Si e' conclusa l'occupazione del tetto dell'Istituto da parte dei precari dell'ISPRA. L'accordo siglato fra rappresentanze sindacali e Ministero dell'Ambiente prevede che saranno rinnovati fino al 31-12-2010 i contratti scaduti a fine 2009, e sara' stilato un piano di nuove assunzioni tramite concorso per il triennio 2010-2012.
E' certo positivo che si sia trovata una soluzione, sebbene temporanea, per coloro che rischiavano di restare senza uno stipendio (circa 200 persone). La promessa di nuovi concorsi lascia invece un po' perplessi, per una serie di motivi.
Nessuno ha parlato apertamente di stabilizzare (ovvero far diventare contratti a tempo indeterminato) i contratti dei precari accampati sul tetto dell'ISPRA. Questo non perche' non sia possibile (basta un provvedimento ad hoc del Ministro o, al limite, un DL, o un emendamento a qualunque legge in discussione in Parlamento), ma perche' quelle pratiche meritocratiche invocate da tutti a parole verrebbero "saltate" nei fatti (hai fatto x anni di precariato=ti stabilizzo... e il merito?). Pero' la promessa dei nuovi concorsi arriva proprio in risposta alle proteste dei precari dell'ISPRA, e, in teoria, un concorso pubblico e' una competizione aperta fra tutti i candidati che rispondano a determinati requisiti. Quindi, sempre in teoria, se venissero messi a concorso 200 posti di qui al 2012, niente garantirebbe ai "precari sul tetto" che sarebbero proprio loro a vincerli (senno' dove starebbe, di nuovo, il merito)?
Nasce quindi un sospetto: che i concorsi siano, come capita ormai SEMPRE in Italia, un paravento. Guardando il regolamento in uso all'ISPRA fino ad oggi, il sospetto trova conferma: i candidati devono sostenere 3 prove (2 scritte, una orale), che assegnano fino a 90 punti sui 100 totali. Al curriculum scientifico dei candidati sono riservati 10 punti, di cui 5 specificamente assegnati in base all'anzianita' da precario accumulata PROPRIO all'ISPRA. Saranno queste stesse regole a individuare i vincitori degli annunciati concorsi? E in tal caso chi, tra quelli che hanno una minima conoscenza del "sistema", potrebbe sbagliare ad indovinare i nomi dei vincitori il giorno in cui usciranno i bandi?
Anche se in maniera discutibile, il DL180 ha stabilito che nei concorsi per ricercatore all'Universita' non ci saranno prove scritte od orali, e che il 100% della valutazione dei candidati sara' effettuata su titoli e pubblicazioni. E, soprattutto, non saranno concessi "punteggi riservati" a chi ha fatto il precario nella stessa struttura che bandisce il concorso. Che piacciano o meno, queste regole aiutano ad evitare che i candidati interni abbiano per legge e per pratica d'uso un vantaggio sugli altri che prescinde dal merito. La domanda e': perche' si invoca la rivoluzione meritocratica nelle Universita' e negli Enti di ricerca si lasciano invariate quelle regole che nella pratica hanno dimostrato di poter far vincere un candidato a prescindere dal merito? Che differenza c'e' fra un ricercatore universitario e un ricercatore del CNR o dell'ISPRA? O meglio, che senso ha applicare regole meritocratiche in un "giardino" e in quello vicino continuare a fare tutto come ai vecchi tempi? Caro Ministro Prestigiacomo, possiamo cambiare il regolamento anche all'ISPRA? Se teme la rivolta, e una nuova occupazione (beh, fare il Ministro significa assumersi responsabilita', ogni tanto), allora scriva un bel DM e consenta l'assunzione per chiamata diretta dei precari ISPRA. Cosi' ci eviteremo la manfrina del concorso farlocco e faremo dell'ISPRA il primo istituto di ricerca con un sistema di reclutamento simile agli omologhi europei (sperando che il Ministero poi faccia giustizia nel caso di assunzioni di incapaci).
Per concludere, vorrei riassumere alcuni preziosi insegnamenti che possiamo trarre alla vicenda ISPRA.
1) Il Governo e' debole. Va bene che era freddo, ma 50 persone accampate sul tetto per due mesi, in un istituto commissariato, hanno strappato il rinnovo di contratti che erano "a progetto" (se erano progetti, erano conclusi... pero' li hanno rinnovati), e nuovi concorsi per i prossimi 3 anni. Forse non tutte le Universita' hanno tetti accoglienti come quello dell'ISPRA, ma certo nelle Universita' per un risultato del genere se ne potrebbero smuovere 5000 di precari!
2) Le iniziative "eclatanti", se ben coperte dal punto di vista mediatico, pagano. La web cam, la rubrica giornaliera sul Fatto Quotidiano (ad opera dell'ex-addetto stampa dell'ex-Ministro Mussi), i filmati su youtube rilanciati dai principali quotidiani nazionali sono tutte trovate che hanno aggiunto un peso determinante all'occupazione.
3) I sindacati sanno dell'esistenza dei precari, ma finche' non vengono fatti incontrare (e questo tipo di iniziative lo rendono possibile, perche' l'occupazione rientra nel vocabolario del sindacato) non se ne interessano. Lamentarsi dell'assenza dei sindacati e' una pratica sterile: tirarli in ballo funziona di piu'.
Allora... Tutti sul tetto?
Caro presidente dell'APRI, condivido soprattutto l'ultima parte del tuo ragionamento, i tre insegnamenti della vicenda ISPRA. La questione merito-anzianità è un po' più complessa di come la metti tu, e non la voglio affrontare in queste poche righe. Voglio dire solo che la lotta paga. La circolazione di pratiche "forti" di resistenza dal mondo del lavoro operaio (la INNSE per prima) al mondo del lavoro cosiddetto intellettuale mi sembra oggi un dato di grande interesse, molto politico e poco ideologico (nel senso deteriore del termine). I nostri colleghi della scuola hanno diverse volte utilizzato la stessa forma di lotta, salendo sui tetti dei provveditorati. Il rapporto col sindacato è cruciale, anche per svecchiarlo e renderlo sensibile alle questioni della qualità, dell'equità e della selezione trasparente (la parola "merito" non mi è mai piaciuta, troppo ambigua, abusata e dunque inservibile). Per quanto mi riguarda, sarei propenso a sostituire il tuo punto di domanda con un punto esclamativo: tutti sul tetto! Da dove si incomincia?
RispondiEliminaIo separerei il momento della protesta con quello della trattativa dei sindacati al Ministero.
RispondiElimina1. Secondo me la protesta è stata giusta. Di fronte ad un Governo che non ha messo un euro che sia uno per la ricerca (infatti sta utilizzando - e nemmeno tutti - solo i soldi stanziati dal Governo Prodi), e anzi attaccava un ente di ricerca già soggetto ad accorpamenti vari nel passato, era giusto farsi sentire.
2. Sono rimasto esterefatto dal resoconto che ho trovato sul sito della FLC dell'incontro dei sindacati con la Prestigiacomo. La FLC, come del resto gli altri sindacati, spaccia come grande risultato quello di essere riuscita ad ottenere che nei concorsi per ricercatore a tempo indeterminato che si terranno all'ISPRA sarà valutata l'anzianità di precariato all'ISPRA (ricordate gli 8 punti per il precariato al CNR per i concorsi al CNR? anche lì c'erano i sindacati di mezzo).
Ragazzi, questi non sanno proprio cosa sia la ricerca scientifica. Pensano che una posizione da ricercatore, in questo caso presso un ente di ricerca, debba essere trattata allo stesso modo dei posti a scuola o alle poste. Spacciano per grandi risultati ciò che non ha pari in nessun altro Paese normale ... e nemmeno nelle università (ve l'immaginate se in un concorso da ricercatore nell'università X si imponesse che l'essere stati assegnisti presso quella università valesse di più di essere stati assegnisti presso un'altra università?!).
Of course, anche al Ministero dell'Ambiente hanno dimostrato ampiamente di non sapere nulla per quel che attiene alle politiche della ricerca.
condivido parola per parola quel che ha scritto mino.
RispondiEliminaUno si chiede come si faccia a scrivere un articolo di questo tenore e contemporaneamente chiedere al Ministro Prestigiacomo di scrivere un nuovo regolamento per le assunzioni all'ISPRA che contempli la chiamata diretta!
RispondiEliminaMa la Gioventu' Aprista non aveva fatto una studio comparativo dei concorsi CNRS/CNR concludendo con un bel 10 e lode per il piu' grande Ente di ricerca pubblico Europeo?
E ora tornate di nuovo a queste favolette della chiamata diretta, per la gioia delle belle gioie sindacali e dei loro tirapiedi?
chiamata diretta ma responsabile: chi sbaglia paga
RispondiEliminaMa per favore: sono Enti Pubblici, che il popolo Lavoratore ha istituito per Fare delle Cose. Mica sono imprese produttrici di dentifrici che tanto che va in malora una ce n'hai altri 10.
RispondiEliminaEd in quale misura dovrebbe pagare? E principalmente, chi decide se qualcuno ha sbagliato ed in base a quale regolamento?
RispondiElimina@ popey
RispondiEliminaabbiamo l'anvur apposta per quello. e a pagare deve essere il diaprtimento/ente che chiama la capra venendo penalizzato sul piano finanziario
@Euroscience
RispondiEliminaTi prego di rileggere quanto scritto la sopra. Io ci vedo
"Caro Ministro Prestigiacomo, possiamo cambiare il regolamento anche all'ISPRA? ". Ovvero, possiamo applicare regole simili a quelle che avete strombazzato come meritocratiche per i concorsi universitari, anche qui e al CNR?
Se la scelta fosse di non cambiarle, magari nel timore di una nuova protesta, dovremmo pensare che alla fine si, facciamo concorsi ma al solo fine di prendere chi prenderemmo comunque. E allora perche' continuare a prenderci in giro con la storia della meritocrazia realizzata attraverso concorsi perfetti? Tanto vale gettare la maschera e smettere di perdere tempo, e soldi pubblici, per finte "valutazioni comparative".
Inoltre: si, sono Enti pubblici. E sono creati per Fare delle Cose. Pero' questi enti fanno anche ricerca, e quelli sul tetto erano ricercatori, non "prelevatori di campioni che fanno una aanalisi e dicono ehi, questo fiume e' pieno di cromo esavalente". Per dei tecnici possiamo anche sbattercene del merito scientifico, l'importante e' che abbiano delle capacita', appunto, tecniche, e anche esperienza, che magari deriva dall'anzianita' di servizio, magari proprio in quell'ente li'. Ma la ricerca e' altra cosa, in my opinion, e credo che lo sia anche per quelli che sono saliti sul tetto. Vogliamo ricercatori? Allora vogliamo i migliori, o no? E non necessariamente i migliori CV nasceranno tra le mura dell'istituto che bandisce un concorso.
@insorgere
RispondiEliminaPer quanto ho visto (purtroppo per lunghi anni) nel mio posto di lavoro, posso dire questo: chi ha il potere di decidere, e quindi chi dovrebbe effettuare la chiamata diretta, non pensa minimamente al bene del dipartimento/ente, su cui dovrebbe ricadere la colpa di una scelta sbagliata. Piuttosto il suo scopo è quello di reclutare (con fondi pubblici) gente fidata, disponibile h24, e che principalmente non crei problemi. Questa gente il più delle volte lavora su progetti contoterzi, per i quali "colui che decide" acquisisce (privatamente) denaro. In sostanza, una chiamata diretta semplificherebbe solo la vita a queste "persone", visto che non dovrebbero più neanche prendersi la briga di far approvare un bando, e di conseguenza aggiustare un concorso per far passare il loro (mediocre quando va bene) pupillo.
Se si tratta di fare un unico sistema di regole e deontologia professionale per Univ. ed Enti di Ricerca, cioè per concorsi e progressione di carriera, allora siamo d'accordo.
RispondiEliminaD'altra parte noi quando abbiamo scritto la Carta Europea dei ricercatori intendevamo fare proprio un unico grande codice per la professione... (perfino nel privato, si intende: eccheccazzo, mica puoi stare zitto se spariscono le industrie e tutta la ricerca privata dal tuo Paese...)
...io credo che questi dell'ISPRA abbiano vinto solo perchè erano quattro gatti, ed in un'analisi costi/benefici hanno preferito toglierseli dai....: tuttavia, una cosa è rinnovare 50 contratti, altra e rinnovarne 50.000; e questo vale a fortiori rispetto alle assunzioni.
RispondiEliminaDunque, noi potremmo salire su qualsiasi tetto, ma, con questo Governo, più degli ultimi 40 ml di euro l'anno (che non avevano messo loro, e ci volevano pure "scippare") non avremo.
Inoltre, mi sembra assurdo preoccuparsi per l'ISPRA quando, una volta chiusa la parentesi di questi pochi concorsi con le regole, in parte nostre, del d.l. 180, l'Università - con il mitico ddl in cantiere - tornerà, per la posizione iniziale, che poi è quella che più conta, ad un sistema di pseudo-concorso e vera chimata diretta irresponsabile, se è possibile, ancora più spudorato del precedente.
Altro che la polemica tra France e Euro, se sia meglio la chiamata diretta responsabile o un concorso meritocratico...questi, in pratica, chiameranno chi vogliono loro e chi si è visto si è visto.
Tom
@ Bomba
RispondiEliminaHai colto nel segno: sottoscrivo parola per parola, specialmente "chiameranno chi vogliono loro"...
No Bomba, dai, questa volta vinceremo noi... ;-))
RispondiElimina@ popeye
RispondiEliminaquel che dici è vero. però se la valutazioen ex-post funzionerà seriamente e inizierà a punire i dipartimenti che promuovono asini, vedrai che gli altri ordinari del dipartimento non permetteranno che si continui a chiamare asini. un sistema con premi/punizioni basate sulla valutazione ex-post incentiva i comportamenti virtuosi. non perché cambia la mentalità della gente, ma perché semplicemente tra colleghi si eviterà di danneggiarsi reciprocamente.
@ insorgere
RispondiEliminaSpero che tu abbia ragione...anche perché mi (ci?) è rimasta solo la speranza. Per come la vedo io (e spero di sbagliarmi) l'unico modo per evitare la discesa nel burrone e per invertire la rotta è far pensionare gli ordinari che hanno creato tutto questo (età media compresa tra 65 e 70). Sono sicuro che qualche associato "giovane" è fortunatamente fuori da questa logica ma, come tu sai, la seconda fascia è fuori dalla stanza dei bottoni.
..umm, vabbè, France, ma questa volta stiamo davvero cazzeggiando; voglio dire: non abbiamo ancora una proposta mirata di miglioramento del ddl, nè abbiamo preso contatti per l'audizione, siamo colpevolmente in ritardo, e rischiamo non solo di non riuscire, ma di non provarci nemmeno. Beniteso: io sono il primo che sta latitando...
RispondiEliminaTom
..quasi scordavo, insorgere, io non la penso come te.
RispondiEliminaPer adesso faranno un'infornata di chi vogliono loro, e poi se andranno in pensione. O le sanzioni sono serie e PERSONALI, ovverosia colpiscono il singolo docente che ha scelto Tizio (capra) invece di Caio (bravo), con diminuzione conseguente DELLO STIPENDIO, E QUINDI, IN PROSPETTIVA, DELLA PENSIONE (e non dei fondi di ricerca e delle altre "chiacchiere), oppure non otterrai mai niente.
Te lo vedi uno che scarica - ma è solo un esempio delle cento possibili logiche di scambio - quella che gli fa i po..... perchè altrimenti il dipartimento prende un po' meno fondi?
Inoltre, prima i freni, e poi il motore. Prima bisogna far partire le valutazioni e sanzioni, e poi, quando qualcuno si sarà già scottato, si potrà dare la possibilità di chiamare direttamente, o, il che è lo stesso, di fare questi pseudo-concorsi. Queste sanzioni non sono dissuasive ANCHE perchè non ci crede nessuno: nel senso, cioè, che nessuno crede davvero che saranno applicate, come, del resto, non lo sono state fino ad oggi.
In questo modo, finiranno solo di mangiarsi le ulitme risorse, e poi, come scrivevo ieri, chi si è visto si è visto.
Al contrario, chi sceglie deve essere responsabile per chi ha scelto, secondo il paradigma - che è valido in diritto penale, e quindi, a fortiori, può essere applicato nelle altre ipotesi sanzionatorie - della culpa in eligendo. Se, invece, i colleghi di Dipartimento di Tizio sono delle capre, ma Tizio li ha trovati già in Dipartimento, e non li ha fatti entrare lui, farlo rispondere (ovverosia sanzionarlo) in qualsiasi modo, anche dando meno soldi al Dipartiemnto, rappresenta comunque una violazione della personalità della responabilità.
Insomma, è una forma di responsabilità per fatto altrui.
Tom
@Bombardillo
RispondiEliminaLa fase propositiva che sottolinei e' fondamentale - e fare casino pure! Il DDL della riforma Gelmini e talmente complesso che credo sia possibile fare lobbying solo su specifiche norme o articoli. Per esempio, togliere tutto l'articolo 5 sostituendolo con una frase che rimandi tutta la valutazione ex-post all'agenzia ANVUR. Per l'articolo 13 abbiamo gia' il draft di proposta elaborata con Mino ed alcuni parlamentari - la Tocci-VIA (se non si riesce a farla decollare come legge autonoma, almeno possiamo fare pressione, magari anche in audizione, come emendamento al DDL in discussione in commissione). E cosi' via. L'ISPRA e' un episodio isolato che fra qualche giorno andra' nel dimenticatoio. Mentre grosse universita' andranno in commissariamento fra qualche mese!
Secondo il Relatore del DDL in commissione, Valditara, la valutazione dell'attività scientifica deve essere fatta dalle singole universita', altrimenti l'ANVUR si stanca troppo. L'ANVUR, secondo Valditara, dovrebbe valutare le istituzioni, non le persone. Le persone si valutano all'interno dell'istituzione. Quindi, per usare la metafora di Bombadillo ("Te lo vedi uno che scarica quella che gli fa i po..... perchè altrimenti il dipartimento prende un po' meno fondi?"), il sistema diventa cosi' molto semplice: al massimo mandi quella che ti fa i po... a farli anche al rettore, e hai risolto! Stessi fondi, senza pubblicare un articolo.
RispondiEliminaIl DDL non avra' vita facile... Dopo la brillante esposizione del DDL da parte di Valditara, la Commissione 7a si è riunita altre nove volte, ha discusso di tutto, compresa la "tessera del tifoso", ma non del DDL, che rimane al palo. Intanto, il DDL sul processo breve, approdato in Senato DOPO quello sull'Universita', ha già superato la prima tappa ed è alla Camera... Tra un pò ci doppia (cioè torna al Senato mentre il "nostro" DDL non si è mosso da li'). Meglio il tetto del Lobbying in Commissione...
Dalla Relazione-Valditara in Commissione:
"In merito alla verifica dell’impegno scientifico, reputa di tutta evidenza che essa debba essere riservata alle singole università, che hanno interesse a stimolarlo atteso che una parte dei finanziamenti è legata alla qualità della produzione scientifica. Anche in questo caso la valutazione dovrebbe incentrarsi a suo avviso più sulla qualità che sulla quantità della produzione medesima. D’altro canto, osserva, se non fosse la singola università a valutare l’impegno scientifico di ciascun docente, si richiederebbe all’ANVUR uno sforzo insostenibile, dovendo essa valutare ogni anno 70.000 persone avvalendosi di un personale assai limitato e con pochi fondi. Già nelle scorse legislature si era del resto affermato in modo bipartisan il principio che l'Agenzia deve valutare le istituzioni accademiche, a iniziare dai dipartimenti, e non le singole persone. Inoltre, qualora la valutazione fosse fatta al di fuori delle singole università, ci sarebbe il rischio di un rallentamento burocratico notevole, con ritardi nella liquidazione degli scatti."
Per far andare "più veloce" il nostro DDL, sarebbe bastato aggiungere, dopo l'articolo 15, una immunità per le alte cariche dello stato. A quel punto "per il bene dell'Università e della ricerca italica", il DDL sarebbe stato approvato in un paio di settimane.
RispondiEliminaLa valutazione va fatta per dipartimenti. Per evitare che il dipartimento A, che dà lustro all'università e gli fa ottenere fondi, prenda meno soldi del dipartimento B, che è scadente ma ha il rettore dalla sua parte. Ad esempio, prendiamo un rettore medico (ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale): darà più soldi ai dipartimenti meritevoli, o al dipartimento di medicina da cui proviene? I dipartimenti meritevoli continueranno a fare ricerca di primo livello anche con pochi fondi o con fondi esterni, come fanno già ora, e i dipartimenti con più peso politico continueranno a ingrassare e ad aumentare la loro influenza all'interno dell'università (perché + soldi = + posti = + potere).
RispondiEliminagiusto fra
RispondiEliminaSi, OK, ora pro nobis. Io mi sarei anche rotto le scatole di ridiscutere i soliti argomenti tipo: vale piu'la valutazione del singolo o dell'istituzione?
RispondiEliminaI limiti di pubblicazioni hanno un senso?
Come si fa a giudicare un candidato senza nemmeno un colloquio?
E via discorrendo. Se non l;avete capito il post qua sopra poneva una questione piu'che di contenuti (ripeto, ormai assodati), di forme: possiamo avere tutte le ragioni, o tutti i torti, del mondo, ma come si raggiungono i risultati? Quanto e'in grado di resistere il Governo? Come si buca il muro di gomma omertoso dei media?
Certo, andremo a fare una bella audizione in Parlamento dove riesporremo le nostre linee guida and so on. Poi il DDL si impantanera'e non ne sentiremo parlare che ogni paio di mesi per emendamenti alla cazzo di cane che ne neautralizzeranno ogni velleita'riformatrice (if any). E noi?
France dice: "possiamo avere tutte le ragioni, o tutti i torti, del mondo, ma come si raggiungono i risultati? Quanto e'in grado di resistere il Governo? Come si buca il muro di gomma omertoso dei media?"
RispondiEliminaE che dobbiamo fare? Sappiamo come è finita con "una penna per la ministra".
E poi che risultati hanno raggiunto i tipi sul tetto? Di avere un università migliore o maggiori finanziamenti? No, hanno ottenuto un contratto di lavoro con soldi che verrano decurtati da altrove (per la legge di conservazione dei finanziamenti, anche detta "questo governo non ci mette un euro e se aumenta i fondi FIRB 2008 è perché ha diminuito quelli del 2009").
Se abbiamo raggiunto la soglia di sopportazione, allora un'idea è: basta discutere e chiediamo le dimissioni della ministra (io ci sto). Oppure continuiamo così e speriamo di portare a casa qualche piccolo risultato.
son d'accordo con Bomba: non perdiamo tempo a discutere di ISPRA.
RispondiEliminaLa situazione dell'università è molto più complessa di quella di un piccolo istituto di ricerca.
State cominciando a capire?
RispondiEliminail DDL ripristinerà gattopardescamente lo status quo, come anche i più "iriducibbili" hanno ormai capito.
L'intermezzo dei concorsi casti e puri dell' "ultimo giro", con regole parzialmente ispirate dall'APRI, hanno come orizzonte un immediato ritorno all'accademia di stampo baronale: chi pensa davvero, con questo futuro davanti, che qualche commissione faccia torto al membro interno, scavi solchi e ferite, pregiudichi pappette del domani per far vincere un soggetto diverso dal candidato interno? Senza contare che delle due l'una: se i candidati esterni sono anche questi dei protetti, c'è la prospettiva tranquillizzante di poterli comunque sistemare ancor più facilmente al prossimo giro senza far fratture con nessuno; se i candidati esterni non hano nemeno padrini, chi sarebbero i due commissari su tre che si gettano nel fuoco per loro?
Per carità, facciamo pure le domande ai concorsi, finchè c'è da andare alle poste con un pacchetto l'investimento è contenuto...ma bottiglie di champagne non sono proprio in vena di stapparne...
Cari amici apristi e non,
RispondiEliminachiedo scusa per la mia latitanza - mi rendo conto che oramai per la questione del pensionamento è tardi, avete già fatto tutto voi, scusate ancora.. -, ma ora mi sento in obbligo di fare le mie proposte per il DDL. E preferisco farle in questa sede, perchè è quella più aperta.
Prima, però, alcune premesse.
Nel metodo, noi siamo l'apri, è inutile che pretendiamo di essere ascoltati su tutto, possiamo esserlo solo sul reclutamento e, in particolare, sulle modalità di reclutamento della posizione di ingresso in ruolo.
Io propongo di concentrarci solo su questo, per avere la speranza di ottenere qualcosa.
Nel merito, poi, mi pare di avere già spiegato che il vero punto debole del DDL, da un punto di vista costituzionale, è che ai nuovi ricercatori TD si da una possibilità, quella della chiamata diretta, che non si da ai vecchi ricercatori a tempo indeterminato.
Mentre, dal nostro punto di vista, la cosa peggiore del DDL è che questi nuovi ricercatori a tempo determinato sono scelti interamente su base locale, con un classico esempio di pseudo- concorso. Siccome, però, non si potrà diventare associato, e poi ordinario, se prima non si sarà stati ricercatori a tempo determinato, ciò significa che fregandoci sulla posizione di ingresso in ruolo ci avranno fregato su tutto.
Spero davvero che su quanto fin qui affermato possiamo concordare tutti.
Ma veniamo alle soluzioni...
..del resto, la prima è stata da me già indicata.
RispondiEliminaQuesti signori non vanno chiamati ricercatori a tempo determinato, ma professori associati a tempo determinato. D'altronde, la cosa non è impossibile, tanto è vero che esistono anche i professori ordinari a tempo determinato. Inoltre, i soldi sono già quelli del professore associato, e i compiti pure, perchè la didattica è obbligatoria.
Allora, però, è evidente che si tratta di un professore, e dunque perchè si insiste a chimarlo ricercatore?
Ma è ovvio: sia per la logica dello "stai zitto tu che non sei professore", sia, ancor di più, PER ESCLUDERLO DALLA SELEZIONE NAZIONALE PREVENTIVA, che è l'unica che può riservare SORPRESE, mentre, una volta che uno è dentro, è molto più difficile che poi gli sia negata l'abilitazione. La prospettiva si ribalta, e diventa un po'come negare ad uno la conferma: può succedere, ma in pratica non succede.
Dunque, chiamiamoli professori associati (td) e chiediamo che per partecipare alla selezione da associato td il candidato debba essere in possesso dell'abilitàzione nazionale da associato, che dovrebbe essere unica. Mi pare piuttosto evidente, poi, che nessun ricercatore tout court, ovverosia a tempo indeterminato, una volta presa l'abilitazione nazionale, andrà a concorrere da associato TD, correndo il rischio di perdere il posto a vita. Dunque, la situazione che si determinerà è quella per cui ricercatori e ricercatori precari dovranno prendere la medesima abilitazione nazionale per associato, e poi, su base locale, i primi "concorreranno" per le posizioni da associato TI e i secondi da associato TD.
Dunque, nel futuro - una volta esauriti i vecchi ricercatori TI, la carriera universitaria diventerebbe:
dottorato;
assegno di ricerca;
abilitazione nazionale da professore associato;
pseudo-concorso (in realtà: chiamata diretta) da professore associato a tempo determinato su base locale;
dopo sei anni, chiamata diretta, sempre su base locale, come professore associato TD;
abilitazione nazionale da professore ordinario;
pseudo-concorso (in realtà: chiamata diretta) locale da professore ordinario.
Ma veniamo agli emendamenti, perchè bisogna pure indicare gli emendamenti...
Art.8, co.1, secondo periodo, dopo "di professore di prima e seconda fascia", aggiungere "a tempo determinato o indeterminato".
RispondiEliminaArt.8, co.2, terzo periodo, dopo "requisito necessario per l'accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori" aggiungere " a tempo determinato o indeterminato".
Art.9, co.2, primo periodo, sostituire "e all'attribuzione dei contratti di ricercatore a tempo determinato di cui all'art.12" con "e all'attribuzione dei contratti di professore asosciato a tempo determinato di cui all'art.12".
Art.9, co.2, lett.b), dopo "i posti di professore di prima o di seconda fascia" aggiungere " a tempo determinato o indeterminato".
Art.9, co.2, lett.c), dopo "limitatamente alle procedure di selezione relative", sostituire "a ricercatori a tempo determinato" con "a professore a ssociato a tempo determinato".
Art.9, co.2, lett.g), sostituire "nelle procedure di selezione per posti di ricercatore a tempo determinato" con "nelle procedure di selezione per posti da professore associato a tempo determinato".
Art.9, co.2, lett.h), eliminare "e ricercatori".
Art.12 sostituire la rubrica "Ricercatori a tempo determinato" con quella "Professori associati a tempo determinato".
Art.12, co.6, primo periodo, dopo "di cui al comma 4", eliminare "i quali entro e non oltre la scadenza di tale contratto conseguono l'abilitazione alle funzioni di professore associato".
Art.12, co.6, secondo periodo, dopo "I soggetti chiamati ai sensi del rpimo periodo, alla scadenza del secondo contratto, sono inquadrati nel ruolo dei professori associati a tempo indeterminato".
Art.12, co.9, sostituire "ricercatori a tempo determinato" con "professori associati a tempo determinato" e sostituire "a giovani studiosi in possesso di elevate e comprovate..." con "a studiosi in possesso dell'abilitazione nazionale di cui all'art.8, previa presentazione.."
Bene, io ho compiuto la mia piccola fatica, ed ora mi sento più a posto con la mia coscienza, spero davvero che l'APRI approvi il mio lavoro, che tali emendamenti siano proposti in sede di audizione, e che siano effettivamente accolti - del resto, consentono di sanare una situazione di incostituzionalità troppo eclatante per non non essere presa in considerazione -, perchè, altrimenti, ci ritroveremo con la truffa dell'ingresso in ruolo decisa autonomamente dal prof. che ha chiesto che il posto sia messo a concorso, con il rischio che, forte di questo dato, difficilmente il ricercaotre TD possa vedersi negare, a posteriori, l'abilitazione. Inoltre, gli attuali ricercatori chiederanno COME MINIMO di poter essere chiamati direttametne in ruolo come associati, a seguito del conseguimento dell'abilitazione, e su questo (non, ovviamente, sulla questione dei 6 anni di docenza), avrebbero astrattametne ragione....solo che, come al solito, scatterà un meccanismo per cui l'abilitazione non si negherà (quasi) a nessuno.
RispondiEliminaMeditate gente, meditate.
Tom
ottimo bombadillo. mi sembra una proposta saggia e concreta. eviterebbe i conflitti con gli attuali ricercatori ti e farebbe chiarezza sul percorso
RispondiEliminano, non ho capito
RispondiEliminastabilito che non sta scritto da nessuna parte che uno debba fare un certo numero di anni di assegno obbligatorio, la proposta di bombadillo significherebbe che un neodottore di ricerca o anche un dottorando potrebbe prendersi l'abilitazione e poi la chiamata diretta da associato td?
e mi sfugge la differenza tra il passo 4 e il passo 5 della carriera ipotizzata, o il punto 5 e' associato TI?
mi segnalate anche in quale punto del DDL Gelmini e' scritto che (in futuro) non si potra' diventare Associato e Ordinario senza essere stati ricercatori a tempo determinato?
RispondiEliminaintanto vado a rileggermelo.
@limitedi
RispondiEliminail punto cinque è associato ti.
quanto al fatto che non si possa diventare ordinario o associato senza esser stati td, hai ragione. certo che è possibile, ma quanto è probabile?
@ insorgere
RispondiEliminamah, per come la vedo io ci sara' un lungo periodo (cioe' almeno cinque anni prima che si sfornino i ricercatori TD con abilitazione) in cui dovra' essere possibile per forza, sia per i RTI di ora, sia per gli assegnisti di ora, magari con qualche anno di RTD, altrimenti per 6 anni non avremmo associati nuovi? la cosa non e' verosimile
poi certo quando il RTD diventera' la norma allora e' ovvio che quasi tutti gli associati saranno ex RTD
..grazie Insorgere, spero che anche gli altri possano essere d'accordo.
RispondiElimina@limite, io ovviamente stavo facendo un discorso PRATICO.
Ma poi non capisco cosa vuoi dire? Sei per un cursus onorum rigido, oppure no? E, nel secondo caso, ti faccio notare che è ovvio che delinei un sistema in cui non solo un neo dottore di ricerca o un dottorando, ma anche uno che non è neppure laureato (e poi laureato in che?) possa diventare, non solo associato TD, a seguito di abilitazione nazionale + concorso, ma anche direttamente ordinario: così come, del resto, è nel sistema attuale. Ovviamente, però, questo sempre in teoria, perchè invece, nella pratica, il 999Xmille degli ordinari è stato associato (o prof. incaricato, per i più anziani) e lo stesso dicasi per gli associati.
Io stavo delineando solo il percorso NORMALE; ma, in effetti, io non sono per percorso rigido, perchè, se uno inventa un sistema, che ne so, per la fusione a freddo, mi sta anche bene che lo fanno ordinario anche se non ha neppure il dottorato. In ogni caso, il DDL non contempla un percorso rigido ed inserirlo - anche se fossimo tutti d'accordo, ed io personalmente non lo sono - comporterebbe una modifica così penetrante e controversa che non passerebbe mai e poi mai.
Tom
P.S.: chiedo venia per il punto n.5, ovviamente era TI.
@limite, se l'abilitazione la metti all'inizio sia per i professori associati TI che per quelli TD (quelli che attualmente vengono chiamati, secondo me improriamente, ricercatori TD), non dovrai aspettare affatto 5 anni; anzi non dovrai aspettare proprio niente.
RispondiEliminaSe, ad es., l'Università Alfa bandirà 10 concorsi da associato, molto probabilmente 7 saranno da associato TD e 3 da associato TI. Ebbene, sui sette andranno a concorre gli attuali precari della ricerca che saranno riusciti a prendere l'abilitazione nazionale, e sui 3 andranno a concorrere gli attuali ricercatori TI che saranno riusciti a fare altrettanto.
Tom
@ bombadillo
RispondiEliminasi', ho capito il discorso pratico.
ma la tua proposta non mi convince per due motivi.
il primo e' che abolire un livello non mi pare in linea con il resto del mondo dove la norma e' phd, postdoc, assistant, associate, full. perche' noi dovremmo potere o volere fare a meno di un livello?
la seconda e' che se ho capito del tutto la tua proposta, si creerebbero due percorsi un per i precari TD per tutta la vita, l'altro per i TI tutta la vita, dove gli uni non disturbano gli altri perche' ognuno ha il suo "pseudo concorso" chiamata diretta della sua tipologia.. .
questo francamente non mi suona bene, ma forse ho capito male io il senso.
@ bombadillo
RispondiEliminail mio discorso sui 5 anni di attesa era riferito al caso andasse in porto il DDL cosi' come l'ha confezionato la Gelmini
@Bombardillo
RispondiEliminaLa tua proposta e' molto valida e praticabile, anche in vista lobbistica. Due osservazioni: 1) non sara' facile, se non impossibile, definire queste posizioni a termine - essenzialmente di 'tenure-track' all'americana (sei anni) - come professore associato (TD). Chiamiamole invece di professori assistenti, all'americana (assistant e' infatti il primo ruolo accademico in US, ed ora anche in certe universita' UK); 2) Bisogna definirla con un nome 'edulcorante' cosicche' da poterla impacchettare come possibile emendamento al corrente DDL, od altrimenti come proposta di legge a parte.
Caro limite, evidentemente mi sono spiegato male, l'attuale (o il futuro) precario non lo sarebbe affatto per tutta la vita.
RispondiEliminaEntra in ruolo come precario (che poi non è come l'attuale precario, perchè: è professore universitario, non assegnista - che le gente non sa neppure cos'è, non capisce che lavoro fai -; prende più di duemila euro al mese, non più di mille; ha tredicesima, quattordicesima, etc., etc.), ma, se lavora bene, alla scadenza dei sei anni, sarà "confermato" come professore associato TI.
Io non so in quanti Paesi ci siano due fasce, e in quanti tre, ma che ci possa essere questa differenza non mi pare un fatto scandaloso, del resto, ad es., in alcuni Paesi i reati si dividono in due tipi, delitti e contravvenzioni, ed in altri in tre, crimini delitti e contravvenzioni, ma per questo "non è mai morto nessuno".
Inoltre, per il sitema delineato dal DDL, chiamare il ruolo di ingresso ricercatore TD, invece che associato TD, come propongo io, serve solo:
1) a metterti sotto, perchè non sei proprio collega-collega;
2) SOPRATTUTTO, a scegliere anche le peggiori capre, perchè tanto non devi scegliere tra quelli - si spera tutti bravi - che hanno presso PREVENTIVAMENTE l'abilitazione nazionale, che dovrà essere con ASTICELLA ALTA, ma ci puoi mettere un fesso qualunque...e ti assicuro che, tempo ci vorrà, ma un volta entrato, quel fesso qualunque, non solo diventerà associato TI, ma anche ordinario TI.
Per come la vedo io, A QUESTO PUNTO, non c'è una grande scelta, o avanziamo la mia proposta, e vediamo di farcela accogliere, o il futuro del reclutamento universitario E' SEGNATO nel senso che entreranno in ruolo, e dunque poi progrediranno, solo gli amici degli amici.
La mia proposta, inoltre, oltre ad essere positiva per il futuro, ovverosia per quando il sistema sarà a regime, ha anche il vantaggio di rendere il sistema compatibile con la fase transitoria, in cui ci saranno ancora i vecchi ricercatori TI che vorranno diventare associati: evitando stabilizzazioni (e, se non si modifica come propongo io, c'è questo FORTISSIMO RISCHIO), e non mettendo in competizione chi è già ricercatore, magari da anni, con chi è ancora un povero precario.
Tom
Non mi sembra un proposta molto convincente. Il problema non è solo disegnare un monopoli accademico che delinei i migliori iter di carriera. Come la metti con l'ingresso diretto in una posizione così costosa, quando le università senza fondi Mussi non riescono a mantenere neppure uno straccio di reclutamento ordinario al livello di ricercatore? E come affronti il problema dei 12 mila assegnisti e almeno 20 mila contrattisti di vario genere attuali? Tutti a competere per i 100-200 posti che verosimilmente si renderanno disponibili nel prossimo futuro?
RispondiEliminaCaro Mauro,
RispondiEliminanon lo so....quello che so di certo e che poi, quando lo "confermi", lo dovresti chiamare professore assistente TI, e non professore associato TI: e poi come giustifichi che la medesima idoneità vale sia per professore associato che assistente? Insomma, si capisce che è la stessa cosa, e così corriamo il rischio di fari rispodere, come a degli studenti che hanno detto una fesseria:
Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem!
Comunque, mi rendo conto che tu poni una questione STRUMENTALE, e dunque, se invece davvero si dovesse scoprire - magari a seguito di contatti - che con la dizione che proponi tu la via è più percorribile, per me, ovviamente, andrebbe benissimo lo stesso.
Tom
P.S.: vedi che non è mica Bombardillo, ma...
Tom Bombadillo
il Primo Nato
Signore della Vecchia Foresta
(mica pizza e fichi)
@ albert
RispondiEliminaperchè adesso quelle decine di migliaia di precari non sono tutti a competere per una manciata di posti da ricercatore ti?
e poi l'alternativa è il ddl gelmini così com'è. e sarebbe ben peggio perché non prevede idoneità nazionale prima dell'accesso al posto da ric. td, il che vuol dire conocorsi locali per ficus allevati nell'orto del dipartimento
Caro Albert, i problemi che sollevi sono serissimi, ma incoferenti rispetto alla mia proposta, che non sposta minimamente la retribuzione del ruolo di ingresso, che comunque sarà quella.
RispondiEliminaIl punto è: dato che in ogni caso saranno così COSTOSI, almeno che siano pure BRAVI.
Tom
E' vero che c'è un problema di costi, che però bisognerebbe affrontare. Un ricercatore guadagna una miseria considerato che spesso diventa tale a 35 anni dopo più di 10 di gavetta ed è in possesso del titolo di studio più alto del nostro ordinamento. Dalle mie parti (Nord-est) guadagna meno della metà di un suo coetaneo con solo diploma di scuola superiore e comunque meno di un operaio con licenza media! Mi pare che la linea sia invece quella di ridurre o dilatare gli scatti di anzianità e quindi umiliare ulteriormente il suo prestigio sociale oltre che economico! Se davvero si entrasse con uno stipendio da associato (poi chiamatelo come volete) sarebbe un po' (solo un po'!) meglio.
RispondiEliminaSecondo me bisogna mantenere la fascia dei ricercatori TI, con concorso nazionale e commissari sorteggiati; no alla liste di idonei(entreranno le capre che poi saranno chiamate).
RispondiEliminaPaolino
Bombardillo o Tom o Primo Nato - et al.
RispondiEliminaCi sara' da discutere sui dettagli ma intanto proseguiamo il raffinamento della proposta (cliccare il mio nome per l'URL) da poter presentare a persone che possono essere sensibili ad una azione di lobbying sul tema. Forse han bisogno di idee come questa! Ma bisognerebbe agire asap; France ed altri dell'APRI sembran d'accordo. Carpe diem!
@Tom
RispondiEliminaSorry, ho scritto di nuovo il tuo pseudonimo con un typo. I ment Bombadillo.
Scusate, ma qui manca del tutto il senso delle priorità. I concorsi della 2a sessione 2008 sono 1296. Diciamo sui 600-700 posti l'anno. Se scendono a 200, per di più a TD, questo è un peggioramento. Non è che se si scende da una situazione orribile ad una ancora peggiore va tutto bene perché tanto si stava male pure all'inizio.
RispondiEliminaAllora se vogliamo lanciare proposte, vediamo di intervenire sui punti davvero delicati del ddl, anziché preoccuparci solo di come si chiamerà il futuro TD o se dovrà conseguire o no questa abilitazione che tanto sarà un pro forma. La proposta di Paolino è molto migliore: bisogna mantenere i ricercatori TI e renderli sempre più meritocratici.
Qui ci vogliono i soldi per un reclutamento straordinario. Senza quelli un'intera generazione va al massacro. Va fatta una battaglia su questo, anche se fosse persa in partenza. Almeno moriremmo facendoci un pò sentire.
RispondiElimina@ albert e preplesso
RispondiEliminaè ovvio e risaputo che manca la lira. e allora che famo, rinunciamo a intervenire sul ddl per questo?
quanto ai ric. ti., l'apri ha votato e una risicata maggioranza ha deliberato che non faremo battaglie per difendere quella figura (che peraltro verrebbe comunque spazzata via). dunque per l'apri su questo punto la questione è chiusa. si tratta invece di capire come migliorare il ddl per quanto riguarda il reclutamento prima a td poi da ass. ti. in questo la proposta bombadillo è sensata.
io aggiungerei un'altra richiesta: che per i precari con 3 anni di attività di ricerca post-doc documentata presso università o enti italiani e stranieri sia possibile avere la chiamata diretta dopo 3 anni invece che dopo 6 di td.
@ perplesso
RispondiEliminaconcordo sulla necessità di reclutamento straordinario nelle more dell'approvazione del ddl. ci vogliono dei posti gelmini, su questo vedremo di insistere ancora. tuttavia credo che sarà difficile ottenere qualcosa perché al miur i consiglieri del ministro non vogliono più sentir parlare di ricercatori ti
Ci vorrebbero una opposizione con le pa**e o un bel qualcosagate.
RispondiEliminaOltre questo, cosa vuol dire APRI ha votato? Io non sono d'accordo. Ovviamente siete liberi di seguire la vostra linea, ma avrò anche il diritto di esprimere una opinione dissenziente e di affermare che su questo punto non vi seguirò mai.
@ insorgere
RispondiEliminae per i precari con 6 anni e piu' di attivita' di ricerca post-doc documentata E altrettanto di attivita' didattica documentata come la mettiamo?
chiamata diretta subito?
Cari amici,
RispondiEliminaio proprio non vi capisco. Quando io ho lanciato l'idea di mettere la Gelmini di fronte alle sue responsabilità, chiedendogli la differenza IN POSTI E NON IN SOLDI tra i 4.000 promessi e i meno di 2000 mantenuti, non mi si è filato nessuno...e tutti adesso ve ne venite?
Con me, sul punto, spalancate una porta aperta, la mia tesi, infatti, è che, fino a quando non sarà operativo il DDL (e quindi con i decreti legislativi delegati e con i d.m.) bisognera fare solo RICERCATORI TI, rifinanziando il reclutamento straordinario (magari si riuscisse a modificare il d.l. 180, prevedndo il sorteggio puro...!).
Ovviamente, però, questo discorso non ha alcuna attinenza con il DDL.
Per quanto attiene al DDL, invece, colgo l'integrazione di Insorgere, solo che non c'è bisogno di aggiungere quei requisiti che indichi tu, e sai perchè? Perchè si tratterà di gente che avrà già avuto l'abilitazione nazionale, che supera e tiene conto di tali requisiti. A questo punto, mi pare sensato affermare che ci possa essere la chiamata diretta ad ESITO del primo triennio.
Tom
Allora, riformulo l'emendamento riguardante l'art.12 co. 6, secondo il suggerimento di Insorgere
RispondiEliminaArt.12 co. 6, sostituire il secondo periodo con il seguente "I soggetti chiamati ai sensi del primo periodo sono inquadrati nel ruolo dei professori associati a tempo indeterminato, senza che sia necessario attendere la scadenza del secondo contratto."
Tom
P.S.: ah, quasi scordavo, all'art.12 co.7 va sostituito un "i ricercatori" con "i professori", e all'art.12 co.3 va corretto (errore loro) "la commissione di cui all'art.9, comma 2, lett. c)" non comma 1.
Reclutamento straordinario???
RispondiEliminaMa questo e' sempre stato l'argomento delle belle gioe sindacali e delle loro proiezioni politiche tipo Mussi.
In particolare e' dall'inizio del decennio che la CGIL e gli altri fanno girare la cifra di 20.000 nuovi ricercatori, cosi' per gettare l'amo.
Inutile sperare in cambiamenti di struttura se si invoca il vecchio: E'il reclutamento ordinario che deve cambiare, sono i drivers della carriera accademica (e le loro regole, i loro costi) che vanno sistemati...
In merito al DDL i concorsi per associato devono essere nazionali e con commissari sorteggiati; no alla liste di idonei (ci metteranno anche le capre e queste saranno chiamate; magari i bravi non saranno chiamati).
RispondiEliminaPaolino
..che OO euroscience, ma sei un fantico dei termini?
RispondiEliminaTe lo ripeto: cambia finanziamento straordinario con finanziamento vincolato.
Nel senso che il MIUR mette i soldi, e le Università non possono farci quello che vogliono, ma devono utilizzarli PER FORZA per assumere ricercatori, e non per progressioni di carriera convegni/viaggi premio, o per assumere l'ennesimo amministrativo.
Paolino, io sono d'accordo con te che ci vuole un'asticella alta, ma, secondo me, questa la si ottiene meglio con l'idoneità nazionale, e ti spiego perchè.
A livello di idoneità nazionale, soprattuto se ex ante, e non ex post come se fosse una conferma, non v'è ragione per cui un commissario/esamnatorie sorteggiato dovrebbe regalare l'idoneità ad uno che non se la merita. Ovvero, vi sarebbe una sola ragione, che però è eliminabile: LO SCAMBIO.
Come si elimina? E' molto semplice, quando si tratterà di disciplinare per decreto la fase dell'idoneità, dovremmo inserire che gli esaminatori devono essere SEGRETI: prima, durante e dopo. Mi riferisco ad un vero e proprio segreto d'ufficio, per cui, per la sola violazione del segreto, puoi rispondere ex art.326 c.p.
Questo, però, è possibile farlo per gli esaminatori di una idoneità, ma non per i commissari di un concorso, che sono ricusabili, e dunque devono essere noti.
Tom
usciti risultati PRIN 2008 al link
RispondiEliminahttp://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0015Atti_M/8208Approv_cf3.htm
vacche magre per noi, in bocca al lupo a tutti
Per l'intanto, il Ministro si preoccupa della bambina, il resto viene dopo
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/10_gennaio_26/gelmini-paura-parto_624815cc-0a83-11df-9ce5-00144f02aabe.shtml
Ma la Emma dovrà ispirarsi alla Marcegaglia o alla Bonino? O piu' banalmente alla mamma?
Scusate, vorrei sollevare una questione, poi decidete voi se merita un thread.
RispondiEliminaOggi in G.U. ci sono un sacco di nomine di commissioni e solo un paio di concorsi residui, per cui penso di poter affermare che ormai l'eterna II sessione 2008 e' chiusa per tutti. Ci sono molte universita' che NON hanno bandito i posti Mussi (e nemmeno altri posti): le telematiche, Firenze, Siena (vabbeh, queste sono disastrate, ok), ma anche Valle d'Aosta, Verona, Trento...e forse qualcun'altra. Ma nella ripartizione dei fondi Mussi queste c'erano eccome. Li hanno presi quei soldi? E come li useranno? Gliela lasciamo passare liscia?
Penso che esaminatori segreti in Italia non ce ne saranno mai (nè per legge nè di fatto).
RispondiEliminaQuindi no a liste di idoneità; meglio il concorso nazionale con commissari sorteggiati.
Paolino
No, scusate, anche qui, ma c'e' una soluzione semplicissima: l'idoneita' va con criteri oggettivi, e i commissari devono solo verificare. Esempio: per l'idoneita' da associato nel mio settore, devi avere almeno 20 articoli, devi avere un hindex di almeno 5, devi aver fatto ricerca (documentata) per almeno 6 anni, devi avere il PhD. I commissari verificano, e io so in anticipo qual e' il mio target in termini di CV per richiedere l'idoneita'. E cosi' i cari figli di che diventano ricercatori TI a 23 anni senza manco il dottorato ce li siamo levati dai coglioni...
RispondiEliminaCon il metodo France basterebbe moltiplicare i criteri minimi CUN per X in modo da alzare l'asticella e chi non l'ha passa "riprova sarai più fortunato"
RispondiEliminaArsen, Trento e altre Università vogliono semplicemente incamerarsi i soldi senza bandire. Vedi thread "perché non bandite?" del 2009
RispondiElimina@France
RispondiEliminaTutto il rispetto per la tua proposta, ma come la mettiamo con i settori umanistici? Io ho un sacco di titoli (pubblicazioni di fonti documentarie, come carteggi, epistolari etc.), anche se non indicizzati, e vorrei che me li valutassero seriamente uno a uno!
Sul punto dell'idoneita' (cioe' abilitazione) ha sostanzialmente ragione France: i criteri sono noti "al popolo tutto", sono "generali" e sono di applicazione abbastanza semplice - non direi nel senso di "verifica", ne' auspico che ci sia l'h-index, ma comunque ci si concentra su categorizzazioni lasche.
RispondiEliminaNota bene, pero' che vanno messi anche i requisiti relativi alla idoneità all'insegnamento, non solo quelli relativi alla maturita' scientifica come evidenziata dai risultati della ricerca.
E' noto al popolo tutto che il modello che sostengo/promuovo e' quello catalano/spagnolo
- ANECA:
http://www.aneca.es/actividadesevaluacion/evaluacionprofesorado/acreditacion_nacional.aspx
- AQU:
http://www.aqu.cat/activitats/professors/index_en.html
@France: certo, i criteri devono essere i più oggettivi possibile (anche se sappiamo che il tutto non potrà limitarsi ad una conta; altrimenti i comissari che ci stanno a fare? ..basterebbe un "contabile" del miur); ciò non esclude, però, che i commissari dell'idoneità nazionale possono - e quindi devono - essere segreti ANCHE RECIPROCAMENTE prima durante e dopo: così elimini alla base la logica di scambio!
RispondiEliminaTutto questo, però, entrerà in ballo nel momento dei decreti, ed è inutile discuterne adesso.
@Paolino, mi dispiace molto, ma questo tuo (ma non solo tuo) atteggiamento per cui "no ma in Italia non si può fare"... io non lo ho mai condiviso: che significa non ci saranno mai? Se li prevedi ci saranno, e se prevedi il segreto di ufficio, e i commissari lo violano, scatta il codice penale, così, direttamente, per il solo fatto della violazione/rivelazione del segreto, senza che ci sia il bisogno di elementi ulteriori.
Sulla questione dei fondi Mussi non banditi: non possono utilizzarli per niente altro; quindi dovranno bandire concorsi da ricercatore, altrimenti, prima o poi, scadono. Quando era la scadenza?
Bo!
Tom
..ah, Paolino, quasi scordavo: perchè insisti tanto sulla questione del sorteggio?..manco che il DDL prevedesse le elezioni. Almeno su quello abbiamo fatto scuola, il livello nazionale, infatti, prevede già che si tratti di commissari sorteggiati.
RispondiEliminaTom
@euroscienze
RispondiEliminaMa potresti spiegare in poche parole come funziona sto metodo catalano? E' diverso da quello usato dall'agenzia di ricerca dei paesi baschi?
Allora avete visto i PRIN?
RispondiEliminaDa noi li hanno vinti solo gli amici degli onorevoli...
Avete visto? finiti gli scrutini 24 settori hanno bisogno di altre suppletive, faranno partire la II sessione in queste condizioni? Mah
RispondiElimina..be, tenuto conto che i settori saranno un 240, credo che non si fermeranno certo per sto 10%. Se dovessero farlo, satrebbe pe altri motivi, ed allora il pretesto che indichi sarebbe valevole come un altro, MA E' MEGLIO SMETTERLA DI SUGGERIRLI PRETESTI.
RispondiEliminaInoltre, passata la questione del DDL, e dei relativi emendamenti, dovremo concentrarci proprio su questo, ovverosia sulla richiesta di una data per le operazioni di elezione + sorteggio.
Tom
Secondo la mia modesta opinione, il mondo accademico non accetterà mai l'idoneità con criteri oggettivi e oramai la gelmini ha capito che non conviene governare contro i potentati. Mi pare molto più realistico chiedere il rientro dei tagli (tanto per fare in esempio) che aspettarsi un qualsivoglia comma o decreto attuativo che renda l'abilitazione nazionale qualcosa di diverso da un pro forma burocratico.
RispondiEliminaBasta coi cavilli! Secondo me bisogna puntare, con una qualche iniziativa clamorosa e rapida, su un punto chiave su cui possono riconoscersi tutti o quasi i precari. Bisogna cioè sfruttare, prima che si chiuda, questa parentesi di regole vagamente meritocratiche, che probabilmente vedranno una controriforma tra n anni col nuovo DDL. Quindi, che il DDL vada per la sua lunga e accidentata strada e si pensi con decisione e urgenza al transitorio: denuncia della scandalosa situazione fondi per la ricerca universitaria e SUBITO un'iniezione straordinaria "alla Sarkozy" di ricercatori a tempo indeterminato (da definire esplicitamente come misura di emergenza "anticrisi" - crisi occupazionale ma anche e soprattutto culturale ed economica del Paese). Soldi sul piatto da fondi anticrisi per almeno 4000-5000 posti fino alla riforma complessiva dell'università. Stop. Siamo d'accordo almeno su questo?
RispondiEliminaSarkko
@ Bombadillo
RispondiEliminadubito che il ministero ascolti me. Anche perché se l'avesse fatto fino ad oggi i concorsi si sarebbero svolti da tempo. Anche ora se decidessi io, farei partire la seconda sessione 2008 per rispettare l'impegno di avere le commissioni a luglio perché è inutile negare che ci vorranno anche lì le suppletive e se non si parte subito a luglio si avranno solo poche commissioni, quelle con le elezioni ordinarie. Ma temo che questo mio post, come il precedente, verrà ignorato dal ministero!
@Anonimo delle 16.17
RispondiEliminaGood - lancia un'idea per l'iniziativa clamorosa e rapida.
Il governo è finito sotto sull'emendamento che elimina i contrattisti ex-legge Moratti dai destinatari del 60% del budget utilizzabile per nuove assunzioni. Un'ottima notizia!
RispondiEliminabenone!
RispondiEliminaDavvero una buona notizia! Mi complimento col PD e con Lucas (che ha il suo merito in questo importante successo)!!!
RispondiEliminaOra vedremo che accadrà, cioè se il testo verrà ulteriormente modificato in Senato (non credo, e che cavolo quanti passaggi per una legge!).
Questa volta davvero bel colpo, PD!
Un bel colpo al sistema: ancora qualcuno di questi e s'ingrippa del tutto!
RispondiEliminaE bravi i parlamentari PD, stavolta. Hanno anche bocciato l'emendamento del governo che avrebbe allungato a 75 anni la pensione agli ordinari delle università private solamente, nella votazione delle 5.30. Fonte: On. Bachelet! A far lobby, chissà, talvolta aiuta!?
RispondiEliminaEvviva davvero.
RispondiEliminaLo facciamo un post? Non so se si coglie una implicazione non da poco: chi pensava di fare associati ed ordinari pagando lo scotto del 60% facendo solo ricercatori TD, mi sa che oggi si sta mangiando il cappello...