Il 9 luglio alle 15 una delegazione in rappresentanza di APRI si è
recata al MIUR per un confronto sulla situazione del sistema
dell’Università e, in particolare, sulle prospettive dei precari.
La
delegazione è stata accolta dal Ministro Maria Chiara Carrozza, insieme
al Direttore Generale Daniele Livon, al capo di Gabinetto Luigi Fiorentino, al
responsabile dell’Ufficio Legislativo Mario Alberto Di Nezza.
L’incontro è durato un’ora e venti
minuti, da parte del Ministro e dei funzionari del MIUR l’atteggiamento
era di attenzione e grande cordialità.
I temi principali di cui
si è discusso sono quelli già presentati su questo blog (http://ricercatoriprecari.blogspot.com/2013/07/proposte-apri-al-ministro-carrozza.html). Si è
cominciato con l’esporre al Ministro alcune criticità da noi più volte
segnalate riguardanti i bandi da Ricercatore a Tempo Determinato (di
tipo A e di tipo B) in cui spesso gli atenei inseriscono
dettagliatissimi profili che rendono quelle delle procedure ad personam
tutt’altro che aperte e trasparenti.
Il Ministro ha osservato che
vi sono dei problemi con il testo di legge, poiché manca una
distinzione tra i posti banditi su fondi esterni – e quindi
necessariamente vincolati a precisi progetti – e quelli invece banditi
su FFO. Inoltre ha osservato che, a suo parere, mentre condivideva la
nostra richiesta di totale trasparenza era meno convinta circa la
richiesta di totale apertura. In particolare ha osservato che ritiene
tutto sommato sensato che gli atenei possano reclutare in funzione di
precisi piani di sviluppo su progetti e tematiche più circoscritte degli
ssd. Per parte nostra abbiamo ribadito che il rispetto della normativa è
in ogni caso essenziale per evitare l’arbitrio assoluto e che, finché
non fosse stata cambiata, la legge attuale non consente di inserire
profili oltre all’indicazione di uno o più ssd.
Abbiamo chiuso la discussione su questo punto con l’impegno del Ministro a riflettere sulla questione.
Si
è poi discusso della quota del 20% riservata dalla Legge 240/10 agli
esterni. Da parte nostra è venuta una sollecitazione a far rispettare
agli atenei tale quota, computandola sulle teste e non sui costi, come chiaramente indica la norma di legge. Su questo punto è intervenuto il
D.G. Livon osservando che la norma si presterebbe a diverse
interpretazioni.
Noi abbiamo ribadito che la norma ci sembra chiara e
che in ogni caso la legge già prevede un ampio margine per gli
scorrimenti interni tramite chiamata diretta (addirittura il 50%) e che
dunque sarebbe auspicabile garantire almeno il rispetto del 20% per
esterni. Anche su questo punto il Ministro si è impegnata ad
approfondire la questione in futuro.
Si è poi passati a quello
che, dal nostro punto di vista, era il tema più importante all’ordine
del giorno: il piano nazionale straordinario per il reclutamento di RTD
di tipo B. Abbiamo appreso dal Ministro che il piano attende ancora di
essere sviluppato nel dettaglio. In seguito abbiamo discusso delle nostre
proposte applicative, trovando grande attenzione e una sostanziale
convergenza da parte del Ministro su quasi tutti i punti. Unico elemento
su cui il Ministro ha dissentito era la nostra richiesta che i bandi
non richiedessero progetti, bensì che fossero valutati solo titoli e
pubblicazioni.
Abbiamo chiesto chiarimenti sulla tempistica
prevista per l’attuazione di tale piano, apprendendo con un certo
sgomento che ancora va trovata la copertura finanziaria e che pertanto
era allo stato impossibile indicare una tabella di marcia.
Da
ultimo si è discusso del problema della falsificazione dell’età
accademica operata da alcuni candidati all’abilitazione. APRI aveva in
precedenza segnalato alcune irregolarità al MIUR e all’Anvur chiedendo
che – per evitare di premiare i furbi – si attuasse un semplice
meccanismo di verifica della corrispondenza dell’età accademica con il
numero di anni da cui un soggetto è entrato in ruolo; è chiaro che qualcosa non quadra se un
ricercatore in ruolo da 15 anni presenta un’età accademica di 5 anni
soltanto. Questa verifica sarebbe di
semplice applicazione da parte del Cineca, e consentirebbe di svelare le
eventuali falsificazioni dei cv messe in atto da qualche ‘furbo’. Su
questo c’è stato l’impegno ad ulteriori approfondimenti.
Complessivamente,
pur apprezzando la cortesia e l’attenzione del Ministro e dei suoi
collaborati non possiamo dirci pienamente soddisfatti dalle risposte
ricevute.
Sui primi punti, concernenti apertura e trasparenza dei
concorsi e rispetto delle norme, non potremo che insistere, anche
incoraggiando e sostenendo con ogni mezzo (raccolta fondi) chi volesse
impugnare bandi illegittimi o procedure di reclutamento che non
tenessero conto della quota per esterni.
Sui bandi RTDb non
possiamo che auspicare che il progetto parta al più presto. Per parte
nostra ci permettiamo di suggerire che una possibile copertura potrebbe
passare attraverso la quota premiale dell’FFO: quei posti potrebbero
essere a tutti gli effetti un premio per gli atenei meglio classificati
con la VQR.
giovedì 18 luglio 2013
lunedì 8 luglio 2013
PROPOSTE APRI AL MINISTRO CARROZZA
Domani, 9 luglio, una delegazione in rappresentanza di APRI incontrerà il Ministro Carrozza. In vista dell'incontro abbiamo elaborato il seguente documento che, in forma sintetica, presenta alcune delle richieste e delle proposte principali della nostra associazione.
Rispetto della legge e trasparenza nei concorsi:
1. Segnaliamo il susseguirsi di numerosi bandi concorsuali per posizioni ex art 24, comma 3, lettere a) e b) richiedenti specifici e dettagliati profili scientifici, ove la legge consente la specificazione di un eventuale profilo “esclusivamente tramite indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari". Si tratta di pratiche poco trasparenti ed evidentemente illegittime, che soffocano la competizione e portano ad una chiusura asfittica del sistema della ricerca.
2. Invitiamo inoltre il Ministero a vigilare sull’applicazione, prevista dalla legge, della quota minima obbligatoria di assunzione del 20% di “esterni” all’Ateneo, da calcolarsi nel rispetto della legge, dunque non sui costi bensì sul numero di assunzioni.
Questi due problemi possono essere risolti con una semplice circolare esplicativa del MIUR.
Proposte piano straordinario nazionale TDB:
1. Garanzia del budget, da accantonare obbligatoriamente e dal momento in cui il TDB prende servizio, per l’eventuale passaggio nel ruolo dei Professori Associati [garanzia assente nei bandi Montalcini ma prevista dalla Legge 240/10].
2. Cofinanziamento MIUR del budget per il passaggio a PA di cui al punto 1, per un ammontare corrispondente al 50%, a gravare sulla quota premiale FFO.
3. Abolizione vincoli di età anagrafica o di anni dal dottorato, attualmente presenti sui bandi Montalcini, e dalla dubbia legittimità come dimostra una recente sentenza del TAR di Cagliari.
4. I vincitori siano esterni alla sede che li accoglie ed in cui prendono servizio. “Esterno” può essere definito un candidato che nei tre anni precedenti la data di scadenza del bando non abbia prestato servizio come Ricercatore, Assegnista o Post Doc nella sede prescelta.
5. Commissioni sorteggiate da una lista di esperti, aventi i requisiti stabiliti dall'ANVUR (superamento delle mediane). Deve essere assicurata adeguata rappresentanza nelle commissioni ad esperti operanti all'estero (non solo uno su cinque come nell'ASN).
6. Valutazione basata esclusivamente sul CV (titoli e pubblicazioni), eliminando la richiesta di un progetto di ricerca. La valutazione deve avvenire sulla base di griglie con punteggi predefiniti come quelle adottate autonomamente dall’Università di Genova e dal Politecnico di Torino per le ultime tornate di concorsi da ricercatore a tempo indeterminato.
7. Distribuzione dei posti. Il MIUR assegna i posti ai migliori Dipartimenti italiani sulla base del VQR. In base all’ordine in graduatoria i vincitori potranno scegliere la sede.
8. Piena portabilità dei fondi. Qualora un Dipartimento non voglia accettare un TDB nazionale, al vincitore spetta il diritto di portare il budget presso altra sede. Vanno previsti premi/punizioni in termini di quota premiale FFO per i Dipartimenti che accettano/rifiutano queste posizioni.
9. I TDB nazionali NON devono contare ai fini del rapporto tdb-po di ciascun ateneo. Questo per garantire che siano effettivamente posti in più.
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