sabato 1 maggio 2010

Scambio?



Il 29 aprile si e' svolta a Milano un'assemblea di ricercatori (precari e strutturati), che ha approvato la seguente mozione http://frondaprecaria.files.wordpress.com/2010/04/mozione-assemblea-milano-29-aprile-2010.pdf .
Alcune cose condivisibili, altre meno, ma in fondo e' sempre cosi' quando si fa una sintesi, no?
Infine, un punto che quelli che scrivono e commentano qua sopra criticheranno fortemente:

"la cancellazione delle previste misure di riduzione della presenza dei ricercatori e 

dei prof. associati nelle commissioni di concorso[...]"


Eh no! Intanto perche' ricercatori e prof associati adesso NON partecipano (salvo rare eccezioni, e menomale che son rare) alle commissioni di concorso. Poi perche' le commissioni "omogenee" per grado, solo ordinari,  sono al momento l'unica arma per limitare (un po') la ricattabilita' di commissari che vorrebbero far vincere i piu' capaci invece che i predestinati. E anche perche' questa richiesta da parte dei ricercatori di "tornare a contare" nelle commissioni di concorso sembra mirare a  partecipare al mercato delle vacche dove in cambio di una strizzata d'occhio si riceve, a tempo e modo, una ricompensa.

31 commenti:

  1. tra le richieste non condivisibili spicca la rivendicazione di congrui (che vor dì?) fondi per passaggi da RTI a PA.
    Questi, a casa mia, si chiamano concorsi riservati. I fondi ci devono essere per fare concorsi, ci mancherebbe, ma devono esser concorsi aperti a tutti, non posti riservati a passaggi di carriera. A diventare PA devono essere i più competenti a prescindere dal fatto che siano RTI o precari, italiani o stranieri

    RispondiElimina
  2. Chissa' che fine fara' Merafina, adesso che i Ricercatori hanno 2 coordinamenti...

    Beh alla fine avremo comunque il doppio delle cazzate :-)

    RispondiElimina
  3. Invece secondo me non è una questione di scambio, ma di vedere come nascono i concorsi dall'interno. La soluzione vera era rendere debole il membro interno (quindi al massimo ricercatore o associato), e ordinari gli altri due. Che questa misura dei tre ordinari risolva qualcosa, soprattutto nel momento in cui per ogni settore ci sono più concorsi, è un'illusione...

    RispondiElimina
  4. Ciao, io giovedì c'ero, alcuni commenti generali:
    1) Merafina era anche lui tra i convenuti, è intervenuto tra l'altro intervento a tratti condivisibile, per quanto iper-realista.

    2) la rivendicazione di "congrui" fondi è considerata da diversi ricercatori un adeguamento al ribasso ed è stata ottenuta dai precari presenti rispetto a precedenti stesure del testo.

    3) In generale, se vogliamo evitare lotte tra poveri, anche noi non non strutturati dobbiamo andare incontro alle richieste RTI.

    4) Ci sono margini di trattativa, non sprechiamoli.

    5) Teniamo presente che per molti RTI non è affatto semplice prendere la decisione ad es. di sospendere la didattica, anche per l'ostracismo miope dei colleghi.

    Saluti,
    MAURO_PD

    RispondiElimina
  5. Sì, i tempo indeterminato dicono solo cazzate, i precari sono i difensori della libertà e sono pronti alla rivoluzione. Vai, euroscienze, quando dai il via alla rivolta facci un fischio anche a noi... :)

    Comunque la domanda resta: qualcuno di voi è andato a Milano?

    RispondiElimina
  6. Universifà, non ho detto che _tutti_ i TI dicono cazzate, ma che sia il comitato di Merafina (vedere sua proposta, please) sia questo nuovo qua stanno nel solco delle molte cazzate.

    Sarebbe bello mettere ai voti con sistema tipo CINECA (segreto) i loro documenti a tutti i ricercatori TI, e vedere cosa viene fuori.

    RispondiElimina
  7. so benissimo come è maturato il documento finale. se le precedenti versioni era indubbiamente peggiori (per quanto riguarda passaggio RTI-PA) anche quella finale non si distingue per limpidezza.
    rimane l'enunciazione di posti riservati per il passaggio di carriera, mentre tutti i concorsi devono essere liberi ed aperti: non esiste un diritto al passaggio di carriera! esiste la possibilità di meritarsi un ruolo che va messa in relazione al rendimento scientifico a prescindere dalla posizione occupata nel sistema.

    RispondiElimina
  8. Io mi domando, gli assegni scadono, i soldi finiscono, il Firb una presa per i fondelli, speranze nel privato nessuna (vedi GLAXO)..a ragà ancora si perde tempo a discutere di minchiate: documenti, chiacchere e bla bla bla.

    O si Organizza una protesta seria oppure meglio chiudere il sito e andarsene al mare che cominciano le belle giornate!! La melma nera ci travolge e noi si sta a chiaccherare. Ma siamo così molli??

    RispondiElimina
  9. Sono daccordo con MauroPD.
    Il testo del documento nel suo complesso non è male. Soprattutto segna una grossa distanza con le rivendicazioni di Merafina e questa è un passaggio molto importante che non andrebbe contrastato. La speranza ora è che questo movimento si possa strutturare in una associazione, distinata dal CNRU, in modo che i tanti ricercatori strutturati che non si riconoscono nelle proposte ope-legiste di Merafina abbiano dei propri rappresentanti "con le palle" che possano fare da interlocutori nelle sedi istituzionali, ma anche sulla stampa.

    RispondiElimina
  10. Faccio tanta cacca e non me ne pento.

    RispondiElimina
  11. Nuova mozione della CRUI.

    Oltre la reiterata richiesta di un piano di assunzioni per professori associato, la parte finale è interssante:

    http://www.rettore.unifg.it/dwn/documenti/Mozione%20CRUI%20sui%20ricercatori%20aprile%202010.pdf

    RispondiElimina
  12. Strano che non l'abbiano messa sul loro sito web, si vede che era un messaggio per gli addetti ai lavori - visto che si stanno arrovellando in Commissione.

    RispondiElimina
  13. (parte 1 di 2)

    o ero presente in rappresentanza del Coordinamento Precari PoliTO.

    Repliche in ordine sparso ai commenti scritti sopra.

    1) E' stata votata la costituzione di un coordinamento nazionale (indipendente e con nome diverso da CNRU) a partire dall'assemblea del 29/4, con due rappresentanti per ateneo. I rappresentanti dei quattro atenei proponenti (Cagliari, Milano, Napoli e Torino), tra cui Ferretti di Unito con cui noi, precari di Polito ed Unito, ci siamo confrontati lungamente prima del 29/4, spingono per la protesta ampia e condivisa.

    2) Il documento approvato e' frutto di modifiche/integrazioni fatte al volo durante gli interventi, con votazione punto per punto (su alcuni dei quali vi e' stata ulteriore discussione) fatta nel tardo pomeriggio. Al termine della prima vera assemblea nazionale dei ricercatori, non ci si poteva certo aspettare di produrre un articolato di legge ... qualche incogruenza e' rimasta, ma un gruppo si e' preso l'incarico di redigere un documento coerente ed organico a partire da quello votato e di sottoporlo nuovamente ai partecipanti che si sono registrati. Complessivamente mi sembra alla fine un buon risultato (intermedio).

    3) Un punto non esplicito o comunque non troppo chiaro e': il mantenimento degli RTI, *ma* con trasformazione delle tre fasce in una unica con almeno tre livelli. L' "almeno" e' stato chiesto da alcuni per avere la possibilita' di disegnare un sistema diverso dall'attuale. I *tre* livelli sono stati richiesti, tra gli altri, anche dai precari perche' l'ultimo livello significa mantenimento degli attuali RTI. Nella opzione fascia unica, i passaggi RTI -> PA corrispondono ad una progressione (che e' cosa diversa dal reclutamento): non e' stato definito chiaramente con quali criteri avverrebbero i passaggi tra i livelli (c'e' solo un riferimento alla valutazione nazionale). Questo e' un punto delicato a cui dovremo stare attenti quando scriveranno il documento organico.

    RispondiElimina
  14. (parte 2 di 2)

    4) Riconfermo che molti precari sono intervenuti sin dalla mattina evidenziando da una parte l'importanza che la protesta sia condivisibile anche dai precari e dalle altre componenti universitarie (gli studenti per primi - dato che subiranno l'effetto della protesta) e dall'altra le criticita' nel documento iniziale. Come precario io sono intervenuto: (1) sulla necessita' di rimuovere le quote per i finanziamenti straordinari per concorsi (anche se erano sul totale degli strutturati e non una ripartizione tra strutturati e precari); (2) all'atto di votare sul mantenimento o meno dell'RTD, dicendo non c'e' contrarieta' a questa posizione se non sostituisce la terza fascia (o il suo equivalente in fascia unica) e se invece sostituisce la pletora di contratti parasubordinati; (3) sull'abbassamento dell'eta' di pensionamento, ovviamente per tutte le fasce e non solo per i RTI. Considerazione: dato che a livello nazionale noi precari abbiamo scarsa capacita' di aggregazione, penso che dovremmo agganciarci alla protesta degli strutturati, lavorando insieme a loro per rendere/mantenere le rivendicazioni condivisibili e comunque compatibili con quelle dei precari. La direzione che hanno preso con l'assemblea del 29/4 mi sembra quella giusta. Per esempio io proporro' al coordinamento precari di cui faccio parte di integrare questo documento con rivendicazioni specifiche dei precari e di sottoporlo ai precari.

    5) Merafina ha detto cose iper-realistiche ed in parte condivisibili (e' partito dall'assunto che sui finanziamenti non si muovera' una foglia), ma in queste, in realta', ha tentato surrettiziamente di far rientrare la sua proposta di ope-legis: infatti nel ruolo unico proponeva solo *due* fasce (che implicherebbe la promozione automatica di tutti i ricercatori ...). E in ogni caso, e' vero che finora Tremonti e' stato inamovibile, ma la leva potenziale che hanno in mano i RTI e' molto forte; inoltre senza reintegro dei tagli e fondi aggiuntivi non andiamo da nessuna parte: noi precari, gli atenei, ...

    6) Mi sembra fondamentale che abbiano chiesto una valutazione a livello di struttura (Dipartimento). Si e' discusso molto se eliminare il riferimento al Dipartimento come struttura per rispettare l'autonomia dell'ateneo lasciando la possibilita' di scegliere quale struttura (per esempio la scuola), ma alla fine la maggioranza ha votato per mantenere il riferimento esplicito al Dipartimento.

    My two cents.

    RispondiElimina
  15. @ mino

    Interessante e inquietante.

    Interessante perche' chiedono una tenure track vera introducendo dei vincoli per gli atenei ad effettuare la chiamata diretta al termine del periodo.

    Inquietante (per i precari) perche' nei sei primi anni di tenure track dall'approvazione del DDL chiedono un aumento delle quote per la chiamata ad associato degli attuali RTI (si stanno evidentemente riferendo alla chiamata diretta RTI->PA degli emendamenti di Valditara, che suggeriscono di far approvare ...).

    Richiesta che, aggiunta alla retroattivita'del limite complessivo di 10 anni per il pre-ruolo anche agli attuali assegnisti (su cui non c'e', purtroppo, alcun emendamento), si traduce in:

    1) mandiamo a casa gli attuali precari
    2) ricominciamo il reclutamento dei giovani da zero mediante tenure track
    3) nel frattempo facciamo passare associati quanti piu' RTI possibile

    Il fatto che la richiesta sia datata 29/4 e' un chiaro segnale anche per blandire gli RTI...

    Diciamo rispetto al futuro che vedono per i precari i Rettori hanno gettato definitivamente la maschera ...

    RispondiElimina
  16. cercasi ricercatori precari per azione di class action contro ministero e università per ingiustizie contratti a termine pluriennali e assegni di ricerca.

    Richieste:

    1 Riconoscimento anni di anzianità ed eventuali scatti stipendiali (si pensi a precari da 10 anni)

    2 Riconoscimento mancati contributi ai fini pensionistici (per anni abbiamo pagto una miseria di INPS e con il sistema contributivo è che come se avessimo buttato nel cesso 10-15 anni di lavoro)

    3 Contratto a TI per ricercatori con pluriennale esperienza, pubblicazioni con IF ecc.

    Perchè devo condividere la mia attività lavorativa con colleghi 50enni, che diventati di ruolo a 28-29 anni senza dottorato e titoli ora godono di stipendi maggiorati da scatti stipendiali (che noi non abbiamo avuo) e con contributi INPS da paura (rispetto ai nostri) e con la garanzia del posto fisso a vita.


    Generazione '70 inculata senza possibilità di riscatto???

    RispondiElimina
  17. Rudo, la class action e' quella che la generazione dei Sessantottini ha fatto a quella successiva: coerentemente con la propria ideologia. Una lotta di classe per metterlo nel baugigi a quelli che venivano dopo, gozzovigliando e rubando il loro futuro - e quello del Paese tutto.

    Parte della strategia consisteva anche - ca va sans dire - nel disinnescare ogni meccanismo di ritorsione nei propri confronti, anzi, trasformando il potere in rincoglionimento e schiavizzazione.

    Non c'e' un cazzo da riconoscere, hai accettato tutto liberamente, e hai gia' firmato tutto senza possibilita' di riscatto. Adesso non ti rimane che rimirarti quella scopa che ci hai nel culo e spazzare il Dipartimento.

    RispondiElimina
  18. I rettori sono comunque a loro volta alle prese con una generazione intera di PO e PA che sta andando in pensione. Hanno bisogno velocemente di PA, non lo fanno per amore nei confronti dei RTI.

    Io trovo il documento di Milano eccellente, data la situazione, anche perché cerca, per la prima volta, di superare davvero questa dicotomia ricercatori/precari...

    RispondiElimina
  19. eh sì bisogna convergere ricercatori e precari sul documento dell'assemblea 29/4

    RispondiElimina
  20. euroscience, ti sembrerà banale ma io penso che siamo messi in questa situazione anche per colpa di gente come te. Diversamnete dagli anni 68-70, quando i lauerati erano in quattro gatti e l'azienda italiana funzionava ancora, ora la situazione la si accetta per disperazione. Comunque se la pensi così perchè allora non frquenti il tuo laboratorio gratis come un buon volontario della ricerca.

    RispondiElimina
  21. A propostito di 'tenure track', mi sa che il termine venga usato a sproposito. Nel sistema nordamericano ...'Academic tenure is primarily intended to guarantee the right to academic freedom: it protects teachers and researchers when they dissent from prevailing opinion, openly disagree with authorities of any sort, or spend time on unfashionable topics.' A voi sembra che la protesta dei ricercatori precari abbia a cuore 'academic freedom', o piuttosto un confortevole posto da statale (meglio se per ope legis come nel passato)? Altri miei commenti lo ho messi nel Gleminometer2. Qui aggiun gerei una considerazione: ma non e' che le organizzazioni di ricercatori spingono per una soluzione ope legis anche perche' han paura di far poi i conti, se venisse fuori un sistema di reclutamente non troppo fuori dal mondo' non solo con vari ricercatori bravi preacari che sono in Italia, ma con gli almeno due o tremila che sono da tempo all'estero e potrebbero ritornare con CV ottimi a competere per le stesse posizioni che si verranno ad aprire? Questa e' una stima riduttiva - quasi la meta dei ricercatori stabilmete all'estero avrebbero voglia di tirornare in Italia. Togli l'effetto di repulsione da Lega, Mr. B ed aalt Lega e varie condire amenita' italiche, piu' problemi familiari, logistici e pecuniari (e.g. la debolezza ellasterlina), rimarrebbero forse circa il 10% dei circa 30000 ricerctori italiani all'estero pronti eventualmetne a tornare. LO sanno questo i nostri legislatori?

    RispondiElimina
  22. Lo sanno lo sanno... Ma non e' nemmeno considerato un problema ("voi uno stipendio ce lo avete, no?")

    RispondiElimina
  23. @ mauro
    la richiesta di RTI non c'entra con la tenure, perché la tenure equivale alla nostra stabilizzazione a tempo indeterminato che garantisce piena libertà da condizionamenti nella scelta dei temi di ricerca.
    ora questo loro lo hanno già, se lo vogliono. voglino solamente un aumento di stipendio e - above all - mettere prof. sul biglietto da visita

    RispondiElimina
  24. Io più che gli italiani all'estero, che non sono un problema, essendo la mobilità un valore, farei entrare qualche straniero che è all'estero. Quello deve essere l'obiettivo.

    RispondiElimina
  25. @ dingo
    non si tratta di creare artificiosi flussi migratori, basta aprire i concorsi e renderli puliti. a quel punto - se gli stipendi saranno consoni - si presentaranno i migliori e i migliori vinceranno. a prescindere dalla nazionalità

    RispondiElimina
  26. Dingo
    Il problema e' duplice, se vogliamo essere onesti
    1) Uno straniero che voglia venire in Italia e' disincentivato sotto tutti i puti di vista. Finche' da noi non ci sara' un sistema "attrattivo" per cui un tedesco voglia venire a fare il phd, il postdoc o il prof in Italia, non potremo dire di esserci "rimessi in pari" col resto dei paesi dove si fa una ricerca competittiva
    2) Tedeschi, francesi, inglesi, olandesi, svedesi vanno spesso, se non tutti, per anni lontani dal paese d'origine. Come, in parte, gli italiani. MA con una differenza fondamentale: LORO se vogliono, e se hanno pubblicato e prodotto bene, trovano spazio per rientrare nel paese d'origine. NOI no, e nell'Accademia come negli Enti vige la regola che chi abbandona la trincea "vuol dire che non era abbastanza motivato" "non ha saputo aspettare il suo turno" "era un ragazzo troppo ambizioso" (aggiungere a piacimento). Questo e', oggettivamente, un altro problema, ed una delle peggiori discriminazioni che gli italiani che "emigrano" sentono nei confronti dei colleghi stranieri di cui sopra.

    Ovvio che un sistema sano dovrebbe risolvere sia 1) che 2)...

    RispondiElimina
  27. Giusto per aggiungere una esperienza, abbiamo aperto un canale ERASMUS con la Germania da 4 anni.
    In 4 anni abbiamo mandato in Germania per tesi circa una decina di studenti, studenti tedeschi venuti da noi: ZERO ! Ciò nonostante la nostra totale e completa disponibilità nel seguirli ed indirizzarli.

    Non è solo un problema relativo a post-doc e dottorandi, già a livello degli studenti il nostro paese non ha alcun richiamo sugli studenti nord-europei.

    RispondiElimina
  28. Non sono mica scemi - chi viene a seguire corsi fatti da professori autoreferenziali e boriosi?

    RispondiElimina
  29. concordo con la diagnosi di euroscience

    RispondiElimina
  30. Per me chi vuole tornare non è più importante di uno straniero che dovesse voler venire. La ricerca non è un ammortizzatore sociale per espatriati desiderosi di riabbracciare il sole della penisola, ma un investimento del paese e deve selezionare i migliori, italiani in Italia, italiani all'estero o stranieri che siano. Basta con i rientri dei cervelli!

    RispondiElimina
  31. Non so se sia stato detto... (i post sono tanti) ma non dimentichiamo che un RTI in commissione di concorso per la nomina di un collega che magari sarà più bravo di lui e competerà per la futura posizione da associato è già di per sè incongruente... non verranno mai selezionati i mgliori in questo modo, secondo me. E' meglio che in commissione ci siano solo ordinari.

    RispondiElimina