Non si può negare che la situazione dell’università italiana sia in
perenne stallo.
È passato più di un anno da quando la legge Gelmini è stata pubblicata in gazzetta ufficiale e tante, troppe cose sono ancora da fare.
Tutto è lento, in ritardo e non si vedono scadenze certe.
Volenti o nolenti la “riforma” Gelmini è legge e con essa bisogna confrontarsi, ma è tutto cosi fumoso, ancora da definire. E neppure a diversi mesi dal cambio di ministro i ritmi sono cambiati. Sempre gli stessi ritmi lenti, compassati, immobili.
Però alcune cose si potrebbero fare facilmente. In fondo è tutto in mano al ministero, al ministro e talvolta non ci vorrebbe molto per porre rimedio in modo semplice ad alcuni problemi.
Non pretendiamo miracoli, in fondo siamo in Italia, ma al ministero basterebbe una circolare per chiarire tutte le questioni inerenti ai concorsi e alla figura del ricercatore a tempo determinato ovvero alla specifica di determinati profili e le correlazioni di questi ricercatori a progetti. Basterebbe poco per richiamare al rispetto della legalità nei bandi. In fondo una circolare è semplice da fare e sarebbe anche il modo migliore, più veloce per rispondere coi fatti all'interrogazione parlamentare sull’argomento.
Sarà poi che il reclutamento è immobile, stagnante, ma non ci vorrebbe molto per far partire un piano di reclutamento nazionale, in modo che migliaia di punti organico non siano sprecati ogni anno. Effettivamente basterebbe veramente poco dato che, come APRI, abbiamo presentato una proposta molto ben dettagliata sulla questione.
Basterebbe poco, davvero poco, su alcune questioni, ma voi avete mica fretta?
È passato più di un anno da quando la legge Gelmini è stata pubblicata in gazzetta ufficiale e tante, troppe cose sono ancora da fare.
Tutto è lento, in ritardo e non si vedono scadenze certe.
Volenti o nolenti la “riforma” Gelmini è legge e con essa bisogna confrontarsi, ma è tutto cosi fumoso, ancora da definire. E neppure a diversi mesi dal cambio di ministro i ritmi sono cambiati. Sempre gli stessi ritmi lenti, compassati, immobili.
Però alcune cose si potrebbero fare facilmente. In fondo è tutto in mano al ministero, al ministro e talvolta non ci vorrebbe molto per porre rimedio in modo semplice ad alcuni problemi.
Non pretendiamo miracoli, in fondo siamo in Italia, ma al ministero basterebbe una circolare per chiarire tutte le questioni inerenti ai concorsi e alla figura del ricercatore a tempo determinato ovvero alla specifica di determinati profili e le correlazioni di questi ricercatori a progetti. Basterebbe poco per richiamare al rispetto della legalità nei bandi. In fondo una circolare è semplice da fare e sarebbe anche il modo migliore, più veloce per rispondere coi fatti all'interrogazione parlamentare sull’argomento.
Sarà poi che il reclutamento è immobile, stagnante, ma non ci vorrebbe molto per far partire un piano di reclutamento nazionale, in modo che migliaia di punti organico non siano sprecati ogni anno. Effettivamente basterebbe veramente poco dato che, come APRI, abbiamo presentato una proposta molto ben dettagliata sulla questione.
Basterebbe poco, davvero poco, su alcune questioni, ma voi avete mica fretta?