La
ricerca italiana oggi
risente della cronica mancanza di finanziamenti e personale, non potendo affrontare progetti di ampio respiro e competere allo stesso livello di altri paesi nel reperire fondi europei. Sul fronte della
didattica, le università
hanno ridotto drasticamente l’offerta formativa, vedendosi costrette a sopprimere numerosi corsi di laurea sulla base di parametri esclusivamente contabili imposti a livello ministeriale, che non tengono conto della qualità dei programmi di studio.
In questo contesto, il precariato nella ricerca e nella didattica ha continuato a crescere inesorabilmente, alimentato anche dal persistente sistema di cooptazione localistica, mentre i giovani laureati italiani sono costretti sempre più a emigrare in altri paesi per vedere riconosciute le proprie competenze nel sistema della ricerca e nel più ampio mercato del lavoro, senza possibilità concrete di riportare in Italia le competenza acquisite altrove.
L’Associazione Precari della Ricerca Italiani (APRI) è nata nel 2008 per suggerire soluzioni ai problemi del sistema universitario italiano, a partire dal problema del precariato, e allinearlo ai migliori sistemi universitari internazionali. Oggi, a ormai cinque anni dalla fondazione della nostra Associazione, constatiamo come le prospettive dei ricercatori più giovani o che da anni lavorano nell’università con contratti a termine siano perfino peggiorate rispetto al passato.
La “riforma Gelmini” (legge 240/2010) è riuscita infatti nell’impresa di rendere la carriera universitaria in Italia ancora meno attraente rispetto agli altri paesi europei, meno competitiva e più subordinata a logiche localistiche di cooptazione. L’annunciata introduzione della “tenure track” nella carriera universitaria nei fatti non si è mai realizzata, mentre i nuovi contratti di ricercatore a tempo determinato sono assegnati con procedure concorsuali opache, che in mancanza di efficaci meccanismi di valutazione e controllo lasciano pressoché completa arbitrarietà alle commissioni.
Le forze politiche che oggi si presentano alle elezioni politiche devono assumersi precisi impegni, se vogliono offrire risposte alle aspettative delle nuove generazioni di ricercatori italiani oggi costrette alla precarietà e prive di prospettive adeguate alla propria formazione e produzione scientifica. Soltanto restituendo speranza e entusiasmo ai suoi ricercatori più giovani e non strutturati sarà possibile per la ricerca italiana e le sue università recuperare competitività e prestigio a livello internazionale.
Invitiamo le forze politiche che aspirano a entrare nel Parlamento italiano e a governare il Paese ad accogliere nei propri programmi i seguenti obiettivi generali:
APRI ritiene che tali obiettivi generali possano essere conseguiti adottando i seguenti dieci punti di politica universitaria:
a) Concorsi e reclutamento di ricercatori non strutturati
Incremento dei finanziamenti pubblici all'università e sua distribuzione competitiva.
PROPOSTE: almeno 1/3 del FFO assegnato su base meritocratica ai dipartimenti in base alla valutazione VQR in corso.
Ricambio generazionale e internazionalizzazione nel corpo docente dell'università in una fase di pensionamento di massa.
PROPOSTE: proporzione 1:1 nel reclutamento: 1 avanzamento di carriera Þ 1 non strutturato; incentivi agli atenei per l'assunzione di ricercatori e docenti provenienti da università straniere e rifinanziamento di programmi ministeriali per il ‘rientro di cervelli’; esenzione delle posizioni a tempo determinato e di nuovi strutturati dai vincoli al turn over nel reclutamento del personale.
Trasparenza nei concorsi e imparzialità delle commissioni di concorso.
PROPOSTE: regolamenti ministeriali per la composizione delle commissioni, con l'introduzione del sorteggio e la responsabilizzazione dei commissari; incentivi per l’utilizzo di commissari stranieri nel reclutamento locale, anche in forma anonima nel ruolo di referees.
Adozione del sistema tenure-track nelle università italiane.
PROPOSTE: finanziamento di programmi speciali ministeriali con procedure innovative e di bandi competitivi di selezione da parte delle università per il reclutamento di ricercatori assunti con tenure-track; tali programmi sono sottoposti a valutazione e verifica ex post da parte dell'ANVUR.
Mobilità dei ricercatori italiani.
PROPOSTE: incentivi per la circolazione dei ricercatori; disincentivi all’assunzione di ricercatori che hanno svolto gli studi nella stessa sede che bandisce il posto; altre misure volte a rompere il sistema di protezione maestro-allievo nel reclutamento.
b) Condizione contrattuale dei ricercatori precari
Allineamento della condizione contrattuale dei ricercatori precari a standard europei.
PROPOSTE: anteporre l’uso di contratti a tempo determinato a quello di borse di studio e collaborazioni a progetto.
Riduzione del precariato e sostegno alla carriera dei ricercatori non stutturati italiani.
PROPOSTE: limitare l’uso di contratti a termine e istituire figure di “mentor” indipendenti che assistano i ricercatori nelle scelte inerenti il proprio percorso di carriera.
c) Fondi per la ricerca e i ricercatori
Competitività internazionale dei ricercatori non strutturati nel reperimento di fondi europei.
PROPOSTE: istituzione di uffici negli atenei destinati all’assistenza tecnica ai ricercatori per il reperimento di fondi.
Competitività internazionale delle università italiane con finanziamenti ai ricercatori più meritevoli per la conduzione di progetti di ricerca innovativi.
PROPOSTE: incrementare il finanziamento di programmi nazionali per giovani ricercatori, come l’attuale “Futuro in Ricerca” (FIRB), basati sul peer-review; incentivi alle università per l’identificazione di aree interdisciplinari di eccellenza considerate research priorities cui destinare risorse aggiuntive. Speciali incentivi alle università per assumere nella posizione di professore associato i ricercatori non strutturati vincitori di importanti finanziamenti internazionali (ad es. “ERC Ideas”).
Razionalizzazione del sistema di finanziamenti alla ricerca.
PROPOSTE: istituire un’Agenzia Nazionale della Ricerca particolarmente dedicata al finanziamento e alla gestione di programmi ministeriali e di ateneo destinati ai giovani ricercatori (vedi 9).
8 gennaio 2013 La Presidenza di APRI