In una intervista Maria Stella Gelmini si rende finalmente conto che il pensionamento a 65 anni dei prof universitari è l'unica strada per riequilibrare il sistema universitario italiano dal punto di vista dei bilanci e dell'età di ingresso nei ruoli accademici!!!! http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/10-07/100717/SVEST.tif
Bene, è quindi il momento che il suo Governo si attivi per ripresentare questa proposta (già avanzata dal PD e bocciata in commissione) sulla quale non può che trovare un ampio e bipartisan consenso.
Nella stessa intervista non manca di bollare chi protesta come il solito manipolo di facinorosi...
A tal proposito, una rete trasversale di coordinamenti e associazioni ha promosso una petizione per contestare il documento CRUI sull'ope legis per i ricercatori strutturati che vogliono diventare prof associati per mera anzianità.
Bene l'intervista, l'unica cosa sbagliata che dice e' che in Francia i pensionamenti sarebbero a 67; invece è anche li' a 65, con una opzione +3 molto razionata
RispondiEliminahttp://img186.imageshack.us/img186/9410/francian.png
Se poi in Germania elevassero a 67 l'eta' pensionabile, lo sarebbe per tutti i lavoratori, un fatto di sistema quindi.
Per come stanno messe le cose in Italia, e per tante ragioni, il pensionamento a 65 con opzione di contratti di collaborazione per *solo* valenti ultrasessantacinquenni e' l'unica alternativa allo sfascio del sistema.
il pensionamento euoropeo a 65 anni e' l'unica via d'ingresso nella modernita'.
RispondiEliminai concorsi riservati per RTI sono un'infamia di cui la crui - e gli stessi ricercatori - si devono vergongnare. Una tale proposta, se accolta, ci catapulterebbe indietro nei secoli bui senza speranza di confrontarsi alla pari con mondo avanzato
Gia' messo sul Gelminometer2. Incredibile come ora il Ministro si dica favorevole alla proposta Tocci-VIA/APRI, poi ripresa dall'emendamento PD che e' stato bocciato sia dal governo che dalla sua maggioranza, con rinforzi dello stesso PD al Senato (e.g. la ricercatrice senatrice Franco). Ora pero' non vorrei che venissimo criticati per aver offerto unpo spunto al ministro per attaccare gli accademici baroni. Voi giovani apristi, in particolare, dovete avere pronta la strategia dialettica di risposta alla probabile definizione di 'pasdaran gelminiani'!
RispondiEliminain effetti mauro ha ragione...
RispondiEliminaanche perché se poi i soldi se li riprende tremonti (come in molti altri casi precedenti) non servirà a un bel niente questa cosa
Vabbè, ma allora che facciamo? abbiamo criticato la Gelmini quando il Governo pose parere contrario all'emendamento del PD; e ora che, almeno a parole, si dice pronta a votare un emendamento di quel tipo ... la critichiamo lo stesso?
RispondiEliminaDovere di un'associazione indipendente è quella di presentare proposte secondo le idee dell'associazione stessa. A prescindere delle posizioni politiche degli iscritti.
A me la Gelmini sta antipatica, e non ne parliamo degli altri Ministri e del presidente del consiglio ... ma se presenta un emendamento nella direzione della proposta dell'Apri, non posso che essere contento. Se lo avesse fatto Mussi o Berlinguer, lo sarei stato lo stesso.
Il punto però è che io non sono sicuro che alle parole seguiranno i fatti, perchè la reazione della maggioranza in Commissione Cultura al Senato all'emendamento PD fu davvero molto dura. Valditara era contrarissimo e Asciutti parlò di "demagogia", per non parlare dei molti deputati/senatori del PdL pronti a presentare emendamenti per far andare in pensione a 75 anni.
Insomma, secondo me questa uscita della Gelmini è solo "tattica". Una specie di "altolà" ai senatori della sua stessa maggioranza pronti a votare il ripristino del fuori-ruolo. Anche se così fosse, comunque, credo sia stata una buona idea, quella dell'intervista, anche perchè in fondo ha detto cose condivisibili (ed anche il giornalista mi è sembrato molto bene informato).
Son d'accordo con Mino, questo giornalista del Corriere ha fatto le domande giuste, direi. Non sarebbe il caso di valutarlo per il Gior Index? Dato che parla e fa parlare di una proposta che abbiam elaborato noi (e bisognerebbe dargli una martellata sulle nocche per il sottotitolo dell'articolo).
RispondiEliminaPer me il giornalista merita un 10.
RispondiEliminaEra davvero molto bene informato, per uno che solitamente non si occupa di università (spero se ne occuperà d'ora in poi). Sapeva che il Governo aveva posto parere contrario all'emendamento PD e lo ha rinfacciato alla Gelmini. Come anche ha chiesto spiegazioni dell'emendamento per elevare a 75 anni la pensione, passato in Commissione Bilancio qualche giorno fa.
Ottimo.
Quell'emendamento non lo presenteranno MAI.
RispondiEliminaIn ogni caso senza che una buona percentuale dei fondi che si liberano venga vincolata a nuovi concorsi da ricercatore, nella migliore delle ipotesi sarebbe un modo per gli Atenei di fare cassa.
Leggo troppe puttanate.
RispondiEliminaIl Ministro ha dichiarato che e' favorevole al pensionamento europeo a 65 anni, e che si augura una larga convergenza in PArlamento.
Va preso alla lettera, e valutato in base all'effettivo comportamento delle persone di cui Ella ha responsabilita' (Ministero, posizione Governativa). Dopodiche', vedremo cosa succede.
Esatto, VEDREMO.
RispondiEliminami sembra molto importante la presa di posizione del Ministro.
RispondiEliminaE' il momento di adeguare l'età di pensionamento degli universitari in Italia ai limiti europei (65anni). Se non ora quando?
Con buona pace dei tromboni opinionisti (Diamanti, Pirani etc.) sedicenti di sinistra.
ma la figura di prof. senior della Sapienza contro cui si esprime la Gelmini (come esempio di ruolo fino a 75 anni) e' questa di cui si parla in questo resoconto del CdA Sapienza del 15 giugno?
RispondiEliminahttp://www.barbierimaurizio.it/index.php?option=com_content&view=category&layout=blog&id=37&Itemid=57
no perche' qui mi pare che la Gelmini abbia preso una bella cantonata!
intanto la Sapienza ha rifiutato tutte le 57 richieste di prolungamento del servizio attivo.
ed inoltre il titolo di prof senior (o ricercatore senior) non prevede alcun compenso.
informarsi prima di parlare pure per lei non sarebbe una cattiva cosa...
Ma secondo voi, perchè non ci ribelliamo??
RispondiEliminaPerchè fa troppo caldo
RispondiEliminaforse perché non abbiamo strumenti ricattatori
RispondiEliminaPerché siamo abituati a credere, ubbidire e ricercare, aspettando che dall’alto arrivi la buona novella del rinnovo del contratto o del concorso su misura, come blocco sociale non esistiamo
RispondiEliminaSe la figura del senior è quella, si conferma come un'incompetente assoluta...
RispondiEliminaA proposito, dei contratti di ricerca "senior" stanno per essere varati anche a Venezia, 6000 annui per continuare a fare ricerca nell'ateneo per chi va in pensione.
A Padova chi va in pensione può prendere contratti di insegnamento solo a titolo gratuito
secondo me dovrebbero vietare comunque anche i contratti a titolo gratuito per due motivi: non si deve permettere che un lavoro sia svolto gratuitamente (qualunque esso sia), e bisogna evitare che le facoltà usino questo stratagemma per tappare i buchi nell'organico evitando nuovi contratti/assunzioni.
RispondiEliminaSi, penso anche io che su La Sapienza la Gelmini si sia sbagliata. Questo non toglie nulla, in ogni caso, all'importanza dell'intervista. Come dice euroscience, valuteremo sulla base di quello che ha detto.
RispondiElimina@ sid
la tua disamina dal sapore marxista è perfetta, la riutilizzerò (citandoti) se non sei contrario :-)
fai pure, la rete è libera e pure le citazioni
RispondiEliminamah, non vorrei fare il portasfiga, ma credo che sia il solito annuncio, come quello fatto degli 80 milioni ai ricercatori. Magari, il ministro e' giovane e si fa coinvolgere in queste idee "giovani", ma poi quando ritorna all'ovile, deve fare i conti con i suoi capi ultra-settantenni, che le dicono; "ma sei colgiona a dire queste cose?"
RispondiElimina@ nerzin
RispondiEliminae' noto che questo governo non perde occasione per "sparare" contro Roma...
mi pare in linea.
Ho sentito che le API voteranno il ddl Gelmini (diciamo, così, a prescidere) - non so se sia stato Rotella a dirlo o l'ho letto di straforo.
RispondiEliminaQuesto conferma il clima favorevole al NOQI in Senato prima delle vacanze.
No scusate, io ho letto l'intervista del "Corriere" e al giornalista, se avessi avuto una pistola, avrei sparato.. Sopratutto quando sentenziava:"Ma non è che a 70 anni uno studioso è al massimo della conoscenza? e lei lo vuole mandare via?" grazie a Dio lei lo ha freddato con un :"se ha tutta questa esperienza da spendere sarà utile al paese ma in un altro modo!" o ancora quando le ha detto :"ma non è che fate 'sta manovra solo per risparmiare?" e anche se fosse che prende 2 piccioni con una fava.. a te, fava-di-un-giornalista-fava che te frega? se rinverdisce la ricerca e risparmia pure ... io mi chiedo come mai non l'abbiano ancora fatto fava-di-un-giornalista!
RispondiEliminaStavolta le parole di Mary-Star sono sacrosante sembrava che parlasse per bocca mia quando ha detto :"non possiamo continuare a dare ad una generazione che ha già avuto tutto e negare a ricercatori giovani che non hanno avuto niente!" l'unica perplessità è se applicherà veramente quello che dice...
Il giornalista ha fatto bene a fare quella domanda, perchè ha dato la possibilità (questa volta alla Gelmini) di poter replicare a quello che è generalmente il solito agomento che viene usato da chi è contro il pensionamento: non è l'età che c'entra, anzi spesso l'esperienza aiuta, ecc.
RispondiEliminaIl giornalista ha fatto il suo mestiere.
Sono essenzialmente d'accordo con Mino.
RispondiElimina@Mar, il tuo giudizio piu' critico lo potresti quantificare in un voto da 1 a 10 per il Gior index dell'articolo? Che lo metto in media (per ora alta!). Thanks
ragazzi non possiamo che esser lieti della prese di posizione della gelmini.
RispondiEliminapoi attenderemo e vaglieremo i risultati, ma per ora si tratta di un passo nella giusta direzione: brava mariastella!!
Sul Sole la conferma che di soldi se ne riparlera' al tempo della Finanziaria
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-18/manovra-conferma-cura-dimagrante-191235.shtml?uuid=AY58H18B
@France
RispondiEliminaComplimenti per l'articolo, e -soprattutto- per il titolo: molto efficace (sembra che l'abbia capito perfino il Ministro Gelmini :)
Detto questo, ritengo che bisognerebbe permettere alle universita' di concedere ad un numero molto limitato di docenti (5-10%) di rimanere in servizio anche dopo i 65 anni.
Penso infatti che si debba, anche qui, entrare nel merito: chiedere che tutti se ne vadano a 65 anni e' quasi altrettanto insensato che permettere a tutti di restare fino ai 70.
Anzi: un meccanismo del genere sarebbe un incentivo virtuoso, senza peraltro danneggiare i giovani.
finalmente se nìè accorta. chissà perchè solo adesso...
RispondiEliminaa me sembrano parole ovvie, soprattutto alla luce delle cife pubblicate nell'articolo, veramente impietose. Ma si rende conto solo adesso che in Europa si va in pensione a 65? Ma finora dove è stata? Forse l’unico cervello in fuga era proprio il suo……nn mi farei prendere da tanto entusiasmo, stiamo parlando della stessa persona che due anni fa prometteva migliaia di posti di ricercatore per favorire il ricambio generazionale. Mi auguro di no, ma a questo punto non mi meraviglierei se anche queste parole cadessero nel vuoto …..
RispondiEliminama l'avete letto l'articolo del sole24ore o no? ma di quali risorse state parlando? qui siamo proprio al bla bla estivo in libera uscita...
RispondiEliminaSe lo fa sul serio diventa la mia eroina: a casa tutti questi parrucconi (e per primi i ricercatori di 70anni)!
RispondiEliminaehi ancora più decisa!
RispondiEliminahttp://cnu.cineca.it/nazionale06/iltempo_18-07-10.pdf
@ Mauro della VIA
RispondiEliminadov'è che lo devo scrivere il voto? se mi metti il link lo faccio subito sennò non so dove andare....(sorry)
Il fatto, come hanno detto gli ultimi anonimi, è proprio che secondo me, un "girnalista che fa il suo mestiere" (come da definizione di Mino) non doveva dire:"Ma non è che vuole risparmiare?" bensì:" Ma com'è che non se ne è accorta fin'ora che 'sta manovra è positiva sia per il ringiovanimento sia per le casse dello stato? dov'era in questi ultimi 2 anni?" ecco cosa doveva fare il giornalista per far bene il suo mestiere!!!
@Mauro della VIA
RispondiEliminaDimmi cosa devo fare e io lo faccio..ma non so dove sorry.
@Mino
Secondo me un "giornalista che fa il suo mestiere" non doveva chiederle "Ma non è che lo fa per risparmiare?" bensì "Ma com'è che si è accorta di questa situazione solo ora? cosa faceva negli ultimi 2 anni?" citrullo d'un giornalista!
Ragazzi, servono ancora firme, scrivete ai colleghi che firmino!
RispondiEliminaNon eravamo 30000 precari, in italia? Servono 1000 firme!
Dai dai!
Cosa e' andato a fare Cesare in visita all'Università telematica e-campus?
RispondiEliminahttp://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/19/news/como_berlusconi_in_visita_all_universit_ironizza_sulla_bindi_e_la_laurea_di_di_pietro-5676564/?ref=HRER2-1
A fare pubblicita' alle fabbriche di titoli che la Moratti autorizzò, in numero di 13 (di cui 10 in 3 mesi prima delle elezioni del 2006)?
Posto che attualmente quella Università ha le autorizzazioni dovute, si e' pero' sempre scritto di rivedere le decisioni.
Cosa ne dice il Ministro competente?
Berlusconi ne dice una giusta quando afferma che non si deve togliere il "valore legale" della laurea
RispondiEliminahttp://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Universita-Berlusconi-non-verra-tolto-il-valore-legale-della-laurea_705726335.html
La cosa sbagliata e' averlo dato ad atenei come e-campus, se non si verifica il livello minimo di qualita' richiesto dal mantenimento della credibilita' pubblica.
OLE'! Se tolgono anche il valore legale della laurea la prossima volta li voto!
RispondiEliminaWWW Gelmini
@Mar, metti il voto qui che poi lo riporto in media sul gelminometer2 - thanks
RispondiElimina@Anonimi vari - non fatevi infinocchiare piu' di tanto dalle nuove posizioni della Gelmini. Perche' non l'ha detto prima che era favorevole al pensionamento all'europea?
APPELLO DELL’UNIVERSITA’ DI PADOVA
RispondiEliminaNessuno tra quanti ogni giorno sono attivi nei nostri Atenei può sensatamente negare l’esigenza di una riforma delle Università italiane che ponga fine a scelte discutibili e onerose per il Paese, come la proliferazione delle sedi e dei corsi di laurea o fenomeni di inefficienza e di cattiva gestione nella governance di alcuni Atenei. Perciò l’Università di Padova non ha espresso una pregiudiziale linea di contrarietà al d.d.l. 1905, ma ha puntualmente indicato i gravi errori presenti in punti nodali dell’attuale formulazione, dall’impianto fortemente centralistico e contrario all’autonomia delle sedi, alla mancanza di risorse per il funzionamento degli Atenei, all’abolizione della figura del ricercatore di ruolo, auspicando un profondo ripensamento ed una sostanziale correzione nelle aule parlamentari.
Tutto questo non è fino ad oggi avvenuto, cosicchè l’Università di Padova si è posta decisamente come capofila del gruppo di Atenei, non certo numeroso, che hanno espresso in modo netto e chiaro la propria presa di distanza dall’impostazione che ancora caratterizza il provvedimento e tra i pochissimi che ha preso posizione ufficiale con una chiara pronuncia del massimo organo di governo cioè del Senato accademico. Il Rettore dell’Università di Padova ha rappresentato questa linea dell’Ateneo con grande chiarezza non solo in sede di Conferenza dei Rettori ma anche personalmente allo stesso Ministro. Da ultimo la forte preoccupazione dell’Ateneo è stata dal Rettore illustrata al Presidente della Repubblica.
La situazione nelle ultime settimane è divenuta peraltro ancor più difficile e drammatica a seguito delle scelte inique e penalizzanti effettuate dalla manovra finanziaria correttiva in discussione in Parlamento, che ha bloccato scatti d’anzianità e tagliato le retribuzioni, colpendo duramente e in modo immotivato soprattutto i ricercatori più giovani. Anche in questo caso nessuno nega che il peso di una crisi finanziaria ed economica globale possa acuire nel nostro Paese l’espansione dell’indebitamento pubblico, con l’effetto negativo di continuare a far pesare sulle spalle delle giovani generazioni il pesante debito dello Stato. Ma i sacrifici vanno decisi in modo equo e sostenibile: in gioco è ormai il futuro dell’istituzione universitaria, non le posizioni corporative di professori e ricercatori. L’intero Ateneo è perciò unito e coeso nella protesta e nel lanciare alle istituzioni, ai parlamentari della regione, alla città, all’opinione pubblica, alla società civile un pressante e preoccupato appello: non salvaguardare, come in queste settimane si sta facendo, la spesa pubblica per investimenti nella ricerca e nell’alta formazione, non riconoscerne – a differenza dei maggiori Paesi europei - la priorità significa non avere il senso del nostro comune futuro e correre il rischio concreto di pregiudicarlo irreparabilmente. Unita, l’Università di Padova vuol lottare per continuare a rifiutarsi di credere che l’istituzione universitaria stia definitivamente annegando.
@Mauro della VIA
RispondiEliminaSecondo me il giornalista merita un 5 secco!
Non do di meno perchè ha il merito di averla fatta quell'intervista e di aver così dato l'opportunità a Mariastella di dirla tutta per filo e per segno ma il 5 e forse pure meno è per le sue domande che sembravano scritte da Baron de Baronis (sembrava che la stesse intervistando uno dei vecchietti che infestano le Università:"Ueee Uee ma perchè ci vuoi mandare via proprio quando abbiamo più esperienza...., sembrava quel vecchio filosofo intervistato poco tempo fa del quale non ricordo il nome..diceva la stessa cosa!!!)
ma cari precari apristi e simpatizzanti apristi tenetevela la Gelmini! Ve la meritate tutta! D'altra parte vi accomuna a lei l'odio viscerale nei confronti dell'Università (vedi anche recente blocco agli scatti stipendiali e taglio della tredicesima), con la differenza che lei almeno non aspira a farne parte. Non capite che l'esternazione della Gelmini è solo politica e mediatica, e che a lei non fotte nulla dei precari della ricerca? Invece di chiedere più fondi e investimenti per i giovani cerca di cacciare anticipatamente quegli che già ci lavorano. Cita l'Europa solo quando fa comondo evidentemente.
RispondiEliminaOsannate pure il peggior ministro dell'Università della storia della repubblica italiana, a qualificazione zero, e che in questi duen anni non ha fatto nulla salvo ripetere a pappagallo le parole di Tremonti come Ambra con Boncompagni in Non è la rai. Lei che viene a parla di merito e che viene dal nulla, da una laurea con 100 e un esame di procuratore a Reggio Calabria. E questo non vi scandalizza, anzi la applaudete. Tenetevela, ve la meritate. E' il mio ultimo post. Tolgo il disturbo.
@ gennaro
RispondiEliminaAPRI è da tempi non sospetti che lotta per il pensionamento europeo a 65 anni. E lo ha chiesto apertamente presentando un emendamento in senato.
Sulla nostra posizione sono via via confluiti vari gruppi, associazioni e partiti. Prima il PD, ora il ministro. Perché dovremmo essere scontenti di questo? Se aderiscono alle nostre richieste non possiamo che esserne lieti, naturlmente vigileremo perché mantengano le promesse fatte.
Ora si può iniziare a vedere cosa succederà in aula al senato. Qualcuno presenterà un emendamento per il pensionamento a 65 anni? E come voteranno i senatori?
Concordo con Gennaro sulla qualificazione dell'attuale ministro. In effetti, fa parte del governo del 'miglior primo ministro degli ultimi 150 anni', come si e' autodefinito, con la massima spudoratezza,lo stesso Mr. B!
RispondiEliminaVedi Gennaro, al di là delle sante parole di Sid in una delle prime risposte sulla nostra incapacità di essere un blocco sociale davvero esistente, un'altra sfiga che ci caratterizza come precari è il fanatismo ed il settarismo.
RispondiEliminaDire che la Gelmini ne ha detta una giusta, e che se la fa compie una cosa meritoria, non significa assolvere "Cesare", la P3, Anemone e così via. E' l'ora di piantarla di accusare sempre chi plaude ad iniziative giuste di per sè con la scusa dell'appoggio indiretto a Satana o qualche altro minchione di politico. E' un atteggiamento sovietico ben sfruttato da baroni e sfigati cooptati nell'università per richiamare tutti all'ordine a difendere un sistema molto positivo per chi è già dentro ma che se ne frega altamente di chi sta fuori; un po' come fanno i sindacati italioti, che infatti hanno consegnato operai e artigiani alla lega.
Ricorda: il sistema italiano è totalmente fuori dall'europa e dal mondo occidentale e se anche Licio Gelli lo affermasse gli farei un applauso spellamani senza problemi.
Peraltro e' gia' stato detto che dietro le parole della gelmini ci puo' essere propaganda.
RispondiEliminaMa intanto le ha dette!
@ gennaro
RispondiElimina6 1 minkione
ma ki 6 ... qualche ricercatore 65enne pronto al pensionamento?
W la Gelmini e W anche Berlusconi!
di chi è la pubblicità sul sito della petizione on-line pubblicizzata nel post?
RispondiEliminaDi e-campus ... l'università telematica dove il cav è andato a fare promozione ...
Ma siete voi dei minchioni a farvi infinocchiare così!
E' la pubblicita' di gogol, quindi ogni tanto verra' fuori anche quella delle universita' telematiche causa connessione semantica...
RispondiEliminaMa il punto e' che quelli che hanno fatto la petizione sono minchioni perche' hanno sbagliato qualcosa tecnicamente e cosi' non appaiono neanche le firme... cosi' si potra' sempre dire che le firme siano ancora piu' finte...
I cervelli precari sono messi proprio male...
si scrive google ... IGNORANTE!
RispondiEliminaSegnalo questo articolo di Gennaro Carotenuto sulla visita di Cesare ad E-campus
RispondiEliminahttp://www.gennarocarotenuto.it/13377-e-campus-luniversit-come-piace-a-silvio-berlusconi/#more-13377
in quanto concordo al 98%, e mi da' lo spunto per tornare sul mondo all'incontrario che va in iscena in questo luglio 2010.
Cesare visita un Ateneo telematico che ha ad occhio nudo delle caratteristiche moolto poco accademiche, cosa peraltro rilevata anche da quei buoni a nulla del CNVSU. Eppero' in vista dell'arrivo di possibili sanzioni estreme, il CNVSU non e' stato piu' prorogato (e' scaduto il 30 luglio), mentre l'ANVUR sara' operativa, se va bene, a Novembre, e quando comincera' a lavorare dovra' anche ovviamente riprendere in mano tutti i dossier con una certa lentezza e ri-pomderazione.
Nel frattempo lo stesso Cesare dice una cosa giusta, quando afferma che non si deve togliere il "valore legale" delle lauree, ma il senso del suo intervento si inscrive in un contesto torbido e di fatto inapplicabile proprio al caso che fa da sfondo alle sue affermazioni: la concessione del potere di rilasciari titoli di studio e' una cosa seria, e come tale va considerata e mantenuta.
questo gennaro carotenuto è uno dei ricercatori che vogliono l'ope legis
RispondiEliminaE vabbe' su quello non concordero' affatto con Gennaro Carotenuto, ma intanto non mescolo le cose: perfino Craxi ha detto cose giuste.
RispondiEliminamai fidarsi delle serpi
RispondiEliminaMai fidarsi degli anonimi....
RispondiEliminaMinchia euroscience ti definisci "euro" e scrivi "gogol"? Guarda, io ti giuro non avevo neanche capito a cosa ti riferissi e pensavo di essere io l'ignorante, invece....
RispondiEliminail testo della petizione "Non c'è posto per te" è un vero capolavoro - diciamo così - di acrobazia politica
RispondiEliminada un lato si critica (giustamente) la CRUI perché chiede 2000 concorsi riservati per prof associato, ma dall'altro si osannano i ricercatori e particolarmente quelli del 29 aprile.
In realtà la CRUI non fa che accogliere le richieste proprio dei ricercatori 29 aprile, che avevano chiesto "un numero congruo" di concorsi tutti per loro.
@Mar
RispondiEliminaCredo che quella di euroscience fosse una battuta! Il suo voleva essere un omaggio all'ignoranza del Berlusca che alcune settimane fa ha fatto una delle sue solite figuracce chiamando "Gogol" il motore di ricerca:
http://www.corriere.it/politica/10_maggio_19/berlusconi-google-gogol_db608a2c-6346-11df-8b63-00144f02aabe.shtml
Segnalo le lettera inviata dalla Gelmini ai Rettori - gia' citata nell'intervista originale al "Corriere" e nell'articolo sul "Tempo" il giorno seguente - in merito alla raccomandazione a evitare l'impiego delle risorse per prolungamenti o contratti generalizzati a pensionati, e favorire il ricambio generazionale.
RispondiEliminahttp://cnu.cineca.it/nazionale06/nota_gelmini.pdf
Segnalo l'intervento del rettore Zaccaria a Padova, ieri (e' un po' un momento di protagonismo rettorale):
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-19/tagli-universita-padova-riforma-205232.shtml?uuid=AYjxbL9B
Su questo articolo non sono menzionati, ma pare abbia "promesso" di bandire 150 posti da associato nel prossimo triennio. Al fine di placare le proteste dei ricercatori, deduco.
Euroscienze, so per certo che il CNVSU è stato prorogato finchè l'ANVUR non sia funzionante, con decreto direttoriale (neanche ministeriale) datato 30 Giugno - non di dominio pubblico, credo - gli stessi membri del CNVSU l'hanno ricevuto ad inizio luglio. Fonte sicura!
RispondiEliminaAh si'?
RispondiEliminaTutte queste cose che si fanno in maniera oscura diventano poco giudicabili, intrattabili, pero' almeno in questo caso specifico la cosa e' pacifica.
Qualcuno sa cosa sta facendo il CEPR?
si sa come andrà a finire:
RispondiEliminaai ricercatori i posti di associato
al precario solo bastonate ...
...e rilancia Bianchi, ex rettore di Ferrara, assessore regionale all'Universita' dell'Emilia Romagna: 2000 promozioni all'anno!
RispondiEliminahttp://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/bianchi_duemila_ricercatori_o_salta_l_anno_accademico-5700735/
Una specie di ope legis "costante"?
Come autore del post, puntualizzo: se leggete qual che c'è scritto, nessuno si spella le mani per quella che è solo una molto tardiva presa di posizione da parte della Gelmini. Tra l'altro, temo, propagandistica e forse consegnuente all'ennesimo "non c'è trippa per gatti" che Tremonti deve averle fatto intendere nelle ultime riunioni.
RispondiEliminaCiò premesso, cari Gennaro et al, questo giochetto che stiamo facendo si chiama controinformazione, nella quale è sempre fondamentale inchiodare il "nemico" alle sue stesse parole. Quando la Gelmini, il PD, Bin Laden ne dicono una giusta, in mezzo a mille sbagliate, è nostro DOVERE sottolineare e rimarcare quel che dicono. Quante volte abbiamo sputazzato e poi osannato i parlamentari PD nei momenti in cui hanno dato il peggio e il meglio di se stessi? La lotta che vorreste voi è quella dei bianchi contro i neri, ed è questo schema che ha fottuto generazioni di studenti e precari, perchè qui di bianchi e neri NON CE NE SONO!!! Vediamo di capirlo allora, nemici ed amici possiamo trovarli di volta in volta, e di situazione in situazione, in ogni campo.
Quanto al documento dei coordinamenti: la soluzione CRUI va contrastata ed il modo migliore è crare un fronte compatto dei precari, possibilmente rompendo il fronte dei RTI fra opelegisti e non. Secondo me, ogni iniziativa in tal senso, in questo momento, è la benvenuta.
....musei a Ferrara.....e io divento suora....
RispondiEliminaA parte questo Bianchi è sempre stato di questa opinione....
Devo dire la verità, lavora anche per i precari....l'articolo, tuttavia, non ne fa menzione.
Completamente d'accordo con France.
RispondiEliminaSpecie per operare al fine di rompere il fronte della protesta degli RTI. Bisogna obbligarli a dichiarare esattamente contro cosa protestano. Quindi inchiodare gli opelegisti.
Ricordo che nel ddl non c'è alcuna menzione del fatto che gli RTI non possano accedere all'abilitazione. Ma che protestano a fare?
Mattia
inseriamo una nostra petizione contro l'ope legis....in miodo da farci sentire..
RispondiEliminaIo direi, inseriamo una petizione per chiedere il licenziamento dei RTI (o di almeno una parte di questi) ... poi magari potranno concorrere ai posti di RTD alla pari con i precari!
RispondiEliminaNon è uno scherzo, tecnicamente è semplicissimo per i non confermati. Pretendiamo giudizi di conferma seri, fatti da commissioni esterne all'università italiana ... e ne vedremo delle belle!
una volta tanto il troll non dice cazzate:
RispondiEliminapretendere che la conferma dei RTI sia fatta SERIAMENTE è possibile, e potrebbe dare una bella scrollata al sistema. Perchè l'APRI non fa propria questa posizione?
ma i firmatari della petizione dove si leggono?
RispondiEliminaQualcuno ci era cascato? Ad essere onesto, io no.
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-20/professori-universitari-continueranno-andare-161901.shtml?uuid=AYgBxZ9B
@INXULATOR: hai detto cosa giusta. E ci si lavora...
RispondiEliminaINXULATOR, per premio ho aggiornato la mia pagina web secondo le tue indicazioni.
Caro IngenuottoCOmeTutti, purtroppo hai ragione.
RispondiEliminaDimostra che la propaganda la fa da padrona e alla fine le lobby universitarie in parlamento (di cui Valditara e' valente rappresentante) la fanno da padroni.
Comunque il DDL avra' un iter un po' piu' lungo e altri emendamenti sono possibili.
E' necessaria anche una pressione da parte nostra, per es. con un movimento piu' compatto, e aggiungo, che guardi anche ai ricercatori.
Ognuno tira l'acqua al suo mulino, ma spero che in nome di un qualcosa di piu' alto si trovi una linea comune.
Tanto poi alla Camera mettono la fiducia per accorciare i tempi!!
RispondiEliminaNon e' il fatto di "cascarci" o no, le decisioni politiche hanno una genesi e una dinamica che non puo' essere ridotta a una sola tipologia o al volere di una sola persona. E' per questo, del resto che c'e' un Parlamento.
RispondiEliminaE per questo che si lotta e si da' battagli sul terreno delle idee - e questa idea non era mai stata cosi' pubblica e cosi' vicina a guadagnare il campo in tutta la Storia d'Italia come ora.
euroscience, credimi, capisco le tue argomentazioni e mi fido dei tuoi buoni propositi, Ma davvero credi che nello sfascio civile, politico, economico e morale questa idea "non era mai stata coi' pubblica ecc."? Se anche fosse vero, quanto pensi lo rimarra', con l'informazione che ci ritroviamo e con l'attenzione del "pubblico" costantemente rivolta al gossip?
RispondiEliminaIngenuotto, io ho fatto delle mere constatazioni. Alla nascita del Regno d'Italia il ruolo di Professore era a vita. Per un certo tempo (post 382/80) il pensionamento riusci' ad essere portato a 65 anni, ma sempre con il +2 e poi con altri 3 di fuori ruolo; poi al tempo di Zecchino fecero motori indietro. Tuttavia ora abbiamo una posizione del maggiore partito di opposizione per un pensionamento secco a 65 ed una analoga posizione del Ministro in carica, del maggiore partito del Paese.
RispondiEliminaQuindi va rilevato il vero, non stiamo a fare discorsi ingenui.
Non c'e' dubbio che sia un momento critico: sinergie per evitare ope legis piu' o meno striscianti, sistemi valutativi (i.e. ANVUR) che non diventino cimitero di ex-rettori e direttori vari, e pungolare azioni legislative valide (la Ghizzoni dara' battaglia in commissione alla camera, quando ci arrivera' il ddl, no doubt!). Quindi la strategia delineata da France va bene, direi. E poi c'e' questa nuova risorsa di discussione su il Fatto quotidiano, con la collega di Oxford che giustamente stimola noi all'estero di scendere dalle torri d'avorio e calarsi nella realta' attuale della politica universitaria:
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/blog/sferrara/
Consolatevi con il mal comune
RispondiEliminahttp://chronicle.com/article/Tenure-RIP/66114/
mezzo gaudio
Euroscience - lasciam stare gli USA, concentriamoci in Europa dove lavori pure tu e guarda se ti va di commentare sul blog della Ferrara!
RispondiEliminaNon mi sembra che ci sia da consolarsi...
RispondiEliminaLa conclusione dell'articolo e' che chiaramente la mancanza di una tenure induce ad avere persone meno intraprendenti, servili verso l'istituzione piuttosto che costruttive nei suoi confronti.
La differenza e' che gli usa (e uk?) arrivano alla flessibilita' dalla tenure, e ne riconoscono i limiti.
Noi cerchiamo di superare la flessibilita' con la tenure. Anche se in realta' si potrebbe leggere come una sostituzione del "posto fisso" con la tenure, ovvero con una forma ancora diversa di flessibilita' (chiamata da qualcuno "tenure trash"). Quindi, Attenzione!
L'altro aspetto da rilevare e' che la situazione e' andata gradualmente peggiorando negli ultimi 40 anni a causa del ridursi dei finanziamenti e delle richieste di flessibilita' delle universita'; ovvero la causa non e' nella politica applicata agli atenei.
Da noi e' un po' diverso, avendo combinato l'aumento dei costi di personale (con l'invecchiamento), alle leggi sul lavoro flessibile e a una riduzione dei finanziamenti.
Io sono concentratissimo sull'Europa, e infatti indico sempre nella "cassetta degli attrezzi europea" tutto quello che serve per curarci da soli - dalle istituzioni alle politiche ai comportamenti.
RispondiEliminaHo una domanda un po' OT, quindi scusate la divagazione.
RispondiEliminaSecondo voi, il DDL quando verrà approvato? Ed in particolare: una volta approvato (voto camera e sanato favorevole) potranno essere portati a termine i concorsi RTI banditi dall'ateneo ma non ancora usciti in gazzetta?
Giusto per farvi tornare al mondo reale.
RispondiEliminaOggi ad una mia collega, una di quelle che si passa ore ed ore al giorno in laboratorio, hanno comunicato che per il suo assegno in scadenza a fine mese (next week) non ci saranno proroghe. Un fulmine a ciel sereno, dato che la non più giovane ricercatrice è madre di due figli (tra l'altro non poco trascurati a causa del lavoro) e moglie di maschio italiano in cassa integrazione. Sfigata, direte voi, già oltretutto la merda del suo capo manco si è preoccupato di darle un margine di tempo per guardarsi attorno, temeva che avvisandola in anticipo sarebbe calato il rendimento lavorativo. Ora per lei un bel calcio nel culo, nonostante l'impegno e le numerose pubblicazioni con cui altri del suo gruppo faranno carriera. Dimenticavo, nemmeno la consolazione della disoccupazione per avere il tempo di cercarsi qualcosa.
Scusate l'intromissione, ora continuate a parlare di come sia più buona l'aria forse fritta o meglio al vapore, bah?? E sperate nella Gelmini, vedrete vi aiuterà tutti, credeteci!!
Grazie Anonimo. Qualcuno ti rispondera' che qui si dibatte di temi piu' alti che le singole vicende personali; qualcun altro ti dara' dell'"antimeritocratico" (e' costume abituale ormai: qualsiasi cosa di scomodo tu possa dire, ti danno dell'antimeritocratico). Qualcun altro ancora ti rispondera' che forse la malcapitata avrebbe potuto trasferirsi all'estero o cercarsi un lavoro prima. Te ne diranno di tutto di piu'. Io semplicemente ti dico grazie per averci riportato una storia (una storia delle tante) di vita da precario della ricerca.
RispondiEliminaQualcun'altro ti dira' che se avesse letto i blog come questi si sarebbe resa conto prima del pericolo che correva. Che se anche lei si fosse occupata di aria fritta avrebbe capito chi stavano friggendo. Che se noi stiamo rintanati nei nostri laboratori aspettando che ALTRI (la Gelmini, come il sindacato, i precari, come i ricercatori in protesta, il tuo capo, come il tuo rettore) risolvano i nostri problemi, non si muovera' una foglia.
RispondiEliminaChe forse con due figli e il contratto in scadenza sarebbe bene andare dal proprio capo un paio di mesi prima a chiedere come stanno le cose.
Ne ho tante altre di storie; se vuoi ci scriviamo un libro.
Come chi, con il contratto da assegnista in mano, se lo e' visto rifiutare perche' il cineca, di punto in bianco, ha deciso di bloccare le proroghe; altro che next week...
Chi con 8 anni di contratti alle spalle non ha piu' possibilita' di alcun rinnovo.
Chi perche' si e' messo di traverso al "sistema" e' stato buttato fuori, o chi, con moglie assegnista e figlio ha la promessa di un 'ricercatore in formazione' e non sa se dopo 5 anni questa "promessa" verra' mantenuta.
E' giusto raccontare queste storie.
Chi usa queste storie per buttare merda su quello che altri fanno, che siano d'accordo o meno su quello che viene fatto, e' da sciacalli.
Ma di cosa venite a parlarci qui, che sono cose che sappiamo benissimo?
RispondiEliminaLe avevate spiegato come stava la situazione, che bisognava collegarsi agli altri precari, almeno in qualche associazione, o financo in qualche sindacato, se ne aveva fiducia, anziche' stare solo in laboratorio a lavorare per il pedrone?
Tutti questi precari e assegnisti che cadono dal pero sanno che la gran parte di gente che scrive qui sono quei 4uattro gatti che hanno provato a fare qualcosa per il bene comune, togiendo tempo alle proprie ricerche??
Bene caro anonimo, adesso che abbiamo tutti gli occhi lucidi che si fa? Rinnoviamo l'assegno alla tua amica per un altro anno? E poi, quando saremo da capo? Un altro anno ancora, oppure la facciamo direttamente ricercatrice? E per il marito, non c'e` niente per lui? Magari un bell'assegno, oppure un posticino da tecnico laureato, che poi magari lo stabilizziamo...
RispondiEliminaPossibile che non vi rendiate conto che questo sistema di usare l'universita`, e il settore pubblico in generale, come ammortizzatore sociale non regge e produce solo disastri? Ma l'evidenza empirica non vi basta mai?
@ContraSpem
RispondiEliminaNon mi sembra che qui si dibatta poi di temi così alti: in fondo il pensionamento a 65 anni ha un riflesso anche sulle singole vicende personali. E molti qui finora hanno riportato le vicende proprie o di altri.
Non mi sembra neanche si dia dell'anti-meritocratico, non per altro perchè, almeno per me, meritocrazia non significa nulla e "merito" è una parola vuota che serve solo a gettar fumo negli occhi.
Nè penso che la collega di anonimo avrebbe dovuto andare all'estero o cercarsi un altro lavoro.
Non dubito neanche sulla buonafede di anonimo, che magari avrà cercato di aprirle gli occhi. Molti di noi sono presi dal "demone della ricerca" e non si rendono conto di cosa accade fuori dal laboratorio.
Se siamo qui a discutere anche di queste storie è per cercare di risolverle, nel nostro piccolo.
Molti forse, in parte anche io, riempiono il proprio ego parlando di aria fritta. Ma ho sempre rispettato chiunque partecipi e cerchi di cambiare le cose.
@ tutti
Ora abbiamo la possibilità di riunirci e cercare una linea comune, magari insieme anche ai ricercatori, che hanno dimostrato di aver maggior peso e di essere molto più radicati in tutti gli atenei.
Il 26 agosto si terrà una riunione in Sapienza a Roma. Spero a breve possano essere fornite informazioni più dettagliate.
Dice che l'Aula approva il ddl Gelmini entro il 6 Agosto.
RispondiEliminaDocumento della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia, approvato all’unanimità il 19 luglio 2010
RispondiEliminaLa Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia, riunita a Roma il 19 luglio 2010, dopo avere valutato la situazione risultante dalla manovra finanziaria approvata dal Governo e da alcuni aspetti del DDL 1905 in esame in Parlamento, osserva:
1. che è attualmente confermato il taglio di 1.3 miliardi di euro del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università;
2. che il Fondo di Finanziamento Ordinario già nel 2011 non sarà in grado di coprire neppure la spesa per il personale, al netto dei pensionamenti;
3. che, fatta eccezione per procedure di valutazione comparativa avviate da tempo, in attesa della nuova normativa sul reclutamento, non è possibile bandire nuovi posti di docente e che non viene offerta alcuna prospettiva per i giovani studiosi di maggior valore. La legge 1/2009 rende inoltre difficoltosa, se non impossibile, la chiamata dei vincitori di concorso e degli idonei;
4. che, in seguito ai pensionamenti e alla mancanza di ricambio nel corpo docente, si sta verificando una progressiva riduzione dell’organico, che mette in pericolo l’offerta formativa. Rischiano quindi di scomparire, in particolare nell’ambito umanistico, interi settori scientifico-disciplinari e, con essi, un grande patrimonio di ricerca e di sapere.
Inoltre, la protesta dei ricercatori universitari, che in molte sedi non hanno dato la loro disponibilità a sostenere incarichi didattici, priva le Facoltà di un contributo essenziale per lo svolgimento dei corsi. In queste condizioni, i Presidi della Conferenza di Lettere e Filosofia rilevano che in numerosi casi non sarà possibile sostenere l’offerta formativa prevista per il prossimo anno accademico 2010-11, con grave danno per gli studenti e per le loro famiglie.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia manifesta dunque una profonda preoccupazione per la gravissima crisi in cui si dibatte il nostro sistema universitario, pur nella convinzione che siano necessarie razionalizzazioni e innovazioni anche radicali, in particolare per quanto riguarda la valutazione della ricerca e della didattica. Rileva inoltre con forza il pericolo che deriva da una drastica riduzione delle risorse, che rischia di impedire a larga parte delle nuove generazioni l’accesso all’istruzione universitaria. In particolare corre un profondo pericolo il modello culturale incarnato dalla tradizione e dalla storia delle Facoltà di Lettere e Filosofia, le cui ricerche, prive di uno specifico valore di “mercato”, hanno maggiore probabilità di progressiva scomparsa. Non va invece dimenticato, in questo quadro, il valore qualitativo ed educativo di un sapere rivolto alla formazione, alla salvaguardia di beni culturali materiali e immateriali che sono l’autentica ricchezza del nostro Paese, la sua tradizione e la sua identità profonda.
RispondiEliminaPer scongiurare queste conseguenze e avviare un rinnovamento dell’Università, per garantire un regolare svolgimento del prossimo anno accademico, la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia, viste le mozioni di molte Facoltà, i documenti della Crui e dell’Interconferenza, ritiene indispensabile:
1. che venga eliminato il taglio di 1.3 miliardi di euro al FFO;
2. che venga eliminata la legge 1/2009;
3. che vengano riattivate le procedure di reclutamento per garantire il ricambio del corpo docente;
4. che nel DDL 1905 sia definito lo stato giuridico dei ricercatori a tempo indeterminato, con il riconoscimento giuridico ed economico della funzione docente. Come già segnalato nella recente mozione della Crui, è necessario che agli attuali ricercatori a tempo indeterminato venga garantita la possibilità, attraverso una specifica procedura di tenure track, di accedere alle superiori fasce di docenza in base alla valutazione dei meriti acquisiti in molti anni di insegnamento e ricerca;
5. che nel DDL 1905 sia prevista una forma di governance degli Atenei che, su base elettiva, garantisca la presenza dei docenti e di chi dirige le strutture didattiche negli organi di governo degli atenei pubblici;
6. che, come previsto per altre categorie del pubblico impiego, dopo il triennio 2011-13, sia possibile recuperare, anche prevedendo meccanismi di valutazione, la perdita derivante dal blocco degli scatti, che penalizza particolarmente, e in modo grave anche sul piano etico, i ricercatori e le fasce stipendiali più basse.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia intende, nel caso questi provvedimenti non venissero presi, denunciare in modo unitario ed evidente per l’intera opinione pubblica la mancanza di futuro per l’Università e, in essa, per il patrimonio culturale e i saperi che nelle nostre Facoltà sono rappresentati, studiati, tramandati.
Roma, 19/7/2010
Articolo a tutto tondo sui ricercatori, che finalmente definisce in maniera chiara cosa è un ricercatore e cosa un assegnista-borsista, insomma i precari.
RispondiEliminaPurtroppo non affronta il problema del transitorio.
E' riportata la posizione della Rete 29 Aprile.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia manifesta dunque una profonda preoccupazione per la gravissima crisi in cui si dibatte il nostro sistema universitario, pur nella convinzione che siano necessarie razionalizzazioni e innovazioni anche radicali, in particolare per quanto riguarda la valutazione della ricerca e della didattica. Rileva inoltre con forza il pericolo che deriva da una drastica riduzione delle risorse, che rischia di impedire a larga parte delle nuove generazioni l’accesso all’istruzione universitaria. In particolare corre un profondo pericolo il modello culturale incarnato dalla tradizione e dalla storia delle Facoltà di Lettere e Filosofia, le cui ricerche, prive di uno specifico valore di “mercato”, hanno maggiore probabilità di progressiva scomparsa. Non va invece dimenticato, in questo quadro, il valore qualitativo ed educativo di un sapere rivolto alla formazione, alla salvaguardia di beni culturali materiali e immateriali che sono l’autentica ricchezza del nostro Paese, la sua tradizione e la sua identità profonda.
RispondiEliminaPer scongiurare queste conseguenze e avviare un rinnovamento dell’Università, per garantire un regolare svolgimento del prossimo anno accademico, la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia, viste le mozioni di molte Facoltà, i documenti della Crui e dell’Interconferenza, ritiene indispensabile:
1. che venga eliminato il taglio di 1.3 miliardi di euro al FFO;
2. che venga eliminata la legge 1/2009;
3. che vengano riattivate le procedure di reclutamento per garantire il ricambio del corpo docente;
4. che nel DDL 1905 sia definito lo stato giuridico dei ricercatori a tempo indeterminato, con il riconoscimento giuridico ed economico della funzione docente. Come già segnalato nella recente mozione della Crui, è necessario che agli attuali ricercatori a tempo indeterminato venga garantita la possibilità, attraverso una specifica procedura di tenure track, di accedere alle superiori fasce di docenza in base alla valutazione dei meriti acquisiti in molti anni di insegnamento e ricerca;
RispondiElimina5. che nel DDL 1905 sia prevista una forma di governance degli Atenei che, su base elettiva, garantisca la presenza dei docenti e di chi dirige le strutture didattiche negli organi di governo degli atenei pubblici;
6. che, come previsto per altre categorie del pubblico impiego, dopo il triennio 2011-13, sia possibile recuperare, anche prevedendo meccanismi di valutazione, la perdita derivante dal blocco degli scatti, che penalizza particolarmente, e in modo grave anche sul piano etico, i ricercatori e le fasce stipendiali più basse.
La Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Lettere e Filosofia intende, nel caso questi provvedimenti non venissero presi, denunciare in modo unitario ed evidente per l’intera opinione pubblica la mancanza di futuro per l’Università e, in essa, per il patrimonio culturale e i saperi che nelle nostre Facoltà sono rappresentati, studiati, tramandati.
Roma, 19/7/2010
Scusate... dimenticavo il riferimento.
RispondiEliminaSu repubblica, pagina 35.
http://www.stampa.cnr.it/RassegnaStampa/10-07/100721/SXQLD.tif
A proposito di discussioni e proposte come pensionamento a 65 anni, di nuovo segnalo il post sul BLOG su Il Fatto della Silvia Ferrara:
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/20/la-ricerca-e-le-torri-davorio/42158/
Un commento suggerisce di spammare per allargare l'iniziativa. Voi che ne dite? E non sarebbe il caso che chiunque sia a favore della proposta di adeguamento pensionstico 'all'inglese' scriva un email ad hoc cai contatti che ha al Senato? Io ho gia' fatto. Fatti- oltreche' chiacchere!
Dimenticavo - email ai senatori entro stasera: domani iniziano a discutere il ddl. n. 1905 in aula al Senato.
RispondiEliminaIn ogni caso, l'emendamento sui 65 anni sarà depositato, anche se non dal sen. Valditara (il che era del tutto scontato, essendo egli membro dell'accademia, prof. ordinario, ecc..).
RispondiEliminaVedremo come si comporterà il ministero alla prova dei fatti.
Tobagi: "Molti abbandonano...". Ma chi? Lei sta parlando di ricercatori TI e ci dice che "molti abbandonano?". Ma quando mai?
RispondiEliminaC'è negli ultimi anni chi ha abbandonato per andare all'estero, non molti, poche decine in tutta Italia, ma ci sono, ed è un fenomeno preoccupante, che non si era mai verificato prima...
RispondiElimina"abbandonano" è sicuramente un termine fuorviante. Andrebbero chiesti lumi, se è basato su qualche dato o solo sulla percezione che il ricercatore abbandoni un ruolo attivo e vivacchia, ovvero, come dice poco dopo, sia portato a "tacere e adattarsi".
RispondiEliminaVi indico anche l'esistenza di un gruppo facebook "uniti per la ricerca"
http://www.facebook.com/#!/pages/Uniti-per-la-Ricerca/132734716745038?v=wall&ref=ts
Io ho abbandonato il ruolo di ricercatore (confermato) 15 anni fa - quello che la Tobagi forse indica e' un fenomeno piu' recente, impersonificato dal Gardini migrato ad Oxford, che cita. Il quale si lamentava per mancanza di promozioni dopo pochi anni da ricercatore, pur essendo bravo e stimato. Comunque non credo che ci siano molte possibilita' al momento di abbandono dell'Italia per gli UK - qua non si recluta piu' da anni, a livello di junior! E fra poco comincera' il flusso inverso - che aumentera' la competitivita' dei pochi concorsi a ricercatore che ci sono al momento! Chissa' se Graglia ed altri ricercatori del movimento R29A si rendono conto di questo e mettono su apposta dei paletti contro 'il mito del merito', come lo chiama, testualmente.
RispondiEliminaA proposito della risonanza della R29A, da notare come l'articolo sia apparso subito nella rassegna dell'On. Ghizzoni:
http://www.manuelaghizzoni.it/?p=13258
Si è da poco licenziata a Padova, per esempio, la ricercatrice di neogreco, altri due casi recenti a farmaci di Roma
RispondiEliminaA L'Aquila un prof associato (Analisi matematica) a Milano un altro prof associato (probabilità).
RispondiElimina"Povero ricercatore sottopagato e sfruttato"
RispondiElimina- La Repubblica 21 luglio 2010
ahaahahahaahahahaha
"Insegno Filosofia della Persona alla Facoltà di Filosofia
RispondiEliminadell'Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire:
non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi il nostro
Rettore, don Luigi Verzè, intervenendo com'è suo diritto alla cerimonia
delle proclamazioni delle lauree, si è rivolto alla sola candidata
Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso
triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di
economia del San Raffaele basata sul pensiero dell'autore sul quale
verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di
questa università, in presenza del Presidente del Consiglio, il quale
assisteva alla cerimonia.
Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo
una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli
studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico
quale la proclamazione di una laurea, non solo della dignità di un corpo
docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti
etici di un'istituzione universitaria d'eccellenza quale l'Università
San Raffaele giustamente aspira ad essere".
Roberta De Monticelli
quando e dove si potranno vedere gli emendamenti depositati per il voto in aula?
RispondiEliminaA farmacia a Roma i ric TI non aderiscono nemmeno alla protesta vedi tu, se se ne sono andati forse avevano un'industria di famiglia....
RispondiEliminabeh è comica anche la scelta della tesi di laurea della berlusconi .. una persona che si occupa di poverta' e capabilities ... Comunque tre anni di corsi di laurea per diventare docente mi sembarano un pò pochini ... Vergona!!!!!
RispondiEliminaRoberta del San raffaele - quel che riporti e' gravissimo, anche dal punto di vista delle prospettive per l'universita' del futuro. Nonostante le sue esigue dimensioni, il San Raffaele ha al momento un rappresentante nel consiglio del CNVSU ed un suo professore, Bordignon, e' attualmente membro della commissione di 5 che selezionera' i candidati per il consiglio direttivo dell'ANVUR. Se anche lontanamente si scoprisse la presenza di uno o piu' candidati papabili, selezionata da questa commissione, appartenenenti al San Raffaele, si solleverebbe un problema di mostruoso conflitto d'intersse, oltreche' di etica accademica. Hai un riferimento mediatico (link) alla notizia della laurea + invito a far parte del corpo docente istantaneo (come si faceva nell'Alma mater del seicento?) alla signora BBerlusconi?
RispondiEliminahttp://milano.repubblica.it/cronaca/2010/07/20/news/quella_cerimonia_per_barbara_berlusconi_ha_offeso_noi_professori_e_i_nostri_studenti-5717947/
RispondiEliminaOh yes - ostia! Anche qui:
RispondiEliminahttp://forum.alfemminile.com/forum/matern2/__f406242_matern2-La-laurea-di-barbara-berlusconi-evil-bien.html
c.v.d.
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2010-07-20/professori-universitari-continueranno-andare-161901.shtml?uuid=AYgBxZ9B
su radio 3 si parla della riforma universitaria
RispondiEliminaGiavazzi. Anche lui appoggia il 65 anni
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/editoriali/10_luglio_22/giavazzi_4b10f4a6-9551-11df-91c3-00144f02aabe.shtml
I nuovi criteri per i concorsi da ricercatore richiedono il calcolo di alcuni indici. Pero' non mi è chiaro il metodo di calcolo per alcuni di essi. Qualcuno di voi potrebbe aiutarmi. Di seguito riporto quello che ho capito (o non ho capito):
RispondiElimina1. NUMERO TOTALE DELLE CITAZIONI:Se ho capito bene è semplicemente la somma del numero di citazioni ricevute dai propri articoli.
2. NUMERO MEDIO DI CITAZIONI PER PUBBLICAZIONE: E' il numero totale di cui sopra diviso il numero di articoli che si hanno nel curriculum?
3. IMPACT FACTOR TOTALE: non so come si calcola (Help me!!)
4. IMPACT FACTOR MEDIO PER PUBBLICAZIONE: non so come si calcola (Help me!!)
5. H INDEX: Uno scienziato possiede un indice h se h dei suoi Np lavori hanno almeno h citazioni ciascuno e i rimanenti (Np – h) lavori hanno ognuno al più h-1 citazioni.
Grazie in anticipo per l'aiuto
E' iniziato il percorso in Aula del ddl Gelmini, con la Relazione di Valditara. La discussione generale e' stata rinviata.
RispondiEliminaValditara ha detto che si abolisce il biennio Amato (il +2) e questo e' gia' sufficiente per sistemare la questione delle carriere in maniera bilanciata, "contro opposte rivendicazioni" che egli spera non siano accolte in sede di votazione.
Ha anche detto che non dara' parere positivo ad alcun emendamento in favore di "questa o quella sotto-corporazione particolare".
410a SEDUTA PUBBLICA
RispondiEliminaRESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 22 LUGLIO 2010
*VALDITARA, relatore.
...
Dirò subito che ritengo coraggiosa ed opportuna la previsione della esclusiva figura di ricercatore a tempo determinato: dati di provenienza CUN valutano in oltre un terzo il tasso di inattività scientifica degli attuali ricercatori a tempo indeterminato, tasso di inattività che cresce con il progredire dell'età anagrafica.
...
Con riguardo ai ricercatori a contratto si stabilisce un meccanismo *affine* alla cosiddetta tenure track, con possibilità cioè di immediata assunzione in servizio per quei ricercatori titolari di contratto rinnovato che entro e non oltre la scadenza del contratto stesso abbiano conseguito la abilitazione scientifica nazionale.
...
Con riferimento poi ai meccanismi volti ad incentivare la mobilità e a *favorire forme di reclutamento interno *nei primi anni dalla approvazione della riforma, questi ultimi risultano ancora troppo rigidi e farraginosi e richiederanno una modifica in Aula.
Potenzialmente discriminante era in origine anche la mancata previsione della chiamata diretta per i ricercatori a tempo indeterminato. Le procedure di chiamata locale andavano semplificate così come occorreva introdurre un controllo sulle chiamate dei professori a contratto. Ritengo anche, sempre nel passaggio in Aula, che ai ricercatori a contratto bisognerebbe assicurare prospettive più certe per il loro futuro.
...
Sono infine auspicabili una maggiore flessibilità nella governance per le università virtuose e una maggiore flessibilità nell'articolazione funzionale dei compiti di ricerca e di didattica, al fine - per esempio - di rendere possibile la creazione all'interno degli atenei di centri di ricerca con personale ad essa prevalentemente dedicato.
...
In questo dibattito, sempre alto e approfondito, in una materia peraltro molto tecnica, l'opposizione ha svolto un ruolo importante e gli emendamenti approvati che portano la firma di membri della opposizione stanno a testimoniare un dialogo fecondo e costruttivo.
...
Per i ricercatori si ritorna alla disciplina attuale dei carichi didattici (fino ad un massimo di 350 ore), eliminandosi l'obbligo delle lezioni accademiche, che sono tuttavia sempre possibili con il consenso del ricercatore, che in questo caso acquista il titolo di professore aggregato.
...
Si fissa dunque un punto fermo: si va in pensione a settant'anni. Sul punto ritengo si sia raggiunta una intesa ampia e trasversale, che è bene non modificare di fronte a diverse e contrapposte suggestioni. La norma tiene conto da una parte della esigenza di valorizzare l'esperienza e dall'altra di creare maggiori opportunità per i giovani. Sarebbe peraltro opportuno che analoga disposizione si prevedesse anche per altre categorie del pubblico impiego che hanno ancora limiti di età pensionabile particolarmente elevati.
...
Qualche ulteriore ritocco al testo è ancora auspicabile. Per esempio, per meglio precisare la possibilità di deroghe alle norme a favore delle università virtuose e previo accordo di programma con il ministero. È essenziale una semplificazione del meccanismo di chiamata con l'eliminazione di quei complicati rapporti previsti dall'articolo 16, commi 3 e 4
410a SEDUTA PUBBLICA
RispondiEliminaRESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 22 LUGLIO 2010
*VALDITARA, relatore.
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Dirò subito che ritengo coraggiosa ed opportuna la previsione della esclusiva figura di ricercatore a tempo determinato: dati di provenienza CUN valutano in oltre un terzo il tasso di inattività scientifica degli attuali ricercatori a tempo indeterminato, tasso di inattività che cresce con il progredire dell'età anagrafica.
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Con riguardo ai ricercatori a contratto si stabilisce un meccanismo *affine* alla cosiddetta tenure track, con possibilità cioè di immediata assunzione in servizio per quei ricercatori titolari di contratto rinnovato che entro e non oltre la scadenza del contratto stesso abbiano conseguito la abilitazione scientifica nazionale.
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Con riferimento poi ai meccanismi volti ad incentivare la mobilità e a *favorire forme di reclutamento interno *nei primi anni dalla approvazione della riforma, questi ultimi risultano ancora troppo rigidi e farraginosi e richiederanno una modifica in Aula.
Potenzialmente discriminante era in origine anche la mancata previsione della chiamata diretta per i ricercatori a tempo indeterminato. Le procedure di chiamata locale andavano semplificate così come occorreva introdurre un controllo sulle chiamate dei professori a contratto. Ritengo anche, sempre nel passaggio in Aula, che ai ricercatori a contratto bisognerebbe assicurare prospettive più certe per il loro futuro.
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Sono infine auspicabili una maggiore flessibilità nella governance per le università virtuose e una maggiore flessibilità nell'articolazione funzionale dei compiti di ricerca e di didattica, al fine - per esempio - di rendere possibile la creazione all'interno degli atenei di centri di ricerca con personale ad essa prevalentemente dedicato.
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In questo dibattito, sempre alto e approfondito, in una materia peraltro molto tecnica, l'opposizione ha svolto un ruolo importante e gli emendamenti approvati che portano la firma di membri della opposizione stanno a testimoniare un dialogo fecondo e costruttivo.
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Per i ricercatori si ritorna alla disciplina attuale dei carichi didattici (fino ad un massimo di 350 ore), eliminandosi l'obbligo delle lezioni accademiche, che sono tuttavia sempre possibili con il consenso del ricercatore, che in questo caso acquista il titolo di professore aggregato.
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Si fissa dunque un punto fermo: si va in pensione a settant'anni. Sul punto ritengo si sia raggiunta una intesa ampia e trasversale, che è bene non modificare di fronte a diverse e contrapposte suggestioni. La norma tiene conto da una parte della esigenza di valorizzare l'esperienza e dall'altra di creare maggiori opportunità per i giovani. Sarebbe peraltro opportuno che analoga disposizione si prevedesse anche per altre categorie del pubblico impiego che hanno ancora limiti di età pensionabile particolarmente elevati.
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Qualche ulteriore ritocco al testo è ancora auspicabile. Per esempio, per meglio precisare la possibilità di deroghe alle norme a favore delle università virtuose e previo accordo di programma con il ministero. È essenziale una semplificazione del meccanismo di chiamata con l'eliminazione di quei complicati rapporti previsti dall'articolo 16, commi 3 e 4
Una domanda fuori tema ma che puo' interessare chi sta facendo concorsi da ricercatore : il titolo di Dottorato quanti punti puo' avere nei nuovi concorsi da Ricercatore ,esiste una regola peesempio su come ripartire i punteggi? Nei settori inerenti la Facolta' di Medicina il titolo dellaspecialita' e' equivalente al titolo per Dottorato come avviene nei prossimioncorsi da Ricercatore a Tempo Determinato?
RispondiEliminaattila,
RispondiEliminanon ci sono punteggi previsti nei concorsi da ricercatore, salvo al POLITO, negli altri le commissioni fanno un po' come gli pare
I punteggi vengono decisi in sede di riunione preliminare e cioe' alla prima Riunione in cui vengono decisi i parametri?
RispondiEliminaCONTINUA
RispondiElimina...
È altresì auspicabile una modifica dell'articolo 18 che dia maggiori garanzie della sussistenza di disponibilità finanziarie per la copertura di posti da associato, prima di rinnovare i contratti di ricerca a tempo determinato (come, d'altro canto, chiesto da più forze politiche in Commissione), così come è auspicabile prevedere la destinazione di risorse per coprire nei prossimi anni un numero adeguato di posti da professore associato. Di questo e di altro discuteremo ora in Aula
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Prima di concludere qualche ulteriore, breve riflessione. La riforma pone il sistema universitario italiano ai livelli delle migliori esperienze internazionali. Le norme qui contenute non sono frutto di improvvisazione, come troppo spesso capita al legislatore italiano in altri settori, ma recepiscono un dibattito che dura da anni. La riforma crea le premesse necessarie per la competitività del sistema universitario italiano, ma rischia di non produrre gli effetti sperati se non sarà seguita da investimenti adeguati.
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Se nella legge finanziaria di ottobre non saranno ridate risorse adeguate non si potranno fare assunzioni di personale e i ricercatori non avranno adeguate prospettive di carriera; questo è il vero problema per i ricercatori. Ciò costituirà un ulteriore elemento per scoraggiare i giovani dall'intraprendere una carriera lunga e difficile.
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Voglio anche aggiungere che nella finanziaria dovranno essere ripristinati gli scatti stipendiali. Non si capisce perché essi siano stati ridati ai magistrati, si è previsto che agli insegnanti di scuola si daranno i risparmi attesi, mentre professori e ricercatori sono rimasti esclusi.
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È tipico di un certo indirizzo culturale, ancora egemone in Italia, ritenere che bastino riforme strutturali per ottenere risultati positivi. Ci si dimentica, e lo dimenticano quei tanti esperti che si affannano a riempire di editoriali i principali quotidiani o di ricerche dotte le riviste dei centri studi, che l'università, come la scuola, è fatta innanzitutto di persone, la cui motivazione e valorizzazione è la chiave per il raggiungimento di quei risultati.
Se chi farà didattica o ricerca di qualità non potrà contare su riconoscimenti economici significativi, sulla disponibilità di adeguate strumentazioni, su ambienti di lavoro stimolanti, sulla possibilità di sviluppare relazioni internazionali, a nulla servirà mettere tre, cinque o nove esterni nel consiglio di amministrazione, distinguere la figura del rettore da quella del presidente del consiglio di amministrazione o prevedere codici deontologici.
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Abbiamo fatto insieme un buon lavoro di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi (lo dico in particolare all'opposizione), abbiamo lavorato insieme, Governo, maggioranza ed opposizione discutendo, per tante ore e tanti giorni appassionatamente e credo con dei risultati convincenti. Il disegno di legge che ci apprestiamo a discutere potrà essere ancora migliorato in qualche dettaglio, ma ritengo oggettivamente che sia nel suo complesso un testo di alto profilo: approviamolo rapidamente per difendere le conquiste ottenute nell'interesse dell'università italiana e più in generale nell'interesse del Paese.
Daniel8
Annullano il blocco degli scatti stipendiali dei ricercatori. Così a ottobre se ne staranno buoni. Grande strategia.
RispondiElimina@Speranzoso,
RispondiEliminaper h-index e numero di citazioni, totale o medio, vai sul sito Scopus o PublishorPersih (della Harzing). Per IF, devi andare su ISI Web of Science ed estrarre l'Impact factor delle riviste in cui hai pubblicato, da cui ti ricavi l'IF cumulativo e poi quello medio.
Visto questa e precedenti richieste, non sarebbe utile preparare un piccolo manuele per il futuro ricercatore', con dettagliate istruzioni, esempi e links alle risorse dispobibili (piu' o meno free) per farsi un profilo bibliometrico coi controfiocchi? Sarebbe una cosa molto utile, per l'APRI.
http://lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201007articoli/56949girata.asp
RispondiEliminaPiù probabilmente prevedono il recupero degli scatti perduti nel 2013
RispondiEliminaLo recuperano anche per altre categorie e la strategia è buona, se non protestano più i ricercatori passa tutto senza colpo ferire, scommettiamo?
RispondiElimina@MaurodellaVIA
RispondiEliminaQuindi se non ho capito male L'IF totale va calcolato cosi:
Se nel mio curriculum ho solo 2 pubblicazioni una pubblicata su una rivista con IF=1 l'altra con IF=2 allora il mio IF totale è 1+2=3.
Invece il mio IF medio per pubblicazione è 3/2=1.5.
Presumo inoltre che per ogni pubblicazione devo considerare L'IF della rivista relativo all'anno in cui il lavoro è stato pubblicato.
Qualcuno mi dica se ho scritto scemenze!
Quei pochi di voi che nei prossimi mesi avranno la fortuna di vincere un concorso RTI avranno l'onore di diventare una delle categorie piu' bastonate dalla manovra finanziaria attuale: oltre il 30% di taglio sullo stipendio a partire dal secondo anno (alla faccia del 10% scarso che rischiano i poveri parlamentari!).
RispondiEliminaCon una mossa difficile a giudicarsi, il cartello sindacale CNU piazza sulla propria home page delle News una vecchia intervista del (then) Presidente APRI a Corriere.it
RispondiEliminahttp://cnu.cineca.it/nazionale06/000001.html
A questo punto immagino che lo stralcio della parte del ddl riguardante il reclutamento sia da dimenticare vero? Visto l'esordio di Valditara sul fantastico ruolo del ric TD...cadono le ultime speranze...
RispondiEliminaNon penso che hai ricerctori basti il ripristino degli scatti, ora hanno il coltello dalla parte del manico, è la loro occasione di ottenere un bottino grassa (l'associatura), come potrebbero accontentarsi di qualcosa che fino a 2 mesi fa era già la norma per loro?
scusate "hai ricercatori" e "grassa al posto di grasso" sono errori di battitura...
RispondiElimina@ mar
RispondiEliminala partita è ancora tutta da giocare e l'esito non è affatto scontato.
valditara è uno degli attori, uno dei principali attori sulla scena, tuttavia le sue posizioni non ricalcano quelle del MIUR e nemmeno quelle della maggioranza parlamentare.
cmq se ci sarà lo stralcio oppure no si vedrà alla camera, molto dipende da quanta fretta hanno i rettori di veder partire le nuove regole sulla governance.
ciò che a me interessa di più ora riguarda il pensionamento 65 anni: pd e pdl voteranno il pensionamento europeo, quale indicazione di voto darà il governo? è possibile che le indicazioni di voto del governo e del relatore differiscano su una questione tanto importante?
da ciò si capirà il senso della sparata del ministro: era solo tattica, serviva solo a minacciare il baroname per vincere le ultime resistenze? oppure si tratta di una linea politica che sarà perseguita fino in fondo
http://profs.sci.univr.it/~spoto/manovra2010/manovra.html
RispondiEliminaGrazie Insorgere,
RispondiEliminati confermi il miglior ansiolitico della sera..
Io credo che il ministro abbia fatto come gli arcieri persiani: mirato in alto per colpire un obiettivo più basso (d'altra parte già nell'intervista del Corriere anche lei diceva:" meglio a 65 ma comunque non oltre 70".
La cosa che mi sconforta di più è che non è previsto uno "sconto di pena" per chi ha già alle spalle anni di precariato: la relazione dice che un ric TD può conseguire l'abilitazione a P.ass. solo nel secondo triennio di ricTD e che al termine dei 6 anni potrebbe essere chiamato P.ass. 6 anni sono niente per chi inizia ora ma possono essere troppi per chi ne ha già fatti 10 e non è più sotto i 35 anni ...
quel che dici sui più anziani è vero (mi pongo il problema perché sono tra quelli).
RispondiEliminaperò va detto che - tecnicamente - nulla impedisce di prendersi subito idoneità da ass. e poi vincere concorso locale, senza fare neanche un giorno da td.
Insorgere, com'è possibile non fare neanche un giorno da RTD e passare associato??
RispondiEliminaVisto che nessuno ha cagato Speranzoso, gli rispondo io. I calcoli che fai sono ok. Pero' devi prendere l'IF dello stesso anno, possibilmente il piu' recente (2009), per tutte le riviste, indipendetemente dall'anno in cui i lavori vi son pubblicati. Ci son variazioni nell'IF di vari giornali di anno in anno, anche se ormai si tratta si frazioni.
RispondiElimina@ popey
RispondiEliminanulla vieta di prendere subito idoneità e poi di vincere concorso.
non dico sia facile, dico solo sia possibile.
@MaurodellaVIA
RispondiEliminaGrazie per il tuo aiuto!
Nei prossimi mesi dovro' affrontare alcuni concorsi RTI (II 2008). Con le nuove regole le commissioni sono obbligate a tenere conto di parametri quali l'IF totale l'IF medio l'h-index ecc. Quindi volevo capire bene come va calcolato ognuno di questi indici.
@Insorgere e possibilimente Bombadillo
RispondiEliminaPerdonami ma io, dall'Art18 comma 6 del testo presente al link del senato:
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Ddlcomm&leg=16&id=483560
capisco che posso diventare associato solo se acquisisco l'abilitazione nel periodo del 2°contratto (rinnovo del ricTD) e solo alla fine del suddetto contratto ovvero al termine di 6 anni. Comunque io di leggi capisco poco e chiedo lumi ai giuristi tipo quello mio di fiducia che è Bombadillo!!! Te lo riporto di seguito:
6. Le università, secondo quanto previsto dall’articolo 15, comma 1, e in conformità agli standard qualitativi individuati con apposito regolamento di ateneo nell’ambito dei criteri fissati con decreto del Ministro, possono procedere alla chiamata diretta dei destinatari del secondo contratto triennale di cui al comma 4 del presente articolo, i quali entro e non oltre la scadenza di tale contratto, conseguono l’abilitazione alle funzioni di professore associato, di cui all’articolo 14. Possono altresì procedere alla chiamata diretta dei ricercatori a tempo indeterminato che abbiano nel frattempo conseguito l’abilitazione alle funzioni di professore associato, di cui all’articolo 14, secondo le modalità previste dall’articolo 15, commi 4 e 7. I soggetti chiamati ai sensi del primo periodo, alla scadenza del secondo contratto, sono inquadrati nel ruolo dei professori associati. L’espletamento del secondo contratto per i nuovi ricercatori costituisce titolo preferenziale nell’ammissione ai concorsi nelle pubbliche amministrazioni.
@Mar
RispondiEliminaLe università possono anche fare concorsi da associato, senza passare dalla fase RTD (art.15 comma 2)
Cara mar,
RispondiEliminati ringrazio della fiducia, e ti rispondo in questa sede, anche se forse sarebbe più comodo se ti iscrivessi all'APRI.
L'abilitazione scientifica può essere presa da chiunque, in qualsiasi momento: quella di seconda fascia, quindi, la puoi prendere anche se non sei ricercatore TD o TI.
La differenza è che sei ricertatore (TD o TI), ed hai l'abilitazione, puoi essere oggetto di chiamata diretta, mentre, se sei un "pinco pallino" qualsiasi, devi andarti a fare il concorso.
Quindi, hanno posto dei paletti, del tipo, meno di un quinto delle posizioni da professore associato le devi fare mediante chiamata diretta, più di un quarto le devi fare mediante concorso, e cose del genere (le percentuali le ho sparate scherzosamente, solo per darti un'idea).
L'assurdità, però, è che se sei ricercatore (TD), e ti prendi l'abilitazione, devi prima essere destinatario del secondo contratto, e poi aspettare comunque il suo termine, prima di poter essere chiamato mediante, appunto, chiamata diretta. Mentre, se sei ricercatore (TI), e prendi l'abilitazione, puoi essere chiamato subito.
La morale? Il diavolo fa le pentole e noni coperchi!
Hanno voluto elimiare un profilo di incostituzionalità, per discriminazione dei ricercatori TI, ed hanno introdotto un profilo di incostituzionalità, per discriminazione dei ricercatori TD.
La quadratura del cerchio, invece, era fare quello che avevamo proposto noi: ovverosia introdurre il ruolo, non dei ricercatori TD, ma dei professori associati TD.
Tom
Grazie a tutti quelli che mi hanno risposto e soprattutto all'ottimo Tom!
RispondiEliminaPurtroppo temo che all'atto pratico cambi poco per chi come noi è in questa fase di transizione (che difficilmente dal nulla vincerà un posto da associato)...
@tutti
RispondiEliminaSULLA QUESTIONE POSSIBILITA' DI LICENZIAMENTO DEI RICERCATORI INATTIVI
Ho visto che la mia proposta di "licenziamento" dei ricercatori inattivi è piaciuta. Dobbiamo essere pragmatici: il licenziamento dei ricercatori non confermati che non lavorano è cosa semplice e potrebbe essere la spinta propulsiva per l'università.
Solo alla Sapienza ci sono 342 ricercatori non confermati, in tutta Italia dovrebbero essere circa 4000.
Se consideriamo che:
1) il 99,9% di questi ha vinto a scapito di altri più meritevoli;
2 almeno il 50% di questi è costituito da emerite capre
arriviamo alla conclusione che il licenziamento di incapaci e fannulloni solo tra questi aprirebbe la strada ad almeno 2000 precari della ricerca. Non è molto ma potrebbe essere un buon inizio.
E questo si può fare ORA. I ricercatori non confermati sono IN PROVA, quindi è banale licenziarli.
Più difficile è ripulire l'università dai confermati, questi sono circa 18000 (almeno 12000 meriterebbero di essere licenziati), ma fattibile. Valutazioni serie, richiami e procedure di licenziamento.
In totale 2000 posti SUBITO e 12000 posti in qualche anno!
Stiamo ancora aspettando? Perchè APRI non si fa promotore di questa proposta, io sono disposto a lavorarci.
Dice che l'approvano mercoledi'.
RispondiEliminaBeh perche' non esternderla agli associati agli ordinari etc.. per quello che ne so il ricercatore di solito e' la figura che lavora un po' di piu' chi si siede sta piu in alto
RispondiElimina@spillo
RispondiEliminasono d'accordo con te ma, come ti dicevo, bisogna essere pragmatici. Chi governa le Università oggi sono i PO, non spaventiamoli subito ma facciamo passare un concetto: la licenziabilità dei fannulloni. Una volta che sarà passato sarà banale estenderlo a PO e PA!
GIUSTO! BRAVO INXULATOR!
RispondiEliminase vabbé, agosto mio intelligenza non ti conosco...
RispondiEliminail 99,9% di questi ha vinto a scapito di altri più meritevoli
ma sei scemo o che? negli ultimi tre anni...
ma la conosci l'università o parli tanto per parlare?
peraltro nel mio ssd (abbastanza piccolo) negli ultimi 3 anni sono 3 le conferme non date...
RispondiElimina@tutti
RispondiEliminaè cosi?
l'IF personale va calcolato prendendo l'IF della rivista e diviso per il numero degli autori.
questo lo fai per tutte le pubblicazioni e poi sommi il risultato.
@Eurodisney - NO. Vale l'IF della rivista indipendentemente dal numero degli autori. Chiaro che qualsiasi commissione giudichera' di piu' peso se sei il primo o l'ultimo (senior) od il corresponding author.
RispondiEliminaSegnalo questo fescennino su F. Giavazzi e T. Boeri dal sito di "Europa"
RispondiEliminahttp://www.europaquotidiano.it/dettaglio/120099/sei_piu_giavazzi_o_piu_boeri_bocconi_divisa_dalla_gelmini
C'e' un errore, comunque, perche' "La Voce.info" non e' organo di alcunche', ma un sito indipendente che si autofinanzia con i contributi dei lettori.
Boeri, per conto suo, dirige la Fondazione Rodolfo De Benedetti.
Poi, ovviamente, non possiamo evitare di leggere l'articolo di M. Salvati con le sue opinioni sui 65 anni
RispondiEliminahttp://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=SZAGF&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
@inxulator
RispondiEliminaa parte tutti gli altri sono fannulloni e dovrebbero essere sbattuti fuori dall'università!
@MaurodellaVIA
RispondiEliminasarà... pero mi sembra strano ed ingiusto.
comunque grazie dell'opinione
Segnalo, dal "Sole" online, questo contributo di Tucci, in cui si riassumono alcune caratteristiche del DDL dopo la giornata di ieri:
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2010-07-23/riforma-universita-fine-anno-080119.shtml?uuid=AYNNBPAC
Segnalo uno spazio aperto da "Repubblica" con lettere di ricercatori (in risposta all'articolo di un paio di giorni fa di Benedetta Tobagi)
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/scuola/2010/07/23/news/ricercatori_lettere-5772701/?ref=HREC1-1
Pessimo articolo e pessime risposte.
RispondiEliminaE' per colpa dei ricercatori fannulloni che l'università e nello stato nel quale è (vedi l'affermazione dello stesso rettore della Sapienza: 30% di ricercatori inattivi a Giurisprudenza!). E si lamentano anche, hanno il posto a vita!
Ottima l'idea di INXULATOR! Perchè l'APRI non la raccoglie e non la fa sua?
ma uno che crede ai dati del rettore della sapienza si merita davvero un posto fisso?
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/scuola/2010/07/23/news/gelmini_contro_proteste_dei_docenti_indecoroso_se_danneggiano_studenti-5777690/
RispondiEliminamary star ribadisce intenzione di prepensionare a 65 anni. vedremo alla prova dei fatti cosa succederà in senato, si farà smentire dalla sua maggioranza?
Neanche Cesare e' totalmente padrone della "sua" maggioranza, figuriamoci la Gelmini.
RispondiEliminaRimane il punto che il Relatore e' contrario, quindi quando si voteranno gli emendamenti in tal senso o la Gelmini dara' parere favorevole del Governo, e ci sara' il parere contrario del Relatore o il Governo si "rimettera' al parere dell'Aula" (cosa che ritengo piu' probabile, per evitare che si palesino problemi più seri).
Resta da capire anche la formulazione degli emendamenti: che meccanismo prevederebbero? La rottamazione e' possibile? Temo che ogni cambio di normativa su questa materia debba essere fatto valere sempre per i nuovi assunti - ieri Dino Cofrancesco si lamentava usando questo argomento
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=SYKQX&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
Però, hai visto il secolo XIX in controtendenza...
RispondiElimina@ a tutti
RispondiEliminaquali sono i criteri minimi che prevede il DDL per diventare associato con un 3+3?
Si vedranno in seguito, con calma (delega)
RispondiEliminaSe hanno alzato l'età pensionabile a piacimento, la possono anche abbassare...
RispondiEliminaNon e' mai stata alzata "a piacimento", e comunque quando si varia una condizione di quel tipo la legge scrive sempre che "si puo' optare per il nuovo regime". Per esempio, questo vale per il regime ex legge Moratti 2005.
RispondiEliminaRicordo che la rottamazione dei ricercatori, per esmpio, e' ancora sub judice e la sentenza si sapra' a fine anno, pare.
@ euroscience
RispondiEliminagrazie per info ma si sa qualcosa sulla prova di lingua inglese obbligatoria? Abbiamo superato esami di lingua inglese per laurearci...!?!
Scusa euro, hai ragione: non "a piacimento", ma "a seconda delle esigenze elettorali". Per quanto riguarda la possibilità di scelta, beh, secondo te ai dipendenti della PA a cui è stata alzata l'età pensionabile, hanno permesso di "optare per il nuovo regime"?
RispondiEliminaI dipendenti di cui parli sono in regime di diritto privato, non in regime di diritto pubblico come gli accademici, i quali reclamano sempre la conservazione delle condizioni giuridiche del momento in cui furono assunti, visto che NON sono contrattualizzati.
RispondiEliminaArriva il nuovo 1+1+3+3, ma anche il 2+3+3, o lo 2.5+2.5+3.
RispondiEliminaNo non arrivera' niente di tutto questo.
RispondiEliminaBello! Che è, il nuovo modello PrecarioWagen del PdL?
RispondiEliminaDopo le vacanze affrontero' un Concorso da Ricercatore con nuove regole(Titoli ed Esami) .Volevo sapere come dovrebbe valutare i titoli la Commissione:non ho ancora terminato il dottorato ma perche 'ho vcoluto farlo ,sbagliando solo 2 anni fa, nel contempo ho un numero importante di Pubblicazioni al mio attivo.Il mio piu' importante concorrente al Concorso ha il Titolo di Dottorato ma 1/3 delle mie pubblicazioni .Come si dovrebbe valutare il tutto?
RispondiEliminaCaro Attila,
RispondiEliminadipende dal legame del tuo più importante concorrente con i componenti della Commissione concorsuale, quello su cui devi interrogarti sono, prima dei criteri di valutazione dei titoli, i criteri che hanno portato alla nomina di un determinato membro interno
@ attila,
RispondiEliminail tuo concorrente è il candidato interno? se si il tuo concorso potrà essere interessante nei risultati: bastano il tripplo delle pubblicazioni per superare l'interno? (ovviamente se le pubblicazioni sono su riviste di pari peso).
A mio parere il titolo di dottorato non dovrebe equiparare i 2/3 delle pubblicazioni di differenza (se questo valore corrisponde ad alcune decine di articoli), ma per la commissione potrebbe essere il titolo più importante al mondo.
tuttavia va detto che il titolo di dottore di ricerca è "titolo preferenziale" (legge Moratti)
RispondiEliminadomanda:
RispondiEliminaqualcuno sa quali sono i termini (se ci sono) entro i quali un commissario di concorso può dimettersi?
La cosa strana e' che sia io che il mio probabile concorrente siamo della stessa Universita' che bandisce il Concorso. La differenza di Pubblicazioni e' tra 60 e 170; per pubblicazioni intendo anche abstract a Congressi. Le mie pubblicazioni sono su riviste di piu' importante impatto scientifico.
RispondiEliminaAche perche',secondo logica, e' importante la produzione scientifica no solo il Titolo ,se uno da Dottorando ha prodotto non tantissimo ,cosa' potra' produrre da Ricercatore?
RispondiEliminaSono al corrente che la logica nei concorsi universitari non esiste.
Dovrebbero pero' esserci delle regole matematiche inattacabili.per valutare i titoli e le publicazioni nei Concorsi.
Il Membro Interno no ha particolari legami con il mio concorrente essendo di un'altra Unversita' e chiamato dalla nostra a fare il membro int.
RispondiEliminaInsorgere
RispondiEliminaper motivi di salute un commissario dsi può dimettere quando vuole: poco prima delle prove, durabte le prove, al term ine delle prove. La giurisprudenza è abbondante al riguardo
@Attila
RispondiEliminachi ha il dottorato ha vinto, a prescindere, visto che è un titolo di studio utile unicamente all'interno del sistema universitario mentre è carta straccia nel "mondo reale" (in Italia).
Questa è una delle ragioni dell'inutilità dell'università nel nostro sistema economico/culturale.
Sul pensionamento, questa è la posizione che sarà sostenuta dal primo partito di opposizione:
RispondiElimina(dalla nota emendamenti Meloni preparata per lunedì)
... Forte ricambio generazionale nelle università, anche adeguando l’età di pensionamento agli standard europei: i docenti andranno in pensione a 65 anni (potranno permanere in ruolo fino ai 40 anni di anzianità contributiva), ma potranno comunque essere chiamati a svolgere attività didattica e di ricerca (compresa direzione progetti e gruppi di ricerca) dagli Atenei;
In pensione, ma anche no. (serenamente, pacatamente).
Soprattutto, questo è il modo di far ancora più cassa e non avere ricambio generazionale, che non sta nel pensionamento (per me) ma nel cominciare a dare responsabilità ai giovani (migliori), che crescano e portino il loro contributo nuovo.
Invece no, sempre sotto il comando del vecchione di turno, con lo schiavo che gli apre il browser perché non sa se si fanno uno o due click.
Scrivete a Meloni che ritenti.
la seconda parte è negativa anche secondo me ma il fatto dei 40 anni ci vuole sennò a noi ammesso che ci facciano entrare ci pensionerebbero con si e no 20 anni di contributi (come generazione entreremo a 40!!!)
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaNon vedo la negativita' nella seconda parte.
RispondiEliminaChi e' in pensione e' fuori dai ruoli dell'universita'. Quindi non puo' essere commissario in concorsi (quindi cessa il potere ricattatorio a riguardo).
L'universita' per continuare ad avvalersi dei neopensionati deve fare un contratto, che quindi deve passare il giudizio del dipartimento e/o facolta' e che comunque economicamente pesera' meno del vecchio stipendio.
Ovvero, difficilemnte, una universita' si accollera' un neopensionato "inutile" (a meno che non sia amante/moglie del rettore... ma le eccezioni ci sono e ci saranno sempre; eppoi, come si dice, confermano la regola!).
Il fatto che possano dirigere gruppi di ricerca puo' essere buono se queste persone sono in grado di attrarre fondi.
In conclusione non capisco come questo impedisca il ricambio generazionale, *SE* i fondi liberati vengono usati per il reclutamento, come prevede la proposta PD.
Saro' un ingenuo ottimista, ma non delegittimiamo qualunque cosa perche' c'e' un pelo un po' piu' storto di un altro...
Insomma la proposta, nel complesso tiene. E bisogna considerarla anche nel quadro di forte "opposizione all'opposizione" (ovvero coloro che nel PD rifuggono qualunque ipotesi di pensionamento a 65 anni).
@ FNESTi
RispondiEliminadi più non si poteva ottenere. già questo sarebbe un grande successo, per i motivi che ha illustrato antonio.
i contratti post-pensione peserebbero un po' ma: 1. non incidono su quota 90 2. non consumano punti budget. 3. i contrattisti sono fuori da qualsiasi ruolo dceisionale (consigli, commissioni ecc.).
sono certo che la maggioranza non li vorrà nemmeno i contratti.
@Mar: questo è chiaro ormai. Non vorrai lavorare fino a 80?
RispondiElimina@Antonio: Il fatto che possano dirigere gruppi di ricerca puo' essere buono se queste persone sono in grado di attrarre fondi.
Mah, io direi che i fondi si dovrebbero attrarre per la tradizione del gruppo (i lavori pubblicati) più che per conoscenza tra vecchioni ex amici di corso. Dico proprio questo, un gruppo forte attrae fondi per i risultati. Se li attrae per mafia sono fondi sprecati..
E anche i giovani sono in grado di avere buoni risultati. Diamogli fiducia. Basta con i vecchioni inamovibili. Dinamismo. Ovviamente sono io l'ingenuo.
@FNesti
RispondiEliminaConcordo con te. Sicuramente questo mancato ricambio ha avuto tra le sue conseguenze piu' drastiche (che si rifletteranno nel futuro) l'impossibilita' per noi di accollarci responsabilita', di dirigere ricerche e gruppi di ricerca se non in maniera subalterna.
cerchiamo di non vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto.
RispondiEliminail pensionamento europeo sarebbe la manna per i precari e - per quel che conta - un successo per l'APRI
Segnalo quest'articolo-rassegna: 'Universita' deformata' di Marco Bascetta sul Manifesto di oggi [http://www.ilmanifesto.it/il-manifesto/in-edicola/numero/20100724/pagina/01/pezzo/283169/], gia' disponibile in questo sito [http://pigiotto.blog.tiscali.it/2010/07/24/zecchino-berlinguer-gelmini-unico-filone/].
RispondiEliminaIl succinto contesto storico di come si e' involuta la situazione dell'universita' italiana e' encomiabile, meritandosi, secondo me, un bel 9 per il '''Tema 2''', piu' almeno un 7 per il '''Tema 1''', conseguendo quindi un preliminare Gior index di 8. Voi che ne dite?
scusate ma io questa cosa dei vegliardi pensionati in cattedra la eviterei, sarà che non impiegano più punti-budget, ma le uni in questo modo evitano di assumere i giovani per esigenze didattiche, che vengono impropriamente coperte dagli anziani (qual è poi il livello di didattica dell'ultrasettantenne scusate?)
RispondiElimina[UnRicercatore]
RispondiElimina@carbonaro
le (presunte) esigenze DIDATTICHE motivano l'assunzione di ASSOCIATI, in linea di principio.
Dunque secondo la linea di questo sito si dovrebbe tifare per gli ottuagenari in cattedra....