E' finalmente disponibile il resoconto sommario della seduta della Commissione Cultura del Senato in cui, tra le altre cose si è discusso, dell'emendamento del PD a favore del livellamento dell'età pensionabile dei docenti universitari alla prassi degli altri Paesi Europei, cioè 65 anni.
Riportiamo integralmente il resoconto, tratto dal sito del Senato, da cui si evince in particolare il parere contrario del Governo, rappresentato dal Sottosegretario Pizza.
Non più di qualche mese fa (30 Novembre 2009) a Udine il Ministro Gelmini ha dichiarato "le richieste di abbassamento dell'età pensionabile sono sacrosante". "Ci stiamo lavorando insieme al Ministro Brunetta".
Ma è bene ricordare anche alcune altre precdeenti dichiarazioni, altrettanto pompose: "dobbiamo cercare di svecchiare, favorendo il ricambio generazionale e l'ingresso di nuovi ricercatori, in modo che non siano costretti ad andare all'estero per poter lavorare" (4 Aprile 2009). "C'è bisogno di un ricambio generazionale" (24 Giugno 2009). "La riforma dell'università punterà sul ricambio generazionale, sull'apertura ai giovani" (29 Settembre 2009).
Ma quando si è trattato di passare dalle parole (puntualmente riportate dai giornali) ai fatti (puntualmente NON riportati sui giornali), il Ministro Gelmini evidentemente non si è ricordato dei suoi buoni propositi ed il Governo, come del resto i senatori di maggioranza in Commissione Cultura, si sono schiesati CONTRO l'abbassamento dell'età pensionabile e l'aperutra ai giovani.
Di seguito il resconto della seduta, in cui si evidenzia anche il voto non-favorevole delle Senatrici Maria Pia Garavaglia, Vittoria Franco e Anna Maria Seafini, in dissenso rispetto all'orientamento del loro stesso partito (PD).
Il relatore VALDITARA (PdL) esprime parere contrario sugli emendamenti 13.2 (testo 2), 13.4, 13.5 e 13.0.1 [...]. Il sottosegretario PIZZA esprime parere conforme a quello del relatore ad eccezione del 13.3, che invita a riforumulare [...].
Con riferimento al 13.2 (testo 2) interviene il senatore RUSCONI (PD) il quale osserva che esso si pone in linea con quanto dichiarato del ministro Gelmini. L'Italia ha infatti la classe docente più anziana d'Europa, per cui l'emendamento consente il collocamento a riposo dei professori al sessantacinquesimo anno d'età, ferma restando la possibilità di stipulare contratti con le università e di essere titolari di progetti di ricerca. Ciò al fine di permettere agli atenei la scelta sul personale da mantenere in servizio, dando un segnale positivo alle nuove generazioni, senza recare ulteriori oneri. Dichiara quindi il voto favorevole a titolo personale, ribadendo che si tratta di una opportunità in più consentita alle università.
La senatrice Vittoria FRANCO (PD) interviene in dissenso per dichiarare il voto contrario sull'emendamento. L'elevata anzianità della classe docente è infatti a suo giudizio dovuta al blocco del reclutamento ed ai limiti posti al turn over a fronte dei tagli. Ritiene pertanto nient'affatto scontato pensare che gli atenei, collocando a riposo i docenti a sessantacinque anni, assumano automaticamente giovani. Paventa perciò il rischio di uno svuotamento dell'università.
Il senatore LIVI BACCI (PD) tiene a precisare che, in virtù dell'emendamento, i docenti possono comunque essere assunti con contratto ed accedere ai fondi di ricerca, con autonomia più ampia essendosi liberati dagli oneri della didattica. Osserva altresì che il comma 6 impone che i punti organico e il corrispondente finanziamento liberato dal collocamento a riposo siano impiegati per il reclutamento, onde a favorire il ricambio. Dichiara quindi il proprio voto favorevole.
Il senatore ASCIUTTI (PdL) manifesta un certo disagio per il contenuto dell'emendamento, atteso che abbassare l'età pensionabile di persone qualificate potrebbe rappresentare un'offesa per la nostra cultura. Invita dunque a ritirare la proposta, onde non scadere nella facile demagogia.
Il relatore VALDITARA (PdL) sottolinea la distinzione tra i costi per l'università e quelli per lo Stato, rilevando che l'emendamento effettivamente alleggerisce il peso economico per gli atenei, spostandolo tuttavia sullo Stato. Rammenta altresì che in un contesto di generale innalzamento dell'età pensionabile può risultare improprio proporre addirittura un abbassamento, tanto più che le università si priverebbero di personale senza poterne assumerne dell'altro, data la scarsità di risorse. Ritiene peraltro che i docenti universitari stiano già compiendo molti sacrifici, tra cui ad esempio la triennalizzazione degli scatti e l'eliminazione degli automatismi stipendiali, per cui non sarebbe a suo avviso corretto privare le università di tale bagaglio di esperienza.
La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD) interviene in dissenso, ricordando il contesto generale riguardante l'età pensionabile. In proposito giudica più corretto che i professori universitari possano andare in pensione a settant'anni come peraltro accade per i primari ospedalieri. Nel dichiarare quindi la propria astensione osserva che il dibattito sul collocamento a riposo è risalente. Puntualizza altresì che, qualora un docente andasse in pensione a sessantacinque anni ma mantenesse la titolarità di progetti di ricerca, graverebbe ugualmente sugli atenei.
La senatrice Anna Maria SERAFINI (PD) segnala lo scarto esistente tra il basso tasso demografico e l'elevato invecchiamento della popolazione, a cui si aggiunge una generalizzata svalorizzazione dell'età avanzata. Si dichiara quindi concorde sull'idea di ampliare le possibilità ai giovani purché ciò non significhi eccedere nel giovanilismo. Invita poi a considerare che l'età non è affatto un ostacolo nel rapporto docente e discente. Dissente conclusivamente dall'emendamento.
Posto ai voti, l'emendamento 13.2 (testo 2) non è approvato.
E le assunzioni saranno bloccate fino a fine 2012 anche per l'universita' e la ricerca. Amen!
RispondiEliminaE' interessante venire a conoscenza - cosa non banale, in questo contesto di politica fluida, gassosa e sostanzialmente evaporata - che il Senatore Rusconi ha presentato e votato a favore dell'emendamento "a titolo personale", cioe', per quello che se ne puo' capire, in dissenso rispetto alla posizione del proprio partito, il PD, che quindi non sosteneva affatto quella posizione.
RispondiEliminaPer quello che pareva di capire dalla Carrozza (Responsabile Forum U&R del PD) e di Melone, componente della Segreteria di Bersani con incarico su U&R, il cittadino medio aveva tratto l'impressione di una "posizione" del PD del tutto schierata per il contenuto dell'emendamento.
Naturalmente stendiamo un velo, in queste righe, su Asciutti, Pizza, e il PdL - e' comunque interessante capire come (non) funzionano le cose in questi Partiti postmoderni.
Da notare anche che è stato approvato all'UNANIMITA' una norma transitoria tesa a "salvare" le progessioni di carriera. Cioè chi ha conseguito l'idoneità con le "vecchie regole" potrà essere assunto sencondo le "vecchie regole":
RispondiEliminaDopo il comma 2 aggiungere il seguente:
EMENDAMENTO 15.1/4
"2-bis. Coloro che hanno conseguito antecedentemente alla data di entrata in vigore della presente legge l'idoneità per i ruoli di professori associati e ordinari possono comunque essere ancora assunti per tali ruoli ai sensi della legge 3 luglio 1998, n. 210, fino alla durata della loro idoneità prevista dall'articolo 1, comma 6, della legge 4 novembre 2005, n. 230."
La cosa SCANDALOSA è che un analogo provvedimento NON è stato preso per chi ENTRA nell'università, cioè per noi. Di fatto a partire dall'entrata in vigore della legge, ci sarà il blocco del reclutamento fino a quando le università non si saranno dotate dei nuovi regolamenti attuativi.
Valditara-Asciutti (PDL), Franco-Serafini- Garavaglia (PD) siete tutti della stessa pasta: difensori della gerontocrazia e della conservazione e responsabili del declino del paese.
RispondiEliminaVerrà il giorno..
Rimetto il mio post di prima
RispondiEliminainsomma: come dice Trovati oggi sul Sole di oggi ("Ricercatori in cattedra") gli emendamenti dellla Commissione Cultura del Senato hanno "sanato" (sic) un' asimmetria:
per i ricercatori in ruolo si prevede un'idoneità nazionale e il titolo di associato.
Scusatemi, ma se questa non è un'ope legis, spiegatemi che cos'è un ope legis, visto che l'idoneità non si negherà a nessuno.
Questa sì che è la vera pietra tombale per i precari generazione '70. E noi che ci facciamo le seghe sul concorso perfetto, l'h-index, i fondi Mussi, il blocco del turn-over, la manovra, i prepensionamenti e quant'altro.
La mia idea è che quest'emendamento era un'idea nata male e finiva per essere una toppa fatta peggio del buco.
RispondiEliminaNe abbiamo dibattuto anche qui: imille.org/2010/05/pre-pensionare-i-baroni-universitari-controproposte/
@ Matteo
RispondiEliminaQuindi secondo te in Europa la gestione delle carriere accademiche e' "una toppa"?
Secondo te la discriminante della "produttivita'" che voi dei Mille proponete puo' essere seriamente messa in opera senza partire da una "norma di base" che preveda il pensionamento a 65, e la continuazione dopo i 65 l'eccezione?
D'altra parte ci sono "luminari" anche in altre parti di Europa che vanno senza drammi in pnesione a 65 anni e, sempre senza drammi, continuano un impegno attivo nel Dipartimento ma da pensionati.
RispondiEliminaFrancamente, Matteo, non capisco qual è il problema. Davvero non si può fare una cosa del genere anche in Italia?
VERGOGNA GOVERNO DI BARONI !!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaChe il sistema di pensionamento sia correlato "strutturalmente" in modo duale all'ingresso dei giovani nell'Accademia lo si puo' vedere in forma pittorica nel grafico degli accademici strutturati di Francia e Italia nel settore della Fisica (globalmente comparabili come numeri - in Italia PO:PA:RU=1:1:1,2, in Francia PU:MdC=1:2) dal blog di Zapperi e Sylos Labini
RispondiEliminahttp://ricercatorialberi.blogspot.com/2010/05/priorita.html
@ Anonimo
RispondiEliminaAnche il PD non scherza, in materia di Baroni...
è una toppa nel senso che guarda ad un dettaglio piccolo (la presenza di over 65) e non al problema grande (la mancanza di meritocrazie che fa in modo che quei over 65 come molti altri under65 siano altamente improduttivi).
RispondiEliminaè una toppa perchè ammesso e non concesso che al posto di quegli over 65 prepensionati entrino dei ricercatori meritevoli (tremonti potrebbe ad esempio tenersi i soldi, oppure i baroni potrebbero piazzare i loro scagnozzi) chi vi garantisce, viste le regole attuali, che questi ricercatori non diventino a loro volta dei baroni?
Matteo, scusa se te lo dico, ma stai veramente fasciandoti il cervello fino ad avvitarti senza uscita.
RispondiEliminaQui la questione era "banale": si tratta(va) di cambiare una legge, perche' il pensionamento e' regolato da leggi. Tutto il resto che scrivi sulla meritocrazia, ecc. e' ampiamente discusso su questo blog non meno che dai "Mille", posso immaginare, ma si tratta di "altre" disposizioni, "ulteriori" provvedimenti, "diverse" azioni, cose da fare: non mi puoi impastare tutto e di fatto giustificare lo status quo.
Siamo qui per cambiare tutto, ma questo "tutto" e' fatto da "tante cose, da fare tutte".
Quindi facciamole, cioe' si facciano...
ART. 9
RispondiEliminaPer 6 anni dall’entrata in vigore della legge possibilità di chiamata diretta per avanzamento di carriera (prima e seconda fascia), previa idoneità
TESTO DELL’EMENDAMENTO DEL RELATORE: APPROVATO
(…) 4. Dalla data di entrata in vigore della presente legge e fino al 31 dicembre del sesto anno successivo, le procedure di reclutamento sono programmate e avviate nel rispetto dei seguenti criteri:
a) una percentuale non superiore alla metà dei posti di professore di ruolo di prima e di seconda fascia, la cui copertura è programmata da ciascun dipartimento, ovvero da ciascuna struttura di cui all'articolo 2, comma 3, lettera e), può essere destinata a procedure di chiamata diretta riservate ai sensi del comma 5 al personale in servizio nell'ateneo, assicurando alle stesse la pubblicità all'interno dell'ateneo;
b) almeno uno su tre dei posti di professore di prima e di seconda fascia disponibili in ciascun dipartimento, ovvero in ciascuna struttura di cui all'articolo 2, comma 3, lettera e), è coperto da professori che non hanno prestato servizio presso l'università banditrice nei precedenti tre anni.
ART. 12
Approvato emendamento del relatore Valditara che estende la possibilità della chiamata diretta anche ai ricercatori a tempo indeterminato
Testo dell’emendamento approvato
12.31
IL RELATORE
Al comma 6, dopo le parole: «conseguono l'abilitazione alle funzioni di professore associato, di cui all'articolo 8.» aggiungere le seguenti: «Possono altresì procedere alla chiamata diretta dei ricercatori a tempo indeterminato che abbiano nel frattempo conseguito l'abilitazione alle funzioni di associato, di cui all'articolo 8, secondo le modalità previste dall'articolo 9, commi 4 e 5».
Vedete quante volte mi chiamano. Mi invocano in tutte le Università.
RispondiEliminaciò che mi fa più schifo sono le posizionoi della franco-garavaglia ecc. la peggior demagogia pur di difendere il privilegio
RispondiEliminaeuroscience. Il punto è che se fai tutto il resto, questa norma diventa se va bene inutile (se prevale il merito pechè liberarsi di persone meritevoli solo perchè over65?) ma quasi sicuramente dannosa (perchè pensionare gente a 65 anni che può essere -anzi visto il punto precedente lo è senz'altro-) produttiva mentre peraltro stai chiedendo a tutto il resto della popolazione italiana di andare in pensione più tardi?
RispondiEliminaAl limite l'idea ha per me un senso come misura lump-sum. Si pensionino gli over65 di oggi, come si prepensionano gli esuberi di una fabbrica perchè oggi abbiamo un problema contingente (liberare un po di risorse), ma non si stravolga una norma sulle pensioni per sempre. Domani quella che oggi sempra una nomra buona diventerà invece un problema.
Ennesima dimostrazione che il PD non esiste più, ma ancora non ne prende coscienza...
RispondiEliminaEcco come la Corea combatte la crisi:
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2010/05/corea-pil-crisi-innovazione.shtml?uuid=ae5fa366-6254-11df-9cdc-bf983eb74978&DocRulesView=Libero
Matteo, in tutto il mondo i docenti vanno in pensione a 65 anni. Per quale motivo in Italia dovrebbe essere dannoso?
RispondiEliminaPer il resto, lasciamo ripetere il tuo ragionamento. Tu dici: quanto vivremo in un mondo perfetto (FUTURO ANTERIORE) tale norma sara' superfluo. Ergo adesso (PRESENTE), che viviamo in un mondo tutt'altro che perfetto, la norma non deve essere approvata.
Capisci quanto e' fallace questo ragionamento?
Il piu' divertente e' stato l'intervento di Anna Maria Serafini, che si profonde in svariate considerazioni demografiche prima di concludere con la sua opposizione all'emendamento.
RispondiEliminaSi da' il caso che il suddetto ementamento 13.2 era stato firmato, oltre che da Rusconi, anche da Livi Bacci, demografo e Accademico dei Lincei http://www.lincei.it/modules.php?name=Soci&file=scheda&func=Soci_scheda&Id=252
(club molto esclusivo e meritocratico)
@l'abilitazione scientifica a professore associato ai ricercatori a TI deve essere valutata in merito alle pubblicazioni scientifiche degli ultimi 6 anni e non 10/20/30 anni di servizio!!! Si mettano al pari dei ricercatori a TD!
RispondiEliminanon sarebbe male se i delusi dall'atteggiamento delle senatrici garavaglia, serafini, franco provvedessero a scrivere loro per esprimere la propria insoddisfazione
RispondiEliminaAnonimo: Io non vedo la falla, ma forse mi spiego male. cerco di sintetizzare al massimo.
RispondiEliminaPremessa: in generale in tutto il mondo dobbiamo alzare l'età pensionabile per ragioni note. In germania ad esempio hanno gia spostato l'asticella a 67 anni.
1. Siamo tutti d'accordo che una riforma buona auspicabilmente eliminerà il problema dei baroni in futuro.
2. Al presente voi ipotizzate che a) pensionando gli over65 si libereranno risorse per nuove assunzioni e b)queste nuove assunzioni saranno meritocratiche e nell'interesse dell'università (e non solo dei neoassunti). Anche volendo credere a queste due ipotesi (vedi sopra mie perplessità) vorrei solo notare che
3. sarebbe quantomeno meglio una norma transitoria, che riguardasse solo questi over65 (quedti che oggi) e non una norma permanente che è in aperta contraddizione con la premessa.
PS Ripeto la metafora delle fabbriche: se pensiamo che il prepensionamento è la soluzione al problema, mandiamo in pensione gli operai che ci interessa mandare via (tanto paga l'INPS - che importa) ma non cambiamo la legge che riguarda tutti e per sempre.
Ripeto, se riteniamo che ci sia un problema presente che siamo in grado di risolvere nel futuro attraverso
PEr la cronaca, ho risposto alle obiezioni di Matteo et al sul blog dei Mille che Matteo segnalava...
RispondiEliminaCome detto sul blog dei Mille, si puo' inserire nella legge la revisione del meccanismo fra 10 anni.
RispondiEliminaAltre risposte alle obiezioni di Matteo sempre sul blog imille.org
@ mino
RispondiEliminaCosa intendi per "La cosa SCANDALOSA è che un analogo provvedimento NON è stato preso per chi ENTRA nell'università, cioè per noi"?
Che chi ha già vinto un concorso da ricercatore non verrà assunto?
[Segheria]
RispondiEliminaGennaro mi pare abbia riassunto in modo perfetto tutto quello che c'è da dire sul tema.
Gennaro for president. Ci hanno ammazzati tutti (= chi non è entrato con la prima tranche Mussi) già da almeno un paio d'anni quando con la scusa strumentale della meritocrazia hanno bloccato il piano triennale di Mussi, solo che molti morti viventi ancora non se ne sono accorti. qualcuno ancora parla così per parlare perchè tanto ha la pancia piena altrove e qualun altro mostra ancora qualche debole guizzo di vita solo perchè è uscito il "suo" concorso e ora lo vede bloccato. ma, come sempre, manca una visione di insieme del sistema al collasso. poi ognuno si prenderà le proprie responsabilità (un parolone buttato così tanto nessuno è responsabile di niente, figuriamoci qui) nel non aver contrastato da subito un disegno di legge che era chiarissimo nei suoi intenti finali, ma anzi nell'averlo promosso e applaudito per un po' di fumo negli occhi gettato da qualche dettaglio assolutamente marginale. ora che pretendete che con questi tempi così stretti possano o vogliano cambiare qualcosa di sostanziale? oppure che si fa, si scende in piazza quando la legge è già approvato e la frittata è fatta? m.
RispondiEliminaMah... il "ve lo avevo detto io!" di Marco lascia il tempo che trova, così come una certa boriosità saccente che lo accompagna.
RispondiEliminaA parte questo va detto che gli emendamenti bocciati, che potevano rendere le norme sul ricercatore TD applicabili (mi riferisco al tenure-track, e al pensionamento a 65 anni),
sono stati bocciati non certo per seguire una linea del governo ma, trasversalmente, per favorire ancora una volta la casta universitaria.
Che poi il governo stia cercando sempre e solo di tagliare tutto ciò che può tagliare, nascondendosi dietro una ben fatta propaganda, è noto a tutti, e non c'è bisogno che Marco o chi per lui cerchi ogni volta di ricordarcelo, peraltro strumentalmente, al solo fine di mostrare le sue doti di Cassandra.
Cercando di superare questa superficialità non propositiva, direi invece di spostarsi sul parlamento, consapevoli di avere scarso peso, ma comunque cercando sempre di far sentire la propria voce.
D'altronde anche le manifestazioni davanti al Senato, nonostante gli scarsi numeri, hanno questo scopo: farci sentire. Su questa linea si può continuare smascherando le false promesse del governo, l'incapacità dell'opposizione, e i reali meccanismi "barontocratici" che stanno dietro.
Naturalmente quanto dice Gennaro è vero: se queste norme, così come sono formulate ora, vengono confermate nel DDL definitivo, addio generazione '70.
RispondiEliminaQuesto vuol dire anche che si deve evidenziare che il DDL non si occupa minimamente della *GESTIONE DEL TRANSITORIO*!
Questo va separato dal resto. A questo poteva servire la norma sul pensionamento a 65 anni.
Due di queste 3 senatrici sono ultrasessantenni, Franco e Garavaglia - e quindi potrebbero avere un potenziale conflitto d'interesse. In ogni caso, questa votazione conferma ancora una volta come il PD sia diviso e non coordinato nella sua politica, anche sulla sua piu recente priorita' primaria - universita' e ricerca! Ulteriori spunti li trovate sul Gelminometer2, ampiamente rinnovato today! (cliccate il mio nome per i link)
RispondiEliminaE ora? Come diceva uno che era in voga un centinaio di anni fa, "Che fare?"
RispondiEliminaLa settimana prossima pare che approveranno la manovraccia.
Si potrebbe scrivere un documento di morte generazionale in cui si fa presente che legge 133, tagli, blocco del turnover e mancato pensionamento delle cariatidi hanno ammazzato e ammazzeranno migliaia e migliaia di carriere. E ancora una volta, faranno emigrare un sacco di validi e valide ricercatori/trici. E magari, mandarla a Napolitano, extrema ratio. Ovviamente, senza scrivere "cariatidi" che il Presidente se ne potrebbe avere a male.
sulla manovra ci sono solo tante voci...
RispondiEliminaanche sul blocco non si capisce...chi riguarda? con quale %? da quando va in vigore (2011)?
chi sa qualcosa di preciso?
@Anonimo
RispondiEliminaSulla manovra ancora ci sono solo voci, nulla di certo. Anche se bisogna dire che le voci che girano non sono per nulla incoraggianti. Comunque una cosa positiva c'è: se davvero il blocco dovesse concretizzarsi, allora tutta la nostra generazione potrà smettere di illudersi per decidersi a scegliere finalmente una delle 2 possibili alternative concrete:
1)Andare all'estero.
2)Dedicarsi ad altro.
@menevadoallestero
RispondiEliminail fatto è che le tue possibili altenative possono non essere possibili per molti.
@sopra
RispondiEliminaconcordo...
andare all'estero è un lusso, una possibilità anche economica che pochi anno.
dedicarsi ad altro?
piu probabile... ma con un profilo accademico, anche con montagne di pubblicazioni, in un paese dove non c'e' ricerca, riduce questa possibilità...
chi ti si piglia mio caro cervellone?
comunque è vero che sarà un momento difficile...chi ha la possibilità di resistere si vedrà.
RispondiEliminameglio fare prima qualcosa che l'impossibile dopo
@ MeneVadoallestero
RispondiElimina@ tutti
esiste anche la possibilità di raccogliere firme per presentare una proposta di legge "dal basso" che vada a modificare articoli del DDL che non favoriscono un necessario ricambio intergenerazionale e/o non incentivano l'introduzione del merito.
Ci avete pensato a questa alternativa?
Da una parte bisogna essere realisti: il DDL va avanti, nonostante il PD, mi vien da dire. Si puo' continuare a sostenere che il DDL manda al macero Universita' e Ricerca (e in parte cosi' e'), ma si deve insistere e concentrarsi su due punti principali:
RispondiElimina- la gestione a regime del DDL: e' indispensabile chiedere la tenure-track, ovvero che fondi siano accantonati per un prof. associato quando si fa un ric.TD.
- chiedere una soluzione del TRANSITORIO: su quest'ultima si deve battere sulla stampa, evidenziare che si manda al macero una generazione, una generazione di persone competenti e capaci, e, l'opinione pubblica ne va ghiotta, con famigghia.
Sul transitorio il DDL tace. Su questo potremmo anche unirci ai ricercatori, far capire che entrambi avrebbero le gambe tagliate (a noi anche la testa, vabbe').
@ Antonio
RispondiEliminaVediamo la votazione in aula del DDL, e poi decidiamo. La Gelmini ha anticipato ch arriveranno in second alettura al Senato, il che significa modifiche nel giro alla Camera e poi, probabilmente, fiducia sul testo licenziato alla Camera quando torna al Senato. Bene perche' cosi' questi STRONZI che dovrebbero confluire direttamente nel Partito Fascista uzbeko e invece stanno nel PD non avranno modo di far passare le loro obiezioni da curatori della mummia di Lenin. Male perche' se alla Camera non gli riesce di aggiustare quello che sta uscendo dal senato e' una riforma da manicomio
voci dal cun:
RispondiEliminaun amico di un uccellino del cun mi dice che prevedono alla camera uno stralcio della parte del ddl relativo al reclutamento. dovrebbe essere accantonata per far passare SOLO la parte sulla governance.
prima di muoverci val la pena capire cosa si sta preparando
L'augello dice che accantonano per sempre o per poco?
RispondiEliminaA me sembra strano che accantonino la parte reclutamento dopo tutto il casino che hanno fatto ma di solito insorgere ha buoni informatori, quindi mi fido...
RispondiEliminaio so solo quel che mi han riferito. brandelli d'informazioni...stiamo a vedere
RispondiEliminainsorgere, lo scorporo che descrivi sarebbe fantastico!
RispondiEliminaDel resto, la riforma della governance cambia, e di poco, solo la spartizione del potere (e la sparizione dei quattrini in mille rivoli inutili).
Ma una riforma del reclutamento di fatto c'è già stata, con l'abolizione delle prove scritte; e per me vale la pena di verderne gli effetti, prima di sostituirla.
blocco delle assunzioni confermato.....
RispondiEliminanon si dice da quando parte e se l'univ. ne fa parte.
...che poi, diciamoci la verità, è pure un suicidio politico-elettorale. In Italia l'aspettativa di vita è attorno ai 79 anni, per cui un 65 potrà votare più nel 2013, nel 2018 e, se gli portano il seggio in ospedale, nel 2023.
RispondiEliminaUn trentenne, altre 10 volte minimo ti voterà ancora.
Salve a tutti. Complimenti per il sito e per le vostre iniziative. Sono un precario anche io e intervengo nel dibattito per dire come la penso.
RispondiElimina1. Il mio "maestro" ha più di 65 anni ed è attivissimo scientificamente e didatticamente. Al più bisognerebbe battersi per fissare un'età ragionevole di pensionamento (70 per tutti, senza sconti) e individuare dei criteri per prepensionare a 65 anni che è palesemente improduttivo.Le generalizzazioni ( prepensionamenti indiscriminati) potrebbero sortire un futuro effetto boomerang contro la nostra generazione di precari. Entrato a 40 anni in ruolo, uno si troverebbe ad aver lavorato una vita in un laboratorio o in una biblioteca per avere davanti solo 25 anni di carriera, con una pensione misera.
2. L'età pensionabile a 65 anni in altre nazioni è legata al fatto che lì si entra in ruolo in un'età in cui in Italia si diventa, se si è fortunati e/o ben appoggiati, assegnisti di ricerca.
3. Il prepensionamento indiscriminato a 65 anni è un falso problema. Bisogna battersi per avere i fondi per l'ingresso dei giovani a prescindere dai "vecchi". Guardate i magistrati. Vanno in pensione tardissimo ma i concorsi per i giovani ci sono. E' una questione di denaro e basta.Se vogliamo il conflitto generazionale, ne pagheremo le conseguenze anche noi quando avremo l'età del pensionamento. Noto una tendenza a guardare all'oggi senza una lucida visione del futuro che ci attende.
4. Il riferimento all'emendamento relativo alle idoneità conseguite con la legge del 1998 è giuridicamente ineccepibile. Chi ha vinto un concorso con le regole xy deve essere assunto secondo le regole xy. Tempus regit actum, come dicono i giuristi. Teniamo peraltro conto che il blocco delle assunzioni riguarderebbe anche gli idonei ex legge 1998. Sicuramente l'emendamento in questione verrà corretto. Deve necessariamente comprendere anche i ricercatori che hanno vinto un concorso, altrimenti sarebbe palesemente incostituzionale perché irragionevole ( art. 3 Cost.)
Un cordiale saluto a tutti.
Andrea
Da qui sembra che il blocco turn-over sia il prolungamento del DDL 112/2008 (come anticipato anche dl sole 24 ore)
RispondiEliminahttp://www.adnkronos.com/IGN/News/Economia/Manovra-Brunetta-blocco-turn-over-ce-gia-vedremo-se-sara-confermato_421558332.html
Andrea, credo tu non abbia letto l'emendamento.
RispondiEliminaInfatti, l'emendamento prevede che si debba avere 65 anni E 40 anni di contributi. Quest'ultima condizione è stata aggiunta proprio per salvaguardare i precari.
Inoltre la proposta prevede anche che quei professori ancora attivi scientificamente possano continuare, se lo vogliono, a svolgere ricerca e didattica all'interno dell'università ... da pensionati.
Quindi nessun boomerang, ma solo - secondo me - l'unica via per non spazzare via una generazione di precari.
@ andrea
RispondiEliminamino ti ha risposto perfettamente. aggiungo solo che poiché mancano i soldi, questo è un dato di fatto, abbiamo di fronte scelte dolorose. prepensioniamo gli anziani - che comunque avrebbero il massimo della pensione con 40 anni di anzianità e potrebbero continuare a contribuire al dibattito scientifico e culturale - oppure sacrifichiamo una generazione di giovani?
questo è il punto, vie di mezzo - in assenza di risorse - non ce ne sono.
Ad Andrea: capisco le tue perplessita'. Ha gia' risposto Mino. Aggiungo che siamo giunti a queste soluzioni "estreme" (ma solo in Italia, infatti in Europa e' la norma!) per la situazione contingente.
RispondiEliminaSul tuo punto3 certamente se ci fossero i fondi non ci sarebbero problemi: la corea del sud ha annunciato che aumentera' i finanziamenti per la ricerca dal 3.4% attuali (noi siamo all'1.1%!) al 5% del PIL!
Il problema e' questo: in Italia i fondi non ci sono. Eliminare gli sprechi vuol dire, anche, pensionare gli ultra-65.
Ultimo punto per confermare questa scelta: in USA non esiste un limite per la pensione; si va in pensione quando non si e' piu' in grado di attrarre fondi, quando non si e' piu produttivi.
Ebbene negli USA solo il 4% del corpo accademico ha piu' di 65 anni, contro il 22% dell'Italia.
Questo ci dice che l'82% dei prof ultra-65 italiani sono improduttivi. Quindi mandandoli tutti in pensioni si fa il male minore.
E comunque esiste la possibilita', da pensionato di proseguire il proprio lavoro.
Visto che tu hai preso per esempio il tuo "maestro" io posso farti l'esempio di alcuni prof. 'anziani' nella mia collaborazione (tra cui una prof. italiana) che, da pensionati, continuano egregiamente a contribuire.
Possiamo solo bloccare i nuovi, non mandare via i vecchi.
RispondiEliminaSalve. Ringrazio Insorgere, Mino e Antonio per le risposte che in parte condivido. Comunque, come precario, ma anche come giurista, resto perplesso sull'emendamento "pensione a 65 anni e 40 anni di contributi". Astrattamente potrebbe essere valido, ma solleva problemi applicativi. Facciamo un esempio. Un precario storico entra in ruolo, ad esempio, a 37 anni. A 65 anni avrà maturato 28 anni di contributi, salvo riscatti laurea e dottorato, peraltro onerosissimi. Come ci si regola quando arriva a 65 anni? Lo si mantiene in ruolo fino a che non matura 40 annni? L'emendamento in questione appare utile solo se riferito a chi ha 65 anni e 40 anni di contributi ORA. Come soluzione una tantum, eccezionale, volta a liberare risorse ORA. Diversamente,ho il timore che si crei l'effetto boomerang per noi precari e, si spera, futuri docenti di ruolo.
RispondiEliminaUn caro saluto a tutti.
Andrea
A una generazione di sfigati, sfruttati, malpagati e senza diritti.
RispondiEliminaLavorate, lavorate duro fregandovene di non avere diritto a niente!!
Lavorate lavorate per fare in modo che chi vi è sopra possa fare carriera anche grazie alle vostre forze!!
lavorate lavorate che con i vostri miseri contributi dovrete pagare le pensioni a chi è venuto prima, a chi non ha manco idea di cosa voglia dire essere precario perchè salito in cattedra a trent'anni, a chi si è succhiato tutto!!
Lavorate lavorate senza pretendere un cazzo di niente, puntate al merito all'eccellenza in un paese che con l'eccellenza ci si pulisce il culo!!
Lavorate lavorate che tra qualche anno passerete da precari a disoccupati (di un certo spessore intellettuale però)!!
Lavorate lavorate che la crisi la pagate voi e non chi l'ha generata!!
Lavorate lavorate e continuate a credere a babbo natale, trentenni mosci!!
@ andrea
RispondiEliminail precario storico che entra oggi a 37 è un punto di riferimento un po' capzioso, non trovi? tra 28 anni, quando ne avrà 65, ne riparleremo. intanto avrà avuto 28 anni di stipendio e contributi che altrimenti non avrebbe avuto...
si sta ragionando sul qui e ora. ribadisco: in pensione qualche anno prima i vegliardi o al macero una generazione di giovani? queste le alternative
In Europa si va in pensione a 65 anni e non ci si fanno le pere mentali come vi fate voi.
RispondiEliminaOvvio che la pensione e' rilevante, ma non ci sono i co.co.co.co. che vi siete inventati voi per risparmiare sul costo del lavoro e scaricare tutta la flessibilita' sui giovani, anziche' sul sistema nella sua generalita'.
Se siete (stati) cosi' coglioni e servili vi meritati il futuro che vi aspetta, senza se e senza ma.
@ Insorgere
RispondiEliminaGrazie per avermi salvato il sonno di stanotte!
Solo una domanda: significherebbe il mantenimento del tempo indeterminato per i concorsi a ricercatore?
Buona notte e sogni di stralcio a tutti!!!
diffondere ottimismo
RispondiElimina@Andrea
RispondiEliminaScusa, e senza troppa verve polemica, che e' tardi: cosa significa per te essere "attivissimo scientificamente"?
Per me significa:
1) scrivere e referare articoli per le riviste internazionali;
2) andare a convegni in giro per il mondo a presentare i propri risultati o anche organizzare incontri scientifici;
3) occuparsi di attivita' seminariali di dipartimento;
4) scrivere libri avanzati sulla frontiera della ricerca.
Per tutto cio', non mi sembra affatto che sia ancora necessario occupare un posto da ordinario. E non ho MAI sentito parlare di alcun pensionato a cui l'Universita' avesse negato la possibilita' di fare tutto cio' (con una pensione, peraltro, di prim'ordine).
Come la mettiamo?
questi tuoi uccellini, insorgere, francamente non si sono rivelati troppo affidabili finora...
RispondiEliminasfigati del pd della minoranza della minoranza?
io mi limito a riferire quel che sento. a volte le notizie trovano conferma, altre no. certo non dipende da me.
RispondiEliminava detto poi che la situazione è decisamente fluida e che pertanto è più che probabile che si stiano considerando diverse opzioni. sapere quali opzioni vengono ventilate può esserci utile.
cmq la mia fonte non ha nulla a che fare col pd
@ mar
RispondiEliminasignificherebbe mantenere le regole attuali, che però scadono a fine anno. andrebbero rinnovate.
è chiaro che ci sono molte variabili ancora da verificare. molto dipende da dinamiche interne alla maggioranza. stiamo a vedere...
http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/articolo482095.shtml
RispondiElimina@Andrea, capisco i punti anche giuridici, ma guarda che all'estero in Europa si va normalmente in pensione a 65 anni (sempre che non ti spingano a prepensionarti come ora si e' ripreso a fare in UK) indipendentemente da quando si e' entrati in ruolo. Io sono entrato come Lecturer, da precario, a 47 anni e quando andro' in pensione mi prendero' un ottantesimo dello stipendio finale per ogni anno di servizio, quindi se va bene circa un quarto. I privilegi anche pensionistici di impegati statali incluso universitari italiani son fuori dal mondo e dell'economia, e prima o poi verranno spazzati via, anche se sono potenzialmente diritti acquisiti. Non si potra' mica mandare in bancarotta l'intero stato per ottempereare a diritti acquisiti dei suoi dipendneti, no?
RispondiEliminaOggi articolo del Corriere sul documento di Melone della Segreteria PD sul pensionamento a 65 anni, con interviste ad Asor Rosa, Berlinguer, Modica e Marino
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2010/05/21SIB5016.PDF
In merito al documento di Meloni sulla carriera dei ricercatori che viene descritto e.g.
RispondiEliminahttp://www.partitodemocratico.it/dettaglio/100174/le_proposte_del_pd_per_laccesso_e_la_progressione_nella_carriera_universitaria
faccio intanto alcune considerazioni di metodo.
Vengono presentate come "proposte del PD". Uhm, mi farebbe piacere sapere: cosa qualifica una proposta come "proposta del PD"? IL fatto che sia scritta da un membro della Segreteria, forse. Indi possiamo immaginare che sia stato vistato da Bersani, o forse no?
Io, in Europa, ho uno standard lievemente diverso: le "Segreterie" lavorano, preparano, istruiscono il lavoro politico, ma l'adozione dei documenti politici (e segnatamente quelli che definiscono le linee politiche principali) e' fatta da un organo politico-rappresentativo.
Il secondo punto metodologico riguarda chi impegna un documento politico di questo genere: la Segreteria solo (un po' strano)? Il Partito quando fa conferenze stampa e assemblee? Gli eletti? In che forma?
Insomma prima ancora di discutere del merito (e ce n'e' da discutere) mi chiedo come funzionino le cose della politica, oggi, in Italia, perche' questo condiziona un po' anche la discussione sul merito...
L'articolo sul Corriere mi sembra il solito articolo inutile: ognuno promuove quel che ha fatto, dal 36enne meloni al 76enne Asor Rosa, senza proporre nuove soluzioni, ed ognuno che mette le mani avanti: "si, si, ma...."
RispondiEliminaNon se ne esce.
Scusate tutti,
RispondiEliminanon riesco a trovare da dove evincete che ci sarà il blocco delle assunzioni dei vincitori della I e II sessione 2008.
Qualcuno può, brevemente, spiegarlo?
"Berlusconi non ha nascosto le sue preoccupazioni ribadendo comunque che il governo non mettera' le mani nelle tasche degli italiani con nuove tasse, che la manovra sara' all'insegna della lotta agli sprechi e all'evasione e che si bloccheranno gli stipendi per gli statali, senza abbassarli, in controtendenza con il resto dell'Europa. Non verranno toccate, hanno concordato premier e ministri, sanita', previdenza, comuni ed UNIVERSITA'. E si procedera', come si sta facendo in queste ore, in stretto raccordo con le parti sociali."
RispondiEliminachi sa qualcosa?
Sentite, io la vedo cosi': le divisioni su queste proposte sono figlie di
RispondiEliminaa) Benaltrismo (si,si, ma ci vorrebbe benaltro, in USA, in Giappone...)
b) Malafede (cazzo volete, io in pensione NON CI VADO)
Questo in particolare nel PD dove ognuno ha un bisogno insopprimibile di fare il cazzo che gli pare e far vedere che e' "indipendente"
Nessuno, neanche loro.
RispondiEliminaInfatti col fatto che il Berlusca non ci aveva piu' voglia neanche di capirci qualcosa, e si occupava solo di fare le campagne lettorali e poi di escort, Tremonti si e' pigliato tutto il potere decisorio (tranne, in effetti, il sistema-Protezione Civile che ha dovuto lasciare alla Cricca).
Caro euroscience,
RispondiEliminaal di là dei contenuti,le proposte che leggi sono state elaborate dai responsabili che si occupano di università, naturalmente ascoltando vari soggetti interni, e saranno votate dall'assemblea nazionale del PD del 21-22 maggio. Sulla questione di chi impegnino, non so risponderti.
@ LUCAS
RispondiEliminaè mai possibile che le senatrici del pd siano le più forti oppositrici della proposta del pd sul prepensionamento?
a me pare surreale.
segnalo, per quel che vale, una mozione CUN di ieri piuttosto critica nei cofronti del DDL
RispondiEliminaIl CUN "Rileva l'imprescindibile necessità di un'adeguata programmazione nazionale e locale, che tenga conto dell'urgenza di un nuovo reclutamento e dia concreta risposta all'ineludibile esigenza di un rinnovamento generazionale.
http://www.cun.it/media/105199/mo_2010_05_12.pdf
l'intervento del cun si traduce così: va bene la governance, va male la riforma del reclutamento. senza soldi non si va da nessuna parte.
RispondiEliminadifficile dargli torto.
@insorgere:
RispondiEliminapurtroppo si sapeva che alcuni membri della commissione non condividevano l'emendamento. I parlamentari non hanno vincolo di mandato, per cui se non condividono una proposta sono liberi di non votarla.
Ora guarderei avanti: intanto è importante che l'assemblea nazionale del PD di oggi e domani voti una proposta che contenga al suo interno i 65 anni, poi quando l'emendamento sarà ripresentato in aula si vedrà. I senatori esterni alla VII sono meno coinvolti nelle vicende universitarie, per cui è probabile che gran parte di loro sostenga gli emendamenti ufficiali.
Il problema vero però è nella maggioranza, nel senso che, se il centrodestra vota contro, non sarà certo il manipolo di senatori del PD che voterà in dissenso dal gruppo a doverci preoccupare.
@ lucas
RispondiEliminacapisco, però compito dell'opposizione sarebbe di trovare falle in maggioranza e aprire contraddizioni.
invece quelli del pd mi pare sian maestri ad aprire contraddizioni al proprio interno...
ma il blocco avrebbe effetto immediato?
RispondiEliminao dal 2011?
Scusate forse ho capito male ma si vuole dire che chi vince il Concorso da Ricercatore I e II sessione 2008 non prendera' servizio? Vale per tutte le Universita'?
RispondiElimina@ attila e anonimo
RispondiEliminanessuno sa nulla di preciso. bisogna aspettare di vedere il testo. credo che allo stato non sappiano bene come stanno le cose nemmeno nei palazzi romani, son presi dalle trattive dell'ultimo minuto
quello di cui si parla è la conferma del blocco del turn-over, che doveva scadere a fine 2010.
RispondiEliminama l'università non è coinvolta nel blocco che scade a 2010 (o sbaglio).
non si capisce.
Il testo definitivo sara' deciso settimana prossima?
RispondiEliminaUn'altra domanda : Per i prossimi concorsi da ricercatori a tempo determinato sara' possibile per le Universita' emetterli con "medaglione definito" cioe' con criteri per cui chi deve vincere vince perche' il Concorso e' indetto per lui con un protocollo di Ricerca gia' definito oppure sulla base dei titoli e pubblicazioni per un settore per es Med 19Etc....? Alla fine dei 3 +3 Ci sara' per lui un budget per Professore associato o non ci saranno piu' ffondi per cui tutti a casa?
RispondiElimina@Attila
RispondiEliminaLa settimana prossima ci toglieremo tutti gli amletici dubbi. Inoltre, se vuoi avere qualche idea di come sono i bandi 3+3, puoi vedere quelli gia' usciti di recente (Bolzano, Milano Bicocca, Milano Cattolica, Roma 3, e qualcun'altra). Allo stato attuale dei fatti, non c'e' nessun obbligo per chi bandisce i 3+3 di avere budget per far diventare tutti associati. E d'altra parte visti i tagli macroscopici, sarebbe impossibile bandire per chiunque...
@Attila
RispondiEliminaInfine, se vogliamo dare uno sguardo al passato, la Bocconi (che peraltro campa su abondanti finanziamenti privati) bandi' nel mio settore 5 posti di "assistant professor", una cosa molto simile al 3+3, e alla fine e' riuscita ad avere solo 2 posti da associato in quel settore. Se la Bocconi, in tempi di vacche grasse e coi soldi privati, ne ha potuti prendere solo 2 su 5, vi lascio immaginare le altre, strangolate dai tagli...buon weekend.
GRAZIE era come supponevo.
RispondiEliminaVorrei ora entrare nel documento di Melone.
RispondiEliminaStupisce leggere che Melone concepisce la fase postdottorale come fase di "Formazione e ricerca", per la quale propone dei Contratti specifici (CUFR) concepiti udite udite come
"contratto a causa mista di natura subordinata finalizzato all’acquisizione delle competenze, delle abilità e dell’esperienza necessaria per l’accesso alle attività di ricerca"
Ah, sì? Ma Melone pensa che un post-doc non sia ancora "acceduto alle attivita' di ricerca"?? Manco per un dottorando la concepiamo cosi' la reale situazione, per quanto proprio in tal ruolo andrebbe casomai bene che la
"contribuzione previdenziale è quella prevista per l’apprendistato di alta qualificazione"
Insomma questo CUFR e' piu' che altro un accomodamento della fase dottorale, di cui invece non c'e' traccia di parola nel documento. Sbagliatissimo - non c'e' un solo documento al di la' di Chiasso che non consideri la fase dottorale come il primo stadio della carriera del ricercatore.
Altri commenti a puntate...
Renzino, prima delle prossime puntate, si chiama Meloni non Melone! E comunque la sua ricerca sembra averla fatta solo all'AREL - consequently, he does not know how REAL research works! Comunque, riguardo al tuo ultimo statement almeno in UK il dottorato non e' ufficialmente richiesto per posti accademici, o di research fellow. Publications is what matters!
RispondiEliminaBene, ma qui vedo che il documento vorrebbe essere visimanto come "proposta del PD"...
RispondiEliminaQuello che intendevo, sul dottorato, e' che se tu stai descrivendo la carriera del ricercatori e non ci spendi sopra nenanche una riga stai andando allo sbaglio. Non stavo aprendo una discussione su quelli che devono o non devono essere i requisiti essenziali per posti da accademico, tipo "Lecturer". Non so se mi sono chiarito - tra l'altro, pero', ti invito ad andare piu' sotto nel documento di Meloni
http://www.partitodemocratico.it/dettaglio/100174/
dove dice che dal 2016 vorrebbe il dottorato come titolo "necessario per partecipare alle procedure di selezione per il CUFR e il contratto dei ricercatori in formazione" (non commento questo punto, mi interessava l'inquadramento generale)
Scusate l'ovvietà, ma i buchi dovrà riempirli chi li ha fatti. Mi sembra scontato. Riprendiamoci il nostro futuro cazzo.
RispondiEliminaSiamo giovani ma non coglioni, spero!! Vuoi vedere che dopo che sono entrati cani e porci, amici di parenti, mogli figli e mariti, carriere lampo, tecnici ed amministrativi che è già tanto se li vedi o se gli chiedi di fermarsi 25 secondi oltre il loro orario, baby pensionati ecc. arriviamo noi che non c'entriamo un cazzo e per avere un misero assegno o una borsa dobbiamo avere una produzione scientifica modello Harvard. Ma fetemi il piacere!!!
Viulenza e basta, non vedo altra soluzione per farci ascoltare.
Se vabbe', vai a dormire Ganjalf che è meglio...
RispondiEliminaEuroscience, ma ti sei fatto vedere da qualcuno di recente? Questa storia del "noi europei" "voi italiani" è sintomo di qualche problema nella percezione del sé.
RispondiEliminaTu vuò fa l'europeo! Europeo!
ma si nato in Italy!
siente a mme non ce sta' niente a ffa
@ euroscience
RispondiEliminahai perfettamente ragione su meloni. il punto però è politico e non tecnico: ti spacciano il post-doc come formazione per giustificare la precarietà.
ancora ti stupisci?
@ insorgere
RispondiEliminaNon mi stupisco, e' l'ideologia ufficiale italiana. Ma per questo ho cominciato con il chiedere delucidazioni politiche, su chi fa cosa in questi partiti, e con che responsabilita'.
Insomma, qualcuno dica al PD che le analisi non si tirano fuori dal cilindro in questo modo oggidi', e che - dal mio punto di vista (e di molti altri, vorrei sperare - mi interessa sapere come si colloca il partito rispetto a riflessioni "ufficiali" tipo quelle che sono state fatte in Europa in questo decennio, e che sono come e' noto riassunte nella "Carta Europea dei Ricercatori"
http://ec.europa.eu/euraxess/index.cfm/rights/index
Non vorrei che il PD fosse piu' indietro, per dire, dell'Universita' di Foggia o di Palermo.
Insomma vorrei capire se possiamo cominciare, come in ogni sistema teorico che si rispetti, dalle definizioni
RispondiEliminahttp://ec.europa.eu/euraxess/index.cfm/rights/definitions
e se non vanno bene quelle li' al PD, perche'.
Nei nuovi concorsi da ricercatore e' prevista una prova in cui si illustrano i Titoli .Si dovranno illustrare solo i Titoli o per titoli si intendono anche le pubblicazioni?
RispondiEliminaAttila et al.
RispondiEliminaDI queste cose si e' parlato estensivamente in precedenza per mesi. Non nei commenti, ma nei post proprio. Basta fare un giro e dare un'occhiata in questo blog e trovate le risposte a quasi tutte queste domande tecniche, e non preoccupatevi se i post sono dell'anno scorso, tanto non e' cambiato NULLA nel frattempo.
@ Attila
RispondiEliminasu questo punto i post vecchi si sono divisi, sembrava prevalessero giuristi che leggono nella norma la parola Titoli diversa da quella Pubblicazioni. Quindi all'orale in teoria potrebbero chiedere solo i titoli (quando e come ti sei laureato addottorato ecc. ecc.) e non la discussione delle pubblicazioni.
A me, sinceramente, pare impossibile che questo accada, e del resto la maggior parte delle volte le pubblicazioni nascono dal lavoro di ricerca svolto nel dottorato, post-doc, assegni ecc., quindi in fondo non si potrebbe stabilire un confine così netto.
Spero che gli altri ti diano risposte più nette e definitive perché interessano anche me. Comunque resterà la discrezionalità delle commissione, temo.
@cirano
RispondiEliminaNel DDL sui lavori usuranti NON firmato da Napolitano, ci sono due emendamenti, uno che abolisce il numero di pubblicazioni presentabili ai concorsi, uno che estende il colloquio a titoli E pubblicazioni. Il fatto che si sia sentita l'esigenza di presentare il secondo emendamento sembra chiarire che, nella legge attuale, il colloquio e' solo sui titoli. Il DDL e' sempre li' che se lo rimpallano fra camera e senato, a quanto ne so.
Quindi, per ora, solo titoli. Ma e' anche vero che le commissioni andranno oltre, e sara' difficile far rispettare la legge, anche perche' i cadidati mica possono mettersi a fare questioni (cosi' si fanno prendere bene bene sui coglioni...). E comunque, ancora, di questi concorsi quanti se ne sono svolti?
@Euro
RispondiEliminaA MelonI ci s'e' provato a fargi mettere il CUFR come contratto di lavoro dipendente a tempo determinato. Purtroppo e' un tabu' che si portano dietro (legge Treu? Andreatta? Gli Illuminati? sonasega...).
Ti ricordo, anche che un anno fa teneva banco la proposta Modica, che puoi oggi leggere stando comodamente seduto sulla tazza del cesso a S.Andrea delle Fratte (basta srotolare). Quindi noi ci siprova a migliorare la proposta Letta->Carrozza-MelonI. Pero' io per me sto gia' lavorando a quella che verra' dopo.....
Di nuovi concorsi non se ne sono ancora svolti .Quindi per legge dovrebbe essere solo sui Titoli e non sulle pubblicazioni.Mi sembra un po'strana una discussione sui titoli .Uno cosa fa elenca i propri Titoli? la commissione quindi potrebbe chedere qualche precisazione sulle pubblicazioni ma seondo legge il giudizio dovrebbe essere gia' stato espresso prima della discussione quindi cosa si precisa nell'ultima prova?
RispondiElimina@ Attila
RispondiEliminaSulla materia dei concorsi, ribadisco l'opinione che nella tradizione amministrativa italiana per "titoli" non si intendono solo i titoli di studio, ma anche le pubblicazioni, ed altri titoli scientifici e professionali.
"Titolo", insomma, e' un descrittore generico di una categoria di requisiti, talche' i concorsi vengono genericamente classificati, i.e., "concorsi per titoli ed esami", "concorsi per titoli", "concorsi per esami", o anche eventualmente "concorsi per titoli e colloquio" se si vuole precisare che l'esame in parola e' solo orale.
Di tutto questo potete trovare ampia rappresentazione nelle varie raccolte di bandi o nell'esperienza amministrativa di ogni genere e grado, ancorche' si possa in questo caso scrutinare in modo specifico il testo della legge in questione, scritta ovviamente con i piedi.
Ma questa discussione non e' una prova per cui non dovrebbe essere fonte di giudizio.Il giudiziodovrebbe essere gia' stato espresso precedentemente giusto?
RispondiElimina@ Attila
RispondiEliminaRibadisco che qui ci sono altre persone che hanno opinioni diverse dalle mie, ma per me se uno fa un colloquio c'e di conseguenza anche un qualche giudizio sul colloquio altrimenti che lo fai a fare?
Infatti e' quello che penso anch'io.Da un certopunto di vista puo' essere corretto nel senso che la commissione puo' valutare se nelle pubblicazioni presentate il Candidato ha lavorato o ha messo solo il nome ; da un altro punto di vista il candidato non prededeterminato potrebbe essere bombardato di domande ....Vedremo vi sapro' dire visto che mi sono iscritto a qualche concorso ...
RispondiEliminaIn ogni concorso a posti di lavoro non puo' mancare il colloquio: figurati se il datore lavoro si autolimita escludendo uno strumento di contatto personale come il colloquio.
RispondiEliminaSe il datore di lavoro pensa che tale colloquoi non sia tipicamente condotto bene dal proprio personale incaricato della selezione, si premunira' di istruire questo personale con speciali indicazioni, direttive, corsi di formazione ad hoc: nessuno "nasce imparato", come dicono da qualche parte, e il mestiere del selezionatore e' un "extra" rispetto alla mera professionalità accademica garantita dal tipico docente memebro della commissione giudicatrice.
Quindi cosa vorresti dire ? Nella Commissione ci sono solo tre Professori Ordinari n in grado forse, di valutare i Titoli e le Pubblicazioni.Nonhanno fatto Corsi per valutare un possibile candidato ...
RispondiEliminaE male gliene deve incogliere.
RispondiEliminaNel resto del mondo civile chi serve in un comitato di selezione deve essere preparato a quell'incarico, ed adempierlo con professionalità e competenza secondo le norme che vi incombono.