Direttamente dalla Stasi, trovate a questo link l'ultima bozza del DDL di Riforma dell'Università.
venerdì 23 ottobre 2009
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Il blog dei Precari della Ricerca in Italia, curato dall'APRI (Associazione Precari della Ricerca Italiani). Un luogo dove i ricercatori possono discutere delle iniziative per una riforma dell'Università e della Ricerca che portino l'Italia in Europa e, soprattutto, l'Europa in Italia.
Sono aboliti i concorsi da ricercatore a Tempo Indeterminato. Ecco perché non bandiscono i posti Mussi. Altro che interrogazioni del PD!
RispondiEliminaDalle mie parti si direbbe
RispondiElimina"Chi ha avut ha avut ha avut, chi ha rat´ ha rat´ ha rat´ scurdammc o passat !!!"
GAME OVER !
e allora i posti mussi che fine fanno? Vanno a TD?
RispondiEliminaScusa Albert: dov'è precisamente detto che sono aboliti?
RispondiEliminaBeh, no, i posti Mussi, a meno sorprese dell'ultimo minuto, sono vincolati ad essere a tempo indeterminato.
RispondiEliminaDato che il DDL, A MENO CHE NON VENGA MODIFICATO IN PARLAMENTO (non è da escludere), dice che dalla sua entrata in vigore si potranno bandire esclusivamente concorsi da ordinario, associato, ricercatore TD e assegnista ... la logica conseguenza è che dopo l'entrata in vigore del DDL non si potranno più bandire i posti Mussi ... quindi ora si spera che i rettori si rassegnino e li bandiscano subito.
Diciamo che non sono previsti, e che l´articolo 15 recita:
RispondiElimina"A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, possono
essere avviate esclusivamente le procedure per la copertura dei posti di professore
ordinario e associato, di ricercatore a tempo determinato e di assegnista di ricerca
previste dal Titolo III."
Ora secondo voi, quante universita´ bandiranno posti di ricercatore a tempo indeterminato, prima dell´approvazione di questa "robaccia" ?
Posso fare una previsione ???
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaChi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Mi associo a questa sintesi sopra espressa.
RispondiEliminaCausa assenza spinte e carenza fondi per rinnovarmi l'assegno di ricerca, 12 mesi fa me ne sono dovuto venire via, nonostante un cv più che idoneo per fare il ricercatore.
Ora sono funzionario pubblico a tempo indeterminato (mi sono vinto onestamente il mio concorso di 4 prove e con 4 mila candidati) e col cavolo che mi ri-sottopongo a contratti triennali!
Speravo poi nell'idoneità nazionale per sfuggire alle incredibili pastette locali che ho già visto, invece... la brava Gelmini ha imparato a fare politica: dopo 1.000 annunci ecco il ddl che gattopardescamente tutto cambia e niente cambia, ma che in compenso gli risparmierà l'opposizione di Crui, baroni e intellighenzie del Pd.
chissà se qualcuno farà ancora un applauso alla ministra per cotanta meritocrazia abbinata alla scomparsa immediata del ricercatore a tempo indeterminato... in effetti però questo farebbe largamente aumentare gli iscritti all'APRI visto che il "ricercatore precario" è istituzionalizzato e lo saremo tutti almeno fino ai 45 anni!! m.
RispondiEliminaRagazzi, calma. Mino ha ragione: i posti Mussi sono vincolati ad essere ti e come tali verranno banditi. Il ddl pone le premesse per le promozioni interne da ric a associato, figuriamoci se non si faranno i concorsi da ricercatore.
RispondiEliminaIl punto è che bisogna vigilare sui concorsi che escono ora.
Mi sembra ragionevole che i posti Mussi non saranno banditi, né a TD, né a TI. Non è scritto da nessuna parte che le università sono obbligate a bandire e dopo l'approvazione della legge (se mai arriverà, speriamo di no) non potranno nemmeno più farlo.
RispondiEliminaHo letto 2 volte il ddl e ora posso fare delle considerazioni più precise.
RispondiEliminaL'aspetto fondamentale è ovviamente l'eliminazione dei ricercatori a tempo indeterminato. Ora, se al loro posto si prevede la "tenure-track" a me sta anche bene. Ma il problema è che per come è stata pensata nel ddl, questa non è una vera e propria "tenure-track". Infatti, i ricercatori TD partono tutti senza "tenure" e si prevede che se dopo 3 anni il ricercatore conseguen l'idoneità da associato, l'ateneo PUO' (attenzione: PUO') procedere alla chiamata diretta in qualità di professore associato.
Il punto ora è che appunto l'ateno "può" chiamare ... non c'è alcun automatismo, insomma. Invece, secondo me, il posto da ricercatore TD avrebbe dovuto già partire con la possibilità di tenure, la quale avrebbe dovuto essere concessa in maniera automatica e non a discrezione dell'ateneo nel caso il ricercatore TD conseguisse l'abilitazione nazionale. Non solo, ma era necessario che una quota minima abbastanza ampia del budget del Dipartimento dovesse essere riservata a posti da ricercatore TD con tenure-track.
Quindi senz'altro questo è l'aspetto più problematico, nel lungo termine.
Parlo di "lungo termine" perchè immagino abbiate letto quanti decreti delegati, regolamenti, ecc. devono essere emanati dal MIUR per regolamentare il tutto, compreso i ricercatori TD. Quindi, a parte il fatto che credo che questo testo sarà approvato chissà quando, stiamo parlando di una riforma che sarà operativa chissà quando.
Altre osservazioni.
- Sembra, da quanto è scritto nelle norme transitorie (art. 15, comma 1) che di fatto, implicitamente, si aboliscano tutte le figure precarie con eccezione degli assegni di ricerca e dei ricercatori TD.
- Si introduce una sorta di tempo massimo di precariato (10 anni)
- Cambiano le procedure per gli assegni di ricerca, che mi sembrano migliori delle attuali (non ci voleva molto). Lo stipendio sarà il 75% di quello dei ricercatori confermati.
- Cambiano anche le procedure per i ricercatori a tempo determinato, che saranno di fatto "centralizzate": sui titoli e pubblicazioni, con punteggio numerico per ciascun titolo e pubblicazione.
- Sui contratti di insegnamento (articolo 11) francamente non capisco. Nel comma 1 si prevedono contratti gratutiti o retribuiti; nel comma 2 solo contratti retribuiti con compenso minimo deciso dal MIUR. Ma c'è una differenza tra il tipo di insegnamenti previsti nei due commi? Se sì, non è scritto per niente bene.
- "Sparisce" la pianta organica che tante polemiche aveva suscitato, con i rettori che chiedevano 40-30-30 e noi 60-30-10. Alla fine il Governo chiede la delega per deciderlo con "apposito decreto".
- Il Governo chiede anche una delega per legare una quota del FFO alla politica di reclutamento dell'ateneo. Questa cosa mi pare interessante, certo poi bisognerà vedere cosa prevedono nella delega.
@ Albert
RispondiEliminaPerchè ti sembra "ragionevole" che le università non bandiscano i posti Mussi?
per non sforare il 90%.
RispondiElimina"Tecnicamente" parlando, 'bandire' non equivale ad 'assumere'. Cioè io, se fossi un rettore, bandirei i posti Mussi a me assegnati, e mi riserverei di assumere o no i ricercatori a seconda della situazione economica dell'ateneo.
RispondiEliminaPurtroppo non sono un rettore. E nemmeno un ricercatore.
Altra norma, che mi era sfuggita, e che, in un certo senso, mi riguarda molto da vicino: abrogate le borse post-dottorato.
RispondiEliminaConcorso da ricercatore locale e non con idoneità nazionale come era previsto e giusto...
RispondiEliminaRiguardo ai TD, ragioniamo un pò sui seguenti punti che questo DDL pone:
RispondiElimina1) Devi riuscire ad ottenere il rinnovo per altri 3 anni;
2) Devi riuscire ad ottenere l'abilitazione ENTRO QUEI 3 ANNI (con la competizione non solo di altri TD,ma anche di tutti quei TI con "decenni" di anzianità);
3) Se ottieni l'abilitazione, le università ti POSSONO chiamare. Morale: se non ti chiamano,non è che rimani ricercatore (come succede ora) ma ti danno una bella pedata..
Ila
RispondiEliminail problema non è il punto 2) (l'abilitazione è a numero illimitato, quindi di fatto non competi con gli anziani), ma il punto 3)
Esatto Ila. Non credo che il problema sia tanto il punto 1), quanto il punto 2) ma soprattutto il 3).
RispondiEliminaInfatti il punto 2) dipenderà anche da come verrà impostata questa "abilitazione nazionale". Se l'asticella sarà bassa piuttosto che se verrà considerata e in che misura l'attività didattica (evidentemente molto limitata dopo soli 3 anni da ricercatore TD).
Ma il punto 3) è quello più inquietante, perchè il meccanismo di "tenure-track" messo in piedi è praticamete 'facoltativo' e disceezionale per gli atenei, che temo non faranno mai ricorso ad un tale strumento.
Insomma ... ecco a voi la "tenure-track all'italiana".
Mah, io sono più ottimista sul possibile feedback del sistema. Il fatto è che siamo tutti precari perchè abbiamo una qualche speranza un giorno di diventare di ruolo.
RispondiEliminaInvece, come dice giustamente Mino, un ricercatore td non ha la speranza di niente se non di poter essere abilitato nazionalmente.
Questo, secondo me, porterà ad una brusca diminuzione delle persone che rimangono all'Università e forse ad un qualche "stato stazionario" (chi rimane ha la ragionevole speranza, visti i numeri, di essere poi assorbito). Tra l'altro credo che in UK il sistema non sia estremamente dissimile, ma potrei sbagliarmi.
Il problema è come al solito il transiente, ovvero quelli che adesso bivaccano negli atenei. Che si fa? Si vince (forse) l'idoneità e poi? Devo ammettere, tuttavia, che non volendo ope legis il problema è per me di difficile soluzione.
Nerzin (che su blogspot è conrad...)
Mah, io comunque non sorvolerei troppo nemmeno sul punto 2)...Certo, se hai l'abilitazione e non ti chiamano vai diretto a spararti in bocca, ma non credo che comunque vivrai con serenità i 3 anni che questo DDL perverso ti impone.
RispondiEliminaPerverso è l'aggettivo giusto: chi ha studiato queto meccanismo NON HA LA BENCHE' MINIMA IDEA DEI TEMPI CHE generalmente OCCORRONO PER FARE RICERCA IN ITALIA e, soprattutto, DEI TEMPI CHE OCCORRONO PER VEDERE PUBBLICATI I PROPRI SFORZI.
In molte aree scientifiche, se parti con un bel progetto magari finanziato dalla UE (progetti che solitamente durano...3 anni!) o da un progetto PRIN del MIUR (durata: 2 anni), quanto tempo uno pensa ci voglia per vedere pubblicati i risultati?
@mino
RispondiEliminatu parli di cambiamento delle procedure per assegni di ricerca, solo che da quanto ho pututo capirne io, non cambia un granché:
-Il dottorato di ricerca non costituisce requisito obbligatorio (all'università è data la facoltà di decidare al riguardo).
-Modalità conferimento assegni: di nuovo, all'università è lasciata la possibilità di scegliere se continuare seguendo procedure stabilite dall'ateneo (i soliti concorsi farsa) oppure optare per la valutazione dei soli titoli e pubblicazioni.
Ho capito male io o le cose stanno realmente così?
@ Conrad/Nerzin
RispondiEliminastarei attento alle tue ironiche definizioni, qui nessuno di noi "bivacca" negli atenei. io al contrario vedo migliaia di persone che si fanno un culo così dalla mattina alla sera e portano avanti la baracca per le quali c'è un'unica soluzione: numero congruo di concorsi, dove "congruo" deve essere sia rispetto al sistema, che evidentemente ne ha bisogno, se li tiene occupati per anni, sia rispetto alle persone che vi ci sono dedicate con iniziativa ed entusiasmo e che non "bivaccano". pensare di mandare a casa queste persone con un colpo di spugna è semplicemente vergognoso, quando poi ancora venongo sprecati fiumi di soldi in cazzate, vogliamo avere il coraggio di dirlo o ancora dobbiamo fare i conti con le briciole e scervellarsi su quale sia il sistema migliore per scegliere un bravo ricercatore su 200? la risposta è: nessun sistema sarà in grado di farlo!
@ jenni.
RispondiEliminaNo, io credo che il cambiamento ci sia. Sostanzialmente, stante il DDL, i "nuovi" assegnisti di ricerca saranno reclutati con 3 distinte procedure:
1) Un unico bando, locale di ateneo, a cui si accede inviando un programma di ricerca; la valutazione è curata da un'unica commissione centrale di ateneo e riguarda il curriculum, le pubblicazioni e il programma di ricerca dei candidati.
La differenza rispetto ad ora è sostanziale. Nel mio ateneo, per esempio, avviene che ogni Dipartimento riceve, che ne so, 3 assegni e i "professoroni" spartiscono preliminarmente quei 3 assegni ai vari SSD, con criteri del tipo "l'anno scorso a te, quest'anno a me". Poi viene bandito un concorso per ciascun SSD con titolo uguale alla tesi di dottorato di chi deve vincere, che è poi l'unico a fare domanda... insomma una farsa. Invece quello che è proposto nel DDL quantomeno rimescola un po' le carte e rende i candidati assegnisti un po' meno dipendenti dai loro capi.
2. Assegni di ricerca finanziati non dall'ateneo ma da specifici programmi di ricerca (per esempio, fondi Regionali o Europei). Qui viene lasciata libertà agli atenei di decidere le procedure. Tuttavia si tratta di una fetta molto piccola di bandi.
3. Bando nazionale per macro-raggruppamenti di settori e gestito dal MIUR in collaborazione con l'ANVUR. Le procedure si basano su curriculum, pubblicazioni e programma di ricerca dei candidati. Chi vince può scegliere la sede dove andare.
Ciao,
RispondiEliminain se ricercatore a TD non è male...ma
1) andava fatto a SOSTITUZIONE degli assegni, invece così è quasi sicuro che sia dopo: a 40 anni scopri se avrai un posto o no...
2) il governo NON garantisce che nel frattempo TUTTI i ricercatori a tempo indeterminato sono già passati ad associato!
Con i limiti di bilancio, perchè assumere una persona nuova quando hai già personale da far salire di ruolo?
3) se "fallisci" l'abilitazione non puoi concorrere per altri 2 anni. Pochi colpi in canna!
infine: tutti i decreti attuativi devono venire, ma il disegno prevede che DALL'ENTRATA IN VIGORE solo TD.
Visti i tempi biblici, equivale a altri periodi di blocco pluriennali.
Buon WE
Grazie mille Mino, ora è tutto più chiaro. Solo, mi resta un dubbio ed una preoccupazione. Cosa si intende per "pubblicazione di un unico bando relativo alle aree scientifiche di INTERESSE dell'ateneo"? Cioè, l'università è tenuta ad indicare esclusivamente l' SSD oppure può specificare l'argomento di ricerca, ritagliando il concorso sul candidato?
RispondiEliminaAttualmente le "aree scientifiche" sono 14 e sono maxi-raggruppamenti di SSD. Le trovi a questo indirizzo
RispondiEliminahttp://www.miur.it/UserFiles/115.htm
Per esempio l'area scientifica 01 (Scienze Matematiche e Informatiche) comprende tutti i SSD di matematica più quello di informatica.
"Di interesse" per l'ateneo penso sia da intendere per esempio un Politecnico non è che si mette a bandire assegni di ricerca in Scienze Giuridiche, e così via...
@ Mauro
RispondiEliminaSei "Mauro del Via"? Se sì, puoi spiegare come avviene la tenure-track in UK?
Avviene dopo 3 anni?
Quando il ricercatore inizia sa già che se viene valutato positivamente allora necessariamente l'università lo chiamerà come associato, oppure anche da voi l'ateno "può" chiamare o non chiamare?
..amici, sarà che io vado per i 36 e, dunque, ho il fiato davvero corto, ma non riesco ad essere meno che felice per questo DDL.
RispondiEliminaIo ho sempre sperato che non lo presentassero proprio, prima della fine di questa fase - che è l'unica, per i motivi suidicati, che può interessarmi DIRETTAMENTE -, e quindi, quando ho saputo dell'imminete presentazione, ho iniziato a gastemare in turco: ma, in realtà, così è ancora meglio.
E' stato evitato il pericolo maggiore, ovverosia quello che le Università mettessero da parte i posti Mussi, che sono vincolati per i ricercatori tout court, ovverosia a TI, in attesa di poterli assegnare con delle nuove regole meno vincolanti.
Ora non c'è motivo per non bandire i posti Mussi, che sono gli unici che, per motivi anagrafici, mi interessano DIRETTAMENTE.
Ora - ancor di più - dobbiamo concentrarci e fare pressione su questo: un d.l. con cui si sblocchi la terza tranche Mussi, si mettano dei paletti temporali stringenti per bandire, e si eliminino i tetti massimi di pubblicazioni.
Il resto è aria fritta.
Tom
@Mino
RispondiEliminaMi spiace ma non sono "Mauro del Via", sono solo un "passante": leggo spesso le vostre news e volevo dare un mio commento.
Ne approfitto per dire che l'impegno sui posti Mussi non esclude l'impegno per evitare che una figura a TI sia sostituita da una a TD
..be, Mauro, se questo TD prende quanto un associato (di prima nomina) - vedi il recente D.M. interministeriale al riguardo-, e, dunque, è un associato a TD, più che un ricercatore a TD, e poi deve prendere l'abilitazione nazionale per diventare associato TI, a me non dispiace affatto come figura. SEMPRE CHE SIA RECLUTATA IN MODO MERITOCRATICO!! Del resto, questa è sempre stata la linea dell'APRI, conforme al sistema internazionale.
RispondiEliminaTom
Ribadisco quello ce ho già detto bell'altro post e che questo DDL conferma
RispondiEliminaNella parte sula qualità e l'efficienza del sistema
"[...] predisposizione di un programma triennale diretto a riequilibrare, entro
percentuali definite dal Ministero e secondo criteri di piena sostenibilità
finanziaria, la consistenza dei posti di personale docente, ricercatore e
tecnico-amministrativo, ed il numero dei professori di cui all’articolo 1,
comma 9, della legge 4 novembre 2005, n. 230; previsione che la mancata
adozione, parziale o totale, del predetto piano, comporta la non erogazione
delle quote di finanziamento ordinario relative alle unità di personale che
eccedono i limiti previsti;
d) determinazione di un limite massimo all’incidenza complessiva delle spese
per il servizio del debito e delle spese per il personale di ruolo, inclusi gli
oneri per la contrattazione integrativa, sulle entrate complessive dell’ateneo,
al netto di quelle a destinazione vincolata;
e) introduzione del costo standard unitario di formazione per studente [...] individuazione degli indici da
utilizzare per la quantificazione del costo standard unitario di formazione
per studente in corso"
Molte università scopriranno di avere un eccesso di personale e quindi potrebbero non avere alcun interesse a bandire i posti mussi2008 e 2009
..benissimo, per questo ci vuole un d.l. che tolga i posti Mussi a chi non li bandisce, e li dia a chi i suoi li ha già banditi, magari, al secondo giro, cofinanziando al 75%: meglio, infatti, meno posti realmente banditi, che più posti banditi solo sulla carta.
RispondiEliminaDel resto, l'ottimo mino su di un punto si sbaglia. Le Università possono non chiamare alcuno degli idonei di un concorso da prof., ma devono chiamare per forza il vincitore del concorso da ricercatore, che matura un vero e proprio diritto all'assunzione: almeno per come è scritta l'attuale legge, ovverosia la famigerata Berlinguer.
Tom
P.S.: d'altronde, se questi la terza tranche la danno NON con il solito trucco di dare i soldi al netto del netto di quelli che hanno dato in passato, che non ha alcun fondamento razionale, ci saranno un bel po di posti.
MA CI DOBBIAMO UNIRE SU QUESTE SEMPLICI RICHIESTE ALTRIMENTI LA GENERAZIONE '70 SARA' MANDATA AL MACERO!!
@ Bombadillo
RispondiEliminaNon ho detto che le università possono non chiamare un ricercatore che ha vinto un concorso. Solo che è già successo in passato che una università rinviasse l'atto di assunzione per problemi finanziari (credo sia accaduto in qualche ateno toscano).
Comunque la norma che cita "anonimo" credo non c'entri molto, perchè questo decreto delegato del ministero sulla ripartizione del personale arriverà da qui a 3-4 anni ... e voglio sperare che tra 3-4 anni non staremo ancora a parlare dei posti Mussi che le università si ostinano a non bandire.
E per non mandare al macero la generazione 70 ci mandiamo la generazione 80?
RispondiEliminaè sempre così, entra chi c'era prima in fila. poi una volta dentro, una volta col posticino, si pensa a farcisi gli affari propri, e la ricerca la fa chi è precario.
eh già, il precariato è il motore dell'università...se sei precario sei spinto a pubblicare e a farti il mazzo, e dopo non fai più un tubo.
sicuramente esisteranno le eccezioni, ma con le teste di c..zo che siamo noi italiani penso che questo ragionamento sia ALMENO passato per la testolina di chiunque voglia entrare in uni.
ragazzi tutti questi commenti sono interessanti.
RispondiEliminatuttavia tenente presente un dato essenziale: il tempo.
il ddl ci metterà minimo 18-24 mesi per venire approvato dal parlamento. dopodiché ci vorranno i decreti delegati, che sono tanti e complicati, e sulla cui stesura il miur ha già dato ampia prova di essere lento e inefficiente. Risultato? almeno 36 mesi prima che sia tutto pronto per partire davvero con il nuovo sistema.
ora se qualcosa va storto, se c'è anche un minimo ritardo, si va oltre. e tra tre anni e mezzo si devono sciogliere le camere (ammesso che non si vada a elezioni anticipate). Per come la vedo io ci sono buone probabilità che questa riforma faccia la fine di quella della moratti: legge approvata, decreti mai approvati, risultato un nulla di fatto.
In ogni caso, anche se ce la facessero in tempo, abbiamo davanti tre anni prima della partenza delle nuovissime regole. dunque la cosa urgente è capire cosa succederà in questi tre anni.
Comunnque, a parte tutto il barocco aggiuntivo di questo testo, e' sparito qualcosa che era apparso invece in qualche versione intermedia: il pensionamento a 65 anni.
RispondiEliminaC'e' solo scritto che il +2 si da' solo se c'e' solidita' finanziaria, ma li' si parte quasi sempre da 70 (per PO e PA) e 65 (per RU).
Non ci siamo, in ogni caso.
su questo punto hai pienamente ragione euroscience.
RispondiEliminama non ci siamo anche sul tenure track (come dice giustamente mino) e non ci siamo con gli stipendi degli assegnisti che sarebbero più bassi di quelli attuali
scusate forse mi è sfuggito ma dove starebbe scritto che sono abolite le borse post-doc (mi riferisco a quello annuali magari pagate su fondi provenienti da contratti conto-terzi)?
RispondiEliminaE l'idoneità nazionale sarebbe a lista aperta o chiusa?
RispondiElimina@ mar
RispondiEliminaNelle norme transitorie e finali, è abolito lo specifico articolo della ben-nota legge 398/89.
@ tutti
A me pare, rileggendo nuovamente il testo, che il conseguimento della abilitazione nazionale del ricercatore TD debba svolgersi "entro e non oltre la scadenza di tale contratto", dove per 'tale contratto' si intende quello rinnovato. Quindi non entro 3 anni, ma entro 6 anni ... che appare più ragionevole.
Ma io penso che a un testo cosi' gli venga male solo a leggerlo, al Parlamento. Ci sono cosi' tante arzigogoli che neppure un normativista-logico deontico come il sottoscritto puo' trangugiarlo senza qualche conato di vomito.
RispondiEliminaNoi Europei ci abbiamo una cultura della norma diversa da quegli scoppiati del Ministeri Italiani.
grazie mino.
RispondiEliminaMa se Tremonti fa l'elogio del posto fisso, Silvio dice che è daccordo con lui perchè precarizzano una fascia che era stabile? Ci siamo già arresi a tenerci questo tempo determinato o si può ancora farlo emendare inserendo 2 letterine prima: IN-?
Siamo sempre più fra "color che son sospesi"...
RispondiEliminaquesta riforma serve a far fuori un bel pò di precari.
RispondiEliminaIn molti dip ci sono un elevato numero di ricercatori maturi con ottimi cv che aspettano di diventare associati.
Mettiamo che mi faccio qualche anno di ric TD e poi mi prendo anche l'abilitazione per associato.
Ma poi quale diparitmento chiamerà me a fare l'ass al posto dei ric TI in attesa?? E' impossibile!! Cosi non funziona, qualcosa va cambiato.
Ma ora è importante capire cosa succede da ora fino all'approvazione della riforma. E anche se non viene approvata, non c'è sempre quella moratti che prevede che nel 2013 i ric TI sono eliminati??
la vedo nera
@ 1prec
RispondiEliminahai ragione, ora bisogna pensare all'oggi. domani vedremo. l'iter della riforma non sarà ne rapido né semplice.
quel che conta ora è che gli atenei bandiscano, che rispettino le nuove regole, che le stesse siano rinnovate e che il miur distribuisca i fondi mussi 09.
e soprattutto deve esser chiaro che se tenteranno di farci fuori come generazione NON STAREMO A GUARDARE.
FUOCO E FIAMME AI NEMICI DEI PRECARI
ho riletto un pò il ddl ma non ci ho capito una mazza (non ne capisco molto di legge).
RispondiEliminaQualcuno potrebbe fare una piccola traduzione in italiano comprensibile a tutti i comuni mortali :)
Sento in una rassegna stampa che vorrebbero aumentare l'eta' pensionabile dei magistrati a 78 anni (dai 75 attuali), quando in tutto il resto d'Europa e' (indovinatelo) a 65.
RispondiEliminaSi segnalava il fatto che alcuni anni fa era a 72, e il precedente governo di centro-destra la porto' a 75.
Ogni commento e' superfluo.
Allora, dopo che vi siete sfogati bene bene e avete lasciato sul campo un centinaio di menischi, se permettete dico la mia, cercando di essere il piu' chiaro possibile ma premettendo che e' LA MIA PERSONALE IMPRESSIONE, non la posizione ufficiale dell'APRI. Quindi non mi rompete i coglioni, chiaro?
RispondiEliminaEbbene, l'unica cosa che nel leggere e rileggere il DDL mi sembra chiara e' che quando fosse approvato, non sarebbe quasi per nulla operativo.
Tutti i meccanismi di distribuzione dei fondi in base alla valutazione: delega.
Piante organiche: delega.
Abilitazione nazionale: delega.
Criteri per concorsi: delega.
L'unico effetto immediato sara' un BLOCCO del reclutamento, dall'assegno di ricerca al prof ordinario. Quindi, molto ottimisticamente, fine 2012 DDL approvato, 2012-201? decreti delegati.
Quindi, secondo me, al di la' delle considerazioni nel merito del DDL (quelle che riguardano la generazione 80, che a cuore MI STA, e che espongo piu' sotto), dobbiamo pensare con realismo a cosa fare per la generazione 70. NON e' infatti possibile vedere nel DDL la soluzione al problema contingente di chi ha, come gran parte di chi scrive qui, da 35 anni in su. Una buona meta', forse anche di piu', dei precari. A cosa ci attacchiamo nel frattempo (astocazzo)? Beh, l'hanno detto in molti: i posti Mussi, che son poca cosa, in fondo. Quindi noi che siamo quelli che agiscono dobbiamo insistere perche' i posti Mussi, tutti, vengano banditi. Io poi sono cosi' nazicomunista che dico anche di chiedere una ristrutturazione industriale del personale universitario pensionando tutti gli over65 per liberare risorse aggiuntive, ma sono, appunto, un nazicomunista e non riesco a mettere d'accordo nessuno....
Purtroppo per la generazione 70 e' tutto qui. I pochi che sopravviveranno fino all'approvazione definitiva di DDL, decreti etc (i piu' ricchi o paraculati o quei pochi che vinceranno i pochi concorsi), potranno a 40 e passa anni provare a prendere l'abilitazione da associato e poi cercare una sede che se li prende. Per gli altri, posso offrire ospitalita' nelle mie ville qualora venissero a cercare un posto in Olanda.
Parlando del DDL, come potrei parlare dell'ultimo film di Tarantino ( o TarantiNI...), do ragione a Marco Franceschin: a me piace. SE nel guscio vuoto riuscissero infatti ad infilare una valutazione seria (delega su delega su delega), il sistema di reclutamento proposto non e' cosi' lontano da quelli nel resto d'Europa: l'abilitazione e' semiautomatica (solo su titoli e pubblicazioni) e screma le capre, poi il concorso e' in fondo una selezione con commissione di dipartimento (quindi la responsabilita' e' molto vicina ad essere personale, e resta comunque legata alla struttura che un po' quiandi mazzuolare agevolmente expost se assume ciucci). L'abolizione del ricercatore Tind,a parte che stumentalmente ci fa respirare sui fondi Mussi, e' poi cosi' terribile? NOn sono forse i ricercatori universitari le ultime ruote del carro degli strutturati? Adesso uno e' ricercatore per max 6 anni, poi o diventa associato (e quindi cresce) oppure se ne va. In linea di principio non lo trovo affatto male.
Quello che secondo me NON va e' che si ostinano a non mettere le mani sui dottorati (a meno che non prevedano di farlo con legge apposita) che sono un altro scandalo italiano, e che continuiono a non prevedere il PhD come necessario, nemmeno nel futuro, per diventare ric TD e quindi prof. Inoltre, 10 anni di assegno e pagato 75% del ricercatore confermato non vanno affato bene.Specie se poi uno lo mandi a fare ANCHE 10 anni di ric TD. 19-20 anni di dottorato-assegno-TD sono troppi: devono mettere dei limiti. La "tenure-track", i concorsi, tutto puo' andare bene se si riesce a responsbilizzare tramite valutazione. Quindi, per il DDL, io agirei sui predetti aspetti ma non lo contesterei nel suo impianto generale perche' secondo me e' una cornice molto piu' "europea" di quella disegnata da altri...
Attenzione: secondo me (parlo da burocrate) il 75% dello stipendio di un ricercatore confermato è un'ottima cosa, e direi una svista di chi ha scritto il ddl.
RispondiEliminaInfatti nel ddl non si parla di stipendio "netto", quindi si deve intendere necessariamente stipendio "lordo", credo.
Lo stipendio "lordo ente" di un ricercatore confermato è di circa 45.000 euro annui. Il 75% è circa 33.000 euro. Ma qui viene la sorpresa: perchè gli assegni sono co.co.co e sono esentasse, quindi a questi 33000 non dobbiamo togliere le ritenute da lavoro dipendente, ma esclusivamente l'aliquota per i co.co.co. Mettiamoci pure l'aliquota massima che è il 23%. Bene, i miei calcoli mi forniscono uno stipendio netto mensile di oltre 2000 euro.
Ma secondo me quando al Governo si accorgeranno dell'errore, correggeranno.
Non solo: ma la novità è che lo stipendio rimarrà agganciato a quello dei ricercatori confermati. Quindi quando quest'ultimo aumenta (gli aumenti per compesare l'inflazione), dovrà aumentare a ruota pure quello dell'assegnista, mentre attualmente lo stipendio dell'assegnista è "fisso" da anni.
Non mi pare che gli assegni verrebbbero bloccati. E con il "limite" di 10 anni (senza distinzione di Universita') possono diventare una vasca di precariato piu' grande di un girone infernale.
RispondiEliminaI co.co.co. non sono esentasse, ma gli assegni non sono co.co.co. - hanno una assimilazione ai co.co.co. per il trattamento pensionistico, e alle borse per il trattamento fiscale, cioe' esentasse.
RispondiEliminaQuesta, pero' e' una cosa ridicola: perche' dei redditi da lavoro dovrebbero essere esentasse "a prescindere"?
In ogni caso la co.co.co.-izzazione della societa' non e' una cosa positiva. Noi chiediamo il contratto di lavoro dipendente, pur con un livello stipendiale iniziale inferiore.
Tutto il resto e' fuffa italiaca.
MIno, ma che vuol dire questo?\
RispondiEliminaAgli assegni di cui al presente articolo si applicano, in materia fiscale, le disposizioni di cui all'articolo 4 della legge 13 agosto 1984, n. 476, e successive modifiche, nonché, in materia previdenziale, quelle di cui all'articolo 2, commi 26 e seguenti, della legge 8 agosto 1995, n. 335, e successive modifiche
Il primo periodo dice che lo stipendio dell'assegnista non va nella dichiarazione dei redditi, perchè il legislatore lo sta equiparando praticamente ad una borsa di studio.
RispondiEliminaIn pratica non deve pagare le tasse.
Il secondo periodo dice che ha diritto a contributi previdenziali, ma non da lavoro dipendente bensì quelli simil-co.co.co.
E' quello che accade ora.
@ euroscience
RispondiEliminaNon ho detto che il fatto che gli assegnisti siano co.co.co-like sia un fatto positivo, anzi. Ho solo precisato l'effetto perverso della previsione del 75% dello stipendio di un ricercatore.
Grazie del chiarimento Mino
RispondiEliminaMariastella Gelmini si è sentita dire di «ripassare» per i fondi sulla riforma dell’Università, dopo che Tremonti aveva fatto un filtro preventivo persino sui risvolti non economici del disegno di legge.
RispondiEliminadal corriere.it di oggi...la riforma è in alto mare
Vedo che nessuno mi risponde, forse perchè ho chiesto un'ovvietà. Gradirei comunque sapere se - leggendo il DDL - voi pensate che l'abilitazione nazionale sia a numero aperto o chiuso. Grazie.
RispondiEliminaCome risulta anche dall'intervista a Lenzi sul "Mattino", l'idea del ricercatore 3+3 e' quella di fare un "tenure track" verso la posizione di PA.
RispondiEliminaQuello che usualmente non si comprende, sul "tenure track", e' che il percorso verso il ruolo permanente, negli USA, e' soggetto a condizioni al contorno ben diverse: Professore e non ricercatore, risorse per la ricerca da vincere in maniera competitiva, valutazione "con etica protestante"...
Il tenurino tracchino all'italiana ce l'abbiamo gia': e' il "giudizio di conferma" dopo 3 anni...
Abilitazione a lista aperta. O comunque non chiusa. Sebbene nella delega potrebbero infilarci qualche filtro.
RispondiEliminase mino ha ragione allora la norma sugli assegnisti non è male.
RispondiEliminain ogni caso condivido in toto l'analisi di france. bisogna ragionare sul presente non sul lontano futuro (ché secondo me la riforma può benissimo non arrivare mai in porto).
bene la campagna sul pensionamento a 65 anni.
la lanciamo, con di dovuti accorgimenti?
France
RispondiEliminail giudizio sul DDL varia considerevolmente se si assume una prospettiva pessimistica o ottimistica..
è ovvio che se le cose sono fatte come si deve dal governo e dalla maggioranza parlamentare e la comunità universitaria tutta lavora per il bene comune non dovremo spaventarci delle posizioni TD per ricercatori: anzi, poco male, sarà un incentivo a scalare più velocemente verso la posizione di prof. ass.
Se invece siamo pessimisti, allora siamo fottuti, perché se non si afferma la meritocrazia in questo Paese ma vale sempre e comunque l'anzianità (come mi pare fai anche tu distinguendo tra generazione 80 e generazione, invocando la salvezza dei 35enni etc.) allora dovremo aspettare che divengano associati prima gli attuali ricercatori strutturati.
Se vuoi essere pessimista e "combattere l'anzianita'" per affermare il merito, allora lo devi fare in ogni ambito della societa', perche' non capitera' di certo che all'Universita' la facciano finita, quando tutto il resto del Paese e' pieno di Sandre Lonato Mastelle (o sue versioni meno romanzesche) e di Idre Sindacali pro-anzianita'.
RispondiEliminauntenured, ma tu credi veramente che - prima di fine legislatura e ammeso che il governo non cada - riescano a portare a termine il tutto (approvazione legge e poi stesura di tutti i decreti delegati)?
RispondiEliminaI tempi medi del miur per stendere un decreto ministeriale variano dai 6 mesi (minimo) ai 2 anni e passa....
io francamente reputo improbabile che sta riforma giunga in porto. è un annuncio, come tanti, che non porterà a nulla. farà la fine della riforma moratti.
preoccupiamoci del presente, quando sarà il momento si vedrà comunque di intervenire sulla discussione parlamentare e poi sulla stesura dei decreti delegati (se mai vedranno la luce).
Intendevo "se non vuoi essere pessimista"...
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaAtt. - solo alcuni sono decreti delegati, altri sono dei regolamenti ministeriali.
@ euroscience
RispondiEliminaper questo motivo - per affermare il primato del merito sull'anzianità o sui legami parentali in Italia per l'accesso alle posizioni professionali qualificate - domani voterò Ignazio Marino alle primarie del PD
non era solo un intermezzo elettorale..
@ insorgere
RispondiEliminale 2 cose non si escludono a vicenda: pensiamo al presente in relazione agli scenari futuri.. mi pare che in politica si faccia così..
Il rischio che paventa Untenured è reale. Le università tra chi sceglieranno per le posizioni da associato tra gli attuali (22.000) ricercatori universitari e i nuovi ricercatori TD?
RispondiEliminaQui sta il punto debole del DDL.
Infatti da un lato si prevede (nell'incipit dell'articolo 9), e molto giustamente, che le università nel momento in cui bandiscono un posto da ricercatore TD devono già prevedere la copertura del budget per l'eventuale passaggio ad associato .... ma poi lasciano all'ateneo la "possibilità" di chiamata.
Inoltre sarebbe stato opportuno prevedere una percentuale minima sufficientemente ampia di posti da associato che obbligatoriamente gli atenei dovevano destinare a chiamate di ricercatori TD (ora invece c'è solo una percentuale massima di 1/3 che le università possono destinare per promozione degli interni).
Senza queste due piccole ma significative modifiche, il DDL nasce zoppo sulla tenure-trasck. Per questo ho parlato di tenure-track "all'italiana".
Il problema e' nell'etica della scelta, nel metodo e nei criteri che si usano per la valutazione.
RispondiEliminaNon esiste un sostituto matematico dell'etica.
@ mino
RispondiEliminacerto se noi stessi nell'universo precario ci mettiamo a fare gli alfieri dei 35enni sui 25 anni perché qualcuno non dovrebbe farlo per i 45 enni sui 35enni??? Non è solo un problema di budget, ma anche di incentivo al riconoscimento della meritocrazia nella carriera.
Bene Untenured, giusto fare l'alfiere dei 25-enni se lo meritano.
RispondiEliminaIeri si parlava del potere dei giovani in UK su Europa
http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/114048/non_e_un_paese_per_vecchi
@ untenured
RispondiElimina??????
@ mino
RispondiEliminaleggi l'intervento di france
@ euroscience
io non faccio l'alfiere dei 25enni né dei 35enni (io compio 35 anni tra un paio di mesi per intenderci) tantomeno dei 45enni e ancor meno dei 65enni, spero che si affermi il merito in questo paese (a prescindere dall'età)
L'alfiere dei 35enni si preoccupa della fase transitoria, l'alfiere dei 25enni di quella finale. APRI, giustamente, si occupa di entrambe.
RispondiEliminaMino, guarda che prevedono anche ALMENO 1/3 per personale non di ruolo da piu' di 5 anni nella stesa universita'. Come si legge? almeno un terzo e' riservato a quelli che non ti sei crescinto in casa?
La cosa piu´ bizzarra di questa legge e´ che probabilmente molti di noi scrivendo e lavorando "con e/o per" il ricercatore strutturato di turno, ci troviamo oggi a capire di aver lavorato anche contro i nostri interessi.
RispondiEliminase venisse applicatti urbi et orbi il pensionamento dei ricercatori con 40 anni di anzianità sarebbe cosa buona non solo per il presente (turnover) ma anche per le prospettive future.
RispondiEliminain ogni caso è chiaro che bisogna spingere anche per il pensionamento dei prof. a 65 anni, COME IN TUTTO IL MONDO CIVILE
quanto alla questione dei 35enni e dei 25enni, francamente io sto con i meritevoli a prescindere dall'età. non voglio ope legis, nemmeno mascherate, per nessuno. e questa è la posizione apri, mi pare
Fase fransitoria, fase finale ... qui mi sa che non succede proprio un tubo! Ma non vi siete stancati di aver passato un anno ad aspettare il nulla, peggio che nel Deserto dei Tartari?
RispondiEliminaIn un paese normale (e con questo già si potrebbe chiudere la discussione) si varerebbe al più presto una riforma complessiva, limitando al minimo le fasi transitorie. Sia per i 25enni che per il 35enni ci vogliono norme chiare e precise per capire se e come giocare una certa partita
Non si tratta di essere a favore dei 35enni e 25enni. Ammettendo che l'università dopo il ddl possa diventare il miglior luogo per fare ricerca in Europa (questo è da discuter ma in altri post), rimane il fatto che una generazione, che ora è in mezzo al guado, risulta oggettivamente svantaggiata perchè, visti i tempi necessari al ddl per divenire legge e stante l'attuale sostanziale blocco dei concorsi, oltre ai vincoli di bilancio, i tagli all'FFO ecc ecc, non potà accedere al "nuovo mondo universitario".
RispondiEliminaAllora, ho si prevede una maccanismo di transitorio che dica (in breve tempo perchè il tempo passa) quanti e quali degli attuali 35enni meritano di rimanere e che tracci un percorso per loro. Oppure si dice chiaramente: "voi verrete sacrificati" triturati dai 45enni che sono dentro e dai 25enni che sono fuori. Questo continuo rimandare che sta attuando il governo e un modo subdolo di eliminare una generazione, senza un criterio meritocratico e senza prendersi alcuna responsabilità
@tutti.
RispondiEliminaA me sembrano abbastanza chiare le richieste che dobbiamo fare sul ddl; infatti, dobbiamo chiedere che:
1) sia dimezzato il periodo massimo COMPLESSIVO che si può essere assegnista;
2) sia dimezzato il periodo massimo COMPLESSIVO che si può essere ricercatore TD;
3) per diventare assegnista bisogna avere il dottorato;
4) per diventare ricercatore TD bisogna essere stato assegnista;
5)ogni dipartimento si impegni ad asumere, come associato, almeno un ricercatore TD abilitato, per ogni assunzione di associato proveniente dal ruolo del ricercatore TI.
Siccome, però, io non mi preoccupo solo del futuro (generazione 80), ma anche del presente (generazione 70), e di quelli BRAVI di entrambe le generazioni, penso che NON CI DOBBIAMO FARE DISTRARRE + DI TANTO DA QUESTA INTENZIONE DI D.D.L. (sul quale incideremo se e quando sarà presentato in Paralmento), E DOBBIAMO CHIEDERE UN D.L. SULL'UNIVERSITA' PER RENDERE OPERATIVA LA FASE DI TRANSIZIONE CHE PER ORA E' RIMASTA, PRATICAMENTE, SOLO SULLA CARTA.
Tom
P.S.: sull'assegnista ha ragione mino, il riferimento allo stipendio non può che essere a quello lordo, solo che lo scarto tra lordo e netto, nell'assegno di ricerca - che è un co.co.co -, è davvero minimo. Di contro, però, c'è da dire che dovresti togliere dei soldi per farti la pensione privata, visto che la gestione separata INPS equivale al nulla.
ma dal punto di vista legislativo com'è la situzione finchè la riforma non viene varata o se non lo viene affatto?
RispondiEliminaLa situazione è la seguente:
RispondiElimina- Professori ordinari e associati: non si possono bandire nuovi concorsi. Fino al 2011 le assunzioni degli ordinari e degli associati risultati idonei nelle precedenti tornate concorsuali può avvenire nel limite MASSIMO, rispettivamente, del 10% e 30% del 50% delle risorse rinvenienti dai pensionamenti nell'anno precedente.
- Ricercatori tempo determinato e indeterminato: possono essere banditi nuovi concorsi; le assunzioni avvengono nel limite MINIMO del 60% del 50% delle risorse rinvenienti dai pensionamenti nell'anno precedente.
- Procedure dei concorsi ricercatori a tempo indeterminato: valutazione sui titoli, illustrati e discussi davanti alla commissione, e sulle pubblicazioni.
- Commissioni dei concorsi da ricercatore a tempo indeterminato: per i concorsi banditi fino al 31/12/09 sorteggio nella rosa del triplo ecc. ecc.; per i concorsi banditi dopo il 31/12/09 "vecchie regole", a meno che ci sarà un milleproroghe.
1prec, vedi, il punto è proprio questo: fino a quando il d.d.l. non diventerà legge e non entrerà in vigore vale quanto il due alla briscola.
RispondiEliminaSiccome, però, il d.d.l. in questione non entrerà in vigore prima di due anni, dobbiamo: tanto seguire il relativo iter parlamentare, in modo che sia migliorato e non peggiorato; quanto preoccuparci di quelli che due anni (o quattro, con i decreti delegati) proprio non li hanno; mentre hanno il pieno diritto, non ad essere assunti, ma ad essere selezionati in base al merito.
Le regole le abbiamo, ora ci vogliono i COCORSI SUBITO.
Tom
..ovviamente, i COCORSI sono i concorsi di corsa, o i concorsi di chi scrive di corsa, fate un po voi...
RispondiEliminaA corredo di quanto avevo gia' scritto prima, ecco dell'altra informazione sul possibile pensionamento dei magistrati a 78 anni
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/giustizia-14/pensione-magistrati/pensione-magistrati.html
Sul Corriere si puo' anche commentare la notizia
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/09_ottobre_24/magistrati-pensione_1dcaffb4-c086-11de-9fa6-00144f02aabc.shtml
@ insorgere e mino
RispondiEliminaL'Apri ha inviato al MIUR (e per conoscenza a quei tre o quattro quotidiani che hanno già dato spazio alle sue iniziative) la richiesta di indicare una data tassativa entro cui debbano essere banditi i posti cofinanziati della tranche 2008, di ripartire presto quelli della tranche 2009 (che dovrebbero essere circa 2000) e di stabilire una data-limite anche per questi?
AVVISO: QUESTA E' L'ULTIMA VOLTA CHE RISPONDO AD UN ANONIMO. CREATEVI UN NICK QUALUNQUE!
RispondiEliminasiamo in contatto con la stampa e qualcosa uscirà nelle prossime settimane. Va detto però che è parecchio più difficile ora, il ddl copre tutto...è l'effetto annuncio. i media si fanno abbindolare subito e gli interessa solo la novità, anche se è tutta fuffa.
il miur conosce le nostre posizioni, ma allo stato non mi pare diano segnali di attenzione. mino puoi dare maggiori dettagli?
@ Anonimo
RispondiEliminaA parte che la domanda la dovresti fare a France e che, volendo, potresti anche iscriverti. Ma comunque, che io sappia la richiesta è stata inviata ai primi di settembre.
Bene, ottimo, mi piace.
RispondiEliminaDa ricercatore all'estero il DDL mi sembra fornire ottime opportunita' per gente preparata. Attenzione gente in attesa del solito posto fisso in maniera assistenzialista e senza far nulla. L'Impact Factor e' in arrivo e ci sara' da divertirsi!!
Saluti
bravo anonimo
RispondiEliminaSi era ora si cambiasse... speriamo sia vero (ancora dubito).
fanc#ulo il posto fisso
fanc#lo il mutuo annesso
fanc#lo i burocrati
fanc#lo chi fa il lavoro del papi
fanc#lo chi ha la casa comprata dal papi
Io farei volentieri il lavoro del Papa...
RispondiEliminaA proposito dei nuovi ricercatori TD, non ho sentito ancora nessun commento sul fatto che questa disposizione sconfessa clamorosamente la politica Aprista sul c.d. 60:30:10.
RispondiEliminaIn realta', il risultato non potra' che essere la forte diminuzione degli RU(TD), sippur teoricamente compensata da un maggior numero di PA.
Eppoi, quanto saranno gli RU(TD) che NON diventeranno PA? Pochissimi, secondo me. Siamo in Italia, e tutti teniamo famiglia.
Ciaociao.
Inoltre, visto che, almeno in questa versione, gli assegnisti vengono a costare di piu', ci saranno anche meno assegnisti, sippur piu' "spalmati" nel tempo, fino a 10 anni: quindi meno opportunita'/anno.
RispondiEliminaNon che sul problema del costo ci si debba fasciare la testa: essendo io favorevole al Contratto d'Impiego, devo fare un conto simile - pero' io sono per uno stipendio da "assegnista" uguale a quello di un ricercatore non confermato.
Eppoi, io sono anche per tagliare gli over 65, quella e' la mossa per reperire/redistribuire risorse.
Renzino, abbiamo appena messo un post che forse potrà piacerti...
RispondiEliminaIo sono per un contratto da assegnista pagato quanto un ricercatore CONFERMATO. Cavolo!
RispondiEliminaE non perche' m'interessi... ma almeno in questo modo si evita di creare un precariato!
RispondiEliminaTi serve un contrattista a tempo limitato, determinato aprogetto come caz. ti pare???
LO PAGHI!
Mi piacerebbe sapere in che modo questo ddl offrirebbe opportunità a chi si trova all'estero. Ma pensate che la mobilità obbligatoria non si trasformi nel: "il ricercatore TD a dell'università A viene chiamato dall'università B e il ricercatore TD b dell'università B viene chiamato dall'università A"?
RispondiEliminaBeata la vostra ingenuità!
Io credo che sarebbe da ingenui credere a un posto da Professore Associato dopo 3 + 3 anni da Ricercatore TD. Il motivo, a mio parere, è semplice: prima dei Ricercatori TD ci sono da fare diventare PA i Ricercatori TI che, come tali, sono più "bravi" dei Ricercatori TD. La situazione sarà la seguente: dopo 3 anni di Dottorato, n anni di Post-doc o assegni di ricerca e 3 + 3 anni di Ricercatore TD. Si ricomincrà con altre forme di precariato, come da evidente disegno politico.
RispondiElimina