martedì 31 gennaio 2012

Bandi TD illegittimi, cosa fare


Riportiamo sotto una bozza di lettera standard che è possibile utilizzare per segnalare agli uffici concorsi degli atenei eventuali irregolarità nei bandi per posti TD.
Nella maggior parte dei casi le irregolarità riguardano la presenza di profili/progetti specifici che non rispettano quanto chiaramente indicato dalla legge. In relazione a questi casi crediamo che la lettera riportata sotto possa servire come base per reclami individuali.

Vi invitiamo a scrivere numerosi, ciascuno in riferimento ai bandi cui è interessato. In passato questo è servito per ottenere modifiche. Non abbiate paura della vostra ombra!

Per parte nostra provvederemo a segnalare questi problemi ai singoli atenei, al Miur, al Cun e alla Crui. Nonché a intervenire sulla stampa (locale e nazionale) quando possibile.
Tuttavia va sottolineato che più interventi ci sono meglio è.

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Al Direttore dell'Ufficio Concorsi dell'Università di XXXX,

Le scrivo in relazione al bando di concorso per un posto da Ricercatore a Tempo Determinato nel ssd XXX emanato dal suo ateneo e pubblicato sulla G.U. n. xxx del xxxx, nonché reso pubblico sul sito MIUR.
Dalla lettura del bando risulta con evidenza che vi sono profili di irregolarità che possono esporre l'ateneo al rischio di ricorsi.

Infatti, nonostante quanto chiaramente disposto dalla Legge il bando in questione contiene un profilo estremamente dettagliato.

L'art. 24, comma 2 A della Legge 240/2010 prevede che sia possibile inserire nei bandi un profilo "esclusivamente tramite l'indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari". Pertanto non si può ritenere legittimo l'inserimento di profili articolati in relazione ai quali dovrebbe essere valutata la produzione scientifica dei candidati. Non è neppure legittimo aggirare tale norma indicando specifici progetti di ricerca, poiché tali progetti costituiscono de facto dei profili.
Inoltre va ricordato che la Legge, all'art. 2., postula con chiarezza che i bandi debbono attenersi ai "principi enunciati dalla Carta Europea dei Ricercatori". Tra questi principi la Carta inserisce l'esigenza di evitare bandi che contengano progetti tanto specifici da restringere eccessivamente il numero dei possibili partecipanti al concorso. Ci pare che i profili/progetti contenuti nel suddetto bando rientrino in questa tipologia, disincentivando fortemente la partecipazione alla procedura di valutazione comparativa.
Per queste ragioni, e nella convinzione che sia interesse di tutti evitare ricorsi, invito il Suo ufficio a provvedere tempestivamente alla modifica del bando in questione (rendendolo pienamente conforme alla Legge tramite l'eliminazione di progetti/profili) e riaprendo contestualmente i termini per la presentazione delle domande.

Cordiali saluti,
xxxx

venerdì 27 gennaio 2012

Resoconto incontro al MIUR

Una delegazione dell'APRI ha incontrato nella giornata di Giovedì 26 il Ministro Francesco Profumo per un confronto sullo stato di applicazione della Legge 240/2010, sulle prospettive future del reclutamento e per alcune proposte già riassunte nei precedenti post.

In sintesi, possiamo riassumere in questo modo i concetti base usciti dall'incontro:

- Non c'è alcuna volontà (o possibilità?) di mettere mano alla L.240/2010 per eventuali modifiche; tutto ciò che può essere fatto, va fatto per via amministrativa, ivi comprese eventuali proposte APRI che dovessero essere accolte;
- Le intenzioni del Ministro sono quelle di mantenere il rapporto docenti studenti assestato sull' 1/30 attuale; le politiche di reclutamento in luce di futuri pensionamenti dovrebbero essere messe in essere sulla base di questo rapporto;
- Secondo dati che APRI renderà presto pubblici, gli Atenei nel 2011 hanno bandito sulle cessazioni 2010 circa 1/10 dei posti RTD che avrebbero potuto bandire, tenendosi in tasca i punti organico senza utilizzarli; a detta del ministro, gli atenei hanno tempo fino al 31.12.2012 per utilizzare le rimanenze dei p.o. 2011 e tutti quelli 2012 derivanti da cessazioni 2011, oppure li bruceranno per sempre. Questo dovrebbe teoricamente far sperare in una dose massiccia di bandi RTD nel corso del 2012 (circa 2500 bandi); il sospetto che rimane è che però ci sia qualcosa sotto che continua a non essere chiaro (situazioni finanziarie degli atenei);
- Il mancato bando di posizioni RTDb va ricercato effettivamente nella poco chiara procedura per la loro attivazione; da quanto si è capito, un RTDb richiede l'accantonamento di 0,7 p.o. (il costo di un associato). L'eventuale non associatura del ricercatore al termine del suo triennio, determina per l'ateneo l'essersi privata per 3 anni della possibilità di usare 0,2 p.o.: leggasi "scommessa sul cavallo sbagliato";
- Un RTDa su FFO costa 0,5 p.o.; un RTDa su fondi di progetto o fondi esterni, costa "probabilmente" 0,5 p.o.; la cosa non è chiara; in ogni caso, al termine del contratto, i punti organico per le posizioni TD tornano comunque nelle casse di Ateneo;
- Relativamente ad altri dati che APRI ha raccolto circa lo svolgimento dei concorsi RTD finora banditi e alle problematiche insorte (regolamenti di ateneo illegali, bandi illegali, localismo delle commissioni, molti ricorsi al TAR soprattutto per i vecchi concorsi RTI II/2008 e I e II /2010), il Ministro si è detto sorpreso di alcune situazioni specifiche riportate da APRI e ha detto di star lavorando sulla proposta di imporre il sorteggio aperto per le commissioni RTD analogamente a quanto succedeva per le comissioni degli ultimi concorsi RTI; circa i regolamenti, anche insieme ad APRI verranno avviate procedure di vigilanza ed intervento;
- Il turn over verrà aumentato per gli atenei che verranno dichiarati "virtuosi" in base al nuovo parametro a.f./FFO che terrà conto al numeratore dei contratti RTD, al denominatori di altre entrate quali le tasse degli studenti;
- La figura dell'assegno di ricerca è prevista dall'art.22 e pertanto non può essere modificata senza modificare la legge (vedi punto 1); potrebbero essere valutate proposte che prevedessero un iter esclusivamente amministrativo;
- Per il canale di reclutamento parallelo poposto da APRI sul modello del Ramon Y Cajal spagnolo, è stato sollevato il prevedibile problema di reperimento fondi; APRI al riguardo ha già delle idee che porterà nuovamente all'attenzione del MIUR in ulteriori incontri da prevedere;
- Nella sostanza, come tra l'altro anticipato da numerose dichiarazioni rilasciate pubblicamente dallo stesso ministro, non c'è da aspettarsi una modifica radicale della riforma universitaria almeno in termini di reclutamento, ma un'accelerazione della sua applicazione attraverso la lubrificazione del sistema.

Chi volesse provare l'emozione di trovarsi "dentro, ma fuori dal palazzo" insieme ad APRI, può cliccare qua.

giovedì 26 gennaio 2012

Oggi delegazione APRI incontra il Ministro Profumo


Siamo ormai ridotti come i nativi ai tempi della conquista americana: numerosi - se non maggioritari - ma sempre più tenuti segregati nella riserva del precariato stabile. Ma resistiamo, e lo facciamo a testa alta.

Oggi, presso la sede del MIUR a Roma, la delegazione di APRI, composta dal Presidente Lassie e altri colleghi venuti da altre parti d'Italia, incontrerà il Ministro dell'Istruzione e dell'Università e Ricerca, prof. Francesco Profumo.

Al Ministro avanzeremo le seguenti rivendicazioni:

1. un programma di reclutamento dei ricercatori TD su base nazionale, con uso di referees stranieri, sul modello Ramon Y Cajal spagnolo: una modalità più meritocratica di reclutamento già prevista nella prima versione del DDL Gelmini che in sede di conversione legislativa del DDL ci è stata scippata dalle solite lobbie accademico-parlamentari;

2. la soppressione degli attuali assegni di ricerca e l'istituzione di una nuova figura, più garantita contrattualmente, di ricercatore a progetto assunto con contratto a tempo determinato; al tempo stesso, l'obbligo per le università di bandire RTD di tipo a) e b) solo su fondi ordinari;

3. il ripristino del turn over al 100% per far fronte allo tsunami demografico che in questi anni si sta abbattendo sulle università italiane;

4. una più efficace vigilanza del MIUR e nel caso dell'ANVUR sulla correttezza dei bandi di concorso per RTD.

In giornata ci saranno aggiornamenti sull'esito dell'incontro.

mercoledì 25 gennaio 2012

carriere da sfigati...



Produttività scientifica di un ipotetico viceministro
(Fonte dati: il suo blog personale)

lunedì 23 gennaio 2012

Muri di gomma

L'APRI sta conducendo una ricerca sul numero di ricorsi che hanno investito le ultime tornate dei concorsi da Ricercatore in seguito all'avvenuto cambio delle modalità di svolgimento delle procedure di valutazione comparativa (niente prove scritte e orali, sorteggio delle commissioni, introduzione di criteri analitici per la valutazione delle pubblicazioni, etc.).
Prossimamente forniremo i risultati di questo lavoro, ivi compresi gli esiti dei ricorsi stessi (in molti casi sorprendenti, in un senso o nell'altro), ma questo post è dedicato a divulgare una storia che, dal nostro punto di vista, è davvero triste.
Si tratta dell'esito di un ricorso al TAR per un concorso svoltosi all'Università di Milano, la cui sentenza contiene delle affermazioni che, non solo vanno contro molte altre sentenze amministrative, ma che, se avallate anche dal Consiglio di Stato, sancirebbero de facto l'irriformabilità del sistema di reclutamento nell'Università italiana e, per estensione, della Pubblica Amministrazione in generale.

I dettagli li trovate al link qui sotto: vi invitiamo ad intervenire numerosi con vostri pareri al riguardo.



lunedì 2 gennaio 2012

Quattro proposte per la ricerca italiana

E' passato un anno dall'entrata in vigore della L.240/2010 e la nave battente la bandiera dell'università italiana è completamente alla deriva: reclutamento bloccato, diffuse illegalità nei pochi bandi che escono, provvedimenti dall'odore stantio di ope legis, precariato sempre più diffuso.
Per questo motivo l'APRI ha deciso di scrivere al Ministro Profumo (questa volta sul serio!) per chiedere un incontro ed esporre quelli che vengono ritenuti dei provvedimenti possibili e in grado di ridare speranza al mondo dell'università e, di conseguenza, al futuro del nostro paese.

Di seguito la nostra lettera.

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Ecc.mo Ministro Prof. Francesco Profumo
Piazza Kennedy, 20
00144 – Roma




OGGETTO: Quattro proposte per ridare speranza alla ricerca italiana



L'Associazione dei Precari della Ricerca Italiani (APRI) nasce nell’estate del 2008 in seguito alla mobilitazione creatasi intorno a una petizione in cui si chiedeva al MIUR di attuare una revisione in senso meritocratico delle procedure concorsuali per i posti di ricercatore e al contempo di avviare una riforma complessiva dell’Università, capace di introdurre anche in Italia una vera autonomia responsabile delle istituzioni accademiche, sostenuta da un processo di valutazione indipendente della ricerca scientifica. Oggi, APRI ha oltre duecento iscritti e anima un blog internet che conta migliaia di accessi settimanali al forum di discussione: www.ricercatoriprecari.blogspot.com
Il fine ultimo di APRI, secondo il suo statuto, è l’introduzione in Italia di un sistema di università e ricerca in linea con le migliori esperienze del resto d’Europa e del mondo.
Lo stato di difficoltà e declino in cui versa l’università italiana, causato dalla miope gestione politica e accademica degli ultimi trent’anni anni, dovrebbe essere curato, secondo APRI, vincolando gli investimenti statali alla qualità della ricerca e della didattica. In tal modo, si renderebbe possibile un reclutamento di ricercatori e docenti basato esclusivamente sul merito scientifico e aperto alla comunità internazionale, lasciando finalmente alle spalle gli obsoleti meccanismi di cooptazione docente-allievo ancora largamente dominanti in Italia.
APRI, pertanto, auspica che il sistema universitario si apra all’esterno promuovendo, grazie anche agli incentivi offerti da un sistema premiale di distribuzione dei finanziamenti pubblici, il reclutamento dei migliori ricercatori di qualunque provenienza e nazionalità, ponendo così fine, per via meritocratica, al fenomeno tutto italiano del precariato come viatico obbligato di accesso alla carriera universitaria.

Illustre Sig. Ministro, ci rivolgiamo oggi a Lei consapevoli del momento di profonda crisi economica che l’Italia attraversa, per chiederLe di prendere in considerazione le proposte di seguito delineate, volte al rilancio del settore ricerca e università e del Paese nel suo insieme.

Le criticità della Riforma Gelmini
Fin dalla sua presentazione in Parlamento come Disegno di Legge governativo, APRI ha avuto un atteggiamento di confronto e critica costruttiva verso quella che poi è divenuta la Riforma Gelmini (legge n. 240/2010), ponendo una specifica attenzione al nuovo sistema di reclutamento introdotto.
In un primo tempo, APRI ha accolto positivamente l’intenzione di voler introdurre in Italia un sistema di accesso ai ruoli universitari noto a livello internazionale come tenure-track, superando così il fenomeno tutto italiano dei “ricercatori a vita” e sottoponendo i ricercatori stessi a un processo di valutazione costante del proprio operato.
Tuttavia, nel corso dell’iter parlamentare, l’associazione ha assunto un atteggiamento vistosamente più critico nei confronti del progetto di Riforma che andava delineandosi in conseguenza dei numerosi emendamenti approvati, per la confusione creata dall’introduzione di una duplice figura di ricercatore a tempo determinato (con e senza tenure-track) e in assenza di meccanismi in grado di incentivare le università a bandire le posizioni tenure-track (ricercatore TD di tipo b).
Tale scelta ci è apparsa infatti del tutto incomprensibile alla luce della mancata abolizione della figura dell’assegnista di ricerca: quella del ricercatore a TD di tipo a) ne risulta infatti una sorta di duplicato che perpetua nel tempo il problema della frammentazione delle figure di ricercatore a termine di cui si avvale il sistema universitario, in linea con il più ampio fenomeno di dispersione contrattuale che affligge le giovani generazioni in Italia e al quale il governo di cui Lei fa parte ha dichiarato di voler metter fine introducendo un contratto unico per i lavoratori a termine.
Le considerazioni di cui sopra sono avvalorate dai fatti: ad oggi (30/12/2011), su 249 posti di ricercatore a tempo determinato banditi soltanto 2 sono di tipo tenure track!
Inoltre, i posti di ricercatore a tempo determinato di tipo a) sono quasi sempre banditi richiedendo, in aperta violazione della legge, profili ultra-particolareggiati che in tutto e per tutto richiamano le modalità di reclutamento ad personam degli assegnisti di ricerca. Per la maggior parte, questi bandi sono infatti legati a specifici progetti di ricerca (sebbene non sia sempre chiara la fonte del finanziamento, se da fondi esterni o da fondi ordinari); in questo modo appare ovvio come la posizione bandita sia di fatto destinata a membri del medesimo gruppo di ricerca, con buona pace dell’internazionalizzazione della nostra università e dei buoni propositi continuamente espressi a favore della mobilità dei ricercatori italiani e della lotta al sistema di cooptazione localistica.

Proposte per la fase due del Governo Monti
Alla luce delle criticità sinteticamente individuate, APRI avanza le seguenti quattro proposte:
1)    Per superare il localismo del reclutamento:
§  Chiediamo l’avvio di un piano meritocratico di reclutamento di ricercatori a tempo determinato di tipo a) e di tipo b), selezionati esclusivamente sulla base della qualità del CV e in particolare delle pubblicazioni scientifiche, con il coinvolgimento di referees indipendenti italiani e soprattutto stranieri. In tal senso, proponiamo di adottare come possibile modello di riferimento i programmi spagnoli Juan de la Cierva – destinati a ricercatori post-doc junior corrispondenti alla figura di ricercatore TD di tipo a) – e Ramón y Cajal – destinati a ricercatori post-doc senior corrispondenti al ricercatore TD di tipo b). Tale piano avrebbe l’obiettivo di invertire l’attuale sistema di reclutamento, collegando i fondi ai ricercatori vincitori della selezione ai quali si darebbe la facoltà di decidere il dipartimento in cui portarli; in tal modo, premiando il merito anziché la fedeltà accademica, si aprirebbe finalmente il sistema italiano all’arrivo di ricercatori dall’estero (come accaduto in Spagna, precedentemente afflitta da problemi di localismo simili a quelli del nostro paese).
2)    Per favorire il ricambio generazionale:
§  In considerazione della fase storica di fuoriuscita dal sistema universitario per raggiunti limiti d’età di una parte consistente dell’attuale corpo docente, proponiamo il ripristino del turn-over al 100%, insieme con la revisione del sistema dei punti organico da associare alle figure a tempo determinato;
3)    Per ridurre la frammentazione contrattuale dei ricercatori a termine in Italia:
§  Proponiamo la soppressione della figura degli assegnisti di ricerca.
4)    Per garantire una maggior regolarità nei bandi di ricercatore a tempo determinato:
§  Chiediamo che il MIUR, o in alternativa l’ANVUR, assuma un ruolo più incisivo di vigilanza sui bandi e sulle procedure di reclutamento, che oggi più che mai evidenziano diffusi fenomeni di illegalità.

Al fine di discutere insieme queste proposte, APRI Le chiede di voler incontrare al più presto una delegazione dell’associazione.

Confidando in un positivo riscontro, cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali auguri di felice nuovo anno.

La Presidenza dell'APRI