I comunicati stampa del MIUR hanno ribadito più volte che l'intento del governo sarebbe di consentire un sano “ricambio generazionale” nel mondo universitario. Tuttavia di misure atte a consentire tale ricambio non si trova traccia né negli interventi legislativi già compiuti, né nel DDL ora in discussione al Senato.
La questione è delicata e al contempo urgente. La nostra accademia è notoriamente una delle più vecchie del mondo avanzato, i giovani preparati sono costretti ad estenuanti anni di precariato - saltando da una borsa all'altra come Tarzan sulle liane - e in media si entra in ruolo molto tardi, intorno ai 40 anni di età.
Per risolvere il problema l'APRI propone una soluzione “a costo zero”, equilibrata e ponderata: livellare l’età di collocamento a riposo dei docenti universitari a quella degli altri Paesi europei, cioè 65 anni, con una contestuale anzianità contributiva di 40 anni. Sono fatti salvi i diritti acquisiti, come anche la possibilità che il docente universitario in pensione continui a svolgere un ruolo attivo nella didattica, con la stipula di appositi contratti, e nella ricerca, con lo svolgimento dei progetti di cui è stato nominato coordinatore prima del collocamento a riposo.
Una misura di questo genere - ovvero il prepensionamento una volta raggiunti i 40 anni di anziantià contributiva - è già stata approvata dal Parlamento per la sola figura del Ricercatore Universitario e sta venendo attuata in diversi atenei. E' ovvio, equo e ragionevole pensare di estendere una tale manovra a tutto il corpo docente. In tal modo si potrebbe compiere un positivo e salutare passaggio del testimone, investendo sul futuro, dando una chance a menti giovani e fresche.
La nostra proposta prevede che i risparmi rinvenienti da questi pensionamenti siano utilizzati, nella misura minima del 60% (e senza tagli sul turn-over), nell’assunzione di giovani ricercatori.
Allineare l’età di pensionamento dei professori universitari italiani a quella degli altri Paesi europei non è solo un problema di svecchiare la ricerca, ma anche di giustizia sociale e generazionale.
Le ingenti risorse che si libererebbero potranno così essere usate per governare il “transiente” aumentando i posti disponibili, ringiovanendo il corpo accademico, offrendo opportunità di progressione di carriera ai docenti strutturati, consentendo di formare gruppi di ricerca giovani e di alto profilo.
Questa, in dettaglio, è la proposta dell'APRI, elaborata anche in collaborazione con la VIA-Academy.
Norme a favore del ricambio generazionale nelle università
1. I ricercatori e i professori universitari, ivi compreso quelli in servizio presso le facoltà di medicina e chirurgia, e tutto il personale dipendente delle università cessano dai ruoli o dagli incarichi dall’anno accademico successivo al compimento del 65-esimo anno di età.
2. Il personale di cui al comma 1, con domanda inoltrata precedentemente ai termini del comma 1, può chiedere di essere trattenuto in servizio per un eventuale periodo, comunque non superiore a cinque anni, necessario a maturare un'anzianità massima contributiva di 40 anni.
3. Coloro che all’atto dell’entrata in vigore della presente legge hanno superato i 65 anni di età o hanno già ottenuto, con decreto del rettore, il collocamento fuori ruolo o il trattenimento in servizio per il biennio previsto dall'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503 e successive modificazioni, possono proseguire il rapporto con l’università alla stregua della normativa previgente e dei decreti intervenuti o possono optare per il nuovo regime introdotto con la presente legge.
4. I ricercatori e i professori cessati dai loro incarichi come da comma 1 possono proseguire un impegno attivo, didattico e scientifico, nel dipartimento di afferenza, anche mediante la stipula di contratti a titolo gratuito o retribuito predisposti secondo schemi definiti dal consiglio di amministrazione dell’ateneo, anche in considerazione delle esigenze didattiche del dipartimento. I ricercatori e i professori, che alla data del collocamento a riposo risultino coordinatori a qualunque titolo di fondi per ricerca da svolgersi nell'ambito del dipartimento di loro ultima afferenza, mantengono diritti e doveri derivanti da tali progetti tra cui la possibilità di svolgere attività di ricerca correlata.
5. Le risorse finanziarie resesi disponibili nei bilanci universitari in conseguenza delle cessazioni previste dal comma 1, vengono utilizzate, nella misura minima del 60% della loro entità ed entro un anno dalla loro effettiva disponibilità, per l’indizione di procedure di reclutamento di ricercatori [ricercatori a tempo determinato, o indeterminato, o professori associati a tempo determinato, a seconda di quanto sarà previsto dal DDL].
6. Il mancato rispetto di quanto previsto al comma 5 comporta l'impossibilità da parte dell'ateneo di assumere professori di prima fascia nei successivi cinque anni.
Eccellente! Questa è la proposta più sensata che sia stata avanzata da chiunque in questi due anni di frenetico dibattito sul sistema universitario italiano.
RispondiEliminaVorrei soffermarmi anche sui dettagli della proposta.
RispondiEliminaA. Non si tratta di una proposta "punitiva". Infatti si consente ai professori in pensione di continuare ad avere un ruolo attivo nel Dipartimento, permettendo loro di non interrompere i progetti di ricerca in corso e di continuare a svolgere dei corsi.
B. E' stata studiata per essere "a prova di ricorso", in quanto non va a scalfire i "diritti acquisiti".
C. Dato che ai 65 anni di età si impongono anche i 40 anni di contribuzione massima, la proposta non va contro gli interessi dei precari (quando arriveremo a 65 anni ovviamente avremo pochi anni di contributi e quindi una pensione da fame).
D. Le risorse ottenute vengono legate direttamente a nuovi posti (senza tagli al tunr-over). Con una penalità interessante: chi "sgarra" non può assumere professori ordinari nei successivi 5 anni.
E. Questa proposta, che è a costo zero, va anche a favore degli attuali ricercatori a tempo indeterminato, perchè libera risorse anche per la progressione di carriera.
segnalo, a titolo di esempio, che alcuni atenei si stanno già muovendo spontaneamente in questa direzione.
RispondiEliminaIn particolare la scorsa settimana il Senato Accademico dell'Università di Pisa ha invitato i docenti universitari (associati e ordinari) ad anticipare il pensionamento di tre anni, offrendo come incentivo la possibilità di stipulare un contratto d'insegnamento (retribuito 100 Euro lordi l'ora) per un triennio, eventualmente rinnovabile una sola volta.
Tale misura, che ha incontrato il favore dell'Assemblea dei Precari dell'Ateneo pisano mira - insieme al prepensionamento dei ricercatori con 40 anni di anzianità contributiva - a liberare risorse da utilizzarsi anche per il reclutamento di giovani.
Da sottolineare che il numero di docenti over-65 e' 8618, di cui 6106 sono professori ordinari (fonte MUR: ufficio statistica). Considerando che un singolo prof a fine carriera costa all'ateneo almeno 150k euro, questo implica che il pensionamento degli over-65 porterebbe a liberare risorse OGGI, ORA per PIU' DI 1 MILIARDO di euro. Dico: 1 miliardo di euro!
RispondiEliminaDomanda tecnica: quali sarebbero i "diritti acquisiti", qui? Sei sicuro che si puo' fare per gli attuali docenti in ruolo?
RispondiEliminaAnche il Politecnico di Torino aveva fatto degli incentivi al pre-pensionamento volontario, il problema e' con quelli che "nun ce vonno 'sta" (magari sono anche zappe, o baronazzi di potere).
RispondiEliminase si può fare per i ricercatori, si può fare anche per associati e ordinari. tieni presente, euroscience, che una volta raggiunti i 40 anni di anzianità si è al massimo della pensione possibile, quindi non si subisce un danno economico.
RispondiEliminaUhm, ovviamente io sono d'accordissmo, ma volevo sapere quanto avete approfonodito i punti legali. Secondo me c'e' qualche differenza di stato giuridico fra ricercatori e PO/PA.
RispondiEliminal'ufficio legale APRI, dopo lunghe e approfondite analisi, ha concluso che si può fare.
RispondiEliminaricordo che la proposta è sostenuta anche dalla VIA accademy ed è stata già avanzata da Walter Tocci (ex-responsabile università DS)
http://www.centroriformastato.org/crs2/IMG/pdf/Quale_riforma_universitaria-WTocci.pdf
Nel punto 5 metterie anche i ricercatori TI, fino all'approvazione del ddl (che potrebbe anche non avvenire mai e comunque potrebbe richiedere anni) ci sono pure quelli e non escluderei che alla fine venga mantenuta la scadenza Moratti del 2013.
RispondiEliminaIl punto 5 sostanzialmente si riferisce alla figura "più bassa" al momento dell'approvazione della legge, quindi va preso con molta elasticità.
RispondiEliminaSi intende che non e' "a costo zero" per Tremonti, perche' le pensioni in piu' da pagare ci sono. Quindi uno sweetener per il tesoro va messo da qualche parte.
RispondiEliminaIl senso della proposta e' ovviamente "qualitativo", per il sistema universitario.
Il bilancio pubblico si compone di numerose voci, e mentre il pensionamento "libera" un miliardo di euro su una voce, Univ&Ric, in piena emergenza con un budget di circa 10-20 miliardi (se non vado errato), richiede un impegno tutto sommato irrisorio (mezzo miliardo?) ad una voce, pensioni, che ha dimensioni incomparabili (100-200 miliardi?). E comunque, parliamoci chiaro, l'innalzamento dell'eta' pensionabile che il buon Draghi invoca non e' certo quello dai 65 ai 72 che vige per i prof universitari, ma quello che riguarda TUTTI i lavoratori che oggi vanno in pensione, in media , a 62,5 anni, e che dovrebbe arrivare, come in Olanda ad es a 65 anni, possibilmente 67.
RispondiEliminaFinalmente una proposta chiara, netta, sensata, giusta e (sottolineo il finalmente) rompiballe.
RispondiElimina@ euroscience ha detto...
RispondiEliminaAnche il Politecnico di Torino aveva fatto degli incentivi al pre-pensionamento volontario.....
Bisognerebbe portare qualche politico sulle nostre posizioni mediante una campagna di stampa. D'altronde si continua a dire che questo non è un paese per giovani, allora facciamo qualcosa.
Una capillare raccolta di firme tra i precari delle Uni e degli EPR? Non credo che ci sarebbe nessuno che avrebbe la puzza sotto il naso perche' la proposta nasce dall'APRI.
RispondiEliminaProposta eccellente, specialmente per quel che riguarda il primo punto (è l'unico modo per cambiare questo circo).
RispondiEliminaIl problema non è tanto quello di allettare gli anziani con dei contratti "post-quiescenza", quanto far loro accettare il fatto che non possono poi avere più voce in capitolo (leggi potere) nei concorsi.
Grazie Insorgere per aver menzionato il contributo della Via-academy a questa proposta.
RispondiElimina@ euroscience
RispondiEliminanon c'era gia' Bachelet del PD su queste posizioni, nell'intervento che avete citato qualche post fa?
GIOVANNI BATTISTA BACHELET.
RispondiEliminaCamera dei deputati 27 gennaio 2010
[...] "In questo spirito ritengo che dovremmo andare verso la pensione a 65 anni per tutti i docenti senza distinzione di fasce. Purtroppo - lo dicevo giorni fa a Londra parlando di università e ricerca agli amici del Partito Democratico e della Virtual Italian Academy - non sarebbe questo oggi a liberare posti per i giovani, a causa del blocco del turnover e del progressivo pesantissimo taglio del fondo di finanziamento ordinario dell'università (due provvedimenti di questo Governo che inceppano per costruzione il ricambio generazionale).Malgrado ciò, tornare indietro di decenni riportando la pensione dei docenti addirittura a 75 anni appare davvero assurdo; farlo poi solo per gli ordinari e solo per le università private appare curioso. Si annusa anche qui un provvedimento ad personam per mantenere in cattedra fuori tempo massimo qualche amico più uguale degli altri: è un emendamento incomprensibile ed inaccettabile e perciò su di esso voteremo contro" [...]
certo che se questa è la nostra risposta al massacro generazionale....beh mi dispiace per questa generazione ma mi sa tanto che siamo destinati a soccombere!!
RispondiEliminaIntanto quelli che devono rispondere sono i responsabili di questo sfascio.
RispondiEliminaNoi proponiamo, e la proposta e' solo la decente trasposizione del "sistema europeo medio".
Andrea dice..
RispondiEliminaBaroni mettetevi da parte, non se ne puo' piu' di avere professori "invisibili" che guadagnano il massimo e non sono mai presenti in Facoltà!
Lella, io credo che questi interventi esclusivamente demolitivi siano del tutto sconsigliabili, innanzitutto perché non argomentati e quindi inutili e poi perché privi di proposte alternative. La conseguenza è che tutti finiranno per sospettare o che non sei precaria oppure che sei preoccupata per l'eventuale pensionamento del tuo tutor.
RispondiEliminaPer evitare polemiche inutili e tenere la discussione su toni accettabili, dovresti inviare un nuovo post più articolato nel quale spieghi perché la proposta del pensionamento non ti va bene e cosa proponi in alternativa per evitare il massacro generazionale.
In amicizia.
Per sapere se il "modello Pisa" funziona, cioè quantomeno se i "vecchi" accettano la proposta si deve aspettare il 15 Marzo, data entro la quale devono decidere. Poi non è ancora detto che quei soldi che rientrano servano del tutto per l'assunzione dei fantomatici 68 ricercatori, voci vicine al prorettore al personale dicono che servano per ripianare soldi già spesi...anche se per dare nobiltà all'azione invece si dice che serviranno per le nuove assunzioni. In tutto ciò si deve tener conto che sebbene il rientro economico sia benvoluto da tutti gli organi di governo presenti e futuri, la proposta proviene dal preside di economia che sembra essere l'antagonista del prorettore al personale nella prossima corsa al rettorato sicchè ai vari commenti va fatta questa tara.
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2010/02/16SID2180.PDF
RispondiEliminac'è chi aderisce all'appello e si offre per il prepensionamento, chiedendo che le risorse risparmiate siano subito reinvestite per assumere giovani
"L'associata" del nostro gruppo ha già rifiutato, ora mi hanno spiegato che le cose sono 2: a Pisa i Prof. coinvolti sarebbero circa 140, dovrebbero accettare almeno in 40 altrimenti verrà adottato il pensionamento coatto di tecnici e ricercatori con 40anni di servizio che comunque non sarà sufficiente a coprire tutte le spese. Che bello questo patto generazionale!!!
RispondiEliminaBisogna cacciarli e basta, le iniziative locali basate sul volontarie sono utili nella misura in cui aiutano la crescita della cultura politica conseguente.
RispondiElimina@EUROSCIENCE
RispondiEliminaconcordo con te che andrebbero cacciati e stop. solo che finché la legge non lo consente c'è poco da fare.
le iniziative d singoli atenei per incentivare il prepensionamento sono significative poiché testimoniano che è questa la strada giusta e che alcuni cominciano a rendersene conto
OT: ma la riapertura dei termini per i concorsi CNR?
RispondiEliminahttp://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews.html?IDn=2054
Ecco perchè le prove scritte (oltre a quelle orali) possono consentire di accertare un diverso portafoglio di conoscenze e competenze
RispondiElimina[e individuare dei somarotty da non abilitare]
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=PY876&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
@ Euroscience
RispondiEliminaFiniamo sempre per ribadire lo stesso concetto: il problema non è la prova scritta o quella orale, ma l'uso (sconsiderato) che si è ne fatto fino a questo momento. Se nel tempo "l'esame" fosse stato utilizzato per scegliere il migliore, e non per giustificare l'ingresso del mediocre, probabilmente questo blog non ci sarebbe neanche.
@ popeye
RispondiEliminaPer questo gli esami vanno fatti bene, gli esaminatori istruiti e guidati. Ci vogliono verifiche, controlli, monitoraggi, regole da rispettare.
Il messaggio e' chiaro:
http://www.lasestina.unimi.it/lasestina/posts/maturita-errori-gravissimi-in-un-tema-su-due/
Finche' ti affidi all'anarchia, raccoglierai anarchia.
Mah, tirare in ballo il termine anarchia in questo contesto mi sembra eccessivo. Sono d'accordo sul concetto di far bene gli esami, e sarebbero stati fatti bene anche con le regole vecchie se non ci fosse stato del marcio in chi doveva decidere. Sugli errori all'esame di stato o alla maturità si potrebbe discutere a lungo, ma sarebbe sicuramente fuori argomento e verremmo censurati giustamente.
RispondiEliminaMinistero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
RispondiEliminaCONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Prot. n. 306
Spedito il 12.02.2009
All’On.le Ministro
S E D E
OGGETTO: Mozione sui prepensionamenti in atto nelle Università.
Adunanza del 12.02.2009
IL CONSIGLIO UNIVERSITARIO NAZIONALE
Sentiti i Relatori;
APPROVA ALL’UNANIMITA’ LA SEGUENTE MOZIONE:
Il CUN nel prendere atto che
-la vigente stesura dell’ultimo periodo del comma 11 dell’art. 72 della L. 133/08 induce molte amministrazioni universitarie ad una interpretazione discriminatoria per i ricercatori a causa della loro non esplicita menzione fra coloro non compresi da quanto previsto dal comma medesimo;
-il combinato disposto dell’art. 2, comma 434 della L. 244/07 e dell’art. 72, comma 7 della L. 133/08, ha portato l’età di pensionamento dei professori associati (non ex stabilizzati) dal 70.mo al 65.mo anno di età; tali evenienze hanno indotto i professori associati ad utilizzare il diritto di opzione di cui al all’art. 1, comma 19 della L. 230/05;
R I L E V A
che ciò ha indotto ad un comportamento assai eterogeneo le amministrazioni universitarie, inducendole spesso ad assumere determinazioni opinabili, oltre che dannose per il Sistema Universitario Nazionale, e in alcuni casi foriere di inevitabili e giustificati ricorsi. In particolare:
1-è diffusa la tendenza a mettere in quiescenza i ricercatori prima del 65.mo anno di età, al raggiungimento dei 40 anni di contributi, versati in parte a proprio carico, e in contrasto con la L. 382/80 e la L. 230/05;
2-alcune amministrazioni universitarie rifiutano la presa d’atto della opzione dei professori associati per il regime della L. 230/05, sostenendo o che la L. 230/05 non è applicabile in assenza dei DM applicativi, o che la recente normativa intervenuta ha di fatto abrogato la possibilità di opzione;
3-alcune amministrazioni universitarie prendono atto della opzione ma fissano il momento della quiescenza per i professori associati optanti al 68.mo anno di età, motivando ciò con la intervenuta discrezionalità della concessione dei due anni aggiuntivi di servizio (che la L. 230/05 chiarisce non essere ulteriormente concedibile oltre il 70.mo anno di età, anno di pensionamento per tutti i docenti ricadenti nel regime della legge citata).
Ciò premesso
E V I D E N Z I A
anzitutto la inopportunità di differenziazioni comportamentali, nel rispetto della discrezionalità laddove data dalle norme, da parte delle varie amministrazioni universitarie;
S O T T O L I N E A
inoltre, la problematica sostenibilità, con conseguente aumento di contenzioso, delle posizioni di cui ai punti 2 e 3 e formula l’auspicio che i Rettori possano addivenire ad una interpretazione dell’ultimo periodo del comma 11 dell’art. 72 della L. 133/08 che veda i ricercatori parte integrante della docenza ed implicitamente compresi nel termine “professori” utilizzato nel citato comma.
IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE
F.TO VALEO F.TO LENZI
il cun è, da sempre, parte del problema del nostro sistema universitario. è cassa di risonanza corporativa e sincale. non stupisce che prende questa posizione, così come - sono sicuro - la posizione stessa non peserà affatto sulle scelte dei singoli rettori.
RispondiEliminasu una cosa sono d'accordo, vanno parificate le varie posizioni: tutti (ric. ass ord.) in pensione con 40 anni di anzianità contributiva e/o 65 anni di età.
"e/o" oppure "e"?
RispondiEliminaAvevo capito "e".
E'inutile che il CUN traccheggi tanto quello che conta sono I CONTI e se il rettore non vuole finire col culo in Arno qualcuno deve cacciare e siccome la legge dice che i 40anni valgono per tutti tranne magistrati e Prof.universitari i vecchi ricercatori se la prenderanno nel baugigi e ciao.
RispondiEliminaSperiamo che in futuro se lo prendano nel baugigi anche magistrati e Prof. universitari.
RispondiEliminaPerche' non si propone di abolire il CUN? A che serve, veramente, in un ottica di snellire le procedure tra cui l'adeguamento pensionsitico? E' li' dal 1979 e non ha mai fatto altro che esprimere la conservazione accademica. Basta col CUN!
RispondiEliminaAnche la Seconda Università di Napoli e l'Università della Basilicata hanno rettificato i bandi !!!
RispondiEliminaE Salerno? Io gli ho scritto.
RispondiElimina@ mauro
RispondiEliminail cun serve, per esempio, a consentire alla figlia del suo presidente di diventare ricercatrice giovanissima, senza dottorato né pubblicazioni....
@ Albert
RispondiEliminaIo ho scritto a Unibas, che infatti ha rettificato oggi (ma devo ancora leggere in cosa consiste la rettifica), ma non per e-mail: ho scritto una lettera firmata da me, in qualità di candidato, in cui chiedevo la rettifica, citando anche i precedenti, e annunciavo possibili ricorsi nel caso in cui il concorso si svolgesse senza che il bando venisse rettificato.
Credo che se tutti facessero così, tutti i bandi sarebbero rettificati, fermo restando che c'è sempre un Ministero che dovrebbe essere preposto (anche) a far rispettare le regole.
purtroppo se non rompiamo le scatole personalmente - come candidati - oppure come associazione non si muove nessuno. il ministro aveva minacciato di far cancellare i bandi illegittimi, ma è evidente che nessuno controlla.
RispondiEliminala gestione del MIUR è ridicola e vergognosa.
@ anti-Cun
RispondiEliminaIl CUN non è di per se negativo, o dannoso. E' un organo di rappresentanza, elettivo, della comunità accademica nelle sue articolazioni scientifiche e funzionali. E, dal punto di vista del Ministero, e' un organo consultivo.
E' buono se funziona bene, cioè se si rapporta bene con la propria comunità di riferimento, e se produce pareri, documenti, mozioni che diano il senso di cosa pensa "grosso modo" il personale accademico su tutta una serie di questioni generali.
Devo dire che in questa legislatura il CUN ha funzionato benone. Incomparabilmente meglio della scorsa, sotto la Presidenza Labruna, che si era protratta per proroghe e proroghe... (tanto che certi rappresentanti avevano pure cambiato di fascia, a seguito di concorsi).
E' prezioso se si pensa che in questo monento la CRUI e' abbastanza sfasciata, cioe' non riesce a produrre pensiero/posizioni, su tutta una serie di questioni...
@ insorgere
RispondiEliminaLa gestione del MIUR e' ridicola e vergognosa, avevi detto.
Ecco perche' il Ministro difente la B2:
http://www.repubblica.it/ultimora/24ore/GELMINI-BERTOLASO-NON-SI-TOCCA-DEVE-RESTARE/news-dettaglio/3755273
@ euroscience
RispondiEliminaspiego meglio perché considero il cun un male in sé stesso. credo che dovremmo superare l'idea di "un sistema universitario nazionale" per accettare l'idea di più università in competizione tra loro. il cun è un organo corporativo che deve mediare tra il corpo docente -nel suo insieme - e il ministero. Io non credo che una tale concezione del corpo docente come un insieme unico sia utile e soprattutto non credo che stimoli buone pratiche.
meglio riconoscere vera autonomia agli atenei, all'interno di una cornice di regole comuni, e poi lasciare che ciascuna provveda ad amministrarsi. le logiche corporative e nazionalizzanti sono in contraddizione con l'idea di più università autonome e in competizione tra di loro.
infine credo che i soggetti che compongono il cun rappresentino il peggio dell'accademia: figuri interessati al potere e alla sua gestione e non alla ricerca ed alla didattica. gente che fa politica con altri mezzi e prodce solo danni.
@ insorgere
RispondiEliminaL'idea di "sistema universitario nazionale" come pensata, attuata e difesa da certi (a tua scelta, politici, accademici, cittadini) non e' l'unica compatibile con la nozione di "sistema". Per quanto ci riguarda, noi Europei consideriamo anche quello britannico un "sistema universitario" sibben che cola' le Universita' non sono nemmeno enti pubblici.
Sempre per rimanere in Gran Bretagna, la rappresentanza corporativa delle Universita' e' fatta da Universities UK
http://www.universitiesuk.ac.uk/
il cui ruolo di portatore di interessi e la cui levatura (qualitativa, intendo, altro che la CRUI) e' ben riconosciuta, basta farsi un giro sul sito sulla produzione di policy positions, studi, ecc.
Sul CUN: ma guarda che in UK il ruolo del CUN e' svolto dalle societa' disciplinari/scientifiche, che in Italia boccheggiano, invece, o da altre societa' inter-/pan-disciplinari come la Royal Society
http://royalsociety.org/
o la British Science Association
http://www.britishscienceassociation.org/web/
Cioe', dico: la voce "dal basso" della comunita' scientifica e accademica e' molto importante, e quindi casomai il problema e' come "migliorarla", in Italia, non toglierla perche' "corporativa" e "nazionalizzante".
Spero di essermi spiegato bene con esempi.
ti sei spiegato benissimo. ammetterai però che è mooolto diverso avere società scientifiche - più o meno grosse - e avere invece una struttura corporativa che rappresenta i membri del corpo universitario - tecnici e studenti compresi e ovviamente senza precari - come abbiamo noi.
RispondiEliminaNoi Italiani invece ci sentiamo molto più vicini all'Africa che all'europa e siamo anche un po' incavolati con voi europei per i massacri ed i genocidi che avete compiuto sul nostro continente e che i vostri eserciti e le vostre compagnie diamantifere tuttora compiono contro le nostre popolazioni. Perciò vi chiedremmo prima di cercare di compiere qualche progresso etico-morale e poi eventualmente raccontarci dei vostri sistemi universitari. Fino a quel momento vi pregheremmo di non farvi sentire, grazie.
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaRipeto che le specificita' dei vari sistemi sono legati a ordinamenti giuridici diversi e anche alle varie tradizioni di democrazia e rappresentanza. Basti solo dire che in Francia, che e' il sistema culturalmente e amministrativamente simile al nostro, esiste pure li' il corrispettivo del CUN, il CNU:
http://www.cpcnu.fr/
Ha dei compiti diversi (in particolare, l'abilitazione), ma e' eletto democraticamente dalla "base".
E' un organo corporativo, allora? Cerchiamo di interpretare bisogni, funzioni e attribuzioni in maniera laica, this is my point...
Polemica anti-CUN.
RispondiEliminaHo gettato il sasso e la discussione che e' emersa mi ha convinto che il CUN non sia un problema grosso, al momento - anche se rimane un amplificatore di scartoffie burocratiche e roccaforte di difese corporative che con associazioni come la Royal Society han ben poco da spartire. A proposito, le nostre accademie - Lincei ad esempio - che ruolo hanno nel dibattito sulla riforma univeritaria?
Giordano Bruno
RispondiEliminaAppoggio pienamente la proposta che similmente stiamo tentando di portare avanti anche in FLC e nel PD! 40 anni di contribuzione e 65 anni d'età è importante mantenere i 40 anni di contribuzione perché in caso contrario farebbe male in futuro a noi stessi arrivati ai 65 anni d'età senza i 40 di contribuzione comunque occorrerà fare qualche proposta previdenziale per i precari se non vogliamo diventare dei vecchietti senza previdenza. Poi molti di noi arriveranno comunque tardi ai 40anni e questo creerebbe in futuro lo stesso imbuto per i giovani. I futuri vecchi però (rispetto agli attuali vecchietti) non hanno un valido sistema previdenziale!
@ giordano bruno
RispondiEliminac'è della ragione in quel che dici, cmq non mi pare sia urgente occuparsi ora delle nostre pensioni future...intanto vediamo di avere un lavoro, poi penseremo alla pensione.
evidentemente giordano bruno il posto a vita ce l'ha e ora si preoccupa della pensione
RispondiEliminaMarco, evitiamo inutili polemiche. Giordano Bruno ha fatto una giusta osservazione. Io alla pensione penserei anche da subito, visto che molti ricercatori precari sono sulla soglia dei 40, e 40+40=80. Lavoratore a tempo determinato non deve essere sinonimo di zero contributi.
RispondiEliminadue problemi:
RispondiElimina1. al senato vogliono eliminare l'emendamento ghizzoni al dl sui lavori usuranti che consentiva di contare per la quota del 60% solo i ric. ti.
2. nel milleproroghe è saltata la norma che consentiva di perequare le spese per il personale sanitario nelle università. il risultato è che tutti gli atenei che hanno una facoltà di medicina finiranno sopra quota 90 il che significa niente concorsi e niente assunzioni
Scusate, ma della IV sessione suppletiva non si parla? A me pare un assurdo, per concludere una sessione servono mesi e mesi. Perchè non si propone di effettuare il sorteggio tout court per i settori disciplinari che dopo la II suppletiva non si riescano a completare?
RispondiEliminadino
Imo le votazioni era inutili subito, si doveva procedere al sorteggio integrale, ma questo è solo un mio pensiero
RispondiElimina@ dino
RispondiEliminacome apri avevamo chiesto di fare subito sorteggio puro evitando le elezioni. sia per limitere maggiormente il potere baronale che per semplificare le procedure.
purtroppo non ci hanno dato retta
Insorgere, ma dove hai preso la notizia del Senato? Sto seguendo la vicenda da giorni e mi risulta che la maggioranza intenda approvare la legge così come è senza dover tornare alla Camera.
RispondiEliminaFra gli emendamenti presentati ne ho trovati una quantità che chiedono di togliere il pensionamento con 40 anni di contributi per i ricercatori, per i medici, per tutti i dipendenti pubblici. Ma nessun emendamento all'articolo 9, né agli altri articoli sull'università.
@lucas
RispondiEliminaLa VII Commissione del Senato ha espresso un circostanziato parere sul DDL e, su proposta di Possa, ha chiesto di "ripristinare la formulazione originaria [...] atteso che la destinazione ai soli ricercatori a tempo indeterminato e non anche ai contrattisti di ricerca della quota parte non inferiore al 60 per cento delle risorse disponibili per le assunzioni non è in linea con quanto previsto dal disegno di legge di riforma dell'università (A.S. 1905), attualmente all'esame della 7a Commissione".
è probabile che non passerà alcun emendamento per evitare un altro giro alla camera. cmq appena potranno ci rimetteranno le mani
ovviamente il ddl in questione è quello sui lavori usuranti
RispondiEliminal'idea che siano necessari incentivi al prepensionamento per fare spazio per i giovani si sta diffondendo. riporto sotto l'osservazione fatta ieri dal sen. Campagna (PDL) alla VII commissione: "Lamenta poi che l'età media della docenza sia eccessivamente elevata, sottolineando l'esigenza di recuperare più posti per i giovani anche attraverso eventuali incentivi al prepensionamento, al fine di promuovere spazi di competitività per gli aspiranti docenti."
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaRiguardo al problema n°2 (cioè le spese per il personale sanitario), questo vuol dire che ad esempio a Pisa (il cui ateneo se non sbaglio è giusto al limite del 90%) non verranno fatti concosi? E vale anche per i leggendari posti Mussi parte terza?
se non sbaglio il computo di quota 90 per cui si applica la nuova disposizione dovrebbe essere quello del 2011. questo vuol dire che ora potrebbero anche bandire, ma che le prese di servizio non ci potranno essere se non cambia la normativa.
RispondiEliminainoltre, e questo vale per tutti gli atenei che hanno bandito posti nella II sessione 08, se ritardano ancora un po' a far partire elezioni e sorteggi c'è il rischio concreto che poi non si riesca a procedere alle prese di servizio.
in sostanza la mancata perequazione del costo del personale medico, combinata con il vincolo di quota 90 porta alla paralisi. il che è ciò che vuole il MIUR: bloccare tutto fino alla partenza del DLL
mi son spiegato male, proverò a essere più chiaro. la norma che è saltata nel milleproroghe influisce sul computo di quota novanta del 2010 che a sua volta determina i dati di riferimento per il 2011. Nel caso di pisa così si sfora quota 90 nel 2010 e questo vuol dire che dal 2011 non ci saranno né concorsi né prese di servizio.
RispondiEliminasegnalo peraltro che pisa, come molti altri atenei, avrebbe comunque sforato quota novanta nel 2011 (con effetto sul 2012). Di fatto questo cambianto normativo anticipa di un anno lo sforamento e quindi il blocco.
Anche cercando di non essere pessimista, allora si può dire che qui "sotto la Torre" la partita è sostanzialmente finita per noi precari...
RispondiElimina@ popey
RispondiEliminapisa, come tanti altri atenei, ha due opzioni possibili:
1. bandire ora i posti mussi (ed eventualmente altri posti) pur sapendo che le prese di servizio saranno rinviate a data da destinarsi.
2. non bandire
personalmente spero che bandiscono. anche perché comunque sforeranno quota novanta, quindi meglio bandire ora che si può. per le prese di servizio si vedrà, in ogni caso coloro che avranno vinto il concorso saranno in una posizione giuridicamente più solida per fare eventuali ricorsi e pretendere la presa di servizio.
infine, se sei un precario pisano (come me) ti chiedo se sei iscritto alla mailing list dei precariunipi@googlegroups e - se già non lo fai - ti inviterei a partecipare alle assemblee. i margini sono ristretti, ma dobbiamo comunque far sentire la nostra voce.
Quel che non si spiega è come sia possibile sforare il 90% pur non assumendo da anni e continuando i pensionamenti a ritmo sempre più incalzante...
RispondiEliminadino
@ dino
RispondiEliminaè semplice spiegarlo: quota novanata è calcolata in relazione al rapporto tra fondo di finanziamento ordinario e stipendi del personale. l'FFO è sceso e gli stipendi salgono, perché rivalutati ultimamente di oltre il 3% e perché ci sono gli scatti stipendiali...
Io penso che questa storia di limiti, blocchi, ratio fra ruoli sull'utilizzo delle risorse per prese di servizio, ecc. sta portando allo sbando non meno dell'ammontare del FFO inquanto tale.
RispondiEliminaSi sta per creare una nuova categoria di SPS (Senza Presa di Servizo) come fu qualche anno fa per quei ricercatori che furono bloccati per un anno dalla Moratti - ma questa volta estesa un po' a tutti.
Insomma ci saranno code, instradamenti, grovigli che faranno di strame di "politiche/pianificazioni razionali" a livello dell'Universita'...
Non mi sono chiare un paio di cose:
RispondiElimina1) I posti banditi con i finanziamenti Mussi non sono svincolati dal vincolo del turn-over? Le prese di servizio dipenderanno o no dal vincolo del 90%?
2)Perchè per i posti Mussi si parla del 1° novembre come data di presa di servizio? Se non si fanno le elezioni della II 2008 entro aprile, molto difficilmente la data del 1 novembre sarà rispettata. Quindi cosa succederà a quei concorsi che non saranno stati chiusi entro quella scadenza?
le procedure private degli scritti dovrebbero essere realizzate in tempi piu' brevi. prima i commissari dovevano trovare un settimana di tempo tra valutazione titoli, 3 giorni di prove e correzione dei compiti.
RispondiEliminaora la cosa appare di piu' facile realizzazione. tra l'altro questo problema della presa di servizio in novembre credo sia superabile. io ho visto nomine in ruolo anche a dicembre, febbraio, maggio...
@ menevadoallestero
RispondiElimina1. si le prese di servizio sono vincolate al rispetto di quota novanta. così stabilisce la legge 1/09. A firenze, che ha sforato quota 90, è già capitato che vincitori di concorso da ricercatori siano stati tenuti (non so se lo siano ancora) nel limbo, in attesa che l'ateneo ritorni "virtuoso".
2. le prese di servizio, se non erro, possono compiersi a novembre o a marzo.
Rispeettare date? E che e'?
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaho conosciuto gente che ha preso servizio nei mesi piu' disparati, evidentemente in qualche modo si puo' fare.
@ insorgere
RispondiEliminaper esempio:
http://www.ing.unipd.it/Download/CdF0809/All090521/BozzaPunto14.pdf
le esigenze didattiche sono una motivazione possibile quindi.
@ limite...
RispondiEliminasarà come dici tu, su questo punto non ho certezze.
in ogni caso la questione è secondaria perché, sic stantibus rebus, è del tutto probabile che alla maggioranza dei concorsi della II sessione 08 non seguiranno chiamate causa sforamento quota 90. a meno che le procedure non mettano il turbo, ma non ci credo...
Quota 90 e' la soluzione globale a tutti i problemi. E' quello il lucchetto supersicuro che sta sulle porte dell'Universita'.
RispondiEliminaBasta metterlo in funzione abbassando il denominatore, tanto il numeratore ci pensa da solo a crescere.
Chiudere tutto, tutti a ca'.
Ma se un'università virtuosa nel corso del 2010 riesce a chiamare in servizio zero ricercatori (a causa dei ritardi della II2008) e nel 2011 diventa non virtuosa. Cio' che si è risparmaito nel 2010 non è utilizzabile nel 2011?
RispondiEliminaOvvio che no. Ogni anno ha i suoi buffi.
RispondiEliminaQuindi se ho capito bene la situazione è questa:
RispondiElimina1) Quest'anno c'è un discreto numero di università che potrebbero assumere ricercatori Mussi perchè sono virtuose.
2)Tali università devono pero' aspettare che i concorsi si chiudano (II 2008) per procedere alle prese di servizio.
3)Il ministero sta facendo in modo di ritardare all'inverosimile le procedure per la II 2008.
4)L'anno prossimo quando le procedure della II2008 si chiuderanno la stragande maggiornaza delle università non sarà piu' virtuosa e non potrà procedere con le chiamate.
Insomma ci hanno preso per i fondelli... e io che ho speso pure i soldi delle raccomandate per mandare le domande di partecipazione ai concorsi. Una domanda ai giuristi: posso citare in giudizio il ministero è chiedere il rimborso delle raccomandate che ho fatto visto che è palese il fatto che al ministero hanno sempre saputo che alla stragrande maggioranza dei bandi non sarebbe mai potuta corrispondere una chiamata in servizio??
a me pare stiate esagerando con il catastrofismo..
RispondiEliminasiamo a febbraio, secondo me e' verosimile che le procedure di votazione/sorteggio si svolgeranno in aprile, nomine in maggio/giugno colloqui orali in settembre/ottobre..
se il ministero voleva poteva tenere ancora aperta la II 2008, se l'ha chiusa e' perche' vuole avviare le procedure in tempi ragionevoli.
@ limite....
RispondiEliminase tu avessi ragione sarei felicisssimo. purtroppo però i tempi standard tra annuncio ufficiale e svolgimento delle elezioni sono di 3-4 mesi. ergo se avviano domani la procedura non ci saranno elezioni/sorteggi prima di maggio-giugno.
poi un mese per la ricusazione dei commissari.
poi le commissioni avranno 6 mesi per deliberare (e mediamente ce ne mettevano 3, ma sto giro ci sono molte più domande) poi bisognerà attendere i decreti rettorali di convalida e indi le chiamate.
fai due conti, le probabilità di sforare il 2010 non sono poche.
e peraltro il miur non ha ancora fatto partire le procedure per le elezioni e non è affatto probabile che lo faccia presto
@ menevadoall'estero
RispondiEliminaha fotografato perfettamente la situazione.
ci hanno preso per il culo. questo è il dato di fatto.
p.s. da notare il silenzio assordante di sindacati e opposizioni sul tema.
@ insorgere
RispondiEliminasenza nessuna polemica, da dove evinci tempi cosi' lunghi tra annuncio e svolgimento delle elezioni?
sul fatto che sto giro ci saranno "molte piu' domande", io detto francamente non ci credo. aspetto smentite quando vedro' i numeri dei concorsi a cui ho fatto domanda. nel mio settore in passato la media era di 15/20 domande, e in ogni caso le commissioni non dedicavano alla valutazione dei titoli piu' che una giornata.
dubito che cambieranno abitudine in questa occasione. faranno una valutazione sommaria preliminare, prima del colloquio, tanto non devono esporre nulla.
poi di quei pochi che si presenteranno al colloquio orale faranno una valutazione piu' approfondita dopo l'orale.
ovvio la mia esperienza e la mia previsione sono confinate al mio settore disciplinare, che puo' o puo' non essere rappresentativo.
@ MeNeSonoQuasiAndatoAllEstero
RispondiEliminaMa se vinci presso un'Universita' virtuosa puoi prendere servizio, quindi non hai danni.
Veramente accadde di peggio, con la Moratti, che fece bloccare le prese di servizio per tutto il 2004 a tutti i ricercatori:
http://www.dis.uniroma1.it/~ricercatori/
Vieni con noi, vieni anche tu all'Estero.
@ limite
RispondiEliminale procedure ora sono un po' più complicate di una volta, perché ci vuole un giudizio specifico su ogni pubblicazione e su ogni titolo.
inoltre, nel mio e in molti altri settori sia umanistici che scientifici pare ci sia stata una moltiplicazione delle domande dell'ordine di 20 volte più di prima. cioè parliamo di 80 persone che fanno domanda rispetto alle solite 4.
infine il dato storico sui tempi tra avviamento della procedura e svolgimento delle elezioni è SEMPRE stato di almeno 3 mesi
per chiarire a tutti:
RispondiEliminacon gli ultimi tagli le uniche università che potranno essere "virtuose" saranno quelle senza facoltà di medicina. ovvero quelle piccole
@ insorgere
RispondiEliminaPiccolo e' bello, giusto cosi'.
@ insorgere
RispondiEliminaun giudizio specifico per ogni pubblicazione ed ogni titolo?? ma sei sicuro? dove sta scritto questo?
20 volte mi pare fantascienza... vorresti dire che nel mio settore (che e' scientifico) ci saranno 300 domande rispetto alle solite 15??
io nella peggiore delle ipotesi me ne aspetto 25/30..
L'unica speranza e' l'approvazione della Gelmini, che conferisce una delega al Governo per la determinazione di nuovi parametri al posto dell'"one size fits all" del 90%.
RispondiEliminaLo scrive Trovati:
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=PZ1IF&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
Ai tempi della Moratti si decise di bloccare le assunzioni di nuovi ricercatori e la cosa causò molte polemiche al governo. Con la Gelmini si è deciso di fare la stessa cosa ma facendo ricorso a un metodo di attuazione piu' intelligente: il governo dice "nessun blocco" ma intanto mette in piedi un complicatissimo carrozzone che non cosentirà la presa di servizio di quasi nessuno per almeno 2-3 anni (uno è gia passato, ce ne dovremo sorbire un altro paio). Quindi non vi aspettate che le elezioni della II2008 si svolgano prima di luglio... è necessario ritardare il piu' possibile per ridurre al minimo il numero di giovani che riusciranno a prendere servizio. Al ministero sanno che ormai è quasi fatta, basta tenere duro un altro po e ritardare le elezioni della II2008 di quel tantino che basta per far slittare le teoriche prese di servizio a gennaio 2011 quando quasi tutte le università avranno sforato il 90%. Ormai bastano poche settimane di ritardo per ottenere prese di servizio bloccate almeno fino al 31/12/2011 (NOTA BENE 31/12/2011 E NON 31/12/2010).
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaNon sono solo le universita` piccole a non avere medicina, pensaci un po'... hai dimenticato i Politecnici.
Gia` gia`, i soliti cocchi di Mary Star.
Mi chiedo come fara` Padova, che ha bandito qualche centinaio di posti. Come stanno ad FFO, sul 10%?
RispondiEliminaL'importante e' mettere in piedi dei Ricatti Materiali verso il mondo accademico, innanzitutto per far approvare il ddl e per fare un po' di tagli come previsto, senza che il Baronume abbia il coraggio di protestare. Poi eventualmente si puo' sanare qualcosa in sede di Finanziaria 2011.
RispondiEliminaContano solo gli Incentivi e Disincentivi, no? Lo dice anche l'APRI.
Il diritto e' quello di chi ha il potere, che puo' decidere per chiamata diretta dei propri deputati.
se le cose stanno come dite voi dovremmo scendere in piazza in massa a "dare fuoco ai cassonetti" invece che stare qui con le mani in mano a parlare della catastrofe imminente...
RispondiElimina@ LIMITE...
RispondiEliminache sia necessario un giudizio specifico per ogni titolo e per ogni pubblicazione lo dice il DM sui criteri di valutazione.
@ tutti
mi ha detto un uccellino ben informato:
1. il governo pensa di utilizzare lo sforamento di quota 90 (che loro stessi hanno prodotto) per mettere il turbo al ddl. pare si stia discutendo addirittura della fiducia
2. la crui pare non protesterà, perché anche loro vogliono che passi il ddl e in particolare la parte sulla governance
3. si prevede che il grosso dei posti mussi III tranche salti e non venga mai bandito.
4. appena approvato il ddl è prevista l'elaborazione di una norma che consenta di chiamare in deroga alla legge i millanta idonei da associato e ordinario che stanno per essere prodotti.
IN SINTESI NOI SIAMO GLI UNICI CHE PAGHERANNO LO SFORAMENTO DI QUOTA 90. ALLA FACCIA DEL RICAMBIO GENERAZIONALE.
LASCIATE OGNI SPERANZA E FATE LE VALIGIE, SE POTETE
@ insorgere
RispondiEliminama chi e' 'sto uccelljno?
Non e' realistico, non possono mettere la fiducia al ddl.
E poi chiamare anche i millanta idonei... ma dove siamo, in Angola??
@ insorgere
RispondiEliminaconosco il DM sui criteri di valutazione. e l'ho appena riletto. non c'e' nessuna precisa indicazione sul fatto che nei verbali debba comparire una valutazione titolo per titolo, pubblicazione per pubblicazione.
se ti riferisci al termine "ciascuno" e "ciascuna" che comprare nell'art. 2 e nell'art. 3 questo non significa che siano obbligati a riportare nei verbali le valutazioni di ogni titoli e di ogni pubblicazione.
ma che devono basare la valutazione comparativa che scriveranno sui verbali su quelle valutazioni.
non credo minimamente che le riporteranno una per una nei verbali.
@ limite...
RispondiEliminaquella cui faccio riferimento è l'interpretazione del DM sostenura dal suo stesso estensore.
peraltro in questa direzione va anche l'ottimo provvedimento del polito che qui si è tanto lodato.
se non ci sarà nei verbali la valutazione di ogni singolo prodotto scientifico sarà facile vincere un ricorso.
@ euroscience
non siamo in angola, siamo in itaglia...il che a volte è peggio.
possono eccome mettere la fiducia al ddl, lo fecero già con la riforma moratti. peraltro il sicuro sforamento dei principali atenei nazionali può essere utilizzato come giustificazione per un atto urgente. cmq con o senza fiducia vedrai che il ddl conoscerà un'accelerazione.
l'uccellino è un soggetto toscano molto vicino alla crui, e questo ti basti
Un uccellone, allora
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminadubito che sara' possibile fare ricorsi sulla base di "un'interpretazione".
il polito e' una storia a parte come lo e' sempre stato, senza che nessuno abbia mai pensato di prenderlo come riferimento per un ricorso in altra sede.
tra le altro ci sono piccole che hanno una facoltà di medicina
RispondiElimina@Limite
RispondiEliminaA questo punto è inutile disquisire se di debbano valutare tutte le pubblicazioni o solo una parte, visto che la strategia del governo è chiara. Se lo scopo è quello di non bandire i posti da RI (compresi Mussi III), il modo lo troveranno di certo.
Arrivati quindi al capolinea, voi vedete altre soluzioni oltre quella di fare le valigie come suggerito, amaramente, da Insorgere?
@ Popeye
RispondiEliminastiamo parlando dei concorsi gia' banditi, che prima o poi dovranno svolgersi con quei criteri di valutazione.
e del tempo che ci vorra' per svolgerli che dipende appunto da come verrano applicati/interpretati i criteri.
infatti Limite, il problema è il "poi"...
RispondiElimina@ Popeye
RispondiEliminaappunto, se le procedure non sono cosi' lunghe e complicate come sembrano, probabilmente si riuscira' a farli finire prima che si arrivi nell'anno 2011 e non "poi" cosi' da non poter assumere i vincitori
Eh no, che Limite abbia l'ultima parola non va, dopo che la discussione si e' sflacciata another time! Ricordo che il tema del post e' la proposta di adeguamento pensionistico a 65 anni anche per professori - una proposta che e' maturata, nella formulazione qui sopra, fra Via-academy ed APRI dall'inizio dell'anno e che ora sembra essere ben conosciuta (cliccare il mio nome per link). I parlamentari della commissione cultura la conoscono ed i Senatori, che abbiamo ricontattato oggi, ancor di piu'. Cos'altro possiamo fare per farla diventare veramente POPULAR? This is the question now!
RispondiEliminaA proposito di senatori ...
RispondiEliminahttp://www.ricercatoriprecari.it/documenti/Iniziative/Lettera%20APRI-VIA%20VII%20Commissione%20Senato%20su%20emendamento%20Ghizzoni%20(18-02-2010).pdf
@ Mauro
RispondiEliminafarla comparire sulla stampa nazionale?
anywhere!
RispondiEliminaSono stati riaperti, per un periodo di 30 giorni a decorrere dalla pubblicazione dell'avviso in Gazzetta Ufficiale, i termini per la partecipazione ai 9 bandi per l'assunzione a tempo indeterminato di 485 ricercatori di III livello, banditi dal Consiglio Nazionale delle Ricerche.
RispondiEliminaLa nuova data di scadenza è il 18 marzo 2010
http://www.cnr.it/cnr/news/CnrNews.html?IDn=2054
Da notare come non siano stati semplicemente prorogati i termini ma ... sono state qualche volta MODIFICATI I PROFILI SCIENTIFICI (sempre iper-specialistici, forse ancora di più)
RispondiEliminaVi segnalo questo articolo apparso oggi su Repubblica:
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/scuola/2010/02/19/news/tagli_universit-2354846/
Cio' non fa altro che confermare i nostri timori: se non si sbrigano ad indire le elezioni della II2008 e i concorsi andranno oltre dicembre 2010, ci ritroveremo con oltre mille voincitori di concorso DISOCCUPATI (visto che quasi tutte le università nel 2011 avranno superato il 90% e subiranno il blocco del turn-over!!)
Sul fatto che il taglio messo in conto per il 2011 sia micidiale, non si dubitava - il primo a saperlo e' lo stesso Tremonti, che lo ha messo li' a bella posta come arma di persuasione di massa per ogne trattativa con la ghigliottina carica che si apprestano a fare con la Maffia Universitaria.
RispondiElimina@ Mauro della VIA, et al.
RispondiEliminaTorno a precisare alcuni concetti della rappresentanza collettiva della comunita' accademico-scientifica discussi piu' sopra.
In Italia l'Accademia dei Lincei, equivalente della Royal Society, non si immischia granche' nelle questioni di politiche pubbliche, basta che ti fai un girello sul sito
http://www.lincei.it/
e lo confronti con quello della RS
http://royalsociety.org/
A dire il vero esistono delle commissioni ad hoc su vari problemi di ordine politico, che elaborano anche prese di posizioni che ogni tanto escono, tipo questa qui
http://www.lincei.it/files/dichiarazioni/Mozione_Scienze_Morali20091113.pdf
e vi fu e.g. un documento sull'ANVUR nel 2007, ecc ecc
Ma la qualita' di queste mozioni non e' significativamente superiore ad altre; cioe' voglio dire che non e' che il CUN faccia, con il suo lavoro (se fatto bene), un mestiere che possono fare altri. Il ruolo di rappresentanza e stesura di pareri, mozioni e documenti da parte del CUN e' al momento prezioso e insostituibile.
Ripeto: la CRUI dovrebbe fare di piu'. Ma al momento cosi' non e', vedi qualcosa, qualche studio, qualche elaborazione?
dai non è credibile una situazione di questo tipo, mica per niente ma che figura ci fa la governance di qualsiasi università..se Pisa per n anni è bloccata dal 90% chi vorrà essere il prossimo rettore? ok a casa tutti i vecchi precari ma non ci sarà più nessuno disposto a fare il dottorato, poi se non fai assunzioni non hai più docenti, chi le farà le lezioni? non sta in piedi..qualcosa escogiteranno ma sta storia del tutti fermi non sta in piedi.
RispondiEliminavent'anni fa, per molto meno, le facolta' vennero occupate per cinque mesi... sara' il caso di far arrivare queste notizie agli studenti. forse loro una reazione l'avrebbero.
RispondiEliminaSe non ci fosse l'Art. 18 si potrebbe evacuare un po' di personale maleodorante senza bloccare le nuove assunzioni di linfa vitale, pur in presenza di purghe governative, come in Gran Bretagna
RispondiEliminahttp://www.guardian.co.uk/education/2010/feb/11/academics-in-aspic-says-mandelson
Beati loro...
tempo fa qualcuno aveva postato questo link per la banca dati dei docenti di ruolo secondo l'anno di nascita:
RispondiEliminahttp://statistica.miur.it/scripts/personalediruolo/vdocenti1.asp
a voi funziona?
Vedo che finalmente qualcuno parla di bruciare i cassonetti.
RispondiEliminaLa questione è proprio questa, veramente sperate di poter ottenere qualcosa di concreto da questo o quell'altro governo usando solo il dialogo, le lettere e le proposte scritte? Bene allora saremo artefici del nostro stesso sfascio!
Lella, ma quando abbiamo organizzato una manifestazione davanti al Miur per protestare contro i ritardi della Gelmini sul Decreto sui ricercatori e quasi tutti si sono tirati indietro ... tu l'avevi data l'adesione?
RispondiElimina@ Limite
RispondiEliminaUsa questo link
http://statistica.miur.it/scripts/personalediruolo/vdocenti0.asp
e seleziona l'anno di interesse prima di effettuare la ricerca.
grazie popeye
RispondiEliminalella, io quasi mi vergogno dell'assenza di azioni rumorose da parte della mia categoria (assegnisti prossimi al raggiungimento del limite).
con queste prospettive, e con la normativa che ci mette di fatto in mezzo la strada da un giorno all'altro, penso che qualunque altra categoria sarebbe in piazza tutti i giorni.
Segnalo emendamenti identici sulla questione della rinnovabilità degli assegni di ricerca presentati da un senatore IdV, da uno UDC, da uno del PdL e da un gruppo di senatori del PD all'ultimo milleproroghe. Avrebbero consentito di estendere il limite di 8 anni di rinnovabilità degli assegni di ricerca anche per chi ha fatto il dottorato. Poi il provvedimento è passato in Senato con un voto di fiducia e non sono stati votati
RispondiElimina@ lella e tutti
RispondiEliminase lo vogliamo una manifestazione la possiamo organizzare. però bisogna raggiungere la massa critica di almeno 100 adesioni (per cominciare a ragionare).
quanti qui sarebbero disposti ad andare a Roma a protestare davanti al parlamento per l'ennesimo taglio?
fatevi avanti, se saremo abbastanza provvederemo a organizzare la cosa.
Quanto piu' allungate gli assegni di ricerca oltre i limiti di fruibilita', tanto piu' state riproducendo gli stessi meccanismi perversi di trappola sistemica.
RispondiEliminaCosa facciamo per i nuovi dottori: dei mini-assegni da 300 euro (sempre che si trovino)?
E' il solito discorso: ogni categoria vuole magnare per se e manca la politica di sistema...
@ insorgere
RispondiEliminaio sono a Roma.
sugli emendamenti di cui riporti nel messaggio precedente: "non votati" significa persi senza speranze?
c'e' un testo che si puo' leggere da qualche parte?
@ euroscience
RispondiEliminaintanto ti rispondo come va di moda rispondere agli assegnisti aspiranti ricercatori
1) "non tutti i dottori devono diventare assegnisti"
2) se l'universita' e la ricerca italiana non hanno bisogno di personale ricercatore e docente gia' formato e con esperienza, forse non ha molto senso che continui a produrre nuove sempre piu' ampie infornate di dottori di ricerca, ti pare?
@ Limite
RispondiElimina1) OK, e allora? Vale comunque l'opposto: qualche dottore merita di diventare assegnista. Dove li troviamo i soldi se prolunghiamo tutti quelli che ce li hanno adesso?
2) Infatti oggidi' tutta la filiera dell'istruzione superiore e' inflazionata, e distorta: ma ancora 5-6 anni si nutrivano speranze, e si diceva che bisognava produrre risorse umane adeguate alla societa' della conoscenza, anche per l'Italia. Questo adeguamento numerico c'e' stato, ma il volume della ricerca non si e' adeguato...
@ insorgere
RispondiEliminatrovati.
la formulazione dei senatori/deputati PD non ha senso. che vuol dire prorogare di 4 anni quelli in scadenza al 31 dicembre? e quelli in scadenza prima e dopo?? ma potrebbero studiare un pochino cio' sui cui devono legiferare ste persone prima di scrivere certe cose?
@ euroscience
RispondiEliminaanche diversi assegnisti in scadenza meritano di diventare ricercatori, ma a quanto pare non ci riusciranno.
d'altra parte tu capisci che non ha nessun senso in questo panorama di assoluta mancanza di copertura finanziare per qualsiasi cosa, investire soldi per formare altre persone, quando ce ne sono di gia' formate che stanno per andare a spasso.
una politica sana sarebbe quella di incentivare a gran voce i dottorandi ad andare a fare il post doc in massa all'estero. in massa capisci.
l'universita' italiana dovrebbe mettere i manifesti negli atenei per spiegare ai nuovi dottorandi che qui non c'e' futuro. avrebbero dovuto farlo anche con noi dieci anni fa.
se ORA qui non ci sono i soldi per far lavorare gli assegnisti, che mediamente hanno 35 anni, e' molto piu' sano, sensato e illuminato, incentivare i dottorandi che hanno mediamente dieci anni in meno, e possono spostarsi con infinitamente molta piu' facilita', ad andare 3 o 4 anni all'estero.
ne guadagnerebbe tutto il sistema. loro per primi perch'e sarebbero formati meglio, l'universita' perche' risparmierebbe dei soldi ora, ed avrebbe un enorme ritorno di competenze tra quattro anni.
ma questa politica chissa' perche' nessuno la fa nelle nostre universita'. da noi vige sempre e comunque il "se te ne vai dimenticati che riuscirai a tornare". se andiamo avanti cosi' affonderemo con tutta la barca, tutti insieme, studenti, dottorandi, dottori e assegnisti, giovani e meno giovani.
tra l'altro per non generare confondimenti.
RispondiEliminaio non sono per prorogare gli assegni a chi gia' ce l'ha in corso. sono per togliere il "limitedifruibilita".
ovvero consentire a chi ha raggiunto i 4/5 anni di poter partecipare ad altre selezioni per il conferimento di assegni.
poi se c'e' un neodottore giovane e plurititolato che merita piu' del vecchio assegnista vincera' il suo posto.
a limite, per tutelare i giovanissimi si potrebbero creare bandi junior e bandi senior.
magari agganciando ai bandi senior dell'attivita' didattica, togliendola ai piu' giovani che devono concentrarsi sulla ricerca. e cosi' venendo incontro alle facolta' che a quanto pare nel 2011 non sapranno dove prendere la gente da mandare in aula, tra pensionamenti, tagli e blocchi vari che si paventano all'orizzonte.
Per cominciare consiglio a tutti di leggere questo libro ''Morti e silenzi all’università. Il laboratorio dei veleni''; così tanto per rendersi conto di come va affrontata la cosiddetta ''governance'' e prendere un pochino di carica. Per quanto riguarda la manifestazione, se ben pubblicizzata (ovvero non solo tra quelli di Roma) credo possa contare in molte più di 100 persone.
RispondiElimina@ Limite
RispondiEliminaStiamo parlando nell'ottica di una politica seria, di sistema: ti pare sensato e corretto dire "chiudiamo qui", o "andate via e basta"?
Comunque non intendo farla troppo lunga, ho formulato la mia critica e se non vuoi raccogliere la cosa non c'e' ulteriore discussione che tenga.
Perchè non aprire un nuovo paragrafo e raccogliere idee su come fare un'azione dimostrativa e degna di gente pensante. Se organizzara con un pò di testa la gente ci sarà, ed anche tanta vedrete.
RispondiEliminaeuroscience stavolta ha pienamente ragione.
RispondiElimina@ lella
RispondiEliminacome diceva prima mino, la nostra esperienza è che i precari parlano tanto ma alal fine non si muovono.
cmq io ho lanciato un appello. per ora considero che un implicita disponibilità sia stata data da te e da limite: 2 persone. quando arriveremo a un numero congruo vedremo.
poi una questione va definita: esattamente per cosa vorreste manifestare? non ditemi contro la gelmini e basta...cerchiamo di elaborare proposte sensate
@ euroscience ed insorgere
RispondiEliminacosa c'e' di poco serio nell'invitare caldamente i neodottori ad andare all'estero?
ma come, qui non fate altro che dire ai precari di andare all'estero e dirlo ai giovani non si puo'? dirlo quando ancora ha senso dirlo e puo' veramente aumentare le prospettive future non ha senso??
chi ha parlato poi di chiudere? io sto parlando di costruire percorsi di andata e ritorno sensati nell'ambito di una programmazione pluriennale nell'ottica del risanamento dei bilanci delle nostre universita'.
non sto dicendo che "tutti" i neodottori devono andare all'estero come fosse il servizio di leva, ma che una politica di incentivi in questa direzione sarebbe estremamente illuminata in questo momento.
se poi come al solito volete leggere quello che pensate voi quando uno scrive qualcosa, allora e' inutile discutere.
pero' decidetevi, o l'estero e' bello, utile e auspicabile sempre e per tutti oppure non lo e' mai e per nessuno.
@ insorgere
RispondiEliminasemmai non fosse ancora chiaro secondo me bisognerebbe manifestare per portare all'attenzione pubblica il problema degli assegnisti che stanno per essere buttati a mare per colpa dei limitidifruibilita' e quindi per far togliere il suddetto limite.
mi pareva piuttosto chiaro, ma semmai ci fossero ancora dei dubbi..
sul contare le persone: non avete nessun altro canale per diffondere eventualmente il progetto di una iniziativa di questo tipo (a prescindere dalla motivazione) che non sia questo blog dove non mi pare che scrivano centinaia di persone?
@ limite
RispondiEliminaquesto blog è visitato ogni giorno da centinai di utenti con ip diversi.
a parte questo esistono mailing list ecc.
io ho solo risposto - come ha fatto mino - a coloro che qui chiedevano di manifestare. come apri non c'è nessuna decisione in merito.
personalmente non credo molto nella capacità di mobilitazione dei precari, almeno questa è la mia esperienza negli ultimi due anni. io vedo un notevole riflusso da oltre 6 mesi, non maggiore militanza ma minore presenza.
quanto al limite di fruibilità degli assegni, la questione è complessa e non so se abbia senso manifestare per quello. il punto è: che tipo di sistema vorremmo? rispondendo a questa domanda si risolve anche il problema degli assegnisti. ma non si può isolare il problema, pena grandi equivoci.
Ma Limite, come trovi il tempo di scrivere tutta sta roba?
RispondiElimina@ Limite
RispondiEliminaPer quanto, in questo incasinato sistema, i limiti di fruibilita' siano causa di qualche problema oggettivo, non vedo possibile una manifestazione su questo, che non si connoti o addirittura sfoci in un corporativismo deteriore e pasticcione.
Va ribadito che hanno diritto a cominciare degli assegni anche giovani dottori; per gli assegni in scadenza, se la persona e' veramente valida (con autovalutazione seria) e le strutture potenzialmente interessate hanno qualche risorsa, ci possono essere dei co.co.co. a far da ponte fino alle tornate concorsuali. Se uno non vede queste possibilita', cominciasse a domandarsi questioni esistenziali piu' generali.
@ insorgere
RispondiEliminagli ip diversi non necessariamente significano persone diverse, con gli ip dinamici dei provider adsl, e lo stesso con gli ip mascheranti, dietro lo stesso ip potrebbero esserci persone diverse. comunque se sono centinaia al giorno dovrebbero essere diverse persone.
be', allora forse come diceva Lella un post specifico dove l'apri dichiari la sua volonta' di manifestare potrebbe essere un inizio.
se volete farlo ovviamente.
sull'argomento: manifestare si manifesta sempre "contro" che io sappia. poi dopo vengono le controproposte, ma per fare rumore bisogna farlo contro lo stato delle cose. secondo me il problema degli assegnisti e' il piu' urgente, e di maggiore impatto. il fatto che tutti gli schieramenti politici propongano emendeamenti nella stessa direzione mi pare significativo. ma ovviamente la cosa mi riguarda piu' da viciino quindi puo' essere che la mia sia una visione distorta.
ma comunque: questo sfascio imminente che avete descritto nei post precedenti non e' un motivo sufficiente perche' i giovani precari aspiranti docenti e ricercatori universitari scendano in piazza?
che dobbiamo aspettare che le Universita' chiudano per bancarotta?
@ euroscience
RispondiEliminaproporre i co.co.co per gli assegnisti in scadenza per fare da ponte alle tornate concorsuali fa veramente ridere.
ma come non fate che parlare di competizione sana, di concorsi aperti, e poi dove va a finire tutto questo ragionamento?
nell'assegnista tenuto da parte con contrattini ridicoli perche' tanto c'e' il suo posto da ricercatore pronto e c'e' solo da aspettare che il ministero faccia svolgere i concorsi?
scusami, ma proporre agli assegnisti di passare a contratti addirittura piu' precari di quelli che hanno gia', con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di "ricattabilita'", di mancanza di indipendenza, di subalternita' nei confronti dei docenti di ruolo e' veramente senza senso.
dove poi le universita' dovrebbero prendere questi sodli non di capisce, non li hanno per pagare gli stipendi al personale di ruolo, e per assumere i vincitori dei concorsi dovrebbero usarli per fare i co.co.co agli assegnisti in scadenza?
ma ci rendiamo conto che parliamo di persone tra i trenta e i quarant'anni con dieci anni di carriera alle spalle? e a questi cosa proponiamo? retribuzioni inferiori a quelle degli ultimi quattro anni e regressione di carriera?
andate a dirlo ad un postdoc di 4 anni di una delle nazioni europee una cosa del genere, sentite come vi risponde...
@ Limite
RispondiEliminaRibadisco che il co.co.co. dovrebbe giustificarsi come prestazione di lavoro _in quanto tale_ (e guarda che non c'e' un limite superiore alla remunerazione), ma non perche' c'e' "un posto in caldo". Perche' c'e' un interesse al lavoro specifico che si puo' fare con quel contratto. L'"attesa del concorso" significa solo che uno si pone una scadenza temporale determinata dalle opportunita' oggettive dei concorsi futuri, non che uno sa gia' cosa succedera'.
Ma io consiglierei anche altri lavori/posti di lavoro, fanno sempre bene al curriculum.
Infine: il Limite di fruibilita' ha senso proprio perche' siamo in Itaglia, ma avrebbe meno senso in un Paese con possibilita' multiple e con piu' risorse. Abbiamo sempre detto che in Italia si deve capire abbastanza presto se ci sono prospettive...
@ anonimostanco
RispondiEliminase almeno la meta' delle centinaia di persone che leggono soltanto scrivessero anche quello che pensano, dovrei passare molto piu' tempo a leggere e me ne resterebbe meno per scrivere.
tu per esempio perche' sei cosi' stanco?
scrivi qualcosa no?
sei un assegnista in scadenza pure tu?
sei un neodottore che spera che gli assegnisti vecchi vadano in prepensionamento anticipato senza contributi a trentacinque anni e facciano spazio ai gggiovani?
@ Limitedifruibilita'
RispondiEliminaun co.co.co. può essere pagato molto più di un assegno (ai tempi del FIRB con una spesa lorda di 38mila euro l'anno venivano quasi 2000 euro al mese di stipendio). Il problema è che costa molto più in termini di tasse, quindi alle università non conviene. Ma non mi sembra affatto più precario di un assegno (l'assegno può essere anche da un anno) o più ricattabile. Comunque, i postdoc all'estero magari fossero di 4 anni. La norma in molti paesi è 1+1 con verifica nel mezzo. I postdoc di più di 3 anni sono casi rari (non mi tirar fuori esempi, lo so che esistono, dico solo che non sono la norma).
Quanto all'inamovibilità dei precari, credo abbia ragione insorgere. Ricorderai il tentativo fatto in autunno ("una penna per la ministra") ...
@ Limitedifruibilita'
RispondiEliminanon rispondere alle provocazioni. Altrimenti rischiamo di far scattare la moderazione ai post.
@ euroscience
RispondiEliminama su, un po' di realismo, il co.co.co. deve fartelo ad personam il dipartimento no?
e vuoi che un dipartimento con le pezze si metta a dare piu' di milleduecento euro a tutti gli assegnisti in scadenza e non solo a quello che gli interessa sistemare nel concorso che verra'?
che poi darebbe due soldi pure a quello li', stai tranquillo.
ma io non so veramente come possa sfuggirvi la realta' delle cose in questo modo.
quanto agli altri lavori: ma ti e' chiaro o no che dopo dieci anni di "ricerca" che e' spesso teorica, e' spesso di base, e' spesso ipespecialistica, e intorno ai quarant'anni, non esiste "in natura" altro lavoro che tu possa verosimilmente trovare?
ma cosa credi che tolta l'universita' altrove ti regalino posti ad ogni giro d'angolo?
ti rendi conto che noi che abbiamo fatto questo percorso siamo incapaci di fare altro. e che incapace per incapace qualunque aziendina cerchi un impiegatuccio lo cerca di venticinque anni per fargli il contrattino di sei mesi a 500 euro?
non trovano contrattini precari manco gli operatori di call-center di venticinque anni. vuoi che lo trovi il quarantenne che nella sua vita non ha fatto altro che pubblicare articoli sulle riviste scientifiche e fare lezioni all'universita'?
@ Fra
RispondiEliminarispondevo ad anonimostanco soprattutto con l'intento di indurlo a partecipare attivamente. non l'avevo ritenuta una provocazione.
@ Fra
RispondiEliminase parli di co.co.co di "alto livello" (tipo il bando Firb) allora e' un'altra cosa.
io mi riferisco ai contrattini magari di tre, sei mesi che un dipartimento puo' decidere di fare appunto per far sopravvivere un assegnista.
il Firb giovani dell'anno scorso di cui avevo letto il bando era una selezione all'apparenza seria, nazionale, con signore retribuzioni per chi riusciva ad aggiudicarselo. magari ci fossero i firb giovani di quel tipo dopo gli assegni.
@ Limite
RispondiEliminaSeguito a dire che è proprio per quello che tu stesso dici che si mettono i limiti. Tu invece pare che mi stia rispondendo che un assegnista _ha diritto_ al posto fisso. E così?
Il limite di 8 anni (o 3 dottorato + 4/5 assegno) e' ancora sensato. E poi uno _deve_ cominciare a ragionare subito dopo il dottorato, non aspettare di avere fatto i 4 o 5 anni di assegno.
@ euroscience
RispondiEliminaio sto dicendo che l'assegnista ha diritto al posto fisso???
non e' possibile, tu non leggi quello che scrivo.
sto parlando di altri assegni annuali o biennali, su base competitiva, con bandi aperti a tutti, e in concorrenza con tutti giovani, meno giovani, persone dall'estero, TUTTI.
se questo e' scrivere che l'assegnista ha diritto al posto fisso quello che io scrivo in italiano a te compare in aramaico.
ma che vuol dire "uno deve cominciare a ragionare subito dopo il dottorato" scusa?
tu stai ragionando?
se scrivo che i nuovi dottori devono essere incoraggiati ad andare all'estero perche' qui la situazione e' quasi disperata dici che hanno diritto agli assegni in italia, e ora vieni a dire a chi ha fatto cinque anni di assegno che dopo il dottorato doveva ragionare, su cosa doveva ragionare?
il bello poi e' che su questo blog si parte dal principio che il limite non e' mai esistito e che la legge e' stata male interpretata.
il che rende questa discussione a dir poco surreale....
@ Limite
RispondiEliminama ti leggi quando scrivi??
Hai scritto (a 00:10):
"ma cosa credi che tolta l'universita' altrove ti regalino posti ad ogni giro d'angolo?
ti rendi conto che noi che abbiamo fatto questo percorso siamo incapaci di fare altro. e che incapace per incapace qualunque aziendina cerchi un impiegatuccio lo cerca di venticinque anni per fargli il contrattino di sei mesi a 500 euro?"
Che vuoi dire? Puotresti parafrasare te stesso? Se vuoi abolire il limite lo fai per aspettare "er momento ggiusto".
Qui si sta dicendo che una simile logica e' un atrappola, e se non hai occasioni entro i 4/5 anni (vista la situazione italiana, e in rapporto ai tuoi meriti) devi considerare che, tuo malgrado, non c'e' trippa, si deve darci un taglio.
La discussione e' surreale a causa dei tuoi assunti: vorresti cacciare via dall'Italia i piu' giovani per consentirti di marcire nel precariato a vita...
@ euroscience
RispondiEliminae' evidente che fai della dietrologia gratuita.
scrivere che un postdoc di materie teoriche e che fa ricerca di base, intorno ai trentacinque quarant'anni non ha sbocchi lavorativi, e' una semplice e pure assai banale constatazione della realta'.
non c'e' da parafrasare. e di certo non significa scrivere che il suddeto abbia diritto al posto fisso. perche' e l'ho appena scritto sto parlando di altri bandi per assegni. basta non lo riscrivo piu'.
sai euroscience, sarebbe carino riparlarne con te dopo che "in rapporto ai tuoi meriti" sarai stato scippato per quattro cinque anni di un certo numero di posti da ricercatore. sarebbe veramente carino vedere se a quale punto del tuo percorso deciderai che non c'e' trippa e sempre in rapporto ai tuoi meriti deciderai di "darci un taglio".
e' decisamente inutile continuare.
ti ripeto, e l'ho gia' fatto, che incentivare i giovani a fare un periodo di 3 o 4 anni all'estero non significa cacciare nessuno, ma sarebbe l'unica politica illuminata degna di un corpo docente/ricercatore adulto consapevole della situazione attuale e interessato a dare futuro a quei giovani, e alle universita' italiane.
se non riesci proprio a capire questo concetto e' inutile che lo scriva altre dieci volte.
non vorrei annoiare le restanti centinaia di lettori, che almeno loro ormai avranno capito perfettamente.
Buonanotte Limite
RispondiEliminatanto io all'estero ci sono gia'
questo vuol dire che sei giovane e all'estero.
RispondiEliminadue punti a tuo favore.
fidati di chi parla dopo dieci anni di "questo schifo". perche' sta tranquillo, ne ha ben donde.
Tanto mo' so' cazzi vostri.
RispondiEliminaNoi ce ne siamo gia' andati via da Roma.
@ Limitedifruibilita'
RispondiEliminasempre riguardo assegno/co.co.co. , i contratti previsti per il FIRB erano a discrezione dell'università. In alcuni casi venivano scelti TD, in altri co.co.co., in altri assegni di ricerca. Ma non si trattava di contratti inventati appositamente per il FIRB.
Il co.co.co. può essere più o meno sostanzioso, ma secondo me il punto è che costa troppo. E' vero che devono fartelo ad personam, e che dipende dal buon cuore del tuo referente che ti facciano un co.co.co. di un anno invece che di tre mesi. Ma anche l'assegno mi sembra abbastanza ad personam (senza polemica, ma mi sembra che i bandi escono già con un'idea precisa di chi dovrebbe usufruire dell'assegno). Quindi da questo punto di vista non vedo un impedimento. Se il dipartimento è benevolo e disposto a farti un assegno da un anno, sarebbe disposto a farti anche un co.co.co. da un anno, se non fosse che il co.co.co. costa molto di più in termini di tasse e quindi non conviene (o spesso non ci sono proprio i soldi, specie quando i contratti dovrebbero gravare sui fondi privati di un professore).
Infine, a me sfugge ancora perché nessuno usa i postdoc (ancora mi sfuggono le differenze fra alcune figure precarie). Un postdoc costa circa come un assegno e non ha limiti di fruibilità. Dunque perché non piace? Qualcosa mi sfugge.
P.S. io non credo che un ricercatore non sia in grado di fare altro nella vita o non possa trovare altri sbocchi lavorativi (sarà che sono ottimista e spero di riciclarmi se non va nel mondo accademico). Si tratta solo di accettare il fatto che i tuoi titoli di studio potrebbero non servirti (e probabilmente non ti serviranno) se cambi lavoro.
Ritorno su questo post, che sul finale e' stato come al solito dominato dalla discussione logorroica di Limite e di chi gli risponde. Ricordo a tutti che il TEMA di questo post pubblicato da MIno e' la proposta dell'adeguamento pensionistico a 65 anni di tutti i docenti universitari. Come si puo' sintetizzare l'opinione generale su questo?
RispondiEliminaMauro, non vedi una certa somiglianza fra il tuo ultimo commento ed i profili iper-specifici del CNR che tanto critichiamo? Che vogliamo fare, scriviamo un post di "Storia della filosofia e storia della storiografia filosofica, con particolare riguardo agli studi dell'Ottocento e del Novecento sul Rinascimento e Vico" ? Così impediamo ai commentatori di parlare di altri argomenti?
RispondiEliminaAbbiamo già detto che convidiamo tutti la proposta. Che dobbiamo sintetizzare? Inoltre ti ricordo che per organizzarsi/discutere piani d'azione esiste il forum. Questo qui è uno spazio aperto anche ai non-soci (inclusi quelli più prolissi), e finché si parla di Università e Ricerca e si rimane nei limiti dettati dal buon senso, non vedo quale sia il problema.
@ Fra
RispondiEliminaio mi riferivo al bando Firb del 2009. quello che tra l'altro prevedeva limiti di eta' estremamente bassi per i non di ruolo, 32 anni
http://www.miur.it/006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/7471Bando_cf3.htm
il progetto doveva passare il vaglio di una commissione, anche se e' vero che una volta passato, i componenti del gruppo di ricerca erano gia' definiti al momento della domanda e non sarebbe seguito un bando per posizioni di qualche tipo.
non sono assolutamente d'accordo sul equiperare nel senso dell' "ad personam" co.co.co. e assegni di ricerca.
e' vero che ci sono molti bandi "chiusi" con titoli dettagliati che ovviamente sono per qualcuno. ma questo succede da sempre per i concorsi da ricercatore, quindi non c'e' da stupirsi. ma ce ne sono anche di aperti e con titoli amplissimi. almeno nel mio settore.
io se non fosse per uno di questi bandi e per averlo vinto non sarei qui a scrivere con questo nick, ma sarei senza lavoro. e se non fosse che avevo gia' vinto questo, e che non se ne possono avere due contemporaneamente, ovviamente, ne avrei vinto un altro uscito quasi contemporaneamente al quale ho mandato la rinuncia all'orale per la gioia del secondo classificato ai titoli sul quale avevo un margine di dieci punti.
cmq continuo a stupirmi che mentre professate la libera competizione nei concorsi da ricercatore e ne fate, giustamente, la bandiera delle vostre proposte di legge, proponiate la "benevolenza" dei dipartimenti come soluzione agli assegnisti in scadenza.
io non voglio la "benevolenza" di nessuno. la "benevolenza" nella migliore delle ipotesi si paga a suon di decine e decine di ore di lezioni e di esercitazioni di correzione compiti nei corsi base. nella migliore delle ipotesi.
voglio "concorrere" con i miei titoli per un posto da assegnista.
sui postdoc. se intendi le "borse postdottorato" sono quasi "vietate" ormai. non ho presente la normativa, comunque sono generalmente meno pagate degli assegni perche' non sono esenti da irpef. il "postdoc" vero in italia e' l'assegno di ricerca, che gode dello stesso trattamento fiscale del dottorato, e che prevede una selezione con bandi, punteggi etc.
Fra, non so tu di cosi ti occupi. Io ho cercato lavoro per un anno prima di questo assegno. Comprese le selezioni all'estero di cui parlavo qualche post fa. Senza il nostro CV dal dottorato in poi siamo diplomati tra i 35 e i 40 anni senza nessuna esperienza lavorativa. Chi ci assumerebbe? A fare che? Gli apprendisti attemptati? In questo periodo poi...
grazie Fra
RispondiEliminadevo correggermi:
RispondiEliminaho appena trovato bandi per borse postdottorato del Polimi ricchissime ed esenti irpef. (titolo iperspecifico ovviamente). questa mi giunge nuova. vado a leggere i dettagli.
Mah, io non propongo nessuna benevolenza. Non mettiamo in giro queste voci. Dico solo che se riesci ad ottenere un assegno, dovresti essere in grado di ottenere anche un contratto differente (ad esempio un postdoc, che costa meno di un co.co.co.).
RispondiEliminaSinceramente non so come funziona il reclutamento di co.co.co.. Credevo che ci fosse un bando ed un concorso come per gli assegni (a parte il caso eccezionale del FIRB giovani). Per il postdoc sono sicuro che ci sia. Dunque se riesci a vincere un assegno (perché fai cose - diciamo così - che interessano il dipartimento che ha bandito, o semplicemente perché hai un curriculum stellare), non vedo perché non dovresti vincere un postdoc.
@Fra,
RispondiEliminasecondo me i limiti dettati dal buonsenso comprendono anche la capacita' di sintetizzare i propri pensieri in 5-6 righe per commento. Chi non riesce a contenersi puo' sfondare nel 'parlarsi addosso', che e' un problema serio in un BLOG aperto poiche' toglie spazio (nonche' voglia) ad altri di partecipare.
per tornare all'argomento iniziale di questo post, segnalo che la Sapienza ha emanato il 15 febbraio una circolare su "Criteri di valutazione per il trattenimento in servizio del personale". Che ovviamente si riferisce al limite attuale di 70 anni.
RispondiEliminaMi pare interessante, visto che si discuteva di abbassare l'eta del pensionamento, e di stabilire criteri per eventualmente lasciare la possibilita' di eccezioni.
http://www.uniroma1.it/organizzazione/amministrazione/ripartizionepersonale/documenti/circolari/Circolare0005151.pdf
@ Mauro
RispondiEliminascusa e', ma che diamine:
un blog e' fatto per scrivere, se leggere i miei messaggi ti toglie la voglia di scrivere non sei mica obbligato a leggerli, no? saltali e lasciali leggere agli altri. o vogliamo tornare a quando era limitata la liberta' di espressione, su internet e nel 2010?
mi pare un po' reazionario come atteggiamento no?
quanto allo spazio: ma che questo blog ha un tot di kilobytes limitato superiormente??
(cancellato pure questo messaggio se volete, lasciatelo giusto il tempo che Mauro lo legga)
@ Fra
RispondiEliminagrazie per avermi ricordato l'esistenza delle borse post-dottorato che nella mia mente erano ormai state abbandonate (chissa' perche' pensavo quasi vietate) dalle facolta'.
vedo che invece sono risuscitate e anche se con titoli iperspecifici, e a volte con limiti di eta', e specifici requisiti di partecipazione, ce ne sono diverse.
probabilmente servono proprio per trattenere gli assegnisti che hanno raggiunto il limite.
comunque buono a sapersi.
@ tutti i Precarj, a tutte le auto
RispondiEliminaBorse post-doc, assegni e co.co.co.co.co.co. esistono sempre e sono in teoria egualmente utilizzabili per impiegare i Precarjoti al servizio dell'Universitas.
Le borse sono giuridicamente delle scholarship, quindi no tax e no pension, ma anche no limit sull'ammontare. Furono introdotte nel 1989, qunado divenne evidente pure ai Sindacalisty Italiotj che l'assassino sistema dei ricercatori a vita stava occludendo l'entrata a nuovi giovani dottori e uccidendo intere generazioni.
I co.co.co.co.co.co. sono invece dei contratti di lavoro a tutto tondo, benche' del "terzo genus" (ne' autonomo ne' dipendente, cioe' ne' carne ne' pesce, ne' maschio ne' femmina) introdotto come tipologia dopo la Grande Crisi del 1992-93, e che segno' lo spartiacque tra Garantiti e Sfruttati, tra Insiders e Outsiders, tra Sindacalizzati e Precarij. E' tassato ed ha un regime pensionistico "separato" (oggi assoggettato ad aliquota piu' fluente delle origini, sul 23% anziche' 10%). I primi dipartimenti universitari che lo usarono furono quelli di Ingegneria.
Gli assegni di ricerca furono introdotti dal Berlinguer nel 1998, come formalizzazione del canale "precario della ricerca" ormai dilagante, dilagato, nonche' necessario. Grandissime e altissime furono le discussioni sulla natura dell'assegnista, se costui fosse uno studente o un lavoratore, soprattutto valida per determinare il visto di ingresso degli stranieri beneficiari... una cosa da polli, da italioti DOC, da rincojoniti dell'amministrazione...
L'assegno se ne viene con limiti minimi e massimi, eppercio' soggetti al volere Ministeriale, nonche' con trattamento pensionistico simil-co-co-co-co-co-co ma esentasse: insomma la "istituzionalizzazione" del sistema co.co.co.co.co.co. ma particolarizzato alle Universita' ed agli Enti di Ricerca per farne una Classe di Equivalenza ad hoc. Da qui anche la formalizzazione del Limite di fruibilità per cercare di evitare dei Nuovi Precari Universitary a Vita.
capitto mi hai???
Alle figure menzionate in precedenza va aggiunta quella del Ricercatore a Tempo Determinato: si sarebbe potuto fare sempre anche quella, ma era piu' costosa, ovviamente. Nel 1999 lo stesso Berlinguer scrisse una Nota per richiamare l'esistenza di questa possibilita': CAZZO, scrisse alle Universita', provate a fare anche dei Ricercatori TD anziche' solo dei sub-contratti come quelle forme precarje usate di solito...
RispondiElimina@ Fra ed euroscience
RispondiEliminaattenzione pero 'che alcuni bandi per borse di postdottorato recitano tra l'altro
"Al concorso possono partecipare i dottori di ricerca e coloro che hanno terminato la frequenza ai corsi di dottorato di ricerca e che siano in debito del solo esame finale per il conseguimento del titolo, a condizione che il titolo stesso sia conseguito entro la data di decorrenza stabilita nel bando di concorso e purché dalla data di conseguimento del titolo non siano trascorsi più di ___cinque___ anni."
sicche' dopo cinque anni di assegno e' evidente che il limite per queste domande e' trascorso.
e poi:
"Chi ha già usufruito di una borsa di studio per attività di ricerca post-dottorato non può usufruirne una seconda volta.
Le borse di studio hanno durata biennale, sono sottoposte a conferma allo scadere del primo anno e non sono rinnovabili."
sicche' se la logica non mi inganna, piu' di 2 anni per soggetto non sono consentiti. ben meno dei 4/5 degli assegni.
mi pareva infatti strano che potessero essere una via d'uscita per gli assegnisti in scadenza, e/o che se ne potessero avere ad libitum
aspetto smentite come al solito, mentre nel frattempo avvio uno studio comparato sui vari bandi per vedere se questo che ho trovato (Universita' di macerata) e' un bando fuorilegge o la norma.
http://www.unimc.it/ricerca/dipartimenti/dipartimento-di-lingue-e-letterature-moderne/ricerca/borse-post-dottorato/regolamento
@ Fra ed euroscience
RispondiEliminaconferme dei suddetti limiti arrivano subito da:
Torino Statale
http://www.unito.it/unitoWAR/ShowBinary/FSRepo/Area_Portale_Pubblico/Documenti/B/bando_postdott_2009_area10.pdf
@ Fra ed euroscience
RispondiEliminaUnibo si unisce al coro ma dice entro __sei__ anni dal conseguimento del dottorato, cmq sempre solo per 2 anni, e poi basta.
Siena invece non mette limiti ne' di eta', ne' di anni dal dottorato, ne' di durata.
Mi farebbe piacere che ogni tanto, in mezzo a tanti post su reclutamento, regole di concorsi (sempre per ricercatore, guarda caso, perché degli avanzamenti di carriera ci hanno insegnato a non discutere mai) uscisse un post con le cifre della spesa italiana per istruzione e ricerca comparata a quella degli altri (così magari ci si accorgerebbe che si spende tantissimo nella scuola e pochissimo nell'università e nella ricerca).
RispondiEliminaSottolineo che non è una critica al blog, anzi!
@ Gianni
RispondiEliminacercheremo di provvedere. cmq sembra, da quel che leggo, che tu le cifre le conosca già. in questo caso scrivile direttamente tu
@ Limite
RispondiEliminavero, la durata delle borse post-doc e' di 2 anni, io mi riferivo alla mancanza di limiti sul loro ammontare, tanto che sono state usate anche con valori elevati per certi scopi. Il tutto si inscrive nella concezione che avevano negli anni '80, come ho gia': scritto: secondo loro il ruolo di ricercatore eliminava il precariato (belli spiriti). Quando si accorsero che bisognava almeno mettere delle borse-ponte fra in dottorato e i concorsi da ricercatore si inventarono le borse post-doc, ma erano riluttanti, perche' i puristi dicevano che "in Italia non c'e' il post-doc"...
Legge 30 novembre 1989, n. 398
Norme in materia di borse di studio universitarie.
[...]
4. Borse di studio per attività di ricerca post-dottorato.
1. Nell'ambito dei finanziamenti di cui all'articolo 7, le università possono conferire borse di studio ai laureati in possesso del titolo di dottore di ricerca conseguito in Italia o all'estero per lo svolgimento di attività di ricerca post-dottorato. Il conferimento avviene per programmi correlati alle esigenze delle attività di ricerca svolte nelle strutture dell'ateneo.
2. Le modalità di conferimento e conferma delle borse e i limiti di età per poterne usufruire sono stabiliti con decreto del rettore, previa deliberazione del sanato accademico.
3. Le commissioni giudicatrici devono essere composte da professori straordinari, ordinari ed associati e presiedute da un professore ordinario. Di tali commissioni possono far parte i ricercatori confermati.
4. I borsisti di cui al presente articolo possono partecipare, previa autorizzazione, a progetti di ricerca, coerenti con i programmi di cui al comma 1, svolti anche all'estero presso enti di ricerca ed università.
5. Le borse di studio di cui al comma 1 hanno durata biennale, sono sottoposte a conferma allo scadere del primo anno e non sono rinnovabili.
[...]
6. Norme comuni.
[...]
2. Chi ha già usufruito di una borsa di studio non può usufruirne una seconda volta allo stesso titolo.
@ euroscience
RispondiEliminala legge l'avevo letta stamattina.
il fatto e' che per esempio la legge non mette limiti di anni trascorsi dal dottorato, come vedi. mentre i bandi di molti atenei, quelli che ancora bandiscono questo genere di posizioni, li mettono.
probabilmente questo succede proprio per essere consistenti con i limiti attuali per gli assegnisti.
I danni che voi europei avete fatto al sistema italiano con la vostra pretesa di portare qui regole, prassi e organizzazioni del tutto indadatte alle ocndizioni sociali, economiche di questo paese che è più vicno al Maghreb che al Nord Europa sono incalcolabili.
RispondiEliminaPrima si sarebbe dovuto rendere il sistema politico-economico italiano simile a quelli europei e poi solo dopo creare una università nordeuropea. Così invece si sono distrutte vite, sperperati soldi, dilapidate conoscenze.
Più continuate con le vostre litanìe, più sposterete consensi verso la lega e le sua battaglie contro le burocrazie di Bruxxelles.
@ Limite
RispondiEliminaOra puoi metterti a combattere anche il limitedifribilita' delle borse, pero' vedi che la logica e' la stessa: c'e un limite 2+4. Pero', dal momento che i co.co.co.co.co.co. sono uno strumento "comune", di fatto la via per aggirare il limite con tali mezzi c'e' sempre...
@ Dingo
RispondiEliminaL'Universita' nordeuropea in Italia non c'e'. C'e' solo l'Universita' Italiana.
Vorrei far notare che a ben cercare a fondo in tutta l'Universita' Italiana in realta' di opportunita' ce ne sono, anche per i non "blindati". Parlando di Matematica (che conosco molto bene), posso annoverare:
RispondiElimina1) le borse annuali dell'INDAM (Istituto Nazionale di Alta Matematica);
2) le borse post-doc del CIRM di Trento;
3) le borse post-doc tuttora esistenti in SISSA, SNS, Torino, mi pare Brescia...io la presi nel 2006 a Bologna, che ora le ha abolite.
Inoltre, potrei citarvi almeno 4 dipartimenti (che io sappia) in cui gli assegni di ricerca sono rigorosamente APERTI, e in cui molto spesso si sono viste delle sorprese.
E poi, senza dover andare chissa' in quale parte del mondo, le Marie Curie, tutte le offerte su Euraxess, l'Erasmus Cooperation Windows, a Bologna c'e' il Marco Polo, ecc.
Non sara' che molti precari spesso non vogliono muoversi nemmeno di 100 km? Io sospetto di si'.
Cambiando topic, comunque ora e' il momento di spingere affinche' si facciano in fretta le elezioni della II sessione 2008, i tempi guardate che sono stretti, molto stretti.
Vi faccio un esempio: il mio "boss" ha 2 concorsi in primavera-estate (ass. e ric.) da inserire in mezzo a 3 convegni all'estero, tutti gli esami, le sessioni di laurea, ecc. ecc. E lui e' solo uno della commissione. I tempi si dilateno, attenzione...
E
@ Arsen
RispondiEliminaci sono sempre un sacco di vincoli sulle borse.
degli enti che citi.
di eta' (Torino/San Paolo, SNS)
di distanza dal conseguimento del dottorato (INDAM)
di progetto sottoposto con il beneplacito di un professore dell'universit'a (CIRM Trento)
dopo i 35 anni e' molto difficile rientrare nei vincoli imposti. anche giustamente trattandosi di borse per giovani.
io non sono esattamente sul settore matematica ma in un intorno, e li avevo spulciati uno ad uno questi istituti quando cercavo lavoro.
che in alcuni dipartimenti ci siano ancora bandi aperti sono assolutamente d'accordo, ho appena raccontato la mia esperienza positiva.
sul fatto di non volersi spostare in molti casi e' vero. io non faccio testo perche' ho cambiato tre citta' italiane tra laurea, dottorato e postdottorato, fino a 700 chilometri da casa, ma so di essere un'eccezione.
il fatto e' che i settori "matematici" e affini sono ancora delle isole quasi felici almeno fino al dottorato/postdottorato. dove miracoli come quelli di vincere un posto di dottorato o un assegno in un dipartimento dove uno non ha mai messo piede prima possono capitare.
in altri settori le cose si fanno gia' molto piu' complicate e senza le protezioni giuste non si riesce neanche ad iniziare il percorso.
@ poppolo
RispondiEliminaposto che qualsiasi "transiente" verso la So9luzione Perfetta che noi auspichiamo si potra' sempre accomodare, non si puo' fare di ogni era un fascio e pensare che i Limiti di Fruibilità vanno combattuti.
Quello che va combattuto è il Baronume Universitario che pretende di succhiare le risorse che succhia per un sistema che consente agli untra-65 enni di mantentere scranno e prebenda senza controllo alcuno. Si combatta senza indugio alcuno contro codesto sistema e si pretenda l'istruzione di un processo di adeguamento al Comune Sentire Europeo.
e bravo euroscience che ci riporta in topic.
RispondiEliminaconcordo pienamente. ciò che c'è da fare subito è una politica di prepensionamenti vincolata a un ricambio generazionale gestito in maniera meritocratica e trasparente. tutto il resto - compresi i limiti per borse e assegni - sono problemi secondari. quel che ci vuole è un reclutamento vero, massiccio e costante nel tempo
io il mio contributo al topic l'ho dato, vi ho postato la circolare della sapienza, che mi pare francamente del tutto condivisibile e forse da prendere come riferimento.
RispondiEliminae' la prima volta nella mia vita che sento la parola "valutazione" applicata a docenti ultra sessantacinquenni e mi sento gia' meglio.
Tanto ve lo metto nel baugigi lo stesso.
RispondiEliminaMmmh, commento satirico o realistico, l'ultimo? Ma non lasciamolo come finale. Invece direi di riassumere: la maggioranza dei membri e simpatizzanti APRI sono favorevoli alla proposta di adeguamento pensionistico dei docenti universitari a 65 anni. This is a fact and would be a nice end for this post. Cheers
RispondiEliminaCari,
RispondiEliminavi chiederei un info. Si hanno informazioni su una possibile prima sessione 2009 quando inizierà quando comincieranno le università a ribandire. ?
Secondo , è possibile provare a chiedere un estesione alla restrizione delle 15 domande. In sostanza io ho fatto tutte le domande che potevo ora più o meno 12 non avendo nessuna previsione sul futuro . Supponendo cjhe ce ne siano altre dopo è possibile provare a chiderne più di 15 o mandare rinuncia a una per farne una da un'altra parte ? In sostanza è lecito chiedere che se un candidato è costretto a scegliere un numero limitato di domande debba avere ul diritto di sapere prima quali sono tutte le università che bandiscono per poi fare una scelta ragionata? Grazie
precaria senza speranza
@ precaria senza speranza
RispondiElimina1. La I sessione 2009 o, meglio, 2010 è iniziata ufficialmente il 1 gennaio 2010. Per il momento nessuno ha bandito in questa nuova sessione, eppure ci sarebbero i 700 posti Mussi della III tranche "gratis" (perchè totalmente finanziati).
2. Non è possibile chiedere una deroga al numero di domande. Comunque, intanto il limite delle 15 domande riguarda l'anno solare, quindi può darsi che qualcuno di quei 12 concorsi cui hai fatto domanda possa non essere contato.
Ma, a parte questo, qui c'è una buona notizia: nel DDL sui "lavori usuranti", in corso di ultima approvazione alla Camera, vi è un emendamento, fortemente richiesto dall'Apri, che elimina sia il limite massimo al numero di pubblicazioni presentabili ai concorsi sia il numero massimo di domande. Quindi non dovresti preoccuparti a questo riguardo.
Grazie Mino.
RispondiEliminaMi chiedevo se era possibile inviare la rinuncia a scadenza avvenuta, prima della formazione delle commissioni, in alcune università avendo così la possibilità di fare altre domande.
Comunque speriamo che le università bandiscano, io cercerò di inviare le ultime 3 domande facendo delle scelte più oculate. sarebbe bello però poter vivere in un paese in cui si è messi nelle condizioni di scegliere avendo tutte le informazioni possibili e non dover tentare la fortuna!!!
Grazie ancora
@ Anonimo
RispondiEliminase il limite è l'anno solare (fa fede la scadenza del bando), nel 2010 puoi iniziare da zero a contare le 15 (includendo però i bandi del 2009 con scadenza 2010)
Sì, puoi inviare la rinuncia, in qualsiasi momento (anche dopo la nomina della commissione) ad uno o più dei 15 concorsi, in modo da permetterti di fare domanda ad un altro concorso.
RispondiElimina@ Anonimo
RispondiEliminasecondo le faq dell'universita' di Milano Bicocca
http://www.unimib.it/go/Home/Italiano/Bandi-e-concorsi/Bandi-per-personale-docente/Reclutamento-docenti-e-ricercatori/FAQ
la rinuncia, affinche' la domanda venga eliminata dal computo delle 15, deve essere fatta prima che scada il bando delle domanda che vuoi eliminare.
Era quello che sapevo e che temevo... Non lo ritengo giusto , non si sa mai bene se altri concorsi si faranno o non si faranno .. per cui se non aspetti corri il rischio di fare domande a caso se aspetti .. come è capitato a me a fine 2008, bloccano in concorsi e ti sei persa la possibilità di fare le domande precedenti. Visto il vincolo del numero questa norma dovrebbe diventare un pò più flessibile o visto il blocco addirittura eliminata.
RispondiEliminagrazie a tutti
@ Anonimo
RispondiEliminama hai capito che non devi contare le domande che avevano bandi che scadevano nel 2009, vero?
devi contare 15 che scadono nel 2010.
te l'hanno gia' scritto, ma te lo riscrivo perche' sembra difficile che su un unico settore siano usciti 12 posti con scadenza tutti tra gennaio/febbraio 2010.
non conta la sessione, conta l'anno solare in cui scade il bando.