E' passato un anno dall'entrata in vigore della L.240/2010 e la nave battente la bandiera dell'università italiana è completamente alla deriva: reclutamento bloccato, diffuse illegalità nei pochi bandi che escono, provvedimenti dall'odore stantio di ope legis, precariato sempre più diffuso.
Per questo motivo l'APRI ha deciso di scrivere al Ministro Profumo (questa volta sul serio!) per chiedere un incontro ed esporre quelli che vengono ritenuti dei provvedimenti possibili e in grado di ridare speranza al mondo dell'università e, di conseguenza, al futuro del nostro paese.
Di seguito la nostra lettera.
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Per questo motivo l'APRI ha deciso di scrivere al Ministro Profumo (questa volta sul serio!) per chiedere un incontro ed esporre quelli che vengono ritenuti dei provvedimenti possibili e in grado di ridare speranza al mondo dell'università e, di conseguenza, al futuro del nostro paese.
Di seguito la nostra lettera.
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Ecc.mo Ministro Prof.
Francesco Profumo
Piazza Kennedy, 20
00144 – Roma
OGGETTO:
Quattro proposte per ridare speranza alla ricerca italiana
L'Associazione dei Precari della Ricerca Italiani
(APRI) nasce nell’estate del 2008 in seguito alla mobilitazione creatasi
intorno a una petizione in cui si chiedeva al MIUR di attuare una revisione in
senso meritocratico delle procedure concorsuali per i posti di ricercatore e al
contempo di avviare una riforma complessiva dell’Università, capace di
introdurre anche in Italia una vera autonomia responsabile delle istituzioni
accademiche, sostenuta da un processo di valutazione indipendente della ricerca
scientifica. Oggi, APRI ha oltre duecento iscritti e anima un blog internet che
conta migliaia di accessi settimanali al forum di discussione:
www.ricercatoriprecari.blogspot.com
Il fine ultimo di APRI,
secondo il suo statuto, è l’introduzione in Italia di un sistema di università
e ricerca in linea con le migliori esperienze del resto d’Europa e del mondo.
Lo stato di difficoltà e
declino in cui versa l’università italiana, causato dalla miope gestione
politica e accademica degli ultimi trent’anni anni, dovrebbe essere curato,
secondo APRI, vincolando gli investimenti statali alla qualità della ricerca e
della didattica. In tal modo, si renderebbe possibile un reclutamento di
ricercatori e docenti basato esclusivamente sul merito scientifico e aperto
alla comunità internazionale, lasciando finalmente alle spalle gli obsoleti
meccanismi di cooptazione docente-allievo ancora largamente dominanti in
Italia.
APRI, pertanto, auspica che
il sistema universitario si apra all’esterno promuovendo, grazie anche agli
incentivi offerti da un sistema premiale di distribuzione dei finanziamenti
pubblici, il reclutamento dei migliori ricercatori di qualunque provenienza e
nazionalità, ponendo così fine, per via meritocratica, al fenomeno tutto
italiano del precariato come viatico obbligato di accesso alla carriera
universitaria.
Illustre Sig. Ministro, ci rivolgiamo
oggi a Lei consapevoli del momento di profonda crisi economica che l’Italia
attraversa, per chiederLe di prendere in considerazione le proposte di seguito
delineate, volte al rilancio del settore ricerca e università e del Paese nel
suo insieme.
Le criticità della Riforma Gelmini
Fin dalla sua presentazione in Parlamento come
Disegno di Legge governativo, APRI ha avuto un atteggiamento di confronto e
critica costruttiva verso quella che poi è divenuta la Riforma Gelmini (legge
n. 240/2010), ponendo una specifica attenzione al nuovo sistema di reclutamento
introdotto.
In un primo tempo, APRI ha accolto
positivamente l’intenzione di voler introdurre in Italia un sistema di accesso
ai ruoli universitari noto a livello internazionale come tenure-track, superando così il fenomeno tutto italiano dei
“ricercatori a vita” e sottoponendo i ricercatori stessi a un processo di
valutazione costante del proprio operato.
Tuttavia, nel corso dell’iter
parlamentare, l’associazione ha assunto un atteggiamento vistosamente più
critico nei confronti del progetto di Riforma che andava delineandosi in
conseguenza dei numerosi emendamenti approvati, per la confusione creata
dall’introduzione di una duplice figura di ricercatore a tempo determinato (con
e senza tenure-track) e in assenza di
meccanismi in grado di incentivare le università a bandire le posizioni tenure-track (ricercatore TD di tipo b).
Tale scelta ci è apparsa
infatti del tutto incomprensibile alla luce della mancata abolizione della
figura dell’assegnista di ricerca: quella del ricercatore a TD di tipo a) ne
risulta infatti una sorta di duplicato che perpetua nel tempo il problema della
frammentazione delle figure di ricercatore a termine di cui si avvale il
sistema universitario, in linea con il più ampio fenomeno di dispersione
contrattuale che affligge le giovani generazioni in Italia e al quale il
governo di cui Lei fa parte ha dichiarato di voler metter fine introducendo un
contratto unico per i lavoratori a termine.
Le considerazioni di cui
sopra sono avvalorate dai fatti: ad oggi (30/12/2011), su 249 posti di
ricercatore a tempo determinato banditi soltanto 2 sono di tipo tenure track!
Inoltre, i posti di
ricercatore a tempo determinato di tipo a) sono quasi sempre banditi
richiedendo, in aperta violazione della legge, profili ultra-particolareggiati
che in tutto e per tutto richiamano le modalità di reclutamento ad personam degli assegnisti di ricerca.
Per la maggior parte, questi bandi sono infatti legati a specifici progetti di
ricerca (sebbene non sia sempre chiara la fonte del finanziamento, se da fondi
esterni o da fondi ordinari); in questo modo appare ovvio come la posizione
bandita sia di fatto destinata a membri del medesimo gruppo di ricerca, con
buona pace dell’internazionalizzazione della nostra università e dei buoni
propositi continuamente espressi a favore della mobilità dei ricercatori
italiani e della lotta al sistema di cooptazione localistica.
Proposte
per la fase due del Governo Monti
Alla luce delle criticità sinteticamente
individuate, APRI avanza le seguenti quattro proposte:
1) Per
superare il localismo del reclutamento:
§
Chiediamo
l’avvio di un piano meritocratico di reclutamento di ricercatori a tempo
determinato di tipo a) e di tipo b), selezionati esclusivamente sulla base
della qualità del CV e in particolare delle pubblicazioni scientifiche, con il
coinvolgimento di referees indipendenti
italiani e soprattutto stranieri. In tal senso, proponiamo di adottare come
possibile modello di riferimento i programmi spagnoli Juan de la Cierva – destinati
a ricercatori post-doc junior corrispondenti alla figura di ricercatore TD di
tipo a) – e Ramón y Cajal – destinati a ricercatori post-doc senior
corrispondenti al ricercatore TD di tipo b). Tale piano avrebbe l’obiettivo di invertire
l’attuale sistema di reclutamento, collegando i fondi ai ricercatori vincitori
della selezione ai quali si darebbe la facoltà di decidere il dipartimento in
cui portarli; in tal modo, premiando il merito anziché la fedeltà accademica,
si aprirebbe finalmente il sistema italiano all’arrivo di ricercatori
dall’estero (come accaduto in Spagna, precedentemente afflitta da problemi di
localismo simili a quelli del nostro paese).
2) Per
favorire il ricambio generazionale:
§
In
considerazione della fase storica di fuoriuscita dal sistema universitario per
raggiunti limiti d’età di una parte consistente dell’attuale corpo docente,
proponiamo il ripristino del turn-over al 100%, insieme con la revisione del
sistema dei punti organico da associare alle figure a tempo determinato;
3) Per ridurre
la frammentazione contrattuale dei ricercatori a termine in Italia:
§
Proponiamo la soppressione
della figura degli assegnisti di ricerca.
4) Per
garantire una maggior regolarità nei bandi di ricercatore a tempo determinato:
§
Chiediamo che il
MIUR, o in alternativa l’ANVUR, assuma un ruolo più incisivo di vigilanza
sui bandi e sulle procedure di reclutamento, che oggi più che mai evidenziano
diffusi fenomeni di illegalità.
Al
fine di discutere insieme queste proposte, APRI Le chiede di voler incontrare
al più presto una delegazione dell’associazione.
Confidando in un
positivo riscontro, cogliamo l’occasione per porgerLe i più cordiali auguri di
felice nuovo anno.
La Presidenza dell'APRI
La Presidenza dell'APRI
Bravissimi!
RispondiEliminaSolito problema dei meccanismi tipo RyC: non possiamo evitare di considerare che le esigenze di ricerca sono locali, qui e là, qua e lì. Avevamo convenuto che, ordinariamente, si dovessero assumere sia Professori che ricercatori da parte delle singole sedi.
RispondiEliminaIn una tale cornice, le independent fellowship possono essere solo una minima parte, una nicchia di eccellenza, non l'ordinaro svolgimento delle cose.
infatti per noi il RyC sarebbe un reclutamento STRA-ordinario, da affiancare alle chiamate dipartimentali.
RispondiEliminaOttima lettera, forse andava puntato un pochino di più il dito sul problema del superamento del precariato per chi tra assegni, borsine e borsette si è già fatto RTa, RTb ecc. ecc-
RispondiEliminaPer chi a 35-40 anni si trova nel limbo lo stravolgimento del sistema potrebbe rappresentare una grande opportunità come anche una grande inchiappettata. Spesso assegnisti di lungo corso hanno permesso ai gruppi ''locali'' di stare in piedi e andare avanti, mandando avanti ricerche, inventandosi strumentazione e quant'altro.....è triste da dire ma a volte il posto locale è più che meritato per chi ha sgambettato e pubblicato, poi non è certo la differenza tra 4-5 pubblicazioni a fare la differenza, e soprattutto sfatiamo il mito che per forza chi è o viene dall'estero sia per forza il migliore.
Occhio a non darci la martellata sulle palle, ed evitiamo di chiedere un sistema di selezione moderno ed innovativo solo su di noi.
L'università va rinnovata, per tutti partendo da chi sta in alto e non da chi sta in basso.
Ricercatori stranieri, flessibili e mobili ma anche associati e ordinari, allora si può andare bene.
Ganjalf ha ragione nella sua colorita replica per quanto riguarda chi si trova nel limbo, cioe' potrebbe essere potenzialmente associato e spera in un RTDb ma puo' restare....fregato su entrambi i fronti.
RispondiEliminaOnestamente credo che chi ha prodotto, in ogni caso deve farcela e APRI fa bene a vigilare e a spingere su questo aspetto.
Sono d'accordo che chi viene dall'estero non e' per forza migliore ma vanno create due corsie, come proposto piu' sopra, altrimenti si resta vittime dei localismi e di un pensiero ristretto. Credo ci siano due categorie di ricercatori: quelli che lavorano con abnegazione e quelli piu' creativi; entrambi meritano spazio a tempo indeterminato.
Posso dirvi per esperienza personale che c'e' una differenza abissale tra una valutazione italiana su progetto (tipo giovani ricercatori dall'estero anno passato) e una qualunque seria valutazione di progetti finanziati dalla comunita' europea. Per questo motivo io chiedevo, in precedenza, blind referees, magari italiani. Forza APRI!
Giusto chiedere l'abolizione degli assegni, per una serie di motivi. Tuttavia nel frattempo si ricordi che (per quanto avevo letto distrattamente tempo fa) sono state re-inseriti i co.co.co.co. come strumento a disposizione per finanziare contratti di ricerca.
RispondiEliminaMolto più realistico sarebbe far passare il messaggio "in linea di principio", e chiedere intanto di ricacciare fuori i co.co.co.co. e limitare gli assegni a 2 anni.
Certo, continuiamo a togliere assegni, borse e co.co.co, così è sicuro che in Italia non resta più nessuno...
RispondiEliminaPiuttosto secondo me è necessario che parte del FFO sia attribuito con preciso obbligo di destinarlo ad assegni e RTDa, nelle giuste proporzioni. Gli RTD non devono mai richiedere "compiti specifici di ricerca" e lo stesso dovrebbe valere per una quota non trascurabile di assegni.
Vedrete che le università utilizzeranno tutto ciò che verrà dato loro, basta darglielo a certe condizioni.
Il modello 4 anni di assegno + 5 anni di RTDa + 3 anni di RTDb non è sbagliato per un neo-dottorato in gamba, basta solo trovare il modo di farlo funzionare.
Anch'io temo che avremmo CV per associatura e comunque ci andrebbe bene RTb ma alla fine rischiamo di rimanere schiacciati da chi già strutturato, tutelato, garantato e a volte immeritato vorrà di più.
RispondiElimina@ciao
RispondiEliminaOnestamente credo che chi ha prodotto, in ogni caso deve farcela.
Ma cosa significa avere prodotto, quali sono i parametri da considerare:
numero pubblicazioni X SSD e ultimi anni?
H index Tot.?
Numero citazioni?
Come faccio a sapere in maniera chiara, a che punto sono e a che cosa posso ambire alla mia età e a questo punto della mia carriera?
Devo lasciare tutto in mano al caso, al libero arbitrio di chi mi sta sopra, alla disponibilità di fondi che io stesso nella mia attuale posizione non mi posso procurare?
Cosa sono i co.co.co.co?
RispondiEliminaMi sembra che questa rincorsa all'asticella più alta possibile sia sbagliata, oggi. Giusta in genere, giusta in futuro, ma sbagliata qui e oggi.
RispondiEliminaFinchè il sistema è inquinato da ricercatori-amici-di, per cui le asticelle non valgono o si aggirano o si costruiscono ad hoc, le suddette asticelle valgono solo per i non-amici-di. Di più, sono un'ulteriore freccia all'arco di chi può maneggiare i concorsi, i bandi, i titoli per eliminare un concorrente scomodo.
Se uno ha "supporto", che ci vuole a costruirgli qualche pubblicazione, qualche premio, qualche esperienza di insegnamento? Ma dieci anni da precari (a molti utenti del blog) non vi hanno insegnato nulla? Non abbiamo mica a che fare con degli sprovveduti!
Concentriamoci piuttosto sulla pulizia, il rispetto delle regole. Proviamo a costruire un sistema dove se ti trovano a truccare un concorso, l'esito naturale non sia un ricorso che finisce dopo dieci anni in un nulla di fatto, con i colleghi che ti danno gran pacche sulle spalle, lo sventurato che nel frattempo fa l'operaio e il vincitore contestato che è già ordinario altrove.
Sistemi (paesi) del genere ci sono. Sensibilità del genere nelle nostre università ci sono. Da qualche parte (sembra impossibile) essere scoperti a rubare è un'onta personale, qualcosa di cui tu senti di doverti vergognare, per cui gli altri ti biasimano, che addirittura può portare ad una volontaria uscita di scena. Perchè qui non si vergogna mai nessuno di niente?
[ps: scrivo questo perchè ne sono convinto, non per interesse di bottega. Credo di saltare più in alto di molte asticelle di cui si parla oggi]
Dire che il 20% dei *posti* sarà a disposizione non è proprio corretto.
RispondiEliminaIn realtà il decreto del ministro parla del 20% delle *risorse*. Ma poichè promuovere un interno costa 20 kEuro (e cioè 70 kEuro, costo standard di un PA - 50 kEuro, costo standard di un RU) mentre chiamare un esterno costo appunto 70 kEuro, questo significa che il vero rapporto di posti tra esterni ed interni sarà molto minore.
Ho letto una mail da Milano qualche giorno fa, dove il Politecnico pensa di bandire in totale 110 posti, di cui 102 interni e solo 8 esterni. Quindi il rapporto vero è meno di 1 a 10!
Quindi lo scandalo e' ben maggiore, sono quasi TUTTI concorsi blindati.
Che fare? I poveri precari prendono troppe bastonate con questo concorso, e non vedranno risorse per decenni!
Piero Graglia che dice?
Merafina che dice? E' contento del concorso blindato cosi' fatto, e di uccidere le speranze di tutto il sud ?
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ ganjalf
RispondiEliminaQuello che chiedi e' ad oggi incerto. Due esempi: recenti concorsi RTDa e abilitazione per associato.
RTDa: Per le Scienze umane e sociali gli indici sono stati considerati non applicabili e i i punti riservati alle pubblicazioni (ad es. 10) erano a completa discrezionalita' della commissione. Non va bene cosi'.
Abilitazioni associati: l'ANVUR sta lavorando a questo da quello che ho capito e la soluzione proposta mi sembra convincente. Dai un'occhiata al parere (ci sono anche delle integrazioni, ma quello che mi interessa sono i parametri NUMERICI alle singole pubblicazioni).
http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/documento01_11.pdf
Si danno dei valori numerici alle SINGOLE pubblicazioni. Onestamente chi ha prodotto e bene non dovrebbe avere alcun timore in questo senso. Una volta approvato il regolamento per gli associati si potrebbe chiedere con semplicita' l'applicazione ai concorsi RTD. BISOGNA DIMINUIRE LA DISCREZIONALITA' al massimo per contrastare i baroni.
Quando dico che chi ha prodotto deve farcela, intendo che dobbiamo lavorare come gruppo in questo senso, agendo con compattezza e promuovendo soluzioni concrete e applicabili - come la lettera del neopresidente.
@ Mariuccia
RispondiEliminaQuello che dici tu e' vero per la prima tornata 2012, quando saranno state abilitazioni; per questo parlano di ope legis e si deve passare per l'abilitazione prima. Se venissero applicati dei criteri seri all'abilitazione, i ricercatori fancazzisti potrebbero essere scartati...non e' utopico, solo bisogna vigilare affinche' non diventi ope legis per davvero.
Mentre alla tornata annunciata alla fine del 2011 possono partecipare solo idonei, trasferiti e docenti dall'estero. Non interni, a nessun titolo.
@ mariuccia
RispondiEliminaInoltre, non trascurabile amio avviso: IN OGNI CASO il budget stanziato deve essere 70k per legge, poi eventualmente si riutilizza il budget avanzato. Mentre e' obbligatorio che il 20% delle risorse sia aperto ESCLUSIVAMENTE ad esterni.
@ ciao
RispondiEliminaformalmente è vero ... ma basta fare così:
passo 1: bandisco un posto e stanzio 70
passo 2: promuovo un interno, spendo 20 e restano 50
passo 3: ai 50 che mi sono rimasti sommo altri 20, ho di nuovo 70 e bandisco un nuovo posto ...
e così via ...
passo 4, torna al via: come vedi, bisogna vigilare sui criteri per l'abilitazione...
RispondiEliminaun esempio di pessimo giornalismo:
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/05SIR4105.PDF
dati sballati e tanta confusione
Su Profumo e il suo PRIN+Futuro in Ricerca cala una mazzata di Guido Tabellini sul Sole 24 Ore. Preannuncio anch'io un commento sul mio blog per martedì prossimo...
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-01-05/concorrenza-universita-deve-sparire-063507.shtml?uuid=AarwVtaE
non ho capito bene.
RispondiEliminaI prox concorsi da associato sono per gli indonei e per i RTI?
Ma un concorso non dovrebbe essere aperto alla concorrenza di tutti?
Spiegatemi, mi è sfuggito qualcosa.
Il prossimo, quello annunciato nel 2011 e con 13 milioni di euro e' per:
RispondiElimina- vecchi idonei
- trasferimenti
- studiosi dall'estero
La seconda tornata del 2012, 78 milioni se non sbaglio, e' per coloro i quali avranno conseguito l'ABILITAZIONE a PA, aperta alla partecipazione di TUTTI. Le regole sull'abilitazione sono in discussione all'ANVUR - vedi sopra per il link.
ho capito.
RispondiEliminasentite cosa fanno da me.
ora stanno chiamando 1 idoneo che già è ricercatore nel mio dip.
Quindi avanzano dei soldi come scritto da Mariuccia.
Con questi soldi fanno passare ad associato altre 2 persone che sono anche queste ricercatori nel mio dip.
Possono farlo? Possono bandire posti da associato per le altre 2 persone in qs modo?
L'idoneo si (ed e' anche giusto a mio parere, anche sostenere una nuova valutazione, senza dubbio pro-forma).
RispondiEliminaIn teoria possono chiamare anche gli altri due se passeranno l'abilitazione. L'ateneo, pero', non puo' spendere tutte le risorse per gli interni; almeno il 20% e' per gli esterni. Quindi, giochetti e imbrogli palesi a parte, questo fatto non puo' essere derogato. Qualcuno, in ateneo, dovra' prendersi anche degli esterni.
@ciao
RispondiEliminai 12 milioni sono per due mesi dell'anno la trance 2011 su base annua è di 78.
Quella del 2012 è di 90 ed il piano è finito (restano 5 nel 2013).
ergo OGGI si possono bandire concorsi riservati a
- vecchi idonei
- trasferimenti
- studiosi dall'estero
per circa la metà del piano straordinario.
(vedi ultima pagina del decreto
http://www.rete29aprile.it/media/kunena/attachments/125/decreto_Piano_Straordinario_Assunzioni_art_29_comma_9_L240_2010_comp.pdf )
inoltra anche nel 2012 se FFO viene distribuito prima che abbiano termine le procedure di abilitazione nazionale. Si potranno bandire altri 90 milioni di euro in concorsi cui possono partecipare solo
RispondiElimina- vecchi idonei
- trasferimenti
- studiosi dall'estero
più che un piano straordinario di reclutamento sembra un piano straordinario di trasferimenti...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiElimina@ Daniel8
RispondiEliminaGrazie per la precisazione, hai ragione sui trasferimenti, ahime'. Premesso che per me e' giusto che gli idonei vengano assorbiti (e dovranno rifare anche il concorso!) sono convinto che il principale ostacolo a chi viene da fuori saranno i trasferimenti, come tu dici qui sopra. Non mi e' chiaro come sara' possibile, ma mi fido di te quando dici che anche i 90 potrebbero finire destinati come i 12. Te lo immagini gli RTI che casino che tirano su? Gli atenei aspetteranno di certo le abilitazioni prima di fare i bandi, credo, per evitare la rivolta...
In ogni caso ribadisco con forza che APRI deve vigilare sull'operato dei criteri per l'abilitazione dell'ANVUR. Tra l'altro, nei commenti al loro primo parere sulle abilitazioni, dall'ANVUR hanno tenuto conto dei commenti inviati dalle associazioni varie.
http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/Documento%2002_11.pdf
Non so adesso a che punto siano, ma una bella letterina da APRI non sarebbe male.... Tra l'altro guardate le porcate corporative sui titoli proposte al punto 4, che ANVUR tenta di scardinare:
http://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/parere13_11.pdf
Mi permetto di suggerire a presidente e vicepresidente che sarebbe opportuno un nuovo post sull'argomento valutazioni. Cosi' lo commentiamo e si scrive una bella lettera ad ANVUR!
Il ragionamento di daniel8 è giusto, ma non tiene conto dei "residui". Premetto ora che il mio ragionamento è personale su quanto ci ho capito io, quindi correggetemi se sbaglio.
RispondiEliminaOgni volta che un RTI interno idoneo viene promosso con chiamata, genera un residuo di 5/7 di PA per l'ateneo chiamante. Questo "sposta" una parte ingente di risorse all'anno dopo (quindi utilizzabili per gli abilitati, cioè sufficienti a promuovere 2.5 RTI).
Inoltre mi chiedo: se un associato viene trasferito da un ateneo italiano, genera un residuo di 7/7 nell'ateneo da cui proviene? O se viene chiamato un RTI idoneo di un altro ateneo (5/7)? Se sì questo residuo può essere usato dall'ateneo che ha ceduto il PA per promuovere 3.5 o 2.5 RTI abilitati. Ma anche se generasse solo un turnover al 50% sarebbero comunque 1.75 o 1.25 promozioni per RTI abilitati da usare l'anno dopo.
Gli RTI abilitati quindi potranno essere promossi a colpi di "residui", se anche l'abilitazione arrivasse troppo tardi nel 2012 (come probabilmente accadrà).
L'unico caso in cui non c'è residuo è se si assume dall'estero. Ora, secondo voi, quanti atenei assumeranno dall'estero, sapendo che così non generano residuo nè per sè nè per gli altri?
@ ciao
RispondiEliminavisto che mi pare tu apprezzi l'operato di apri perché non ti iscrivi e partecipi attivamente. basta registrarsi sul sito www.ricercatoriprecari.it
ovviamente ti puoi iscrivere se sei precario e se condividi statuto e manifesto.
quanto ad anvur ecc. ci stiamo muovendo...
per i concorsi al CNR? Di cui il nostro ministro è anche presidente... lì ancora esiste non solo il profilo, ma anche la prova scirtta (talvolta anche due) e la prova orala... i titoli e le pubblicazioni valgono meno di 1/3... in soldoni vale solo la RACCOMANDAZIONE!
RispondiEliminaPerchè nella lettera al ministro non chiediamo che l'unica cosa buona fatta dalla Gelmini (la modifica delle modalità di Concorso) non venga applicata anche agli altri concorsi, ad esmpio al CNR.
@ Dario,
RispondiEliminasono d'accordo con te. Spesso tendiamo a dimenticarci degli enti!
sottoscrivo la richiesta di dario.
RispondiEliminanon posso che concordare, anche perché quella che definisce "l'unica cosa buona fatta dalla gelmini" era una proposta che veniva dal gruppo fondativo di APRI. in quel caso fummo noi a convincere il governo a bloccare i concorsi per farli poi ripartire con regole più trasparenti (anche se purtroppo non ci diedero retta fino in fondo e ci misero troppo tempo a farli ripartire)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaE quindi il Consiglio di Stato ha dato parere sostanzialmente FAVOREVOLE al regolamento sui criteri di valutazione dell'Abilitazione Nazionale
RispondiElimina@ mino
RispondiEliminaQuello che hai letto tu è quello del 6 dicembre postato da Dan nel sito 29aprile, o c'è e hai letto uno più recente (e più significativo, perché quello dice di fatto "informateci se e quando il regolamento firmato da Napolitano è andato in G. U., e a quel punto vi daremo il nostro parere)?
c'è ne è uno più recente del 20 dicembre postato ieri sempre da Dan
RispondiEliminahttp://www.rete29aprile.it/media/kunena/attachments/125/CdS04909-2011.pdf
è possibile per un precario che possiede i numeri provare sia l'abilitazione ad associato che ad ordinario?
RispondiElimina@ Alex
RispondiEliminaE' lo stesso cui mi riferivo io, uscito da una seduta del CdS del 6 dicembre e poi inviato-spedito nella data che indichi tu, ovvero il 20 dicembre.
A ogni modo, se il 20 dicembre (ovvero non più di due settimane fa) il Cds era ancora affaccendato a imbucare quel parere superinterlocutorio, è praticamente certo che non ne abbia ancora espresso un altro successivo e veramente significativo. Di fatto, per farlo aspetta che il regolamento firmato da Napolitano 4 mesi fa approdi finalmente in G. U. (un alto dirigente del MIUR mi diceva un paio di settimane fa che ciò accadrà quasi certamente entro sabato prossimo 14/1; sarà vero?)
@ samizdat,
RispondiEliminachiunque può partecipare alle abilitazioni, quindi anche un precario
credo il problema non sia se possibilità di ottenere una abilitazione o meno (o meglio non è il solo problema), ma se ottenuta abbia una reale possibilità di essere chiamato e prendere servizio. Senza NUOVI soldi non è difficile capire come andrà la storia...
RispondiElimina@insorgere
RispondiEliminascusa ma non chiedevo questo.
Se io intedessi partecipare alle abilitazioni, potrei partecipare sia per l'associatura che per l'ordinariato?
Oppure posso essere abilitato ad uno solo dei 2?
A parte la chiamata...che naturalmente è un altro discorso.
puoi partecipare a tutti e due
RispondiEliminasecondo voi per un precario che per 12 anni non ha avuto alcuna chance ad alcun concorso per RTI è possibile ambire alla posizione di direttore di dipartimento e di rettore.
RispondiEliminaPerchè per una volta non proviamo ad essere realisti? Cosa faremo quando scaduto l'ultimo assegno, l'ultima borsa e senza bandi RTA o RTB in giro, senza un padre barone ci troveremo a dover fare i conti con i nostri CV (magari da associato) e l'attuale mercato del lavoro?
Io credo che prima di tutto si debbano chiedere delle garanzie per quei precari che dopo avere tirato la carretta per anni ed anni senza alcuna tutela e senza garanzie si trovano ad avere CV da associato o addirittura da ordinario.
RispondiEliminaPS non so in quale SSD si possa avere CV da ordinario a 30-35 anni?
Sono d'accordo con ganjalf, che mi fa anche sorridere quando dice:
RispondiElimina"secondo voi per un precario che per 12 anni non ha avuto alcuna chance ad alcun concorso per RTI è possibile ambire alla posizione di direttore di dipartimento e di rettore? "
dobbiamo essere realisti e oggi significa combattere per far rispettare le regole, battagliare per RTDb e abilitazioni serie.
@insorgere: d'accordo, in settimana
regà nessuno dice che sarà facile farsi chiamare dopo l'abilitazione, solo che è possibile provare ad averla.
RispondiEliminanel mio ssd conosco diversi precari trentenni (quasi quarantenni) con cv da ordinario.
A me risulta che il CdS abbia dato parere interlocutorio (sul Regolamento "criteri") anche se la sentenza non è ancora pubblica, quindi Profumo dovrà comunque rispondere nel merito. Ma poi attendiamo il tutto nelle Commissioni parlamentari...
RispondiEliminaAh, scusate, il testo è ovviamente quello postato più sopra, dentro il sito della R29A - sono un po' "off" in questi giorni...
RispondiEliminaquindi ingoieremo il boccone amaro di doverci cercare un'altra occupazione consapevoli di avere un CV di tutto rispetto.
RispondiEliminaIo continuo a sostenere la stabilizzazione di quei precari con "CV abilitabile". Non sarà un gran traguardo ma permetterà a molti precari di valore di poter continuare a fare il mestiere per cui si è investito.
@ Renzino
RispondiEliminaMa se il parere NON DICE ASSOLUTAMENTE NIENTE (o meglio si limita a dire: "sia emanato il regolamento firmato da Napolitano, e a quel punto cominceremo a prendere sul serio il decreto coi criteri valutativi", ovvero, la situazione non si è mossa di un centimetro) e, dopo che il parere del CdS sarà finalmente espresso (chissà fra quanto tempo), il testo del decreto dovrà passare ancora per la geenna delle commissioni parlamentari (almeno questo tu dici; e avrai purtroppo ragione), come cazzo fa l'uomo macchina a raccontare che l'abilitazione partirà a giugno e che entro S. Silvestro DI QUEST'ANNO ci saranno i primi abilitati? Ma non parte nemmeno a ottobre!
già se uscissero i criteri sarebbe un buon punto di partenza su cui cominciare a batter cassa
RispondiElimina@ marco
RispondiEliminainfatti il buon profumo sbaglia, forse perché ignora in buona fede la lentezza e la macchinosità di certi meccanismi.
io lo dico da tempo, le abilitazioni non possono tecnicamente partire prima dell'autunno 2012
@ ganjalf
RispondiEliminati sto tollerando, a fatica non ti cancello e solo perché sono di indole liberale.
per favore smettila di lagnarti o di chiedere stabilizzazioni. le lagne qui sono inutili perché siamo tutti sulla stessa barca, le stabilizzazioni sappiamo che ti piacciono ma noi le avversiamo e su questo non c'è spazio di discussione.
è l'ultimo avviso
@ tutti,
RispondiEliminama ancora nessuna bozza disponibile del decreto sui criteri?
Grazie e saluti
no, nessuna bozza
RispondiEliminahttp://www.menodizero.eu/
RispondiElimina@insorgere
RispondiEliminase non te ne sei accorto in Italia si sta parlando di ridurre il precariato e di creare dei percorsi di accesso per contratti TI dopo tot anni di precariato, appunto, ed al raggiungimento di det risultati.
Noi come al solito faremo di tutto per tagliarci fuori dalla discussione da soli con le nostre stesse mani e come solo noi sappiamo fare.
@ ganjalf
RispondiEliminano, proprio non mi sono accorto del fatto che qualcuno - all'infuori di te - parli seriamente di stabilizzazioni et similia.
@ganjalf
RispondiEliminain Italia si sta parlando di ridurre il precariato?!?
di creare percorsi di accesso per ruoli TI dopo tot anni di precariato?!?
ma stai parlando dello stesso paese che sta partecipando a SOS Tata con la BCE nel ruolo di tata lucia?
@tutti
RispondiEliminavorrei rompere il vostro colloquio con una considerazione.
Credo che una delle ancore di salvezza per un precario sia quel 20% destinato agli esterni.
Che margini ci sono sarebbero nel chiedere una revisione di quel punto con un eventuale innalzamento di quella percentuale?
Considerato il turn-over al 50%, il 20% del rimanente 50% mi pare una quantità abbastanza ridicola da destinare agli esterni.
Se 10 vanno in pensione. 5 vengono assunti di cui 1 solo è esterno e sarà sicuramente un trasferimento di qualcuno che doveva rientrare.
Il 20% mi pare un po risicata come percentuale.
@ samzdat
RispondiEliminahai centrato uno dei punti cruciali.
nella stesura originale della legge la quota era molto più alta (più del doppio se non ricordo male), solo che il parlamento volle intervenire su quel punto e la abbasso per contentare i baronazzi.
a me sembra evidente che in quella quota ristretta entreranno pochi precari, almeno per i primi anni. se non altro perché è facile immaginare scambi in cui a vincere come esterni a firenze saranno gli rti di pisa e a pisa vinceranno come esterni gli rti di firenze...
anche questo aspetto però è passibile di revisione e la quota potrebbe anche essere rialzata, bisogna valutare con attenzione. non si possono fare mille richieste differenti, pena il rischio di non essere proprio considerati. ti prometto che considereremo la cosa e - a seconda di cosa decideranno i soci - la sottoporremo al ministro o meno.
E' vero che il discorso stabilizzazioni tout court non è all'ordine del giorno, ma è pur vero che negli ultimi mesi (fuori dall'Università) si inizia a ragionare sul fatto che l'estremo precariato non è una buona cosa per nessuno. Infatti si parla di contratto unico a tutele crescenti, con tempi ipotizzati per raggiungere la tutela massima (un posto vero) di tre anni, non quindici. Ammettiamo pure che la carriera universitaria ponga problematiche particolari e che quello che vale per un operaio non sia direttamente espandibile ad un docente, ma il principio che un lavoro vero deve essere un traguardo raggiungibile e non un asintoto all'infinito nella scala dei contratti precari forse si può chiedere.
RispondiEliminaSe il mezzo siano le stabilizzazioni, un aumento dei finanziamenti o una differente articolazione di questi fra categorie (esterni/interni, TDa/TDb, TDI/nuovi) si può discutere. Però cercherei prima di far passare il concetto che un problema di precariato universitario di lungo corso c'è, e poi di organizzare la discussione sui possibili interventi da fare in quanto possibili soluzioni al problema suddetto.
Difficile che il nuovo governo finanzi centinaia di nuovi posti TDb e risolva tutti i nostri problemi, ma non mi aspetto nemmeno una risposta alla Gelmini "con la mia riforma i giovani meritevoli adesso vanno in cattedra a trent'anni, che volete di più?"
Se si riuscisse a far partire un serio sistema di reclutamento libero e aperto e che dia a chiunque, ovunque egli si trovi nel mondo e di qualunque età, sesso, razza o religione sia, la possibilità di giocarsela alla pari con gli altri, una buona parte del problema sarebbe risolto.
RispondiEliminaQuesto non ha nulla a che vedere con il concetto di "stabilizzazione".
APRI si è battuta e si sta battendo esattamento per questo. Le nostre richieste al Ministro vanno esattamente in tal senso.
Il problema di precariato di lungo corso esiste ed APRI lo ha denunciato e lo denuncia in continuazione (basta leggere i post sotto, compresa la mia intervista).
MA, per l'ennesima volta, APRI non ritiene che l'età "accademica" di un precario sia indice di alcun diritto acquisito per entrare in ruolo.
PUNTO.
concordo ovviamente con quanto dice lassie.
RispondiEliminaaggiungerei solo che la questione della trasformazione del sistema del lavoro in italia e la revisione del sistema accademico non vanno proprio di pari passo. non fatevi illusioni...
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/10SIT2220.PDF
RispondiEliminaarticolo ineccepibile della pacelli sulla riforma bloccata
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/10MI12011.PDF
RispondiEliminaarriva un po' di chiarezza nei conti degli atenei?
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/10SB22054.PDF
RispondiEliminaancora su prin e firb
Allora i problemi sono DUE
RispondiElimina1) Meta' della forza lavorativa, specie nel pubblico, e' precaria: non solo ha contratti a tempo determinato, ma questi hanno una durata media di nemmeno un anno, in molti casi non grantiscono diritti come pensione, maternita', ferie, indennita'di disoccupazione, non permettono di detrarre nulla perche' non hanno IRPEF. gli stessi diritti sono garantiti all'altra meta' della forza lavoro, che e' in larghissima parte la meta' "vecchia", ovvero quelli che hanno cominciato a lavorare prima del 1995. Si discute, in Italia, di rendere meno precaria la meta' sfigata, riunendo in una sola figura contrattuale tutte quelle introdotte da Treu in la', che garantisca diritti e continuita', fino alla tutela "completa" di cui godono i "vecchi", in tempi ragionevoli.
2) L'Universita' (e gli Enti) di ricerca sono CHIUSI, ovvero non reclutano se non il minimo indispensabile, spesso per "stabilizzare" chi da anni presta la sua opera "in house" come precario, spesso per piazzare qualche parente o affine di ordinari e associati, raramente per inserire qualche elemwento veramente valido. Nonostante gli annunci, le riforme presentate finora hanno cambiato poco o nulla, spesso per l'evidente mancanza di volonta', interesse o capacita' da parte di un ministero di inetti e cialtroni che riscuotono ma non lavorano, non controllano, non fanno applicare un tubo di quello che viene approvato, buono o cattivo che sia. Senza contare che con la scusa della crisi i finanziamenti sono a zero e nel futuro, per ora, vanno a calare.
Ecco, questi due problemi vanno affrontati per quanto possibile insieme, ma no vanno confuse le soluzioni: risolvere il problema della precarieta', soprattutto dei lavoratori del pubblico, NON PASSA solo per l'APERTURA del sistema di Univ ed Enti. E l'APERTURA del sistema Univ ed Enti NON PUO' limitarsi alla soluzione del problema precarieta'. Servono soluzioni specifiche e coordinate, serve spaccare le palle a tutto il Governo ma 3 ministri in particolare: Monti, Profumo e Fornero.
PUNTI a parte, quello che ritiene lassie o la dirigenza APRI è importante, ma spero non voglia chiudere il discorso.
RispondiEliminaL'età accademica non è un titolo (lo sono - dandogli un significato informale - la ricerca, l'insegnamento, le competenze...) ma la presenza di molte persone con titoli adeguati e un'età (accademica e non) per cui la via gelmini non è percorribile è un fatto (finchè non li ammazzi ci sono), un problema (hanno una funzione precisa, se li elimini la perdi), e un sintomo di altri problemi (la detrazione di risorse dovute ad anni di sperperi, carriere facili dei docenti e accordi sottobanco coi sindacti).
Se hai letto nel mio post una richiesta di stabilizzazione per età mi scuso per la poca chiarezza. Ma ribadisco che il problema del precariato eccessivamente lungo esiste (come esistono altri problemi) e che sottovalutarlo porta ad una visione non equilibrata della situazione, così come lo farebbe l'incentrare tutto il discorso sull'età senza parlare di selezione, di continuità, di qualità, di internazionalizzazione, di ricerca applicata, dell'importanza della didattica.
Se hai voglia di seguirmi in un ragionamento più sottile, il lungo precariato con infiniti checkpoints a mio avviso non è proprio un buon viatico per il merito e l'apertura (che tutti vogliamo).
Infatti, in un sistema perlopiù chiuso e asfittico, un bravo ricercatore non spalleggiato può (con tanta bravura e un po' di fortuna) mettere a segno un colpo buono (tipo un posto RTI) e poi ripartire da qui per miglirarsi e miglirare il sistema intorno a sè. Ma quattro/cinque colpi buoni in fila e a scadenze precise non puoi metterli in fila grazie al merito, ma solo se hai chi questi colpi te li organizza e difende (la raccomandazione che tutti aborriamo). Quindi l'associazione che si fa (scimmiottando il ministro precedente) fra estremo precariato e estrema selezione del migliore, secondo me non regge, e anzi (oggi e qui) va nella direzione opposta. Fra venti anni forse no, ma adesso si.
@ francesco
RispondiEliminaè ovvio che un precariato troppo lungo non va bene e che infiniti "chekpoints" - come li chiami tu - sono problematici in un sistmea non trasparente e meritocratico (lo sarebbero meno in un sistema davvero aperto).
ciò detto l'obiettivo di apri non è sistemare i precari, e credo non sia neanche nell'interesse del sistema. l'obiettivo di apri è migliorare il sistema nel suo complesso per favorire pratiche di selezione regolari e trasparenti.
detto in altri termini vorremmo un'università sui migliori standard europei, che recluti in funzione delle esigenze di didattica e ricerca, selezionando le persone più qualificate (siano essi precari storici o meno, italiano o stranieri, giovani o vecchi).
@ Marco
RispondiEliminaIl parere interlocutorio del Consiglio di Stato sul "Regolamento criteri" non fa altro che ripetere quello che immodestamente ho scritto su questo blog da tempo immemore: serve che la Corte dei Conti dia il via libera al "Regolamento abilitazioni", prima - e se questo è avvenuto un qualche giorno di dicembre, come hai scritto tu, il Governo deve allegare quella notizia (se non proprio gli estremi della pubblicazione in G.U., che a tutt'oggi non c'è ancora).
In questo senso il CdS non ha potuto neanche iniziare l'esame - non si può nemmeno parlare di "parere interlocutorio".
Se poi Profumo abbia preso l'occasione per rivedere il testo, questo sta a voi dirlo, perchè io non ho segugi al soldo.
Insorgere,
RispondiEliminail mio contesto per questa discussione non è come sistemare i precari, ma come migliorare il sistema nel suo complesso (ed è lo stesso di molti qui).
Se fosse il contrario avrei semplicemente chiesto la stabilizzazione per chi a) ha più di 10 anni di precariato, b) ha più di 40 pubblicazioni, c) ha lavorato in italia e all'estero, d) ha tenuto più di 10 corsi, e) è nato di giovedì. (se n'è sentite di peggio...)
Il punto è che assumere (non necessariamente a mezzo stabilizzazione) parte dei precari storici (oltre che essere un bene per i precari suddetti, ma questo non è qui rilevante) è secondo me una necessità per il buon funzionamento del sistema.
La mia visione di come si evolve una ricerca (e qui potrei sbagliarmi, o essere limitativo) non è di un bravissimo che nel vuoto pneumatico ha un'idea rivoluzionaria, ma piuttosto di un piccolo ecosistema dove tutti sono necessari, dallo studente all'ordinario, ciascuno con il suo ruolo.
Vedila un po' come una catena, un nastro trasportatore, per funzionare deve essere intero, se lo interrompi a metà non funziona più in nessuna delle sue parti. Secondo me far fuori i precari fra trenta e quaranta anni (anagrafici) e cinque-quindici (accademici) ha proprio questo effetto di interrompere la catena. Quindi la loro estromissione da sistema non è solo un danno per loro (su cui qui abbiamo detto di sorvolare) ma un danno per il sistema.
Per stringere, visto che tutti abbiamo da fare altro che leggere un blog, vorrei un sistema che tagli i rami improduttivi perchè improduttivi, non perchè hanno fra 30 e 40 anni.
Altrimenti il discorso sul non curarci dell'età anagrafica si ribalta - fai fuori proprio in base all'età.
Mi scuso per la lungaggine e mi taccio.
caro omonimo
RispondiEliminaMa guarda che nessuno qui ha mai sostenuto che bisogna segare i 30-40enni (cazzo, siamo quasi tutti 30-40enni....). Allora mi chiedo: perche' stai cercando di creare lo straw-man argument? In genere lo si fa quando non si hanno argomenti per ribattere nel merito delle questioni.Il nocciolo della questione, per te, e' questo: "la presenza di molte persone con titoli adeguati e un'età (accademica e non) per cui la via gelmini non è percorribile è un fatto". Ecco, francesco, NON e' un fatto. E' una opinione.
@ franceso
RispondiEliminati ha già risposto france.
aggiungo solo una cosa, io sono favorevolissimo all'idea di tagliare i rami secchi a prescindere dall'età e dal ruolo. fosse per me rendere licenziabili tutti gli improduttivi, a partire da tanti RTI che non fanno una sega...
@ Renzino
RispondiEliminaNon c'è dubbio, il Cds ha scritto esattamente quello che tu ripeti da mesi: il decreto coi criteri valutativi è temporalmente, logicamente e ordinamentalmente posteriore al regolamento dell'abilitazione firmato da Napolitano a settembre, che quest'ultimo approdi in G. U. e solo allora ci occuperemo del decreto.
Ricordo che pochi giorni prima di Natale un alto dirigente del MIUR mi disse che ci sarebbe arrivato entro il 15 gennaio, ovvero entro la fine della settimana in corso. Sarà vero? Lo sapremo comunque fra pochi giorni, di certo finora non ci è arrivato.
Piuttosto: sei sicuro che, dopo l'espressione del parere del CdS, il decreto coi criteri debba affrontare pure la iattura del passaggio attraverso le commissioni parlamentari? Chi legga l'articolo odierno della Pacelli, da insorgere definito ineccepibile, ne ricava la netta impressione che, con i rilievi del CdS e le risposte ed eventuali modifiche ad essi conseguenti da parte del MIUR, l'iter per quel decreto si chiuda
@ marco
RispondiEliminasi il decreto deve passare in letture alle commissioni cultura di camera e senato. su questo non c'è dubbio. si tratta ovviamente di un passaggio formale, meramente consultivo
Vorrei far notare a insorgere et co. che IL PROBLEMA PRECARI ESISTE. Scusate, ma di cosa si occupa quindi questa "Associazione Precari della Ricerca"? "l'obiettivo di apri è migliorare il sistema nel suo complesso per favorire pratiche di selezione regolari e trasparenti. (post11:33)"?
RispondiEliminaFrancamente, sembra un po' fuori tema, e comunque un po' troppo poco per i "precari".
Cambiare nome all'associazione no e?
@ claudio2
RispondiEliminacerto che il problema esiste. nessuno lo nega.
non credo però che sia utile o sensato pensare solo a piazzare i precari in posti stabili. quel che va cambiato è il funzionamento del sistema, nell'interesse generale e non solo della nostra generazione. bisogna pensare anche per le generazioni future, evitare tappi...
cmq apri non è e non vuole essere un'associazione corporativa
@ Marco
RispondiEliminaConfermo che il DM sui 'criteri' dovrà passare anche dalle Commissioni Parlamentari, dopo il CdS. Nego però che "consultivo" sia sinonimo di "formale": immagino che le Commissioni terranno delle Audizzjoni, e lì può scatenarsi l'iradiddio delle SIgle SIndacali, per cui consiglio anche l'APIR di tenersi pronta.
Da notare che, se interessa, domani alle 14:30 il Ministro Profumo sarà inaudito dalla VII del Senato "sulle linee programmatiche del suo Dicastero".
@claudio2
RispondiEliminariprendo da un post più sotto
" Dal nostro punto di vista i ricercatori precari fanno parte a buon diritto dell'Università italiana e in moltissimi casi e per moltissimi aspetti spesso si rivelano addirittura determinanti.
Stiamo parlando, voglio ricordare, del 50% dell'organico dell'Università italiana, come dimostrato dall'analisi fatta dai nostri colleghi del CPU (http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/2011/12/21/che-fare/#more-1108).
Mi sembra evidente che pertanto la stesura dei nuovi Statuti degli Atenei sia un terreno sul quale è possibile a livello locale condurre delle forti battaglie per la presenza dei precari negli organi collegiali.
Per quanto riguarda APRI, non abbiamo le forze per condurre battaglie a 360 gradi e pertanto siamo sicuramente più attivi a livello nazionale che locale.
Durante il percorso di stesura e approvazione della 240/10 abbiamo partecipato (criticatissimi!) a differenti incontri con rappresentanti del ministero e ad audizioni in parlamento dove abbiamo cercato di fornire il nostro contributo per raddrizzare una legge dalle mille storture.
In questo momento stiamo cercando di organizzare un incontro con il nuovo ministro per portare alla sua attenzione una serie di istanze per noi fondamentali, tra le quali quella dell'avvio di procedure di
reclutamento straordinario di RTDb."
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nessuno nega che esista un "problema precari". Personalmente ho 37 anni e una famiglia a carico e probabilmente, anche grazie alla 240/10 sarò costretto a mollare l'università dopo 10 anni e di precariato; vuoi che non mi roda il culo a mille?
tutto sta a circoscrivere la tipologia di problema e ad individuarne una soluzione.
La stabilizzazione dei precari "guadagnata" automaticamente dopo un tot di anni di precariato NON è una soluzione percorribile per APRI.
ahò quanto so fiki li presidenti de l'apri!
RispondiEliminama so' così in partenza o è l'incarico che li trasforma?
Oggi è stata la VII della Camera ad udire Profumo "sulle linee programmatiche del suo dicastero"
RispondiEliminaVideo
http://webtv.camera.it/portal/portal/default/Archivio?IdEvento=4719&IdIntervento=2715
ancora una volta mi vedo costretto a richiamare una parola semplice ma fondamentale: compattezza.
RispondiEliminaLa maggior parte dei commenti sul blog sono intelligenti e costruttivi. Onestamente io non vedo queste enormi distanze tra i vari estensori dei commenti, semplicemente sensibilita' diverse rispetto a dei problemi prticolari.
Credo che qui nessuno chieda un Ope Legis per i precari. Ma, forse, se si chiede un reclutamento + sano e un piano straordinario di assunzioni siamo tutti un po' piu' contenti. Onestamente credo che nessuno - dico nessuno - fra quanti hanno commentato piu' sopra sia un fancazzista. Sono i numeri a parlare: cominciamo a stabilizzare, recrutare, dite come vi pare, almeno i ricercatori piu' bravi? Mi sbaglio?
COMPATTI alla meta.
cara APRI,
RispondiEliminaNESSUNO DICO NESSUNO sta chiedendo La stabilizzazione dei precari "guadagnata" automaticamente dopo un tot di anni di precariato bensì meritata al raggiungimento di determinati risultati. A 37 anni e con una famiglia a carico e con ANVUR + CUN più tutti li santi che mi confermano che ho un CV da associato non solo mi roderà il culo dovermi cercare un altro lavoro dopo 10+ anni di gavetta, ma non ci starò proprio.
Non potete dire a gente con alle spalle anni di mazzo, 20-30 lavori buoni, magari esperienze estere, premi e riconoscimenti che si sta chiedendo ope legis basato solo su criteri di tempo...
APRI è contro ogni forma di stabilizzazione e per il miglioramento del sistema
a RAGA' ma che minchia state a dì, qui si sta decidendo della nostra vita o della nostra morte, mica di carriera, o fanta-position.
@ ganjalf
RispondiEliminanon esiste in nessuna parte del mondo che si stabilizzi qualcuno quando ha raggiunto una certa soglia (quale che sia). si recluta in funzione di esigenze di didattica e ricerca.
quel che dobbiamo chiedere è reclutamento serio e trasparente perché il corpo docente italiano è oggettivamente ridotto rispetto agli standard europei (rapporto studenti/docenti) e perché nei prossimi anni ci saranno massicci pensionamenti che vanno compensati con nuove assunzioni.
ma lo chiederemo nell'interesse del sistema, il cui fine è formare i giovani studenti e fare ricerca. il fine del sistema non è infatti assumere, me, te o chiunque altro....
insomma, se al sistema universiatrio servono 100, o 1000, o 10000 nuovi ricercatori questi vanno assunti. e per questo ci batteremo, ma bada bene che non vanno assunti necessariamente i precari che già scaldano la sedia da anni...vanno assunti i più qualificati. e non importa se i più qualificati saranno il precario locale, un precario di un altra sede o magari un ricercatore rumeno
http://blog.ilmanifesto.it/quintostato/2012/01/10/profumo/?mid=576
RispondiEliminanon è che sia chiarissimo...
@ renzino
RispondiEliminanon è che si può trovare un resoconto decente di quanto ha detto profumo in commissione?
Cerco di dare sostanza a quanto dice Francesco, quando parla di "nastro trasportatore".
RispondiEliminaNegli ultimi 10 anni gli ingressi nell'Universita' sono stati piu' o meno costanti, fino al 2008.
Si viaggiava a circa 2500 posti da ricercatori per anno. Va detto che i 2500 posti/anno hanno avuto l'effetto di aumentare l'organico, passato da 51000 nel 2000 a 63000 nel 2008.
Comunque, rispetto al trend passato, negli ultimi 4 anni si sono "persi" circa 7000 posti.
Nel 2008 ne abbiamo avuti 1605, nel 2009 nessuno, nel 2010 1330 (gli "ultimi", svolti anche nel 2011) e infine nella sessione 2011 solo 11 sopravvissuti.
Questo ha riportato l'organico a circa 57000 (considerati anche i pensionamenti, naturalmente).
Conclusione: si', c'e' stata una "rottura" della catena, ma dopo che questa e' stata tesa negli anni precedenti.
Soluzioni?
Come ho scritto in un altro post, volendo mantenere l'organico attuale, con la frequenza di pensionamenti, si potrebbero avere circa 1500 posti/anno (da associato/RicTDb).
Quello che e' auspicabile per gli attuali 30-40enni e' evitare ulteriori ritardi e che la famigerata posizione di ricTD-a non diventi un parcheggio-scambiatore per i futuri precari.
Naturalmente ancora piu' auspicabile sarebbe prevedere nel futuro un allineamento del numero di ricercatori alle medie europee, ma il discorso si amplierebbe agli enti di ricerca.
Una seduta caciarona da Bar paesano, la sto finendo di ascoltare dal video. Profumo ha dato delle idee generali (ma nei fatti anche specifiche) nell'ordine su Ricerca, Università e Istruzione, e poi tornerà un'altra volta (o forse 2) per continuare il dibattito e rispondere a domande e input.
RispondiEliminaNon c'era niente di straordinario, sono ancora frastornato da quei caciaroni della Commissione, a partire dalla Aprea andrebbero tutti mandati all'osteria. Profumo si è dilungato su tutti i vari fondi sia per Ricerca che per l'Università (incl. quelli Europei), dimostrando che la somma è un numero sostanzioso. Si è dovuto difendere sui bandi PRIN e FIRB giustificando il tutto con l'"allenamento" ai fondi Europei. Ha battuto sul tasto della capacaità di raccogliere soldi da tutte le varie sorgenti, il che dà autonomia e responsabilità ai Rettori. Nel complesso non mi sono entusiasmato per niente.
@ Renzino
RispondiEliminaSui soli 31 decreti attuativi non ancora approdati in G. U. (la disgraziata ce ne ha mandati 15 in 10 mesi, lui la bellezza di 1 in quasi due mesi) e sulle prospettive per l'avvio dell'abilitazione, ovviamente nessuno gli ha chiesto nulla?
@ Marco
RispondiEliminaNo, ma la maggior parte delle domande saranno la prossima volta, il 24 gennaio, e dopo lui risponde entro fine mese...
Comunque la genericità, l'ideologismo e in sostanza il casino dei Commissari è stato inenarrabile.
@ Renzino
RispondiEliminaGrazie. Eh sì, il "piccolo" problema lì nelle commissioni parlamentari è che la platea che dovrebbe porre domande pertinenti e ficcanti è invece persino più dequalificata, incompetente e presuntuosa di una platea standard di giornalisti "specializzati"
Guarda marco, per esperienza posso dirti che sono ancora peggio di quanto una possa immaginare (a parte pochissime eccezioni)
RispondiElimina@ Marco
RispondiEliminaMA tu sei sicuro che la CdC avesse alla fine dato il via libera al Regolamento "abilitazione"?
Chi l'ha detto?
@ insorgere
RispondiEliminaNon stento a crederti (fra le pochissime eccezioni credo possa annoverarsi la Ghizzoni, che mi pare un attento e serio mastino)
@ Renzino
Ben due alti dirigenti del MIUR (di cui, per ovvie ragioni di discrezione, non faccio i nomi) pochi giorni prima di Natale mi hanno concordemente detto: "la Cdc ha fatto rilievi quasi insignificanti, soprattutto non pone di fatto problemi circa la scomunica del cartaceo, ce l'abbiamo finalmente fatta, è probabile che il regolamento sia in G. U. entro il 15 gennaio".
Siamo del resto vicini al termine (è praticamente sabato prossimo); inutile dire che per ora non è accaduto nulla
Scusate l'OT, ma non so a chi chiedere.
RispondiEliminaNon posso partecipare a un concorso per RTI per motivi di salute...possibile che devo perdere questa ultima chance e non esistono alternative per garantirmi la partecipazione?
ad un concorso RTI cui ho partecipato ultimamente, una candidata ha fatto il colloquio via skype collegata proprio da un ospedale.
RispondiEliminanon so quanto questo sia legale, ma tant'è.
credo sia la piattaforma blogger che ha operato dei cambiamenti
Elimina@ serafina
RispondiEliminahai scritto ai commissari facendo presente il tuo problema?
Puoi chiedere di fare il colloquio in altra data. In un concorso cui ho partecipato un candidato non era presente nella data prevista, cuasa alluvione con chiusura dell'aereoporto nella sua citta`. Gli e` stat data una seconda opportunita` ma ha dovuto presentare un certificato del suo comune. Credo che con un certificato medico tu sia a posto.
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/11SIB3142.PDF
RispondiEliminal'articolo è un po' confuso, cmq la parte finale sull'introduzione delle graduatorie degli abilitati mi pare condivisibile
All'ufficio concorsi (Padova) mi hanno detto che non presentarsi per malattia è come rinunciare a partecipare...senza darmi vie di uscita...magari provo a contattare direttamente i commissari. Grazie a Tutti!
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaMike Ciavarella è un po' confuso per definizione, comunque io non sono per nulla favorevole alle graduatorie nelle abilitazioni - già abbiamo discusso del senso dell'abilitazione; le graduatorie vanno invece fatte nei concorsi locali, laddove non si deve derogare alla sana e leale competizione.
Anche perche' se metti le graduatorie nazionali otterrai che la commissione nazionale avra' un potere immenso e sara' oggetto delle peggiori pressioni. E ti ci voglio poi a vincere una selezione locale quando hai il marchio dell'infamia.
RispondiEliminaConcordo con Renzino e France; si e' gia' dibattutto molto su cosa sifgnifica abilitazione. Inserire una graduatoria snaturerebbe in maniera distorsiva l'abilitazione producendo solo guai.
RispondiEliminaLa responsabilizzazione va alsciata a livello locale, con i necessari feedback.
concordo con voi, ma SOLO se c'è il necessario feedback (premi/punizioni per chi assume)
RispondiEliminaNO premi/punizioni, SI' griglia di valutazione del merito.
RispondiEliminaLe singole Università non hanno colpe, non ci possono essere colpe al di là di quelle del singolo che eventualmente si dimostra incapace.
hanno la colpa di aver assunto la persona sbagliata, in funzione di questo il dipartimento può subire una decurtazione di fondi
RispondiEliminaLa colpa ricade sugli studenti e sul territorio: sbagliato.
RispondiEliminaDopo siamo costretti a fare programmi di "convergenza" per i territori sottosviluppati.
Nessuno obbliga gli studenti ad andare in una universita` piuttosto che in un altra. Se vogliono iscriversi all'universita` scadente solo perche` e` sotto casa sono affari loro. Ne paghino le conseguenze.
RispondiElimina"Nessuno li obbliga", infatti: vadano pure altrove.
RispondiEliminaChiedo scusa per l'off topic
RispondiEliminama avrei una domanda:
per accedere ad un RTDb (se e quando verranno banditi)
vanno bene tre anni da ric precario al CNR (art 23)? o è meglio partire da un RTDa?
tre anni con un co.co.pro.? (questi ce l'ho già.. anche di più!).. tre di assegno di ricerca? (ci sono quasi)
cioé se potessi scegliere cosa mi converrebbe fare?
Grazie mille
Oggi Profumo ha bissato al Senato. Un'ora di lezione senza neanche l'accademico.
RispondiEliminaRenzino: la responsabilita' ricade sul dipartimento perche' la legge questo dice. Il dipartimento collegialmente sceglie; il dipartimento ne paga le conseguenze.
RispondiEliminaCapisco la tua battaglia per la legalita'; ma qui si gioca sulle dinamiche di scelta.
CHe sicuramente passano ANCHE per le responsabilita' dei singoli commissari in casi di commissioni.
@ antonio
RispondiEliminaSulla RESPONSABILITA' nessuna discussione, ognuno è responsabile per quello che fa.
CIO' vuol dire che i Commissari sono responsabili per come agiscono nella Commissione giudicatrice, non certo per quello che farà o non farà il nuovo assunto. Di quello sarà responsabile lui.
Naturalmente la responsabilita' di un commissario e' personale; ma a livello giuridico, ovvero sull'applicazione delle norme/criteri. Invece la responsabilita' della scelta di un candidato tra diversi pari tra loro (ovvero per cui le norme/criteri sarebbero ugualmente rispettati, e la responsabilita' del commissario e' salva), e', secondo la legge gelmini, dipendente dal dipartimento; ovvero e' una scelta collegiale. Per questo la scelta del vincitore e anche le ricadute del lavoro di quest'ultimo, devono pesare sull'intero dipartimento.
EliminaIo intendo che una Commissione Giudicatrice istruisce tutto il processo, e porge il risultato all'istituzione che potrà accettare o rifiutare tale risultato (quindi è indubbio che l'istituzione assume le proprie responsabilità). Ma intendevo che nessuna delle responsabilità sopra citate si estende alle future attività del nuovo assunto, per la qual cosa vi saranno ALTRE responsabilità, ALTRE procedure e ALTRE valutazioni. Non so se mi sono spiegato ma spero di sì.
EliminaSi.
Elimina@ poton
RispondiEliminabasta che hai sommato un totale tre anni di borse post-doc o assegni (o analoghi incarichi esteri, secondo la normativa) per partecipare a un tdb
posso chiederti se ai fini dei tre anni contano anche i co.co.co? Questa è una cosa che non ho mai capito...
Eliminacontano solo i contratti indicati nella legge. i cococo non mi sembra, ma controlla la legge, specifica le diverse tipologie contrattuali riferendosi alla normativa che regolamente ciascuna tipologia
RispondiEliminaSì, anch'io avevo capito così leggendo la legge. Poi la domanda di Poton mi aveva fatto venire il dubbio.
RispondiEliminasegnalo la bella e nobile lettera pubblicata da un aprista passato al lato oscuro (ricercatore di fresca nomina) sulla gazzetta del mezzogiorno.
RispondiEliminatestimonia che lottiamo per delle idee, non per tutelare meri interessi, e che quelle idee per noi valgono sia se siamo precari sia se siamo (magari) diventati ricercatori.
http://web.uniba.it/univ/ateneo/rettorato/rassegna/2012/20120112.pdf
vedere p. 4.
Pensa te! Io conosco bene il padre di Vito, che proprio stasera mi parlava di questa lettera/articolo.
EliminaOggi in CdM passano due provvedimenti delegati dalla l. Gelmini, di cui uno è, in via preliminare, il famoso piano di valutazione ex-post delle politiche di reclutamento.
RispondiEliminaCosì finalmente potremo scannarci su qualcosa di concreto.
NOTA tecnica: com'è che Blogger, avendo cambiato da un paio di giorni il layout, fa così schifo e mi storpia pure il nome? :-)
RispondiEliminaPer di più ci sono problemi di visualizzazione con Windows Explorer; devo usare Firefox, è così anche per gli altri?
si, è così anche per me
RispondiEliminanon so che farci
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/13SIB5120.PDF
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2012/01/13MI25019.PDF
RispondiEliminaBlogger buffone
RispondiEliminaIl Blogger mi prende in giro?
RispondiEliminaB@ç#ù?rogger
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RispondiEliminaCari Colleghi,
RispondiEliminaVi sembra possibile incontrare il Ministro per chiedere - tra l'altro - l'abolizione degli assegni di ricerca (peraltro previsti espressamente dalla Legge Gelmini)?
Perché siete sempre animati da una vis destruens?
Assegnista deluso
Caro Marcomar,
RispondiEliminala proposta non è scissa dalle altre richieste.
Questo è un "pacchetto" (del quale la lettera rappresenta una sintesi) che va preso tutto insieme.
Il ragionamento che ci ha mosso verso questo genere di richiesta è dettato dal duplice problema dell'esistenza dell'insulsa (a nostro avviso) figura del RTDa e dall'utilizzo che gli atenei stanno facendo di questo genere di bandi.
Allo stato attuale, per quanto la 240 preveda esplicitamente che gli RTD (siano essi a o b) debbano essere considerati "ricercatori" a tutti gli effetti, con una propria autonomia all'interno del dipartimento), si sta configurando una situazione (prevedibile) nella quale gli RTDa sono de facto delle posizioni di superassegni di ricerca con bandi "ad personam" che li trasformano in superprecari sempre sotto lo schiaffo dell'ordinario di turno, un pò come accadeva per gli ex RTD Moratti (L.230/2005).
In questa ottica ci sembra che la coesistenza di RTDa e assegni di ricerca non faccia altro che alimentare il mercato del precariato, allungando in maniera insostenibile la durata del "purgatorio" prima dell'eventuale entrata in ruolo e tradendo lo stesso spirito della legge che, anche a detta della sempre amata Gelmini (sono ironico, ovviamente), doveva portare l'università italiana ad allinearsi ai parametri internazionali.
A questo punto la soluzione poteva essere:
- richiesta dell'abolizione del RTDa, lasciando la sola figura del RTD con tenure;
- richiesta dell'abolizione degli assegni.
Abbiamo scelto questa seconda ipotesi (che ovviamente verrà accompagnata da una discussione più ampia, che riguarderà ad esempio anche l'abuso dei contratti co.co.co. negli atenei, ora ripristinati, nonché il problema dei dottorati senza borsa) perché riteniamo che il "precariato" senza garanzie debba cessare di esistere.
Nella nostra ottica, il periodo di assistant postdoc deve comunque essere regolato da forme contrattuali serie e che garantiscano diritti ai contrattualizzati.
Sappiamo bene che l'obiezione prima che ci viene mossa (e che ci verrà mossa) è quella del "costo" di queste figure: se un ordinario ha 30mila euro di fondi per garantire un anno al "proprio" precario, abolendo gli assegni probabilmente quel precario sarà a spasso.
Al di la della questione del sottofinanziamento dell'università, che è comunque alla base di ogni tipo di problema e/o proposta (e anche alla base della nostra richiesta di finanziamentro straordinario di RTD a e b sul modello dei bandi spagnoli), siamo convinti che questa logica vada spezzata.
Deve finire il tempo nel quale i professori si circondano di assegnisti e cococo sottopagati (non tutti hanno nemmeno i 30mila euro per l'assegno: a chi ne ha 10, 5 o anche solo mille, è permesso di sfruttare i co.co.co.) secondo una modalità usa e getta che continua a vedere 35enni o 40enni costretti ad abbandonare l'università dopo 10 e passa anni di questi contratti.
Mi permetto infine di farti presente che la nostra associazione è sempre stata animata da tutto, tranne che da una "vis destruens".
In tempi nei quali c'era chi non voleva neanche porsi il problema di discutere nel merito i contenuti di una (allora) proposta di legge e alzava barricate, APRI (criticatissima) cercava di proporre emendamenti per migliorare la situazione universitaria.
Spero di aver chiarito un minimo la nostra posizione; nel caso continuiamo pure il confronto.
Caro Lassie,
Eliminasei stato chiaro e cercherò anche io di essere propositivo.
Premesso che il modello ideale di università esiste nella realtà noumenica, dobbiamo cercare di attenerci ai dati reali:
1) gli assegni di ricerca ex lege n. 449/1997 avevano una durata massima di 5 o 8 anni (in quest'ultimo caso se l'assegnista non aveva usufruito della borsa di dottorato);
2) gli assegni di ricerca ex lege Gelmini - non cumulandosi con quelli precedenti - consentono a molti assegnisti di poter usufruire di ulteriori 4 anni di contratto ad un importo maggiorato di circa 200 euro mensili;
3) tutto il resto è pura filosofia....
Anziché propugnare l'abolizione degli assegni perché non proponete al Ministro Profumo di estendere il regime fiscale (ovvero l'esenzione dal pagamento dell'IRPEF) dei medesimi anche ai contratti da ricercatore di Tipo A e B? In questa maniera i beneficiari di tali contratti si ritroverebbero come per magia in tasca altri 500 o 600 euro mensili supplementari......
Meditate gente, meditate....
Assegnista ottimista
Lo sropongo
@ Marcomar
EliminaE perchè non proponi l'esenzione dal pagamento dell'IRPEF a tutti li lavoratori?
I dottorandi e gli assegnisti sono già esenti ed estendere tale privilegio ad una platea estremamente ristretta quali i ricercatori a TD non rappresenterebbe un problema per le casse dello Stato.....il resto è pura demagogia.....
EliminaAssegnista realista
qualcuno conosce in modo abbastanza sicuro (anche se non certo) l'ordine di grandezza dei tempi per l'emanazione del decreto abilitazioni?
RispondiEliminaDomani..tra 1 settimana...tra 1 mese...tra 10 mesi...tra 20 mesi
decreto abilitazioni? Se intendi il decreto criteri, io darei un ordine di grandezza di 10 mesi (per la sua validità).
EliminaBrç#+*ruggerr
grazie.
Eliminaallora cambio stato (se mi vogliono).
Che bello il nuovo nick name marziano di Renzino!!
RispondiElimina@ samizdat
RispondiEliminasecondo me renzino è anche ottimista quando dice 10 mesi. qui rischia di saltare tutto, anche perché non sarei certissimo che il governo resterà in carica così a lungo
seriamente, ma che è successo al blog?
RispondiEliminaQuesto il tenore dei messaggi che circolano sulla lista dei RTI (gli amici di Graglia e Merafina):
RispondiElimina"Ciao,
solo un commento:
Inutile dire che sono d'accordo sulla severità. Però occorre anche
capire a cosa serve il dottorato: se, come lo è stato per noi, il
dottorato è la necessaria anticamera per la carriera accademica, ad
essa dovrebbe essere commisurato, iniziando la necessaria selezione.
Su questo punto non sono d'accordo. O meglio, e' vero che in Italia e' cosi', ma non penso che dobbiamo accettare questo come dato di fatto e
disegnargli il sistema attorno.
Non solo in UK, ma anche in Francia e Germania, la maggior parte dei dottori di ricerca non va a fare (e non intende fare) ricerca accademica, ma entra nel sistema produttivo in senso stretto, nelle aziende e nella pubblica amministrazione. Questo in Italia non succede anche e soprattutto per l'arretratezza del nostro sistema produttivo. Come disse una volta un vicepresidente di Confindustria a un convegno sul dottorato: "Gli industriali italiani fanno scarpe, che se ne fanno di dottori di ricerca?".
Il risultato di questo e' che nella divisione del lavoro mondiale altri paesi fanno ricerca nelle aziende per produrre beni e servizi con alto valore aggiunto, mentre l'italia segue i paesi in via di sviluppo (a parte piccole eccezioni di nicchia) con una produzione che puo' essere competitiva solamente tagliando il costo del lavoro.
Capisco che puo' essere utopistico pensare di cambiare questo stato di cose, ma almeno non accettiamo come dato ineliminabile un sistema produttivo che non utilizza dottori di ricerca in maniera significativa, e quindi un Ph.D. disegnato come anticamera alla carriera accademica, altrimenti abbiamo gia perso. In pratica: il numero di posti di Ph.D. non deve essere legato al numero di posti nell'accademia; i posti di Ph.D. non devono diminuire (naturalmente parlo dei posti di Ph.D. con borsa). Ma al tempo stesso il governo dovrebbe avere una politica industriale per uscire dal "piccolo e bello" "
... insomma, i PHD possono essere usati in tante altre cose ... ma soprattutto NON DEVONO ENTRARE NELL'ACCADEMIA ... prima bisogna promuovere i RTI!
Intendiamoci, gli argomenti possono essere condivisibili ... ma perchè i RTI sono sempre in cattiva fede???
Brutta razza quella degli RTI. Meno male che non ne faro' mai parte.
RispondiEliminaSul decreto criteri, direi indicativamente
RispondiElimina1° parere CdS: fine marzo
replica MIUR: inizio aprile
2° parere CdS: fine maggio
Parere VII Commissioni: metà luglio
Adozione testo finale Governo: fine luglio
Parere CdC: settembre
Gazzella Ufficiale: fine ottobre
Pubblicato in Gazzella Ufficiale il Decreto abilitazioni!
RispondiEliminaDECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 settembre 2011, n. 222
Regolamento concernente il conferimento dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso al ruolo dei professori universitari, a norma dell'articolo 16 della legge 30 dicembre 2010, n. 240. (12G0004) (GU n. 12 del 16-1-2012 )
note:
Entrata in vigore del provvedimento: 31/01/2012
@ Renzino
RispondiEliminaNelle norme transitorie e finali, si impone che in prima applicazione (cioè per la prima tornata di abilitazione) il bando ministeriale d'indizione che lancia i 30 giorni per l'invio di titoli e pubblicazioni sia in G. U. entro 90 giorni dall'entrata in vigore del regolamento, ovvero entro 3 mesi dal 31/1/2012, ovvero entro il prossimo 30 aprile. Come credono di farcela?
@ Renzino
RispondiEliminaNelle norme transitorie e finali, si impone che in prima applicazione (cioè per la prima tornata di abilitazione) il bando ministeriale d'indizione che lancia i 30 giorni per l'invio di titoli e pubblicazioni sia in G. U. entro 90 giorni dall'entrata in vigore del regolamento, ovvero entro 3 mesi dal 31/1/2012, ovvero entro il prossimo 30 aprile. Come credono di farcela?
Accendendo un cero e pregando!
RispondiElimina@ Renzino
RispondiEliminaPer quanto riguarda il decreto criteri (alla luce della pubblicazione odierna del decreto abilitazioni) rimane valida la tua stima temporale di pochi post fa o ti aspetti un anticipo sui tempi ? grazie
@ Joe
RispondiEliminaMi dai una patente che non merito!
Comunque in teoria potrebbe anticiparsi il primo parere del CdS di 2-3 settimane, se Profumo aveva fatto sorvegliare bene l'ufficio postale della Corte dei Conti...
non facciamoci illusioni, quelle indicazioni temporali sono indicative ma NON strettamnte vincolanti.
RispondiEliminacmq è un bene che sia uscito il decreto
buone nuove in arrivo.
RispondiEliminanei due decreti usciti dal cdm di venerdì ci sono elementi importanti per noi: superamento quota 90 e - finalmente - quote fisse per i TDB.
In quale dei due?
RispondiElimina@ renzino
RispondiEliminachiedi troppo, i testi non sono ancora noti.
@ renzino hai letto il decreto abilitazioni?
RispondiEliminahai visto che le abilitazioni non sono a lista aperta, come detto dalla legge, ma vincolate a quote precise?
e hai visto la porcata delle quote riservate a una serie di figure per il passaggio a pa?
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-01-16&task=dettaglio&numgu=12&redaz=012G0004&tmstp=1326747052209
RispondiEliminala questione delle quote si evince dai commenti in rosso in fondo alle norme transitorie e finali
Non trovo le quote. Il commento rosso in fondo contiene solo il testo di un vecchio comma della legge Moratti, abrogato dall'articolo 9 del decreto.
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminaMi pare che tu abbia equivocato: le Note all'Art. 9 chiariscono quale fosse il testo della Legge Moratti che viene abrogato da questo Regolamento: era quella legge che conteneva le quote di cui parli.
In generale il Regolamento è come ce lo attendevamo. Il punto più critico, qui, sta nell'impossibilità di chiedere una nuova abilitazione per i due anni successivi (concetto puntivo che non trova riscontri in pratiche analoghe).
Scusate se mi intrometto ma sono assai confuso - seocndo la recente discussione fra Marco e Renzino, il decreto dei CRITERI dell'abilitazione potrebbe essere in vigore/ufficiale priam di Maggio? In questo caso ci sarebbe un tempismo perfetto con la deadline di sottomissione dei prodotti per la valutazione VQR2004-2010 ANVUR.
RispondiElimina@ MaurodellaVIA
RispondiEliminaUna delle norme transitorie e finali raccolte nell'articolo 9 del regolamento ieri approdato in G. U. stabilisce che i 5 mesi della prima abilitazione partano entro 3 mesi dal giorno (che è il prossimo 31 gennaio) di entrata in vigore del regolamento stesso. Dunque, se il MIUR prenderà alla lettera tale norma, la prima abilitazione sarà lanciata entro il 30 aprile, e ovviamente il decreto coi criteri valutativi (l'ultimo, ancora mancante, dei tre decreti necessari e sufficienti per l'avvio dell'abilitazione) sarà in G. U. (molto) prima del 30 aprile.
Peccato che tutto faccia supporre che non la prenderanno alla lettera (ma credo improbabile anche che tirino fino a ottobre, così "sforando" della bellezza di mezz'anno rispetto ai tempi prescritti da quella norma, della cui esistenza e del cui peso, quando si sono risolti a mandare il regolamento in G. U., erano naturalmente ben consapevoli)
rilanciamo la nostra previsione di un'abilitazione nazionale in partenza per Ottobre 2012 e non prima.
RispondiEliminaDecreto sui Criteri?
RispondiEliminaQuando il Consiglio di Stato batterà il primo colpo ne sapremo di più.
Buon Lavoro.
il consiiglio di stato si è espresso:
RispondiEliminahttp://rete29aprile.it/forum/20-ddl-1905-cosiddetta-qriformaq-delluniversita/387-abilitazioni-alle-calende-greche.html#393
@ samidat,
RispondiEliminain realtà non si è espresso, cioè ha detto che attende ulteriori ragguagli per esprimersi
attendeva appunto il ragguaglio sullo status del "Regolamento abilitazioni". Quando gli organi istituzionali pubblicheranno sul web lo status dei procedimenti dei vari atti su cui sono responsabili, si potrà fare a meno di tale pantomima.
RispondiEliminaSalve a tutti,
RispondiEliminaCercasi disperatamente POST DOC per progetto Firb 2012; Tra tutti i post Doc che conosco nesssuno rientra nelle varie Lienee di intervento, o troppo giovani o troppo vecchi o Dottorati da poco o con poche pubblicazioni!
Fortunatamente io rientro sia nella linea di intervento 1 che 2 ma non riesco a trovare altri due POST DOC, infatti un altro vincolo è formare tre unità!
Mi occupo di Modellistica ambientale, sono un ingegnere, mi sono occupata di sistemi di supporto alle decisioni per la gestione di ecosistemie, e processi industriali come impianti di depurazione, potabilizzazione. Se qualcuno è interessato scrivetemi, ho un paio di idee per il FIRB 2012. Dallo studio delle specie invasive a ottimizzaione di processi ambientali per risparmio energetico.
Scusate l'intrusione sul Forum ma mi sembrava un bel posto per un annuncio!
grazie
Stesso problema mio. Non si trova la terza unità. Un grazie di cuore a Profumo per questa follia.
Elimina@ tosca, ti serve anche qualificato oppure basta un nome di uno che rientri nei parametri?
RispondiEliminaIo qualcuno ne conosco, ma son tutte mezze caprette.
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EliminaTra le varie vittorie di noi precari ricerca annovererei la preselezione a livello di Ateneo istituita nel nuovo bando Firb. Così giusto per il miglioramento del sistema.
RispondiEliminaAllora quando dite che in nessun paese al mondo si stabilizza chi ecc. ecc. ricordatevi che qui siamo proprio in quel nessun altro paese al mondo dove ecc. ecc. ecc.
Domani in Consiglio dei Ministri si adotta la versione definitiva del DECRETO LEGISLATIVO: Valorizzazione dell’efficienza delle università e conseguente introduzione di meccanismi premiali nella distribuzione di risorse pubbliche sulla base di criteri definiti ex ante anche mediante la previsione di un sistema di accreditamento periodico delle università e la valorizzazione della figura dei ricercatori a tempo indeterminato non confermati al primo anno di attività, a norma dell’articolo 5, comma 1, lettera a), della legge n. 240 del 2010
RispondiEliminahttp://www.palazzochigi.it/Presidente/Comunicati/dettaglio.asp?d=66221
Peccato che, come al solito, noi conosceremo il testo solo dopo il controllo del Qurinale, della Corte dei Conti, e la pubblicazione in Gazzella Ufficiale. Nel complesso il testo preliminare era molto deludente, e comunque povero di contenuti su cui discutere, perchè tutto ciò sarà demandato a future istanze (e.g. ANVUR, ecc.)
@insorgere
RispondiEliminaDomanda amletica:
I RTDa possono diventare associati dopo i primi tre anni
o a conclusione dei 5?
Grazie per qualsiasi informazione vorrai darmi.
a me hanno spiegato che possono diventare associati anche subito, previa abilitazione e vittoria bando. E poi hanno aggiunto una frase sibillina del tipo: "...ammesso che il dipartimento in cui lavorano decida di aprire una posizione, e questo dipende se nel loro settore scientifico-disciplinare è presente o meno un RTI..."
EliminaSibilla Cumana.
EliminaComunque gli RTDa, come Paolino Paperino, possono diventare PA se:
1) conseguono l'Habilitation
2) vincono u' concorso locale bandito pe' la percentuale di posti liberi, non riservati alla tenurizzazione degli RTDb.
Sic est.
cosa che (almeno in linea teorica) vale per qualunque dottore di ricerca.
Eliminatosca
RispondiEliminaper quanto ne so io il gruppo per il gruppo Firb può anche essere costituito da 1 linea 2 + 4 linea 3, o da 2 linea 2 + 3 linea 4 o da 5 linea 2. Insomma non devono essere per forza tutti post doc. Ne tantomeno tutti ricercatori strutturati.
1 Schettino + 2 Costa Crociere ad libitum
EliminaDice la Ghizzoni che nel Milleproroghe, ora in Commissione, è passato (fra l'altro) un emendamento PD che estende la ripartizione a tutte le università – quindi senza esclusione di quelle che hanno superato il rapporto del 90% tra spese di personale e risorse del fondo di finanziamento universitario – del piano straordinario di reclutamento per professori associati.
RispondiElimina@ renzino
RispondiEliminavisto che quota 90 era in fase di superamento mi pare tutto sommato corretto
Ma che vuol dire "superamento" - non si dovevano fissare altre regole, comunque?
RispondiEliminasi appunto. si passa dal 90% calcolato sul solo ffo, a una quota calcolata su tutti gli introiti degli atenei (che è molto più ragionevole)
RispondiElimina@ insorgere, in effetti e' piu' ragionevole calcolare su tutto.
RispondiEliminama vi risulta che nel 1000proroghe sia stato fissato un limite del 5% sui cococo rispetto al totale del personale TD+TI?
RispondiEliminaSe è vero, è stata la Ghizzona sotto dettatura dei Retturi. Precarizzare la società è il loro interesse.
EliminaAAA responsabile di unità Biologica cercasi per Firb 2012 incentrato sullo sviuluppo di nuovi antivirali per malattie neglette.
RispondiEliminaChiunque fosse interessato può contattarmi all'indirizzo gmicia@gmail.com
Ma vi state accorgendo che si sta parlando di riformare il mercato del lavoro?
RispondiEliminaNoi chi siamo, esseri superiori, extra terrestre, mona?
http://www.flcgil.it/universita/il-consiglio-di-stato-solleva-pesanti-obiezioni-al-regolamento-sul-dottorato-di-ricerca.flc
RispondiEliminaguri, non ci ho capito nulla, cosa si contesta riguardo il dottorato?
RispondiElimina@ salvo
RispondiEliminavarie cose, hai letto il documento del cds?
la cosa più rilevante che si contesta è che quel regolamento lede l'autonomia universitaria
@Popeye e Renzino:
RispondiEliminagrazie per le vostre delucidazioni.
Adesso è tutto chiaro! Se non ci foste voi, bisognerebbe inventarvi ;-)