E' disponibile la bozza di Decreto Ministeriale per l'indizione della nuova procedura di valutazione delle università e degli enti di ricerca.
Nonostante il ritardo biblico sull'attivazione dell'ANVUR, vi sono diverse novità positive nella nuova tornata valutativa rispetto a quella precedente (e unica) 2001-2003:
- valutazione su base dipartimentale,
- saranno richieste le pubblicazioni di tutto il personale del Dipartimento, e non più le migliori x pubblicazioni; quindi i professori inattivi nella ricerca contribuiranno (negativamente) alla valutazione del Dipartimento;
- sarà coinvolto non solo il personale strutturato ma anche quello a contratto;
- la valutazione avverrà non solo mediante peer-review, ma anche con indagini bibliometriche cioè esaminando il numero di citazioni che di ciascun articolo (nei settori dove questo ha senso).
mi sembrano tutti ottimi passi in avanti.
RispondiEliminafinalmente!!!!
RispondiEliminaCerto ottimi passi avanti (ve la fate e ve la dite) peccato che intanto assegni e contratti scadano con poche speranze di rinnovo, per i più.
RispondiEliminaPerchè nessuno dice niente, perchè nessuno alza la voce per ricordare che per chi rimarrà a casa (magari dopo 5-6 anni di servizio) non ci sarà nemmeno la disoccupazione, perchè non si parla della vergogna dei nostri contratti. Come deve considerarsi un giovane assegnista 36enne (con dottorato ecc ecc)? Un lavoratore a termine, uno studente, un borsista, uno che non fa un ca..o dal mattino alla sera.
Dove si andrà a sbattere la testa alla fine dell'esperienza all'università.
Insomma datemi voi una risposta perchè in questo momento siamo gli unici a non protestare.
Parlo di proteste serie PER OTTENERE risultati a breve termine, non tra 25 anni.
Gabibbo, help us che qui con stà brunettata del merito ci stiamo segando le gambe da soli!!!
la vera domanda è: quando partirà davvero la valutazione???
RispondiEliminacmq è ottimo che siano considerati tuttii prodotti, inclusi quelli dei precari. questo può dare forza ai precari più bravi e produttivi
mmmmmmah!
RispondiEliminaLello, "perche'nessuno dice niente" per favore vallo a scrivere altrove (per esempio su ricercatoriprecari.wordpress.com dove chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato e nessuno si degna di aggirnarlo da 3 mesi). Noi e'da mo' che proviamo a dire qualcosa. Ma quando si e'trattato di organizzare una manifestazione simbolica s'é'mandata a monte per non piangere, proprio perche'di tutti quelli che invocano la rivoluzione non ce n'era manco mezzo.
Metteteci le facce, metteteci nome e cognome, rischiate qualcosa invece di fare sempre la morale a chi lo fa, ma non lo fa come piacerebbe a voi!
Chiedo umilmente perdono!!
RispondiEliminaSegnalo che si tratta del periodo 2004-2008, come da tempo sotto incubazione.
RispondiEliminaOttimo sistema, a parole. I fatti?
RispondiEliminaRichiamo un classico contributo del Prof. Figa' Talamanca, noto matematico e gia' componente del CNVSU, su questioni inerenti alla bibliometria. Si tratta di una famosissima (e citatissima)relazione ad un convegno tenutosi nel 2000, e visibile quivi
RispondiEliminahttp://siba2.unile.it/sinm/4sinm/interventi/fig-talam.htm
LA relazione va letta tutta fino in fondo - in particolare per i bio-medici.
@ lello
RispondiEliminaio l'ho scritto, e l'ho detto piu' volte qui.
puoi dare un'occhiata all'ultimo e al penultimo post.
ma il probelma degli assegnisti di lungo corso sull'orlo della disoccupazione qui sembra un non-problema.
Lo gnorri Cofferati si chiede cosa c'entri l'Art. 18 coi giovani. Appunto, non c'entra niente perchè i giovani l'Art. 18 non ce l'hanno.
RispondiEliminaL'Art. 18 e' lo strumento che il Primo, il Secondo e il Terzo Stato dei Garantiti hanno usato per far pagare il Prezzo della Flessibilità solo al Quarto, a quelli che stavano "fuori dalla fortezza". A chi ha dovuto beccarsi il conto dei gozzovigliamenti di quelli che si sono alzati dalla tavola senza saldare.
Bella Sindacatura del Piffero.
@ euroscience
RispondiEliminaFrancamente non riesco a capire come permettere ai datori di lavoro di licenziare SENZA GIUSTIFICAZIONE possa aiutare i giovani ...
INfatti tutte ste pippe sullárt18 sono degne dell'Acondroplastico Minor in cerca di autopromozione a Gondolo I. Nella realta' e' l'applicazione dell'Art18 che fa acqua, ovvero che l'unica giusta causa riconosciuta sia la violenza carnale post mortem della nonna e del canarino del datore di lavoro o il fallimento con pignormaneto deli beli braghi bianchi del sciur parun della fabbrica. Per non parlare del settore pubblico dove non si riuscierebbe a licenziare nemmeno il Mostro di Milwakee da personale ATA alle elementari.
RispondiEliminaCi vorrebbe un a riforma (rabbrividisco) della Giustizia per er Popolo,mica per Priapo...
Non e' "senza giustificazione", ma "senza ostacoli alla valutazione aziendale", che non e' ad libitum. Trattasi di curioso commento, peraltro, da chi promuove l'assunzione "senza giustificazione" anche nell'Ente pubblico.
RispondiEliminafinalmente!
RispondiEliminaGiuristi, ma un articolo scientifico pubblicato sul web come Advance online publication e con uno degli altri nomi con i quali le riviste internazionali chiamano gli articoli pubblicato in formato elettronico prima dell'uscita del fascicolo cartaceo, hanno valore nei concorsi? Cioé, se ho un articolo pubblicato in questa forma e l'uscita del fascicolo cartaceo avverrà probabilmente dopo la scadenza del bando, la commissione deve considerarlo una pubblicazione o può decidere di ignorarlo?
RispondiEliminase il sito web della rivista ha un codice issn conta come rivista online e quindi la pubblicazione è valida
RispondiElimina@Albert
RispondiEliminapuoi autocertificare specificando il doi.
doi? Spiegare please...
RispondiEliminaQuasi tutte le riviste scientifiche internazionali (o almeno quelle importanti) usano il Digital Object Identifier. E' un numeretto che assegnano a ciascun articolo (tipo codice ISBN) e che lo identifica in modo univoco. Per leggere un articolo di cui si conosce il DOI basta andare su dx.doi.org ed inserire il codice.
RispondiEliminaPero' secondo me ai fini del concorso basta autocertificare che si e' ricevuta la lettera di accettazione dall'editore. Dall'accettazione al DOI puo' passare del tempo, e comunque non tutte le riviste ce l'hanno.
@ Anonimo doi
RispondiEliminahttp://it.wikipedia.org/wiki/Digital_object_identifier
Scusate, ma se io ho pubblicato in volume la mia tesi di dottorato, devo comunque presentare al concorso anche fotocopia della tesi consegnata al Dipartimento? O in caso di pubblicazione presso un editore nazionale non importa?
RispondiEliminaSembra una cosa da poco ma anche per fare domanda a 5 concorsi, vanno via diversi soldini in copisteria!
Grazie
@ Albert
RispondiEliminasi', hanno valore. i bandi recitano espressamente ADESSO che gli articoli accettati sono pubblicazioni anche se non ancora editi.
per essere proprio tranquillo allega alla copia dell'articolo la lettera di accettazione ricevuta dalla rivista con tutti gli estremi, date, etc. se l'hai ricevuta per email, allega l'email.
se hai il link all'articolo gia' on-line specificalo. se hai il DOI metti pure quello.
sul fatto che tuttii commissari sappiano cos'e' il DOI io non ci giurerei. quindi meglio abbondare.
Ma lo avete visto che Pisa Normale HA CORRETTO TUTTI I BANDI?
RispondiEliminahttp://www.sns.it/it/borse/professoriricercatori/valutazionecomparativa/ricercatori0110/nota/
domanda per i giuristi: è possibile rettificare un bando già scaduto? cioè ha senso fare pressioni perché vengano corretti - come ha appena fatto la SNS - bandi parzialmente illegittimi, quando quei bandi sono già scaduti?
RispondiEliminami chiedevo la stessa cosa.
RispondiEliminail bando di Pisa non e' ancora scaduto infatti.
molte universita' hanno sbagliato in buona fede.
esporsi a ricorsi, ritardi e perdite di posti banditi non serve a nessuno. se e' lecito chiarire in questo modo bandi gia' scaduti sarebbe opportuno segnalarlo a tutti.
d'altra parte se i bandi fanno correttamente riferimento alla legge, si tratta solo di un errore di interpretazione degli amministrativi che hanno redatto i bandi, e per logica dovrebbe essere possibile un chiarimento come questo di Pisa.
giuristi all'ascolto illuminateci.
@ Giusy
RispondiEliminanon ho capito la domanda.
Hai pubblicato la tesi presso un editore e vuoi sapere se devi allegare ANCHE la copia semplice consegnata al dipartimento?
Se figura una volta sola nell'elenco delle pubblicazioni deve corrispondere una sola pubblicazione nelle cose che presenti.
O vuoi metterla due volte?
E anche GLAXO se ne va dall'Italia. Questo solo per sottolineare il fatto che per un precario che esce dal mondo accademico dopo anni di ricerca la strada non è salita,
RispondiEliminala strada non c'è proprio.
@ giusy
RispondiEliminaFai attenzione perché, almeno a quanto mi risulta, una tesi poi diventata libro va ovviamente messa tra le PUBBLICAZIONI, mentre la tesi di dottorato in sé va messa tra i TITOLI.
eventualmente starà poi alla commissione valutarla una sola volta. Credo proprio ti convenga spendere quei due soldini...
@ Anonimo
RispondiEliminache vuol dire "la tesi in se' va messa tra i titoli"?
il dottorato e' il titolo.
la tesi e' una pubblicazione (libro o non libro)
@ limite
RispondiEliminaLe pubblicazioni, per essere accettate, devono PER FORZA avere un ISBN o ISSN. La tesi non è una pubblicazione, ma è comunque da valutare.
Esperienza personale. Nell'ultimo concorso a La Sapienza per i 74 posti da ricercatore ho chiamato la responsabile giusto per chiedere se la tesi di dottorato veniva considerata una pubblicazione (e quindi doveva essere conteggiata per il calcolo del limite massimo di pubblicazioni fissato). La risposta è stata: "la tesi per noi è una pubblicazione e quindi va conteggiata comunque nel numero massimo ammissibile". Ovviamente non so come si comportano gli altri Atenei.
RispondiEliminaPersonalmente considero come titolo IL dottorato di ricerca, non la tesi di dottorato, come dopotutto per la laurea rispetto alla tesi di laurea. Ma posso sbagliarmi, voi che ne pensate?
Secondo me ha ragione Popeye. La legge italiana e' farraginosa e ambigua sulle pubblicazioni (fino a pochi anni fa vigeva il Decreto Luogodemenziale del '45), ma le tesi di dottorato sono comunque tutte conservate nelle Biblioteche Nazionali di Roma e Firenze, e quindi sicuramente vanno considerate pubblicazioni. In un bando recente (mi pare Roma 3) c'era poi l'OBBLIGO di presentarla tra le pubblicazioni e questo secondo me era ai limiti dell'impugnabilita'...
RispondiElimina@tutti
RispondiEliminaIo chiedevo se la tesi di dottorato, nei casi in cui è stata pubblicata da una casa editrice come volume con tanto di ISBN ed ovviamente allegata fra le pubblicazioni, debba ANCHE essere presentata nella veste di testo consegnato in Dipartimento e che i Commissari hanno avuto in mano al momento della mia discussione (la copia rilegata,per intenderci).
Chiedevo questo perché io non volevo allegarla, essendo il mio lavoro di ricerca già valutabile attraverso il libro che ne è risultato, ma non vorrei che i commissari mi opponessero il fatto che i bandi parlano di valutazione delle pubblicazioni "ivi compresa la tesi di dottorato".
Grazie
giuristiiii!!!
RispondiEliminase ci siete, battete un colpo! mi permetto di sollecitare un vostro parere sulla rettifica dei bandi (illegittimi) già scaduti.. (vd. mio post delle 18.00).
è possibile? se sì, comporta la riapertura dei termini?
Grazie!!
Max
@ Giusy
RispondiEliminail libro che ne e' risultato e' UGUALE alla tesi?
lo hai allegato insieme alle altre pubblicazioni?
nel tuo concorso c'e' un limite al numero di pubblicazioni che puoi allegare?
se non c'e' limite, e libro e copia consegnata al dipartimento sono diversi, e usciti a distanza di tempo, allega tutte e due.
se invece c'e' un limite, e le due copie sono praticamente uguali, allegala come tesi di dottorato che e' stata successivamente pubblicata con ISBN etc. avra' ancora piu' peso nella tua valutazione.
dopo di che, se il problema sono i soldi delle fotocopie, una stampantina laser costa ormai talmente poco (e una rilegatura a spirale un paio di euro) che dovendo stampare molto puo' essere un'idea averla in casa.
@ Popeye e Arsen
RispondiEliminagrazie del conforto circostanziato.
infatti la tesi di dottorato e' sempre stata una pubblicazione, proprio per il deposito presso le biblioteche di Roma e Firenze.
non a caso i bandi tipicamente recitano "le pubblicazioni, ivi compresa la tesi di dottorato"...
@limite
RispondiEliminaNei concorsi a cui faccio domanda fortunatamente non ci sono vincoli alle pubblicazioni presentabili.
La tesi è uguale al libro al 90%, nel senso che quest'ultimo è maggiormente rifinito e più completo, trattandosi di una parziale rielaborazione.
Grazie
@ Giusy
RispondiEliminaallora io metterei sia la tesi sia il libro.
non c'e' motivo di rischiare problemi per la mancanza della tesi, ne' tanto meno problemi perche' il libro non e' uguale alla tesi presentata per la discussione.
d'altra parte un libro pubblicato vale molto, e sarebbe un peccato non metterlo.
@ tutti
RispondiEliminastavo leggendo la bozza.
sbaglio o la produttivita' e' valutata per i ricercatori a tempo determinato, ma non per assegnisti, borsisti e dottorandi?
il punto 5 dell'Art 4. parla tra gli adempimenti delle sturtture di "verifica degli elenchi" di queste figure afferenti, ma non si parla della valutazione della produttivita' di questi.
In effetti non è molto chiara. Si parla, genericamente, di "personale a contratto", senza specificare cosa significa.
RispondiEliminaAssegnisti, borsisti e dottorandi sono definiti dai Soloni del CIVR come "ricercatori in formazione", peraltro unitamente agli Specializzandi in Medicina!!! IN-cre-di-bi-le dictu, ma evidentemnete i Medici devono sempre mangiarci sopra!!! (infatti il numero degli specializzandi equivale piu' o meno a quello di tutti i dottorandi) - leggere per credere all'Art. 13 comma 1 punto (c) [valutazione delle strutture].
RispondiEliminaPeraltro definire "ricercatori in formazione" gli assegnisti e i post-doc fa a pugni con tutta la politica che si e' andata elaborando in questi anni, e che stava cominciando a fare breccia anche anche in Italia con la Carta Europea dei Ricercatori.
Altre perl(on)e si possono leggere quando si consideri che nella valutazione dei Dipartimenti (Art. 16) la proprietà delle pubblicazioni - punto (b) - e' valutata in modo sconnesso dalla qualità (e anche solo per le pubblicazioni "eccellenti"!), mentre i punti (c), (d), (e) non hanno niente a che vedere con la valutazione dei risultati, ma sono indicatori di "input". Dubbi anche sul senso del punto (f), visto che gia' (a) considera i risultati effettivi.
Simili considerazioni si applicano all'Art. 13.
Insomma un bel misciotto, al quale si aggiungera' la confusione della bibliometria...
..la tesi di dottorato non è una pubblicazione neppure da un punto di vista legale, nonostante questo risulti affatto più ampio rispetto a quello risultante dal linguaggio corrente, perchè non rispetta i necessari requisiti legali: tra l'altro, c'è bisogno di un tipografo o di un editore.
RispondiEliminaPerchè il d.l. 180 si esprime in quei termini? Perchè:
1. è scritto coi piedi;
2. probabilmente, è scritto da un non-giurista;
3. si voleva dare la possibilità di far presentare un libro...anche a chi non aveva un libro o, in genere, pubblicazioni..tanto in Italia un dottorato di ricerca non si nega a nessuno.
Ora limite inizierà a dire che bla, bla, bla, ma io non intendo replicare. Vi dico semplicemente come stanno le cose, se poi ci volete credere o meno sono fatti vostri.
Tom
P.S.: una rettifica del bando non comporta necessariamente una riapertura dei termini, a meno che il bando così come modificato non consenta una partecipazione più ampia rispetto a quella rinveniente dalla formulazione originaria...buonanotte!
io non credo a niente di default quindi..
RispondiEliminahttp://www.cultura.toscana.it/biblioteche/deposito_legale/sintesi_regolamento.shtml
dunque se manca l'editore, ci vuole un tipografo.
e chi e' il tipografo?
colui che stampa?
chiunque sappia qualcosa di piu' preciso in merito ci illumini, visto che Bombadillo, dall'alto del suo sapere giuridico, nonostante il nick, (dai Bomba, dillo!) non vuole dircelo...
@ tutti
RispondiEliminase io so leggere qui c'e' scritto che la tesi di dottorato depositata nelle biblioteche di Roma e Firenze e' una pubblicazione. non vedo proprio quale di questi requisiti non soddisfi...
se qualcuno sa dirmelo e' il benvenuto.
http://www.librari.beniculturali.it/upload/documenti/Regolamento_deposito_legale.pdf
[...]
Capo II
Deposito dei documenti stampati
Art. 6. Soggetti obbligati e istituti depositari
1. Gli stampati e i documenti a questi assimilabili sono inviati agli istituti depositari a cura dell'editore, o comunque del responsabile della pubblicazione, ovvero dal tipografo, qualora manchi l'editore.
2. Una copia e' consegnata alla Biblioteca nazionale centrale di Roma e una copia alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
3. Due ulteriori copie sono consegnate agli istituti che saranno individuati dalla Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, ai sensi dell'articolo 4.
4. Negli istituti di cui ai commi 2 e 3 sono depositati: a) libri; b) opuscoli; c) pubblicazioni periodiche; d) carte geografiche e topografiche; e) atlanti; f) manifesti; g) musica a stampa. 5. Le disposizioni del presente capo si applicano, altresi', ai documenti realizzati per essere fruibili da parte di soggetti disabili.
[...]
Con la celebre sentenza n. 2364 del 22 Aprile 2004 il Consiglio di Stato ha stabilito che "Ai fini corcorsuali per «pubblicazione scientifica» deve intendersi non già una qualsiasi riproduzione a stampa dei lavori del candidato, ma l'opera pubblicata da un editore, il quale, come è noto, è l'operatore il quale cura non soltanto la riproduzione a stampa di un'opera, ma la sua diffusione fra il pubblico".
RispondiEliminaQuindi occorre che
1. il manoscritto sia "edito"
2. il manoscritto sia stato diffuso (dall'editore) tra la comunità scientifica
Ora, il recente Decreto Ministeriale sui criteri di valutazione per i concorsi a ricercatore, accogliendo una richiesta dell'Apri, ha incluso anche gli articoli semplicemente "accettati" ma non ancora "pubblicati" (fa fede la lettera di accettazione).
Se ne deduce che la tesi di dottorato di per sè non può avere il rango di "pubblicazione scientifica" dal momento che, in generale, non è "edita".
Nel mio settore non avrebbe senso considerarla come pubblicazione perchè è prassi estrapolare pezzi della tesi (magari rielaborati) e sottoporli singolarmente per la pubblicazione su riviste specializzate (con referee, ecc.) Sarebbe quindi come considerare due volte la stessa pubblicazione.
La realtà delle cose, in Italia, però è sempre controversa. Cosicché la maggior parte delle università includono la tesi di dottorato nel computo del limite massimo di pubblicazioni. Questo è capitato pure a me nei concorsi di Brescia, per esempio.
Il mio consiglio, non solo per risparmiare col pacco postale, è di allegare articoli scientifici pubblicati su riviste anzichè la tesi di dottorato.
@ Mino
RispondiEliminaSull'allegare articoli scientifici pubblicati su riviste sono completamente d'accordo con te.
Ma se la valutazione verte anche sull'analisi della tesi di dottorato come recita ad esempio una parte del bando di Roma La Sapienza (74 posti da ricercatore)
"La valutazione comparativa, ai sensi del D.L. 10.11.2008 n. 180, convertito in legge 1/09 è effettuata sulla base dei titoli,illustrati e discussi davanti alla Commissione, e delle pubblicazioni dei candidati, ivi compresa la tesi di dottorato,..."
come fa la commissione a valutarla se non la si inserisce nel plico?
@ mino
RispondiEliminala definizione _legale_ di "edito"?
con un riferimento alla legge?
Il solito casino all'italiana. Se applicassero seriamente le regole la tesi non dovrebbe essere considerata pubblicazione, altrimenti sarebbero pubblicazioni anche i preprint visto che depositati presso un archivio elettronico, e in particolare non ci sarebbe nessun bisogno della lettera di accettazione di un editore per far salire i preprint non ancora editi al rango di pubblicazioni scientifiche.
RispondiEliminaDa un punto di vista pratico (che e' quello importante) io mi sono comportato come segue.
Se non c'e' limite alle pubblicazioni presentabili, mando tutto (inclusa tesi, atti di conferenze, preprint) e poi lascio che sia la commissione a stabilire cosa e' valutabile e cosa non lo e'.
Se c'e' un limite di N pubblicazioni, siccome i bandi di solito recitano "presentare massimo N pubblicazioni ivi compresa la tesi di dottorato", o si mandano N pubblicazioni e non si invia la tesi, oppure si mandano la tesi pie' altre N-1 pubblicazioni. Come confermato dagli uffici concorsi di alcune universita' (ad es. Brescia) queste sono le uniche due possibilita', pena l'esclusione dal concorso.
Io nel secondo caso ho sempre mandato solo pubblicazioni. E' vero che la tesi non puo' essere valutata se non viene inviata, ma un lavoro su rivista ISI vale certamente piu' di una tesi inedita (che, al contrario delle pubblicazioni vere, hanno tutti quelli con il dottorato). In ogni caso il dottorato e' comunque valutato come titolo, anche senza inviare la tesi (in caso contrario dovrebbero chiedere anche la tesi di laurea, cosa che non fanno).
"Edito" a intuito significa che e' stampato (in piu' di una copia!) e divulgato da una casa editrice. Che e' ben diverso da una tesi in singola copia depositata presso la biblioteca di una universita' (o anche la Nazionale). Chiaramente l'intuito non ha valore legale.
RispondiEliminaIo in un concorso in cui era fissato un limite a N pubblicazioni ho fatto cosi: nella busta sigillata in cui andava inserita la lista firmata delle pubblicazioni e la copia delle stesse ho messo N miei lavori pubblicati su rivista. A parte, insieme ai vari titoli, ho allegato una copia della mia tesi di dottorato. Ora non ditemi che questi potrebbero trombarmi dicendo che ho presentato piu' pubblicazioni del dovuto!!
RispondiEliminaNel bando era riportata la seguente dicitura: "Per i lavori stampati successivamente al 1° settembre 2006, devono risultare adempiuti gli
obblighi previsti dalla Legge 15 aprile 2006, n. 106, recante “Norme relative al deposito
legale dei documenti di interesse culturale e destinati all’uso pubblico” e dal D.P.R. 3 maggio
2006, n. 252, “Regolamento di attuazione della Legge 15 aprile 2006, n. 106”.
@ MeNeVadoAllEstero
RispondiEliminaLa dicitura era presente in tutti i bandi, credo. Il problema è che in ALCUNI si indicava esplicitamente la tesi di dottorato come pubblicazione. Ad esempio in quello di Roma c'era scritto:
"Le pubblicazioni, compresa la tesi di dottorato che il candidato intende presentare, ai fini della valutazione comparativa devono essere inviate, unitamente alla domanda , in un unico plico."
Ed in ogni caso ha pienamente ragione Fra: il solito casino all'italiana.
Comunque il discorso alla fine è questo:
RispondiElimina1) Mandi la Tesi di dottorato sacrificando una pubblicazione su rivista ISI: la commissione ti penalizza perché considera N-1 pubblicazioni ai fini della valutazione comparativa?
2) Non mandi la tesi di dottorato puntando tutto su N articoli in rivista (ovviamente ammesso che uno ne abbia da spedire): la commissione ti penalizza perché non riesce a "valutare" la tua ricerca in fase di dottorato?
3) Mandi tesi ed N pubblicazioni ISI: se esiste un limite massimo (e questo è il caso comune in quasi tutti i bandi), la commissione ti può tranquillamente escludere in quanto "l'inosservanza di tale limite comporta l'esclusione del candidato dalla procedura"?
Insomma, in ogni caso si ha un punto debole.
ATTENZIONE, ATTENZIONE, ATTENZIONE!
RispondiEliminaALLARME TROLL!
Dopo la MIRABILANTE affermazione secondo la quale, nei concorsi da ricercatore Berlinguer, lui ha visto molto spesso vincere un candidato diverso da quello predestinato (meritevole o meno che sia), Limite ora cita il regolamento applicativo di una legge... ma si dimentica di citarne il primo articolo.
Purtroppo per lui, però, sta scritto al PRIMO ARTICOLO del regolamento che lui stesso cita che bisogna consegnare due copie all'Archivio nazionale dell'editoria e due copie a quello regionale!!!!
Come fa, allora - se non è un troll - a chiedere candido " ah, ma non capisco proprio quali sarebbero mai questi adempimenti ulteriori"?
Preciso, inoltre, che la tesi dottorale non era una pubblicazione neanche prima dell'attuale legge (di cui Limite ha citato il regolamento escutivo) - LEGGE PER ALTRO CHE SI BASA PROPRIO SULLA FORMAZIONE DI TALI ARCHIVI -, perchè anche nella normativa precedente erano richiesti adempimenti ulteriori (pure le copie in Procura), oltre che la presenza di un editore o un tipografo, che non caratterizzano le tesi dottorali.
La sentenza che cita mino va oltre, per cui il CdS ha deciso che oltre di adempimenti di legge, c'è bisogno di qualcosa in più: ciò non toglie che nel caso della tesi di dottorato la questione proprio non si pone, perchè non ci sono neppure gli adempimenti di legge.
Tom
P.S.: ATTENTI AL TROLL!
In un mio bando non c'era alcun riferimento esplicito alla tesi di dottorato, quindi io ho messo N lavori su rivista dentro al plico sigillato e la tesi di dottorato fuori dal plico insieme ai titoli. Non ditemi che possono trombarmi sulla base di questo.Ripeto nel mio bando non c'era nessun riferimento esplicito al fatto che la tesi andava messa nel plico con N-1 pubblicazioni o fuori dal plico con N pubblicazioni.
RispondiElimina@ Bombadillo
RispondiEliminama per favore...
ho messo il link a tutta la legge, e visto che il giurista sei tu, e non vuoi motivare le tue affermazioni, io linko le leggi poi ognuno se le legge.
cmq stai piu' attento a quello che scrivo, perche' non ho detto che ho visto "molto spesso" vincere un candidato diverso dal predestinato, ma che ne ho visti "diversi".
in dieci anni di esperienza diretta e indiretta di concorsi da ricercatore "diversi" significa assai pochi, ti assicuro. ma comunque piu' di uno.
piuttosto richiedo per favore se qualcuno la conosce, la definizione legale di "edito".
ovviamente per la pratica, mi regolo come Fra.
e consiglio a tutti di inviare la tesi in ogni caso se non c'e' il problema del limite delle pubblicazioni.
sempre nella mia lunga esperienza di concorsi ho visto succedere di tutto, vincitori con due preprint valutati come pubblicazioni, articoli accettati non valutati, ma non ho mai visto nessuno essere escluso da un concorso per aver allegato la tesi di dottorato tra le pubblicazioni.
@Limite
RispondiEliminaScusa se distraggo l'atttenzione da questa diatriba, ma potresti guardare al mio ultimo messaggio per te nell'altro post, quellod el rientro dei cervelli? Thanks
@ Mauro
RispondiEliminal'ho letto qualche giorno fa, ed ho dato uno sguardo veloce al post sul blog della VIA e all'articolo citato.
solo che non mi intendo granche' di fisco e dintorni e ancor meno di lavoro, dipendente e non, extra accademico.
ma come, qui mi danno del troll, e tu mi inviti a movimentare il blog della VIA? :)
In qualità di moderatore invito tutti (in questo caso Bombadillo) al rispetto degli altri utenti, nell'interesse di una più serena e proficua discussione.
RispondiEliminasentite, io non ci capisco niente, ma mi è capitato che fosse tassativamente richiesta la segnalazione, per ogni pubblicazione, di ISBN o ISSN nonché, udite udite, la certificazione dell'editore o dello stampatore dell'avvenuto deposito legale.
RispondiEliminaIl punto è che se la tesi di dottorato corrisponde al concetto di 'edito' in quanto depositata c/o le Biblio Nazionali, allora tra le pubblicazioni potremmo anche mettere il bollettino delle giovani marmotte, purché depositato.
se per parlare di "pubblicazione" serve per forza un "editore", ovvero colui che stampa, come ci si regola con le riviste online?
RispondiEliminariguardo la tesi di dottorato: io non so se l'ufficio dottorati siaè tenuto per legge a consegnare copia delle tesi alle biblioteche nazionali. Io so che la mia esperienza è quella della consegna di un'unica copia della tesi in formato digitale all'Ufficio Dottorati e basta.
Poi, in maniera assolutamente FACOLTATIVA (e a differenza di altri miei colleghi di ciclo di dottorato), ho provveduto a spedire il pdf all'archivio PADIS per le pubblicazioni dell'Ateneo della Sapienza ed ora la tesi è online e pubblica, ma non so quanto queste condizioni garantiscano il fatto che possa essere considerata una "pubblicazione".
In ogni caso ad uno dei concorsi in cui la si richiedeva io l'ho spedita; vedremo come si regoleranno.
Altra cosa divertente.
RispondiEliminaCosa non rara nel mio settore, ho tra le pubblicazioni una monografia con allegata una carta geologica stampata dall'editore di riferimento per il settore (per intenderci, la maggior parte di cartine della sentieristica CAI, quasi tutta la cartografia geologica di Italia + varie altre cose sono stampate da questi qua).
Ora, la pubblicazione non ha assolutamente un ISBN o ISSN e la sua diffusione è avvenuta a mezzo postale tramite il mio dipartimento ai colleghi del nostro SSD previo deposito di varie copie della stessa presso gli uffici pubblici dell'Ente che ha finanziato il lavoro (la Regione) e presso le biblioteche di facoltà e dipartimento.
A norma di legge questa NON dovrebbe essere una pubblicazione (obblighi di deposito, ISBN, etc.) eppure questa procedura è la prassi utilizzata dai colleghi del mio settore che immagino abbiano anche vinto i concorsi con questo materiale.
Come la mettiamo?
Come si chiama il gruppo Facebook che chiede il ritiro del bando cnr?
RispondiEliminaper la cronaca, nonostante le promesse solenni e le impegnative dichiarazioni rilasciate alla stampa, il bando di bolzano che prevedeva una prova orale in ladino NON è stato modificato. oggi scadeva il bando....
RispondiEliminasegnalo invece l'ottima nota esplicativa emanata dagli uffici amministrativi della Scuola Normale che chiarisce oltre ogni dubbio in cosa deve consistere il colloquio.
http://www.sns.it/it/borse/professoriricercatori/valutazionecomparativa/ricercatori0110/nota/
ovviamente a questa nota si è arrivati grazie ai ripetuti interventi dell'APRI
Nella G.U. di oggi, nessun concorso, tutte nomine di commissioni. Possiamo ufficialmente dichiarare conclusa la II sessione 2008? E ora, cosa accadra'?
RispondiElimina(Per l'intanto, possiamo goderci nei nostri rispettivi luoghi di lavoro l'ormai raro spettacolo di qualche concorso nevrotico per associato o ordinario)
Buon weekend a tutt*
Una domanda per i giuristi.
RispondiEliminaIn caso di ricorso (ad es. perché in un concorso, x con poche pubblicazioni è stato preferito a y con molte) qual'è l'effettivo campo d'azione dei giudici? Solo la correttezza dell'iter amministrativo e la valutazione dei titoli? Non possono cioé sindacare il giudizio della Commissione sulle pubblicazioni, vero?
@ Perplesso
RispondiEliminanon possono sindacare il giudizio sulla qualita'/contenuto delle pubblicazioni, ma in caso di disparita'/parzialita' macroscopica nella valutazione della quantita' (delle pubblicazioni come dei titoli) qualcosa possono sicuramente dire.
Una cosa da tenere presente in caso di ricorso e', che nella migliore delle ipotesi per il ricorrente, il posto viene tolto al vincitore, ma il concorso dovra' essere ripetuto, (con la stessa commissione, o con commissione diversa). Non c'e' nessuna possibilita' di avere il posto dalla decisione del TAR (non essendoci graduatoria).
Ed a questo aggiungo che, nel successivo concorso, il ricorrente non avrà certo vita facile...
RispondiEliminaOff-topic (chiedo venia!)
Scusate la domanda che non ha nulla a che vedere con questa discussione, ma non mi sono perfettamente chiare tre questioni con la normativa corrente (cioè con le leggi di ora, non con quelle che dovrebbero approvare in un futuro prossimo venturo).
1) I docenti sono obbligati al pensionamento una volta raggiunti i 70 anni, o possono ancora chiedere i 2 anni di proroga?
2) Quanto budget serve per creare un posto ex-novo da ricercatore (lasciando perdere il discorso dei posti Mussi, cofinanziamento ecc.)?
3) Supposto che un ordinario che va in pensione restituisce un budget di 1 all'ateneo, quanto ne viene destinato (come minimo) per l'assunzione di nuovi ricercatori, quanto per lo slittamento ricercatori-associati e quanto per lo slittamento associati-ordinari?
Grazie in anticipo!
@ Popeye
RispondiElimina1) Possono ancora chiedere gli altri 2 anni e quindi andare in pensione a 72, ma la legge 133 ha lasciato la facoltà alle università di decidere se concedere o no il biennio di proroga (prima era automatico). Senonché molti prof che si sono visti rifiutare la richiesta di andare in pensione a 72 anni hanno fatto ricorso al TAR e il TAR ha dato loro ragione.
2) Un posto ex-novo da ricercatore vale un budget di 0,5 punti organico.
3) Devi considerare che a causa dei tagli sul turn-over si possono recuperare solo il 50% delle risorse liberate dai pensionamenti nell'anno precedente (compreso i tecnici-amministrativi). Il decreto-legge 180 stabilisce che di queste risorse almeno il 60% va destinata all'assunzione di ricercatori a tempo indeterminato o contrattisti legge Moratti. Il recente "emendamento Ghizzoni" (che speriamo verrà confermato nella lettura definitiva in Senato) toglie i contrattisti legge Moratti da questo computo.
Dato che un prof ordinario vale 1 punto organico, un associato 0,7, un ricercatore 0,5 e i tecnici amministrativi a seconda delle qualifiche valgono credo tra 0,25 e 0,65, i lettori linguistici 0,20, puoi farti i conti di quanti ricercatori il tuo ateno PUO' (se vuole, se no però perde il budget, che va allo Stato) assumere.
Per esempio se in un ateneo, nell'anno precedente sono andati in pensione 20 ordinari, 10 associati, 10 ricercatori e 10 tecnici-amministrativi categoria C1, si sono liberati complessivamente 20+7+5+2,5 = 34,5 punti organico, su cui c'è il taglio del 50% sul turn-over (cioè il 50% torna all'università e il 50% va al Tesoro). Quindi nel nostro esempio l'università ha a disposizione 17,25 punti organico. Di questi deve destinarne almeno il 60% per concorsi da ricercatore: 17,25 * 60% = 10,35 posti.
Non 10,35 posti, ma 10,35 punti organico = 20,7 posti da ricercatore (minimo) su 50 pensionamenti. E la proporzione più realistica è 35:5:0, piuttosto che 20:10:10, quindi il numero (minimo) è sicuramente superiore - di fatto 1 a 1 con il personale che esce, vincoli di FFO permettendo.
RispondiEliminaGrazie Mino per l'ottima spiegazione. Quindi il computo va fatto su tutto l'Ateneo, non su ogni facoltà o dipartimento. Mi piacerebbe sapere quanto budget si libera, ma il problema è trovare i dati per fare il calcolo (es. età degli ordinari) su tutto l'ateneo. Poi la storia dei 70-72 anni complica di più la faccenda, visto che è (in sostanza) a discrezione dell'ordinario chiedere il prolungamento.
RispondiElimina@ ilbrini
RispondiEliminaPardon, nella fretta ho sbagliato il passaggio finale :-)
Effettivamente 10,35 sono i punti organico che come minimo vanno impiegati per i concorsi da ricercatore, e che equivalgono a 20,70 posti.
@ Popeye
Sì, non contano Facoltà o Dipartimento, ma l'intero ateneo.
Una stima la puoi trovare sul sito dell'Ufficio Statistico del Miur, da cui puoi dedurre, per esempio, quanti ordinari del tuo ateneo compiranno 70 anni quest'anno.
http://statistica.miur.it/scripts/personalediruolo/vdocenti1.asp
Sui tecnici-amministravi e i CEL non saprei.
Altra cosa importante è che il milleproroghe di Giugno (2009) ha stabilito che il budget dei pensionamenti dell'anno 2008 può anche essere utilizzato per il 2010. Cioè quest'anno si cumuleranno i pensionamenti sia del 2008 che del 2009.
Questo evidentemente nell'ottica delle 4000 idoneità da associato e ordinario che stanno per venire ... e speriamo davvero che il vincolo del 60% resti!
Vi segnalo questo bando appena pubblicato sul sito del ministero della salute: può essere di interesse ?
RispondiEliminaInvito alla presentazione dei progetti
Data di pubblicazione: 05/02/2010
Bando Ricerca finalizzata 2009
Il Ministero della Salute intende, a far data dalla pubblicazione del bando sul proprio sito (www.salute.gov.it), invitare alla presentazione di progetti di ricerca clinico assistenziale e biomedica, prevalentemente traslazionale, tutti gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Delle risorse disponibili almeno il 50 % è riservato a progetti clinici – assistenziali; le restanti risorse a progetti di ricerca biomedica traslazionale.
Riguarda anche giovani ricercatori
Giovani ricercatori
Dal 22 febbraio 2010 all’8 aprile 2010 (45 giorni) il candidato deve presentare un progetto preliminare ( Lettera d’ intenti – All. 2 in lingua inglese).
Dal 9 aprile 2010 al 24 maggio 2010 (45 giorni) i Destinatari Istituzionali (D.I.) potranno prendere visione dei proponenti e dei progetti preliminari.
Esercizio della scelta, entro la scadenza del bando, da parte del D. I. con l’irreversibile associazione tra D.I. e il ricercatore; al ricercatore sarà possibile terminare, fino all’esercizio della scelta da parte del D.I., la scrittura del progetto completo ( Progetto per esteso -All.1, in lingua inglese).
http://www.salute.gov.it/bandi/dettaglio.jsp?id=63
http://www.salute.gov.it/bandi/documenti/BandoRicercaFinalizzata2009.pdf
Caro mino,
RispondiEliminase io - a torto o ragione - mi sono convinto che un utente non sia veramente un precario, penso che sia per me DOVEROSO segnalarlo anche agli altri, proprio per una questione di rispetto, e di interesse ad una discussione proficua e serena, e non ad una polemica sterile, come quella che può venir fuori, appunto, dal confronto con un "infiltrato".
Tom
Bei numeri, quelli che avete dato. Peccato che a decidere come allocare le risorse siano, a parte vincoli (benvenuti!) di quota minima di nuovi ricercatori, i baroni universitari. Forse se ai baroni venissero sostitutite (o quanto meno affiancate) personalita' esterne al mondo dell'Universita', con dei target (ad esempio di pubblicazioni, ecc.) da raggiungere, la quota di nuovi bandi per ricercatore salirebbe un po'...
RispondiElimina@ Bombadillo
RispondiEliminastai tranquillo. ti sbagli.
se vuoi puoi chiedermi qualunque cosa possa tranquillizzarti.
..facile:
RispondiEliminanome, cognome, sede, settore, e tipo di incarico..
..inoltre (visto che c'è anche chi si vende al nemico) indicami CON PRECISIONE (anno e sessione, settore, università) cinque concorsi, dico cinque, del tuo settore, in cui l'ordinario membro interno (nome e cognome) abbia chiesto il posto per il suo allievo "primo della fila" (nome e cognome), il quale però abbia perso con un candidato esterno (nome e cognome) che è risultato più bravo.
Poi CONTROLLERO' severamente quanto mi riferirai, e dunque, se tutto dovesse coincidere, diventerò tranquillo:
tranquillo come un lago di montagna, come un cielo a primavera, sempre blu...
..e cambierò pure settore.
Tom
@ Bombadillo
RispondiEliminadove trovo il tuo indirizzo di posta elettronica?
vito@plantamura.it
RispondiEliminaScusa Mino, ma nel tuo esempio i posti non dovrebbero essere 20,7? 10,35 sono i punti organico da usare per i ricercatori, ma ogni ricercatore vale 0,5 punti, per cui si calcolano 20,7 ricercatori.
RispondiElimina@ Albert
RispondiEliminaInfatti, mi sono corretto poco dopo.
Segnalo l'articolo di Irene Tinagli "Il circolo vizioso tra caste e amicizie" in prima sulla Stampa di oggi:
RispondiEliminahttp://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=PSTA2&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
da cui traggo il messaggio sul funzionamento del mercato del lavoro ("informale, personalistico e localistico").
Viene anche citato l'accordo sindacale in una banca per favorire i figli dei dipendenti (pre)pensionati - non una novita', in Italia, benche' se ne parli poco - e comuque gia' noto a chi seguiva le news mesi fa.
Curioso leggere solo ex-post della "localizzazione" dell'Universita' di Trento, di cui parlava un comunicato FLC di qualche tempo fa.
RispondiEliminaSi viene cosi' a sapere dal Piccolo di Trieste che d'ora in poi Trento non sara' piu' carico dell'FFO:
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=PSU6L&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
Insomma una "devolution", una "localizzazione" che peraltro e' avvenuta aggratis, perche' si apprende che la Provincia di Trento aveva un grosso credito verso lo Stato, e quindi, quatto quatto, senza farci sapere niente, lo Stato ha pensato bene di dismettere un po' di patrimonio e di competenze in cambio...
Ah, inoltre c'e' scritto che anche il reclutamento, a Trento, non sara' piu' sottoposto alle leggi nazionali...
RispondiEliminaleggete bene: Trento...avra' regole proprie e non piu' statali
L'articolo di Irene Tinagli è interessante e fotografa un fenomeno che noi conosciamo fin troppo bene. Quel che non dice è che chi non fa l'univesità e rimane nell'ambito dei lavori di famiglia a questo punto probabilmente fa la cosa giusta: nel senso che entra sul mercato del lavoro molto prima e in media guadagna di più di un laureato-tipo
RispondiEliminaQuindi Bassi fa marameo all'APRI, saluta e se ne va. Complimenti!
RispondiEliminaGiusto entrare nel mercato del lavoro: quelli che si stracciano le vesti li vengano loro a cercare i posti per laureati, dall'altra parte della fortezza dell'Art. 18...
RispondiEliminaIn ogni caso bisogna chiudere, ridurre, tagliare, e comunque cambiare l'istruzione superiore... cosi' e' un enorme spreco e disastro sociale...
Bassi e' un grande: anziche' ingaggiare ulteriori duelli con lo Stato e con l'APRI, vi infinocchia tutti, e ora puo' dire a ragion veduta: finalmente si fa come vogliamo noi, altro che leggi romano-centriche, obblighi qui obblighi la', assunzione di ricercatori a Tempo Indeterminato...
RispondiEliminaNon era questo cio' che voleva l'APRI, poi?
Altro che Bossi... BAssi e' il Dio della Secessione...
RispondiEliminaE' la prima volta che una Universita' viene "localizzata", dopo che diverse Universita' "locali" - quelle dell'ex-Stato della Chiesa, ultima fra tutte Urbino - sono state invece "statizzate"... vi ricorderete tutti, immagino
RispondiEliminasi, così tra breve avremo chissà quanti regolamenti diversi di reclutamento, uno per ogni provincia o regione che avrà voglia di pigliarsi le univeristà
RispondiElimina... ovviamnete favorendo i locali
Chiamasi "competizione", caro sid, "competizione".
RispondiElimina..a me pare davvero strano che in un Paese in cui c'è il valore legale del titolo di laurea si possa far assumere i docenti di una Università, solo perchè non statale (privata o provinciale), con regole diverse: l'università, privata o provinciale, che non usfruisce del FFO, ovviamente può decidere lei con quali proporzioni aussumere, o far progredire di carriera, senza alcun vincolo; MA LA CLASSE DOCENTE DEVE ESSERE SELEZIONATA CON I MEDESIMI CRITERI DELLE STATALI, ALTRIMENTI BISOGNEREBBE ELIMINARE IL VALORE LEGALE DEL TITOLO RILASCIATO DA BASSI&CO. (e poi vediamo chi si iscrive).
RispondiEliminaTom
P.S.: mi pare altrettanto chiaro che i soldi ricevuti dallo stato CON UN PRECISO VINCOLO DI DESTINAZIONE devono, in ogni caso, essere utilizzati per quella destinazione, oppure devono essere restituiti: altrimenti è reato.
Che il reclutamento a Trento possa non essere più sottoposto alle leggi nazionali, mi pare strano dal momento che anche gli atenei privati sono obbligati ad attenersi a queste leggi. Certo, le università "private" in Italia sono di fatto semi-pubbliche dal momento che oltre il 50% dei loro introiti sono elargizioni statali, però... Boh, ammetto di non capirci molto su queste sottigliezze giuridiche. Ad ogni modo, se il rettore Bassi non intende usare i fondi Mussi, dovrebbe restituire allo Stato i soldi che gli sono stati dati nel 2009 per pagare le assunzioni corrispondenti. Se esistono ancora delle leggi, non è che uno possa prendere soldi dallo Stato per fare una cosa e poi usarli per altro.
RispondiEliminaAnche la sanità è gestita a livello "regionale" ... e abbiamo visto come è andata a finire!
RispondiElimina@euroscience
RispondiEliminaSe Bassi facesse solo marameo all'APRI non sarebbe una tragedia.
Bassi fa marameo all'Italia, e la provincia di Trento con essa. Se vedi le miriadi di iniziative dei ricercatori TI per far passare una bella ope legis che li faccia tutti associati, idem per gli associati che vogliono l'ope legis a ordinari, i precari che chiedono stabilizzazioni dei curricola, sembra proprio la fuga dei topi dalla nave che affonda...
No France,
RispondiEliminami sembra la scalata verso un posto più tranquillo e remunerativo!
qui affondano solo i precari per mancanza di possibilità
"Un lusso anche i contratti di Serie B"
RispondiEliminaNessuno pensa al Welfare dei figli
http://www.corriere.it/economia/10_febbraio_08/welfare_dei_figli_a548d8dc-1480-11df-95c9-00144f02aabe.shtml
di Pietro Ichino
Bando università di Salerno sulla G.U n° 4 del 15 gennaio 2010:
RispondiEliminaILLUSTRAZIONE E DISCUSSIONE DEI TITOLI
Al termine della valutazione dei titoli e delle pubblicazioni scientifiche, è prevista l’illustrazione e la discussione da parte del candidato dei propri titoli davanti alla commissione.
La mancata presentazione del candidato al colloquio è considerata esplicita e definitiva manifestazione di rinuncia alla valutazione comparativa.
Non verranno accolte richieste di rinvio del colloquio da parte dei candidati, anche se debitamente giustificate e documentate
La convocazione per l’illustrazione e la discussione dei titoli, con l’indicazione del luogo e della data di svolgimento, avverrà a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno non meno di venti giorni prima dello svolgimento della prova stessa.
Nonostante il principio sia condivisibile ("sganciarsi dal lento carrozzone del ministero", ricordiamoci che stiamo ancora aspettando lo svolgimento di concorsi del 2008), a me la cosa puzza. Considerazioni economiche:
RispondiElimina1. Non è vero, come sostiene qualcuno, che Trento rinuncia a riscuotere un credito di 4 miliardi da parte dello Stato. Nell'articolo
(qui: http://www.uniroma1.it/ufficiostampa/RassegnaStampa/archivio10/020410.pdf) si parla di "dilazione di otto anni per il pagamento", ossia riscuotono nel 2018. Che è ben diverso dal non riscuotere affatto.
2. Se è vero che l'ateneo è stato venduto alla provincia per 4.1 milioni di euro, si tratta di uno scandalo. Solo gli immobili valgono molto di più (probabilmente dieci o cento volte di più). Insomma, non so i prezzi degli immobili a Trento ma a Roma con 4 milioni di euro ci compri un appartamento di 400mq^2 in centro. L'università di Trento sarà ben più grande, senza contare tutte le apparecchiature.
3. Cosa si inventeranno per non ridare allo Stato i fondi Mussi?! Perché non si è mai visto un ente pubblico restituire dei soldi allo stato... qualcosa si inventeranno sicuramente.
Altre considerazioni/dubbi:
4. Il fatto che si svincoli dal MIUR significa che i concorsi di Trento non saranno più annunciati in Gazzetta Ufficiale? Significa che se altre università seguono l'esempio di Trento, dovremo andarci a guardare i siti di tutte le università in cerca di concorsi?
5. Se si fanno le loro regole, che valore (legale) ha il titolo di studio che rilasciano? Non sarebbe più corretto prima togliere il valore legale ai titoli di studio?
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ma no i concorsi anche delle univ non statali vanno i gu e si fanno con le stesse regole
RispondiEliminacarbonaro
La "localizzazione" non implica il non rispetto degli Ordinamenti Didattici. Quelli si applicano a tutte le Unifersità del Regno in quanto Unifersità - valgono anche per quelle private...
RispondiEliminaTuttavia, a quanto si legge, la Provincia di Trento ha negoziato qualcosa di possibile, e cioè le regole legate al reclutamento, probabilnente proprio in virtu' dell'accollo totale del Finanziamento Ordinario.
NOTA che la Provincia ha pagato 4,1 MILIARDI di Euro per l'Universita', non milioni... vabbene tutto ma anche 3monti ci ha le sue esigenze...
Il tutto e' stato siglato il 30 Novembre scorso a casa di Calderoli. Ora c'e' al lavoro un Gruppo di Lavoro...
http://www.asca.it/news-UNIVERSITA___QUELLA_DI_TRENTO_PASSA_ALLA_PROVINCIA-891477-ORA-.html
Ovvio che bisogna leggere bene le carte, sempre che si trovino.
Comunque, se non vi sta bene Trento, potete sepre ritirarvi nella nuova Università del Pensiero Liberale
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/politica/10_febbraio_08/berlusconi-villa_buen-retiro_c5733a44-14d5-11df-95c9-00144f02aabe.shtml
..vabbé, ma personalmente è proprio la questione delle regole di reclutamento che non mi convince.
RispondiEliminaVoglio dire SE l'Università di Trento rilascerà un titolo avente la medesima valenza legale di quello rilasciato, ad es., dall'Università di Bari, a prescindere dalla questione degli ordinamenti didattici, coloro che certificano che Tizio ha superato i diversi esami di profitto e, ancor di più, l'esame di laurea finale, devono essere docenti universitari, a loro volta, CERTIFICATI, e dunque assunti mediante la stessa selezione delle altre Università.
Altrimenti, per assurdo l'Università di Trento potrebbe far rilasciare la laurea in medicina - AVENTE VALORE LEGALE - da una commissione di idraulici, panettieri, o, se vi piace di più, NANI E BALLERINE.
Tom
P.S.: io non dico che non stiano cercando un accordo del genere, dico che, nel caso, dobbiamo combattere, chiedendo che Trento rinunci al valorre legale del titolo.
@ bomba
RispondiEliminaidraulici e panettieri non so, ma nel mio ateneo nani e ballerine ci sono già da un pezzo....
Bomba, sul concetto di certificazione io sono pienamente d'accordo, come gia' sai.
RispondiEliminaTant'e' che sostengo per l'appunto l'abilitazione nazionale per la docenza, che e' quello che segnalavi anche tu, e che - come abilitazione - riguardera' anch'essa le Unifersita' di tutto il Regno, pubbliche e private...
Miei esempi: Catalogna e Spagna (ma per Italia non sono favorevole all'abilitazione regionale)
Allora oggi a Pisa il senato discute una proposta del preside di Economia secondo la quale, essendo stati stabilizzati 89 tecnici amministrativi la nuova legge prevede che debbano essere fatti 68 riceractori cioè il 60% di 89. Il problema è che stanti così le cose si sforerebbe il FFO quindi la proposta è di "incentivare" il pensionamento di ordinari con busta paga pesante assicurandogli che se andassero in pensione avrebbero comunque la certezza di poter rimanere al loro posto grazie ad un contratto post-pensione (cosa che per altro, a discrezione del dipartimento, ma sempre più spesso sta diventando già una prassi). Secondo voi è fattibile? Ma i contratti post-pensione non gravano sul FFO?
RispondiEliminaCi sono tre problemi, però. Innanzitutto l'emendamento Ghizzoni è ad una legge che è ancora in Senato per l'approvazione definitiva e quindi non ancora in vigore. Quindi i ricercatori potrebbero anche essere contrattisti Moratti. Inoltre io non farei il 60% dei tecnici, ma il 60% della somma tecnici+ricercatori. Infine la percentuale non è sui posti, ma sui costi.
RispondiEliminaPer esempio, se i tecnici stabilizzati valgono 0,2 punti organico, le 89 stabilizzazioni impegnano 17,8 punti organico. Dovresti perciò spendere per i ricercatori un totale di punti x tale che x/(17,8+x)=60%, cioè 26,7. Con il vecchio calcolo di 0,5 punti organico per ricercatori vengono 53-54 ricercatori. Con il calcolo nuovo ne vengono penso una quarantina, che per ora possono anche essere a TD.
RispondiEliminaSulla proposta Merafina.
RispondiEliminaSe effettivamente non si tratta di “ope legis” e, come lui scrive, ci si rifa a criteri meritocratici come l’anzianità didattica (6 anni) e la valutazione di titoli e pubblicazioni sulla base di requisiti minimi stabiliti per legge, allora perché non si “aprono i cancelli” a chiunque possegga questi requisiti e si vuole invece permettere ai soli ricercatori GIA’ STRUTTURATI di accedere a questo meraviglioso meccanismo meritocratico?
Forse si pensa che non esistano ricercatori NON STRUTTURATI che possano certificare 6 o più anni di attività didattica? Forse che l’h-index di uno strutturato debba valere più di un h-index precario? Forse che l’IF precario non sia confrontabile con l’IF di uno strutturato?
Sono queste domande e le risposte che sicuramente vi affretterete a dare che dipingono purtroppo un quadro differente da quanto state sostenendo in questi commenti. La proposta Merafina di fatto E’ una richiesta di OPE LEGIS dal momento che by-passa le norme che regolano i “concorsi pubblici” rivolgendosi esclusivamente a chi è GIA’ STRUTTURATO. Tutto ciò, se passerà, non farà altro che determinare una saturazione dei posti da associato per i prossimi decenni che, stante l’attuale DDL in discussione (6 anni di TD, abilitazione nazionale + chiamata diretta), impedirà de facto qualunque possibilità di accesso all’università per le attuali migliaia di ricercatori NON STRUTTURATI riproponendo in peggio la situazione attuale di un’università in mano ad ultra60enni con i giovani tagliati fuori (quanti di voi sono vicini ai 40 anni di servizio e si battono per continuare a rimanere sul posto di lavoro invece di liberare posti per i giovani meritevoli?).
Ultime domande: per quale motivo ci si affretta a chiedere il passaggio ad associato in questo momento? L’attuale DDL prevede la possibilità di chiamate dirette per i voi RTI a patto di aver conseguito l’abilitazione nazionale (e a patto che gli atenei abbiano il budget che si dovrebbe liberare dai pensionamenti), quindi dov’è il problema?
La proposta di Merafina è insensata. Non ci sarebbe neanche da discuterne. Purtroppo viviamo in un Paese dove la carriera si fa con scioperi e manifestazioni, e chi lavora duro lo prende nel [inserire una rima a vostra scelta].
RispondiEliminaSaulo, saulo, perche'ci perseguiti?
RispondiEliminaMi sa che hai sbagliato blog, qui sono tutti contrari alle ope legis, anche quando mascherate da gatto silvestro...
POsta il messaggio sul blog del CNRU
@ mar
RispondiEliminapartecipi alle attività dell'assemblea dei precari di pisa? sai che abbiamo fatto diverse riunioni sull'argomento, che ci siamo incontrati con l'autore della proposta e con diversi membri del senato accademico? sei iscritto alla mailing list dei precariunipi?
O Pisani vedete un po'
RispondiEliminasabato 13 dalle 9,30 alle 11,15 alla Leopolda ci
sarà una tavola rotonda dal titolo "Research in Italy: produzione di
conoscenza, innovazione e competitività" in cui è prevista la partecipazione
di Luciano Maiani.
Io se céro ci andavo e gli facevo qualche domandina sui concorsi CNR... ):-))
"Io qualora fossi stato presente, ci sarei andato e gli avrei rivolto qualche domandina sui concorsi..."
RispondiEliminaEh, l'italo-olandese-biscardiano nun se po sentì!!!!
Veramente e' sabato PROSSIMO, quindi, a regola
RispondiElimina"io se ci fossi ci andrei e gli farei..."
Argh!
GOOD NEWS
RispondiEliminacon un certo ritardo la sapienza ha rettificato i bandi da ricercatore, chiarendo oltre ogni dubbio che il colloquio non è una prova orale e che NON costituisce oggetto di valutazione.
il martellamento di apristi e compagni di viaggio alla lunga ha funzionato.
Volevo da voi una considerazione e una risposta.Nei concorsi da Ricercatore per Facolta' di Medicina e Chirurgia il titolo di Specialita e' assimilabile come valore ad un Dottorato di Ricerca?
RispondiElimina