C'è l'emendamento per l'abbassamento dell'età pensionabile a 65 anni
A meno di decreti interpretativi dell'ultimo momento, è scaduto alle 18 di Giovedì 11 Marzo il termine per la presentazione degli emendamenti relativi al disegno di legge di riforma dell'università in discussione in Commissione Cultura del Senato. In attesa che il testo degli emendamenti venga pubblicato la settimana prossima sul sito del Senato, il blog dell'APRI è in grado di fornire qualche piccola indiscrezione.
Gli emendamenti presentati complessivamente sono oltre 600, il che rende abbastanza improbabile un'approvazione-lampo del provvedimento da parte del Senato, come era stato preannunciato sia dal relatore che dal Ministro Gelmini.
Vi sono numerosi emendamenti "trasversali", come quello - ampiamente preannunciato - che estende anche ai ricercatori a tempo indeterminato la possibilità di usufruire di chiamata diretta a professore associato in caso di conseguimento dell'abilitazione nazionale. Questo provvedimento, ormai quasi inevitabile, finirà col peggiorare notevolmente la situazione, accentuando la "competizione" tra ricercatori a tempo determinato e ricercatori a tempo indeterminato, anzichè tenere separati e distinti i due canali di reclutamento. Peraltro per le università sarà economicamente più vantaggioso far progredire di carriera un ricercatore a tempo indeterminato che concedere la "tenure" (che continua a rimanere una pura "possibilità" ... nessun emendamento in questo senso!!!) ad un ricercatore a tempo determinato. Curioso anche l'emendamento che estende la chiamata diretta anche ai vecchi contrattisti legge Moratti (ci chiediamo allora: perchè agli assegnisti no? o ai post-doc all'estero no?).
Saltano, purtroppo, anche i vincoli che gli atenei dovevano rispettare nel "transitorio" (2/3 dei professori reclutati esterni ai ruoli dell'università banditrice), così come quelli "a regime".
Saltano, purtroppo, anche i vincoli che gli atenei dovevano rispettare nel "transitorio" (2/3 dei professori reclutati esterni ai ruoli dell'università banditrice), così come quelli "a regime".
Fra gli emendamenti trasversali citiamo anche un emendamento che avevamo sollecitato durante la nostra audizione, cioè l'estensione delle attuali regole vigenti il reclutamento dei ricercatori fino alla emanazione di tutti i decreti attuativi, onde evitare la paralisi dei concorsi.
A questo indirizzo si può trovare il riassunto degli emendamenti presentati dal relatore del DDL, Sen. Valditara.
A questo indirizzo si può trovare il riassunto degli emendamenti presentati dal relatore del DDL, Sen. Valditara.
Concludiamo con un emendamento molto importante presentato dal PD, che, accogliendo quasi integralmente una delle proposte dell'APRI, fortemente sostenuta anche dalla VIA-Academy, prevede il pensionamento dei professori universitari a 65 anni (e 40 anni di contributi). Ora alla prova dei fatti vedremo se l'emendamento sarà anche votato dalla maggioranza di Governo, oppure se le tante parole del Ministro Gelmini sul ringiovanimento delle università erano solo un bluff.
Sostituire l'articolo 13 con il seguente:
"Articolo 13 (Collocamento a riposo dei professori e dei ricercatori)
1. I ricercatori e i professori universitari, ivi compreso quelli in servizio presso le facoltà di medicina e chirurgia, e tutto il personale dipendente delle università cessano dai ruoli o dagli incarichi dall’anno accademico successivo al compimento del 65-esimo anno di età.
2. Il personale di cui al comma 1, con domanda inoltrata precedentemente ai termini dello stesso comma, può chiedere di essere trattenuto in servizio per un eventuale periodo necessario a maturare un'anzianità massima contributiva di 40 anni.
3. Coloro che all’atto dell’entrata in vigore della presente legge hanno superato i 65 anni di età o hanno già ottenuto, con decreto del rettore, il collocamento fuori ruolo o il trattenimento in servizio per il biennio previsto dall'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 e successive modificazioni, cessano dai ruoli o dagli incarichi dall’inizio del successivo anno accademico.
4. I ricercatori e i professori cessati dai loro incarichi come da commi 1 e 3 possono proseguire un impegno attivo, didattico e scientifico, nel dipartimento di afferenza mediante la stipula di contratti di ricerca, anche a titolo gratuito, predisposti secondo schemi definiti dal consiglio di amministrazione dell’ateneo, anche in considerazione delle esigenze didattiche del dipartimento. I ricercatori e i professori, che alla data del collocamento a riposo risultino coordinatori a qualunque titolo di fondi per ricerca da svolgersi nell'ambito del dipartimento di loro ultima afferenza, mantengono diritti e doveri derivanti da tali progetti tra cui la possibilità di svolgere attività di ricerca correlata."
Riguardo alla proposta di adeguamento pensionistico recepita fra gli emendamenti presentati dal PD al Senato, vedi anche: http://rpc264.cs.man.ac.uk/VIA/index.php/Talk:Legge_dei_3_ricercatori
RispondiEliminaL'aggiornamento odierno contiene il link del comunicato ufficiale del PD con un sommario degli emendamenti proposti (sinora).
da segnalare un dato nefasto:
RispondiEliminale proposte di maggioranza e opposizione convergono nel favorire gli ingressi, tramite chiamata diretta, per i ric. ti e per i td (al termine dei 6 anni), invece un precario che ottenga idoneità nazionale, ma non sia ric. td. allo scadere dei 6 anni di contratto, non potrà essere chiamato direttamente.
di fatto in questo modo il ddl è stato notevolmente peggirato poiché:
1. ric. ti. e td. sono messi in competizione diretta assai più di prima, perché fruiscono dello stesso canale di reclutamento
2. mentre prima le vie d'accesso all'associatura erano due, ora l'unica via d'accesso sarà de facto fare 6 anni di td e poi sperare in una possibile chiamata diretta.
altro elemento negativo:
RispondiEliminail pd ha fatto copia-incolla dei primi tre commi della proposta apri sul prepensionamento a 65 anni.
Hanno però evitato di proporre anche l'ultimo comma presente nella proposta apri e che prevedeva che i punti budget risparmiati grazie ai pensionamenti andassero al reclutamento di giovani.
"...invece un precario che ottenga idoneità nazionale, ma non sia ric. td. allo scadere dei 6 anni di contratto, non potrà essere chiamato direttamente."
RispondiEliminaNon ho capito: nel testo base 6 (3+3) sono gli anni di contratto RTD ...
A mio modesto parere sembra che fino ad ora l'unica certezza della riforma universitaria sembra essere quella di disincentivare giovani e bravi ricercatori a fare carriera in Italia.
RispondiEliminaSe l'obiettivo del DDL è quello di far crescere lo standard internazionale delle università italiane, mi chiedo seriamente se un ricercatore (soprattutto se è bravo ancor più se è bravissimo) abbia interesse a far carriera in Italia con questi incentivi:6 anni di contratto senza rinnovo + abilitazione nazionale ma senza obbligo di chiamata; salario non legato alla produttività e qualità scientifica della ricerca. La risposta è aimè alquanto banale: NO.
Quindi, la riforma non mira ad attirare i migliori ricercatori ma anzi a farli scappare a "gambe levate".
@ ale
RispondiEliminahai perfettamente ragione
@ gianluca
provo a chiarire: nel testo del ddl presentato alle camere c'erano due percorsi possibili per diventare associato.
1. 6 anni di td poi chiamata diretta dopo ottenimento idoneità
2. ottenimento idoneità e poi concorsi locali, sia per ric. ti che per precari. peraltro il ddl prevedeva anche quote limitate di interni che potevano passare di grado (favorendo quindi le chiamate da fuori, anche di precari)
ora, gli emendamenti trasversali presentati, creano una situazione in cui ric. ti e td possono ottenere idoneità e poi chiamata diretta. gli altri, cioè la gran massa dei precari, dovrebbe passare da concorsi locali. solo che gli atenei non avranno motivo di fare tali concorsi potendo promuovere i ric. ti. o chiamare i td (dopo 6 anni). chiaro ora?
Il punto è che i ricercatori td potranno usufruire dell'EVENTUALE chiamata diretta ENTRO i 6 anni (se hanno ottenuto l'abilitazione nazionale entro i 6 anni).
RispondiEliminaDopo, se vuole tentare di rimanere nell'università, dovrà partecipare alle valutazioni comparative locali per posti da associato.
Invece, e qui c'è tutto il paradosso di questi emendamenti, il ricercatore a tempo indeterminato potrà godere senza di questo beneficio della chiamata diretta scadenze temporali ...
Se quantomeno si lasciasse il paletto del dover effettuare almeno 1/3 delle assunzioni mediante concorso locale, beh sarebbe stato più coerente, perchè così per i precari ci sarebbe stato un binario separato dagli attuali ricercatori (ai quali si è voluto dare il binario della chiamata diretta). Invece pure questo hanno tolto!
in sostanza, per esser sintetici e chiari, le proteste dei ric. ti. hanno pagato.
RispondiEliminacoi nuovi emendamenti gli strutturati sono favoriti e i precari bastonati, al punto che per la nostra generazione rischia di esser la fine dei giochi
Beh, siamo ancora agli emendamenti, comunque, dove sta scritto che saranno approvati? Che avrebbero trovato qualcuno a presentarli, era ovvio...
RispondiElimina@ Dingo
RispondiEliminastiamo parlando di un emendamento presentato sia dalla maggioranza che dall'opposizione. E' quindi quasi certo che verrà approvato.
una volta passata la controriforma bipartisan ai precari non resterà che farsi 6 anni di td e poi sperare nella chiamata diretta. il che, siamo franchi, sarà possibile per pochi paraculati, perché i concorsi td saranno tutti locali e prevedibilmente blindatissimi.
RispondiEliminaMa bipartisan in che senso? Che informazioni avete?
RispondiEliminaSe bipartisan significa un deputato della maggioranza e uno dell'opposizione qualsiasi è una cosa, se significa capigruppo e relatori è un'altra cosa.
Comunque si capisce che il partito dei baroni, di sinistra e di destra, ha preso in mano la situazione. E buonanotte! Leggi ad castam dei potentati accademici.
dici bene dingo, leggi ad castam.
RispondiEliminaquanto alle info, diciamo che abbiamo notizie precise sugli emendamenti presentati da pd e pdl e che quello cui si fa riferimento viene dai capoccia.
cmq staremo a vedere come si svilupperà il dibattito.
RispondiEliminanon è da escludersi che il governo - che non gradisce gli emendamenti della sua stessa maggioranza - possa decidere di farli discutere per qualche mese, per poi dichiarare che la ricreazione è finita e produrre maxiemendamento su cui porre la fiducia.
@insorgere
RispondiEliminaPurtroppo adesso e' chiaro; secondo queste proposte di emendamenti:
1) RTI e RTD possono essere entrambi chiamati direttamente come PA, solo che i secondi sono a scadenza (se finisce il contratto di 6 anni sono fuori dai giochi della chiamata diretta) mentre i primi no.
2) chiamare direttamente un RTI costa molto meno di un RTD perche' il primo e' gia' incardinato nell'ateneo (e quindi costa solo un delta in piu', anzi all'inizio potrebbe costare anche meno se l'RTI ha un po' d'anzianita') mentre il secondo e' un nuovo dipendente che entra in organico con l'intero costo.
3) senza le "quote" non ci sono obblighi ad effettuare concorsi (locali) aperti a tutti, quindi e' facile che se ne faranno pochi, escludendo esterni e precari "scaduti" (cioe' ex-RTD).
4) gli RTD non sono piu' nella quota del 60% del budget da destinare alle assunzioni (abrogazione RTD moratti inserita nelle norme transitorie; poi nel 2011 terminano tutte le quote - anche il tetto massimo del 10% per ordinari - previste dalla legge 1/2009); quindi non ci saranno obblighi minimi di spendere almeno 60% per gli RTD in caso di concorsi; gli atenei potranno quindi nuovamente scegliere liberamente se bandire RTD o procedere con i concorsi da ordinario.
Un massacro quindi.
Domande:
a) la chiamata diretta degli RTI sarebbe prevista dall'approvazione del DDL, partirebbe insieme a quella dei primi RTD, cioe' a 4-5 anni dall'approvazione del DDL?
b) hanno proposto anche di eliminare le "quote" per la mobilita' nei concorsi locali?
c) hanno mantenuto il combinato disposto dei commi che esclude dalla chiamata diretta gli (ex-)assegnisti secondo la legge attuale che abbiano fatto 5 anni di assegno?
d) la "casta" che ha proposto la chiamata diretta dei RTI ha anche proposto gli emendamenti APRI sul pensionamento (escludendo pero' l'obbligo di spendere il risparmio per i giovani), oppure i blocchi di emendamenti arrivano da proponenti diversi?
Riscrivo la domanda a)
RispondiEliminae' previsto che la chiamata diretta degli RTI sia attiva sin dall'approvazione del DDL oppure, partirebbe insieme a quella dei primi RTD, cioe' a 4-5 anni dall'approvazione del DDL?
@ gianluca
RispondiEliminarispondo per punti.
a) a quanto ho capito gli RTI potranno essere chiamati da subito
b) il pdl propone di eliminare le quote
c) non ti so rispondere
d)la chiamata diretta degli RTI è proposta sia dal PD che dal PDL. Il prepensionamento a 65 anni è proposto dal solo PD. Sono convinto che la chiamata diretta per RTi passerà, il prepensionamento mi sembra più difficile, anche se non impossibile.
in sintesi, hai colto bene il succo quando hai scritto che si tratta di un massacro. Se passassero questi emendamenti - ed è molto probabile perché a proporli è il relatore del PDL e sul punto c'è l'accordo del PD - gli RTI passeranno in pochi anni tutti associati. I precari di lungo corso verranno sterminati. Le pressioni dei ricercatori di questi ultimi mesi a qualcosa pare siano servite...
cmq voglio vedere cosa farà il governo, perché questi emendamenti stravolgono il testo e dubito fortemente che il MIUR possa accettarlo senza batter ciglio. Vedremo quanto Mary Star vuole/può imporsi. Certo non direi che siamo in buone mani...
RispondiEliminaInsorgere, ma tu hai contatti con senatori della maggioranza per dare tutte questi giudizi e previsioni? Mentre non si e' ancora sentito il parere di Bobadillo sulle sue varie proposte all'articolo 8 presentate anche in audizione.
RispondiEliminaNon so voi, ma io la mia bella mail alla "Ghizzoni Santa Subito", l'ho già inviata, facendogli presente lo scempio di cui si stanno per rendere co-responsabili.
RispondiEliminaNon servirà a niente, ma a 2 settimane dalle Regionali col cavolo che avranno il mio voto !
@Delusissimo, non per fare il soccorso rosso alla Ghizzoni, ma questi sono emeRdamenti del Senato, la Ghizzoni e' deputata. E il coordinamento senatori-deputati del PD non esiste...
RispondiEliminaCredo che al di là della questione della chiamata diretta, gli emendamenti più gravi sono quelli che tolgono le quote dei 2/3 dei concorsi da destinare ad "esterni". Sia perchè in questi 2/3 avrebbero potuto infilarsi alcuni precari in possesso di abilitazione, sia perchè senza vincoli è facile prevedere che a partire dal giorno dopo la riforma si faranno quasi esclusivamente progressioni di carriera - a scapito del reclutamento e della mobilità - aggravando una consuetudine già in atto ora. E ricordate che tra poco ci saranno, ricorsi permettendo, 4000 idoneati che vorranno tutti essere "chiamati".
RispondiEliminaLa cosa peggiore, e sono d'accordo con Mino, è togliere il vincolo dei posti destinati ad esterni. Ma è ovvio: tra tanto fumo, quello sarebbe stato l'unico vincolo realmente efficace per togliere potere alle baronie locali e aprire una parte significativa delle posizioni di reclutamento agli outsider.
RispondiEliminaInsomma, se passano questi emendamenti la situazione per noi precari diventa peggiore (se è possibile) di quella di prima...
RispondiElimina@ popey
RispondiEliminase passano questi emendamenti i precari ultratrentenni o emigrano o cambiano lavoro.
anche perché i posti di ric. td. saranno probabilmente pochissimi, attribuiti in modi non trasparenti, e poi chi a 35 anni può permettersi di aspettare 6 anni nella speranza di esser poi chiamato?
@ delusissimo
RispondiEliminale proposte del pd sono se possibile peggio di quelle di valditara. il pd propone - fra l'altro - 100 milioni per le chiamate dirette da spendersi nei primi 8 anni di applicazione. questo vuol dire che per i primi 6 anni quei soldi andranno per le progressioni di carriera dei RTI e solo negli ultimi due per la chiamata di quelche TD con idoneità.
@ insorgere
RispondiEliminanon ne sarei molto sicuro. Aspettiamo a vederle ... le proposte di Valditara ...
cmq e' assurdo che nessuno si sia preoccupato di far valere i "diritti" degli assegnisti di lungo corso in questa fase.
RispondiEliminae' qualcosa di inaudito nella situazione attuale.
un DDL di riforma che deve servire a migliorare le criticita' del sistema attuale e il risultato qual e': che tutto il preesistente si preoccupa di non perdere i diritti acquisiti negli anni, e magari di guadagnarne degli altri (vedi la chiamata diretta del RTI) meno noi, precari di lungo corso che stiamo qui a teorizzare sui massimi sistemi mentre ci tolgono pure quel poco che abbiamo....
forse se qualcuno per noi avesse chiesto 100 almeno un 10 lo avremmo ottenuto, invece nessuno ha chiesto niente ed ecco qui...
@ limite
RispondiEliminanon è vero che nessuno ha chiesto niente.
il fatto è che gli RTI hanno mezzi che noi non abbiamo. La minaccia del blocco della didattica in importanti atenei ha sicuramente pesato sulle scelte politiche. Noi non potevamo fare altrettanto
@ insorgere
RispondiEliminache cosa e' stato chiesto di specifico per gli assegnisti attuali di lungo corso (4/5 anni)?
@ limite
RispondiEliminasarebbe bene che ti andassi a (ri?)-leggere il documento che è stato presentato dall'Apri (tra cui guarda caso troverai la contrarietà a dare la chiamata diretta ai ricercatori t.i. come anche addirittura il rafforzamento dei vincoli di chiamare gli esterni ai ruoli dell'università banditrice, o l'esclusione degli anni di assegno pre-riforma ai fini del computo dei 10 anni, ecc.).
Per il resto, certe cose valle a dire a chi ha solo abbaiato slogan senza presentare uno straccio di proposta, o a chi invitato da Valditara con gli altri sindacati non ha detto nulla quando il relatore ha preannunciato gli emendamenti che poi effettivamente sono stati presentati.
In ogni caso, prima di fare certi commenti dovresti informarti. A meno che sei veramente un troll come in molti qui dicono.
Secondo il mio modesto avviso, l'unica conclusione sarebbe riconoscere che c'erano parecchie incongruenze e incomprensioni concettuali di fondo nel testo del Governo (dovuti all'insipienza e al dilettantismo di chi l'ha scritto).
RispondiEliminaRagionare in termini di "emendamenti" ora e' controproducente perche' complica le cose, impedendo di porre uno sguardo chiaro e scevro di pregiudizi e malvagita' sull'intera materia del reclutamento.
@ mino
RispondiEliminaesprimere contrarieta' per la chiamata diretta dei ricercatori t.i. non la considero certo una richiesta specifica per gli assegnisti _attuali_, mi perdonerai. una cosa che ci sfiorera' forse tra 6 anni quando ci sara' da competere tra TD e TI... beato chi sopravvive.
cosi' come chiedere il rafforzamento dei vincoli di chiamare gli esterni ai ruoli dell'universita' banditrice. "esterni ai ruoli" e' definizione talmente vaga che ci finirebbe dentro di tutto, sempre tra 6 anni.
l'esclusione degli anni di assegni pre-riforma ai fini del computo dei 10 anni che vuol dire poi esattamente?
mi pare addirittura contro gli interessi degli attuali assegnisti. se e' per il problema del sesto anno di TD sarebbe stato molto piu' sensato chiedere che per gli attuali assegnisti fosse accessibile la chiamata diretta dopo idoneita' nazionale e dopo un numero di anni di TD dato dalla differenza tra 10 e il numero di anni di assegno gia' fatti. questo si' avrebbe accorciato il precariato degli attuali assegnisti futuri TD e dato un senso al curriculum gia' accumulato.
e poi magari chiedere con forza che gli anni di assegno fosse titoli stra-preferenziali nei bandi da ricercatore TD futuri.
perche' non mi pare che questo sia previsto da qualche parte, o sbaglio?
@ limite
RispondiEliminaPerdonami, ma non puoi pretendere che ti spieghi le proposte Apri. D'altronde offende la tua intelligenza ammettere che non se non sei in grado di leggere o capire da te quello che c'è scritto!
Non posso farci nulla, mi dispiace ...
Sto cercando di capire cosa sta accadendo.
RispondiEliminaSe capisco bene a partire dalla riforma ci saranno solo ricercatori a TD che saranno reclutati a livello locale . Non ricordo piu´ pero´se e´necessario lábilitazione nazionale per accedere ai concorsi locali di ricercatore.
Il vincolo di 2/3 di chiamate esterne e´saltato? E´stato cancellato dal DDL? E´previsto da un emendamento? Questo emendamento e´voluto da entrambe le parti? Implicazioni pratiche per un 35 enne che gia´lavora all` estero dopo un precariato di lungo corso e che volesse fare il tentativo di tornare in Italia. Quali passi occorrerebbe fare: abiltazione nazionale ( ricercatore? - associato?) poi concorsi locali?
Grazie
Mi sto deprimendo......
continuo a chiedermi cosa di specifico sia stato chiesto per gli attuali assegnisti di lungo corso e continuo a rispondermi "niente".
RispondiEliminase qualcun altro ha la risposta e' il benvenuto.
@ spillo
potrai prendere un'idoneita' nazionale da associato e poi partecipare a concorsi locali. se ci saranno i concorsi locali.
Vedete che state affogando nel gorgo delle rivendicazzjoni "per questi" o "per quelli", o come la riforma lo metta in quel posto qui o la'. TI contro TD, Ricercatori Strutturati contro Precari, Giovani contro Baroni. Pantalone che continua a pagare per tutti.
RispondiEliminaNon era questo il senso di una riforma, ne' del contributo dei Precarj, ma di riportare la discussione su principi e interessi piu' generali...
Evidentemente in Italia non si puo'...
veramente le riforme servono a governare meglio un paese di quanto non sia stato fatto precedentemente, nella fattispecie a governare meglio il settore universita'.
RispondiEliminadiscutere di interessi e principi generali si puo' fare ma non puo' diventare esercizio sterile che non produce nessun risultato concreto per la categoria che si vuole rappresentare.
Certo che i Precarj dovranno far capire che e' "solido interesse generale", ad es., abbassare le orecchie dei Baroni entro i limiti della decenza, o promuovere un reclutamento trasparente e responsabile, indipendentemente dal fatto che uno sia RicTI, RicTD, AvvDottIng, PrecLungCors, PrecStoCaz, ecc. ecc.
RispondiEliminaMa, voglio dire, bisogna evitare di assumere la logica e la grammatica dei Merafinas trasponendola a livello di cervelli precari.
@ euroscience
RispondiEliminal'apri non ha MAI proposto logiche corporative simili a quelle dei merafinas.
nelle prossime settimane valuteremo con più calma tutto il combinato degli emendamenti e seguiremo lo sviluppo del dibattito. certo è che, come molti prevedevano, l'intendimento di autorevoli esponenti della maggioranza non è quello di rendere il sistema più moderno ed europeo. Dominano logiche corporative e la tutela di interessi settoriali, a discapito di una riforma che apra veramente il sistema
@ euroscience
RispondiEliminaguarda che molti non e' che non lo capiscono che e' "solido interesse generale" ma semplicemente se ne infischiano. vedi i RTI che hanno chiesto la chiamata diretta. credi pensassero al "solido interesse generale" in quel momento?
quindi non sarebbe male se mentre si discute dei massimi sistemi e del ReclTraspResp si pensasse anche, non dico a rivendicare diritti aggiuntivi, ma almeno a far in modo che non vengano calpestati quei pochi preesistenti, da tutti quelli che quando sentono parlare di ReclTraspResp si fanno una risata...
poi certo tu magari sei giovane e poi aspettare (?) il tempo che ci vorra' a convertire i peccatori alla retta via del ReclTraspResp, ma molti altri vorrebbero banalmente capire come potranno pagare l'affito nei mesi a venire.
e siccome mentre tu magari eri ancora al liceo erano gia' qui a combattere con questa gente, avrebbero piacere che una decina d'anni della propria vita potessero avere un valore in prospettiva futura. e' cosi' difficile da capire?
@ Limite
RispondiEliminaEd e' cosi' difficile da capire che Ahmadinejad vuole eliminare Israele? No, lo capisco benissimo.
Ma non lo approvo.
@ euroscience
RispondiEliminaah be', se non approvi che dieci anni di carriera e titoli debbano valere qualcosa nei curriculum della gente allora non so proprio di cosa stiamo parlando.
So già che sarò mandato a quel paese, bollato come uno che non si impegna, che non vuole sporcarsi le mani etc. etc. però una cosa lasciatemela dire.
RispondiEliminaL'APRI non ha certo colpa se gli strutturati pensano solo a se stessi e trovano ottime sponde in maggioranza e opposizione.
Dove mi sento di criticarla, però, è nell'aver rinunciato a gridare -per quanto i suoi mezzi glielo consentivano- allo scandalo del DRAMMA SOCIALE di un'intera generazione, i cui numeri ascendono a diverse migliaia.
Cerco di spiegarmi.
Lo stile è sempre stato molto concreto, ancorato a temi pratici (esemplari le proposte di emendamenti) ma è mancato (o forse ci sono stati tentativi che non sappiamo) l'approccio forte e gridato, tipico del giornalismo ad effetto. Andavano sventolate le cifre dei migliaia di assegnisti scaduti o in scadenza, magari anche esagerandole; bisognava tentare di diffondere quel clima da baratro, corrispondente alla realtà che molti di noi stanno vivendo; chiedere davvero 100 per vedere di ottenere 10. Magari non si sarebbe ottenuto nulla lo stesso però ...
Invece anche qui, quando qualcuno vi ricordava l'entità di certe cifre, iniziavate a dire che di tutti gli aspiranti ad un posto di ricercatore pochissimi sono i veri meritevoli e i degni; che la sola ombra di un qualcosa che potesse avvicinarsi minimamente all'ope legis era immonda; che bisognava pensare alle generazioni di domani e di dopodomani etc. etc.
Concordo con quel che ha detto Euroscienze prima riguardo a diatribe e baruffe fra varie categorie e sottocategorie di persone che lavorano nel sistema universitario. L'attenzione sui principi generali non si deve mai perdere di vista. Fra questi principi, secondo me ci sono: la competizione aperta (a tutti!) basata sul merito, perequazione del trattamento pensionistico eliminando i privilegi attuali dei prof, e valutazione seria ex post delle attivita' degli organismi accademici.
RispondiElimina@ limite
RispondiEliminaAPRI, in dissenso con altri residuali coordinamenti di ricercatori precari di cui sappiamo la fine che han fatto (oggi difendono le lotte opelegiste dei ricercatori strutturati!), ha scelto deliberatamente di avere una linea *non* corporativa per i ricercatori precari, senza fare distinzione circa il loro inquadramento contrattuale (assegnisti, post-doc, senza-borsa etc.) ma chiedendone la valorizzazione in termini di reclutamento esclusivamente sulla base del merito scientifico misurabile attraverso la qualità delle pubblicazioni. Come avviene in tutti gli altri paesi europei.
In questo sta il carattere "sovversivo" della linea di APRI. Per questo siamo riusciti a distinguerci dal panorama paludato di associazioni di categoria esistenti (precarie e ancor di più degli strutturati), tutte purtroppo corporative e conservatrici.
Se poi i politici del PD o del PDL non percepiscono le nostre indicazioni... peggio per loro! Sappiamo bene della mediocrità della classe politica italiana.
@ perplesso
RispondiEliminaabbiamo fatto quel che potevamo. non credo che gridare avrebbe aiutato, né credo che il problema consista nel non aver sollevato a sufficienza il dramma del precariato. lo sanno tutti che ci sono tanti - troppi - precari e che con stipendi da fame reggono loro il sistema della formazione e della ricerca. Il problema semmai è che se i precari fossero più uniti sarebbero anche più forti...
abbiamo ottenuto qualcosa di simbolicamente rilevante: l'introduzione di un emendamento che prevede il pensionamento dei baronazzi a 65 anni. E' un piccolo successo che appena rischiara uno scenario assai cupo.
il punto, mi pare, è che i senatori della VII commissione hanno provato a rispondere alle pressioni - forti e ripetute - degli RTI, che dalla loro avevano anche parte consistente del baroname.
Vedremo come evolverà il dibattito parlamentare. Certo i segnali non sono incoraggianti, anzi non lasciano presagire nulla di buono, ma la guerra non è ancora persa. Molto dipenderà dalla dialettica tra governo e maggioranza, non credo infatti che il MIUR potrà accettare lo stravolgimento del suo decreto.
@ untenured
RispondiEliminama mi spieghi come fai a dire "peggio per loro"?
il "peggio" e' solo per noi.
loro se ne stanno beati a scaldare le sedie in parlamento con 20 mila euro al mese, che l'italia sia fondata sul merito o che sia fondata su questo schifo che ci circonda.
non si puo' soltanto bearsi del proprio essere nel giusto quando tutti intorno intanto pensano a massacrarti e a farti fuori. possibile che non riusciate a fare un passo avanti su questo?
non si puo' con la bacchetta magica sanare una situazione cosi' irrimediabilmente compromessa. dove ci sono in ballo interessi enormi. ci vorranno decenni, se mai si riuscira', a far diventare il sistema del reclutamento l'oasi felice ed illuminata che voi vagheggiate.
nel frattempo non e' pensabile mandare al macero generazioni e generazioni. ci vuole anche qualcosa per tamponare l'esistente, per evitare che tra le forze dei pescecani che popolano questi mari gli unici a soccombere siano i postdoc che da dieci anni popolano le universita'. perche' e' chiaro che succedera' no? che altro vi serve, che chiedano la chiamata diretta ad associati anche gli amministrativi?
qualcosa. non l'ope legis ma Q-U-A-L-C-O-S-A.
qualcosa per far capire a questa gente che esistiamo.
perche' non e' vero come dice insorgere che tutti sanno che esistono i precari. non e' assolutamente vero. e anche quelli che lo sanno faranno finta di non saperlo finche' potranno.
ma la gente che va nelle piazze perche' non ha lavoro perche' ci va? che forse non e' noto che c'e' una marea di gente senza lavoro. eppure nelle piazze da che mondo e' mondo, bisogna andarci.
@ insorgere
RispondiEliminase passera' il pensionamento a 65 anni, gli attuali RTI ve ne saranno infinitamente grati.
@ limite
RispondiEliminafai il favore di non scrivere 6 messaggi solo per dire che sei incazzato e che non faresti quel che abbiamo fatto noi, uno può bastare.
nota a margine sui 65 anni: sarebbe un bene per il sistema, che almeno in questo si uniformerebbe all'Europa. Comporterebbe consistenti risparmi, abbassamento età media, ricambio generazionale. per favore non parlare a vanvera.
Scusa Limite e con rispetto di tutte le opinioni, ma il tuo post sul pensionamento a 65 anni non si può proprio leggere.
RispondiEliminaCapisco il momento di sconforto (e penso valga per tutti i frequentatori del blog), ma se passasse quell'emendamento sarebbe una svolta. Della gratitudine degli RTI poi me ne importerebbe "il giusto"...
@ insorgere
RispondiEliminadeve essere che scrivo in aramaico se dopo sei messaggi non e' ancora chiaro che sto scrivendo per dire che bisogna fare qualcosa di piu' concreto. che il settimo sia quello buono?
certo sarebbero un bene i 65 anni, ma converrai che di tutti i posti che si libereranno ne gioveranno gli attuali RTI se avranno la chiamata diretta. che qui e' opinione comune siano per la stragrande maggioranza entrati per grazie ricevute e concorsi truccati.
quella che si dice una vittoria di Pirro.
@ popeye
RispondiEliminanon discuto la "svolta". sono anch'io per abbassare l'eta' pensionabile ovviamente.
solo guardo alla ricaduta concreta nel breve periodo e non mi sembra che ci sia granche' da gioire.
Infatti, Limite, qui nessuno sta gioendo di come stanno massacrando la nostra generazione. Ma negare l'unica proposta positiva uscita dalla commissione, solo perché gli RTI saranno i primi e diretti fruitori, è esagerato.
RispondiEliminaPersonalmente sono per mandare a casa il prima possibile tutta la gente che ha creato (e continua a creare) il marcio che c'è ora nell'Uni italiana.
guardate che le lotte più corporative di ricercatori precari in questi anni non hanno ottenuto un beneamato nulla. Non creiamo false illusioni. Ricordate le mobilitazioni per le stabilizzazioni degli assegnisti di La Sapienza un paio d'anni fa.
RispondiEliminaI ricercatori precari vincono quando mettono in discussione il sistema, aprendo contraddizioni.
APRI con la sua visione "europea" e la sua strategia della lumaca (individuare le possibilità di intervento anche nei minimi dettagli) ha ottenuto alcuni significativi riconoscimenti.
Ora siamo sotto elezioni e i Valdymort si mettono dalla parte dei ricercatori opelegisti, ma non bisogna disperare, la classe politica fa schifo ma l'opinione pubblica è dalla nostra parte e la classe politica è obbligata ad ascoltarci. Prima o poi.
@Limite, ma allora e' tanto semplice! Se secondo te il "qualcosa" che giovera' alla nostra generazione un "qualcosa" in termini occupazionali e' andare in piazza... Vai in piazza! C'eri allo sciopero del 12 marzo? Progetti di astenerti dalla didattica?
RispondiEliminaPer rispondere a quanto chiedevi ad euroscience, verso il quale sento una profonda solidarieta' quanto piu' lo attacchi, ebbene aver fato anche 20 anni di assegni, cococo, cocopro, didattica a contratto secondo me deve valere ZERO in sede di abilitazione nazionale. Cosi come deve valere ZERO la didattica fatta come RTI. Nella selezione, trasparente e responsabile, locale, contera' quel che serve di piu' in quella sede: vuoi un mediocre ricercatore ch insegna bene? Vuoi un orso incazzato che e' un dio della genetica di popolazioni? A te scegliere.
Qui il nocciolo della questione e' che bisogna cercare di disegnare un sistema finalmente competitivo col resto d'Europa (e DDL ed emeRdamenti NON lo fanno), e nel contempo operare sulle leve che controllano il passaggio dal sistema attuale a quello nuovo in modo da non schiacciare l'enorme massa di non strutturati per evitare che l'unica selezione che verra' applicata loro sia quella del "resiste chi se lo puo' permettere". In questo senso noi abbiamo fatto svariate proposte: nella fase transitoria, derogare ai limiti imposti alla rinnovabilita' dei contratti; derogare al 3+3 per accedere alla tenure track per chi avesse gia' alle spalle un tot di anni da precario; stabilire quote rigide per bilanciare le entrate da rpomozion interna, tenure track e mobilita'... Nel DDL e negli emeRdamenti cio' non si realizza. Sconfitta APRI? Come no, pero' ricordatevi che se perde l'APRI, in genere, perdono tutti i precari e, mi permetto di dire, perde tutta l'Italia. Come rimediare? C'e' poco da fare: noi possiamo solo denunciare pubblicamente lo scempio che si prepara, come abbiamo gia' fatto. Se pero' una astensione dei RTI dalla didattica e' COSI' in grado di influire sul corso degli eventi, vista l'inconsistenza della mobilitazione dei precari (ISPRA a parte), non credo si possa fare di piu'...
@Perplesso
RispondiEliminaSi poteva gridare, magari in una piazza o davanti ad un palazzo cieco sordo e muto. Noi abbiamo usato queste parole nelle sedi dove a questi che ci governano in genere brucia di piu'. Ti cito solo un esempio
Corriere della Sera:
«La situazione è drammatica: le Università continuano a pagare stipendi a migliaia di professori over-65, e chiudono di fatto le porte ai giovani. Il Ministero quest'anno taglia
621 milioni di euro al Ffo (Fondo Ordinario per le Università), che non vengono nemmeno pareggiati dal finanziamento derivante dallo scudo fiscale (400 milioni). Senza
contare gli inspiegabili ritardi nel finanziamento dei progetti Firb (Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base) e Prin (Programmi di ricerca di Rilevante Interesse
Nazionale). Insomma dovunque si guardi ci sono solo muri eretti a difesa degli interessi di piccole consorterie e basse operazioni di cassa. E sul ddl che dovrebbe disegnare,
appunto, il futuro dell'Università, è già cominciato un sospetto tira e molla... [...] Il Ministro promette 4.000 e realizza, nelle migliori delle ipotesi, 1700. Significa solo una cosa: che non è in grado di gestire, pianificare, indirizzare. Un qualsiasi omologo
europeo si sarebbe dimesso. Purtroppo la disillusione di molti spinge a cercare soluzioni fuori dall'Italia. Anche perché la protesta organizzata fino a questo momento non ha
prodotto risultati concreti, e ai precari non si può più chiedere di aspettare"
Meglio specificare chi le ha dette queste parole ... per chi ha la memoria corta
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/09_dicembre_21/gelmini-tagli-precari-ricerca_75f5e65c-ee3c-11de-9127-00144f02aabc.shtml
Invece che continuare a chiedere cosa ha fatto l’APRI e lamentarsi, meglio vedere quali proposte portare aventi per il futuro.
RispondiEliminaIl problema fondamentale è che il sistema è oramai indirizzato verso il futuro e non sembra interessato a chi sta nel presente in maniera precaria, noi!
Ora un precario se la dovrebbe giocare per diventare RTI, tolta questa figura l’asticella, metaforica, è alzata a PA con due problemi.
Il tempo: occorreranno 6 anni da TD, aggiungiamo 2 anni prima che il tutto parta, fanno 8 anni. In questo modo si risolve parte del precariato: i 35-45 enni saranno andati all’estero o avranno cambiato lavoro.
La competizione: RTI e precari si troveranno a competere per gli stessi posti da PA, con ovvi vantaggi per chi è già dentro, i RTI.
Che fare? Questi sono i problemi scottanti del nostro movimento
La mia è proposta è questa
Continuare a insistere, fino allo sfinimento e in tutte le sedi, perché sia continuato per 3 anni il reclutamento ordinario a RTI secondo le regole della II/2008 con un finanziamento adeguato. Il PD propone 100 milioni per i primi 8 anni di applicazione del DDL per agevolare il passaggio da RTI a PA, noi chiediamo 100 milioni ora per 3 anni per nuovi posti RTI
Nel DDL deve essere prevista una corsia anche per i precari, controllata in questo modo.
Chi ha fatto almeno 6 anni di assegno di ricerca (o 5 anni + 1 di altro contratto) e prende l’abilitazione nazionale con asticella alta (ALTA), può essere chiamato a PA senza passare dal TD. Per agevolare la loro chiamata il MIUR cofinanzia la posizione per almeno il 50%. Si potrebbe prevedere anche 3 anni di TD a livello di Associato, purché dopo valutazione con criteri stabiliti al momento della chiamata la messa in ruolo sia obbligatoria (la verifica attuale, ma fatta seriamente!).
E bravo Sid - passare dall'emotivita' all'azione focalizzata! Se ho capito bene vorresti mantenere lo status quo per dare la possibilita' competitiva a TUTTI i precari attuali di entrare in tenure track come ricercatori. La proposta suona conservativa ma puo' essere efficace. Si formuli quindi la proposta in una paginetta sottolineandone tutti i benefici che porterebbe (tra l'altro una semplificazione dell'articolo 8 del ddl pedr il reclutamento), e offro l'appoggio della Via-academy per spararla a vari parlamentari.
RispondiEliminail problema è ammettere che stiamo per essere sconfitti sul piano generazionale. Per l'APRI accettare una sanatoria generale è una sconfitta ma credo che arrivati a questo punto dobbiamo accettare anche le ritirate strategiche. Solo una sanatoria può risolvere il problena dei precari 35-45 enni come il sottoscritto (Johnny)per come si sono messe le cose. alla fine del governo Prodi ci fu un tentativo, purtroppo distrutto da un articolo del Messaggero. Ci siamo battuti in questi anni per cose sacrosante e giuste come il merito, ma qui chi ci è andato di mezzo siamo stati noi, 35-45.
RispondiEliminaAlmeno 6 anni di assegno mi sembrano troppi, visto che chi ha avuto il dottorato con borsa attualmente ne può fare al massimo 4. O sbaglio?
RispondiEliminaCerto che fate veramente sorridere...
RispondiEliminase lo scrivo io che bisogna valorizzare gli anni di assegno e farli rientrare nel computo per la chiamata diretta dopo abilitazione mi date del troll e gridate al corporativismo. Addirittura gli "anni di assegno devono valere ZERO"!
Ma se lo scrive Sid che vi vuole una "corsia per i precari" e che gli anni di assegno devono valere e addirittura il MIUR deve cofinanziare le posizini allora "e bravo Sid!"
meno male va. Grazie Sid.
La prossima volta ti giro le mie proposte cosi' le scrivi tu..
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Nel DDL deve essere prevista una corsia anche per i precari, controllata in questo modo.
Chi ha fatto almeno 6 anni di assegno di ricerca (o 5 anni + 1 di altro contratto) e prende l’abilitazione nazionale con asticella alta (ALTA), può essere chiamato a PA senza passare dal TD. Per agevolare la loro chiamata il MIUR cofinanzia la posizione per almeno il 50%. Si potrebbe prevedere anche 3 anni di TD a livello di Associato, purché dopo valutazione con criteri stabiliti al momento della chiamata la messa in ruolo sia obbligatoria (la verifica attuale, ma fatta seriamente!).
@ assegnista
RispondiEliminail massimo e' 5 con un dottorato di 3, e 4 con un dottorato di 4. la somma non puo' eccedere 8.
ciononostante molte universita' hanno lasciato superare il limite negli anni scorsi quindi esiste gente con piu' di 5 anni.
per scrivere la proposta in linea con la normativa come viene applicata adesso sarebbe meglio non parlare di 6 anni di assegno infatti. ma di almeno 5 di assegno e un altro di postdoc.
Mi permetto di avanzare un proposta che mi sembra importante.
RispondiEliminaEstendere le attuali regole per il reclutamento a RTI a RTD.
Al momento i posti RTD verranno dati su base locale con commissioni locali. I baronazzi metteranno chi vogliono. Mi sembra chiaro che, poiché la posizione di ingresso sarà RTD, il reclutamento per questa figura dovrà essere il più possibile meritocratico e trasparente. Al momento uno nemmeno sa dove vengono banditi posti RTD. E poi anche se ne scova uno sa benissimo che con queste regole si tratta di posti ultra-blindati, ancora di più che i RTI con vecchie regole.
@ Limitefruibilità
RispondiEliminaIo ho un assegno rinnovabile fino a un massimo di quattro anni, mi dicono gli uffici della mia università, anche se ho avuto una borsa dott di 3.
La mia università si sbaglia? Vuol dire che per legge posso rinnovare fino a 5?
@ Assegnista
RispondiEliminadunque, credo che il rinnovo sia comunque quello dichiarato nel bando. pero' tu come persona puoi fare il quinto anno.
per esempio vincendo un altro assegno. anche biennale da bando, ma del quale potresti beneficiare solo per il primo anno.
Chi si è fatto il post doc o altri contratti all'estero lo escludiamo perchè non ha tot anni di assegno di ricerca? Oppure stiliamo una bella lista di equipollenze, così tanto per dare lavoro ai burocrati?
RispondiEliminaL'abilitazione va attribuita secondo criteri di produttività sia scientifica che didattica (stiamo parlando di abilitazione da professore associato o sbaglio).
Se uno ha avuto tanti anni di assegni buon per lui, ha avuto il tempo di accumulare titoli.
Ma il peso dell'anzianità deve tendere a zero, l'anzianità di servizio non è un merito di per se. Qui l'anzianità non fa grado, non è mica la naja questa.
@Limitedifruibilità
RispondiEliminaTi ringrazio. Chiedo scusa se mi concentro su un problema personale, ma forse ci sono altri casi come il mio. Per la verità il bando del mio assegno dice che l'assegno è annuale, rinnovabile (senza la specificazione del numero di anni di rinnovabilità). Di fatto è stato rinnovato "quasi automaticamente" di anno in anno. Solo che il regolamento generale della mia università dice: il rinnovo può essere di 8 anni totali se non hai avuto borsa di dottorato e di 4 anni se hai usufruito di borsa (senza alcuna specifica se la borsa è stata di 3 o 4 anni). Mi è sempre sembrata una cosa assurda. Ma così è.
@Limite
RispondiEliminaPuoi sempre riciclarti come sarto, sei molto bravo a tagliare
"deve valere ZERO in sede di abilitazione nazionale", ho scritto. E sid ha scritto "asticella alta" che significa che l'abilitazione si da, con criteri per quanto possibili automatici e oggettivi (euroscience, non ti ci mettere anche tu ora!) sulla base del merito scientifico, e stop!
Poi nella selezione in sede locale ti giudicano su tutto quel che vuoi. E, se si concede la chiamata diretta a PA a tutti i RTI abilitati, non vedo perche' questa non dovrebbe essere concessa a chiunque abbia una esperienza accademica in Italia o fuori come non strutturato, magari dandoun incentivo come propone sid per colmare il vantaggio concesso dal reclutare un RTI che stai gia' pagando...
@ Assegnista
RispondiEliminaallora se il bando e' scritto cosi', e se il tuo dipartimento sarebbe disposto a rinnovarti per un altro anno, penso proprio tu possa muoverti presso gli uffici competenti (ufficio assegnisti del tuo ateneo).
la distinzione rispetto agli anni del dottorato esiste ed e' riconosciuta dal Miur. infatti il Cineca permette l'inserimento di un assegnista al quinto anno, se ha usufruito di 3 anni di borsa di dottorato.
@Mike
RispondiEliminaIo sarei d'accordo in linea generale. Ferma restando la produttività della ricerca, il problema adesso è che i RTI avranno la loro corsia preferenziale, i RTD pure (con molte più difficoltà), col risultato che proprio in virtù delle "logiche di anzianità" che tutelano chi già è dentro verranno fatti fuori tutti quelli che tra borse, assegni, post-doc, contratti co.co di vario genere si sono fatti magari dieci anni di dis-onorata carriera producendo spesso molto e bene con un curriculum almeno da PA. Se la lotta diventa di corporativistica bisogna essere realisti e portare avanti lotte corporativistiche. Gli ideali sono belli ma ormai mi pare chiaro che ci si deve adeguare alle logiche del sistema se si vuole portare a casa qualcosa.
@ France
RispondiEliminami pare che Sid abbia proprio scritto che gli anni di assegno devono valere nel computo per l'abilitazione nazionale.
questo significa che io assegnista di lungo corso non devo ricomnciare a contare da ZERO per arrivare a SEI per sperare che la mia abilitazione possa farmi chiamare direttamente da qualcuno.
e' questa la novita' del messaggio di Sid rispetto a quello che fin ora e' stato proposto in questa lista. o l'avevate gia' detto e' mi era sfuggito?
ed e' questo che io avevo gia' scritto qualche messaggio fa ieri sera.
taglio e incollo perche' Sid scrive cose cosi' illuminate che e' un peccato parafrasarlo .....
Avete letto gli emendamenti Valditara su [dibattito]? Nessun intervento sulla norma dei 10 anni. Per la generazione '70 è l'addio all'università.
RispondiEliminaVolevo precisare meglio
RispondiEliminaNon si tratta di una sanatoria, ma di dare una possibilità di partecipare anche a chi è stato precario in questi anni senza santi in paradiso. Chi prima non aveva possibilità di vincere i concorsi perché non era il candidato interno e poi rischia di essere tagliato fuori perché troppo vecchio!! E che nel frattempo ha cercato di fare ricerca e non solo il galoppino di qualche professore, e sottolineo FARE ricerca!
Il DDL ha una prospettiva di lungo termine (trasformazione in legge, decreti delegati, 3+3 anni). Molti non hanno questo tempo, diamo loro una possibilità di dimostrare il loro valore, cioè quanto hanno fatto in questi anni. Equipariamo per un certo tempo alcuni contratti ai 6 anni di TD che saranno previsti dal DDL.
Qual è la differenza rispetto a una sanatoria? Da qualche parte (abilitazione nazionale) deve esserci una selezione forte sulla produzione scientifica.
Aggiungo anche che non è una lotta corporativa, ma un modo per tenere dentro l’Università gente che in questi anni ha fatto ricerca di alto livello. Secondo me risponde al concetto ideale di una Università aperta alle menti migliori, quindi non è conservativa
RispondiElimina@ Mike
RispondiEliminalo stesso discorso che fai tu vale per gli anni di RTD pero'?
se uno ha fatto 6 anni di nuovo TD allora e' chiamabile una volta abilitato e se invece ha fatto il lecturer 6 anni in UK non conta nulla?
in ogni caso la proposta di Sid puo' benissimo essere scritta in modo da comprendere lo stesso trattamento per analoghe posizioni all'estero. anzi dal mio punto di vista sarebbe indispensabile scriverla cosi'.
non mi pare ci voglia un gran lavoro per stabilire equipollenze. il concetto di postdoc e' ben definito fuori dall'italia.
quando tanti di noi han fatto domande all'estero hanno visto valutati gli anni di assegno come anni di postdoc senza problemi. possibile che qui in italia tutto debba diventare una questione complicata?
L'abilitazione deve essere aperta a tutti coloro che abbiano titoli scientifici didattici adeguati. Assegnisti, RTI, RTD, stranieri, massaie di Voghera o marziani .
RispondiEliminaPer questo dobbiamo batterci, per allinearci ai paesi avanzati. Per questo è nata APRI.
Se no potevamo accodarci a quelli che schiamazzano per la corsia preferenziale, scaricano i problemi sulla generazione successiva e banchettano allegramente mette tutto intorno a loro marcisce.
@ sid
RispondiEliminainutile dire che sottoscrivo parola per parola quello che stai scrivendo.
@ Mike
RispondiEliminanon stiamo parlando di titoli per l'abilitazione. stiamo parlando di anni di postdoc necessari per essere chiamati dopo aver preso l'abilitazione da associato.
@sid
RispondiEliminaDici cose di buon senso. Ma la lotta deve essere per forza corporativa. Nel senso che devono essere istanze portate avanti da una certa massa di persone che vuole far valere i propri meriti (non chiamiamoli diritti). Il concetto ideale da solo non basta, è necessario che qualcuno lo faccia valere. Un gruppo di pressione (se non vuoi chiamarla corporazione...)
Buongiorno. Faccio parte anche io della schiera dei precari. Gradirei porre sul tavolo della discussione il seguente punto.
RispondiEliminaSiamo sicuri che l'emendamento sull'abbassamento dell'età pensionabile favorisca in futuro chi riuscirà ad entrato all'università, ma tardi? Chi entrerà a 38,40 anni, avrà pochissimi contributi. Anche perché il contenuto dell'emendamento non è chiaro: si può chiedere di restare in servizio fino alla maturazione di massimo 40 anni di contributi. Che significa? Supponiamo che un docente arrivi a 65 anni con 30 anni di contributi. Appare assurdo ritenere che possa chiedere di restare in servizio fino a 75 anni. E allora si dovrà fissare per forza un tetto massimo, almeno fino a 70 anni.
Gradirei conoscere il vostro parere sul punto.
Mi sembra un emendamento boomerang per noi precari.
Saluti.
Il punto e' che l'abilitazione deve essere SOLO scientifica, senno' ci facciamo ridere dietro dal resto del mondo. La chiamata diretta contro un concorso locale sono solo "problemi di forma" : se non si valuta seriamente chi recluta, tutti i meccanismi che studi sono inutili.
RispondiEliminaIl bilanciamento che chiede sid e' conseguenza dell'orientamento che sembra prevalere dopo le presioni dei RTI: l'ope legis mascherata da chiamata diretta di chiunque abbia fatto 6 anni di didattica. Pero' allora mi devono spiegare che differenza c'e' fra un RTI da 6 anni o un non strutturato che fa ricerca e didattica da 6 anni.
L'antidoto e' rendere il passaggio dell'abilitazione il discriminante, che tenga conto SOLO della produzione scientifica del candidato, comunque l'abbia ottenuta (da RTI o da precario, in Italia o fuori), e su basi quanto piu' oggettive.
Credo che con una asticella ben posizionata i RTI che pigliano l'abilitazione saranno 1/4 dei non strutturati. E poi si puo' colmare il gap economico agli atenei per invogliarli ad assumere esterni invece che promuovere interni.
Marco solleva un problema non da poco....
RispondiEliminagli emendamenti del governo. Che ne pensate? Ci fate pure voi un bel post?
RispondiEliminahttp://frondaprecaria.wordpress.com/2010/03/15/gli-emendamenti-del-governo/
ps. la questione dei 10 anni è devastante
ciao
@ Mike
RispondiEliminaBen vengano anche i marziani certo, se hanno lavorato bene e si meritano un posto.
Però ora bisogna fare un discorso di sano realismo. La massaia di Voghera potrebbe aver anche prodotto, nella solitudine della sua cucina, le ricerche più importanti, che ne so, sulla biologia molecolare e sulla metafisica di Aristotele. Il problema è che la massaia di Voghera, anche con la riforma che si profila, non vincerà mai un concorso in Italia. Non lo vincerà mai anzitutto perché ci saranno RTI che passeranno per diritto di anzianità e RTD (che peraltro verrano reclutati con regole care al più antiquato baronume) che avranno diritti acquisiti per legge. Vogliamo allora cercare di fare in modo, stando così le cose, che almeno i precari di oggi (quelli, che hanno prodotto e che si sono fatti anni di carriera con i più diversi contratti) abbiano una qualche possibilità REALE di entrare in ruolo? Continuare a dire che no, APRI non vuole le corsie preferenziali, alla fine vuol dire mettersi a fare il Tafazzi. Noi ci bastoniamo i c... da soli mentre tutti gli altri ottengono le loro belle corsie preferenziali e ci fanno fuori. L'unica soluzione realistica al momento per eliminare le corsie preferenziali è creare quante più possibili corsie preferenziali. Infinite corsie preferenziali = 0 corsie preferenziali.
Io voto per il pensionamento a 65 anni !!!
RispondiEliminaDove funziona cosi' c'è veramente il ricambio generazionale! Diventa inevitabile...
@ France
RispondiEliminama allora non ci capiamo. Sid non parla di titoli per l'abilitazione. Parla di anni di postdoc necessari per essere chiamati direttamente dalle universita' DOPO aver preso l'abilitazione in base al merito con tutte le asticelle alte che vuoi.
l'abilitazione la puoi pure prendere a 25 anni con la laurea. se pero' vuoi essere chiamato da associato devi prima farti 6 anni di postdoc.
questo e' il senso di quello che propone Sid. ma comunque sapra' spiegartelo meglio lui stesso.
@ Marco
RispondiEliminaL'emendamento è cotruito proprio per non andare contro i precari che quando arriveranno a 65 anni avranno pochi contributi. Quindi la condizione per andare in pensione è: 65 anni E 40 anni di contributi (che è l'anzianità massima contributiva).
Da questo punto di vista mi sembra eccellente. D'altra parte, credo che tra 20-30 anni saranno cambiate un sacco di leggi e forse l'età pensionabile diventerà 80 anni per tutti ... questo per dire che l'emendamento mira ad avere un effetto immediato adesso, ed è quello ciò che conta.
Piuttosto, peccato che il PD abbia eliminato gli ultimi due commi che erano nella proposta APRI: quelli che vincolavano le risorse rinvenienti da questi pensionamenti all'assunzione dei precari...
@ ario
RispondiEliminaGrazie, ho aggiunto il link a questo post.
Nota che si tratta degli emendamenti del relatore, non del Governo (mi sembra ci siano alcune frizioni tra Valditara (peraltro finiano) e la Gelmini).
Avevo già letto il riassunto degli emendamenti di Valditara venerdì (sai, la Stasi ...), e infatti avevo fatto qualche cenno.
Però attendo di leggere gli emendamenti veri e propri, perchè mi attendo altre sorprese (negative, naturalmente).
La faccenda degli anni da assegnista conteggiati retroattivamente è così surreale che non capisco come nessuno abbia presentato nemmeno un emendamento.
@ limite
RispondiEliminaRiformulo nel modo più elementare possibile.
Chiunque deve poter concorrere al conseguimento dell'abilitazione quando vuole. I servizi pregessi, *quanto tempo* hai lavorato non conta nulla. Conta solo *quanto\cosa hai prodotto*.
Chi consegue l'abilitazione deve essere chiamabile subito. E' questione di logica elementare: una commissione deve abilitarti a fare l'associato se puoi farlo da subito.
Non ho mai sentito parlare di abilitazione sulla fiducia, ma è pur vero che siamo in Italia.
@ Assegnista
Non sono d'accordo. Infinite corsie preferenziali = dentro cani e porci.
Cioè, per proprietà transitiva, = tutto come prima. Non credo sia questo quello di cui ha bisogno l'università.
ora basta fino ad ora potevo pure accettare che apri non volesse sanatorie ma cosa cavolo devono fare gli ultra trentenni che magari hanno fatto 1 anno di borsa+3 anni di dottorato+4 anni di assegno(e sugli anni di assegno non spariamoci sulle palle: a pisa il max è 2+2 quindi sono 4 al max gli anni di assegno.)rifarsi 6 anni che magari non te lo danno neanche subito il posticino da RTD ma fra 1 o 2 anni quindi uno stronzo dovrebbe ri-aspettare circa 8 anni.
RispondiEliminase l'apri continua a lavorare così per i precari è meglio se andiamo tutti a zappare anche gli umanisti con le manine rosee e paffute.
Ma a sto punto chi se ne catafotte del pensionamento prima o dopo tanto non ce ne è per nessuno di noi e se questo servirà a far entrare prima quelli che ora hanno 15 anni beh...ognuno si faccia le sue di lotte..non possiamo lottare noi per essere fottuti dalle generazioni passate e future.
RispondiEliminapotete postare gentilmente un link dove leggere gli emendamenti Valditara e questa storia del computo degli anni di assegno cosi come sono nel DDL e nei vari emendamenti prsentati?
RispondiEliminaok, quello di Valditara e' nel post.
RispondiEliminami dispiace dirlo ma l'APRI ha fallito non perchè abbia agito male ma perchè non ha capito il contesto in cui agiva: l'Italia è questa signori, è più facile ottenere una sanatoria che il merito.
RispondiEliminad'altra parte però come giudichereste voi uno che vuole spiegare ad Hitler cos'è la pace? se gli americani non lo bombardavano aveva voglia gandhi di star lì a menargliela..bisogna capire che se si è in guerra si deve sparare e se si è in Italia bisogna paracularsi e basta.
@ Mike
RispondiEliminaScusa, ma i tuoi sono luoghi comuni.
Se passasse la tua linea la nostra generazione precaria verrebbe tagliata fuori. La realtà è che le corsie preferenziali ci saranno per RTI e RTD. Poiché i posti non sono infiniti entreranno solo loro. Se le corsie preferenziali le facciamo mettere anche per noi allora avremo qualche chances. Siamo in un momento di lotta all'ultimo sangue, lo capisci questo? Bisogna essere più realisti del re in questi casi. Con 'sta storia della meritocrazia nuda e pura ci affossiamo da soli (e affossiamo solo noi). Tutti i posti saranno occupati da coloro che sapranno far valere il lavoro pregresso. E diciamolo una volta per tutte. Ci sarà pure qualche genio che completamente slegato dall'Università ha prodotto ricerche fondamentali. Ma nel 99% dei casi i possibili candidati per un posto sono persone che dentro all'Università hanno vissuto per anni, accumulando contratti di ogni tipo. Tu sembra voglia dire che i contratti non valgono nulla. Sarà forse vero in linea di principio. Ma nei fatti sono quei contratti che consentono di fare ricerca. Non saranno la condizione necessaria e sufficiente per accedere ai ruoli, ma l'unica via è che vengano riconosciuti come condizione almeno necessaria, se no, CON QUESTE REGOLE CI FANNO FUORI TUTTI.
@ montalbano
RispondiEliminaPisa non e' il Miur. gli anni di assegno concessi dal MIUR a chi ha fatto 3 anni di dottorato sono CINQUE.
Non capisco il parallelo: la conclusione dovrebbe dovrebbe essere che "se si è in Italia bisogna costruire una coalizione di Alleati contro la Maffia" - invece la tua suona come "gli americani dovevano ruffianarsi Hitler"...
RispondiEliminaBoh.
Ma quindi le associazioni che hanno proposto le stabilizzazioni non hanno fallito?
RispondiEliminaA me pare invece di sì, visti i risultati.
@ mino
RispondiEliminama infatti qui non si parla di nessuna stabilizzazione. qui si propone una terza via.
Chi e' "qui"? "Qui" si discute e ci si confronta a ruota libera.
RispondiEliminaMi permetto di sottolineare ancora un problema fondamentale di cui forse ci si sta dimenticando.
RispondiEliminaIl reclutamento dei RTD, se nulla cambierà, verrà effettuato su base locale con commissione nominata dalla facoltà (cioè il peggio del peggio: membri designati in funzione del candidato che deve passare).
Questa forse è la prima battaglia: le commissioni per RTD dovranno almeno essere nominate con i criteri attuali dei RTI, e i posti a bando devono essere pubblicati secondo le attuali regole dei bandi RTI.
Questo almeno va fatto.
Poi se si vuole fare anche un discorso di "corsie preferenziali" allora si potrebbe prevedere che titolo preferenziale (anche se preferenziale non vuol dire nulla se viene lasciato alla discrezionalità della commissione - bisogna mettere paletti rigidi di giudizio) per accedere a RTD è la fruizione di assegno di ricerca o borse post-doc per almeno 4 (?) anni. Non mi sembra una proposta così folle. Qualcuno dirà: tu proponi questo perché ora sei assegnista ecc. E' vero.
Ma guardiamo la realtà delle cose. Molti degli assegnisti di oggi, supermeritevoli sul piano scientifico, verranno tagliati fuori perché ai PA accederanno quasi solo gli attuali RTI e i posti RTD, dati su base locale, saranno riservati ai 'pupilli' dei baroni che saranno in vita (reale e accademica) quando verranno banditi i RTD.
Diciamolo senza nasconderci. Molti di coloro che oggi godono di assegno di ricerca (o ne hanno goduto fino a poco tempo fa) non sono quasi mai dei cani sciolti; hanno sempre un loro ordinario di riferimento. Il problema è che molti degli attuali ordinari nel giro di due o tre anni andranno in pensione (la metà del totale nella mia disciplina). Gli ordinari che rimaranno faranno il bello e cattivo tempo, fregandosene (e potendolo fare per legge) del fatto che ci sono in giro precari con curriculum da associato (se non da ordinario) che più nessuno 'protegge'. La mentalità accademica non si cambia in quarto d'ora; va bene la meritocrazia, ma ora ci vuole una legge che tuteli gli attuali precari dalla mafia baronale che il ddl in discussione, così come è, farà crescere a dismisura (almeno sui livelli di accesso ai ruoli che saranno i RTD).
Io sinceramente non capisco come mai sia accettabile che un tot di anni da RTD debba essere preferenziale per la chiamata a PA e un tot di anni di assegnista e post-doc non debba essere un criterio preferenziale per diventare RTD.
@ euroscience
RispondiEliminaqui intendevo in questi ultimi messaggi dalla proposta Sid in poi.
@ assegnista
RispondiEliminaadesso pero' non prendiamo derive perverse.
che si debbano valorizzare gli anni di assegno va bene. che lo si debba fare per proteggere gli assegnisti il cui "protettore" di riferimento sta andando in pensione proprio no. abbiamo visto troppi "protetti" senza titoli passarci avanti per le prodezze del barone di turno, per provare la minima "preoccupazione" per il fatto che alcuni di questi si troveranno "non piu' protetti" per i pensionamenti anticipati.
dopo 3 anni di dottorato e 4 o 5 anni di assegno si spera che tutti abbiano ormai raggiunto autonomia scientifica e "di pensiero". senza autonomia scientifica chiunque assegnista o non assegnista un posto da associato non dovrebbe vederlo neanche da lontano..
Concordo pienamente e anzi appoggio in toto la proposta di assegnista. Mi trovo in una situazione simile.... con un cv a meta´tra il ricercatore e l´ássociato, fortissimo per diventare ricercatore ... non ci sono riuscito perche´mi e´gia´passato davanti di tutto. Non so se ho un cv sufficientemente forte per diventare associato specialmente per diventarlo senza nessuna protezione e degli ordinari di rifermento in pensione. I nuovi ordinari pensano ai propri indipendentemente dalla qualita´e dal lavoro svolto da chi era lí prima. Bisogna trovare delle proposte che titelino la qualita´e il lavoro delle persone. Sicuramente e´da appoggiare lidea che le commissioni per RTD siano nominate con i criteri attuali dei RTI, e che i posti a bando siano pubblicati secondo le attuali regole dei bandi RTI. Poi ce la si gioca sui titoli e sulle pubblicazioni . Un neo dottore generalmente non ha nulla non ce la puo´fare contro chi ha anni di ricerca alle spalle e pubblicazioni a meno che non sia un genio - allora va bene. Un po´ come e´difficile per molti di noi precari di lungo corso avere piu´ pubblicazioni degli attuali RTI, che lavorano per la semplice ragione che hanno in media 5-10 anni in piu´. Un` altra proposta da fare subito e´ quella di introdurre il limite dei 6 anni anche a ricercatori a TI con un deroga per i ricercatori piu´anziani. Insomme possono avere la chiamata diretta solo i RTI ( che hanno maturato almeno 6 anni in fase transitoria, allo scadere dei 6 anni a regime ) che ottengono l´abilitazione nazionale.
RispondiEliminaLa mia proposta vuole proprio evitare che "protetti senza titoli" ci passino davanti semplicemente per il fatto che gli ordinari che rimarranno (senza vincoli imposti dalla legge) potranno fare tutto quello che vorranno.
RispondiEliminaSiamo realisti: con le regole attuali e nemmeno quelle che si profilano nemmeno un Eistein con post-doc e assegno raggiungerebbe mai la "autonomia scientifica e di pensiero" necessaria a vincere un concorso da solo. Sicuramente non vincerebbe mai un RTD con le regole che si profilano senza la protezione di un ordinario.
Scusatemi, non voglio essere polemico, ma a volte mi sembra che APRI con le sue proposte meritocratiche alla fine, siccome il sistema è come è i gli emendamenti al DDL (che passeranno) ce lo dimostrano, rischi di fare il gioco dei baroni. Insomma, gli altri si fanno fare le corsie preferenziali e le regole per gestire tutto in maniera verticistica. A noi precari zero tutele. Vi rendete conto?
@ spillo
RispondiEliminatutto vero, tutto giusto. sotto un profilo tecnico ora come ora non ci sono i margini. si deve attendere lo sviluppo della commissione sugli emendamenti proposti, poi si potrà vedere se si riuscirà a far passare qualcosa di aggiuntivo in aula al senato o in commissione alla camera.
dal mio punto di vista ora ci sono due priorità:
1. sostenere l'emendamento che impone il prepensionamento
2. opporsi agli emendamenti valditara che tutelano i RTI.
poi si vedrà, a seconda di come evolverà la situazione
@ assegnista
RispondiEliminagiusta preoccupazione. quando partecipai in rappresentanza di apri al seminario organizzato dal miur, un annetto fa, dissi esplicitamente che chiedevamo che le regole nuove (sorteggio, niente scritti ecc.) si applicassero anche ai posti TD. su questo ci batteremo fino in fondo, perché è essenziale che le selezioni in ingresso siano trasparenti e meritocratiche.
sebbene butti male, tuttora nel ddl c'è qualche margine relativamente all'istituzione di posti TD finanziati dal MIUR e con concorso nazionale. Staremo a vedere
@ insorgere
RispondiEliminasull'articolo relativo agli assegni di ricerca presenti e futuri e la questione della somma 4+6 del DDL e' stato proposto qualche emendamento specifico che tu sappia?
se si', dove si possono trovare?
nessun emendamento, purtroppo
RispondiEliminaNeanche dal PD?
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaper come era scritto nel testo presentato al Senato gli anni di vecchi assegni entravano nel computo dei dieci anni, giusto?
sembrerebbe di si
RispondiEliminaArt. 10 (commi 9 e 10)
RispondiElimina9. La durata complessiva dei rapporti instaurati con i titolari degli assegni di cui al presente articolo e dei contratti di cui all’articolo 12 [cioe' RTD], intercorsi anche con atenei diversi, statali, non statali o telematici, con il medesimo soggetto, non può in ogni caso superare i dieci anni, anche non continuativi. Ai fini della durata dei predetti rapporti non rilevano i periodi trascorsi in aspettativa per maternità o per motivi di salute secondo la normativa vigente.
10. La disposizione di cui al comma 9, limitatamente alla durata complessiva dei rapporti, si applica, altresì, agli assegni di ricerca conferiti ai sensi dell’articolo 51, comma 6, della citata legge n. 449 del 1997 [cioe' gli attuali assegni].
I due commi non sono stati modificati nel testo emendato a nome i Valditara che circola sulle liste.
Per cui chi avra' fatto 8 anni di assegno (dottorato senza borsa) dall'entrata in vigore delle nuove procedure, probabilmente non accedera' neanche al primo dei contratti triennali RTD, certamente non al secondo triennio. Chi avra' fatto 5 anni di assegno probabilmente non accedera' al secondo dei contratti triennali RTD o comunque non arrivera' al sesto anno dopo il quale potrebbe prendere servizio come PA se chiamato direttamente.
@ gianluca
RispondiEliminaappunto ci vuole qualcosa che incorpori in questa norma gli anni di assegno pregressi.
ovvero almeno una norma transitoria con la quale si stabilisca che i 6 anni di TD necessari per la chiamata diretta diminuiscono al crescere degli anni di assegno. quindi per 8 anni di assegno 2 di TD, per 7 tre di TD, per 6 4 di TD e via discorrendo.
secondo me e' indispensabile. essere tagliati fuori in questo modo e' inaccettabile.
probabilmente non hanno tenuto conto del fatto che la normativa vecchia e' stata interpretata in modo "elastico" in passato e che quindi ci sono in giro persone con piu' di 4 anni di assegno. a parte che poi fanno ridere perche' a norma gli 8 anni senza borsa di dottorato erano piu' che legittimi e quindi avrebbero dovuto prevedere almeno un punto relativo a quelle situazioni cosi' come per gli assegnisti al quinto anno dopo il dottorato di 3 che il ministero riconosce.
ma questa cosa e' stata fatta presente ai fini di un emendamento ma e' stata rifiutata o non se n'e' preoccupato nessuno ne' da destra ne' da sinistra?
Ma 10 anni inclusi o no gli anni di dottorato? (al momento si possono prendere al max 8 anni di assegno meno gli anni di dottorato).
RispondiEliminaesclusi gli anni di dottorato.
RispondiEliminaScusate la mia ignoranza di norme varie, ma non sarebbe meglio abolire qualsiasi restrizione (di tempi e di posizione, ruolo) e lasciare aperta la porta d'entrata al ruolo di ricercatore a tutti coloro che hanno del merito accademico (pubblicazionei, titoli, esperienze didattiche, et.c etc.), che siano gia' dentro o che siano fuori dal sistema attualemente?
RispondiElimina@limite e anonimo
RispondiEliminaIl comma 10 dell'articolo 10 deve essere certamente eliminato ... il problema e' che non si sono sbagliati: lo hanno messo apposta!
Certamente una norma transitoria sulla chiamata diretta che consideri, il problema e' trovare i canali giusti per proporre tali emendamenti nei prossimi passaggi parlamentari (ed avere qualche vaga chance di un minimo di condivisione e supporto)...
Pero' al PD (per esempio alla Carrozza) si potrebbe scrivere criticando pesantemente gli emendamenti PD...
Completo la frase.
RispondiElimina"Certamente una norma transitoria sulla chiamata diretta che consideri gli anni gia' sarebbe utile per gli attuali precari, il problema ..."
Aggiungo che se hanno inserito il comma citato (e Valditara non lo ha eliminato) sul non escludere gli attuali precari dalla chiamata diretta, vedo durissimo spingersi addirittura oltre aprendo subito agli attuali assegnisti anziani (o post-assegnisti)...
@ gianluca
RispondiEliminaapposta per cosa?
per salvare un assegnista di 4 anni e condannare un assegnista di 5? che senso avrebbe?
secondo me molte delle cose che scrivono sono piu' frutto di ignoranza che altro. legiferano senza avere presente lo stato delle cose. hanno capito che la legge non consentiva piu' di 4 anni di assegno e hanno preso per buono quel dato li' senza andare a mettere le mani davvero in pasta...
@limite
RispondiEliminase hai fatto il dottorato con borsa al piu' raggiungi 5 anni di assegno: sono cosi' esclusi i precari vecchi, quelloi che hanno gia' "consumato" l'assegno e tutti quelli che lo consumeranno da qui all'approvazione del DDL (o, secondo uno degli emendamenti di Valditara, all'approvazione dei decreti collegati).
Comunque, dalle notizie che ho avuto di seconda mano, il comma e' stato scritto apposta per mandare a casa la nostra generazione di precari.
@ gianluca
RispondiEliminaappunto: perche' discriminare tra uno di 4 e uno di 5? uno di 4 potrebbe esserlo appunto per aver fatto un dottorato di 4 ed essere vecchio quanto uno di 5. a parte che poi in questo computo non entrano tutte le altre borse e contratti che pure fanno di un postdoc un vecchio o un giovane..
se e' stato fatto apposta motivo in piu' per fare la rivoluzione. o vogliamo farci mandare a casa senza neanche battere ciglio??
Non ho capito su cosa e' la discussione ? 10 anni con Borsa ? Riguaro cosa?
RispondiEliminaNon ho capito il motivo della discussione? Chi mi fa un riassunto?!10 anni di cosa con Contratto ?
RispondiEliminaAl PD la questione è stata sottoposta più e più volte, sia da parti interne al PD stesso che da parte della Flc Cgil (non ultima all'incontro romano). Evidentemente, nonostante le rassicurazioni date, su questa cosa la pensano come il governo.... Una vergogna. Macelleria generazionale
RispondiElimina@ gazao
RispondiEliminaforse e' ora di cominciare a fare i nomi di coloro che rassicuravano.
Carrozza e Tocci! All'incontro romano... e so della Ghizzoni e di Modica pure... VERGOGNA!!!!
RispondiElimina@gazao
RispondiEliminaAllora occorrerebbe scrivere (tramite i giornali...) a Carrozza e Tocci ...
@Doni
Il DDL prevede che il periodo di precariato non possa superare 10 anni (4 di assegno + 3+3 RTI), al termine dei quali (*teoricamente* anche prima se si comincia prima, es. dopo tre anni, i 3+3 RTD), se in possesso della abilitazione nazionale, l'ateneo puo' chiamare direttamente come PA.
Il vincolo di 10 anni, pero', vale anche per i "vecchi assegni", cioe' quelli definiti dalla normativa vigente, per cui chi avra' fatto 5 anni di assegni all'avvio delle nuove procedure di reclutamento del DDL, sara' escluso dalle chiamate dirette (se ha fatto 8 anni di assegno non potra' accedere neanche al primo dei contratti triennali RTD) => precari attuali buttati fuori a calci.
Il testo con gli emendamenti di Validara che sta circolando non e' stato modificato su questo punto.
@ gianluca
RispondiEliminail numero minimo di anni di RTD per essere chiamati PA sia di 6 anni (3+3). solo allo scadere del secondo contratto triennale si puo' essere chiamati direttamente, mentre l'abilitazione puo' essere presa in qualsiasi momento. e ovviamente in qualsiasi momento si puo' essere chiamati successivamente a concorso locale post-abilitazione.
quindi sarebbe piu' completo dire che il DDL prevede un numero minimo di anni di precariato pari a 6 per una eventuale chiamata diretta, e un numero massimo pari a 10, dove si sottintende che prima dei 6 anni di RTD si possano fare fino a 4 anni di assegno. sempre per la chiamata diretta.
quindi il limite e' di 4 per gli assegni e di 6 per RTD.
non e' del tutto corretto che non si potra' accedere ai contratti triennali per gli attuali assegnisti che abbiano superato i 4 anni.
si potranno fari tanti anni di RTD pari a 10 meno gli anni di assegno gia' fatti. il fatto che i contratti saranno triennali non significa granche' allo stato attuale.
come adesso un assegno biennale puo' essere vinto da un assegnista che possa fare solo un anno, non c'e' motivo di ritenere che non si possano fare 5 4 3 2 o 1 anno da RTD.
ovvio che questo potrebbe essere chiarito con i decreti attuativi successivi all'approvazione del DDL.
@Limitedifruibilità
RispondiElimina..Lo vedi che Pisa è il Miur? evidentemente 4 anni è l'optimum sia per Pisa che per il Miur...nananana
Ma dai chi se ne frega 4 o 5 anni? Ma ci credete davvero che il Dipartimento chiami i ric TD come PA ma dove si è mai visto? ci considereranno bimbi scemi fino a 45 anni!!!
Vi state facendo di nuovo prendere per il baugigi..
State vedendo crollare la casa e volete salvare il vaso cinese!!!
UNIVERSITA': PD, DRASTICO TAGLIO RISORSE PROMESSE DA SCUDO FISCALE
RispondiElimina(ASCA) - Roma, 16 mar - ''Ancora un'offesa per il sapere e la cultura italiana: ben 160 milioni destinati alla ricerca e alle universita' tra quelli rientrati con lo Scudo Fiscale si sono volatilizzati. Tenacemente, si persegue la politica di affossare il sistema della formazione superiore in Italia''.
Lo riferisce la capogruppo del Pd nella commissione Cultura di Montecitorio, Manuela Ghizzoni.
''Questo ulteriore e allarmante taglio - aggiunge Ghizzoni - emerge dal Dpcm sull'utilizzo del Fondo derivante dal cosiddetto Scudo Fiscale. Lo scorso dicembre 400 milioni derivanti da questo gettito erano stati destinati al reintegro delle risorse ordinarie trasferite dallo Stato alle Universita', ampiamente saccheggiate dalla Finanziaria con l'incredibile taglio di 700 milioni''.
Oggi, conclude, ''il ministero dell'Economia mette nero su bianco che non 400 ma solo 240 milioni saranno destinati agli atenei e non si ha notizia dei restanti 160. Chissa' se il ministro Gelmini e' stata informata della decisione di usare ancora una volta la scure contro le universita': visto che fino ad ora ha disatteso tutte le promesse fatte sui finanziamenti, non ci stupiremmo se avesse avallato anche questa scelta scellerata dannosa per il sistema universitario, per chi vi lavora, per chi vi studia ma, soprattutto, per il futuro del Paese''.
Il problema è che ne politici ne classe dirigente ne strutturati hanno interesse ad aiutarci, quindi non resta che unirsi e cercare di fare qualcosa noi. A tale scopo, questo semplice blog è utile? Oppure lo si puo' trasformare in qualcosa di meglio?
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