E' apparsa ieri sul sito del quotidiano La Repubblica una lettera aperta sottoscritta da professori italiani di fama internazionale sul DDL governativo di riforma del sistema universitario attualmente in discussione in Parlamento.
La lettera offre una critica costruttiva del progetto di riforma, individuando alcuni punti dolenti del disegno di legge sui quali anche l'Associazione dei Precari della Ricerca da tempo mette l'accento:
- la sovra-regolamentazione dall'alto e il rischio conseguente di compromettere l'autonomia di governo delle università;
- la centralizzazione dei processi decisionali nelle università, a beneficio esclusivo dei rettori e a scapito dell'autonomia e del protagonismo delle unità di ricerca di base;
- lo scarso peso dato alla valutazione come criterio-guida nella distribuzione dei finanziamenti pubblici alle università.
La riduzione degli spazi di autonomia dei dipartimenti e delle unità di ricerca di base ha conseguenze dannose innanzitutto per i ricercatori non strutturati precari che in queste strutture possono far sentire la propria voce e far pesare i risultati scientifici conseguiti a livello individuale e di gruppo.
Inoltre, come già più volte evidenziato, il DDL introduce meritoriamente un percorso tenure-track di accesso alla docenza universitaria, ma lo fa in modo vago e ambiguo, non fondandolo su solide basi meritocratiche e non garantendo i futuri ricercatori a tempo determinato di un'effettiva autonomia scientifica e di carriera.
Infine, i lavori della Commissione Cultura in Senato hanno peggiorato l'originario DDL del governo, introducendo obsolete corsie preferenziali di accesso alle due fasce della docenza universitaria per ricercatori e professori associati in ruolo.
Le criticità e le debolezze del DDL minano alla base le intenzioni riformatrici che presiedono al progetto governativo di riforma del sistema universitario e rischiano di vanificare ancora una volta la speranza che l'Italia diventi finalmente un paese"normale" in questo settore di rilevanza strategica.
Saranno anche professori di fama internazionale. Purtroppo quando sono stati in commissione di concorso molti di loro hanno fatto passare i propri candidati senza alcun problema nonostante ce ne fossero alcuni con titoli molto migliori.
RispondiEliminaQuindi non sono credibili quando si parla di riforma dell'universita'.
Mi trovo daccordo con la lettera e sono contenta che Repubblica l'abbia publicizzata, così come anche che l'Apri l'appoggi.
RispondiEliminaIn particolae mi trovo daccordo con l'esigenza di rafforzare i Dipartimenti e far sì che siano essi direttamente, e non gli Atenei, ad avere incentivi e disincentivi legati alla politica di reclutamento. Incintivi e disincentivi che il DDL, così come emdendamento da Possa in Senato (con parere favorevole dello stesso Governo), posso essere al massimo un miseero 3%.
Da notare che, contrariamente a quanto anche oggi è scritto sui giornali, il DDL Università NON è stato calendarizzato tra il 13 e 15 Luglio, come si evince dal sito del Senato
RispondiEliminahttp://www.senato.it/lavori/21415/38479/genpagina.htm
C'è in fatti da convertire in legge, subito dopo la manovra economica, il "decreto in materia ambientale e di autotrasporto" (che scada il 20 Luglio).
Quindi il DDL "potrebbe" andare in assemblea nella settimana del 19 Luglio. Secondo me non ci sono i tempi tecnici e politici per un'approvazione prima delle vacanze.
concordo con mino sulla valutazione dei dipartimenti: è ovvio che devono essere premiati direttamente, senza passare da camere di compensazione corporative.
RispondiEliminaquanto ai tempi del ddl, ribadisco quando detto più volte. Dubito che si discuta e si voti in senato prima della pausa estiva, ma anche se fosse l'iter non si chiuderà comunque prima dell'inizio del 2011 (ad essere ottimisti). Pertanto occorre ragionare sul qui e ora:
1. bandi mussi III tranche (e quindi ci vuole l'FFO 2010
2. riduzione dei tagli e rifinanziamento del sistema che altrimenti nel 2011 implode
continuo a ridere (amaramente) leggendo questi commenti:
RispondiEliminala questione è una sola e bisogna dirsela in faccia, qua tutti stanno solo aspettando di fare il salto della quaglia e prendere il "posto".
Anche il simpatico "Antonio", che sul suo sito personale si qualifica come "Associato" dell'INFN e assegnista di ricerca a Siena ... al primo colpo pensereste che è professore associato ... o no?!?!?!
Signori, un pò di serietà PRIMA, poi si discute!
@INXULATOR,
RispondiEliminase non ci capisci nulla di atenei ed enti di ricerca puoi anche confonderti, ma è un tuo problema non di Antonio. La serietà la si dimostra trattando di cose serie, cosa che tu ed io, mio malgrado, non abbiamo fatto in questi interventi.
@INXULATOR
RispondiEliminagrazie per esserti interessato al mio sito web!
L'associatura caratterizza gli enti di ricerca: pur avendo contratti di lavoro con altre istituzioni (in genere universita', ma anche nella scuola) si puo' essere associati ad un ente di ricerca, es. INFN, o INAF, che forniscono supporto scientifico (strumentazione, missioni).
Mi dispiace che l'intestazione del sito possa dare origine a queste errate interpretazioni, in particolare da parte di chi evidentemente non e' addentro il funzionamento di enti e universita'.
Faro' in modo di correggerlo.
Visto che sei interessato, pur non conoscendo il tuo status (assegnista? borsista? semplice commentatore?) puoi documentarti sull'attivita' del gruppo degli assegnisti di Siena, nel cui sito e' riportata molta documentazione sui ricercatori TD. Basta cliccare sul banner dedicato sul sito che, come sai, puoi raggiungere cliccando il mio nome.
@ Antonio
RispondiEliminaanch'io ho dato un'occhiata alla tua pagina.
due commenti/domande assolutamente senza polemica:
c'e' scritto ancora Assegnista, mentre da Aprile sei un RTD, giusto?
sei riuscito ad avere 8 anni di assegno grazie alla vecchia interpretazione dei famosi limiti, o perche' il tuo dottorato era finanziato da fondi non Miur?
Nel ddl Gelmini non c'è nessuna tenure track, a parte le favole messe in giro da politici e giornalisti in malafede e da personaggi che non sanno cosa sia realmente una tenure track.
RispondiEliminaCi solo precarietà e un'intensificazione dello sfruttamento del lavoro giovanile.
Si, ora sono RTD (vecchia maniera, legge 1997).
RispondiEliminaIl sito e' gestito da me ma e' stato fatto da un professionista, quindi non posso modificare tutto e subito! Grazie comunque per i commmenti! Il mio rank google salira' notevolmente... ;)
Sono arrivato agli 8 anni al limite; l'universita', seguendo il CINECA, ha normato il blocco giusto al rinnovo del mio ultimo anno. A riguardo mi e' stato pubblicato un articolo sul locale "Corriere di Siena" che trovate qui:
http://groups.google.it/group/assegnisti-siena/web/CorriereSiena_091113.pdf
Come vedi sono favorevole ad un limite certo sui contratti post-doc, ma non applicato selvaggiamente come invece e' stato fatto.
Ultima considerazione sui limiti (che in parte riguardano il post su cui, dopo queste divagazioni, spero si torni a discutere): la condivisione di esperienze con altri assegnisti, che hanno "subito" un limite inferiore di 4 anni, in base ai regolamenti della loro universita', ha chiaramente mostrato che questo limite ha favorito la loro carriera. In due modi:
- facendogli cercare subito qualcosa fuori;
- oppure portandoli ad avere esperienze in gruppi o istituzioni estere, che gli ha permesso di avere una retribuzione decisamente migliore, e una crescita del curriculum, con migliori prospettive per proseguire la carriera in ricerca.
Quindi il consiglio gia' formulato e' di cercare di vedere oltre il nostro orticello....
Perche` se il dottorato e` fatto con borsa non di ateneo non viene conteggiato nel limite degli 8 anni?
RispondiElimina@ Antonio
RispondiEliminafare una versione "nazionale" (in quanto a cifre, ovviamente) del tuo articolo e mandarlo al Corriere della Sera?
@ Antonio
RispondiEliminaper quanto mi riguarda e' un consiglio che non posso raccogliere per vari motivi, d'altra parte e' lo stesso consiglio che darei anch'io ai piu' giovani.
@Limite
RispondiEliminaguardare oltre il proprio orticello non vuol dire non cercare di risolvere, o peggio ancora negare, i propri problemi e la possibilita' di costruirsi una prospettiva di lavoro vera. Ovvero non vuol dire negare una risposta ORA a quelli che tu chiami "piu' giovani", pensando di sacrificarli per un futuro migliore.
Guardare oltre il proprio orticello vuol dire cercare di non usare la situazione particolare, personale, per costruire teoremi globali, che difficilmente troveranno applicazione.
Guardare oltre il proprio orticello vuol dire cercare di capire le dinamiche con cui il sistema funziona e cercare di modificarle; ovvero cercare di guardare con gli occhi degli altri, compresi quelli dei baroni, delle amministrazioni, dei parlamentari berlusconiani, non per giustificarne la visione ma comprenderla e possibilmente modificarla o integrarla con la nostra.
D'altronde ti comprendo se non raccogli l'invito. Nessuno e' obbligato a farlo.
@Novice
RispondiEliminaUna risposta che puo' seguire la logica dell'amministrazione universitaria e' che io, Universita', ti concedo fondi per un massimo di 8 anni, siano essi come assegno, o dottorato (le uniche due forme dirette di assegnazione dell'FFO alla ricerca).
@ Antonio
RispondiEliminaci sono troppe doppie negazioni nei tuoi paragrafi e, dato il caldo tropicale che c'e' qui, temo di leggere e interpretare fischi per fiaschi :)
volevo solo dire che per quanto mi riguarda io non posso ne' cercare qualcosa fuori, ne' andare all'estero, ma ovviamente convengo che giovani assegnisti all'avvicinarsi del limite che vige attualmente potrebbero beneficiare di entrambe le due vie d'uscita.
cio' ovviamente non significa che io sia per gli assegni a vita, l'ho scritto svariatissime volte qui e lo ripeto.
Cerco di rimettere la palla, che io stesso ho contribuito a spostare..., sul topic.
RispondiEliminaIl DDL ha due punti positivi (insieme a tanti altri negativi):
- l'idea (ahime' solo quella) di una tenure track;
- lo spostamento del centro decisionale ai Dipartimenti.
Sul primo molto e' stato detto e non aggiugo altro.
Sul secondo invece vorrei dire la mia.
Spostare il peso delle decisioni sui dipartimenti, e' un punto ESSENZIALE anche per "noi", intesi non solo come precari, ma come nuove leve future (dottorandi, postdoc).
Da una parte si da spessore e peso alle decisioni prese nei dipartimenti, in cui anche assegnisti, dottorandi, etc possono mettere bocca.
Dall'altra si rende possibile un'indirizzo delle politiche di ateneo (anche il reclutamento) in base alla valutazione, basata sui Dipartimenti.
Mentre la gestione centralista attuale, imperniata su facolta' e senato, impedisce di dare voce a qualunque istanza dal basso, favorendo le logiche di potere e accordi sottobanco.
A questo punto, definiamolo positivo, sulla governance se ne affiancano altri, particolarmente deleteri.
In particolare il senato accademico, che il DDL svuota di ogni significato riducendolo ad un semplice organo rappresentativo senza alcun reale potere decisionale, neanche di indirizzo.
Possiamo essere stracerti che con un tale Senato avremo la possibilita' di numerosi rappresentanti (assegnisti, dottorandi, RTD) ma senza alcun peso.
una valutazione a livello di dipartimenti è necessaria perché oltre la valutazione che seria sia efficace evitando che esistano sacche universitarie che sopravvivano a spese di chi lavora seriamente
RispondiEliminaLa finta tenure track è il cuore del ddl e del suo reale intento: rafforzare il potere delle mafie accademiche. Io non lo liquiderei con 2 righe.
RispondiEliminasui dipartimenti sono d'accordo con Antonio.
RispondiEliminaIl principio-guida dell'organizzazione universitaria dev'essere la devoluzione di responsabilità e poteri agli organismi più vicini ai fruitori dei servizi (gli studenti) e a quelli che questi servizi li offrono in prima persona (ricercatori e professori): ossia i dipartimenti.
Le facoltà sono un unicum italiano che va superato assolutamente.
Già oggi nei dipartimenti come precari abbiamo diritto di partecipare ai consigli e anche di votare, mentre nei consigli facoltà al massimo ci capita di presenziare come uditori nel caso in cui siamo prof a contratto. Negli organismi d'ateneo (Senato, Cda) neppure quello.
Vergogna per l'ennesima sessione suplettiva andata a vuoto.
RispondiEliminaIl sistema è senza dubbio farraginoso, ma i pigri baroni ci mettono del loro. Particolare menzione al settore di Scienze motorie, che già alla ISess 2008 ha dato un bello spettacolo di disinteresse
@Dingo
RispondiEliminaNon penso, e leggendolo non appare, che la finta tenure track sia il cuore del DDL...
Certamente e' quello che *a noi* preme di piu'; ed e' il punto piu' critico per il transitorio, nel rapporto tra RTD e RTI.
La figura del RTD del DDL e' la naturale conseguenza della riforma Moratti, che elimina i RTI.
Probabilmente preservare la terza fascia avrebbe evitato molti dei problemi di cui discutiamo.
Ma, realisticamente, nella situazione politica attuale, e con la riforma Moratti oramai legge, non vedo alcuna possibilita' di mantenere la fascia degli RTI.
Per questo diventa prioritario chiedere che il RTD del DDL diventi una vera tenure-track, con l'accantonamento dei fondi per prof.Ass. ad ogni bando emesso per RTD. Questo potrebbe aiutare a distinguere i fondi per gli RTD e quelli per promuovere gli attuali RTI. Il grande SE e': se i fondi ci sono... solito problema.
Si aggiunge infine il problema degli RTD su fondi esterni, che bypassano questa procedura.
Questi, in pillola, alcuni dei punti gia' discussi sulla figura del RTD che emerge dal DDL.
@ Antonio
RispondiEliminaok ... io nn capisco niente di enti di ricerca come dici tu e se ti fa piacere ... ma quella definizione è (appositamente) FUORVIANTE.
Detto questo, caro Antonio, sei RTD vero?
Allora dicci:
1) con quale procedimento sei stato selezionato?
2) come è stato pubblicizzato questo procedimento?
3) quanti candidati hanno partecipato a questo procedimento?
4) sapevi fin dall'inizio che saresti stato tu il prescelto?
... NO, stai tranquillo ... non devi rispondere per forza: serve solo a farCi riflettere.
PS non me la sto prendendo con TE, voglio solo che TUTTI cominciamo a prendere coscienza che se il cambiamento non viene prima da noi che speranza possiamo avere???
Intanto il ddl non è stato calendarizzato nemmeno per la prossima settimamna (fiducia sulla manovra giovedì 15). A questo punto forse bisogna ragionare su un quadro in cui il ddl non sarà approvato prima di molti mesi, forse più di un anno.
RispondiEliminaLa maggioranza è allo sbando.
RispondiEliminaGuarda te se a Schiesaro non toccherà cambiare di nuovo casacca e passare con il PD. O magari con Sinistra e Libertà.
@ inxulator
RispondiEliminama fare un giretto sul sito dell'Universita' di Siena alla pagina Concorsi e Selezioni?
@ INXULATOR
RispondiEliminaleggo con depressione ... comunque in italiano e nella comunità scientifica è corretto dirsi "associato ad un ente", io quando esisteva ero "associato infm", non è ovviamente da millantantori e neanche fuorviante perchè negli enti _non_esitaono i professori associati !
QUINDI
solo un ignorante può pensare che essere associati ad un istituto di ricerca possa significare essere professori associati in quell'istituto, chiaro ? anche perchè non rispiego ;)
PS non conosco antonio e non è una difesa personale ma non sopporto l'ignoranza saccente fuorviante e perdi tempo
Paolo
Assegnista di ricerca e il concorso l'ho vinto facile visto che è sui _miei_ fondi di ricerca
Oggi mi sono imbattuto in questa paginetta:
RispondiEliminahttp://www.governoberlusconi.it/detail.php?id=222&idf=512&ids=494
Che ne pensate?
Io ovviamente non sono onnisciente, ma mi pare piuttosto sospetta.
Forse Maristella vuole scegliere *personalmente* quali PRIN finanziare (il che vorrebbe dire che i soldi del prossimo giro li vedremo nel 2050, forse :)
è solo propaganda elettorale, quindi spazzatura.
RispondiElimina@mino
RispondiEliminaelettorale? ma quali elezioni?
mi devo esser perso qualcosa ....
@INXULATOR
RispondiEliminache dire... errare umano, perseverare diabolico.
Sull'associazione ad un ente di ricerca, si possono vedere come esempi, queste pagine di indagine sul precariato, dove si citano esplicitamente gli associati dell'INFN:
http://www.buconero.eu/2009/11/lettera-aperta-al-consiglio-direttivo-dellinfn/
opp. http://www.to.infn.it/it/content/indagine-sui-precari
Sulle domande puntuali ho già' risposto nel post precedente, in relazione alle insinuazioni fatte su Nerzin: ovvero non entro nelle valutazioni personali degli altri, visto che siamo in un blog pubblico e a maggior ragione in una difesa d'ufficio della mia valutazione.
Sono disponibili gli atti ufficiali, per tutti i ricercatori TD di Siena, tutti su fondi esterni, fino al 2014, a causa della crisi dell'ateneo. http://www.unisi.it/v0/minisito.html?fld=1480
Comunque le tue domande pongono l'accento su un problema reale, che descrivero' nel prossimo post.
p.s. INXULATOR, quando leggo le tue domande reiterate mi viene in mente un esilarante dialogo di Homer Simpson con il dottor Hibbert, dopo che questi gli ha preannunciato un intervento di bypass:
Dr. Hibbert: Homer, temo che lei dovrà sottoporsi ad un intervento di bypass coronarico.
Homer: Dottore, parli come mangia!
Dr. Hibbert: Dovrà subire un intervento a cuore aperto.
Homer: Mi risparmi il suo bla bla medico! Non ho capito.
Dr. Hibbert: Dovremo tagliare, aprire il torace e riparare il ticchettio.
Homer: Una sfumatura un po' più ignorantona?
quei dati furono tirati fuori all'epoca della paventata riforma Gelmini. Ricordo che Rotondi cominciò a parlare dell'"asino dell'amiata" a ballarò per deridere il sistema universitario italiano
RispondiEliminaLe domande di INXULATOR, sebbene mal poste, indicano tuttavia un problema reale:
RispondiEliminala difficolta', se non l'impossibilita', per una persona di scegliere liberamente un bando a cui concorrere (come accade, di norma, negli altri paesi), ma anche la difficolta' per un gruppo di ricerca o un Dipartimento nel selezionare una persona diversa dai propri dottorandi/assegnisti.
Ritengo che molti di noi, in particolare chi ha meno esperienza delle dinamiche attuali di selezione, si concentrino soprattutto sul primo aspetto - la possibilita' che ognuno di noi dovrebbe avere di partecipare ad un concorso - e forniscono soluzioni in tal senso.
Per esempio le linee guida che come assegnasti di Siena abbiamo scritto per delineare il regolamento del ricercatore TD:
http://groups.google.it/group/assegnisti-siena/web/ricercatori-td#suggerimenti
Purtroppo ne derivano anche iperboli come l'affermazione kennediana e retorica "voglio solo che TUTTI cominciamo a prendere coscienza che se il cambiamento non viene prima da noi che speranza possiamo avere???"
Penso che il problema vada spostato sulle possibilita' o meglio necessita', che dovrebbero avere i gruppi di ricerca nella selezione dei collaboratori. Nel sistema attuale questa selezione e' possibile solo grazie ad equilibri interni all'ateneo e nel dipartimento: la richiesta di una posizione, partendo dal Dipartimento, (probabilmente frutto di un accordo tra i gruppi, a meno che i fondi non siano esterni di un gruppo), deve essere concordata nella Facolta'. E quindi ci deve essere un equilibrio tra le diverse facolta', quando passa al Senato e infine al CdA. Questo determina una serie di accordi che chi "porta avanti la pratica" deve realizzare, spesso indipendentemente da qualunque valutazione sull'operato del Dipartimento o del gruppo che fa la richiesta.
E' evidente che in questo modo difficilmente e' possibile inserire criteri di valutazione nel distribuire i posti e quindi anche nella selezione dei concorrenti.
E' necessario cambiare queste dinamiche.
Per esempio i fondi esterni, autofinanziati (FIRB, ERC), hanno iniziato ad incrinare questo sistema. Ma sono ancora limitati.
La rottura definitiva potrebbe realizzarsi con la responsabilizzazione delle scelte: scelgo persone capaci nel fare ricerca => aumentano e migliorano i prodotti della ricerca => valutazione migliore => maggiori fondi.
Per tornare al post: il DDL attuale, o quello che a noi tutti piacerebbe al suo posto, vanno in questa direzione?
Risposta breve (ho gia' scritto troppo...): in parte lo fa, come gia' detto, spostando il centro delle scelte sui Dipartimenti.
Contestualmente dovrebbe prevedere una quota premiale ai Dipartimenti in funzione della valutazione ANVUR.
Giocoforza i dipartimenti dovranno seguire i criteri di valutazione se vogliono mantenere invariati o aumentare i fondi disponibili.
un governo che decide su cosa bisogna fare ricerca e su cosa no!
RispondiEliminacosì come vorrebbe decidere su cosa i PM devono indagare e su cosa no!
cosa pubblicare e cosa no!
La pagina indicata Unimedia è l'esempio di cosa un governo NON dovrebbe fare, e come funziona la propaganda.
RispondiEliminaL'elenco era stato fatto, oramai più di due anni fa, da Barbareschi, noto esperto di ricerca..., in una trasmissione (anno zero?).
E' l'esempio di come l'incompetenza possa distruggere interi settori.
Sul primo progetto indicato, sull'asino del Monte Amiata, il responsabile Camillo, inviò una lettera, che si trova qui:
http://www.anmvioggi.it/files/LA%20LETTERA%20DEL%20DIRETTORE%20PROF%20FRANCESCO%20CAMILLO.pdf
La valutazione della ricerca deve essere fatta da chi lavora nella ricerca (magari peer review anonima e internazionale...) e non dai burocrati.
lettera allucinante, possibile che non sia stata ripresa in nessuna trasmissione TV.
RispondiEliminama qualcuno non aveva detto che era questione di ore e il governo sarebbe caduto?
RispondiEliminasì, il polipo tedesco...
RispondiEliminaMah, in realta' non e' impossibile. Puo' anche darsi che un piano di Mr. B. sia: far cadere il governo, andare a elezioni anticipate facendo una bella pulita dei dissidenti interni, e vincere di nuovo finalmente senza rompiscatole.
RispondiEliminaE sono pronto a scommettere che il popolo lo votera' in massa ancora una volta (basta consultare qualsiasi sondaggio). Qualche altro anno, riforme presidenzialiste, e poi...Presidente della Repubblica!!!
be', in quel caso bisognerebbe crederci, ha indovinato pure ieri...
RispondiEliminaDove trovo su sito dell'UNISI le regole per ricercatori a tempo determinato?
RispondiElimina@ Attila
RispondiEliminaconosci Google?
hai provato a digitare:
unisi regolamento ricercatori tempo determinato?
@Popeye, Antonio, Sid ...
RispondiEliminaGrazie a tutti delle precisazioni/commenti.
Avevo sentito gli echi delle polemiche sull'asino dell'Amiata, ma non avevo realizzato che facesse parte di una sorta di lista di prescrizione stilata dagli agitprop di Mariastella!
Interessante ...
mozione della Cruvi
RispondiEliminahttp://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=1916
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=109786&sez=HOME_SCUOLA
RispondiEliminaQuesta l'avevate vista? Ammazza che tenure track 2 pubblicazioni in 4 anni ma chi non ce le ha? ce le ha anche un bambino di 2 mesi!!!!
E d'ora in avanti anche quelli che onestamente non risultavano in alcuna pubblicazione verranno immeritatatamente inseriti in una di queste al fine di non far perder i soldi al dipartimento. Fatta la legge trovato l'inganno!!!
2 pubblicazioni in 4 anni è un numero bassa, ma conterà anche il totale dato dalla somma delle due pubblicazioni per ricercatore e le loro qualità. Dieci ricercatori possono presentare 20 pubblicazioni, se qualche ricercatore ha firmato solo le due dei colleghi, il totale diminuisce. Lo so si può fare di meglio, ma meglio che niente.
RispondiEliminaMi sembra invece un buon inizio.
RispondiEliminaIntanto il minimo (2) e' sulle pubblicazioni 2004-2008; quindi non si puo' ingannare.
Il numero di 2 pubblicazioni serve ad individuare chi in nessun modo ha prodotto qualcosa. E se la valutazione viene fatta in maniera continuativa negli anni, da oggi in poi (si spera...) i Dipartimenti staranno un filino piu' attenti a chi prenderanno.
Infine, vorrei leggere nel dettaglio il documento di cui si parla: "il decreto sulla valutazione delle attività di ricerca di università ed enti legati al Miur che sta facendo il giro degli atenei in questi giorni".
Come ben sappiamo i giornalisti semplificano e talvolta sbagliano.
Dipende che pubblicazioni sono- io non farei una tenre track basata sui numeri delle pubblicazioni - deve essere una giusta combinazione tra numerosita´e qualita´.
RispondiEliminaPubblicare sulla Top del proprio ambito non e´la stessa cosa che pubblicare cose di bassa qualita. Ci sono persone con decine di pubbliazioni che sono carta e che non riuscirebbero a pubblicare non una cosa di alto profilo e persone concentrate su profili piu´ alti che hanno inevitabilmente meno pubblicazioni, poi ci sono i premi nobel e dintorni che hanno tutte e due le cose.
Il tutto va fatto in maniera condivisa trasparente ed ex-ante. Io preferisco 1 2 pubblicazioni su una top 5 che 1000 capitoli di libro che non legge neanche tua madre.
Occorrerebbe dare un coefficiente ad ogni rivista, e fare la somma dei pesi piu´che la somma dei numeri.
Io avevo gia' fatto dei commenti sull'appello oggetto di questo post lo scorso mese su nFA:
RispondiEliminahttp://www.noisefromamerika.org/index.php?module=comments&func=display&cid=42200
con susseguente discussione.
Devo quindi ribadire che l'appello non coglie gli elementi piu' corretti per provare a fare ordine in questa sgangherata politica dell'istruzione e della ricerca.
Ci vuole ben altro.
@Spillo
RispondiEliminaNaturalmetne dipende anche sul "peso" della pubblicazioni! Nell'articolo questo viene specificato (con una valutazione da 0 a 1).
Pero', come detto bisognerebbe leggere il regolamento nel dettaglio.
State parlando del nuovo esercizio di valutazione della ricerca VQR 2004-2008, a cura del CIVR. Le "regole" sono note gia' da qualche mese, comunque non sembrano aver fretta, che' il bando per la proposta di Panelist e' stato allungato al 31 agosto
RispondiEliminahttp://civr.miur.it/modulo.html
Su questo nuovo VQR avevo gia' fatto alcune osservazioni (critiche ovviamente) a suo tempo; inoltre faccio notare che l'"anagrafe della ricerca" di cui al dl 133 e' anch'essa predisposta a cura del CIVR.
allora forse le mie "malposte" domande un pò di bene l'hanno fatto ...
RispondiEliminacari miei, qua tutti sanno e nessuno denuncia ...
o no?
ah ... dimenticavo ... e denunciamo anche chi si appropria di soldi pubblici spacciando ricerche sull'asino del monte amiata e simili ...
RispondiEliminainxulator ce stai a fà venì le emorroidi.
RispondiEliminatogliti dalle palle e torna nel tuo mondotroll.
bella detta da un anonimo ...
RispondiElimina:-)
allora non c'è diritto di parola, di esprimere le proprie opinioni? o una la pensa come voi o non è degna di parlare?
mi sa che ho ragione: qua tutti a parlare parlare parlare ... ma i fatti???
Vorrei vedere APRI come un mastino sui concorsi, e appena c'è puzza di imbroglio giù una bella denuncia al procuratore della repubblica ... sogno?
http://rassegnastampa.crui.it/minirass/esr_visualizza.asp?chkIm=1
RispondiEliminaboiate leghiste, parole vuote
20 POSTI A PAVIA E 18 A VERONA NELLA GAZZ UFF DI OGGI!!! Evvai!
RispondiEliminaBuon weekend a tutt* (e forza Olanda, per me)
Dato che mi pare non sia stata commentata qui,
RispondiEliminala mozione della CRUI contiene sia un'ope legis (chiamata diretta da abilitazione) che Merafina (passaggio a richiesta).
E ci sono voci che Valditara la stia accogliendo in un maxiemendamento (Antonio sa)
Se così, addio precari. Penso che si dovrebbe:
- fare un'uscita pubblica!
- chiedere la dissociazione dei ricercatori più sani!
Sperando che non abbocchino alla CRUI...
Alla CRUI si rendono conto (o stanno loro mettendo davanti al naso concretamente) che per fare didattica servono insegnanti, e per poter comandare qualcuno ad andare in cattedra a fare lezione - tutte quelle che si erano illusi di poter offrire nelle loro belle Facolta' - bisogna che costui sia giuridicamente tenuto a rispondere a tale comando (e non solo allo schiocco delle dita).
RispondiEliminaInsomma ancora e sempre viene a presentare il conto il grande errore della 382/80, il ricercatore a vita. Con il problemino collaterale che adesso non c'e' piu' trippa pe' gatti, e dove li trovano i soldi?
L'uscita pubblica ora come ora te la dirottano, visto che sono gli scontri fra i "poteri piu' forti" che hanno preso la scena.
I ricercatori piu' sani, chi sarebbero: quelli che non hanno dichiarato la loro indisponibilita' a fare corsi/supplenze per l'anno prossimo ??
Per come si sono messe le cose, i possibili sbocchi sono solo due: ope legis o terza fascia. Tertium non datur. Purtroppo.
RispondiEliminaIo ho sempre detto che davo 2 opzioni all'Universita' italiana, perche' noi abbiamo una "casetta degli attrezzi" per discutere, non _un_ modello, e cioe':
RispondiEliminaa) un percorso verso il ruolo stabile (= "tenure-track") fatto bene, se je la fate veramente
b) una (terza) fascia di "Lettori", a cui far accedere una gran parte degli attuali ricercatori RU, ed in futuro posta come fascia d'ingresso in ruolo accademico stabile. Esaurimento progressivo degli RU.
Per come si sono messe le cose, oggi come oggi preferirei (b). Invece CRUI si muove sull'idea che abbiamo in pratica gia' er tenur trac con 2 soli ruoli stabili, e quindi bisogna far transitare la gente a Prof. Associato, con un parcheggio ad esaurimento per i ricercatori come lettori aggregati.
boh, si vedra'... in ogni caso penso che nun c'e' una vera soluzione a questa gabbia di matti.
Sante parole.
RispondiEliminaDobbiamo prendere atto della vittoria dei ricercatori e limitare i danni. Tutto è preferibile all'ope legis.
<< Tutto è preferibile all'ope legis >> è il distillato della lucida strategia che ha portato alla prevedibilissima conseguenza: OPE LEGIS PER TUTTI TRANNE CHE PER I PRECARI. APRI preferisce buttare il bambino con l'acqua sporca, perchè la sua priorità è stata - da subito - la lotta a quelle che chiama in modo sprezzante e livoroso piante di ficus, ossia i "candidati interni". Chi ancora frequenta questo blog e continua a proporre tediose quanto inutili discussioni sul nome APRI, dovrebbe aver da tempo compreso che APRI è - legittimamente - l'associazione dei precari che non sono "candidati interni". Saluti.
RispondiEliminaFu Gattopardo
Gattopardo, il problema non è solo l'immoralità dell'ope legis. Obiettivamente tu pensi che fosse possibile far passare a PA 20.000 ricercatori e stabilizzare altrettanti precari?
RispondiEliminaComunque complimenti per come riesci a distorcere il pensiero degli altri. E' anche grazie ad "intellettuali" disonesti come te se ora ci troviamo in questa situazione.
a) un percorso verso il ruolo stabile (= "tenure-track") fatto bene, se je la fate veramente
RispondiEliminab) una (terza) fascia di "Lettori", a cui far accedere una gran parte degli attuali ricercatori RU, ed in futuro posta come fascia d'ingresso in ruolo accademico stabile. Esaurimento progressivo degli RU.
Scusa RR, ma a chi stai parlando, ai rettori? ai parlamentari? guarda che qui non ce n'è, qui non ci dovrebbe stare gente che si trastulla con i modelli migliori. Qui ci sono migliaia che l'anno prossimo non hanno lavoro, non hanno fatto figli per aspettare, magari sopravvivono solo grazie alla pensione dei genitori, e che stanno perdendo l'ultima battaglia per crescere ed essere responsabili di qualcosa. Se a te non frega niente, vai a discettare sul blog della CRUI, se ti ci fanno entrare. Scusa.
Iscrivetevi tutti a Dibattito, che si stanno discutendo le contromosse tutti i precari assieme, indipendentemente dalle sigle:
RispondiEliminaricercatoriprecari-dibattito+subscribe@googlegroups.com
Molti qui invocano il giudizio dei dipartimenti come panacea. Ma lo sapete che nel frattempo (Padova ad esempio come sempre in prima fila) i dipartimenti di oggi (30-40 docenti, compresi i ricercatori) si stanno fondendo in megadipartimenti (oltre 100 docenti), cioè diventeranno facoltà, a sotto altro nome?
RispondiEliminaQuesto è il decimo documento della CRUI che non fa cambiare assolutamente niente, qui continuiamo con la fuffa a perdere tempo, e sempre con i ricercatori, ma che palle...
RispondiElimina@ Anonimo che mi cita come RR
RispondiEliminaNon ho capito bene il tuo problema. Io ho dato delle indicazioni, delle possibilita', ed ho espresso delle valutazioni. Qual e' il tuo punto di vista? Hai dei pensieri, delle idee?
Il blog della CRUI non lo conosco; tu lo frequenti?
Dico, sono anni che si discute se sia meglio terza fascia ruolo unico, fasce a esaurimento, didattica valutazione concorsi perfetti... Fermo restando che ognuno può esprimere quel che vuole, sarebbe meglio, su questo blog, concentrarsi su cose concrete riguardo al problema dei precari.
RispondiEliminaIl blog della CRUI non esiste, era per dire un posto dove per le discussioni sul sistema (tranne poi che anche lì conta la prassi)
con affetto. Giovannona coscialunga
@ Anonimo che si firma Giovannona coscialunga
RispondiEliminaIo mi sono concentrato su tante cose utili, su questo blog; ed oggi il topos apicale, la materia del contendere, e': che fare dei ricercatori RU _e_ delle esigenze didattiche?
Io ho fatto una mia proposta: istituire il ruolo dei Lettori. Tu?
@universifa'
RispondiEliminain effetti il DDL prevede che un dipartimento debba avere almeno 40 componenti. Personalmente la ritengo una regola da ragioniere (perche' 40?) che poco ha a che fare con il reale scopo dei Dipartimenti, anche se dovessero diventare Scuole e sostituire le facolta' (come previsto dal DDL), cosa di per se' positiva.
Mi sembra pero' strano che Padova cerchi accorpamenti oltre il numero minimo di 40.
A che dipartimenti ti riferisci?
@ antonio & universi fà
RispondiEliminaLa numerologia da Mago Otelma pare essere molto alla moda, di questi tempi (cfr. anche gli SSD
http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/10-07/100710/SQTJG.tif)
Personalmente la ritengo perniciosa tanto quanto gli "accorpamenti" di Enti tipo quello previsto per l'ISAE, vds.
http://www.imille.org/2010/07/qualche-nota-sulla-soppressione-dell%e2%80%99isae/
@euroscience
RispondiEliminaper favore puoi fare riferimento anche al titolo e al quotidiano dell'articolo? non ho accesso alla rassegna stampa del cnr.
Sicuramente gli accorpamenti, se non seguono un criterio, scientifico, non hanno senso. Assolutamente senza senso dire, i dipartimenti devono avere almeno 40 componenti. Posso capire un numero minimo per fare massa critica, tipo 5 o 10. Ma perche' 40 e non 50 o 30 (che e' quello per le universita' piu' piccole)? Insomma un nonsense.
E' anche vero che i dipartimenti sono proliferati perche' ogni ordinario avesse il suo (ve ne sono alcuni il cui nome cambiava per l'ordine delle parole....).
L'articolo (a lettura libera) e' di Chiara Saraceno su "Repubblica" di oggi: "L'università e le parole-chiave".
RispondiEliminaSi puo' leggere anche da
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=SQTJG&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
@ Anonimo
RispondiEliminaCompletamente fuori fase e fuori tono la tua risposta. Disonesto sarai tu e mi fermo per non scadere nel turpiloquio.
@ APRI
Ringrazio per non essere stato censurato, come invece ai vecchi tempi - purtroppo - mi è capitato. Comunque tranquillizzo subito tutti: non intendo riprendere una frequentazione attiva del blog. Grazie dell'ospitalità per questa incursione.
Fu Gattopardo
Euroscience:
RispondiElimina"L'uscita pubblica ora come ora te la dirottano.."
in che senso? (Poi, almeno uno ci prova.)
"I ricercatori piu' sani, chi sarebbero.. ?"
Tautologia: quelli che rispondono bene...?
(Non vorrei essere così cinico/arreso da non provare nemmeno a cercarli, allora sembra chiaro che non ho niente da fare, e diciamo non mi frega più molto dell'università - non di più che della sanità o della scuola pubblica)
ciao,
f
Perché se si fa ora un dipartimento da 40 docenti, tra 3 anni va rifatto dati i pensionamenti, perché non si sa nemmeno se i ricercatori saranno contati alla fine, perché ogni cosa in Italia comincia con un'incertezza di fondo su quali saranno le regole. Padova vuole essere all'avanguardia e quindi partirà come sempre per prima. Il dipartimento dei 100 sarà nei fatti (quasi) tutto Maldura. La mia non è numerologia, sono atti concreti già in avanzato stato di decomposizione...
RispondiEliminaBello peraltro l'articolo di Chiara Saraceno, il problema è proprio quello che nomina: è dai SSD che partono le nicchie di potere, c'è chi ha più potere per difenderle
RispondiEliminaconsiderazioni da uno che ormai vive tutto con distacco:
RispondiElimina1. la riforma gelmini non si farà
2. sono in corso o stanno per esserlo parecchie elezioni di rettori e cambieranno anche gli equilibtri interni alla crui nel corso dell'autunno
3. lo sciopero autunnale dei ricercatori non avrà luogo. e comunque non cambierà nulla
annunciazione:
RispondiEliminasembra che in commissione bilancio sia passato emendamento alla manovrina che consente i prof. di rinviare di tre anni pensione, stipendi a carico università
se fosse confermato sarebbe peggio della reintroduzion del fuori ruolo. questo paese merita di essere seppellito nella merda
@ Euroscience - ma non eri RR?
RispondiEliminaPer pietà.. hai sempre dato contributi utili alla discussione. ma
"..oggi il topos apicale, la materia del contendere, e': che fare dei ricercatori RU _e_ delle esigenze didattiche?
Io ho fatto una mia proposta: istituire il ruolo dei Lettori. Tu? "
E lo chiedi(amo) a quattro precari sfigati? Io faccio la mia proposta, di considerare che il topos apicale è un altro, ovverosia:
Non ciabbiamo più nemmeno du' euri per pagare l'affitto l'anno prossimo. E siamo diverse migliaia. Vabbè niente in confronto a tanta gente sfigata sulla terra ma
ci dobbiamo prostituire più di quanto già fatto?
o l'alternativa è la violenza? La violenza costa cara.
Lo dico a te, ma dico per dirlo a tutti.
Sconsolata: giovannona di pelle corta.