domenica 21 marzo 2010

Il bavaglio del vicino....



Questo blog e' letto da un migliaio di utenti ogni giorno. Considerato che affrontiamo argomenti "di nicchia", benche' spinosi, e non inseriamo immagini accattivanti e filmati ammiccanti, e' un successone. Grazie al contributo di pochi meravigliosi attivissimi membri siamo un punto di riferimento, e ce lo confermano i contatti giornalieri da fonti insospettabili (ministeri ed altri  organismi istituzionali, giornali, associazioni...). Eppure capita ancora di leggere cose cosi'
dove si afferma incredibilmente "C'è una nuova figura precaria che avanza: il "volontariato della cattedra". Succede a Palermo, Siena, Firenze, Roma e altre città dove centinaia di contratti di insegnamento a giovani prof "esterni" vengono offerti a zero euro."
NUOVA? Sono dieci anni che queste figure esistono ed operano nelle Universita', e sui contratti gratuiti esiste una letteratura ormai indicizzata (probabilmente nella riforma dei SSD ne uscira' uno apposito). 
Ma si legge anche di peggio tipo
"Se oggi, in mancanza di un concorso per la promozione a docente associato, i ricercatori possono restare tali anche per tutta la durata della loro carriera, domani non sarà più così. Al termine di sei anni di contratto dovranno conquistarsi l'idoneità di associato, e se non ce la faranno resteranno fuori dall'università."
Sembrerebbe che i ricercatori a tempo INDETERMINATO (gente che sta nell'Universita' da, in media, 10 anni) con la nuova riforma rischino di finire sulla strada... Mentre invece, come e' logico, chi e' gia' "dentro" non rischia nulla, al massimo non diventera' mai associato, ma d'altronde e' cosi' anche in altri "ambiti", mica tutti gli ufficiali diventano generali, per dire. Il rischio ci sara' (come previsto dal DDL in discussione) per quei ricercatori a tempo DETERMINATO che verranno assunti in futuro: ma ai giornalisti di Repubblica questa sottigliezza evidentemente sfugge. E poi vuoi mettere l'impatto dell'affermazione di cui sopra?
D'altra parte a noi precari della ricerca non e' stato concesso di interrompere la Pax pre-elettorale in materia di Universita': avete per caso notato un riscontro mediatico riguardo agli argomenti sollevati nei post precedenti? Eppure li abbiamo segnalati ad ogni organo di stampa, e i giornalisti (lo vediamo) ci leggono. Certo, i ricercatori che incrociano le braccia sono una notizia piu' succulenta, ma non bastava denunciare l'abuso dell'affidamento della docenza senza un adeguato riconoscimento (economico) perpetrato fino ad oggi? Non bastava sottolineare che un ricercatore neoassunto guadagna 1200 euro netti, quando all'estero ne prende il doppio? Evidentemente non basta, ed allora ecco che si scrivono cose ambigue, inesatte, pur di scrivere. Nemmeno mancassero gli argomenti...

62 commenti:

  1. quell'articolo di repubblica è vergonoso. zeppo di inesattezze, scritto da chi chiaramente di università non sa nulla. e ovviamente gli esimi giornalisti non si sono preoccupati di informarsi prima di scrivere cazzate.

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  2. non è serio fare articoli in questo modo, d'altra parte che i giornalisti non lavorino in modo serio si sa da tempo.

    il problema non è tanto questo, un articolo pieno di sciocchezze in sé non è un dramma. il problema vero è che non escono - da tempo - articoli seri e documentati sul DDL, lo stato del sistema universitario, i rischi per il paese, per gli studenti ecc.

    abbiamo a disposizione o articoli di condanna del sistema, scritti in modo superficiale, o piatti elogi alla riforma, che ricalcano le veline del ministero. Né i primi né i secondi aiutano a capire, il paese avrebbe bisogno di giornalisti veri, di competenza e rigore. E non solo sulle questioni universitarie.
    Senza vera informazione non si può esprimere in modo ragionato consenso o dissenso, ci si può solo schierare come tifosi di squadre rivali.
    povera italia

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  3. giornalisti, svegliaaaaaa. si stanno svolgendo concorsi ILLEGALI. MIGLIAIA DI CONCORSI CON UNA NORMATIVA SCADUTA. qualcuno intende dare la comunicazione oppure facciamo finta di nulla?

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  4. @serieta'
    D'altra parte e' tutto funzionale alla logica dello scontro fra le forze del bene e quelle del male, il partito dell'amore e quello dell'odio... Se vivi in campagna elettorale da 15 anni, e' chiaro che non combinerai mai nulla.

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  5. Comunque si puo' scrivere e protestare (magari linkando questo post) a l.montanari@repubblica.it e lettere@repubblica.it

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  6. France, la tua critica-sfogo dell'articolo e' ampia ed un poco vaga - non sarebbe meglio specificare, a beneficio di tutta la 'audience' di questo BLOG, che cosa esattamente andrebbe rettificato secondo te e l'APRI. E chiarire pure che non siete contrari all'azione anti-ddl dei ricercatori, come principio. No?

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  7. @anonimochevisegue

    mi pare che la critica sia piuttosto circostanziata, con tanto di citazioni delle frasi incriminate.

    NON ha senso dire che le docenze gratuite son una novità. ci sono da molto tempo.

    NON ha senso - ed è anzi impreciso e ambiguo - affermare che con il DDL i poveri RTI vengono fregati. Nessuno gli può togliere il loro posticino. Se c'è una categoria che è fregata dal DDL - con gli emendamenti valditara - sono i precari, e non gli RTI.

    quanto all'APRI noi francamente fatichiamo a identificarci nella posizione degli RTI che protestano. Sopratutto perché loro de facto (la retorica lasciamola da parte) protestano perché temono di essere danneggiati come categoria, non protestano perché gli preme il benessere del sistema e nemmeno (ma ci facci il piacere) per tutelare i poveri precari.

    Il DDL ha molti limiti, e ognuno è libero di protestare come gli pare (ci mancherebbe). Però la protesta dei ricercatori è perlomeno curiosa: 1. non avrebbero mai dovuto accettare di fare didattica gratis, guarda caso si accorgono di esser sfruttati solo ora per far pesare i loro interessi in sede legislativa. 2. vogliono diventare associati? ebbene che facciamo i concorsi, vincano le idoneità...non possono pretendere di essere promossi in massa.

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  8. @ tutti

    non vorrei fare l'avvocato del diavolo, ma francamente non vedo quello che leggete voi in questa frase

    "Se oggi, in mancanza di un concorso per la promozione a docente associato, i ricercatori possono restare tali anche per tutta la durata della loro carriera, domani non sarà più così. Al termine di sei anni di contratto dovranno conquistarsi l'idoneità di associato, e se non ce la faranno resteranno fuori dall'università."

    e' chiaro che i "ricercatori di domani" saranno se il DDL va in vigore, i ricercatori a tempo determinato, ovvero appunto persone che dopo 6 anni di tempo potrebbero benissimo restare fuori dall'universita'. mentre quelli di ieri potevano restare "tali anche per tutta la carriera".

    anzi mi pare che riporti in modo del tutto corretto la situazione cosi' come si va profilando.

    la mancata distinzione tra "a tempo indeterminato" e "a tempo determinato" non e' fatta con questo termine tecnico ma appunto con la spiegazione concreta di cosa sta per cambiare per la figura del ricercatore in Italia.

    io non trovo nulla da eccepire in questa frase. certo non e' scritta con una terminologia da addetti ai lavori. ma il comune cittadino che legge capisce esattamente cosa sta per accadere.

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  9. l'ho gia' detto nel post precedente e lo ripeto in questo. questa protesta' e piu' che legittima, e secondo me andrebbe sostenuta anche dai precari.

    gli assegnisti spesso vivono esattamente la stessa situazione "ricattatoria" rispetto alla didattica gratuita, anzi peggiore, visto che la situazione di precarieta' spesso impone di "accettare il ricatto".

    il malcostume della didattica gratuita e' un problema trasversale nei nostri atenei ed andrebbe combattuto superando le ostilita' precari-RTI.

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  10. @ insorgere

    scusa, ma quando scrivi "non avrebbero mai dovuto accettare di fare didattica gratis" sembra che tu non abbia mai messo piede in una universita' italiana.

    come puo' sfuggirti che la realta' concreta della maggior parte dell'universita' italiana si fonda su meccanismi perversi che _impediscono_ ad un ricercatore neossunto, ad un assegnista, ad un borsista, ad un dottorando pure a volte, di "rifiutarsi" di fare didattica gratis?

    come ti sfugge che la maggior parte dei precari che si "ribella" a questo genere di "meccanismi" e' esattamente quella che poi va ad infoltire le schiere degli assegnisti di lungo corso che restano a spasso dopo 10 anni?

    a volte sembra che viviate nel paese delle meraviglie...

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  11. @limite

    non vivo nel paese delle meraviglie. vivo a pisa dove i precari hanno fatto una campagna dal titolo "io gratis non lavoro" rifiutandosi di svolgere attività didattica gratuitamente. Ovviamente i ricercatori non hanno aderito...

    posso dirti per certo che se si vuole si può rifiutare di lavorare gratis. e lo possono fare anche i precari, a pisa lo hanno fatto. a maggior ragione possono i ricercatori.

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  12. Seguo spesso il vostro Blog pero' ultimamente in questa lotta fra poveri con i ricercatori a tempo indeterminato non vi capisco. Invece di protestare per il fatto che le posizioni di ricercatore a tempo indeterminato saranno presto cancellate ve la prendete con i ricercatori che pretendono di diventare associati. Ma veramente pensate che passati i sei anni diventerete tutti associati ? ma in base a cosa i ricercatori a tempo indeterminato non dovrebbero avere gli stessi diritti di concorrere a questi posti ? perche' altrimenti poi voi non avete un lavoro ? lottate perche' la posizione di ricercatore a tempo indeterminato rimanga piuttosto !

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  13. @ ultimo anonimo

    veramente non lottiamo contro gli RTI. lottiamo per un sistema che premi i migliori, siano RTI o RTD. Francamente non speriamo nemmeno che tutti gli RTD passino associati, perché sarebbe un sistema che non funziona. ci deve esser selezione, e deve essere rigorsosa

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  14. Braccia rubate all'agricoltura.
    Probabilmente si tratta di pseudo-giornalisti, precari anch'essi, che pur di acchiappare lettori sono pronti a pubblicare inesattezze con buona pace della deontologia professionale.

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  15. @limite

    Non credo proprio che su queste basi, ora come ora, e nella situazione di lacrime e sangue che ci troviamo, la lotta dei precari e quella degli RTI possano andare d'accordo. Naturalmente capisco anche l'amarezza di certi RTI che vedono sempre piu' lontano, e forse impossibile, l'avanzamento di carriera, ma quando si sta in una stessa barca ci si deve rendere conto di chi e' in una situazione peggiore e avere una visione complessiva di tutto il sistema.
    Generalmente, le lotte corporative non hanno affatto questo tipo di respiro, e questo e' appunto uno di quei casi.
    Che poi tutto cio' sia figlio del blocco del turnover e dei tagli sanguinosi, possiamo essere d'accordo.
    Ma questi aspirano chiaramente a una promozione di massa senza merito e per anzianita'. Insomma, quella bella macchina dell'80...

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  16. @ insorgere

    non capisco: quindi ora tu contesti da parte degli RTI che stiano facendo la stessa protesta che a Pisa all'epoca si rifiutarono di fare?

    ne' mi pare che la protesta dei precari di Pisa si sia mai allargata a tutta l'italia.

    non e' che Pisa rappresenti tutto il mondo.
    ora la protesta e' partita da Torino e si e' estesa a diversi atenei. non capisco proprio come si possa attaccarla.

    la piaga della didattica gratuita e' trasversale ai ruoli ed andrebbe combattuta a prescindere. bisognerebbe che i bandi per didattica gratuita (o retribuita in modo ridicolo) fossero vietati per legge. e che esistesse una paga oraria minima per un'ora di lezione universitaria nazionale.

    insegnare all'universita' non e' mica un hobby.

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  17. @ insorgere

    ovviamente un conto e' rifiutarsi di fare didattica gratis a livello di categoria, un conto e' che mentre un'intera categoria subisce un tale sopruso il singolo decida di rifiutarsi.

    chiaro che puo' rifiutarsi, il punto e' quale prezzo dovra' pagare in seguito.

    e' a questo scopo che da che mondo esistono le lotte delle categorie nel mondo del lavoro.

    io pero' per esempio di "lotte dei precari" almeno paragonabili a quella dei ricercatori che e' finita sui giornali di oggi, non ne vedo assolutamente in giro. eppure come giustamente si va sottolineando in questo blog, il maggior danno dal DDL lo riceveranno gli attuali precari.

    eppure non uno sparuto gruppo di assegnisti-postdoc o contrattisti vari che decida di mettere su un bel casino. scommettiamo che se i precari organizzano una manifestazione nazionale con blocco della didattica anche solo per un mese, sui giornali ci finiscono pure loro?

    adesso non mi richiedere per cosa vorremmo manifestare pero'.

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  18. Il tono di certi interventi e` piu` ridicolo dei comizi di Berlusconi. “La piaga della didattica gratuita…”

    Ma quale piaga? Siamo esseri razionali, se qualcuno accetta di insegnare a gratis e` perche` ritiene di ottenerne altri vantaggi, nella fattispecie titoli preferenziali per dei concorsi non basati sul merito. E si, perche` si valuta la “continuita` didattica”, mica la qualita`.

    Anzi, i ricercatori piagnucolano se non si da loro un corso, perche` con le sole esercitazioni non si diventa associato, bisogna essere titolari… Ed allora si crea un corso, tipicamente assolutamente inutile, apposta per loro. Proprio per questo i corsi in “ingegneria del fumetto” sono proliferati.

    Naturalmente si parla in media eh, sono sicuro che il corso tenuto dal ricercatore XYZ all’universita` alfabetagamma e` fondamentale e se non ci fosse lui il corso di laurea si fermerebbe.

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  19. @ limite
    io son stufo di discutere del niente.
    ti ho detto e ti ripeto che ci si può rifiutare di lavorare gratis. Quanto ai ricercatori, fanno benissimo a non lavorare gratis. Su questo non ci piove.
    Sono sbagliati e non condivisibili gli obiettivi corporativi della protesta. se non hai capito che non protestano per il bene del sistema ma solo per tutelare i loro particolarissimi interessi o sei in malafede oppure...vabbé come detto prima mi sono stufato.

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  20. Ciao,
    STASI batte Repubblica!! decisamente!

    Un esempio di come recuperare obiettivi comuni tra RTD e RTI?
    1) Fare della figura RTD l'unica figura precaria (ablire assegni, borse ecc.)

    2) Tenure "vera" per RTD con stanziamento preliminare dei fondi e criteri di valutazione definiti a priori e non alla fine dei 6 anni.

    3) Figura unica della docenza: a parità di doveri parità di ruolo (Didattica + Ricerca = Professore).

    4) Consentire lo stesso meccanismo "a chiamata" per l'accesso alla figura di Professore.

    Ovviamente, l'accelerazione elettorale voluta in Commissione sul DDL lascia capire che l'obiettivo del governo non è riformare l'università ma usare la "riforma" per recuperare consenso.

    I RTI hanno una leva da utilizzare con l'opinione pubblica e con gli atenei...noi no...meglio trovare obiettivi comuni che uno scontro fratricida.

    Sarebbe necessaria una azione congiunta (sulla base dei documenti già siglati insieme) tra APRI, ADI, FLC, CIPUR....ecc. ecc.

    Saluti,
    MS

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  21. @todos
    Io ho scritto quel che ho scritto per evidenziare come su questi temi, nonostante gli sforzi profusi da APRI, ADI,AIR,ANDU, FLC et al. sui giornali continuino a circolare solo frasi ad effetto, ambiguita' ed imprecisioni. Vedete, non e' un problema circoscritto ai precari della ricerca, l'Universita'... E' il nocciolo del problema: non si puo' sperare nell'opinione pubblica, che e' il vero "giudice a Berlino", se questa non si FORMA. La ragione sociale di APRI non e' la difesa corporativa dei precari della ricerca, e infatti tanti precari della ricerca ce l'hanno su con l'APRI proprio per questo. La prima missione dell'APRI e' sempre stata l'informazione riguardo ai problemi dei precari della ricerca, per rendere i precari consapevoli, per inquadrare i problemi nella giusta ottica, per "istruire" la societa' sul vero significato di parole ormai svuotate come "merito" e "responsabilita'" nell'Universita' e nella Ricerca. Da un po' di mesi questa mission si e' fatta impossible: una cortina di ferro e' calata sul mondo dell'informazione, anche quella che uno si dovrebbe aspettare piu' "aperta" a certe tematiche, e io temo che non sia solo colpa di Priapo o delle elezioni incombenti. Giornali come Repubblica, l'Unita', il Fatto quotidiano dovrebbero azzannare certe tematiche da noi proposte non fosse altro che per pura partigianeria. Ma anche fogli reazionari e filogovernativi avrebbero pane per i loro denti quando dimostriamo la trasversalita' di pretese corporative come quelle dei Rettori, specie quelli piu' "rossi", dei baroni e dei pesci piccoli. Senza parlare dei giornali "terzisti" tipo Corriere, Sole24ore, Stampa... Il mio timore, e l'articolo di Repubblica e' un esempio lampante, e' che nelle fumose stanze si siano raggiunti degli equilibri che nessuno puo' osare di mettere in pericolo, e che quel che si pubblica sia volutamente ambiguo e cialtrone, al fine di giustificare, mascherare, appannare. Le frasi incriminate ammiccano ad un concetto, suonano un tromba che conosciamo bene: "far west". Si scopre dopo dieci, venti, trenta anni che "cosi' non va" (e l'anno scorso, invece, andava?), si dipinge uno scenario futuro apocalittico (ambiguamente piu' apocalittico, diversamente apocalittico, di quel che sara') e si ammicca ad un quick fix per bloccare questa situazione da "far west". Per chi ha memoria, ricordatevi del contesto "mediatico" in cui maturo' la legge 40 sulla fecondazione assistita, per dire.
    Ecco, io temo che siamo a questo segno giunti: dietro l'angolo romba il motore di una datata Opel Egis, e Ben Altro allaccia le cinture di sicurezza...

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  22. Il punto 4) non mi convince per nulla:

    4) Consentire lo stesso meccanismo "a chiamata" per l'accesso alla figura di Professore.


    Ciò che evita il conflitto è la separazione fra i canali. Se li si congiungono si apre la competizione.
    Prima degli emendamenti Valditara-IdV-Pd, i TD avevano il loro canale (chiamata) e i TI ne avevano un altro (concorso locale). Ora li congiungeranno, con l'effetto di aprire il "tutti contro tutti". Guarda caso su precisa richiesta del sindacatino corporativo dei ricercatori e dei loro caporioni al cun.

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  23. @ insorgere

    dimentichi una cosa fondamentale, che non necessariamente quando si combatte per un interesse particolare si va contro l'interesse generale.

    questo e' un caso di quelli: come dice l'Anonimo qui sopra gli RTI hanno una leva da utilizzare con l'opinione pubblica e con gli atenei che i precari non hanno. un precario che non insegna puo' essere mandato a casa e sostituito con uno che insegna.

    quindi sarebbe importante trovare obiettivi comuni e questo E' un obiettivo comune. e sarebbe necessaria un'azione congiunta, anzi sarebbe un'ottima occasione per far emergere dal torpore i precari

    e a chi pensa che "piaga delle didattica gratuita" sia una frase senza senso consiglio di andarsi a spulciare tutti i bandi di tutti gli atenei italiani sulla didattica a contratto che vengono messi sulle pagine web di ateneo.

    si bandiscono i corsi di base per classi da 150 studenti a 50 euro l'ora lori, altro che i corsi di "ingegneria del fumetto". ripeto che a volte stento a capire in quale tipo di facolta'/universita' vi troviate a fare i precari della ricerca per avere di queste convinzioni. forse sarebbe il caso di guardarsi un po' intorno.

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  24. Mi chiedo perchè l'auttuale riforma univeristaria (DDL) non ci si ispiri ai sistemi di reclutamento internazionale che posizionano le università americane/inglesi (e non solo ovviamente) nei primi posti al mondo? Non dovrebbe avere questo obiettivo la RIFORMA UNIVERSITARIA ITALIANA ovvero quello di portare l'università pubblica italiana ai vertici della SCIENZA?

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  25. (Mi scuso in per il lungo commento)

    Io conosco personalmente il ricercatore di Torino che sta spingendo per questo tipo di protesta e posso garantire sulle sue buone intenzioni. E' anche venuto nel mio ateneo invitato dall'assemblea dei ricercatori a parlare dell'esperienza di protesta Unito, anche se abbiamo visto che una parte dei ricercatori da noi sono sembrati molto piu' corporativi.

    Molto probabilmente tra i ricercatori che hanno aderito al rifiuto della didattica ci sono anche coloro che lo hanno fatto puramente per il proprio interesse ma il tentativo e' quello (certamente difficile) di mettere e tenere insieme ricercatori e precari in opposizione al DDL.

    Infatti a tale scopo mercoledi' vi sara' una assemblea congiunta ricercatori e precari per cominciare a definire una proposta comune sul post-doc.

    Sulle azioni che possono fare i precari.

    Nel nostro Ateneo dopo un intenso lavoro "porta a porta", a meta' febbraio, in occasione di uno degli incontri del tavolo di concertazione che abbiamo faticosamente conquistato, siamo riusciti a portare quasi 150 precari e dottorandi in Rettorato, ad ascoltare le risposte del Rettore a domande precise, poste nell'incontro precedente.

    La battaglia e' durissima perche' i "nostri" sono bravissimi a prendere impegni che poi non mantengono usando le peggiori e piu' basse tattiche dilatorie. Comunque noi resistiamo ed insistiamo.

    Infatti sull'onda di quel risultato di febbraio, le scorse due settimane abbiamo girato meta' dipartimenti (alcuni con maggior penetrazione, altri meno) per spingere un blocco della didattica, ma per motivi vari abbiamo visto che in questo momento non ci sono i numeri per blocco che sia significativo in rapporto al numero di precari.

    Abbiamo quindi deciso di indire una "settimana di visibilita", questa appena cominciata, per non togliere pressione all'amministrazione e come coordinamento "perdere" il contatto con i precari. Poi cercheremo di coprire l'altra meta' dell'ateneo, valuteremo ancora sulla possibilita' di fare blocco della didattica e/o degli esami e rifletteremo sulle proposte di "blocco della ricerca" emerse dai precari girando per i laboratori (in una forma che non danneggi noi direttamente o indirettamente).

    Abbiamo anche fatto qualche azione insieme al PTA e agli studenti.

    Poi se i nostri ricercatori volessero (dubito...) fare una azione di protesta piu' ampia da includere anche noi (come ad Unito), allora potremmo starci, anche se fosse solo per reciproca convenienza.

    Chiudo dicendo che secondo noi sarebbe il caso che i precari (tutti) facessero sentire la loro voce di protesta ai parlamentari che stanno giocando ai dati il nostro futuro. Insieme ad un altro coordinamento pensavamo ad una petizione da mandare ai parlamentari che possa raccogliere sigle differenti di precari. Cosa molto difficile, lo sappiamo, ma non impossibile. Come sara' difficile raccogliere tante firme, ma comunque non impossibile. Proviamo a buttare giu' un testo, se viene qualcosa di decente lo facciamo circolare sulla ML dibattito.

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  26. @ limite

    immagino tu stia conteggiando gli insegnamenti fondamentali per corsi di laurea inutili, tipo Analisi 1 per Scienze del Piffero. Ma ti concedo anche per corsi di laurea seri, presso sedi distaccate sperdute, aperte senza alcuna logica che non fosse la moltiplicazione degli insegnamenti, spesso dietro promesse di lauti contributi da parte di politici locali.

    Vogliamo parlare anche delle universita` ridicole gemmate qua e la, senza laboratori, biblioteche ecc., che pretendono di formare fino ai PhD? Vogliamo comparare il carico didattico degli strutturati italiani con i loro omologhi stranieri?

    Comunque tutto questo non modifica di un epsilon il punto fondamentale. Se fai didattica gratis (di solito male, cazzo pretendono gli studenti? Neanche mi pagano per quel che sto facendo), lo fai perche` hai un tornaconto.

    Naturalmente si sta sempre parlando in media. Non escludo l'esistenza di animi nobili desiderosi di condividere il loro scibile con gli studenti.

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  27. @ gianluca

    lottare per bloccare il ddl è legittimo, secondo me è anche inutile perché andrà avanti con o senza il nostro consenso (e quello degli RTI).

    accodarsi agli RTI, che sono decisamente più forti di noi, può essere utile a loro che ci fan bella figura (tutela dei precari), ma a noi che vantaggi porta? E al sistema che vantaggi porterebbe una lotta volta semplicemente a dire DDL BRUTTO?
    Per carità, brutto è brutto, però ripeterlo 1000 volte non cambierà le cose. Non sarebbe meglio concentrarsi su obbiettivi più realistici, magari cercare di far passare qualche emendamento migliorativo?

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  28. @ ALE
    chiedi giustamente perché i nostri politici invece che inventar mostri non copiano ciò che funziona bene all'estero. buona domanda....

    la risposta è - purtroppo - che non gli sbatte una sega a nessuno della promozione della ricerca. è tutto un gioco di strumentalizzazioni propagandistiche e tutela di interessi corporativi. del sistema, il sistema i nostri senatori non sono in grado di riformarlo anche perché, semplicemente, non lo conoscono a fondo. si improvvisa allegramente, cercando di non scontentare nessuno.
    ovvio che il risultato sia potenzialmente catastrofico

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  29. @insorgere

    "se non si guarda ad un modello vincente si è perdenti in partenza".

    In questa fase di crisi economica, le scelte di oggi condizioneranno inevitabilmente il futuro sviluppo del paese. E' per questo che in questo momento più che mai sono importanti le riforme. Pertanto, anche quella universitaria non può più prescindere dagli scenari futuri sempre più orientati alla competizione. Credo dunque che alle proteste, condivisibili e giuste, dei ricercatori a TI e a quelle dei ricercatori precari, si debbano avanzare proposte concrete di riforma universitaria che abbiano l'obiettivo di rilanciare l'università italiana a livello internazionale.

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  30. @ Mike

    non so da dove ti viene questa visione distorta ma e' distorta. la realta' e' ben altra.

    ripeto fatevi un giro sui siti web degli atenei alle pagine "affidamenti e contratti" prima di parlare di scienze del piffero e di sedi distaccate sperdute.

    e poi continui a mancare il punto fondamentale. il punto non e' perche' la fai. certo anche 10 euro l'ora sono meglio di niente per un postdoc che prende due soldi. e certo fa curriculum la didattica, ci mancherebbe altro, e' esperienza di insegnamento fa curriculum qualunque cosa tu debba fare dopo, l'associato all'universita', il precario della scuola o il contrattista al CEPU.

    il punto e' che NON DOVREBBERO ESISTERE bandi per insegnamenti gratuiti o pagati in modo simbolico. perche' come diceva insorgere prima, con il quale ti trovi d'accordo "gratis non si lavora", e non bisogna neanche chiedere di farlo, meno che mai con bandi pubblici.

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  31. @ Gianluca

    grazie del messaggio. in quale ateneo sei tu?

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  32. @ ALE
    hai perfettamente ragione.
    per questo esiste l'apri: associazione precari della ricerca italiani.
    www.ricercatoriprecari.it

    sul sito indicato sopra trovi riferimenti a statuto, manifesto, iniziative promosse e anche agli emendamenti presentati al senato.

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  33. sul Manifesto di oggi

    http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2010/mese/03/articolo/2490/

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  34. Altra ambiguita', nell'articolo del Manifesto: LA FIGURA dei ricercatori a tempo indeterminato (non i ricercatori a tempo indeterminato gia'esistenti, che non hanno nulla da temere) e'stata abolita, dal 2013, dalla riforma Moratti. Quindi, DDL o non DDL, fra 33 mesi comunque non si potranno piu'fare concorsi a ricercatore TI. La riforma Moratti e' del 2005: com'e' che i RTI si accorgono solo nel 2010 che questa figura "essenziale" sta per venire meno (non per loro, che alla peggio resteranno RTI fino alla pensione, ma per i poveri precari)?
    Timeo Danaos et dona ferentes: tutta questa sollecitudine nei confronti dei precari da parte dei RTI e'un po', come dire, sospetta....

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  35. @ France

    ma perche' invece di fare tutta questa dietrologia non guardi alla sostanza, e cioe' che l'articolo termina con "La nostra prospettiva resta la difesa del contratto da ricercatore a tempo indeterminato"?

    se il DDL stabilisse che la figura del ricercatore TI continuera' ad esistere la scadenza del 2013 andrebbe a farsi benedire.

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  36. Tanto faranno una bella ope legis bi-partisan per attuali ricercatori e magari qualche altra figura consolidata - come per la 382!
    A meno che l'APRI non faccia un gran baccaaaaaanoooooo!

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  37. La protesta dei RTI è destinata a montare, d’altronde a loro non costa niente, fanno semplicemente qualcosa in meno (didattica), e non hanno niente da perdere. Porterà a una loro promozione in massa? non lo so, probabilmente dipenderà da quanto baccano riusciranno a fare. E’ possibile una soluzione non troppo costosa come reinventare la terza fascia della docenza. Non vedo invece una promozione in massa dei precari che hanno una visibilità pari a zero!
    Come si esce da questa logica delle ope legis? Probabilmente ci penserà il governo, ignorando le proteste, oppure Tremonti bloccando ulteriormente i cordoni.

    Certo che la competizione TD e RTI esisterà e ognuno ha paura degli altri.
    I RTI dicono che quando si tratterà di chiamare un TD precario che se non chiamato andrà a casa oppure un RTI con abilitazione che comunque il posto non lo perde, sceglieranno il TD. I precari dicono che nella stessa situazione le facoltà sceglieranno un RTI perché costa meno!

    Le due categorie possono portare avanti una piattaforma comune solo se risolvono questa contraddizione. Fermo restando che finora al 90% dei RTI il destino dei precari non interessava più

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  38. non interessava più di tanto, mentre ora si svegliano.

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  39. di noi non gli frega nulla ora e non gli è mai frgato nulla.
    io tutte ste anime belle non le vedo e non le ho mai visto.
    vedo solo privilegiati che lottano per qualche privilegio in più, a discapito del sistema e dei soggetti veramente deboli

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  40. qualcuno c'e', a Torino il ricercatore che ha promosso la protesta, ha sempre partecipato (penso unico strutturato) alle riunioni dei precari fin dall'inizio, così come ad altre proteste, ma sono solo eccezioni che confermano

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  41. Ma che ne dite di una campagna informativa che spiega lo status di "schiavi della ricerca" e/o "schiavi della didattica" di noi ricercatori precari? Che ne dite di spiegare come i baroni (ed aggiungerei i ricercatori strutturati) hanno il cortello dalla parte del manico? Vedi fondi, pubblicazioni come co-autori, incontri vari di dipartimento e facoltà dove si prendono decisioni usandoci come burattini. Insomma da dire di cose che ne sono e come!

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  42. Vedo che il ridicolo dilaga...

    Schiavi di chi? Chi ci obbliga a rimanere nell'universita`? Chi ci obbliga ad accettare la coautorship? Chi ci obbliga a fare didattica gratis?

    La verita` e` che a molti la situazione attuale fa comodo. Competere e` stressante. Aspettare pazientemente il proprio turno, sapendo che si verra` cooptati per la propria fedelta` e` molto piu` rassicurante.

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  43. Mike OK ACCETTIAMO LA TUA PROPOSTA. LASCIAMO TUTTI L'UNIVERSITA'. BEL MODO DI LOTTARE QUESTO! COMPLIMENTI!

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  44. AGGIUNGEREI CHE FORSE E' PROPRIO QUESTO IL DIFETTO DI NOI PRECARI, MA MANCANZA DI CORAGGIO NEL LOTTARE..

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  45. @ limite,

    le nostre visioni divergono esponenzialmente. Personalmente ritengo l’astrologia una baggianata per gente ignorante, ma non per questo propongo di vietarla. Allo stesso modo, se qualcuno e` disposto a lavorare gratis, affari suoi. Avra` valutato i pro ed i contro, e riterra` di ottenerne un vantaggio. Mi si risparmi pero` l’ipocrisia delle lagne postume.

    Ritengo invece molto importante il perche` si arriva a questo, in quanto permette una diagnosi delle disfunzioni.
    Perche` l’universita` attribuisce cosi` poco valore, tendente a zero, alla didattica? Perche` e` preferibile insegnare gratis anziche` cercare un lavoro esterno? Perche` e preferibile spendere tempo in didattica non retribuita anziche` dedicarlo alla ricerca?

    A titolo personale, attribuisco molto poco valore, come titolo, ad una didattica non soggetta a nessuna valutazione, piuttosto che ad una ricerca che sia soggetta alla valutazione di referees anonimi.

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  46. Anonimo (nick please)

    mi spiace essere frainteso, apprezzo lo spirito combattivo ma evitiamo i toni patetici.

    Io aspiro a migliorare l'universita`, da un suo miglioramento abbiamo tutti da guadagnare.
    Se ai ricercatori interessa ben vengano. Se vogliono ingossare le fila per difendere i loro diritti acquisiti (o presunti tali) mi troveranno nello schieramento opposto.

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  47. @ Mike

    il fatto che tu non attribuisca valore alla didattica non valutata non toglie che nei concorsi da associato (e dopo la riformina anche nei concorsi da ricercatore della II 2008) e' un titolo da valutare specificatamente.

    quindi, che tu sia un postdoc in attesa di un concorso da ricercatore, o un ricercatore in attesa di un concorso da associato, la didattica nel curriculum sara' meglio tu ce l'abbia.

    se riesci a trovarla ben pagata meglio per te. considerato che i corsi ben pagati tipo quelli degli atenei privati se li spartiscono gli ordinari delle statali magari trascurando la loro didattica istituzionale, cio' che resta e' la didattica gratis e pagata in modo simbolico.

    questa e' la realta', le tue sono speculazioni teoriche. sara' che molti di voi sono all'estero ma il fatto che vi sfuggano i meccanismi perversi alla base del sistema italiano e' talmente evidente che e' quasi inutile cercare di farvi capire come stanno realmente le cose.

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  48. @Limite
    Come ti ho gia' ampiamente dimostrato, la stragrande maggioranza di chi scrive qui sopra sta in Italia.
    E chi sta all'estero (come me) lo dovresti considerare diversamente dal fesso che non sa come vanno le cose, ma come la cartina al tornasole per capire quanto particolari e provinciali sono le dinamiche dall'Accademia italiana.
    Quanto al merito della questione, ovvero lábolizione della figura del RTI per il futuro: e' prevista fina dal 2005, e sara'operativa nel 2013.In 5 anni non ho visto grandi movimenti per ripristinarla. Al piu'ho sentito ripetere due filastrocche: "terza fascia della docenza" (trad: dateci una medaglietta da prof e alzateci lo stipendio) e "unica fascia della docenza" (trad: muoia Sansone con tutti i Filistei). INOLTRE me lo sai spiegare perche' i ricercatori precari dovrebbero piangere calde lacrime per l'asclusione dei RTI dalle commissioni d'esame dei concorsi? Capisco che ai RTI girino le scatole a vedersi esclusi (non possono piu' partecipare al giochino del do ut des), e per questo gridano all'oltraggio, ma ai precari, che cambia?

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  49. @ France

    veramente siete voi che consideriate fessi che non sanno come stanno le cose quelli che stanno in Italia. il che e' francamente assurdo.

    e se uno scrive che in Italia chi insegna gratis e' perche' ha voglia di farlo, che stia all'estero oppure no semplicemente dimostra di non avere la piu' pallida idea di come vanno realmente le cose in Italia. altro che cartina di tornasole.

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  50. @limite
    Intanto io "fesso" ancora non l'ho detto: al limite e'una specie di prostituzione, va'...
    Ma, ti ripeto, lascia perdere l'attacco personale sul tema "state tutti all'estero, non ne capite nulla" perche' insorgere, mino, fra, bomba, untenured, etc etc etc stanno TUTTI (per ora) in Italia.
    Dimmi tu, se lo sai: perche' dovrebbero i precari battersi per i RTI in commissione? Perche' dell'abolizione DELLA FIGURA del RTI se ne parla dopo 5 anni che e'stata prevista?

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  51. @Insorgere su Pisa
    Non so se ho capito bene e sono pure fuori Pisa puoi aiutarmi perfavore?
    Ammesso che 50 Prof accettino il prepensionamento (siamo vicini al numero?)per gli aspiranti ricercatori si aprono 2 ticket differenti: i 17 posti Mussi che sono sicuramente TI e 63 posti che potrebbero anche essere TI se banditi prima dell'entrata in vigore del ddl sennò saranno TD-modello-nuovo-ddl. è corretto? ci sono interessi affinchè siano TD? se fossero 63 sarebbero circa 5 posti a facoltà (con le dovute imprecisioni della statistica)ma devono essere banditi entro il 2010 o non c'è limite e quindi possono pure dire 63 posti in 50 anni? Grazie, come si sarà capito a meno di decessi improvvisi io non sono fra quei 17...

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  52. @ France

    ma perche' lo chiedi a me perche' gli RTI si battono per restare in commissione? chiedilo ad un RTI, non a me. soprattutto avresti dovuto chiederglielo prima di fare dietrologia sul motivo per cui lo chiedono.

    quanto all'abolizione della figura vale la stessa risposta. chiedilo al ricercatore di Torino di cui hai nome e cognome che ha iniziato la protesta. perche' lo chiedi a me?

    io non me ne faccio un problema. secondo me hanno ragioni sacrosante ed e' un bene che finalmente qualcuno decida di denunciare i problemi degli anelli piu' deboli di questo sistema con un'azione di forza. succede che le categorie danneggiate ad un certo punto prendano coscienza e decidano di farsi sentire. chi e' ricercatore oggi non e' detto lo fosse cinque anni fa, e chi era ricercatore cinque anni fa magari vedeva la scadenza del 2013 come qualcosa di lontano passibile ancora di modifiche, riforme o proroghe.

    se poi voi non riuscite a credere che gli RTI siano anelli deboli, ma solo dei piccoli baroni in attesa, e questo solo perche' hanno un contratto a tempo indeterminato, allora e' inutile discutere.

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  53. Limite, chiaramente non tutti gli RTI sono piccoli baroni (o piccoli Lord, se vuoi) e chi ha un contratto a tempo indeterminato non è certamente un nemico del precario.
    Il problema è che in questa protesta si potrebbe nascondere (anche indipendentemente dalle intenzioni del primo promotore) la richiesta strisciante di una sanatoria.
    E visto che le risorse pecuniarie sono finite, secondo te chi la pagherebbe questa probabile sanatoria?

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  54. @ Popeye

    per vedere se si nasconde o non si nasconde non avreste che da confrontarvi, come APRI, con i promotori di questa protesta. se a voi non interessa farlo puo' darsi stiate perdendo un'occasione di portare all'attenzione pubblica i problemi dei precari.

    a voi la scelta.

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  55. Ma possibile che quasi tutto sto post, che coinvolge tanti temi di attualita', sia occupato dalla discussione di e con Limite? Non si sa neache chi sia!

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  56. oddio, ancora co' sta storia dello spazio occupato...

    Mauro se vuoi scrivere scrivi!
    ma chi te lo impedisce?
    e chi lo impedisce a chiunque altro...

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  57. @Mauro
    Siamo inguaribili polemici
    @Limite
    Bah, lo chiedo a te perche' prendi le difese dei RTI. E accusi di dietrologia chi dice semplicemente di non fidarsi. Quanto a Ferretti, avevo proprio intenzione di chiedergli che intervenisse. Qualcuno lo conosce?

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  58. Al di là di tutto esiste una "questione" di fondo che l'universo RTI è più frastagliato di quello che appare mediaticamente: la protesta RTI è decisa sede per sede e non è ancora unita e univoca al di là di quello che chiunque può affermare (anzi all'interno di ogni sede i RTI di ogni facoltà decidono con proprie motivazioni cosa fare). Inoltre in sedi diverse hanno visioni diverse della protesta stessa. Non c'è dubbio che le critiche al DDL e al taglio dei finanziamenti debbano essere comuni a chiunque abbia a cuore l'università e che la gestione del transitorio sia un punto problematico e da risolvere in modo risoluto e giusto.

    Se però la protesta dei RTI viene cavalcata e sintetizzata (anche erroneamente) nella bozza Merafina del CNRU è improbabile che si possa arrivare ad una sintesi delle posizioni.

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  59. @ mike

    per risponderti seccamente, 1. pare siamo vicinissimi al numero di prepensionamenti richiesti 2. il reclutamento dovrebbe esserci in tempi brevi (o almeno i bandi) perché il tutto coinvolge anche dei tecnici da stabilizzare in seguito a sentenza giudice del lavoro 3. se non sarà in tempi brevi (prima del ddl) allora probabilmente non sarà e non con quei numeri, perché a quel punto sarà caduto il discorso delle quote contenuto nel dl 180 poi divenuto legge 1/09

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  60. (sorry again per la lunghezza, poi la smetto)

    @sid
    Concordo sul ricercatore di Torino ... penso che tu ed io ci conosciamo ... ;-)

    @limite
    Polito

    @insorgere
    Il mio commento era gia' lungo oltre ogni limite, per cui ho omesso alcune cose.

    Concordo sul fatto che occorra essere realisti: facilmente il (o un) DDL passera' e quindi e' opportuno provare ad emendarlo. In diversi stanno lavorando su questo punto, piu' o meno pubblicamente, ed e' giusto che continuino su questa strada.

    Realismo per realismo, pero', occorre riconoscere che i precari hanno idee differenti su quale sia la strada da perseguire. Per cui si puo' certamente convergere sull'eliminare l'odioso vincolo dei 10 anni per gli assegnisti secondo la legge attuale. Su altri punti pero' (un esempio a caso: reintrodurre gli RTI che mi vedrebbe favorevole), vedo difficile trovare un largo consenso.

    Inoltre, sebbene occorra tentare il possibile attraverso i canali giusti per cercare di modificare il testo, la via degli emendamenti e' scivolosa e piena di insidie: data una proposta, basta che siano emendati alcuni commi ed altri no per produrre una cura potenzialmente peggiore del male.

    Quindi chi ha i canali opportuni per fare azioni di lobby sui parlamentari prosegua: inoltre su un certo numero di emendamenti ci puo' essere un consenso ampio. Pero' penso che in parallelo sarebbe importante fare sentire la voce (unificata) dei precari ai parlamentari che stanno in questo momento "giocando" con il nostro futuro: partendo dai singoli punti a nostro danno, mostrare che l'impianto del DDL (o la volonta' che c'e' dietro) mira di fatto a spazzarci via definitivamente. Ed il disegno complessivo di questo governo e' quello di sconquassare definitivamente il sistema (e allora non ce ne sara' piu' per nessuno). Questo era il senso della petizione.

    Ecco perche' puo' essere opportuno, se gli RTI di Torino riescono a non farsi cavalcare da Merafina (come scrive Alex), provare a trovare un punto di incontro tra precari ed RTI (fosse anche solo per reciproche convenienze).

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