giovedì 3 settembre 2009

Castelli in aria (Pubblicata dal Giornale di Brescia)


Caro Direttore
Terminata la pausa estiva, il dibattito sulla riforma universitaria è ripreso vivace sugli organi di stampa. In particolare, l’Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI) ha portato all’attenzione dei media alcuni provvedimenti che sembrano fare a pugni con il decantato “nuovo corso” meritocratico.
Con un articolo richiamato in prima pagina sul Sole24Ore il giornalista Gianni Trovati ha infatti evidenziato che, in barba all’abolizione prevista nelle legge 1/2009, ci sono Università che bandiscono ancora concorsi dove si prevedono prove scritte e orali, che sono state in passato il passaggio preferito per le manipolazioni che rendevano i concorsi una farsa di cui si conosceva la conclusione fin dalle prime battute. Ma peggio ancora, proprio quando si asserisce che la valutazione dei candidati dovrà basarsi solo ed esclusivamente sui titoli e sulle pubblicazioni, si introducono limiti massimi (MASSIMI!) al numero di pubblicazioni presentabili, in alcuni casi limitandole a solo 3! Insomma, la corsa alla meritocrazia si fa col freno a mano tirato.
La nostra Associazione ha fornito uno studio di questo nuovo fenomeno, monitorando i “nuovi” concorsi e sottolineando i casi “anomali”. A stretto giro di posta sono arrivate le puntualizzazioni e le smentite da parte dei Rettori delle Università prese in analisi (dal Ministro e dal MIUR invece nessun commento su questo che, quando si tratta di fare annunci, è un loro cavallo di battaglia). Il Rettore dell’Università di Foggia, in una lettera al giornalista del Sole pubblicata sul suo blog personale, in prima battuta difende la scelta di introdurre limiti alle pubblicazioni, ma sollecitato sull’opportunità di innalzare i limiti e renderli omogenei in tutti i bandi dello stesso tipo, si dichiara disponibile a portare la proposta nel suo Senato e alla Conferenza dei Rettori, dimostrando un'apertura e una onestà intellettuale che spero possa essere presa di esempio dagli altri rettori. A Cassino invece si invoca la legittimità della procedura, chiudendo ad ogni possibile messa in discussione del privilegio delle Facoltà di stabilire un tetto massimo al numero di pubblicazioni “secondo gli standard del settore” (ma gli standard non dovrebbero essere sui limiti MINIMI anziché MASSIMI?). Incredibilmente il Ministro Gelmini, in un virgolettato su L’Avvenire, afferma che: “Alcuni atenei hanno subito cercato la scappatoia - denuncia la Gelmini - ad esempio hanno messo un tetto massimo alle pubblicazioni, dando accesso solo a chi non abbia superato il numero!"; di seguito minaccia azioni legali nei confronti di tali procedure, dimostrando di non avere chiaro che il limite non impedisce a chi ha piu’ pubblicazioni di presentarsi, ma solo di non poter presentare piu’ pubblicazioni! Quanto alle azioni legali, l’unica che avrebbe un senso sarebbe, semplicemente, cancellare per legge la possibilita’ di introdurre suddetti limiti. Sulla questione della reintroduzione delle prove orali, il Rettore dell’Università del Molise fa sapere alla nostra Associazione che “sul piano sostanziale il termine ‘prova’ [nei bandi di concorso in oggetto] non è stato utilizzato nel significato di ‘prova’ in senso tecnico… “.
Di fronte a tali pratiche e all’inerzia ministeriale si può dire che tutto il dibattito sulla riforma meritocratica del sistema universitario sia stato inutile: stiamo in definitiva parlando da mesi di castelli in aria.. Il Ministero perdura nel taglio dei fondi ed intanto annuncia che nuove riforme verranno, disinteressandosi di quella che solo il 24 luglio scorso aveva definito come “rivoluzione meritocratica dei concorsi”: ad oggi dei 4000 posti “annunciati” ne sono stati banditi solo 170, senza che per questi, come per alcuni anche più vecchi, siano state ancora nominate le commissioni, di fatto bloccando del tutto l’iter (devono ancora svolgersi i concorsi per i posti bandi all’inizio del 2008!). Inoltre manca all’appello un decreto che rifinanzi i fondi per 3000 dei 4000 posti annunciati. Le Università dal canto loro non bandiscono i pochi posti assegnati, e quando lo fanno introducono nei bandi una serie di “ostacoli”, come quella sul limite massimo delle pubblicazioni presentabili, approfittando della “lentezza” (che rasenta l'immobilità) con cui la maggioranza di governo dovrebbe cercare di impedirli: l'emendamento per abolire la possibilità di porre tetti massimi al numero di pubblicazioni giace da mesi al Senato … e non è mai stato presentato un altro emendamento, richiesto da più parti, per introdurre un elementare elemento di trasparenza quale è quello di prevedere una graduatoria numerica alla fine di ciascun concorso (oggi incredibilmente assente, ed è forse l'unico caso fra tutti i concorsi pubblici!).
Senza la pressione ed attenzione costante di associazioni come l’APRI e il controllo da parte dei media, gli annunci difficilmente si potranno tradurre in realtà. Il Governo e le Università si comportano infatti come se non ce ne fosse bisogno…

6 commenti:

  1. Complimenti France!
    Si tratta, incredibilmente, del PRIMO contributo uscito sui giornali da parte di una associazione, sindacato, ecc. sul tema 'blocco concorsi' and so on.
    Il fatto che sia uscita sul Giornale di Brescia non è limitativo, anzi...
    Peraltro, l'articolo ha avuto già una discreta diffusione dato che è stato indicato nella Rassegna Stampa Crui.

    Segnalo anche un articolo di Maria Pia Garavaglia su Europa, dove però si parla praticamente di tutto tranne che dei concorsi!

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  2. Bene, me ne compiaccio. Soprattutto della inaspettata letterina tagliatissima su Repubblica. Ora direi di pubblicizzare la nostra iniziativa europea qui ma soprattutto presso Amabile, e Nino Luca.

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  3. credo non sia stato un errore pubblicare sia sul giornale di brescia che su repubblica. sono due lettere abbastanza diverse, e i lettori, tranne poche possibili sopvrapposizioni, sono diversi.

    complimenti!

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  4. Bravo France, ma la stella a cinque punte è un simbolo massonico!

    Tom

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  5. Caro France,
    vedi che l'Europa già t'ha ascoltato e letto, e Giose' ha scritto per l'appunto che:
    "I have always preferred, and I will always prefer, solid achievements over empty rhetoric. That is how Europe has been constructed – not on CASTELS IN THE AIR but on the solid foundations of the basic values which are at the heart of the
    European Union"
    nelle sue guideline politiche, mandate oggi ai capigruppo del Parlamento Europeo, vds.
    http://ec.europa.eu/commission_barroso/president/pdf/press_20090903_EN.pdf
    (in fondo a pag. 13)
    Cheers.

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  6. Quell'APRI li' e' un'APRI americana. Un sindacato, mi par di capire (brrrrrrr)

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