'Università di Sassari che prevedeva un tetto di 3 pubblicazioni per chi partecipava ai concorsi della Facoltà di Scienze. Due giorni fa, sulla Gazzetta Ufficiale, è apparsa la rettifica al bando: il tetto non è di 3 pubblicazioni ma di 8. La Facoltà si giustifica parlando di 'mero errore materiale'. Sarà. Intanto, il limite è un po' meno punitivo.
pps: quell'articolo di oltre due settimane fa partiva da una denuncia che l'Apri aveva inviato alla commissione europea proprio a proposito del tetto massim sulle pubblicazioni, del tutto inesistente in Ue dove vale il principio che più è alto il numero dei titolo, maggiore è la valutazione del candidato. Ieri l'Apri ha ricevuto la risposta dell'Ue, una lettera del commissario europeo Potocnik scritta in diplomatichese comunitario. Condanna le procedute italiane ma allarga le braccia: l'Ue non ha poteri di intervento su Roma.

martedì 22 settembre 2009

L'EUROPA RISPONDE



Giunge a distanza di due settimane la risposta del commissario europeo Potocnik.
In sostanza, ci sono nel cuore, ma ce la dobbiamo vedere con Governo italiano...

I ricercatori precari su CampusPRO


Nell'ultimo numero di CampusPRO, segnaliamo l'articolo sulla situazione dei concorsi da ricercatore ed il commento dell'Apri sulla questione del tetto alle pubblicazioni e dello sblocco dei fondi del reclutamento straordinario 2009.

Università di Sassari: "per mero errore materiale"




Vittoria dell'APRI!

Dopo il fax inviato al Rettore dell'Università di Sassari e al Preside della Facoltà di Scienze, in cui si chiedeva una modifica del limite a sole 3 pubblicazioni in un concorso in Biochimica (quando i criteri "minimi" del CUN sono di 5), dopo la campagna di stampa condotta in queste settimane ...

... Arriva oggi in Gazzetta Ufficiale la modifica del bando da parte dell'Università di Sassari: "per mero errore materiale" avevano trascritto "3" pubblicazioni anzichè "8".


La nota del rettore prevede anche la riapertura dei termini: i candidati hanno altri 30 giorni per presentare domanda.

lunedì 21 settembre 2009

ANCORA SUI RICERCATORI TD


Riproduciamo un bell'articolo uscito oggi su "Il Messaggero" (per ingrandire l'immagine e leggere l'articolo basta cliccarci sopra)

mercoledì 16 settembre 2009

Ricercatori a Tempo Determinato - I puntata




Al Presidente della Regione Puglia, On. Nichi Vendola
All'Assessore al SUD ed al Diritto allo Studio, Prof. Gianfranco Viesti
Al Rettore dell'Università degli Studi di Bari, Prof. Corrado Petrocelli
Al Rettore del Politecnico di Bari, Prof. Nicola Costantino
Al Rettore dell'Università degli Studi di Foggia, Prof. Giuliano Volpe
Al Rettore dell'Università del Salento, Prof. Domenico Laforgia
A tutti i componenti del CURC Puglia

Oggetto: Intervento della Regione Puglia a favore del reclutamento dei ricercatori

Gent.mo Presidente Vendola, Gent.mo Assessore Viesti, Gent.mi Rettori,

Come Associazione Precari della Ricerca Italiani non possiamo che accogliere favorevolmente l'iniziativa della Regione Puglia, annunciata nel corso dell'ultima riunione del CURC, di stanziare fondi a favore del sistema universitario pugliese, soprattutto in un periodo di scarsa attenzione da parte del Governo nazionale ai temi dell'università e della ricerca.

Desta tuttavia molta preoccupazione il fatto che parte di questi ingenti interventi finanziari siano volti a cofinanziare posti da ricercatore a tempo determinato anziché a tempo indeterminato, contribuendo in questo modo ad aggravare invece che risolvere il drammatico problema del precariato nelle nostre università.

Infatti a causa delle recenti leggi in materia di reclutamento e delle restrizioni sull'utilizzazione dei punti organico rinvenenti dai pensionamenti (che, per la prima volta, coinvolge nel computo anche i concorsi da ricercatore a tempo determinato), di fatto accade che ogni posto da ricercatore a tempo determinato (che pesa per 0,5 punti organico) va a togliere la possibilità che l'ateneo bandisca un concorso a tempo indeterminato, rendendo difficile per l'università anche solo cofinanziare i concorsi del reclutamento straordinario stanziati dal Governo Prodi. In pratica, quindi, più o meno inconsapevolmente si creerebbe un uso distorto della figura del ricercatore a tempo determinato, utilizzata al posto del ricercatore di ruolo anziché al posto dell'assegnista di ricerca o del borsista post-dottorato. Un peggioramento anziché un miglioramento. E un aggravamento della precarizzazione dei nostri atenei.

Siamo quindi veramente preoccupati che la Regione Puglia voglia finanziare questo genere di contratti, anziché, come per esempio avviene nella Regione Basilicata o Piemonte, incentivare concorsi da ricercatore a tempo indeterminato che è la via maestra per affrontare il drammatico tema del precariato nelle università.
Allo stesso tempo rivolgiamo un appello ai rettori, affinché bandiscano esclusivamente concorsi a tempo indeterminato, anche per una ragione più propriamente amministrativo-contabile che rende più conveniente per le università (oltre che per i ricercatori e tutta la comunità accademica) il ricorso al tempo indeterminato. Infatti la legge 1/2009 ha introdotto delle restrizioni sul turn-over, che equiparano, ai fini del conteggio dei punti organico, i ricercatori a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato (0,5 punti organico). Di conseguenza, ogni bando da ricercatore a tempo determinato va ad assorbire preziosi punti organico dal già limitato budget derivante dai pensionamenti, sottraendoli al reclutamento ordinario dell'ateneo, così come al cofinanziamento del reclutamento straordinario. Il problema è che questo budget viene “perso” nel momento in cui il contratto da ricercatore a tempo determinato scade o s'interrompe per qualsiasi motivo. Quindi da un lato non vi è alcun risparmio per l'ateneo, dall'altro addirittura vi è uno spreco di preziosi punti-organico derivanti dai pensionamenti dell'anno precedente.

Per questi motivi chiediamo a tutti voi di modificare le decisioni prese nel corso dell'ultima riunione, e destinare i fondi inizialmente stanziati per il reclutamento di ricercatore a tempo determinato a seconda delle esigenze verso bandi per nuovi assegni di ricerca e soprattutto bandi per nuovi posti da ricercatore di ruolo.
Speriamo davvero che la Regione Puglia e la comunità accademica pugliese non inseguano il Governo sulla via della precarizzazione selvaggia dell'università italiana.

La Presidenza dell'Associazione Precari Ricerca Italiani

lunedì 14 settembre 2009

ANNUNCIAZIONE! ANNUNCIAZIONE!


Siore e siori è uscito or ora sul sito MIUR un documento che viene dal futuro. I geniali tecnici del ministero hanno scoperto come viaggiare nel tempo e la cosa non sorprende visto il bisogno di proiezioni temporali per recuperare i ritardi accumulati.

Orbene addì 14 settembre 2009, ma datato 17 settembre 2009, è uscito l'agognato decreto direttoriale che da il via alle procedure elettorali per la prima sessione 2008.

Come preannunciato sono esclusi da tali procedure i settori che non dispongono di ordinari sufficienti (vedi decreto).

Il documento che ci giunge dal futuro annuncia inoltre che "entro la fine di gennaio 2010" avranno luogo le procedure per la seconda sessione 08. Sarà vero? Vigileremo!

Purtroppo dobbiamo constatare che viaggi nel tempo che consentano di guadagnare appena 3 giorni non possono bastare a risolvere anni di ritardi e pasticci.

In ogni caso, con nuove regole per le commissioni ma vecchie per l'espletamento dei concorsi, PARTE FINALMENTE UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA

martedì 8 settembre 2009

Reazioni piccate


Dopo gli articoli sul Sole24Ore
e La Stampa (con annessa intervista del Ministro), abbiamo avutto molte reazioni soprattutto da parte dei Rettori, che si son sentiti chiamati in causa (e spesso in effetti lo sono stati, via fax!).
Si segnala il Rettore del Politecnico di Milano che si dice furioso col Ministro ma ammette che i bandi erano in origine scritti male, e che "pescare" a livello nazionale i migliori e' controproducente per l'economia degli atenei.
Altre reazioni erano arrivate giorni fa.
A Cassino invece si invoca la legittimità della procedura, chiudendo ad ogni possibile messa in discussione del privilegio delle Facoltà di stabilire un tetto massimo al numero di pubblicazioni “secondo gli standard del settore” (ma gli standard non dovrebbero essere sui limiti MINIMI anziché MASSIMI?).
Il Rettore dell’Università di Foggia, in una lettera al giornalista del Sole pubblicata sul suo blog personale, in prima battuta difende la scelta di introdurre limiti alle pubblicazioni, ma sollecitato sull’opportunità di innalzare i limiti e renderli omogenei in tutti i bandi dello stesso tipo, si dichiara disponibile a portare la proposta nel suo Senato e alla Conferenza dei Rettori, dimostrando un'apertura e una onestà intellettuale che spero possa essere presa di esempio dagli altri rettori.
Sulla questione della reintroduzione delle prove orali, il Rettore dell’Università del Molise fa sapere alla nostra Associazione che “sul piano sostanziale il termine ‘prova’ [nei bandi di concorso in oggetto] non è stato utilizzato nel significato di ‘prova’ in senso tecnico… “. Ah, quindi PROVA non vuol dire PROVA...
And, last but not least, il Rettore di Camerino cerca di coglierci in fallo contestando alla giornalista della Stampa che i concorsi per ricercatore universitario banditi a Camerino sono 5 (e non solo due), quelli con limite a 5 essendo "solo" 2, ovvero quelli di architettura. Vero, ci sono altre tre valutazioni comparative, che sono risultato di riaperture dei termini ex DL180, a gennaio 2009. A dire il vero in quella BIO/09 il limite c'e', a 10 pubblicazioni. In quelli di M-STO/04 e CHIM/03 nessun limite. Quindi, su 5, 3 con limite (in perfetta media col resto d'Italia).

lunedì 7 settembre 2009

QUANDO VERRANNO SBLOCCATI I CONCORSI?











In un'intervista rilasciata oggi alla Stampa, l'ineffabile Mary Star dichiara che il blocco dei concorsi "è una questione procedurale. C'è stato un allungamento dei tempi per una serie di resopnsabilità congiunte, ma ora stiamo cercando di intervenire per rimettere in moto il più in fretta possibile la macchina dei concorsi".

Dunque apprendiamo dalla viva voce del ministro che lo sblocco annunciato il 24 luglio scorso in un comunicato stampa ufficiale del MIUR era solo virtuale. Apprendiamo anche che Mary Star non sa dare date certe per la partenza dei concorsi (bloccati da 2 anni, nonstante il fatto che alcuni atenei continuino a bandire).

Girava voce che oggi ci sarebbe stata una riunione al MIUR per far ri-partire i concorsi. Forse la voce era infondata, oppure il ministro ha preferito non anticipare nulla. Certo che l'utilizzo di formule generiche, come "stiamo cercando di intervenire per rimettere in moto [...] la macchina", lasciano basiti. Come stanno cercando di intervenire? E' il ministro che parla, dovrebbe dire "interverrò subito"! E magari dire anche come intende intervenire!
Sorge il dubbio che dietro le fantomatiche "questioni procedurali" si nasconda la volontà di non far partire le procedure.
Per questo continueremo a vigilare. E a denunciare ogni ulteriore ritardo.

giovedì 3 settembre 2009

Appello alle Istituzioni Europee


Cerchiamo di rompere la cortina di ferro che circonda l'Accademia Italiana e segnaliamo l'incredibile sistema di reclutamento al commissario europeo competente.

Gent.le Dr. Janez Potočnik

Le scriviamo per sollevare l'attenzione sul sistema di reclutamento dei ricercatori in Italia.
Come piu' volte sottolineato dalla commissione europea e specificatamente indicato sulla sua pagina web (http://ec.europa.eu/commission_barroso/potocnik/profile/role_en.htm), uno degli obiettivi dell'ERA e' proprio quello di migliorare la situazione della ricerca e dei ricercatori in Europa.

Noi dell'Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI), le chiediamo di focalizzare l'attenzione su uno degli ostacoli che, a nostro parere, impediscono maggiormente lo sviluppo e il miglioramento della ricerca scientifica del nostro paese. Infatti, nonostante le ultime riforme approvate dal Governo, in Italia si continuano a bandire concorsi per ricercatori nei quali viene posto un limite MASSIMO alle pubblicazioni da presentare. A nostro avviso, le pubblicazioni costituiscono un fattore fondamentale sul quale costruire il proprio curriculum e in tutto il mondo il reclutamento dei ricercatori e' basato, di fatto, su questo parametro oggettivo.
Questo significa che il reclutamento in Italia non e' basato su criteri meritocratici e quindi, vengono fissate delle soglie che, nella grandissima maggioranza dei casi, coincidono esattamente con i limiti del candidato che si vuole favorire. Come esempio, e per dimostrarle anche con i fatti come vengano tutt'ora espletati i concorsi per ricercatori in Italia, la inivitiamo a monitorare alcuni recenti concorsi per ricercatori i cui limiti massimi variano tra le 3 e le 5 pubblicazioni (questo significa che se due candidati hanno rispettivamente 3 e 300 pubblicazioni, anche il ricercatore più prolifico dovrà presentare solo 3 pubblicazioni, pena l’esclusione dalla selezione ):

Universita' di Sassari Biochimica Settore Scientifico Disciplinare (SSD) BIO/10: Limite Massimo 3,
Architettura SSD ICAR/21: Limite Massimo 5
Politecnico di Milano, Ingegneria Industriale SSD ING-IND/16: Limite Massimo 3

(Per brevita' omettiamo gli altri innumerevoli bandi di concorsi analoghi, che possono essere facilmente reperiti su Internet sul sito del ministero dell'Universita' e della Ricerca Scientifica italiano http://www.miur.it)

Traspare che gli obiettivi dichiarati dell'ERA, migliorare la ricerca scientifica e la condizione dei ricercatori in Europa, vengono ampiamenti e fortemente frenati dalle attuali norme di reclutamento, che di fatto impediscono ai migliori di emergere.

Con la speranza che questo tema venga affrontato dagli organi dell'ERA competenti,
le porgiamo cordiali saluti

Associazione Precari della Ricerca Italiani

Castelli in aria (Pubblicata dal Giornale di Brescia)


Caro Direttore
Terminata la pausa estiva, il dibattito sulla riforma universitaria è ripreso vivace sugli organi di stampa. In particolare, l’Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI) ha portato all’attenzione dei media alcuni provvedimenti che sembrano fare a pugni con il decantato “nuovo corso” meritocratico.
Con un articolo richiamato in prima pagina sul Sole24Ore il giornalista Gianni Trovati ha infatti evidenziato che, in barba all’abolizione prevista nelle legge 1/2009, ci sono Università che bandiscono ancora concorsi dove si prevedono prove scritte e orali, che sono state in passato il passaggio preferito per le manipolazioni che rendevano i concorsi una farsa di cui si conosceva la conclusione fin dalle prime battute. Ma peggio ancora, proprio quando si asserisce che la valutazione dei candidati dovrà basarsi solo ed esclusivamente sui titoli e sulle pubblicazioni, si introducono limiti massimi (MASSIMI!) al numero di pubblicazioni presentabili, in alcuni casi limitandole a solo 3! Insomma, la corsa alla meritocrazia si fa col freno a mano tirato.
La nostra Associazione ha fornito uno studio di questo nuovo fenomeno, monitorando i “nuovi” concorsi e sottolineando i casi “anomali”. A stretto giro di posta sono arrivate le puntualizzazioni e le smentite da parte dei Rettori delle Università prese in analisi (dal Ministro e dal MIUR invece nessun commento su questo che, quando si tratta di fare annunci, è un loro cavallo di battaglia). Il Rettore dell’Università di Foggia, in una lettera al giornalista del Sole pubblicata sul suo blog personale, in prima battuta difende la scelta di introdurre limiti alle pubblicazioni, ma sollecitato sull’opportunità di innalzare i limiti e renderli omogenei in tutti i bandi dello stesso tipo, si dichiara disponibile a portare la proposta nel suo Senato e alla Conferenza dei Rettori, dimostrando un'apertura e una onestà intellettuale che spero possa essere presa di esempio dagli altri rettori. A Cassino invece si invoca la legittimità della procedura, chiudendo ad ogni possibile messa in discussione del privilegio delle Facoltà di stabilire un tetto massimo al numero di pubblicazioni “secondo gli standard del settore” (ma gli standard non dovrebbero essere sui limiti MINIMI anziché MASSIMI?). Incredibilmente il Ministro Gelmini, in un virgolettato su L’Avvenire, afferma che: “Alcuni atenei hanno subito cercato la scappatoia - denuncia la Gelmini - ad esempio hanno messo un tetto massimo alle pubblicazioni, dando accesso solo a chi non abbia superato il numero!"; di seguito minaccia azioni legali nei confronti di tali procedure, dimostrando di non avere chiaro che il limite non impedisce a chi ha piu’ pubblicazioni di presentarsi, ma solo di non poter presentare piu’ pubblicazioni! Quanto alle azioni legali, l’unica che avrebbe un senso sarebbe, semplicemente, cancellare per legge la possibilita’ di introdurre suddetti limiti. Sulla questione della reintroduzione delle prove orali, il Rettore dell’Università del Molise fa sapere alla nostra Associazione che “sul piano sostanziale il termine ‘prova’ [nei bandi di concorso in oggetto] non è stato utilizzato nel significato di ‘prova’ in senso tecnico… “.
Di fronte a tali pratiche e all’inerzia ministeriale si può dire che tutto il dibattito sulla riforma meritocratica del sistema universitario sia stato inutile: stiamo in definitiva parlando da mesi di castelli in aria.. Il Ministero perdura nel taglio dei fondi ed intanto annuncia che nuove riforme verranno, disinteressandosi di quella che solo il 24 luglio scorso aveva definito come “rivoluzione meritocratica dei concorsi”: ad oggi dei 4000 posti “annunciati” ne sono stati banditi solo 170, senza che per questi, come per alcuni anche più vecchi, siano state ancora nominate le commissioni, di fatto bloccando del tutto l’iter (devono ancora svolgersi i concorsi per i posti bandi all’inizio del 2008!). Inoltre manca all’appello un decreto che rifinanzi i fondi per 3000 dei 4000 posti annunciati. Le Università dal canto loro non bandiscono i pochi posti assegnati, e quando lo fanno introducono nei bandi una serie di “ostacoli”, come quella sul limite massimo delle pubblicazioni presentabili, approfittando della “lentezza” (che rasenta l'immobilità) con cui la maggioranza di governo dovrebbe cercare di impedirli: l'emendamento per abolire la possibilità di porre tetti massimi al numero di pubblicazioni giace da mesi al Senato … e non è mai stato presentato un altro emendamento, richiesto da più parti, per introdurre un elementare elemento di trasparenza quale è quello di prevedere una graduatoria numerica alla fine di ciascun concorso (oggi incredibilmente assente, ed è forse l'unico caso fra tutti i concorsi pubblici!).
Senza la pressione ed attenzione costante di associazioni come l’APRI e il controllo da parte dei media, gli annunci difficilmente si potranno tradurre in realtà. Il Governo e le Università si comportano infatti come se non ce ne fosse bisogno…