Nonostante nessun organo di stampa abbia per ora ripreso la notizia della grave lacuna legislativa che invaliderebbe migliaia di concorsi per professori di prima e seconda fascia, vi sono evidenze che in molte Università si stia diffondendo un clima di (assai) inquieta attesa per le scelte del MIUR. La ragione è presto detta: i concorsi di cui si sta parlando, oltre ad essere numerosissimi (4000 idoneità) saranno probabilmente gli ultimi ad essere effettuati con le vecchie regole "Berlinguer", seppur emendate con il nuovo sistema di formazione delle commissioni. Accanto alle regole formali di reclutamento, occorre ricordare le regole non scritte che hanno per svariati anni governato i concorsi à l'italienne: preminenza del membro interno nelle scelte, idoneità incrociate con chiamate annesse, programmazione del budget attraverso promozioni tra una fascia e l'altra mascherate da valutazione comparativa. L'arrivo delle 4000 idoneità in un sistema assetato di entrate in ruolo dal 2006 è stato da molti accolto con la stessa irresponsabile felicità con cui i protagonisti dell'Armata Brancaleone festeggiavano il diffondersi della peste al canto di "prendimi-dàmmiti-cuccurucù".
Al di là della incredibile vicenda della data di validità della legge Berlinguer prorogata per due volte ma non per la terza, e dalla reale consistenza del vizio di forma, questa storia degna di Balzac deve essere di monito per il futuro. 4000 docenti reclutati con regole sbagliate sono una iattura, punto e basta, al di là di meriti specifici e più o meno legittime aspettative di chi verrà selezionato. Il costo non vale il beneficio. Stiamo parlando, infatti, di posizioni professionali che in tutto il mondo civile non sono oggetto di svendita, ma appannaggio di persone con reali e documentate capacità.
Il ddl presentato dal Ministro Gelmini fa un passo avanti nella direzione di un maggiore riconoscimento del merito nella selezione di associati ed ordinari, occorre riconoscerlo. Si disegna un sistema basato su una abilitazione nazionale e poi selezioni -più o meno a chiamata- locali. Per funzionare, un sistema di questo genere ha bisogno di severe valutazioni dell'operato dei singoli Dipartimenti, per non dire dei singoli docenti. Il ddl demanda tutto a futuri regolamenti, forse nella speranza che poi si riesca a fare nelle stanze del MIUR quello che non si fa in Parlamento. Ce lo auguriamo, anche se è lecito dubitarne. Ma sull'abilitazione nazionale non si può tacere adesso, non in questo contesto. L'abilitazione nazionale è l'unico reale elemento di valutazione presente nel sistema sin da subito. Occorre definire subito i criteri di merito che rendono un ricercatore a qualsiasi livello idoneo ai ruoli di professore associato ed ordinario.
L'idoneità deve essere conferita annualmente ad un numero non elevato di persone sulla base di criteri di merito scientifico di assoluta eccellenza, possibilmente vagliati da esperti internazionali di comprovato spessore. Ripetiamo: stiamo parlando del futuro reclutamento di figure professionali di grande rilievo, non di oscuri burocrati della cultura. I criteri faticosamente scelti dal CUN per il reclutamento sono risibili, forse nemmeno moltiplicati per 5 sarebbero presi in considerazione per reclutare un professore in Paesi assai più seri del nostro. Tutta la procedura deve essere trasparente e veloce. L'attività didattica non può essere un parametro oggettivo di giudizio a livello generale, poichè essa dipende strettamente dal contesto in cui si va a svolgere; le capacità didattiche saranno eventualmente valutate nella successiva selezione/chiamata locale. Qualche spiraglio si è aperto dalle recenti dichiarazioni del Ministro, ma non basta di certo.
Nelle ultime settimane si aggirano delle strane figure in questo Paese. Sono ricercatori, precari e non, e professori che da anni non hanno una produzione scientifica accettabile. In nome della tacita trasformazione del personale universitario in piccoli burocrati della cultura vincolati alla promozione automatica, chiedono il riconoscimento di aspettative non scritte da nessuna parte e conquistate -spesso- con la sola fedeltà a qualche altro capataz. Alcuni si propongono di accorpare i livelli della docenza, altri rivendicano attività didattiche come medaglie sul petto a fronte di curricula desolatamente vuoti, altri ancora amano ascoltarsi mentre lanciano grida di sfida bellicose al sistema in riunioni fatte rigorosamente di giorno lavorativo. Tutti sognano l'idoneità, lo scatto stipendiale, il nuovo ruolo e la dovuta deferenza dei colleghi meno idonei nelle assemblee di dipartimento.
Se qualcuno al Ministero ci ascolta, annulli queste 4000 idoneità in arrivo e al contempo scriva un regolamento per l'abilitazione nazionale che premi davvero chi merita. In maniera pubblica.
E magari premi finanziariamente gli atenei migliori da subito, invece di togliere a tutti in maniera uguale e fornire a tutti alibi in maniera uguale; ma questo è un po' come chiedere la luna, no?
Bogart
ricordo, a chi se ne fosse scordato, che la situazione pre-berlinguer era di idoneita` nazionali a numero chiuso e successiva chiamata degli atenei......non mi sembra che le cose fossero diverse da ora, se non che c'era un concorso si` e no ogni 7 anni!
RispondiElimina@Anonimo
RispondiEliminal'idoneità nazionale funziona solo se è basata sulla produzione scientifica ed e trasparente (punteggi derivanti dalla valutazione di ogni singolo articolo o lavoro), altrimenti con "questo è meritevole, questo è bravo, questo è eccellente" si fa passare chi si vuole, come in passato.
E del post-Berlinguer ... ne vogliamo parlare? Un dato su tutti: il numero di ordinari è cresciuto in pochi anni del 32%. Il triplo degli studenti.
RispondiEliminaConsiglio la lettura dell'articolo "La fabbrica delle cattedre", di Gianni Trovati (Il Sole 24 Ore):
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2008/11/10SI61181.PDF
E che c'entra Bogart col reclutamento di accademici?
RispondiElimina@ mino
RispondiEliminaAl momento dell'adozione della Berlinguer, i concorsi da Ordinario erano bloccati sostanzialmente da 7 anni. Per quello i numeri erano bassi - poi l'utilizzo della tripla idoneita' ha aperto le stalle, e i buoi sono scappati.
Poi c'e' stato chi ha cominciato a piangere sul latte versato.
Segnalo l'editoriale di Angelo Panebianco sul Magazine del Corriere:
RispondiEliminahttp://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/10-03/100304/Q92U4.tif
@cane sciolto
RispondiEliminaIl Prof. Cammarano ha praticamente proposto la chiamata diretta responsabile come si fa in UK, e Panebianco l'ha 'scoperta'! Comunque il fatto che un editoriale del Corriere ne parli significa che il concetto viene ora spinto da potentati vari. Ma qui si parla di abilitazione nazionale, che ha poco a che fare con la chiamata all'inglese. O no?
Mauro, non ripetere sempre la stessa formula, però. Già sul forum dell'ANDU ti è stato mostrato che questa ripetizione ossessiva delle parole chiamata+diretta+responsabile nasconde un totale vuoro propositivo, dal momento che nessuno ha mai spiegato come debba funzionare in pratica. E su questo do pienamente ragione ad Insorgere: cosa dovrebbe essere la chiamata diretta lo hai spiegato benissimo, ma la responsabilità? Non ci hai mai illustrato uno straccio di meccanismo che dovrebbe introdurre questa responsabilità e quali conseguenze personali dovrebbe subire il chiamante che sceglie un ravanello. Personali, sia chiaro, perché in Italia le riduzioni del FFO all'ateneo o al dipartimento non saranno mai vissute dai singoli come una reale responsabilizzazione.
RispondiEliminaRiposta ad Albert, senza scendere in polemica: meccanismo? Facendo funzionare l'ANVUR come organismo terzo, e con una valutazione seria RAE-like.
RispondiEliminaIo ho l'impressione che ci sia un pò di confusione su questa storia della chiamata diretta responsabile. Come ho cercato di dire precedentemente, qui si discute di reclutamento (cioè il ddl) e non di responsabilità e di valutazione, che sono assolutamente importanti ma esulano dal ddl e si applicano a posteriori rispetto al reclutamento. Quindi, discutiamo della miglior forma di reclutamento, lasciamo stare per un momento la responsabilità. Per la precisione, reclutamento di ricercatori.
RispondiEliminaOra, io vedo nel ddl una grandissima innovazione per l'Italia che si chiama tenure track. Significa mettere i ricercatori alla prova ed è il miglior sistema internazionalmente riconosciuto per reclutare nuovi ricercatori. E' l'unica forma di buon senso. Che poi ci sia pure l'abilitazione nazionale, va bene pure. Qualcuno la può trovare bizzarra ma non è dannosa. Quindi, teniamoci pure l'abilitazione.
Ciò che è da combattere è l'idea di chiamata diretta. La quale non può che significare un'assunzione diretta senza obbligo di valutazione e di comparazione di CV o di interviste. Non importa che poi ci sia la responsabilità. Questa ci deve essere anche per la tenure, è chiaro che è un requisito fondamentale. Ma se io voglio prendere il migliore, anche con tutte le garanzie del caso, preferisco prenderlo con un periodo di prova. Non assumerlo da subito ed indefinitamente.
Seguo da tempo questo blog con interesse, di cui condivido lo spirito e buona parte delle proposte concrete che vengono presentate.
RispondiEliminaVorrei pero` fare un'osservazione, e due conti, sulle cosiddette "numerosissime" 4000 idoneita` da associato e ordinario.
Quale potrebbe essere una struttura "sostenibile" e "ragionevole" del corpo docente? Dico la mia: 60000 docenti (sarebbe bello avere piu` posti, ma questo e` un altro discorso e con questi chiari di luna non ci si puo` sperare piu` di tanto), di cui ad esempio
~ 15000 ordinari
~ 20000 associati
~ 25000 ricercatori (ti o td o tenure track che sia)
Come detto da molti, una struttura piu` cilindrica (come la attuale) solleciterebbe richieste di promozione automatica da parte dei mediocri e dei lavativi; d'altro canto una struttura piu` piramidale (che forse sarebbe gradita a chi ci governa, per motivi di cassa) dequalificherebbe la professione (diminuirebbe infatti la retribuzione media del ricercatore/docente e renderebbe piu` difficile il passaggio di fascia incentivando le fughe dei migliori verso sistemi piu` meritocratici). Ovviamente, io parlo "sic stantibus rebus". Sul fatto, per esempio, che le retribuzioni dovrebbero essere legate piu` al merito e meno all'anzianita` siamo tutti d'accordo, ma e` anche un altro discorso.
Ora, in una struttura del genere, quale potrebbe essere il "tempo medio di permanenza" in una fascia? Su una carriera, diciamo, di 40 anni, mi aspetterei poco piu` di un terzo del tempo come ricercatore e poco meno di un terzo come ordinario (ovviamente, questo riflette il fatto che non tutti coloro che sono ricercatori diventano associati, e cosi` via). Diciamo, in modo molto spannometrico, 12 anni da ordinario, 13 da associato e 15 da ricercatore. Questo vuol dire che, sempre molto a spanne (in realta` la situazione e` piu` complicata, lo so), all'equilibrio ci si aspettano
- 15000/12 = 1250 posti da ordinario l'anno
- 20000/13 ~ 1540 posti da associato l'anno
~ 25000/15 ~ 1660 posti da ricercatore l'anno
Dunque, le 4000 idoneita` da associato/ordinario, lungi dall'intasare il sistema, rappresentano grosso modo il ricambio atteso in un periodo di 18 mesi ai fini del mantenimento dell'equilibrio.
Naturalmente, e` vero che il sistema attuale e` ben lontano dall'equilibrio che ho delineato sopra e molti settori ci hanno marciato negli scorsi anni con le promozioni. Tuttavia, a me pare che la situazione si stia gia` risolvendo da sola, almeno in alcune aree. Riporto in proposito due dati esemplificativi relativi all'area scientifica che conosco meglio (tutti dati controllabili sul sito del miur)
1) Settore fis/01 (fisica sperimentale):
- numero attuale di ordinari: 275
- numero di ordinari assunti nel quadriennio 2006-2009: 7 (di cui nessuno dal 2007 in poi)
- numero attuale di associati:
- numero di associati assunti nel quadriennio 2006-2009: 22 (di cui solo 2 dal 2007 in poi)
2) totalita` dell'area fisica:
- numero di ordinari in servizio a oggi: 730
- numero di ordinari in servizio il 31/12/06 (picco): 867
- numero di ordinari in servizio il 31/12/01: 796
- numero di associati in servizio a oggi: 856
- numero di associati in servizio il 31/12/06: 946
- numero di associati in servizio il 31/12/01: 940
Nello stesso periodo 2001-2010 il numero di ricercatori e` passato da 760 a 876. Ovviamente siamo ancora relativamente lontani dalla struttura tronco-conica che ritengo ottimale; penso tuttavia che, visto il numero di pensionamenti atteso per i prossimi anni (by the way, sono perfettamente d'accordo con la proposta di portare l'eta` di pensionamento a 65 anni per tutti, eventualmente con la possibilita` di stipulare contratti con i meritevoli), e visto anche l'ulteriore blocco che si prospetta prima che la riforma entri in vigore, ritengo che ci si possa arrivare abbastanxa agevolmente anche con le 4000 idoneita`.
Mi scuso per la lunghezza...
Caro Fernando,
RispondiEliminagrazie per la pacatezza delle tue argomentazioni. L'università però non sono le poste, ed è questione più di merito che di numeri. Le 4000 idoneità sono numericamente eccessive, ma il vero problema è che sono, anche solo in principio, una scandalosa forma di reclutamento. In quale altro paese una commissione formata per un concorso assolutamente locale può elargire idoneità da ass. o ord. spendibili poi a livello nazionale? Se ad un concorso partecipano 4 premi nobel, uno rimane fuori. Se ad un concorso partecipano solo 3 schiappe, due prendono l'idoneità. Geniale. Oltre ai massimi principi, poi, se discutiamo dell'applicazione all'italiana, le idoneità significano uno scambio nazionale di favori. Il peggiore sport in cui siamo i primi al mondo.
Ma come mai nessun giornale parla della questione della nullità dei 4000 concorso per ordinario/associato, ma solo il blog dell'APRI? Anche Repubblica, che non ci pensa due volte a sparare sull'inettitudine del governo, tace sul punto, anche l'Espresso, anche il Corriere ed il Manifesto. La domanda è: sono tutti comprati da Silvio, da Stella o dai "baroni", o quella dell'APRI è una tesi tirata per i capelli, dettata solo dalla speranza, dal miraggio, di far saltare quei concorsi odiati, che per molti apristi è un obbiettivo a priori? Perchè mai NESSUN GIURISTA dell'APRI si fa vedere su queste righe quando si parla di questo tema, lasciandolo per intero in mano a non tecnici? Per evitare l'ennesimo imbarazzo di smentire?
RispondiEliminaSe ci fosse una volontà politica del governo di non fare 'sti concorsi sarebbe diverso, ma qui è evidentemente una dimenticanza, ed è ovvio che, se qualche danno ha prodotto, è un errore formale che si può riparare facilmente, proprio perchè non ci sono dietro pregiudiziali politiche. Tutta questa operazione sa di pressing: e allora la si presenti per quel che è, cioè un tentativo (questo sì, politico per sua natura, per quel che possa essere il peso dell'APRI) di scardinare i concorsi, invece di scambiare una vostra speranza per notizia e di diffondere allarmismi; anche perchè non crediate che la cosa, se salta, non rischi di esploderci addosso proprio a noi precari/candidati ai concorsi per ricercatore. Siccome non mi pare siamo in procinto di una rivoluzione con forconi e gligliottine che uccida fisicamente una classe politica e accademica, la realtà è che abbiamo da guadagnare dal mantenimento degli equilibri tra i poteri accademici esistenti ed il governo, e non dal loro sovvertimento, che bloccherebbe tutto, anche per noi, di nuovo.
@ tutti
RispondiEliminapanebianco-cammarano hanno scoperto l'acqua calda, in ogni caso è importante che passi il principio che chi recluta deve assumersi pubblicamente e ufficialmente la responsabilità delle proprie scelte. SU QUESTO PUNTO NON SI PU0' TRANSIGERE.
a chi - come giuseppe - punta a separare reclutamento e valutazione rispondo che ha ragione quando dice che nell'intenzione del governo e nel ddl le due cose sono separate. tuttavia E' SBAGLIATO che lo siano e dobbiamo lottare per avere insieme un sistema reclutamento serio e un sistema di valutazione serio.
condivido al 100% il ragionamento di bogart. siccome in italia non ci può essere chiamata diretta - bisogna passare da una qualche forma di concorso pubblico - va benissimo l'idoneità nazionale ma a 3 condizioni: 1. che sia stabilità prima del concorso una soglia minima elevata per ciascun settore 2. che i valutatori siano effettivamente sorteggiati solo tra i migliori/più produttivi nel loro campo (in italia e all'estero) 3. che il numero di idoneità sia limitato.
il terzo punto è quello più problematico, l'idoneità a lista aperta prevista dal ddl si tradurrà molto facilmente in un TODOS CABALLEROS. E nell'italiche logiche l'idoneità si trasformerà in una sorta di diritto acquisito. TUTTO CIO' OVVIAMENTE NON VA.
infine @ fernando
il tuo modo di ragionare mi piace, è pragmatico e ancorato a dati di realtà. su un punto però dissento: le 4000 idoneità non vanno bene. E non solo perché intaserebbero il sistema (e lo farebbero perché gli atenei punterebbero a risparmiare per chiamare quegli idonei prima di fare largo alle più giovani generazioni) ma sopratutto perché i criteri di selezione dei 4000 NON sono seri e affidabili.
Non ci servono 4000 burocrati della cultura.
scusate la lunghezza
E concordo (sono lo stesso anonimo di sopra) sulle pacate e documentate argomentazioni di Fernando. Bravo Fernando, essere precari e disperati non può bolloirci la testa ed impedirci di ragionare come abbiamo sempre fatto nei nostri studi, per ridurci kafkianamente a sbandieratori sindacalisti.
RispondiElimina@ all'ultimo anonimo
RispondiElimina1. datti un nick.
2. la tesi apri NON è tirata per i capelli e anche i giuristi più restii nell'associazione si sono convinti dopo aver letto il testo degli interventi in commissione riportato nel post specifico.
3. nessun giornale ne parla - ancora - semplicemente perché il MIUR non ha ancora una posizione ufficiale sulla questione. E il MIUR starà probabilmente buono e zitto sino alla fine delle elezioni
@ insorgere:
RispondiElimina1. non so come si fa...qualcuno potrebbe guidarmi brevemente?
2. la mia considerazione è fondata sul fatto che non leggo più interventi di Tom Bombadillo (in genere così chiaro), che negli ultimi mi era sembrato addirittura contrario, e diceva di averlo espresso con chiarezza
3.Quando mai un giornalista - se ha materiale buono da far uscire - si è fatto fermare dai silenzi imbarazzati di un governo, o dall'attesa di prese di posizione, che semmai vengono di conseguenza? Se ha materiale buono, maturalmente...
@ anonimo
RispondiElimina1. devi cliccare nome/url. nel nome metti quel che ti pare per url indica questo sito
quanto al resto, noi siamo convinti della fondatezza giuridica della nostra posizione. bombadillo non posta da un po' perché impegnato in altre cose, ma sono sicuro che presto tornerà a farsi vivo e chiarirà la sua posizione.
infine, i giornali qualche interesse lo hanno mostrato ma ancora non sono usciti articoli. ancora...
Mauro, scusa, ma i meccanismi non ce li hai indicati. Abbiamo capito l'ANVUR e questo era anche scontato, ma poi?
RispondiEliminaUna proposta per non essere solo unoi slogan deve scendere sul concreto. Allora io sono un barone, chiamo come associata la mia amante. L'ANVUR dopo 3 anni dice che la mia amante è una incapace. Ora che succede? E' quest'ultimo passaggio che è del tutto assente nelle proposte della VIA.
Vengo licenziato? Mi abbassano lo stipendio? Retrocedo ad associato? Quali conseguenze personali subisco?
@ Albert
RispondiEliminaprovo a risponderti io, poi mauro dirà quel che pensa. per l'APRI l'idea di base è che 1. a deliberare il reclutamento devono essere alcuni docenti interni a un dipartimento (solo interni in quanto saranno loro ad assumersi la responsabilità come dipartimento) 2. se sceglieranno l'amante-capra il dipartimento - nel suo insieme - perderà finanziamenti, che possono essere computati sia come finanziamenti alla ricerca sia come punti-budget per il turnover. 3. i colleghi del prof. che ha fatto pressione per assumere la sua amante-capra saranno incazzati e vedrai che impareranno dall'esperienza.
a questo primo modello, che presuppone premi/punizioni collettivi, se ne può affiancare un altro che responsabilizzi direttamente i reclutatori attraverso una riduzione degli scatti stipendiali, dei fondi di ricerca nonché dall'esclusione da commissioni (sia locali sia per idoneità nazionale) per un lasso di tempo definito.
è chiaro così?
piccola postilla: il problema non è se recluta la sua amante, ma solo se l'amante non è brava e produttiva.
RispondiElimina@insorgere,
RispondiEliminaforse mi sbaglierò, ma qui la questione è un'altra. In seno alla commissione stanno per scontrarsi due ipotesi di reclutamento. Una è la tenure track (che però andrebbe rafforzata), l'altra è la chiamata diretta di Quagliarello (per il quale la tenure è una "complicazione"). L'abilitazione di cui parli rimane in entrambi i casi. La valutazione è expost, e rimane fuori. Non è che lo voglio io, ma è così ed il tempo stringe. Arrivando al dunque, visto che mancano pochi giorni, sosteniamo la tenure a spada tratta e respingiamo la chiamata diretta (ciò che sostengo io), o lasciamo che Valditara-Quagliarello semplifichino il tutto fino al punto che si assume solo per SMS?
La tenure è ciò che abbiamo sempre chiesto, ed è stata una grossa sorpresa (positiva) ritrovarla nel ddl. Però non dobbiamo fare l'errore di considerarla acquisita. Purtroppo con un tratto di penna la possono cancellare pure domani. Che fare?
@ giuseppe
RispondiEliminala valutazione expost a mio giudizio NON deve rimanere fuori. che rientri nel ddl o che passi attraverso decreti ministeriali poco importa. l'importante è che facciano partire l'anvur e che le diano pieni poteri (cioè possibilità di dare o togliere $$$).
sulla tenure track: chiarisco la posizione apri. il candidato pinko pallino fa concorso per abilitazione nazionale per PA. se la piglia poi può essere chiamato direttamente dal dipartimento X a fare il PA a TD per 3+3 anni. Dopo i primi tre o dopo i secondi, se ha raggiunto un certo grado di produttività definito a monte in accordo col dipartimento viene confermato come PA a TI. Se no, no. Parallelamente si svolgono le valutazioni ex-post dell'anvur che premia/punisce il dipartimento e i responsabili della chiamata sia a td che poi a ti.
Anonimo che non sa darsi un nick, mi congratulo con te. Le tue posizioni sono isomorfe alle mie già espresse nei giorni scorsi.
RispondiEliminaSono d'accordo che 4000 idoneità, anzi 3800, sono troppe, ma la colpa è soprattutto della politica che ha imposto agli atenei un clima da ultima spiaggia. Ed in effetti a distanza di due anni questa bulimia appare legittimata dal fatto che una riforma dei concorsi ancora deve vedere la luce e chissà quando lo farà. Alla fine questi 3800 posti risulteranno spalmati nell'arco 2006-2012.
Però va anche aggiunto che solo una metà dei 3800 idonei forse prenderà servizio in tempi ragioneveli, mentre l'altra dovrà aspettare anni e anni (alcuni idonei saranni ormai al limite della pensione). Infine è probabile che una minoranza non prenderà mai servizio. Perché l'APRI questo non lo dice mai, ma anzi agita lo spauracchio dei 4000 sic et simpliciter come se la loro presa di servizio avvenisse simultaneamente? Questa è disinformatjia.
@insorgere,
RispondiEliminaripeto, forse mi sbaglierò, ma qui mancano pochi giorni per il ddl. La valutazione non rimane fuori del tutto, ma passa attraverso decreti ministeriali e anvur. Quindi, in ordine di priorità parliamo di reclutamente di ricercatori. La posizione APRI come da te enunciata prevederebbe abilitazione nazionale per prendere la tenure, come non è nel ddl. A me va bene, seppure così devi aspettare tutto il sistema di abilitazione per bandire le prime posizioni. Il punto vero però è la tenure, o PA TD 3+3 come lo chiami. Qui, c'è il concretissimo rischio che salta tutto e che dopo l'abilitazione nazionale ognuno chiama chi vuole come ric. o PA a tempo indeterminato TI. Questo è molto pericoloso anche a fronte di responsabilità e valutazione. Perchè se IO dipartimento faccio l'errore di assumere uno, poi devo pure poter rimediare e non pagarne solo le conseguenze.
@ giuseppe
RispondiEliminaper chiarire, non mancano pochi giorni per il ddl. l'11 marzo devono venir presentati gli emendamenti in commissione al senato. poi dovrà passare (quest'estate o autunno) in aula e poi alla camera. minimo ci vogliono ancora 18 mesi (ma proprio se mettono il turbo e se non ci sono intoppi).
quanto al secondo punto, hai ragione a vederci un rischio. però io credo che - visto che i posti td dovrebbero avere un finanziamento ministeriale apposito- i precari finiranno PA TD. Alcuni ric. TI attuali finirannto PA TI, in questo caso però non è una nuova assunzione ma uno scatto. E tanto quelli sul groppone li avevamo già e non possiamo liberarcene, anche se magari improduttivi.
Quelli su cui si può operare il periodo di prova sono i precari. cmq, noi abbiamo proposto una serie precisa di emendamenti (la trovi un un link in un post precedente). se vuoi vederti la linea apri nel dettaglio guarda lì dentro. In particolare abbiamo pensato l'abilitazinoe come passaggio che viene prima e non dop il posto TD per garantire che ci sia un vaglio di qualità minima in entrata.
@insorgere,
RispondiEliminal'intenzione del governo è chiudere in fretta. Ciò significa che al senato si chiudono i giochi, proprio con questi emendamenti. Forse non sarà così, ma sia il governo sia Valditara&co e pure l'opposizione, mi pare che la vedono così. E' uno scenario molto probabile, e comunque non lo possiamo escludere. Ora, la mia preoccupazione non è l'abilitazione prima o dopo, come detto. Ma il fatto di respingere la chiamata diretta, su cui sta montando una certa pressione. Poi, per quel che capisco il fondo ministeriale non copre necessariamente tutti i futuri ric. TD, ma credo solo una parte. Ma il punto è che se prevale la chiamata diretta, questi TD non è detto che siano delle tenure (se poi la tenure scompare...).
Forse mi sbaglierò, ma mentre l'abilitazione, prima o dopo, si salva comunque, è la tenure ad essere messa in discussione.
@ giuseppe
RispondiEliminaho capito il tuo ragionamento. vedremo gli emendamenti che saranno presentati. noi stiamo cercando di far presentare i nostri.
ciò detto, sono assai scettico sulla possibilità che questo ddl veda la luce in tempi tanto rapidi.
Da vedere :)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=XQnt5zLqW84
@Mauro, Insorgere:
RispondiEliminapersonalmente, sono molto scettico sul fatto che le "Punizioni" che voi elencate (sostanzialmente, minori fondi al dipartimento) possano costituire chissà quale deterrente all'assunzione dell'amante-capra. Ammesso che si riesca a stabilire un nesso diretto ed automatico fra amante-capra e finanziamenti, osservo che:
- allo stato attuale il contributo del ffo alla ricerca è davvero marginale. La ricerca è finanziata soprattutto da fondi esterni (prin, progetti europei e quant'altro), il contributo dei fondi d'ateneo è quasi sempre marginale.
- io prevedo che si stabilirà un patto tacito "cane non morde cane", per il quale tu assumi l'amante tua, io la mia, entrambi trascorriamo pomeriggi romantici e chi se ne importa dei fondi del dipartimento. Sbaglierò, ma vedo che funziona così su ante cose, non vedo perché sulla chiamate dovrebbe andare diversamente.
Insomma, ho l'impressione che stiamo ripetendo all'infinito una formula vuota che servirà solocome copertura per il tripudio della chiamate dirette irresponsabili. Se devo dire, preferisco tenermi stretto il dl 180, magari nella versione in cui si non si discutevano le pubblicazioni.
@ vari dibattenti
RispondiEliminaVoglio cercare ancora di lumeggiare il concetto di responsabilita', perche' gli argomenti di Panebianco & al. danno un esempio delle solite panebiancate.
Che i componenti di una commissione giudicatrice siano "responsabili" non ci piove: bisogna vedere di cosa. Sono responsabili delle azioni che compiono nello svolgimento di QUEL lavoro.
Che li si voglia rendere responsabili delle azioni di ALTRE persone - nello specifico delle azioni delle persone reclutate - e' una cosa illiberale, che non sta ne' in cielo ne' in Terra.
La persona reclutata sara' responsabile delle SUE azioni, e stara' al Datore di Lavoro valutarla per giungere a decisioni riguardanti la SUA posizione lavorativa (che so, stipendio, promozioni, licenziamenti). Ovviamente io sono favorevole a che si attuino i cambiamenti organizzativi (giuridici e manageriali) per far si' che QUESTO sia possibile. Tralascio i dettagli perche' non e' il punto centrale della discussione, ma lo scrivo per dire COSA, secondo me, debba essere oggetto di attenzione.
Circa la Commissione Giudicatrice, ho detto sopra che la SUA responsabilita' riguarda l'andamento del concorso, cioe' le procedure e gli atti che vengono svolti su incarico dell'istituzione per fare quella cosa li', la valutazione comparativa dei candidati e la scelta del vincitore. Essi (i commissari) sono repsponsabili di attuare una metodologia di valutazione stabilita dall'istituzione applicandola con rigore professionale. Di QUELLO sono responsabili e di QUELLO devono rispondere. Come ho scritto altre volte, bisognerebbe mettere un Segretario di commissione esterno ad essa con funzioni di Vigile, che possa relazionare all'istituzione o ad una Autorita' di Vigilanza sull'applicazione delle regole. Questo e' uno dei metodi suggeriti in letteratura come possibile. Lo vedete applicato in alcuni Panel di valutazione dei progetti di ricerca, dove i Panelisti svolgono la loro riunione finale in ambiente ben controllato, per rendere i loro giudizi di referaggio finali. Li' le agenzie di finanziamento mettono sovente un segretario-vigile che ha il compito di alzare bandierine rosse quando vede che non si stanno applicando i criteri di valutazione previsti, e non si stia seguento la metodologia dell'agenzia. Ma nessuno pensa che si debbano rendere responsabili in solido i componenti del Panel per le ricerche fatte dai vincitori dei grant, o per i risultati che costoro otterranno...
Non mi dilungo ancora in questo singolo post, ma ritorno in seguito...
@Albert
RispondiEliminaLa soluzione opposta alla chimata responsabile, iper-normativa con tante regolucce, e' gia' stata seguita da tempo, perlomeno dalla legge 382 ad oggi; ed il ddl Gelmini al momento la riprende ed amplia. Pero' il sistema e' ultra-collaudato per evadere le norme e fare quel che gli pare. Per cui risulta impossibile stilare norme precise che permettano di evitare cio' che tu dici puo' succedere facilmente. Sarebbe ora di usare l'approccio opposto, poche e sane regole e poi la responsabilita' delle scelte di reclutamento ricadono sul dipartimento ed universita' che le ha fatte. Ci saranno sempre degli istituti che faranno i loro porci comodi, ma contrariamente al passato cio' infuirira' sul loro mantenimento e futuro. E questo vale ancor di piu' per fondi esterni che vengono distribuiti per peer-review, come sara' sempre di piu'.
@ Anonimo che sta per darsi un nick e Gennaro
RispondiEliminasebbene in minoranza, la penso come voi. c'e' piu' di qualcosa che mi stona in questo voler "buttare l'acqua con tutto il bambino".
Non siamo in Logica, e non ci sono Soluzioni Opposte o Soluzioni Subalterne. Manca del tutto l'inquadramento generale di sistema, e la storia del Finanziamento Premiale non e' minimamente chiara, anzi se c'e' confusione su concetti, scopi e criteri, e' li' che se n'e' fatta molta, e non vedo progressi.
RispondiEliminaSull'ANVUR: io sono un sostenitore dell'ANVUR della primissima ora, ma in troppi non hanno le idee chiare.
In UK il metodo principale per distribuire fondi alla ricerca e' quello a progetto, vds. le agenzie preposte
http://www.rcuk.ac.uk/default.htm
che amministrano 2.8 miliardi di sterline.
Il Finanziamento Ordinario e il RAE, servono come finanziamento strutturale alle istituzioni per distingure quelle research-oriented dalle altre. QUESTO e' LO SCOPO, non dare le medagliette. La parte "research quality-related" del Finanziamento Ordinario e' circa il 23% del totale, e' pertanto le singole istituzioni DEVONO potere avere DIVERSE MISSIONI ISTITUZIONALI, e devono anche potere licenziare le persone, senno' come fanno a gestire una situazione con una simile variabilita' (potenziale, ma anche attuale) di fondi?
@euroscience
RispondiEliminacondivido: la responsabilità della Commissione è di scegliere in modo corretto, equo e trasparente e su questo, e non altro, dev'essere controllata.
Alla radice del problema è, resta, e purtroppo temo resterà, l'ostinazione nel considerare un concorso un affare a due: vincitore e Commissione. Mentre è ovvio che ci sono anche gli esclusi, che per tale esclusione non spariscono nel nulla, ma continuano a fare ricerca. L'unica valutazione sensata consiste
nel confrontare la produzione pre e post concorso di vincitori ed esclusi, e prendere provvedimenti seri nel caso sia evidente la malafede dei commissari.
Due parole su alcuni aspetti pratici circa l'idoneità nazionale.
RispondiEliminaIn un settore medio-grosso (circa 150 ordinari) alla prima che ci sarà, tanto per PA quanto per PO, concorreranno a centinaia. Com'è possibile che una commissione di circa nove persone esamini in tempi di qualche settimana una simile massa di curricula e soprattutto di opere?
I nove (mi sembra una volta di aver letto questo numero) sorteggiati fra i migliori, i più vecchi o i più popolari dei baroni, disporranno di un potere discrezionale assoluto, con tutte le conseguenze del caso....
Mi sembrano due questioni di gran peso e non si pensi di risolverle con il ricorso agli stranieri, che poi tanto
stranieri non sono perché se accettano di fare i commissari hanno evidentemente amici e interessi in Italia.
Pensiamoci ora, perché se no poi fra 2 anni, si scoprirà che la commissione non ce la fa a lavorare, che i giochi si ripropongono come prima etc. etc.
@ Perplesso
RispondiEliminaLe tue argomentazioni sono senz'altro condivisibili. E pensa che in Senato c'è chi, come Valditara, vuole introdurre pure la prova didattica, che finirebbe per allungare - e di molto - ulteriormente i tempi.
Perplesso ha messo un dito sulla piaga dell'abilitazione nazionale. Non serve e non funzionera' bene, ne' tantomento adeguatamente al merito dei candidati. In molti paesi l'abilitazione non esiste, eppure i sistemi universitari funzionano bene. In Italia e' stata introdotta in varie forme e qual'e' il risultato? Schifezze e declino! Semplifichiamo le regole e lasciamo la scelta responsabile a valle - questo sarebbe il mio motto se fossi un senatore alla VII commissione. Chi sara' della stessa idea?
RispondiElimina@ Mauro.
RispondiEliminaNon ho alcun intento polemico, sia chiaro, ma mi sembra che si continui ad eludere la questione. Per ora avete usato tutti gli artifici retorici (ripetere all'infinito una formula accattivante, mostrarci il marcio del sistema attuale....), ma nessuno ha mai avanzato una proposta concreta. Io sarei anche pronto a sostenere questa chiamata diretta responsabile all'italiana, se presenterete una proposta convincente, ma per ora mi sembra che si sia fermi al livello dello slogan, al citare un modello straniero senza spiegare come questo dovrebbe essere costruito in Italia. Perché non ci postate un bell'emendamento o un bel testo di legge per farci capire esattamente cosa state proponendo?
Secondo me in una prima fase transitoria l'abilitazione nazionale è un "male" necessario.
RispondiEliminaSarà un male inutile (e quindi dannoso) laddove non dovesse fare sufficientemente da filtro.
La responsabilità nelle università non la si introduce dalla mattina alla sera, si tratta di uno sforzo che va perseguito con politiche di incentivi/disincentivi ed una forte valutazione. Ma si tratta di un percorso che ha bisogno dei suoi tempi.
@ Albert
Una proposta concreta, sotto forma di emendamento, l'Apri l'ha avanzata: determinare il 50% della quota premiale di FFO in base alla valutazione, su base dipartimentale, del personale reclutato negli ultimi 5 anni.
@ mino
RispondiEliminaPer definizione di "abilitazione professionale", si dovrebbe valutare tutto quello che costituisce la professionalita' di quella professione...
Come e' noto io ho in mente i modelli spagnolo e catalano, vds. e.g.
http://www.aneca.es/media/185317/papf_rd_1312_071005.pdf
A. Criterios de evaluación.
1. Actividad investigadora.
2. Actividad docente o profesional.
3. Formación académica.
4. Experiencia en gestión y administración educativa, científica, tecnológica y otros méritos.
B. Baremo.
Para el cuerpo de Profesores Titulares de Universidad.
El baremo será, para cada uno de los criterios del apartado A:
a) Actividad investigadora: un máximo de 50 puntos.
b) Actividad docente o profesional: un máximo de 40 puntos.
c) Formación académica: un máximo de 5 puntos.
d) Experiencia en gestión y administración educativa, científica, tecnológica y otros méritos: un máximo de 5 puntos.
Para obtener la evaluación positiva han de cumplirse simultáneamente las siguientes condiciones:
a) Alcanzar un mínimo de 60 puntos sumando los
obtenidos en los apartados «1. Actividad investigadora» y «2. Actividad docente o profesional».
b) Conseguir un mínimo de 65 puntos como suma
de todos los apartados.
Para el cuerpo de Catedráticos de Universidad.
El baremo será, para cada uno de los criterios del apartado A:
a) Actividad investigadora: un máximo de 55 puntos.
b) Actividad docente o profesional: un máximo de 35 puntos.
c) Experiencia en gestión y administración educativa, científica, tecnológica y otros méritos: un máximo de 10 puntos.
Para obtener la evaluación positiva han de cumplirse simultáneamente las siguientes condiciones:
a) Conseguir un mínimo de 80 puntos como suma
de todos los criterios.
b) Conseguir al menos 20 puntos en el segundo criterio.
Para la evaluación de la experiencia investigadora.
En el caso de la valoración del apartado 1 «Actividad investigadora», la aportación de un periodo de actividad investigadora reconocido de acuerdo con las previsiones del Real Decreto 1086/1989, de 28 de agosto, de retribuciones
del profesorado universitario, tendrá una valoración de 15 puntos.
Secondo me sarebbe molto meglio che le capacità didattiche vengano valutate in sede locale, sia per velocizzare tutta la procedura sia per calibrare tale valutazione ai compiti didattici che si vogliono andare a coprire.
RispondiEliminaCalibrare le capacita' ai requisiti della sede locale va fatto sempre (quindi anche per ricerca), in sede di valutazione per il reclutamento.
RispondiEliminaIn sede di abilitazione si calibrano le capacita' ai requisiti della professione in generale.
@MIno ed Euroscienze
RispondiEliminaCome pensate che una commissione nazionale di nove membri cooptata con le solite modalita' italiane potra' mai fare da filtro onesto e valido per una eventuale abilitazione? Secondo me sarebbe piu' semplice rimuoverla e dare regole strette di assunzione responsabile a valle, a livello locale - nell'ambito di concorsi aperti a tutti. E dico questo pur essendo consapevole che a me, dato il mio profilo, un'abilitazione nazionale stretta potrebbe proprio far comodo!
@ maurodellaVIA
RispondiEliminaScusa, ma allora se continui a metterla su questo tenore, io ti potrei rispondere:
"Come pensi che una commissione locale di cinque membri cooptata con le solite modalita' italiane potra' mai fare da filtro onesto e valido per un eventuale reclutamento?
Secondo me sarebbe piu' semplice rimuoverla e dare regole strette di abilitazione responsabile a monte, a livello nazionale - nell'ambito di procedure di scrutinio aperte a tutti.
E dico questo pur essendo consapevole che a me, dato il mio profilo, una selezione locale specifica potrebbe proprio far comodo!"
Ma non ti rispondo cosi' perche' voglio usare una "cassetta degli attrezzi" senza soluzioni preconfezionate o ideologiche, e discutere con tutti quelli che sono animati di buona volonta'.
Il problema di questa proposta, come ho spiegato prima, è che non vedo proprio come la ripartizione del ffo possa fungere da incentivo/disincentivo per le politiche di assunzioni. Finirà alla "io e il mio vicino di stanza cooptiamo due belle ragazzotte e sai che pomeriggi trascorriamo! Ah, e il ricevimento studenti solo di mattina."
RispondiEliminaConcordo abbastanza con il post di Mino.
RispondiEliminaIn una prima fase transitoria l'abilitazione nazionale è un "male" necessario. Attivare un meccanismo di responsabilità con incentivi e disincentivi richiederà diversi anni. Lo scotto iniziale da pagare in (almeno parte) dei Dipartimenti sarà quello che in molti casi per alcuni anni si continuera a fare come prima, fino a quando il costo sarà troppo alto.
Se sono un barone anzianotto con potere continuerò a prendermi l’amante. Certo arriveranno meno soldi al Dipartimento, ma chissenefrega. Tanto, avendo curato più i rapporti di potere che la ricerca, i soldi mi arrivano dagli enti locali, anche quelli per integrare il mio stipendio se non mi danno più gli scatti di merito. E tutti questi giovani che badano solo al merito, aspettino che vado in pensione.
Detto questo, secondo me la strategia deve essere duplice. Puntare al tenure-track, ma nel frattempo per alcuni anni prevedere un’abilitazione nazionale su base solo scientifica (contare e valutare le pubblicazioni si può far presto), a livello locale poi si verificherà la didattica. In questo modo si bloccano le/gli amanti, almeno quelle scarse. Quando la t-t inizierà a diventare efficiente e si sarà visto che in alcuni dipartimenti con solo amanti le cose vanno proprio male, allora si potrà togliere l’idoneità nazionale. Lo so che t-t più abilitazione è una contraddizione, ma l’Italia è tale.
La questione va inquadrata dicendo che in realta' non sono le ragazzotte il problema (cioe' questi casi io li considero marginali) ma il fatto che ai Baroni interessa assumere chi si occupa del loro stesso campo, chi scrivera' articoli che loro stessi firmeranno. Non e' vero che la gente che scelgono NON abbia proprio qualita', o sia improduttiva, altrimenti non ci sarebbe interesse.
RispondiEliminaSecondo i promotori della visione "proprietaria" delle Universita', costoro hanno diritto a continuare a comportarsi cosi', purche' siano "sanzionati" (il Dipartimento sia sanzionato) se non ci fossero prodotti della ricerca. Ma qualche prodotto costoro lo tirano sempre fuori, basta che sia sufficiente per non sbarellare del tutto nel gioco istituzionale interno.
Io invece non sono d'accordo sul principio: si devono scegliere le persone "migliori", cioe' quelle che potrebbero fare meglio quel lavoro per l'istituzione, in un arco ampio di competenze scientifiche ,seppur all'interno di cio' che fa il dipartimento (o che vorrebe fare ex-novo, come settore originale). Quindi sono sempre favorevole ai concorsi per selezionare quelle persone migliori, come nel resto del mondo, e mi oppondo alla chiamata diretta (tranne qualche eccezione, beninteso).
@ euroscience
RispondiEliminail termine amanti è solo per semplificare il discorso.
Il punto centrale resta come far entrare i migliori e non i mediocri. Secondo me, in una situazione come l'Italia, mentre si prova a far partire un sistema di valutazione/incentivi/disincentivi che richiederà parecchi anni, l'unica soluzione è una selezione nazionale o locale trasparente e basata su punteggi numerici dati alle pubblicazioni. Se è nazionale poi le Uni possono chiamare solo chi sta in cima alla graduatoria, se è locale deve comunque consentire di valutare se hai davvero preso il migliore, o uno dei migliori, tra quelli che si sono presentati
@Euroscienze,
RispondiEliminaqui si discute ognuno con le proprie idee e certamente con buona volonta'. Sono aperto a tutte le possibilita' sensate, of course. Comunque a decidere poi non saremo mica noi; pateracchi di ogni tipo verranno fuori dai legislatori, considerando che sembrano avere gia' un po' troppa sintonia bi-partisan per produrre norme incisive e chiare. Quindi credo sia meglio tenere in riserva molte energie dialettico-propositive per cercare di limitare i danni che sti pateracchi potrebbero produrre. Mi sa che siamo pienamente d'accordo su questo.
La docente in tenure track che aveva ucciso 3 persone in facolta', qualche settimana fa, aveva perso la tenure per la didattica, non per la ricerca.
RispondiEliminaQuindi vedi bene che anche negli USA sanno fare valutazioni delle capacita', oltre alla conta di numeri "oggettivi", e anche questo conta.
Tenure track? Ma dov'e' la sua definizione nel ddl. Gelmini? E non c'era gia' per ricercatori ed associati nella Legge 382, con la cosiddetta conferma? Che poi non l'hanno negata a nessuno, vabbe', ma siamo in Italia!
RispondiElimina@ tenore tracchi
RispondiEliminanegli usa conta molto la valutazione degli studenti. ed è giusto che sia così, perché sono loro i fruitori del servizio didattico.
da noi la valutazoine degli studenti è una mera formalità che non pesa nulla, per ora. faccio un esempio reale: la ricercatrice cinquantenne X ottiene per 3 anni di fila un giudizio bassisimo dagli studenti (il minimo possibile). Il terzo anno i rappresentanti degli studenti, carte alla mano, vanno a protestare dal preside del corso di laurea chiedendo che alla tal ricercatrice incapace non fossero più affidati corsi. Risultato? Il preside è suo marito, è stata promossa a insegnare alla specialistica.
Basterebbero pochi elementi per correggere il sistema, basterebbe che prevedesse che le valutazioni degli studenti pesassero su 1. la retribuzione del docente 2. sui finanziamenti al dipartimento/facoltà 3. sulla carriera futura del docente (per esempio un ricercatore che ha sempre il minimo non dovrebbe passare associato, un precario che ha avuto sempre il massimo dovrebbe essere assunto).
Appunto, io sono il tenure-track all'italiana, che significa 3 anni di periodo di prova, e che il giudizio di conferma non e' un concorso, cioe' l'esito di una valutazione comprativa, ma di una valutazione non comparativa - la comprovata rispondenza della persona in prova ai livelli e requisiti professionali del ruolo.
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaforse sarebbe meglio fare degli esempi piu' "politically correct". dagli ultimi messaggi emerge l'equazione mediocrita'=cooptatasenzamerito=donna
tra l'altro per dirla proprio tutta, per la mia esperienza le universita' sono molto piu' piene di cooptazione del tipo "ordinariovecchiarello-giovaneuomodibellesperanze".
si sa che almeno in italia il "potere", come e' quello che si spartiscono gli ordinari nei dipartimenti, e' molto spesso affare da uomini, da tramandare su lineage strettamente maschili, e questo senza scomodare sparta ed atene, sebbene a volte ce ne sarebbe ben donde..
@ limite
RispondiEliminaera solo un caso, tra i tanti. un caso significativo ma non paradigmatico. se preferisci ti faccio l'elenco dei 4 ricercatori maschi entrati con l'ope legis dell'81 che gravano sul mio dipartimento senza pubblicare nulla da oltre vent'anni...
forse sono controcorrente:
RispondiEliminasecondo me il ricercatore, se è bravo, dovrebbe poter scegliere lui qual è il posto migliore dove fare le sue ricerche: la chiamata non implica sempre che ci sia un rapporto precedente tra chiamato e chiamante?
e come fa uno bravo ad andare in un posto dove sarebbe meglio per le sue ricerche se non conosce i potenti di turno?
secondo me è proprio la logica del chiamo chi conosco - che è attualmente il danno dell'Italia, dietro la pagliacciata del concorso, come diceva giustamente Mino - che va PRIMA SCARDINATA, parlare ora di chiamata mi pare troppo prematuro (e dunque in questo non sono d'accordo con il leit-motiv di Mauro, sorry)
POI se funzioneranno le punizioni, ma soprattutto i premi (perché sono questi ultimi a indurre a reclutare i migliori: con le punizioni evito di far entrare i peggiori ma non faccio certo entrare i migliori) si potrà ricominciare a parlare di chiamata responsabile, ma stimo che per l'Italia si potrà arrivare a questa cosa, seriamente, non prima del 2020 (e forse sono ottimista), se la nostra generazione dei 30enni riuscirà a dare veramente un contributo positivo al sistema:
questa cosa per ora è troppo lontana dalla mentalità comune, possiamo portarla noi se non diventeremo a nostra volta dei baroni "vecchio stile"
Se lasciamo stare le teorie astratte, calate dall'alto, e facciamo i conti con la (triste) realtà "italiana", ci accorgiamo che al di là delle nostre convinzioni per così dire "filosofiche", dobbiamo fare i conti con quello che dice carbonaro.
RispondiEliminaIn fondo chiediamoci perchè da parte delle università e dei vari poteri accademici ci fu una tale reazione contro il regolamento Mussi sui ricercatori (addirittura anche da ambienti politici che sostenevano il Governo di cui Mussi faceva parte). Proprio perchè c'era il "rischio" che non si potesse predeterminare l'esito di un concorso [dato che vi era il giudizio di revisori anonimi che escludeva 3/4 dei concorrenti dalla fase successiva del concorso]. Da questo punto di vista, la non-reazione degli stessi potentati accademici nei confronti del DDL Gelmini mi inquieta alquanto...
Come se ne esce?
Molto pragmaticamente a mio avviso una soluzione ci sarebbe, anzi ce ne sono due:
1. Il DDL prevede che il MIUR annualmente destini una quota del FFO a concorsi nazionali di ricercatori a tempo determinato.
La proposta, da fare al MIUR, è che nei primi anni successivi al varo della riforma, tale tipologia di concorsi debba essere quella prevalente.
2. Ci sono precari che ormai hanno un curriculum da associati e che tuttavia, per non aver un santo in paradiso, non sono riusciti a vincere un concorso da ricercatore. Per questi colleghi, non ce lo nascondiamo, il DDL Gelmini non fornisce alcuna risposta. Continueranno a rimanere fuori dall'università e questo è davvero ingiusto.
Allo stesso tempo è assurdo che questi colleghi così bravi continuino a gareggiare per posizioni da ricercatore ... quando invece all'estero sarebbero assunti da associati.
Allora la proposta è questa: il MIUR destini annualmente una quota del FFO per cofinanziare la chiamata da parte delle università di studiosi in possesso dell'abilitazione nazionale da associato o ordinario precedentemente estranei ai ruoli accademici.
Da rimarcare che il MIUR già ha fatto una operazione simile, cofinanziando addirittura al 95% nell'ultimo D.M. di ripartizione dell'FFO.
Mi pento di essermi dimenticato di avanzare una tale proposta per essere posta a votazione per gli emendamenti dell'APRI ... Vedremo quando il DDL sarà passato alla Camera.
By the way, sul forum APRI ho lanciato un topic proprio per discutere su questo...
RispondiEliminaSi, pero' veramente io mi sarei anche un frantumato le congas a ripetere sempre le stesse tre cose....
RispondiEliminaL'abilitazione nazionale ce la vogliono infilare comunque.... e che si puo' svuotare un polder con un cucchiaio? Certo che no. Lasciamo che ce la mettano, e poi rigiriamogliela contro: l'abilitazione non da diritto a nulla, ma e'indispensabile per accedere alle selezioni comparative responsabili (tie'!) gestite dai Dipartimenti in piena autonomia. Per l'abilitazione deve essere prevista una lista aperta, MA criteri oggettivi stabiliti settore per settore MOLTO ALTI. Per fare un esempio, nel mio settore uno dovrebbe vantare un numero di pubbicazioni su riviste internazionali peer review non inferiore a 15, ed avere un H index, poniamo, >5. La commissione deve fare la conta e verificare che non ci siano magheggi (tipo, riviste del cazzo). Fine dell'abilitazione. La didattica non deve abilitare un cazzaccio nulla, saranno cavoli di chi recluta a livello locale scegliersi un buon insegnante ma medio ricercatore, o un rospo intrattabile pero' geniale nella ricerca.
Albert, anche te, ma che pretendi che ci mettiamo a fare i ministri? Io per i parametri di chi governa oggi sono sprovvisto del requisito fondamentale (no, non la topa) e quindi finche' non mi pagano per fare il Ministro non posso mettermi a descrivere nelle minuzie i passaggi per cambiare la merda di oggi nell'oro di domani. Quando dico "selezione comparativa responsabile (tie'!)" il "responsabile" implica che la struttura che recluta paga le conseguenze, come struttura sui finanziamenti e se possibile sui responsabili della struttura anche personalmente, del reclutamento di minchioni. Chi lo stabilisce? Il sistema di valutazione. Come opera? Come il RAE (nell'APRI sono tutti Raeliani). Accontentati di questo perche' tanto alla fine le riforme le fanno quei personaggi osceni che paghi migliaia di euro al mese e che vanno in pensione con 5 anni di riscaldamento chiappe e pigiamento pippoli sugli scranni di Montecitorio e noi volenterosi potremo, al limite, evitare che facciano disastri colossali.
Le ciane dei 4000 PA e PO: si, poverini, ce n'hanno tanto bisogno. Peccato questo iceberg di docenti lo piazzeranno su un sistema che fra poco avra' solo due fasce di accesso per i precari, ovvero PA e PO. Cosi' si mette il cappellino fin da ora sui posti che si libereranno di qui a 5-10 e i precari di oggi potranno tranquillamente provare ad entrare da PA quando i nipotini andranno alle elementari...
@ mino
RispondiEliminati ho risposto sul forum. ci sono due occasioni che mi paiono propizie per lanciare la tua ottima proposta a dei soggetti chiave
per inciso: io non smetterò mai di rimpiangere il fallito regolamento mussi.
RispondiElimina@ carbonaro
RispondiEliminaMi ricordo un convegno che organizzammo come ADI-Salerno anni fa con Raffaele Simone, il quale venne a dire che secondo le sue osservazioni il tempo medio in cui un ricercatore [RU] cominciava a sviluppare dei comportamenti da baroncino era di 4 mesi. Quindi poca speranza per la tua idea.
@ France
RispondiEliminaNOn esistono criteri oggettivi; i criteri sono solo soggettivi.
@ euroscience
RispondiEliminail tuo ultimo commento è oggettivamente una cazzata. Sia ben chiaro che con questo non intendo aggredirti personalmente, solo rispondere alla tua affermazione
@ insorgere
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento.
L'essere una cosa, un concetto, una proposizione, ecc. [quello che vuoi tu] un Criterio e' una Tua Scelta.
Questo vale (in forma qualitativamente diversa, nota bene) persino per le Quantita' Fisiche, perche' se scegli come Unita' di Misura la Pinta o il Litro e' solo una Tua Scelta.
Prova a dire all'inglese che deve bersi mezzo litro di birra anziche' una pinta e lo capirai.
Se poi passiamo nel regno dei Valori Etici ed Estetici, la tua operazione di "definizione" dei criteri di valutazione non cessa di essere una Tua Scelta per il fatto che Tu possa designare come Criterio un oggetto materiale o altra Quantita' Fisica, per fare il fico di fronte agli scienziati naturali. Sempre di Valutazione Morale o Estetica si tratta.
oioi...
RispondiEliminainsorgere ma anche te ancora non hai imparato, vero?
euroscience usa un linguaggio provocatorio ma, a suo modo, coerente.
Qullo che voleva dire e' che tu puoi scrivere "gatto" nella legge, nelle linee guida e nel DM, pero' poi nel sacco ce lo metteranno comunque i commissari, che sono omini di ciccia. E che quindi commissari con intenti poco sani perturberanno etc...
Pero' quando si dice criteri oggettivi si dice, appunto, criteri oggettivi. Nel volgo di noi figli di lavandaje significa che dovranno esistere, in tali criteri, ridotti spazi negoziativi e interpretativi.
esempio: se dico che uno per essere abilitato deve avere conseguiro un dottorato nei seguenti paesi (segue lista di paesi), mi saro' tolto dalle scatole tutti quelli che non lo hanno. Se dico 15 pubblicazioni in riviste ISI (ahhhh la multinazionale, 'l"IF, lo sterco del diavolo), beh, quelli ne hanno fino a 14 me li saro' tolti dalle scatole. Di nuovo, euro: non ci fate fare i ministri, i dirigenti del miur, i parlamentari e le segretarie. Siamo solo ricercatori, in fondo....
Perche' 15 pubblicazioni e non 14? Perche' su riviste ISI e non su riviste con ISSN o ISBN?
RispondiEliminaPerche'... perche'...
Perché perché
La domenica mi lasci sempre sola
Per andare a vedere la partita
Di pallone, perché, perché
Una volta non ci porti pure me
Mi sto gia' allenando per la sanatoria dei concorsi da Professore.
RispondiElimina35 minuti per un decreto salva-liste.
RispondiEliminanon so se vi rendete conto con chi abbiamo a che fare...
Le liste di abilitazione nazionale serviranno solo a promuovere le amanti (i controlli successivi non serviranno perchè qualche articolo lo scriverà il barone).
RispondiEliminaPer evitare ciò facciamo delle liste con solo 5 abilitati per anno per settore.
Paolino
E indovina chi saranno i 5 abilitati?
RispondiEliminaTi do un indizio: ne io, ne te.
euroscience:
RispondiEliminariconosco che sei una persona preparata,
ma non hai nessuna fiducia sulla possibilità di apportare correttivi/miglioramenti al sistema? (probabilmente è una sensazione molto diffusa tra chi sta fuori dall'Italia)
ma allora perché ti impegni, scrivi,rispondi, fai proposte (dicendo anche cose giuste e intelligenti) nelle varie piazze "virtuali"?
E come deduci che non ho fiducia sulla possibilità di apportare correttivi/miglioramenti al sistema?
RispondiEliminaHo scritto che propongo l'utilizzo di una "cassetta degli attrezzi" per discutere con le persone di buona volonta' per ottenere delle soluzioni/proposte per il sistema. Quindi vale l'opposto. Notasi che:
- la cassetta degli attrezzi e' ovviamente definita da concetti/pratiche/decisioni Europei/internazionali
- bisogna avere sufficientemente chiaro cosa non va in Italia, e perche', e in cosa l'Italia si differenzia dagli altri Paesi civili.
Tipo
RispondiEliminaTroppi capi/pochi indiani
Troppe Universita'
Corsi di laurea e scuole di specializzazione inutili
Prof over 65
Nessuna valutazione seria ex post per nulla
Dottorati di ricerca conferiti a gente che non ha pubblicato e non pubblichera' nulla e nonostante questo
Ricercatori e Prof senza dottorato
Precariato figlio di deregulation delle figure fra il dottorato e il ruolo
Nessuna tenure track
Valutazioni comparative deresponsabilizzate (i commissari garantiscono solo la liceita' degli atti, nessuno risponde della rpoduttivita' expost dei reclutati, nemmeo i reclutati stessi)
Programmazione delegata a organi d'ateneo, non ai Dipartimenti
Scarso uso della peer review in ogni ambito
Inamovibilita' degli strutturati
Discutiamone.
RispondiElimina1) Troppi capi/pochi indiani.
In realta' non esiste una pratica internazionale univoca, o un'opinione "consolidata" in dottrina. Negli stessi Stati Uniti vi sono tipicamente le research-Universities che hanno molti Prof. Ordinari e assai meno associati e assistant (Piramide Rovesciata) e quelle non-research oriented che fanno pochi Ordinari (Piramide Diritta). Possiamo trovare i dati se vuoi, cosi' discutiamo sui FAtti. In UK era tradizione che i Professors fossero pochi (attorno al 5%), ora stanno aumentando a vista d'occhio e stanno sopra il 12%. Quindi anche nello stesso sistema si cambia un po' opinione. Ti posso anche dire perche', se vuoi, cosi' discutiamo sui Fatti.
Ti dico un segreto, che siccome quando fecero la 382/80 il Ministro che l'aveva scritta, Valitutti, si ispirava molto al sistema USA, penso' bene di importare il concetto di PO e di PA, ma siccome era un principio "a priori" (cioe' non discutibile) che In Talia non ci dovesse essere distinzione fra research oriented Universities e non-research-oriented, decise di fare la media fra la Piramide Diritta e quella Rovesciata, e fu proposta una Pianta Organica Nazionale a Cilindro di 15.000 PO, 15.000 PA e 16.000 RU (da raggiungere a regime). Sul ricercatore, poi, lui avrebbe voluto un limite di 7 anni, ma i Sindacati e Partiti gli imposero di tornare al ruolo tradizionale, in cambio in Commissione idearono il tenure-track all'Italiana (conferma in ruolo).
In Francia il rapporto e' 1 Professore per 2 Maitres de Conferences. Ogni anno, Cartesianamnete, si fanno circa 1000 nuovi Professori e 2000 nuovi Maitres. Lo Stato Francese, che non e' quello Italiano, garantisce e attua tutto questo con precisione e applicazione logica.
Domanda: con questa cassetta degli attrezzi, adesso, come ci muoviamo per l'Italia?
2) Troppe Universita'.
Non e' proprio vero. Dunque...
[ne discutiamo in un altro post]
@ euroscience
RispondiEliminaprovo a risponderti usando la tua cassetta degli attrezzi.
per come funziona questo paese è più facile importare il modello francese che quello usa o quello uk, che magari astrattamente potrebbero essere preferibili.
reintrodurre una pianta organica e un rapporto definito tra le fasce non sarebbe male. e ciò potrebbe essere fatto anche distinguengo research e teaching universities, ovvero con distribuzione e piante organiche differenziate a seconda del tipo di ateneo.
@ insorgere
RispondiEliminabene lo spirito del tuo contributo (cioe' scevro da cariche ideologiche). Ovviamente il merito richiederebbe un ulteriore ramo della mia "cassetta degli attrezzi"... pero' adesso ho fame e rimetto la cassetta degli attrezzi sul tavolo...
Intanto voi continuate a raccogliere opinioni di questa fatta..
scusa eurosc
RispondiEliminavanno bene le molte università diffuse?
fissiamo un numero minimo di studenti?
ho apprezzato molto la tua risposta su piramidi e cilindri, mi farebbe piacere sapere qualche dato comparatistico sul numero di università
RispondiElimina@ carbonaro
RispondiEliminaEcchime qui, con la panza piena. Mi pare di capire che si voglia discutere di
2) Troppe Universita'.
Dunque, come primo passo voglio convincervi che il concetto di base e' "istruzione superiore" o "istruzione terziaria". Facciamo un esempio analogico. Se qualcuno, che so, un Ministro, dicesse che l'unico tipo di scuola secondaria superiore deve essere il Liceo, togliendo istituti tecnici e professionali, direste probabilmente che la cosa e' poco sensata.
Ora, ESISTE un'opinione consolidata SIA in Politica SIA in Dottrina, che l'offerta di istruzione superiore (terziaria) debba essere differenziata, come metodologia e contenuti, in maniera che, brevemente, ricalchi la medesima differenza, fra istruzione Accademica e Professionalizzante. E questo, soprattutto, alla luce dell'istruzione di massa e dei diversi bisogni e necessita' del mondo del lavoro.
Ti posso dire, off the records, che il sistema italiano e' considerato ad un livello di GRAVITA' molto spinta da parte di ricercatori del settore. Il fatto che da noi ci siano solo "Universita'", e non un continuum fra istituzioni (o corsi) accademici tradizionali e istituzioni (o corsi) professionalizzanti e' considerato un Vulnus per il Paese.
In Gran Bretagna esistono quasi 170 Istituzioni di istruzione superiore e altre centinaia di "sedi distaccate" (colleges che non avrebbero potere di dare titoli con valore legale ma che devono appoggiarsi su uno degli altri 170 per fare dei “validation agreements”) che offrono una larga gamma di corsi, da “Filosofia” a “Scienze Equine”, “Scienze del Benessere Animale”, ecc.) . E’ il mercato che da’ giudizi di merito (beninteso ci devono essere garanzie di qualita’ verificate dall’Agenzia apposita)
http://www.dcsf.gov.uk/recognisedukdegrees/
In Francia ci sono molte altre istituzioni, oltre le 83 Universita’, in particolare le Grandes Ecoles e le Scuole d’Ingegneria.
http://www.enseignementsup-recherche.gouv.fr/cid20715/les-chiffres-cles-2008.html
In Finlandia ci sono 16 Universita’ e 25 Polytechnics (per 5 milioni di abitanti). In Irlanda 7 Universita’ e 13 Polytechnics. In Portogallo 13 Universita’ e 12 Polytecnics.
In generale noi chiamiamo “Universities of Applied Sciences” questa seconda gamba dell’istruzione superiore (poi si includono anche Accademie e Conservatori come terza gamba). In Germania le frequentano il 22% degli studenti, in Olanda addirittura il 66%. Questo e’ un caso limite, ma rilevante, perche’ comunque in Olanda ci sono 15 Universita’ (per 15 milioni di abitanti), tutte con elevata reputazione, e quindi si affida alla seconda gamba la gran parte dell’istruzione superiore per una migliore (diversificata) offerta formativa.
Visto il sistema produttivo italiano, secondo te, e’ sensato che si vogliano fare tutti corsi accademici, per il 50% dei diciannovenni?
ehm mi sono un po' perso tra i vari dati:
RispondiEliminapotresti dirmi allora le tue conclusioni sulle univ. italiane: non sono troppe, ma andrebbero differenziate tra accademiche e professionalizzanti?(ho capito bene?)
@euroscience
RispondiEliminaLa risposta è NO !
Parliamo adesso del punto 3)Corsi di laurea e scuole di specializzazione inutili
La disamina potrebbe iniziare così :
1)quanti e quali sono i corsi di laurea diciamo "principali" utili ?
2)quanti e quali sono i corsi di laurea triennali utili ?(io penso che dei CdL professionalizzanti una buona metà sono INUTILI)
3) ed ancor di più quali e quanti sono i corsi di laurea specialistici/magistrali della durata di due anni (dove si trova gente che proviene dalle più disparate lauree triennali se va bene o da diplomi triennali o addirittura da scuole di formazione professionale degli anni '90 - insomma un gran miscuglio di gente immiscelabile con la complicazione che si tratta ovviamente di persone che già lavorano nei più disparati campi = quali argomenti unificanti dovranno quindi essere trattati nelle singole lezioni ?!)
4)sulle scuole di specializzazione posso solo dire la mia su quelle di Medicina.
Oltre al pletorico numero (nonostante i tentativi di accorpamento/pseudoriduzione del numero delle scuole di specializzazione che in realtà si è tradotto soltanto in una lieve diminuzione dei posti di accesso alle singole scuole - http://www.miur.it/UserFiles/3259.%2009-10.pdf-)sono completamente INUTILI quelle scuole di specializzazione che esistono dove NON ESISTE alcun posto letto di degenza , ovviamente con riferimento alle specialità mediche che si DEVONO avvalere della presenza dei pazienti sui quali fare il tirocinio pratico professionalizzante !
E' assolutamente sconsigliato imparare a visitare sui libri o sulle dispense o peggio su internet !!!
Saltando di palo in frasca : a proposito dei giornalisti che quando hanno qualcosa di interessante lo pubblicano SEMPRE...sinceramente nutro seri e forti dubbi !
Leggete qui:
Concorsopoli anche per i giornalisti.
http://parentopoli.splinder.com/post/22351978/Concorsopoli%20anche%20per%20i%20giorn
Elisa
@ carbonaro
RispondiEliminaIn realta' io voglio offrire strumenti d'informazione, non dare gia' le soluzioni, perche' quelle vanno discusse e anche concordate - non si puo' dire che ci sia Una Soluzione Migliore.
Comunque hai inteso bene che una buona soluzione sarebbe differenziare i Compiti istituzionali. Inoltre bisogna anche cercare d'indirizzare gli studenti, in ingresso, perche' conta quello, in definitiva.
prima di qualunque riforma bisognerebbe trovare il modo di fare piazza pulita di questa Classe Dirigente che si fa beffe della _legalita'_ in nome dei suoi porci comodi, del dio denaro, e di una brama insaziabile di "potere".
RispondiEliminaa che serve discutere di "riforme", e partorire la migliore riforma possibile, per poi darla in pasto a questa gente?
@ elisa
RispondiEliminaSe ci fossero dei sistemi di verifica della qualita' (con visite in loco), nonche' dei saldi e forti "minimi salariali" e altre garanzie simili, allora ci si potrebbe fidare della libera attivazione di corsi da parte delle Universita', e del mercato. Questo perche' esse dovrebbero attuare delle strategie, ed agire nel contesto delle dotazioni finanziarie disponibili.
Tuttavia questi sistemi non ci sono (ancora?). E poi: non ho Una Soluzione Univoca, ma desidero che siano ben chiari i termini di fondo.
Ad esempio: bisogna evitare di credere che "un corso di laurea con 10 studenti" significhi un edificio e 15 professori tutti per loro - cosa che sappiamo bene non essere vera, perche' i corsi di laurea sono combinazioni curriculari di insegnamenti che sovente sono comuni a piu' corsi.
Per capire l'utilita' c'e' un solo metodo: avere degli standard e dei criteri con cui andare in loco a giudicare se la programmazione e il profilo didattico sono state fatte e attuate rigorosamente.
Sono daccordo con Elisa, sulla riduzione dei corso come sull'ultima considerazione riguardo i giornalisti.
RispondiEliminaIn questi mesi ho conosciuto più da vicino questo mondo (il giornalismo) e, insomma ... temo che la maggior parte dei giornalisti si limitino solo a ricopiare i comunicati stampa del Miur ...
Che dire ... qui una notizia c'è, che piaccia o no: era stato messo un limite temporale di applicazione delle "vecchie regole" per i concorsi di I e II fascia. Questo limite era stato prorogato già una volta, ma si sono dimenticati di prorogarlo nuovamente. Può piacere o no, ma questa è una notizia.
E quindi meritevoli di essere considerate sono pure le conseguenze di questo fatto: il Governo dovrà fare un'altro, come chiamarlo ... "decreto interpretativo"? la scadenza posta inizialmente era illegittima e quindi è tutto regolare? i concorsi devono essere sospesi o addirittura annullati? come si pone questo fatto nella contingenza del DDL in discussione? ecc.
perche', pensavate che giornalisti si diventasse per "merito"???
RispondiEliminaIo continuo ad allenarmi. Bisogna garantire la partecipazione ai concorsi.
RispondiEliminaFacciamo che basta essere "entrati" dentro l'ufficio postale, senza la necessità di spedire il pacco, per presentare domanda per un concorso.
RispondiEliminabeh, allora già che ci siamo facciamo che basta avere l'intenzione di pubblicare su nature perché ciò conti come pubblicazione ai fini concorsuali
RispondiEliminaDiciamo che poniamo delle regole; poi in nome della libertà, del popolo e degli dei ce ne fottiamo allegramente. E se ci escludono dal concorso, gridiamo al complotto delle toghe rosse e degli ordinari comunisti comunisti comunisti, poi ricattiamo il capo dello stato con delle foto osè del fratello del papa per farci confezionare un DPR ad minchiam che ci promuove PO con idoneità a rettore... (Marcmond)
RispondiEliminaCirca i giornalisti, escluderei che in questo periodo di campagna elettorale possano scrivere cose "strane". Penso anzi che non ci saranno proprio notizie, nelle prossime tre settimane.
RispondiEliminaAl limite potrebbe esserci solo qualche annuncio del Ministro su cose che stanno li' aspettando da tempo (come al solito) ed usate per fare can-can, tipo il Piano Nazionale della Ricerca 2010-2012 o la nuova valutazione VQR del CIVR.
Si vedra'.
A dire il vero qualche notizia vera ci sarebbe, tipo che la settimana prossimo andiamo tutti a fondare lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore - una cosetta da niente insomma...
RispondiEliminahttp://www.ond.vlaanderen.be/hogeronderwijs/bologna/2010_conference/
Tuttavia di questi argomenti i giornali hanno da tempo riportato le versioni autoassolutorie ed eteroaccusatorie della stessa casta accademica, che in Italia bolla tutto come "3+2" e di ragionamenti sul merito ne fa solo di stampo ideologico.
Comunque mi aspetto di vedere il Pizza anche quest'anno, come l'anno scorso, visto che la Gelmini all'estero non ci va mai. Oltretutto adesso c'e' anche la gravidanza, ma almeno per fare le foto in un'occasione speciale come questa...
Comunque se qualche giornalista vuole venire e' benvenuto...
Grandi Mino e Insorgere! :-)
RispondiEliminaL'ironia non deve MAI venire a mancare...
Io invece voglio fare real politik.
RispondiEliminaDunque ora B&C l'han fatta grossa, e "le opposizioni" sono orientate a fare ostruzionismo su tutto. Non capisco bene per ottenere cosa, se non punire (hai visto mai che punizione..) il governo cattivo. IN linea generale mi sembra coerente, ma inutile. Per i cavoli nostri, mi sembra che portera'
Ritardi nell'approvazione di tutto, il che potra' provocare ->Ricorso alla fiducia quando la situazione e' tesa->Prevalere delle linee ad mentulam (Mondini, te lo deve dire un biologo?) tipo Quagliariello e Valdymort.
Premesso che credo tutti qua dentro siano schifati dagli ultimi accadimenti, che si fa? Va bene essere apartitici, ma non apatici...
Quando una cosa, quando un'altra, qui è quasi 2 anni che ci stanno lentamente ma costantemente stritolando. Io vorrei REGOLE CERTE SUL FUTURO IL PRIMA POSSIBILE: fossero anche quelle per assumere direttamente la famosa pianta di ficus del dipartimento. Così almeno deciderei una buona volta di lasciar perdere tutto e andarmene a cercare un altro lavoro, quale che sia...
RispondiEliminaPerplesso sfortunatamente chiedi troppo: visto quello che sta succedendo ultimamente in Italia, sarebbe un lusso avere regole certe anche per il prossimo mese (o settimana), immagina per "tutto" il futuro.
RispondiElimina@ france
RispondiEliminanon mi preoccuperei troppo. qui si blocca tutto fino alle elezioni, poi si riprenderà business as usual
Non e' una situazione democratica normale.
RispondiEliminabeh? amo finito ji argomenti? daje e daje c'hanno sfinito!!!
RispondiEliminaCiao a tutti.
RispondiEliminaVorrei chiedere se qualcuno sa cosa significa "pubblicazioni" di preciso ai fini dei prossimi concorsi da ricercatore. In sostanza mi chiedo i classici working paper pubblicati on-line oppure sui siti delle conferenze sono da considerare pubblicazioni valutabili o non lo sono. Grazie
Buongiorno a tutti.
RispondiEliminaGirano novità sul rischio di invalidità dei concorsi I e II fascia? Li salvano, li affondano o fanno finta di niente?
La terza che hai detto.
RispondiEliminasi ma quanto durera´prima o poi dovranno dire qualcosa o verranno espletati facendo finat di nulla ? ....
RispondiElimina@ spillo
RispondiEliminaleggiti il testo del decreto sui criteri di valutazione. lì è spiegato bene quali sono le pubblicazioni conteggiate. lo trovi sul sito miur.
@ anonimo (datti un nick!)
sembra che la nostra interpretazione sia corretta - ovvero che potrebbe saltare tutto - cmq non si muoverà nulla fino a dopo le elezioni
Cito il pezzo del decreto che non mi e´chiaro:
RispondiElimina"prendono in considerazione esclusivamente pubblicazioni o testi accettati per la pubblicazione secondo le norme vigenti nonché saggi inseriti in opere collettanee e articoli editi su riviste in formato cartaceo o digitale con l'esclusione di note interne o rapporti dipartimentali."
Ora non capisco e non ho trovato da nessuna parte quale siano le norme vigenti per cui una pubblicazione venga cosiderata tale .. specie in riferimento ai cosiddetti working paper che non sono note interne, che in alcuni casi sono pubblicate on-line da istituzioni prestigiose, oppure sui siti delle conferenze ma che di fatti non sono ancora state accettate da nessuna rivista ....
grazie
eh ... e secondo te perchè al Miur hanno scritto quella frase fumosa "secondo le norme vigenti"?
RispondiEliminanon so a cosa tu ti riferisca con il termini "working paper", comunque in linea di massima - e questo è un grosso passo in avanti rispetto a prima - qualunque articolo accettato per la pubblicazione (presentare lettera di accettazione) dovrebbe essere valutato come un articolo già pubblicato. se è stato pubblicato on-line, meglio ancora.
Nel mio sottosettore i working papers sono dei lavori completati ed eventualmente anche sottomessi a delle riviste, ma non pubblicati.
RispondiEliminaQuesti possono essere pubblicati sulla pagina web del proprio dipartimento ma anche sulla pagina web di istituzioni prestigiose es IZA ( cerca su google) working papers NBER working papers, che siano state sul sito del proprio dipartimento o su quello di istituzioni prestigiose restano lavori in attesa di collocazione editoriale. Un po´come i lavori presentai alle conferenze... sarebbe bello poter capire come vanno considerati questi lavori e´un motivo di facile ricorso
se per working paper intendi un technical report, la risposta è no, non sono a considerarsi come pubblicazioni
RispondiEliminasul perche´della frase fumosa non capisco e´unáema a doppio taglio che come al solito non agevola nessuno
RispondiElimina@spillo: abbiamo scritto in contemporanea, la risposta è ancora no dopo la tua precisazione, e io in un concorso in cui venissero valutati farei ricorso immediatamente e non credo che sia problema alcuno a vincerli
RispondiElimina@ spillo
RispondiEliminaAllora senz'altro NO, non possono essere valutati.
secondo me, almeno per i lavori sottomessi, conviene sempre metterli.
RispondiEliminanon c'e' ragione per non metterli.
a rigore non dovrebbero essere valutati, ma da sempre lo sono e tutti li allegano. il rischio che le commissioni, anche con i nuovi criteri, decidano di dare un valore anche ai working paper, magari non come pubblicazioni, ma come CV e' sempre alto. e se gli altri candidati li hanno presentati si rimane danneggiati.
se invece decidono di non valutarli li escluderanno per tutti e non si porra' nessun problema.
personalmente non li allego (conosco persone che li allegano segnalando che sono sotto valutazione) e non li indico tra le pubblicazioni; li indico nel cv al pari di altre attività fatte, ma ciò non toglie che se nella valutazione delle pubblicazioni si fa riferimento ad essi (che non sono pubblicazioni), il concorso è -senza dubbio- a rischio di ricorso perché non rispetta la legge.
RispondiEliminaun volta tanto concordo con Limite - i lavori in press non vengono conteggiati in genere, ma per salvaguardarsi dagli scagnozzi che ne portano vari per rimpimguare lamentevoli curricula non costa nulla elencarli! Il lavoro di selezione fatelo fare alle commissioni, no?
RispondiEliminanota a margine, sulle proteste dei ricercatori strutturati in diversi atenei italiani.
RispondiEliminaCome molti precari mi chiedo, con sospetto, come mai proprio ora i ricercatori che per tanti anni hanno taciuto e servito il sistema, facendo tra l'altro didattica gratis, si sono destati dal loro torpore? Come mai manifestano e protestano, a Napoli come a Torino, riempiendosi la bocca di belle parole in difesa dei precari e della ricerca in generale?
Io sarò malfidato, ma vorrei chiarezza. Diffido di coloro che usano il motto "lotta alla precarietà" per ottenere spazio mediatico e sistemare i loro affarucci. Che cosa vogliono, vermente, costoro? Di cosa hanno paura?
Se protestano perché pensano di avere, come categoria, un diritto all'avanzamento di carriera per me possono andare tutti all'inferno. (Perché non esiste un diritto a far carriera, esistono riconoscimenti e premi per il valore individuale. In un sistema accademico moderno non possono esistere riconoscimenti collettivi.)
Se protestano perché hanno paura che i precari abbiano più chance di loro di diventare associati col nuovo sistema, per me possono andare all'inferno. (Perché se con gli anni di anzianità e il culo al caldo non sono stati in gradi di produrre quanto basta per battere i precari, beh allora non meritano nulla.)
Se protestano perché vogliono passare tutti associati senza concorso, possono andare all'inferno. (Ché le ope legis sono la rovina del sistema)
Se protestano perché questo governo è brutto e cattivo e taglia i soldi alla ricerca, beh potevano svegliarsi l'anno scorso.
Se vi fossero altri motivi per giustificare la protesta, ebbene che ce li spieghino con chiarezza.
Ragazzi vedo che c'e' molta animazione rigurado a sti concorsi, ma dove sono? dove li cercate? sul sito murst non c'e' niente, state parlando di quali concorsi?
RispondiEliminaGrazie
SE Gli Abstract delle presenazioni o Comunicazioni effettuate ai Congressi sono statepubblicati o su riviste o Atti del Congresso valgono come pubblicazioni.Ha importnza anche l'ordine di compasa cioe' primo nome secodo etc?C'e' un regolamento al riguardo?
RispondiEliminaDove si trovano i Bandi dei Concorsi da Ricercatore a tempo determinato solo nei siti delle varie Universita' o anche sul Miur? Se anche sul Miur dove devo cercare?
RispondiElimina@Doni
RispondiEliminaAbstract e comunicazioni orali a congressi (documentati) contano soprattutto se sei primo autorie o presentatore del poster/comunicazione. Non so se ci sono regolamentazioni specifiche, ma regole riconosciute internazionalmnete in accademia danno un peso specifico molto superiore al primo e all'ultimo autore (in genere il corresponding/senior author del gruppo) rispetto a tutte le altre posizioni. A meno che non siano messe specificamente in ordine alfabetico come in alcune aree dove prevalgono torme di autori (per es. fisica delle particelle, gnetica medica etc.).
Alla mia università hanno avviato le procedure per una ventina di posti che prima dovevano essere per ricercatore TD con bando a progetto. Adesso li hanno cambiati tutti in TI, e questo va bene, ma hanno mantenuto il progetto: cioè si bandiscono TI a progetto. E' legale? e se sì, comunque, che senso ha? si assume su un progetto per 30 anni di lavoro? O la risposta è sempre solo che si tratta di una scorciatoia per assumere i soliti noti?
RispondiEliminaCirano la seconda che hai detto..
RispondiEliminaGrazie per le precisazioni.Nel decreto di valutazione titoli e publicazioni si dice che viene tenuto presente l'innoativita' ,l'originalita' ,etc e poi anche se publicazioni pubblicatesu riviste on impact factor e il valore dell'IF .Che diferenza viebne data nella valutazione tra Pubblicazioni impattate o non ?
RispondiElimina@cirano: non è legale, nei RTI non può esserci descrizione del profilo, puoi postare un link ai bandi? (così da leggerli)
RispondiEliminaToh, come al CNR. Si assume a tempo indeterminato su un progetto. Se mettono anche regole che lasciano ogni margine di arbitrio, anziché portare il merito nel CNR avremo CNRizzato l'università.
RispondiElimina@ cirano
RispondiEliminase ci dai gli estremi vediamo di intervenire per rompere le palle
Ma quindi, secondo te, insorgere, i ricercatori strutturati che sono stati per anni precari vanno comunque all'inferno?
RispondiEliminaL'aspetto più drammatico di tutta questa faccenda è che alcuni di voi sembrano far finta di non vedere che, così come ci sono ricercatori avanzati a colpi di calci in culo, così ci sono pure i precari avanzati a colpi di calci in culo...
Quelli che hanno avuto assegni, contratti, dottorati, a scapito di altri che sono stati messi alla porta durante il concorso del dottorato, al momento di distribuire i contratti, di bandire gli assegni.
C'è tanta gente brava tra i precari così come ce n'è tra i ricercatori (soprattutto quelli entrati negli ultimi anni), ci sono gaglioffi tra i ricercatori così come ce ne sono tra i precari, il resto è solo demagogia.
Comunque che tristezza questa guerra tra poveri...
Se pensassimo che tutti i ricercatori sono bravissimi, staremmo qui a chiedere la promozione in massa ad associati, e invece ci opponiamo...
RispondiEliminaSe pensassimo che tutti gli assegnisti sono dei fenomeni, spingeremmo per le stabilizazioni, e invece ci opponiamo....
Perchè attribuisci agli altri idee ed azioni ortogonali alla realtà? Ma li leggi i post? Oppure ci sei?.
Veramente non mi sembra di aver attribuito alcunche', insorgere dice in sostanza che di fatto se protestano sono sospetti 8io non sto protestando peraltro), dov'è, scusa, la differenza? Io non sospetto se i precari protestano, penso ne abbiamo tutte le ragioni e protestavo anch'io fino a un paio di anni fa. Non capisco perchè se protestano i ricercatori a priori bisogni sospettare, tutto qua.
RispondiEliminaIl punto e'che non e' chiaro PER COSA protestano.
RispondiEliminaDai documenti circolati fino ad ora, al di la' delle dichiarazioni di principio, non si capisce cosa vogliano i RTI (quelli che non propongono l'ope legis) per se', e cosa propongono, visto che solidarizzano, per i precari...
@ universi fà
RispondiEliminase leggessi questo post come altri precedenti sapresti che qui NESSUNO chiede ope legis per i precari, che qui NESSUNO pensa che i precari siano tutti buoni e gli strutturati tutti cattivi.
ho solo chiesto agli strutturati di spiegare perché protestano. la stessa domanda l'ho post in ml nazionale e sul sito flc. attendo ancora risposte. ho solo premesso che se le risposte fossero quelle che ho anticipato li manderei a quel paese, ma per una questione di merito, non perché odio gli strutturati. personalmente credo che i meriti, come i demeriti, vadano valutati caso per caso. per questo non capisco per cosa protestano gli strutturati, perché protestare per avere tutele come categoria mi pare un nonsense
temo che se uno si chiede per cosa protestano i RTI, forse non conosce molto l'ambiente universitario.....
RispondiEliminaDa quanto ho capito le posizioni sono due, la prima con due varianti:
RispondiElimina1. Vogliamo riconosciuta l’attività didattica che abbiamo svolto in questi anni, quindi
A istituzione terza fascia docenza (vecchia richiesta che ogni tanto ritorna)
B tutti professori associati
2. Il DDL penalizzerà i RTI rispetto ai precari perché quando si tratterà di scegliere tra uno che vuole far carriera (RTI) e uno che rischia di rimanere a casa (RTD), a professore associato prenderanno il RTD. Soluzione in genere proposta: lotta contro il DDL, oppure ritorno alla 1B
@ anonimo
RispondiEliminala conosco troppo bene la nostra accademia. voglio solo che abbiano il coraggio di uscire allo scoperto e di esprimersi chiaramente. ci devono mettere la faccia
I nuovi ricercatori a TD saranno poche decine l'anno in tutta italia, almeno per i primi diciamo 5 anni, forse anche di più. Aggiungiamo che poi serviranno 6 anni per arrivare alla fine del secondo contratto.
RispondiEliminaMi sembra indiscutibile che il problema dello scontro Ti vs. TD non si porrà prima del 2020, forse 2025. Di cosa parlano, allora?
Il disprezzo che l'APRI ha per gli strutturati universitari è secondo solo a quello governativo (vedi sortite di Berslusconi e Brunetta)
RispondiEliminaIl contenuto di questo stralcio mi sembra invece condivisibile anche per un precario:
SEGNALIAMO
> = la crescente PROTESTA DEI RICERCATORI contro il DDL governativo che
> incrementa il precariato con la figura del ricercatore a termine e con la
> messa ad esaurimento del ruolo dei ricercatori, invece di prevedere per i
> precari reali sbocchi in ruolo e per i ricercatori il pieno riconoscimento
> del loro ruolo docente e reali prospettive di carriera.
> Per leggere gli articoli del 6 marzo 2010 "Ricercatori in rivolta" sulla
> Stampa e "L'Universita' verso il blocco totale" su Repubblica di Genova, i
> documenti dei ricercatori di Cagliari, Genova e Napoli, le proposte
> dell'ANDU per eliminare il precariato e il nepotismo, per riconoscere ai
> ricercatori il ruolo di professore e per consentire i passaggi di
> fascia...
Finalmente l'Università Roma "Tor Vergata" si è degnata di bandire qualche concorso da ricercatore. Appena 2, ma tant'è.
RispondiEliminahttp://concorsi.uniroma2.it/php/viewbando.php?id=1256
E i posti Mussi II tranche che fine hanno fatto? e quelli III tranche (che peraltro non necessitano di cofinanziamento)? Boh.
Nel bando di concorso mi ha colpito questa frase:
"La valutazione finale, nonché ogni altra valutazione richiesta, anche comparativa, deve essere espressa in un giudizio, non in una valutazione numerica".
Sa quasi di avvertimento ...
e se una commissione, vedi mai, vuole fare le cose con maggiore trasparenza? mah ...
@ gennaro
RispondiEliminaqui nessuno disprezza gli strutturati in quanto tali, personalmente disprezzo quelli che chiedono una sanatoria per tutta una categoria.
quanto agli articoli che citi, sono a dir poco confusi. e la proposta andu fa ridere i polli
Questo battibecco tra ricercatori strutturati e precari è veramente penoso, così come penoso è il tripudio isterico e revanchista per l' (illusoria, ovviamente: non c'è volontà politica) nullità dei concorsi a professore. I precari che odiano rancorosamente gli strutturati, perchè hanno il posto che vorrebbero loro (e che avrebbero pappato in un sol boccone passando su madre e sorella, se gli fosse stato offerto, che pensassero di meritarselo o no); gli strutturati che sono in gran parte ex precari (non si è precario senza raccomandazione: senza raccomandazione SI STA FUORI) con bagaglio di sofferenza, ma sembra non lo siano mai stati e preferiscono impegnare i pochi soldi per fare un passetto in più loro, piuttosto che per risolvere tante drammatiche situazioni, anche familiari, di chi lavora al loro fianco, e dovrebbe riscuotere la loro solidarietà.
RispondiEliminaQuesto è cinismo, da una parte e dall'altra. Povertà concettuale e di spirito degli uni (i precari, che, ormai preda della logica disperata e senza orizzonti del "muoia Sansone con tutti i Flistei" preferiscono immaginare di distruggere il sistema FINCHE' li rigetta, salvo leccarne solertemente il grasso ogni volta che cola) e degli altri (gli strutturati, capaci di trasformarsi in mini-baroni egoisti pronti a inventarsi, sotto forma di pretesi diritti "sindacali", facili e misere "rendite di posizione" e tranciare il passo a chi si trova nella posizione in cui erano loro ieri). Povertà d'animo determinata da disillusione e disagio economico di tutti, non c'è altra spiegazione; e da un'Italia che perde a grossi pezzi il senso di comunità, la dignità collettiva, e quella dei suoi cittadini individualmente. Questo è triste. Questa è l'Italia di Berlusconi. Schiamazzi di disperati divisi tra loro, scaramucce per un avanzo e cenci che volano. E lui che regna, e distrugge le radici del patto tra liberi ed eguali. Finchè le cose saranno impostate così, per FEUDI pezzenti che si scannano, si odiano e si indeboliscono a vicenda, per crociate cieche contro "li Turchi", contro tutto ciò che non sia lui, NON SI VEDRA' MAI LA FINE.
E' tutto un magna magna....
RispondiEliminaE -21 a Marzo: poi dicono che c'e' il globaluorming...
sul bando di Roma mi sembra sia ancora previsto il numero massimo di domande .... ma questo limite non era stato abolito ?
RispondiElimina@ spillo
RispondiEliminail decreto rettorale che avvia le procedure per il bando romano è del 22 febbraio. all'epoca era ancora possibile indicare il numero massimo di domande
@ Spillo
RispondiEliminaper i concorsi indetti DOPO la data di entrata in vigore dei "lavori usuranti"
Quindi se capisco bene non ci saranno piu´limiti per i concorsi indetti a partire dal 2 marzo , fa fede la data di emissione del decreto rettorale
RispondiEliminaesatto
RispondiEliminaQualcuno conosce dove si possono trovare i Bandi per Ricercatore a tempo determinato ? solo nel sito delle Universita' oppure anche nel sito del miur ? Se si' nel miur dove?
RispondiEliminaRagazzi, l'Anonimo delle 16.46 ha fatto una profonda critica sullo sfondo da fine impero che e' la situazione italiana al momento. Come ribattete alle sue accuse di cinismo, di alimentare la guerra fra poveri (precari vs. strutturati - tutti riercatori) e di azzannarvi per spartirvi i cenci dell'accademia mentre il demiurgo Mr. B continua ad imperversare?
RispondiElimina@ doni
RispondiEliminapurtroppo puoi solo girare i vari siti...sono concorsi finti
all'anonimo posso solo dire che non credo alla retorica solidaristica e non ci ho mai creduto. difendere dei principi, e degli interessi di parte magari, ma a viso aperto è un modo per lottare per un paese migliore.
RispondiEliminanascondersi dietro ipocrite unioni, nascondere le divisioni, falsificare la realtà - per quanto dolorosa - non aiuta.
meglio scontrarsi ma in modo franco.
il fatot che si possa fare lobbying in maniera aperta è un passo nella giusta direzione. non bisogna temere il confronto, anche aspro, bisogna temere il consociativismo corporativo
Mah, io non ci vedo assolutamento una guerra contro gli strutturati o una guerra tra poveri.
RispondiEliminaE' ovvio che gli obiettivi di un'associazione di precari a un certo punto confligeranno con, per esempio, un sindacato di professori. Per fare un esempio, all'incontro al Miur l'Apri fu l'unica (l'unica) associazione a chiedere il pensionamento di tutto il personale accademico a 65 anni per utilizzare le risorse così ottenute per ringiovanire le nostre università. E' chiaro, ci mancherebbe, che molti sindacati si sono risentiti o legittimamente perseguono battaglie per innalzare ulteriormente l'età pensionabile (pensiamo alla battaglia per dare a tutti il biennio di proroga a 72 anni).
Detto questo, mi paiono altrettanto chiare le responsabilità di questo governo, è sotto l'occhio di tutti.
per Insorgere
RispondiEliminaTrovo intelligente la tua risposta, ma quel che dici è condivisibile in una situazione normale.
Ma quella dell'Italia non è PIU' una situazione normale. MaurodellaVia la chiama storicisticamente "Fine Impero" richiamando il decadimento dei costumi tardo-romano, a me invece pare che siamo all'INIZIO dell'Impero, e alla fine della Repubblica.
Il GOLPE è condotto con intelligente lentezza, perchè i più non ne colgano i movimenti e continuino a rotolarsi tra i cenci e ad azzannare la ciabatta come cani. A questo sono strumentali anche lobby e lobbette, che tengono impegnati i ciechi in combattimenti sterili che illudono anche perchè danno piccoli risultati contro il "nemico" di volta in volta individuato, ma che distologono lo sguardo da chi ci sta davvero avvelenando. E ogniuno crede nella battaglia per il SUO FEUDINO ad ogni costo, scambiando per affermazione della propria libertà la rovina di tutti.
E' ora di dirle queste cose, mentre il discorso ozia. Perchè non ci sarà speranza per noi finchè Silvio Berlusconi ha il potere politico o - per come lo usa - anche solo quello economico, col quale riuscì ad avvelenare anche i momenti storici in cui era opposizione, sempre incentrati alla fine su di lui, e non su di noi.
Son sempre l'anonimo delle 16.46, ma ora mi firmo così:
"Der Fuhrer Adolf Hitler ist tot", in ricordo di un evento del passato: per fare un esempio, il 20 aprile del 1944 il tentativo di von Stauffemberg fallì per le divisioni e diffidenze interne a chi stava dalla parte giusta.
Caro Anonimo,
RispondiEliminai tagli ai fondi per l’Università, la riduzione del turn-over al 50% e il DDL in discussione pongono forti limiti a chi aspira ad entrare stabilmente nel sistema italiano della ricerca e anche alle aspirazioni di carriera per chi vi è già dentro essendo ricercatore a tempo indeterminato. Lasciando da parte la discussione sui problemi creati in maniera più ampia dal DDL e dal taglio di fondi e turn-over, discussione che sarebbe difficile sintezzare nelle poche righe di un post, veniamo alla questione centrale da te posta.
Si, con il DDL i ricercatori precari e quelli strutturati si troveranno a competere per gli stessi posti. Finora non era così, gli strutturati ambivano a diventare professori, i precari dei ricercatori stabili. Mandando a esaurimento la figura del ricercatore a tempo indeterminato si crea il corto circuito. Le possibili soluzioni quali sono? Ribaltare il tavolo e chiedere il mantenimento dei ricercatori e (molti) nuovi posti a livello di ricercatore. Questa è una via percorsa in passato (il movimento dell’onda) ma che stando l’attuale quadro politico non sembra aver ottenuto risultati. Cosa dovrebbero fare i ricercatori strutturati e precari? Ci sono sostanzialmente due possibilità come categorie, poi a livello individuale ognuno si impegna nelle lotte politiche che crede.
1. ognuno cerca i propi benefici: i precari chiedono la stabilizzazione in massa, i ricercatori chiedono di diventare associati in massa. Il risultato quale sarebbe? Il disastro per l’Università e il furto di ogni possibilità per chi vorrebbe entrare nei prossimi 10-15 anni.
2. si pensa a un meccanismo che porti alla selezione di una parte dei ricercatori strutturati e una parte dei precari, offrendo loro una posizione stabile e uno scatto di carriera. Per i precari si potrebbe anche prevedere un paio d’anni di reclutamento straordinario (come numero, mi si passi il termine straordinario) prima del DDL, per dare a chi non l’ha mai avuta la possibilità di misurarsi in un confronto aperto con altri colleghi precari. Il meccanismo deve ovviamnete essere basato sul merito scientifico, sia per i precari e sia per chi è già strutturato, perché i ricercatori fanno ricerca e su quello devono essere valutati.
@ Der Fuhrer Adolf Hitler ist tot
RispondiEliminanon pensare di essere l'unico illuminato in grado di leggere la situazione politica italiana, semplicemente in questo blog si parla di alcuni problemi, poi ognuno di noi ha le sue posizioni politiche che porta avanti nel modo che ritiene opportuno
Con questo non voglio dire che si debba far male fisico a Berlusconi, non fraintendete. Sono le coscienze ed i voti elettorali che devono cambiare, ovviamente.
RispondiEliminaper Mino: la tua risposta è un tipico esempio dell'errore di cui parlo. In quello che ho detto tu vedi un critica all'apri, ma questa critica da parte mia non c'è, perchè è una critica al meccanismo che si è attualmente innescato, in Italia, sotto la velenosa influenza dell'attuale leadership. E non è sbagliato portare istanze differenti (ovvio che "noi" vogliamo il "loro" pensionamento anticipato!) E' sbagliato credere che le soluzioni si esauriscano in questo. E' giusto cominciare ad aprire gli occhi, e non dare per sontati scontri tra gladiatori che rassicurano il potere del sovrano: IL QUALE E' CONTRO DI NOI, QUESTO E' IL PUNTO!
sOLITO ANONIMO
per Sid.
RispondiEliminaFigurati, non credo di essere l'unico, anzi spero tanto il contrario...
Quanto alle soluzioni che proponi, la 2. è decisamente illuminata.
Solito Anonimo
non siamo un partito politico. non siamo una brigata partigiana. non possiamo sconfiggere questo o quello, anche se volessimo non ne avremmo la forza. e comunque non è il nostro obiettivo.
RispondiEliminapossiamo assumerci la nostra fetta di responsabilità lottando nel campo che ci è proprio, quello che conosciamo e in cui sappiamo muoverci, per migliorare il sistema PER TUTTI. non è molto, ma non è nemmeno poco.
se ogni settore della società facesse altrettanto staremmo tutti meglio
Ma anche nel proprio campo si può scegliere come lottare, considerato il contesto generale. L'intervento di Sid mi è parso molto equilibrato.
RispondiEliminaSolito Anonimo
il secondo punto di sid è una versione sintetica della filosofia apri
RispondiEliminaPiccolo diversivo di alleggerimento: avete visto le ultime Gazzette Ufficiali (compresa quella odierna)? Non si erano mai visti cosi' tanti "accoglimento delle dimissioni di un commissario...", "sostituzione di un componente...", e via dicendo. Ovviamente, gran motivi di salute. Quantomeno strani, qualche mese prima del concorso. Anche su questo ci sarebbe molto ma molto da discutere!
RispondiEliminaComunque tutti i ricercatori che conosco, intendo quelli in gamba e preparati, con gli altri è meglio non avere nulla a che fare (così come con i tanti precari scarsi e raccomandati), non ambiscono a quello che pensano molti di voi, ma che sia riconosciuto (magari con la formula degli "incentivi") il lavoro che fanno ongi giorno, che è più o meno la stessa richiesta dei precari. Per esempio non pagando migliaia di euro (in alcune università è ancora così) i contratti agli ordinari in pensione, ma pagando le ore realmente insegnate dai ricercatori. Non mi pare proprio ci sia nulla di scandaloso nè di contrario ai precari.
RispondiEliminaPer il resto, sì, è una discussione molto triste...
@ universi fà
RispondiEliminala richiesta di essere pagati per il lavoro extra è sacrosanta. Francamente non capisco come sia possibile che per tanti anni tanti ricercatori abbiano lavorato gratuitamente.
Come precari a pisa lanciammo una campagna l'anno scorso, lo slogan era: "io gratis non lavoro". Era mirata a denunciare gli incarichi gratuiti per precari e ricercatori, solo che i ricercatori non aderirono....
cmq per ulteriore chiarezza qui nessuno è nemico degli strutturati in quanto tali. vogliamo solo un sistema più trasparente in cui sia valutata la produttività di ciascuno, in cui contino i meriti individuali e non ci siano promozioni in massa di intere categorie. e questo vale per i precari come per gli strutturati
@ arsen
RispondiEliminatutto normale, tutto previsto. è inevitabile che alcuni ordinari si ritirino se capitati in contesti sfavorevoli.
Mo' vado a Budapest e Vienna.
RispondiEliminaVi saluto il Pizza.
http://www.ond.vlaanderen.be/hogeronderwijs/bologna/2010_conference/
@ insorgere
RispondiEliminama che sarebbe il "contesto sfavorevole"?
sono chiamati a giudicare in modo imparziale i candidati.
se ritirarsi significa rinunciare ad esercitare il loro giudizio imparziale, allora dovremmo preoccuparci di tutti questi ritiri. e chiedere al ministero di non accettare rinunce immotivate.
il sorteggio e' stato introdotto per garantire l'imparzialita' delle commissioni. se tutti gli "imparziali" si ritirano, al limite il processo ritende verso la commissione "parziale" che si era cercato di sconfiggere.
o dobbiamo pensare che siano gli ordinari interni che chiedono agli esterni di ritirarsi sperando che il successivo sorteggio sia piu' "favorevole" ???
@ Limitedifruibilità
RispondiEliminaNessuno chiede niente a nessuno. Se vuoi fare un favore rimani. Se non lo vuoi fare non per questo vai contro, perchè un giorno la pagheresti. Semplicemente dici "passo".
Qualcun altro è nato ieri?
@ euroscience.
RispondiEliminaBuon viaggio.
ma non è che ce la stanno mettendo in quel posto con questo DDL Gelmini? No fondi per la ricerca, finita la stabilità del ricercatore, non ci sono garanzie di alcunchè sul suo futuro. Scendiamo in piazza prima che sia troppo tardi!
RispondiEliminaAggiungo un buon esempio di protesta: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/universita/2010/5-marzo-2010/riforma-universita-ricercatori-non-insegnano-piu-studenti-in-diaspora-1602600700340.shtml
RispondiEliminaBravissimi! Facciamoci sentire ed urliamo se necessario!
Non e´ facile ottenere l´accettazione delle dimissioni, occorre avere documentate ragioni di salute. Poi quanto queste "documentate" ragioni di salute siano reali e´un altro discorso. Sicuramnte strano questo picco di malattie tra gli ordinari italiani, bisognerebbe richiedere di fare dei controlli al di la´delle dichiarazioni del medico di fiducia. Onestamente trovo triste dover pensare a un "sistema di polizia" perche´´le persone facciano il loro dovere e mi torna ancora una volta in mente l´idea che il piu´illuminato dei governi non sara´ mai in grado di fare le riforma del "cervello"
RispondiElimina@Solito Anonimo (quello del Fuhrer)
RispondiEliminaInizio la mattinata di commenti riprendento temi sollevati da questo Anonimo, che mi hanno colpito. Da qua all'estero, seguendo le notizie sul web infarcite di chiacchere con amici e parenti 'esuli in patria', l'impressione di fondo e' che l'Italia sia in una fase tardo bizantina e comunque di fine impero. Trovo la precisazione che sarebbe invece avviandosi verso la fine della Repubblica, come la Roma di Clodio, assai inquietante. Perche' viene da una persona che conosce profondamente la situazione dall'interno e nello stesso tempo ha la inusuale capacita' di estrapolare gli avvenimenti del presente in un contesto storico-evolutivo. Anche per questo credo sia delusa dalle recenti discussioni su questo BLOG, che in effetti sembrano degradare l'azione esemplare dell'APRI ad una 'lobbetta' che (insieme ad altre) 'tengono impegnati i ciechi in combattimenti sterili che illudono anche perchè danno piccoli risultati contro il "nemico" di volta in volta individuato, ma che distologono lo sguardo da chi ci sta davvero avvelenando' - cioe' Mr. B ed il suo governo.
Le risposte di Insorgere, Mino e Sid, pur sagaci e condivisibili, non sgretolano questo quadro veramente poco simpatico in cui le azioni APRI (che sostengo e a cui mi associo, in genere) vengono tratteggiate e percepite da fuori. Recentemente ho ricevuto una osservazione equivalente, anche se meno inquietante, da una colta persona italiana che si e' imbattuta di passaggio sul sito della Via-academy. Quindi sono particolarmente sensibile a commenti che sorgono dall'impressione esterna di un 'tradimento ideale' della mission fondamentale di impegno civile condivisa fra APRI e Via-academy, che altre persone vorrebbero andasse oltre la sfera accademica per incidere sulla politica vera. E contribuisse a sconfiggere il 'vero nemico' che ci sarebbe contro, Mr. B! IN effetti, talvolta mi son chiesto - ma perche' non fondare un 'partito della ricerca', invece che promuovere una lobby per la ricerca ed il migliormento universitario facendo leva sui politici che attualmente rappresentano l'Italia in parlamento. Pero' tradiremmo il principio della VIA di essere 'extra partes', come in effetti la politica della ricerca dovrebbe essere, nel mondo ideale. Allora rivolgo la domanda di fondo all'Anonimo, che spesso menziona 'errori' e 'sbagli' nelle azioni e discussioni apriste, e quindi deve avere un'idea chiara di come dovrebbe essere fatta la politica "giusta" anti-Mr. B: te cosa faresti se fossi parte di un network di intellettuali che han voglia di fare ed hanno capacita' ben superiori a quelle della attuale classe dirigente e politica italiana - e quindi potrebbe fornire una bella luce per gli esuli in patria?
Rispondo a
RispondiElimina@ Limitedifruibilità
´cè´un aspetto positivo in questi concorsi e cioe´ che saranno irripetibili la possibilita´ di pagare per il non essersi sottomessi al favore e´piu' limitata del passato. Penso che invece prevalga il senso non lotto se non e´ per uno mio e non ci sia proprio línteresse di dover andare contro per garantire límparzialita´
Allora insorgere penso che il fronte di chi condivide questa opinione sia diverso, io sono d'accordo...
RispondiEliminaPeraltro forse non abbiamo ancora capito quanto mal ridotto sia questo ministero. Sulla questione dei Firb, che dato la figuraccia fatta dovrebbero rappresentare una priorità, ecco la risposta data dal funzionario a una delle candidate:
" La commissione audizioni ha fornito i
risultati alla commissione firb, che si è riunita il 3 marzo.
Il verbale della commissione firb è pervenuto ieri.
Ora stiamo predisponendo il decreto del Ministro sull'approvazione delle
graduatorie.
Non credo peraltro che i risultati ufficiali saranno noti prima della
fine del mese."
Cioè quasi un mese per predisporre e firmare il decreto...
Se a voi questo pare un ministero normale
purtroppo molti ministeri, una volta che si ha l'opportunità di vederli da vicino ... non paiono normali
RispondiEliminaper MaurodellaVia
RispondiEliminaTi ringrazio per la lettura delle mie righe, e per i complimenti. Concordo con te nell'affermazione che molti di noi hanno basi culturali, capacità dialogiche e pulsioni etiche ben superiori alla classe politica attuale, eppure non hanno il potere di far nulla. Ciò fa parte della situazione da "spalle al muro" che si delinea nella nostra Italia: Bondi, Gelmini, Capezzone, Cota, perfino Gasparri ammanniscono insegnamenti e linee guida al popolo, noi no. D'altronde che dire di quando Farinacci, Starace, Pavolini e Ciano imperversavano tra ovazione e sfilate, mentre Gramsci e Pertini stavano in galera, Gobetti in esilio, Matteotti sotto terra? Ci sono contesti in cui i rapporti civili e democratici sono troppo squilibrati perchè, nel ragionare, si possa fare appello alle categorie del passato.
E' ingenuo quel che dice Insorgere, cioè: "L'Apri non fa politica". Guarda, caro, che sono gli eventi a venire a bussare alla nostra porta.
E' ingenua la gioia (che in altre situazioni sarebbe stata gioia vera) di chi relaziona sulla viva attenzione riscossa nelle audizioni in commissione, in un contesto in cui ogni dialettica è ridotta al nulla dal voto di fiducia.
E forse è ingenua - onesta, ma ingenua - anche la gioia per quello che fu l'atto fondante dell'Apri, cioè l'aver offerto alla Gelmini una 'fase 1' di apertura al merito in realtà servita a legittimare un lungo blocco generazionale in cambio di due briciole, solo APPARENTEMENTE più difficili da far arrivare alle bocche giuste.
Ma questo non è colpa dell'Apri. E' solo che le regole del gioco sono cambiate così in fretta da smarrire molti, da non far capire che le risposte di prima, mirate ad ottenere "A", ottengono ora "B".
CHE FARE?
RispondiEliminaSolo che qualcuno abbia accettato di parlar di queste cose è tanto.
Il secondo passaggio forte è capire che l'essere "apolitici" è un'illusione. Perchè questo vale all'interno d'uno scontro democratico con basi condivise, non quando c'è un gruppo potente che distrugge le basi della democrazia, che ha già minato profondamente a proprio favore, ad esempio, i meccanismi elettorali e quelli giudiziari. L'essere apolitici varrà anche di fronte a questo? E varrebbe anche di fronte al bombardamento della Casa Rosada? Dov'è il confine tra battaglia politica e difesa delle basi del vivere civile?
Ogni movomento di ricercatori potrà scegliere di essere legato o meno a un'ideologia - fra quelle democratiche. MA NON POTRA' CHE ESSERE CONTRARIO AL GOVERNO DI SILVIO BERLUSCONI. IL QUALE E' CONTRARIO A NOI: toglie qualche briciola ai "baroni" per darla "ai precari", sposta una mattonella qua e una tegola là, concede mezzo metro all'uno e lo toglie all'altro. E nel mentre che si litiga e si impetra per questi infinitesimali spostamenti, lui distrugge la casa, e nessuno lo grida, perchè tutti pensano solo a cacciarne il contendente per abitarci più comodamente. Egli distrugge il tessuto stesso della cultura, dell'università e della ricerca, negando risorse e prospettive, demotivando, non investendo nello sviluppo. Lottiamo per entrare in un sistema che sta morendo, non lo vedete? La "MERITOCRAZIA" è importante, ma ci è stata offerta come un dono avvelenato, in funzione di PARS DESTRUENS, come ariete per abbattere l'università senza poi ricostruirla e senza nemeno gestite l'ordinario, negando - a livello di apporti economici - anche l'acqua.
Dunque la soluzione è indurre le altre componenti dell'accademia a fare la stessa riflessione. Sollevare la speranza che di Silvio Berlusconi ci si può sbarazzare politicamente, e far capire che solo sbarazzandosi del suo potere l'università e la ricerca potranno svilupparsi. Far capire che è stato un errore credere che sotto di lui potesse farsi qualcosa di buono.
E poi cercare di andare avanti uniti. Che il Leviatano comprenda che il giochetto delle briciole che fanno litigare i piccioni è finito. Dobbiamo essere pronti a bloccare l'Italia con una resistenza civile radicale. Mostrare ai delusi, agli indecisi e agli scoraggiati che lui non può tutto. Tutta l'università deve mostrarsi unita contro di lui, MOSTRANDO LA CONSAPEVOLEZZA CHE LUI E' CONTRO DI NOI. Poi non chiedetemi come andrà in dettaglio, in guerra i piani non vanno mai secondo le previsioni. Ma, almeno, creiamole le condizioni perchè la bambina possa gridare che il re è nudo...
Io propongo una protesta di massa di tutti i ricercatori!
RispondiEliminaIo ricerco una proposta di protesta di tutte le masse!
RispondiElimina@Mauro e l'anonimo che verra' tosto denunciato alla Geheime Staat Polizei per il suo dileggio nei confronti della buonanima del povero Itle
RispondiElimina.....a' rega', peró CHE PPALLLEE! (leggasi con l'intonazione di Verdone-Cristiano pissenlov)
Il nostro Capezzone dell'APRI ha sbagliato, dopo lo mazzuolo in privato: l'APRI non e' affato apolitica, ma APARTITICA. Significa che dal trinariciuto rifondarolo, all'integralista islamico, al teo-con, al teo-dem, al baldan bemb in APRI si ritrovano tutti coloro che vedono nella proposta di riforma elaborata dall'APRI l'unica che possa riammettere Univ e Ricerca italiane al consesso di quelle dei paesi Europei piu' avanzati. Ora siamo a livello di Malta, forse, non saprei. Io punterei alla scandinavia, l'Olanda, UK, la Germania, magari mi accontenterei della Spagna toh...
Tutte le considerazioni di ordine partitico(Berlusconi meglio o peggio di Bersani-D'Alema? Meglio Bossi o Ferrero?)si infrangono sul muro eretto dalla lobby trasversale di quelli che vogliono continuare a fare i cazzi loro senza mai doverne rendere conto. Noi non abbiamo alleati, men che meno amici. Come del resto sanno bene i precari.
Far passare sotto le spogli dell'opposizione al DDL la lotta politica a Berlusconi e' subdolo. Io sono iscritto ed attivo nel PD, equando quello che fanno di sbagliato Berlusconi&C nell'ambito di Univ e Ricerca mi serve a sputtanarli politicamente lo faccio senza indugio. Ma nessuna disciplina di partito puo' impedirmi di cercare di far funzionare una riforma che potrebbe funzionare, e farmi sostenere posizioni idiote da parte dei miei compagni/amici/colleghi/fratelli/non-camerati di partito. Finora e'stato facile: Berlusconi&C fanno continuamente cazzate improponibili.
E infine: il Basso Impero. Va bene come definizione perche' Berlusconi e' alto un metro e un barattolo. Per il resto, e' la solita schifezza di 15 anni fa, un po'piu' impudente. E si spiega facile: i politici sono sempre gli stessi!!
@Solito Anonimo
RispondiEliminaSono in sintonia con quel che dici sul FARE e mi piacerebbe discuterne (confidentially, if you wish) per produrre qualcosa di significativo. Il miei contatti li trovi cliccando sul mio nome.
@ France
La tua frase sembra sembra molto goliardata. Qual'e' la tua opinione ragionata al riguardo?
La mia opinione di parte ragionata al riguardo e': io sono giovane e in Olanda, e se anche Berlusconi campera' come Andreotti sono abbastanza confident che ne vedro' la fine (poi verro' schiacciato dar camion der bottino domattina, sia chiaro...).
RispondiEliminaPer chi e' un po' piu' anziano di me e/o e' costretto a pagargli le escort con le tasse: volete sconfiggere Berlusconi? Colpite il cuore del berlusconismo: la TV. Invece di fare le manifestazioni a Piazza Navona e Piazza del Popolo, andate a Saxa Rubra e Cologno Monzese. Andate sui monti non per fare la Resistenza, ma per spegnere i ripetitori. Berlusconi senza TV e' fottuto.
Perdonatemi, ma le discussioni sui malesseri cosmici mi lasciano sempre disorientato.
RispondiEliminaVolendo rimanere nell'ambito delle vili cose terrene, vi segnalo un sondaggio sui dettagli dell'idoneità scientifica nazionale:
http://www.surveymonkey.com/s/H3R2XGX
si ma... i risultati?
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminascusa il ritardo con cui rispondo, le conversazioni sono andate avanti... ad ogni modo riguardo quei bandi per ricercatore TI a progetto ve li segnalerò appena usciranno, per ora la questione è interna, quando diventerà pubblica posterò immediatamente il link. Grazie
@Anonimo
RispondiElimina… Dunque la soluzione è indurre le altre componenti dell'accademia a fare la stessa riflessione.
Il problema è che gran parte (ovviamente non tutti) delle altre componenti dell’Accademia si trova bene con Berlusconi e C. come si trovava bene con Prodi e C.
Se sei pagato alcune migliaia di euro (PA e PO) per fare quello che vuoi con l’unico limite di un po’ di lezioni l’anno, non risenti della crisi economica, non risenti dello scuotimento che l’Università sta subendo, non risenti dello scuotimento che la società sta subendo. Per sentire tutti questi scuotimenti dovresti avere una sensibilità .. chiamiamola sociale, che molti PA e PO non mi sembra abbiano.
Alle riunioni anche solo per discutere del DDL non vedo molti professori, li trovo spesso a continuare le loro ricerche (chi la fa), a curare i loro interessi, a fare i liberi professionisti con l’etichetta UniXX, anche a cercare fondi per pagare i precari. L’Università e chi vi fa parte dovrebbe rappresentare l’intellighenzia del paese, talvolta provo a guardarli, ma faccio fatica a riconoscerla (sempre con le dovute eccezioni).
Non voglio scatenare reazioni, ma ragazzi, parliamoci chiaro, chi di voi a concorso "pattuito" con posto sicuro a tempo indeterminato e con paga decente direbbe "No grazie, la meritocrazia prima di tutto"? Se non siamo pronti a metterci in gioco per primi allora abbiamo poco da lamentarci con i baroni e i politici. Io me ne sono andata in UK per un concorso "pattuito/arrangiato"... La soluzione sarebbe copiare gli altri paesi, ma bisogna cambiare mentalita'. Puo' essere pesante e frustrante, ma se si vogliono cambiare realmente le cose si dovrebbe cercare di rischiare o non si va avanti. Concludo dicendo che posso solo immaginare la frustrazione di anni di lavoro senza molte prospettive e certezze e quindi mi trovo solidale e non mi permetto di giudicare nessuno.
RispondiElimina@ UK da un po' ha detto...
RispondiEliminanon si chiede che la gente rinunci al concorso sicuro, ma che ci siano meccanismi per evitare tutto ciò
e come per la raccomandazione, il politico dice sempre "o' guaglione è bravo, io l'ho solo segnalato" e gli altri quelli che non conoscono politici o affini?
per la cronaca, non ho mai scritot che siamo apolitici.
RispondiEliminacmq prima di discutere di massimi sistemi bisogna imparare a rispettare le regole elementari della convivenza. all'anonimo pertanto chiedo di darsi un nick!
infine, ognuno ha diritto alle sue posizioni politiche. tuttavia mi fa ridere chi si limita a criticare anonimamente e crede di poter dare lezioni di civismo e militanza a chi - con poche forze ma quotidianamente e mettendoci sempre la faccia - si da da fare concretamente e attivamente per rendere questo paese più civile e più europeo.
la mia esperienza e la mia formazione mi dicono che è velleitario prendere posizione come singoli e in modo astratto. se si vogliono davvero cambiare le cose bisogna sporcarsi le mani, giorno per giorno, a partire dalle piccole cose.
Riguardo al Solito Anonimo, mi trovo d'accordo con molto di quel che Insorgere dice, anche perche' non si e' ancora fatto vivo, nonostante la promessa di confidenzialita'. E dire che idee sul cosa FARE sono germogliate...
RispondiEliminaSalve a tutti, ho letto un po' di commenti, condivido la frustrazione di quelli che pur avendo la volonta' di migliorare le cose, si sentono come il 2 di coppe in una mano che va a bastoni (nel gioco della briscola)...alcuni suggeriscono di eliminare Mr. B., ma vorrei ribadire che Mr. B e' solo la punta dell'iceberg: in buona sostanza, c'e' tutta un'architettura di mercenari che lo sostengono e sono disposti a tutto per mantenere quel posto, anche se non lo hanno ottenuto per merito!!! Aspettarsi di cambiare le cose, eliminando Mr. B. e', secondo me, come eliminare la religione cristiana facendo fuori il papa. Scusate non volevo essere negativo, ma solo ribadire il fatto che per cambiare le cose, bisognerebbe riscrivere il sistema. Pensate che in UK, non ci sia un Berlusconi dietro l'angolo pronto a prendere il posto della regina? E' solo che il sistema e le persone che lo compongono, semplicemente non lo permettono. Si sarebbero scandalizzati, gia', conflitto di interessi, altro che con la violazione della costituzione...
RispondiEliminauna precisazione:
RispondiEliminasebbene siano talora dominanti le posizioni politicamente orientate in una certa direzione (direi non favorevole al re delle tv), in qualità di co-amministratore di questo blog mi sento in dovere di dire che qui sono benvenute e rispettate tutte le posizioni politiche.
anche perché qui non si discute astrattamente pro o contro questo o quel partito, ma si prova a ragionare sui modi in cui si può migliorare il sistema accademico italiano.
per finire, l'APRI che ha promosso la nascita di questo blog, è un'associazione apartitica che non risparmia critiche a destra come a sinistra e che per segue una riforma in chiave europea del sistema della ricerca e dell'alta formazione. come tale, e per sostenere i fini enunciati nel manifesto programmatico, si è sempre confrontata in modo franco e aperto con qualunque interlocutore e con qualunque soggetto politico e istituzionale (vedere manifesto e statuto: www.ricercatoriprecari.it)
p.s.
concordo con quanto dice lucadellavia. il problema non è un uomo. il problema è un sistema sociale e culturale, prima ancora che politico e mediatico.
Quoto France
RispondiElimina"volete sconfiggere Berlusconi? [e il resto della 'coorte' pro e contro] Colpite il cuore del berlusconismo: la TV. Invece di fare le manifestazioni a Piazza Navona e Piazza del Popolo, andate a Saxa Rubra e Cologno Monzese. Andate sui monti non per fare la Resistenza, ma per spegnere i ripetitori. Berlusconi senza TV e' fottuto."
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Vi propongo un calcoletto semplice semplice che può dare un senso alle richieste APRI...
RispondiEliminaSe le parole del rettore di POLITO sono vere, ci sarebbero 1400 domande per 58 posti di ricercatore in 58 SSD differenti.
Si presuppone che si tratti di 1400 candidati che abbiano un curriculum qualificato, tale da renderli papabili per un posto da ricercatore...
Considerando 58 SSD su 370 un campione qualificato, basta fare:
1400 * 370 / 58 = circa 9000
In Italia ci sarebbero attualmente 9000 ricercatori qualificati, che mirano ad un posizione stabile.
Una vera riforma dell'Università deve partire dall'assorbimento di queste figure.
Pensionamento degli over 65 con 40 anni di contributi e 10000 posti di ricercatore in 2 anni, se bisogna fare una trattativa con il Governo questo deve essere il punto di partenza.
"qui sono benvenute e rispettate tutte le posizioni politiche"
RispondiEliminalascia assai perplessi una frase del genere.
E perché mai per un'associazione di precari della ricerca TUTTE le posizioni politiche dovrebbero esssere "benvenute e rispettate"?
@ gennaro
RispondiEliminaperché non siamo un partito e non siamo nemmeno legati a un partito. in apri ci son persone di sinistra e persone di destra, laici e clericali ecc.
quel che conta per l'associzione è condividere il manifesto programmatico. quel che conta per questo blog è la possibilità di ragionare serenamente sul sistema della formazione.
@ monticchio
RispondiEliminatu credi davvero che sia giusto e opportuno che TUTTI i precari entrino in pianta stabile? io ho seri dubbi in proposito. e le generazioni più giovani?
è ovvio che non possono entrare tutti: altrimenti dove sta la selezione?
@ insorgere
RispondiEliminai precari della ricerca in Italia sono (da stime semi-affidabili) intorno ai 40000. La banale proporzione da me proposta stima che circa 1/4 di questi possono legittimamente presentarsi con speranze a concorsi di ricercatore per "soli titoli".
Dunque non TUTTI i precari devono entrare in pianta stabile, ma quelli che hanno i titoli per farlo, i quali da questa stima (opinabilissima e parzialissima) sembrano essere intorno ai 10000.
Se invece la tua domanda è devono tutti i precari con pubblicazioni rilevanti su riviste di settore, con decennale esperienza didattica accademica e con la capacità di sviluppare ricerca entrare in pianta stabile.... allora la mia risposta è si... in un paese normale tali competenze si sfruttano non si riciclano
@Monticchio
RispondiEliminaAnche prendendo per buono il tuo calcoletto, non tutti quellic he partecipano ad un concorso sono per questo "qualificati". E questo non implica che per questo dobbiamo trovare posto a tutti i qualificati.
Cio' premesso, probabilmente di gente migliore di buona parte degli strutturati, vecchi e giovani, di oggidi' ce n'e' parecchia: e non solo fra i precari italiani, anche fra quelli che sono espatriati, anche (ma ci pensiamo mai?) fra quelli che NON sono italiani. Certo l'offerta di posti e' sottodimensionata, da tutti i punti di vista. Ma la domanda, in teoria, esorbita di qualche ordine di grandezza il calcolo che hai fatto.
@Gennaro
Perche', per l'appunto, e' una associazione di precari della ricerca. La ricerca, scientifica, dove le posizioni politche dovrebbero, in teoria, pesare ZERO.
@ monticchio
RispondiEliminaio credo che i posti dovrebbero essere di più di quelli che sono disponibili ora. su questo non ci piove.
non penso però che il numero di posti vada parametrato sul numero di precari (anche solo sui precari molto bravi). va parametrato sulle esigenze di didattica e di ricerca.
e poi, come giustamente ricorda france, i posti dovrebbero andare ai migliori. siano essei precari o neodottorati, siano italiani o stranieri
quindi se si è precario della ricerca si deve dare il benvenuto e rispettare anche una posizione politica anticostituzionale, neo-fascista, anti-democratica, autoritaria, neo-guelfa ecc.?
RispondiEliminaDire che nella "La ricerca, scientifica le posizioni politche dovrebbero, in teoria, pesare ZERO" è quanto di più sbagliato.Finanziare o meno la ricerca anziché gli insegnanti di religione è una questione esclusivamente politica, che riflette una precisa posizione politca.