Alla C.A. del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Milano,
Ill. mo Prof. Enrico Decleva
e p.c. Ecc.mo Ministro Prof. Francesco Profumo
Ill. mo Prof. Enrico Decleva
e p.c. Ecc.mo Ministro Prof. Francesco Profumo
Desideriamo portare alla Vostra attenzione l’esito della Procedura di
valutazione comparativa per un posto da ricercatore universitario per il
settore scientifico-disciplinare AGR/11 – Entomologia Generale e
Applicata, bandito nel 2009 presso la Facoltà di Agraria dell’Università
di Milano.
Tale procedura è stata rifatta per la terza volta a seguito di:
• annullamento da parte del TAR (TAR Lombardia, Sentenza n.195/2011) della prima procedura per la mancata applicazione degli indici di valutazione delle pubblicazioni (violazione del DM 89/2009).
A seguito della Sentenza, la procedura è stata rinnovata con la medesima Commissione, formata dai Proff. Luciano Süss, Pasquale Trematerra e Bruno Massa;
• sospensione della seconda procedura, a seguito dell’Ordinanza del TAR Lombardia n. 1090/2011 che obbliga l’Università a rinnovare la procedura con una nuova Commissione e ad effettuare il concorso nei limiti stabiliti dalla precedente Sentenza.
A seguito dell’Ordinanza, la procedura viene rinnovata solo per la candidata Ilaria Negri (ricorrente al TAR) e la candidata Sara Savoldelli (contro interessata), con la nuova commissione formata dai Proff. Santi Longo, Agatino Russo, Francesco Paolo D’Errico.
Mercoledì 18 Aprile scorso si sono svolte l’illustrazione e discussione dei titoli delle due candidate e, in tempo record, martedì 24 Aprile l’Università di Milano ha reso noti i verbali coi giudizi della Commissione, che riconferma vincitrice del concorso, all’unanimità e per la terza volta, la candidata Sara Savoldelli (una stretta collaboratrice del Prof. Luciano Süss, Presidente della prima Commissione giudicatrice, il quale ne ha curato la Tesi di Dottorato ed è coautore di moltissime sue pubblicazioni).
(http://www.unimi.it/ateneo/valcomp/43123.htm).
Il confronto fra la lettura dei verbali e l’esame delle pubblicazioni delle due candidate (accessibili online) fa esprimere forti perplessità sull’esito della procedura.
Emerge infatti un’evidente disparità tra la qualità del profilo delle due candidate: al di là dei titoli, che dalla lettura dei verbali non risultano sostanzialmente differenti per le due candidate, si legge chiaramente che gli articoli della Savoldelli più rilevanti - perché pubblicati su riviste a diffusione internazionale - sono solo 7 (a parte atti di congressi e articoli su riviste a diffusione esclusivamente italiana).
Da quanto si può verificare agevolmente utilizzando il software Publish or Perish (www.harzing.com/pop.htm) così come dichiarato dalla Commissione giudicatrice, la rivista internazionale su cui si trovano i 7 articoli sopra citati è il “Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura”. Tale rivista è pubblicata a cura del Dipartimento di afferenza della Savoldelli e a lungo diretta dal Prof. Luciano Süss.
Nessun articolo della candidata Savoldelli appare su rivista con impact factor (IF).
Da quanto si legge nei verbali, invece, la candidata Ilaria Negri, oltre a possedere come Sara Savoldelli atti di congressi e articoli su riviste italiane, presenta 18 pubblicazioni internazionali, fra cui alcune molto prestigiose e con impact factor (IF) anche molto elevato.
I valori degli indici bibliometrici per la valutazione delle pubblicazioni delle due candidate, così come obbligatoriamente disposto dal DM 89/2009, nonchè dalla Sentenza e dall’Ordinanza del TAR sopra richiamate, sono riportati sotto.
Oltretutto, tali valori risultano, al 2012, aumentati per la candidata Ilaria Negri, mentre permangono sostanzialmente invariati per la candidata Savoldelli (vedi sotto), a testimonianza dell’accresciuto valore nel tempo della produzione scientifica della candidata Negri presentata alla data di scadenza del bando.
VALORI DEGLI INDICI BIBLIOMETRICI ALLA CHIUSURA DEL BANDO (Gennaio 2010):
• IF totale:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 34.5
• IF medio per articolo:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 1.9
• N° totale di citazioni*:
Sara Savoldelli = 11; Ilaria Negri = 146
• N° medio di citazioni per articolo*:
Sara Savoldelli = 0.3; Ilaria Negri = 8.2
• Indice di Hirsch*:
Sara Savoldelli = 2; Ilaria Negri = 7
VALORI DEGLI STESSI INDICI AL 2012:
• IF totale:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 40.6
• IF medio per articolo:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 2.3
• N° totale di citazioni*:
Sara Savoldelli = 16; Ilaria Negri = 249
• N° medio di citazioni per articolo*:
Sara Savoldelli = 0.4; Ilaria Negri = 13.8
• Indice di Hirsch*:
Sara Savoldelli = 2; Ilaria Negri = 8
* calcolati con lo stesso software utilizzato dalla Commissione (www.harzing.com/pop.htm)
L’originalità e la rilevanza dei contributi della candidata Ilaria Negri è, quindi, comprovata sia dalla pubblicazione di articoli su riviste internazionali anche molto prestigiose e ad amplia diffusione presso la comunità scientifica internazionale, sia dalla ricezione di un congruo numero di citazioni. Tali considerazioni non hanno invece riscontro analizzando la produzione della candidata Savoldelli.
Alla luce di tali risultati, appare davvero poco comprensibile la conferma all’unanimità della vincitrice Savoldelli, considerando oltretutto l’affermazione fatta dalla Commissione che avrebbe “valutato le singole pubblicazioni tenendo anche conto del numero totale delle citazioni, del numero medio di citazioni per pubblicazione, dell’impact factor totale, di quello medio per pubblicazione , nonché delle combinazioni dei suddetti parametri atte a valorizzare l’impatto della produzione scientifica della candidata” (http://www.unimi.it/ateneo/valcomp/43123.htm)
Siamo consapevoli di quanto sia complessa la valutazione delle capacità di un ricercatore, ma rinnoviamo l’auspicio che si pongano dei limiti ragionevoli alla discrezionalità delle Commissioni giudicatrici, sia riguardo le numerose procedure per ricercatore a tempo indeterminato ancora in corso, sia riguardo le nuove procedure comparative che, a seguito della Legge Gelmini, saranno alla base del reclutamento delle nuove leve di ricercatori a tempo determinato.
Chiediamo quindi al Magnifico Rettore Enrico Decleva di verificare, prima dell’adozione finale dei Decreti di approvazione e di nomina del vincitore, che nei giudizi collegiali vi sia stato un effettivo impiego di tutti i criteri numerici di valutazione delle pubblicazioni. In caso contrario, chiediamo al Rettore di re-inviare gli atti alla Commissione.
Nel caso invece tali atti fossero già stati approvati, chiediamo al Magnifico Rettore l’annullamento degli stessi, al fine di fugare le ombre che si verrebbero a creare sulle procedure di reclutamento in atto presso l’Università di Milano, anche a tutela dei valori di trasparenza e merito propugnati dal Rettore stesso nello Statuto di Ateneo.
Tale procedura è stata rifatta per la terza volta a seguito di:
• annullamento da parte del TAR (TAR Lombardia, Sentenza n.195/2011) della prima procedura per la mancata applicazione degli indici di valutazione delle pubblicazioni (violazione del DM 89/2009).
A seguito della Sentenza, la procedura è stata rinnovata con la medesima Commissione, formata dai Proff. Luciano Süss, Pasquale Trematerra e Bruno Massa;
• sospensione della seconda procedura, a seguito dell’Ordinanza del TAR Lombardia n. 1090/2011 che obbliga l’Università a rinnovare la procedura con una nuova Commissione e ad effettuare il concorso nei limiti stabiliti dalla precedente Sentenza.
A seguito dell’Ordinanza, la procedura viene rinnovata solo per la candidata Ilaria Negri (ricorrente al TAR) e la candidata Sara Savoldelli (contro interessata), con la nuova commissione formata dai Proff. Santi Longo, Agatino Russo, Francesco Paolo D’Errico.
Mercoledì 18 Aprile scorso si sono svolte l’illustrazione e discussione dei titoli delle due candidate e, in tempo record, martedì 24 Aprile l’Università di Milano ha reso noti i verbali coi giudizi della Commissione, che riconferma vincitrice del concorso, all’unanimità e per la terza volta, la candidata Sara Savoldelli (una stretta collaboratrice del Prof. Luciano Süss, Presidente della prima Commissione giudicatrice, il quale ne ha curato la Tesi di Dottorato ed è coautore di moltissime sue pubblicazioni).
(http://www.unimi.it/ateneo/valcomp/43123.htm).
Il confronto fra la lettura dei verbali e l’esame delle pubblicazioni delle due candidate (accessibili online) fa esprimere forti perplessità sull’esito della procedura.
Emerge infatti un’evidente disparità tra la qualità del profilo delle due candidate: al di là dei titoli, che dalla lettura dei verbali non risultano sostanzialmente differenti per le due candidate, si legge chiaramente che gli articoli della Savoldelli più rilevanti - perché pubblicati su riviste a diffusione internazionale - sono solo 7 (a parte atti di congressi e articoli su riviste a diffusione esclusivamente italiana).
Da quanto si può verificare agevolmente utilizzando il software Publish or Perish (www.harzing.com/pop.htm) così come dichiarato dalla Commissione giudicatrice, la rivista internazionale su cui si trovano i 7 articoli sopra citati è il “Bollettino di Zoologia Agraria e Bachicoltura”. Tale rivista è pubblicata a cura del Dipartimento di afferenza della Savoldelli e a lungo diretta dal Prof. Luciano Süss.
Nessun articolo della candidata Savoldelli appare su rivista con impact factor (IF).
Da quanto si legge nei verbali, invece, la candidata Ilaria Negri, oltre a possedere come Sara Savoldelli atti di congressi e articoli su riviste italiane, presenta 18 pubblicazioni internazionali, fra cui alcune molto prestigiose e con impact factor (IF) anche molto elevato.
I valori degli indici bibliometrici per la valutazione delle pubblicazioni delle due candidate, così come obbligatoriamente disposto dal DM 89/2009, nonchè dalla Sentenza e dall’Ordinanza del TAR sopra richiamate, sono riportati sotto.
Oltretutto, tali valori risultano, al 2012, aumentati per la candidata Ilaria Negri, mentre permangono sostanzialmente invariati per la candidata Savoldelli (vedi sotto), a testimonianza dell’accresciuto valore nel tempo della produzione scientifica della candidata Negri presentata alla data di scadenza del bando.
VALORI DEGLI INDICI BIBLIOMETRICI ALLA CHIUSURA DEL BANDO (Gennaio 2010):
• IF totale:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 34.5
• IF medio per articolo:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 1.9
• N° totale di citazioni*:
Sara Savoldelli = 11; Ilaria Negri = 146
• N° medio di citazioni per articolo*:
Sara Savoldelli = 0.3; Ilaria Negri = 8.2
• Indice di Hirsch*:
Sara Savoldelli = 2; Ilaria Negri = 7
VALORI DEGLI STESSI INDICI AL 2012:
• IF totale:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 40.6
• IF medio per articolo:
Sara Savoldelli = 0 (ZERO); Ilaria Negri = 2.3
• N° totale di citazioni*:
Sara Savoldelli = 16; Ilaria Negri = 249
• N° medio di citazioni per articolo*:
Sara Savoldelli = 0.4; Ilaria Negri = 13.8
• Indice di Hirsch*:
Sara Savoldelli = 2; Ilaria Negri = 8
* calcolati con lo stesso software utilizzato dalla Commissione (www.harzing.com/pop.htm)
L’originalità e la rilevanza dei contributi della candidata Ilaria Negri è, quindi, comprovata sia dalla pubblicazione di articoli su riviste internazionali anche molto prestigiose e ad amplia diffusione presso la comunità scientifica internazionale, sia dalla ricezione di un congruo numero di citazioni. Tali considerazioni non hanno invece riscontro analizzando la produzione della candidata Savoldelli.
Alla luce di tali risultati, appare davvero poco comprensibile la conferma all’unanimità della vincitrice Savoldelli, considerando oltretutto l’affermazione fatta dalla Commissione che avrebbe “valutato le singole pubblicazioni tenendo anche conto del numero totale delle citazioni, del numero medio di citazioni per pubblicazione, dell’impact factor totale, di quello medio per pubblicazione , nonché delle combinazioni dei suddetti parametri atte a valorizzare l’impatto della produzione scientifica della candidata” (http://www.unimi.it/ateneo/valcomp/43123.htm)
Siamo consapevoli di quanto sia complessa la valutazione delle capacità di un ricercatore, ma rinnoviamo l’auspicio che si pongano dei limiti ragionevoli alla discrezionalità delle Commissioni giudicatrici, sia riguardo le numerose procedure per ricercatore a tempo indeterminato ancora in corso, sia riguardo le nuove procedure comparative che, a seguito della Legge Gelmini, saranno alla base del reclutamento delle nuove leve di ricercatori a tempo determinato.
Chiediamo quindi al Magnifico Rettore Enrico Decleva di verificare, prima dell’adozione finale dei Decreti di approvazione e di nomina del vincitore, che nei giudizi collegiali vi sia stato un effettivo impiego di tutti i criteri numerici di valutazione delle pubblicazioni. In caso contrario, chiediamo al Rettore di re-inviare gli atti alla Commissione.
Nel caso invece tali atti fossero già stati approvati, chiediamo al Magnifico Rettore l’annullamento degli stessi, al fine di fugare le ombre che si verrebbero a creare sulle procedure di reclutamento in atto presso l’Università di Milano, anche a tutela dei valori di trasparenza e merito propugnati dal Rettore stesso nello Statuto di Ateneo.
Ho una domanda: la commissione è stata sorteggiata, come previsto dalla legge per i bandi II 2008? Anche quando è stata rifatta?
RispondiEliminaIl sorteggio dei due membri esterni è stato fatto sulla lista di Ordinari votata all'epoca per svolgere i concorsi banditi in quella sessione (II sessione 2008).
RispondiEliminaI concorsi banditi erano solo 2,uno per l’Università di MILANO e uno per l’Università di CATANIA, e quindi la lista degli Ordinari (che si erano votati tra di loro) era di 12 professori.
Nonostante questo, stiamo parlando comunque di due diverse commissioni, entrambe per due terzi sorteggiate, che hanno espresso lo stesso parere all'unanimità. Inoltre il nuovo parere è molto argomentato (sono certo che sia costruito "ad arte", ma cosa ne capisce un giudice?). Da profano, mi sembra che la situazione sia abbastanza disperata...
RispondiEliminama di cosa vi stupite e soprattutto cosa vi aspettate dalla giustizia- Guardate cosa sta succedendo a Catania dove dottorandi e studenti sono stati assassinati da prof. consapevoli.
RispondiEliminaE la giustizia...dov'era quando si denunciava e dov'è ora che si dovrebbe punire?
Vi stupite per esiti di concorsi incredibili e di CV usati per pulirsi il culo?
In questi anni ne ho viste e sentite di tutti i colori frequentando laboratori biologici e simili: studenti messi a lavorare con prodotti tossico/cancerogeni senza informazioni e senza protezioni, ambienti totalmente inadeguati e fuori norma.
. E i prof... spesso addirittura in altri edifici lontani dalla cacca pericolosa a sentenziare frasi tipo '' e che sarà mai'', ''se fate ricerca dovete rischiare'' o addirittura ''se hai paura, forse è meglio che cambi mestiere''.
e...dove sono le ASL, dov'è la giustizia, dov'è la correttezza??
Figurarsi se ne fottono della salute e vita altrui, figurarsi dei nostri percorsi professionali.
Questo per dire che dall'altra parte della barricata c'è parecchia cattiveria assai lontana da passione e amore puro per la materia....forse sarebbe ora di assumere un atteggiamento un pochino più incisivo ....non pensate????
Purtroppo, per quanto odioso ed ingiusto, il discorso che si fa in questi casi è uno solo, indipendentemente da come vengano composti i membri non interni: l'università che bandisce si sceglie il vincitore. Il che equivale anche a dire: il membro interno decide, gli altri fanno solo numero. A meno ovviamente di casi in cui ci siano motivazioni che esulano il concorso e che portano i rimamenti commissari a coalizzarsi contro il "prescelto/a".
RispondiEliminainsomma, alla fine della fiera .......che si fa? Si aspetta ope legis per RTI per poi piangerci sulla spalla o si fa qualcosa!!
RispondiEliminaganjalf, l'ope legis c'è già stata, non te ne sei accorto? ti posso dire quello che faccio io da qualche tempo: cerco lavoro e convinco chi me lo chiede a scartare qualsiasi idea di dottorato/assegno/co.co.co.
RispondiEliminama se sostenevate che per noi c'erano speranze per associatura?
RispondiEliminaio ho sempre sostenuto che all'abilitazione un precario potrebbe arrivarci in maniera relativamente facile, ma all'assunzione vera e propria (associatura) mai.
EliminaSarò un po retrò dati i tempi ormai abissali, ma ancora il decreto sui criteri non lo ha visto nessuno. Questa è una presa per il c..o! A NOI PRECARI.
RispondiEliminaQui c'è da dare battaglia invece che leccarsi le ferite.
A proposito.
RispondiEliminaParlo perchè la petizione l'ho firmata.
Chi non la firma è meglio che stia zitto.
basterebbe impegnarsi affinchè ai precari che rientrano nei paletti di abilitazione venisse data un minimo di stabilità per poter continuare a fare il proprio lavoro. Chiamatela stabilizzazione o qualsiasi altra cosa.
EliminaDa anni vi impuntate contro le stabilizzazioni e ora vi sento dire che ahimè dovremo rassegnarci all'idea di un ope legis per RTI!!!!!!!!!!
Chiedo scusa se sono Off Topic:
Eliminasono emerse novità dal CDM del 4 maggio?
Il Tdb resta?
@ mitopap
RispondiEliminanessun cdm il 4, a quanto mi risulta.
ce ne sarà uno l'11. il tdb dovrebbe restare, sulla carta. ma de facto continueranno a non bandire
Però, se non ricordo male, quando chiameranno gli ordinari (quindi dopo l'abilitazione per I fascia, quindi dopo il 2014) dovranno bandire 1 RTDb per ogni PO chiamato.
RispondiEliminain realtà di PO idonei ne hanno chiamati parecchi anche negli ultimi mesi (chiamata diretta, senza concorso), almeno a Pisa. Ma di RTDb neanche l'odore.
Eliminavedremo. da qui al 2014 fanno a tempo a far partire una nuova riforma....
RispondiEliminaGrazie, insorgere! Avevo confuso le date, credevo che il CdM cui avevate fatto riferimento fosse il 4, invece è la settimana successiva...
RispondiEliminacazzo state parlando di 2014.............che droga usate??
RispondiEliminaCosa dite del d.m. 29 marzo 2012 pubblicato sulla G.U. del 3 maggio? In sintesi cosa dice sul turn over? I fondi straordinari per gli associati non potranno essere spese dalle Università non virtuose? E che fine faranno allora?
RispondiEliminai fondi straordinari sono per l'appunto straordinari e quindi credo non c'entrino col computo sulla virtuosità.
RispondiEliminaquanto al resto, il disegno complessivo prevede una riduzione consistente dell'organico universitario....
il termine "straordinari" non vuol dire che possono essere utilizzati in deroga al blocco legato alla virtuosità
Eliminasicuro?
EliminaSe ne è discusso a lungo. Non ho capito bene cosa si è deciso, sembra che almeno in parte anche le non virtuose avranno dei fondi.
Eliminama sbaglio, o nel decreto di emanazione dei fondi si dice "...sono destinatarie dell'intervento le università che non hanno superato il limite massimo determinato ai sensi ...". Ho capito male io?
Eliminahttp://attiministeriali.miur.it/anno-2011/dicembre/di-15122011.aspx
queste battaglie sono del tutto inutili e fanno perdere tempo. I concorsi non devono esistere, punto. Il professor Suss dovrebbe essere autorizzato ad assumere chi gli pare e allo stesso tempo gli dovrebbe essere data la responsabilità di quello che fa. Ha assunto una che non produce nulla? Benissimo, dopo cinque anni vanno a casa entrambi. Volete vedere che in questo contesto avrebbe vinto l'altra candidata?
RispondiEliminaSaluti,
Vladimir
caro vladimir, sarei anche d'accordo.
RispondiEliminama come ci arrivi? perché nel nostro ordinamento quel che tu dici implica una vera e propria rivoluzione, con tanto di stravolgimento dell'attuale assetto giuridico dei docenti.
mentre prepari questa enorme modifica legislativa ci dai la possibilità di lottare per concorsi più puliti e trasparenti, oppure dobbiamo morire contenti perchè il problema è ben altro?
Vladimi che cavolo dici!! Qui da anni si lotta duro per migliorare il sistema. Certo, sovente ci si piega agli eventi in attesa della pera che cade dall'albero ma oggi sfogliando i siti web dei giornali si sente l'aria dell'estate.
RispondiEliminadomanda OT ma non troppo:
RispondiEliminavorrei capire se, nei prossimi concorsi da associato, il membro interno (ovviamente PO) deve stare nel famigerato "terzile superiore" (come i prof che vanno nelle commissioni di abilitazione). Qualcuno ne sa niente? Thanks.
@ claudio
RispondiEliminanon ci dovrebbe essere membro interno perché, se non ho capito male, saranno TUTTI membri interni.
cmq la risposta è no
scusa per l'ignoranza, non ho ancora le idee chiare sulle nuove regole. A proposito, potresti darmi un link dove leggere qualcosa sui nuovi concorsi? (ho smesso di star dietro un po' di tempo fa', con tutta la nebbia che e' calata...).
Eliminae comunque grazie!
RispondiEliminabeh, la cosa più semplice da fare è leggersi la legge 240, anche nota come legge gelmini. su google la trovi
RispondiEliminacmq non c'è fretta, prima devono partire le abilitazioni...
RispondiEliminache vi devo dire? Io sono pronto a sostenere (anche economicamente) ogni tipo di ricorso contro situazioni di questo genere, però penso che dovremmo avere chiaro in testa che si sta cercando di curare un malato terminale. La malattia terminale si chiama "mancanza di etica". Qualsiasi regola si metta, si troverà sempre l'inganno, c'è poco da fare. Io sento discorsi terrificanti di "cordate di pubblicazione", "accordi per citazioni reciproche" mirate ad aumentare l'h-index e cose del genere.
RispondiEliminaPossibile che solo io noto che, ogni volta che qualche giornalista va ad intervistare qualche barone con dieci parenti nella stessa università si sente rispondere sempre la stessa cosa? "Ha vinto un regolare concorso". A me sembra che il concorso sia il sistema migliore per deresponsabilizzare chi sta dentro il sistema.
V.
d'accordissimo. infatti apri è - da statuto - per la chiamata diretta con valutazione ex-post e sistemi di premi/punizioni.
RispondiEliminatuttavia questo ora non c'è e non si sa se ci sarà mai. mentre portiamo avanti il nostro modello dobbiamo anche confrontarci con la realtà per come è, e non per come vorremmo che fosse
D'accordissimo che bisogna affrontare la realtà per quello che è. Più che premi/punizioni io però metterei proprio conferma/perdita del posto di lavoro. Meritocrazia senza selezione è impossibile. Purtroppo vedo in giro troppa gente sciacquarsi la bocca con la parola "merito" ma poi non essere disposta a sottoporsi a nessun meccanismo selettivo.
EliminaV.
Che robe da chiodi! Siamo veramente in fase di dissoluzione, quella che si chiama "cupio dissolvi"...
RispondiEliminaLeggo che correttamente si individua il problema nella mancanza di etica, e poi si propone la eliminazione di regole che hanno come obiettivo appunto quello di guidare scelte e comportamenti.
Con ragionamenti come questi non andremo da nessuna parte, chiuderemo il nostro sistema universitario come sta chiudendo l'Italia industriale, incapace ormai di competere con i sistemi basati appunto sull'etica del riconoscimento diel merito e delle competenze.
ma l'etica non ha nulla a che vedere con le regole. Se manca l'etica le regole non servono a nulla. E' folle pensare di imporre l'etica con le regole. L'unica via è creare un sistema dove "conviene" rispettare le regole. Questa sarebbe la vera trasformazione. Quanti sacrifici si fanno in nome di queste regole sempre più stringenti. Giusto per capire, voi davvero pensate che gli indici bibliometrici siano il migliore criterio di valutazione di un ricercatore? Altra domanda, se il concorso è il sistema migliore di selezione mi spiegate perché non lo usa nessuno che non sia costretto per legge? Se voi aveste bisogno di assumere qualcuno che lavori per/con voi, vorreste sceglierlo o bandireste un concorso? E' un sistema intrinsecamente inefficiente che raggiunge l'unico risultato di togliere la responsabilità (anche etica) della scelta.
EliminaSaluti,
Vladimir
Amico Vladimir, l'Etica discute, fra l'altro, di Regole. Quindi l'Etica ha moltissimo a che vedere con le Regole.
EliminaLe Regole esistono appunto per imporre una certa Etica Erga Omnes, avendo assicurato le basi politico-giuridiche per compiere tale operazione.
Le Regole si giustificano in nome dell'Interesse Generale, quindi del Bene Comune, dal quale i consociati attingeranno i proventi del Profitto così ottenuto.
Gli indici bibliometrici sono una Regola di valutazione che noi rigettiamo fortemente, e consigliamo a tutti di farlo con uguale violenza.
Il concorso e' il sistema migliore per assumere qualcuno, e quindi desideriamo che si imponga un concorso non solo nel settore pubblico, ma soprattutto nel settore privato, dove oggi imperano invece il familismo, il nepotismo e il Pansindacalismo. Contratti collettivi fondati sul familismo dovrebbero essere dichiarati NULLI dal Giudice.
Non può esserci nulla di meglio del concorso per mettere in palio un posto di lavoro.
Il mio pensiero è molto lontano dal tuo ma comunque sono curioso di proseguire questa discussione che ritengo stimolante. 1) poiché siamo d'accordo sul fatto di rigettare gli indici bibliometrici, cosa proponi di utilizzare? Esiste veramente un indicatore di valutazione che non sia manipolabile e quindi inutile? 2) potresti argomentare meglio perché il concorso sarebbe il sistema migliore di valutazione? Dal mio punto di vista, la valutazione richiede tempo, per cui io vorrei prima conoscere una persona e poi decidere se creare un rapporto lavorativo più stretto. Come si concilia questo con un concorso? Il discorso su nepotismo e familismo li trovo pretestuosi e svincolati dalle regole per il reclutamento universitario. Negli USA ed in Inghilterra i concorsi non esistono e questo non significa familismo o nepotismo.
EliminaUn saluto,
V.
Il mio pensiero è decisamente lontano dal tuo ma ritengo utile che anche tu sia a conoscenza di ciò che ho già scritto molte alte volte su questo blog, sulle questioni che poni: 1) Gli indici bibliometrici vanno rigettati come "misura" unica e automatica del "merito accademico", che si vorrebbe utilizzare nel decidere per abilitazioni, assunzioni, promozioni, ecc. Va invece fissata una certa metodologia di valutazione, basata su una pluralità di criteri, in larga parte qualitativi, cioè da apprezzare a cura di esperti intenditori del settore. La metodologia non lascia né campo libero alla Commissione Giudicatrice, né la sbeffeggia, riducendola ad Esecutrice Amministrativa di procedure algoritmico-burocratiche. Per garantire la vigilanza sul rispetto della metodologia sarà d'uopo prevedere un Segretario di Commissione esterno ad essa, ma dipendente da un'Autorità di Garanzia centrale, responsabile per l'appunto della Deontologia Professionale in merito alla definizione e all'applicazione dei criteri di cui sopra; 2) Il concorso è una procedura APERTA, EQUA E BASATA SUL MERITO, che intende - come dice il termine - mettere in concorrenza i candidati ad un posto di lavoro. Come in un concorso di ginnastica, o di tuffi, sono chiari i criteri di valutazione e il metro di giudizio che dovrà essere adottato dai giudici, anche per i concorsi ad un posto di lavoro è buona cosa fissarli e dichiararli in anticipo rispetto alla procedura, così che tutti i concorrenti siano ben edotti delle caratteristiche della gara. Che la valutazione possa richiedere tempo è evidente, ma di solito agli shortlistati si fa svolgere un seminario o una lezione nelle more del concorso, avendo acquisito per altre vie tutte le informazioni utili a comporre un Dossier di Valutazione adatto al caso. Infine, in USA e in UK esistono solo concorsi, perché lì hanno in grande considerazione la concorrenza ai fini di scegliere il migliore per il posto di lavoro in questione.
EliminaSi, ma se le regole non funzionano; non si rispettano; si aggirano; se cambiandole si continua a fare come prima; se arrivando ai tribunali con argomenti, almeno apparentemente, forti si perde comunque.
RispondiEliminaCHE SENSO HA????
Renzo, la mancanza di etica e' ben diversa dalla mancanza di regole.
La mancanza di etica se ne fotte delle regole. E la loro eliminazione non comporterebbe niente di piu' che un fruscio di ali. Ma forse potrebbe (potrebbe) assottigliare il velo di ipocrisia dietro il quale si nasconde chi delle regole, etica o non etica, se ne infischia.
Lascia stare quindi i cupio dissolvi....
Cosa vuol dire che le Regole non funzionano? Vuol dire solo che ci sono molte persone come te, che se ne impippano delle Regole. Ma se sono Regole validamente poste in un Ordinamento Giuridico ***O IN UNA DEONTOLOGIA PROFESSIONALE*** non si potrà impipparsene come fai tu. Bisognerà rispondere alla Società, secondo appropriati Processi di Valutazione, di tale manchevolezze.
EliminaL'ipocrisia è tutta nella responsabilità di chi ignora e viòla le Regole.
Il cupio dissolvi è di chi vuole gettare il bambino con l'acqua sporca; della serie: non funzionano gli esami? Aboliamo gli esami! - ????????
Allora caro Renzino, intanto non parlare di me senza sapere se e come applico le regole o se me ne impippo di piu' o di meno. Parla per te stesso. Dimostri solo una maleducazione e un notevole pressapochismo.
EliminaSecondo, non hai capito un'acca.
Le regole non funzionano vuol dire che non funzionano: se non funzionano perche' non si applicano, perche' la deontologia non si rispetta, se si aggirano, se persone se ne impippano, DI FATTO NON FUNZIONANO!
Consideralo un punto di vista osservativo. Partendo da questo dato osservativo non capisco come tu invece possa continuare a sostenere un rispetto delle regole se, CON TUTTI I MEZZI A DISPOSIZIONE (dalle denuncie ai tribunali) queste non vengono rispettate.
Naturalmente NON SOSTENGO che delle regole bisogna infischiarsene; ma che invece si dovrebbe agire sulle dinamiche, e se proprio di regole si deve parlare, che queste siano individuate a tal fine.
Con un esempio spicciolo, alla anglosassone. C'e' un incrocio particolare dove nessuno rispetta il semaforo: conviene mettere un vigile 24 ore su 24 (con conseguente paralisi del traffico) o invece trovare una soluzione che permetta di tenere conto delle motivazioni che portano a non rispettare il semaforo e quindi a modificare le dinamiche del suo attraversamento (per es. una rotonda)?
mi hai tolto le parole di bocca. L'unica soluzione possibile passa per il dare e far pesare la responsabilità della scelta fatta.
EliminaV.
mah, basterebbe far rispettare le regole che già ci sono, invece che dare ragione a chi trucca i concorsi (ripetutamente)
EliminaCaro Antonio, la tua asserzione sul fatto che le regole non funzionano potrà, al massimo, essere un'asserzione fattuale (che discuteremo in un salotto a parte).
EliminaIo rimarco che se si vuole cuocere un uovo alla cocque bisogna tenerlo sotto cottura per 3 minuti, se si vuole un uovo sodo bisogna tenerlo per 9 minuti. Se poi qualche pazzerellone volesse cuocere l'uovo sulla brace, non si lamenti poi che viene fuori una ciofeca immangiabile.
Quindi la tua asserzione sui semafori, che equivale a dire che a Napoli bisogna mettere tutte rotonde perchè i Napoletani considerano il semaforo come un suggerimento e non come un obbligo, mi lascia del tutto indifferente, perchè se, in una istanza apposita, abbiamo deciso che l'Interesse Generale è dato dal considerare il semaforo come un obbigo, non si vede perchè poi dobbiamo cambiare idea e lasciare Napoli nel caos ancora più totale. Ciò non toglie che io non consideri utile il valore Etico del Suggerimento (che formalmente si chiama "Raccomandazione"): al contrario; ma esistono situazioni che io desidero siano regolate tramite Obblighi ed altre che sono più utilmente regolate tramite Raccomandazioni.
Sottoscrivo ogni parola di antonio
RispondiEliminaIo invece soprascrivo.
RispondiEliminaRenzino, ma da quanto tempo manchi dall'Italia?
RispondiEliminaRegole?!?!?!?
Ma tu hai presente il post che stiamo commentando (andando off topic) di cosa parla e da cosa è stato motivato?
Ma tu hai presente come vengono svolti i concorsi pubblici in Italia, si? E secondo te il problema è la mancanza di regole?
Siamo il paese dalle migliaia di leggi e cavilli, con una burocrazia che ci costa miliardi di euro e nonostante ciò tutti se ne strafottono visto che la giustizia non è in grado di farle rispettare.
Poi l'etica...mi taccio, va....
Discorsi che conosco molto bene.
RispondiEliminaSi comincia col dire che di regole ce ne sono. Si continua osservando che molte regole non vengono rispettate (in molti casi io userei meglio "disapplicate", al fine di applicare il "common law italico", cioè il familismo). Si constata che non ci sono sufficienti risorse per farle rispettare.
Si conclude reiterando l'idea dell'inutilità delle regole.
Poi magari si tira fuori qualche ricetta dal cappello, che peraltro a guardarla bene richiede molti altri presupposti proprio in termini di regole e loro rispetto, nonchè di mezzi e capacità organizzative. Intanto si chiede la riduzione delle regole esistenti per essere liberi da lacci e lacciuoli e continuare a fare nel rispetto anche formale della legge quello che si riusciva a fare anche prima, ma contra legem (è più comodo, lo dovranno ammettere costoro).
Se non vi piace chiamarla Etica chiamatela pure Condotta, Comportamento, o anche semplicemente Azione. Di questo stiamo parlando, comunque.
@ renzino
RispondiEliminatu parli per astrazioni. noi ragioniamo di situazioni concrete, di vissuti specifici e di come aggiustare le cose.
stiamo proprio parlando di cose diverse
@ insorgere
RispondiEliminasuvvìa, non mandare il pallone in calcio d'angolo.
Sul caso concreto esposto qui sopra ho già espresso il mio appoggio, ovviamente - appunto.
Secondo me il disprezzo delle regole e la loro "disapplicazione" non è il vero problema, è la conseguenza. Il problema è il silenzio e l'omertà. Chi non infrange regole ma non disapprova apertamente quelli che fanno porcate avrà anche i motivi migliori del mondo ma alla fine favorisce l'andazzo.
RispondiEliminaDove le regole funzionano, vengono rispettate perché la gente parla e addita chi le infrange e chi prima se ne accorge prima denuncia. Quindi non servono tanti controlli. Chi infrange le regole viene rifiutato ed espulso dalla comunità, dalla gente non dalla legge. È per questo che non conviene violare le regole. Beh, in Italia chi infrange le regole ... di solito viene addirittura premiato dalla comunità ... a prescindere dal controllo sull'applicazione della legge.
L'omertà non è un comportamento etico e difficilmente si risolve cambiando regole.
Eppure vorrei che almeno si cambiassero quelle odiose regole che ora permettono di andare dal giudice solo al "diretto interessato", come se il resto dei cittadini non venisse danneggiato da un concorso truffa. Può fare ricorso solo chi ha un interesse personale forte.
Anche questo premia l'omertà e deresponsabilizza tutti, eccetto il poveraccio che doveva vincere... veramente comodo! Poi il poveraccio di solito è povero e non può fare ricorso oppure va all'estero a farsi la bella carriera e se ne frega di fare ricorso ... chi ci perde? Tutti!
Vorrei che l'interesse personale non coincida più con la responsabilità di chiedere giustizia e vorrei che tutti fossero responsabilizzati per quello che succede in università che è pubblica e quindi è interesse di tutti.
@valentina
RispondiEliminaE' corretto. Ma idealista.
Grazie comunque per avere chiarito il punto della questione.
A questo punto mi faccio 1 domanda in più:
Dato che la tua analisi è corretta.
Dato che la ricetta che proponi è idealista (nel senso di lontana dallo stato di fatto).
Come avviare un primo passo concreto verso quello che tu dici?
Spiego meglio: la petizione è di sicuro 1 primo passo concreto, ma non è efficace a sufficienza.
Quindi riformulando:
Come avviare un primo passo concreto ed efficace almeno a sufficienza verso quello che tu dici?
Osservazione:
La sufficienza dell'efficacia secondo me si misura dai frutti. Nel senso che una operazione è sufficientemente efficace se innsca delle conseguenze.
Il punto è proprio che la stragrande maggioranza degli interventi sopra sono "formalmente" corretti. Dovremmo pero concentrarci su cosa potrebbe funzionare dal punto di vista pratico, realista che possa migliorare il destino nostro e soprattutto di chi verrà dopo di noi. Veramente pensate che il miglioramento del sistema universitario italiano passi per la definizione di regole "perfette" ed inviolabili e per battaglie legali che raddrizzino la situazione in corso d'opera? Sono il primo a pensare che alcune battaglie legali siano sacrosante, ho firmato la petizione e pure contribuito economicamente al ricorso. Però dovremmo essere consapevoli del fatto che non può essere questa la strada maestra, non è la possibilità di fare "class action" contro un'università che risolverà i problemi. Questo potrebbe invece essere il tipico "contentino" per far stare zitti una parte di noi.
RispondiEliminaL'omertà è il male, questo è vero. Ma la storia umana insegna che l'unico modo per sconfiggere l'omertà è renderla meno conveniente del parlare. Lo ripeto, l'unica soluzione passa per la responsabilità. Siamo disposti a prendercela questa responsabilità? Siamo disposti a rimanere tutti precari? perché di questo si tratta alla fine...
V,
Conveniente
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/sport/12_maggio_10/bari-arresti-ultra-calcioscommesse_d8cc9fd4-9a5e-11e1-9cca-309e24d49d79.shtml
@Vladimir (grazie per il contributo economico)
RispondiEliminaHai ragione sull'omertà, ma un modo per allargare la responsabilità a tutti è di allargare il diritto di parlare a tutti, ovvero di fare ricorso e class actions.
@samizdat: purtroppo sono molto idealista ...
Se fossimo in una manifestazione sarebbe facile "Chi non salta un Barone è!" :)
-Aggiornare leggermente la giustizia amministrativa (non so concretamente come si fa).
Chiunque senta un suo diritto leso in conseguenza a un atto amministrativo folle e ingiusto, dovrebbe avere il sacrosanto diritto di fare ricorso, da solo e/o collettivamente.
Ora nei ricorsi per i concorsi devi essere solo tu contro tutto il mondo, tu, il poveraccio senza soldi e senza lavoro, non solo contro l'intera università ma anche contro i tuoi colleghi ex-candidati poveracci e senza soldi.
Questa non è solo una formalità, capisci? E' la giustizia che ora divide et impera, soprattutto divide e alimenta individualismo sfrenato.
Il barone e l'università quando fa la porcata non si dovrebbe guardare solo da uno sfigato poveraccio (cosa estremamente conveniente), ma potenzialmente da tutti i colleghi, da tutti gli studenti, da tutti i cittadini che ricevono uno servizio pubblico scadente. E questo metterebbe equilibrio tra le forze che ora sono sproporzionate.
A maggior ragione ora per i nuovi posti rta, in cui il poveraccio non ci guadagna una cippa a fare ricorso e non lo farà.
L'omertà diventa meno conveniente quando diventa più marcato ed evidente lo spartiacque tra quelli che parlano e si dissociano e quelli che stanno zitti (e di fatto si associano).
E cosa c'è di più evidente di una (sperabilmente) lunga lista di ricorrenti?
Ora siamo a una lista di firme che è già un bel risultato ... ma nel paese dei chiaccheroni infondo quanto vale una firma?
@ Valentina
RispondiEliminaSiamo anche un Paese dove fino ad oggi non esiste il reato di corruzione fra privati.
Solo adesso il Governo ha proposto, nel ddl anticorruzione (modulo attacchi in corso da certe parti), il sostanziale recepimento di accordi sovranazionali esistenti da tempo
http://conventions.coe.int/Treaty/en/Treaties/Html/174.htm
Questo ti fa capire che razza di Paese è l'Italia.
Non credo mi sfugga l'idea del paese che siamo. E mi sto anche facendo una chiara idea di quanto sia grande la differenza tra la volontà di cambiarlo a chiacchiere piuttosto che a fatti.
RispondiEliminaQualcuno forse è convinto che le università e i baroni stiano tremando difronte alla valanga di chiacchiere che puntualmente non si traducono in nulla?... al massimo soffriranno di un leggero stordimento, e poi si faranno delle grasse risate guardandoci annaspare e scannarci l'uno contro l'altro per delle briciole come sempre.
@Valentina
RispondiEliminaesatto, per questo non sopporto che si parli di meccanismi di concorso, regole e regolette. I baroni ci sguazzano perché tanto loro rimangono intoccabili, sono comunque a capo delle procedure concorsuali e quando qualcuno fa ricorso, vincono pure in tribunale. Altro che leggero stordimento... Diciamo ai baroni che se uno che hanno assunto dopo due anni non ha prodotto nulla vengono cacciati con un calcio nel didietro e sono sicuro che ci penseranno dieci volte su prima di prendere un buono a nulla. Vogliamo parlare di cose meno idealiste e più fattibili? Rinunciamo a qualche posto in più a concorso, scorporiamo una percentuale maggiore possibile dal maledetto fondo ordinario e distribuiamola in funzione del numero di pubblicazioni/citazioni generato da ogni gruppo di ricerca. Io sono convinto che la prospettiva di avere qualche migliaio di euro sui fondi di ricerca all'anno sia un ottimo incentivo per prevenire la presa in carico di buoni a nulla, per abbattere l'omertà ecc. ecc.
Proposta talmente illiberale e ridicola che non esiste da nessuna parte del mondo.
RispondiEliminaE poi il problema non è affatto che gli assunti sono capre: quello che importa ai baroni è che si occupino di cose che interessano a loro, benchè in generali poco rilevanti o alla frontiera della conoscenza. Altri concorrenti sarebbero migliori ricercatori (magari indipendenti, autonomi) se giudicati con una metodologia non familistica.
sul fatto che la proposta sia - diciamo - un po' schematica e giacobina non ci sono dubbi.
RispondiEliminacerchiamo di essere concreti e realistici...
@ renzino
RispondiEliminaa volte gli assunti sono proprio capre...
@Vladimir
RispondiEliminaEsistono le capre, esistono i servi ... e purtroppo esistono anche i manipolatori con un ego peggiore di quello di un barone. Proprio per il fatto che molti fondi sono legati al cv del PI e quindi alle pubblicazioni, accade anche che ci siano baroni accecati dalla smania di pubblicare, che si fanno convincere da facili (e inutili) pubblicazioni, perdendo completamente la ragione e l'obbiettività (ammesso che l'abbiano mai avuta). In questi casi la tua proposta funzionerebbe al contrario.
Purtroppo ogni caso di baronaggio si arginerebbe con regole ad hoc, mentre per ogni caso esiste della gente che sa esattamente cosa succede, e sono loro che dovrebbero arginare, e/o impedire. E per baronaggio intendo tutte le schifezze e i comportamenti scorretti (o illegali) che succedono ben oltre ai concorsi: minacce, mobbing, soprusi, sfruttamento etc..
Fino a che non si rende conveniente (come dicevi anche tu) per tutti arginare e impedire questi comportamenti gli ingredienti per fare la torta saranno sempre marci e la torta farà cmq schifo.
La mia proposta sarà pure giacobina ma non è vero che non esiste da nessuna parte del mondo. Si ispira a come funziona qui al Karolinska Institutet:
RispondiElimina1) ogni stipendio dal primo barone all'ultimo amministrativo è poggiato su un progetto e sui relativi fondi. Se questi finiscono partono i licenziamenti.
2) l'Università riceve dallo stato circa il 30% del proprio budget. Questo viene diviso tra i gruppi di ricerca in funzione degli indici bibliometrici
3) per assumere un ricercatore, un post-doc, un research assistant, una segretaria, basta una telefonata al direttore amministrativo del dipartimento. Se ci sono i fondi l'impiego è operativo dal giorno dopo.
In questo contesto, vi assicuro che a nessuno passa nemmeno per la testa di assumere un parente o un cretino. Per la sopravvivenza del gruppo di ricerca sono necessarie persone valide. Il capogruppo o barone che dir si voglia quindi non ha molta scelta. Francamente questo sistema, con tutti i suoi limiti, mi sembra assai preferibile rispetto a migliaia di regole e regolette con rispettive cause e ricorsi per tentare, spesso invano, di farle applicare.
Caro Vladimir, vorrei farti riflettere che ANCHE le regole del Karolinska sono regole; sono ALTRE regole. Mi chiedo se tu sia lo stesso Vladimir che più sopra tuonava contro gli indici bibliometrici:
RispondiElimina"[...] Qualsiasi regola si metta, si troverà sempre l'inganno, c'è poco da fare. Io sento discorsi terrificanti di "cordate di pubblicazione", "accordi per citazioni reciproche" mirate ad aumentare l'h-index e cose del genere."
Inoltre al Karolinska, essendo Università di un Paese Protestante, vigono ULTERIORI norme sociali, che vengono accettate fatte rispettare dalla comunità ULTRA LEGEM, ma in Italia non lo sarebbero. Tali norme contribuiscono in modo determinante a far funzionare le altre regole formali cui facevi cenno.
Detto questo come premessa, io non sono d'accordo nel considerare l'Università come un progetto. L'università è un'impresa stabile, che eroga servizi continuativi anno dopo anno, e prevedibilmente decennio dopo decennio.
Sono favorevole a distinguere Operations e Projects, ma i Projects sono tipicamenti i singoli progetti di ricerca, che infatti mi batto per far finanziare in maniera più chiara, abbondante e regolare anche in Italia.
Quanto all'assunzione "per via telefonica", stai parlando di personale a progetto, non di Tenured Staff. MA in italia si fa quasi lo stesso: gli assegni di ricerca vedono sempre il responsabile in Commissione giudicatrice, e gli altri due lo assecondano. E' questo il modello che ti piace? A me no. Io desidero che si dia la possibilità di candidarsi a tutti: SELEZIONE APERTA, EQUA, e BASATA SUL MERITO.
Caro Renzino,
Eliminaovviamente.Io non ho mai detto di essere un anarchico contrario alle regole per principio, tanto è vero che mi trovo in bene in Svezia, il paradiso delle regole. Sono contrario all'idea che la situazione italiana possa essere migliorata attraverso l'aggiunta e la complicazione delle regole, perché in Italia c'è un grave problema etico che porta all'aggiramento di qualsiasi regola. Il risultato è che gli unici che subiscono un effetto, ovviamente negativo, dall'aggiunta di regole, sono quelli dotati di senso etico che le rispettano.
Riguardo agli indici bibliometrici, penso che siano utili con molti limiti. Qui sono molto importanti anche e soprattutto per la valutazione del lavoro fatto da chi già lavora per l'Università. In Italia si pretende di utilizzarli unicamente per il reclutamento, il che è una follia.
Perfettamente d'accordo sulle considerazioni sul paese protestante e sulle norme sociale.
Il tenured staff qui non esiste. Gli unici che hanno un contratto permanente sono quelli, come me, che sono nella "teaching track" (in contrapposizione a research track). Anche in questo caso però non c'è Tenure, per ogni lezione/corso che fai viene emessa una fattura interna ed un pagamento su un tuo conto. Lavori finchè sul conto ci sono i soldi sufficienti per pagarti lo stipendio. L'unico equivalente della tenure sono dei fondi che lo stato paga all'Istituto in funzione di una serie di parametri tra cui gli indici bibliometrici sono parte importante, ma non unica. Questi fondi ammontano al massimo al 30% del budget dell'Istituzione. Insomma il fondo ordinario dell'università, a mio parere il vero male dell'università italiana qui non esiste proprio come principio. Per quanto riguarda il personale a progetto (qui tutti!) non è vero che in Italia lo puoi reclutare allo stesso modo. Per bandire un assegno di ricerca devi comunque seguire una procedura burocratica di attivazione, espletare un concorso che viene regolarmente truccato ecc. ecc. Mi spieghi che bisogno c'è di questa trafila? Per quale motivo un ricercatore con dei fondi di ricerca non potrebbe scegliersi un assegnista, borsista come gli pare? In Italia alcune Università non permettono neanche il rinnovo, quindi si ripete il concorso ogni anno. Ma veramente pensiamo che un progetto possa andare avanti cambiando la persona ogni anno? E' semplicemente una manfrina ridicola che bisognerebbe avere il coraggio di segare con l'accetta. Se poi l'obiezione è che il ricercatore si sceglierebbe il parente, il nipote, l'amante e compagnia bella, la soluzione non è certo fare un concorso né vero né finto. La soluzione è far sì che il ricercatore paghi di tasca sua in caso di scelta irresponsabile. Questo è il modello che mi piace.
Caro Vladimir,
Eliminanon vorrei chiudere il loop tornando a spiegare perché c'è bisogno delle regole, e perché per la cottura delle uova servono regole adeguate.
Noi siamo per la Tenure, perchè l'Italia è il Paese di Galilei e del Giuramento Fascista dei Professori, oltre che della minaccia di M. Gasparri di allontanare i fisici della Sapienza per la loro opinione sulla Lectio Magistralis del Papa.
Quindi il resto, sulla materia, è fuffa.
Gli Uomini, poi, non sono Gettoniere, come implica il Modello-Karolinska. Preferiamo Docenti responsabili secondo modelli umani e non meccanici. Un Modello Umano avrà sempre riguardo per la Qualità, al di là della Quantità.
Educare i cittadini alla legalità, ai Valori - questo è l'obiettivo di una cultura della Valutazione.
RR
Questo è un post molto triste. Stai praticamente dicendo che poichè l'Italia è il paese di Galileo ecc. non è pensabile un sistema moderno ma rimarremo sempre ancorati a burocrazie, concorsi, commissioni, cordate, insomma non saremo mai competitivi. Spero vivamente che tu ti sbagli perchè vorrei in un non troppo lontano futuro provare a tornare indietro.
EliminaSaluti,
Vladimir
Una riflessione basata su esperienza personale: alcune università stanno bandendo i cosiddetti assegni "senior", in teoria basati sul merito (progetto presentato dal candidato). Bene, non è assolutamente vero, i commissari continuano a fare ciò che vogliono e come vogliono, in spregio a qualsiasi valutazione oggettiva sul curriculum dei candidati. A questo punto non capisco perché non bandiscano gli assegni classici, con già nome e cognome "scritto nel bando"... E' un vero schifo.
RispondiEliminaLeggendo il decreto 437 (?), quello per intenderci che "disciplina" il reclutamento strozzando il turnover emerge che le disposizioni valgono solo per il 2012. Qualcuno sa se intendano prolungarlo oltre, magari con il solito milleproroghe?
RispondiElimina@ mitopap
RispondiEliminal'idea è che le regole verrano cambiate per l'anno successivo, come non si sa.
tutto normale, sempre tutto provvisorio...
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RispondiEliminaScusate l'off-topic...
RispondiEliminaQualche news sul decreto criteri?
nessuna.
RispondiEliminao meglio, si sa che andrà per le lunghe (ancora più lunghe)
L'aspetto più paradossale è che se non si danno una mossa le università non sapranno come spendere i fondi del piano straordinario...
RispondiElimina@ marc
RispondiEliminamettiti l'animo in pace. è ormai certo che le abilitazioni non partiranno.
forse nella prossima legislatura faranno la riforma della riforma e allora....
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RispondiEliminala notizia del giorno è che nel ddl sul merito che dovrebbe essere approvato dal prossimo cdm ci sarà norma sul sorteggio integrale dei commissari dei concorsi td. a questi dovrebbe essere aggiunta la presenza di commissari stranieri (non è chiaro scelti come). in ogni caso il sorteggio dei commissari è cosa buona, l'eventuale inserimento degli stranieri vuol dire più lungaggini e tempi biblici....
RispondiEliminama le mediane di settore si conoscono già? Eventualmente dove si trovano o quando saranno disponibili? O, come al solito, non si sa nulla?
RispondiElimina@ vladimir
RispondiEliminanon si sono ancora messi daccordo sui metodi per calcolarle. è proprio per quello che le abilitazioni non partono, e non partiranno
Meno male che questi erano i metodi "oggettivi".
RispondiEliminaè un metodo oggettivo anche quello che prevede di dividere le mediane per 100, tanto per far passare tutti
EliminaSul sito Anvur c'è scritto esattamente come farle queste mediane. E il documento è lo stesso da giugno 2011, quasi un anno. Quindi mi chiedo: chi è che non si mette d'accordo con chi?
RispondiElimina@ marc
RispondiEliminaquella dell'anvur era una prima proposta, nulla più.
non riescono a definire le mediane per i settori giuridici e umanistici.
comunque sia è tutto fermo e così resterà a lungo
peraltro segnalo che per far partire il processo ci vuole prima che sia operativa l'anagrafe della ricerca, che conterrebbe tutti i prodotti dei docenti strutturati.
RispondiEliminatale anagrafe non mi pare ancora operativa.
@ insorgere:
RispondiEliminaimmagino che però tu sia d'accordo con me. Il piano straordinario sta pompando fondi che non potranno essere usati interamente se non partono le abilitazioni (semplicemente non ci sono abbastanza idonei). E allora saranno usabili solo per chiamare gente dall'estero e per trasferimenti. Una assoluta follia...
si, certo che è così.
RispondiEliminasi può pensare che bloccare le abilitazioni è anche un modo per risparmiare...
oppure, più semplicemente, hanno elaborato un meccanismo perverso che non funziona e non sanno come aggiustarlo.
questo governo non ha il tempo né la forza per sistemare il casino, e tutti sono convinti che si affronteranno i problemi nella prossima legislatura
non riesco a credere che le abilitazioni non partano solo per via di "intoppi". Secondo me, deve far comodo a qualcuno. Dato che il tempo gioca a favore degli strutturati, mi pare tutto chiaro...
Eliminabeh, non gioca a favore di tutti gli strutturati. quelli che vogliono far carriera non sono contenti...
RispondiEliminacmq non credo ai complotti. a volte le cose semplicemente non funzionano, gli ingranaggi non girano...
ciò detto, guardatela dal punto di vista del baroname.
RispondiEliminacon l'abilitazione nazionale ci sono due rischi:
1. tantissimi abilitati e poi concorsi per pa (post-abilitazione) con millanta candidati. i concorsi così sarebbero ingovernabili.
2. pochissimi abilitati e poi concorsi per pa con una rosa molto ristretta da cui pescare, troppo ristretta cosicché i soliti noti verrebbero tagliati fuori.
in entrambi i casi per il sistema questo modello è inaccettabile perché gli toglie il potere discrezionale nel reclutamento.
per questo non vogliono che parta e puntano sulla riforma della riforma: meglio tutto fermo che un sistema ingovernabile (dal loro punto di vista)
C'è un problema sostanziale però. Senza l'abilitazione molti strutturati rimarranno bloccati come RTI. E diventerà sempre più difficile coprire i corsi, visto che nel frattempo PA e PO continuano comunque ad andare in pensione (e siamo in pieno picco, come tutti sappiamo). L'unico modo per recuperare almeno in parte sarebbero gli RTD (che hanno un carico didattico più serio degli RTI). MA gli RTDa escono col contagocce e i b sono non pervenuti. Il sistema sta collassando e all'inizio di ogni anno accademico si sentirà sempre più.
RispondiElimina@insorgere
RispondiEliminami sembra invece che entrambi casi sarebbero governabilissimi per il baroname. AL livello locale faranno quello che vorranno in entrambi casi
ha ragione Gennaro. Le chiamate le fanno a chi vogliono.
RispondiEliminaCerto devi possedere i requisiti, ma con questi ritardi solo un deficiente non li avrebbe già messi in tasca in qualche modo.
Tutta questa storia lede solo la nostra classe, i precari.
Per questo mi sento tanto preso per il culo.
Piuttosto lo dicano chiaramente.
Così possiamo trovarci lavoro da qualche altra parte.
L'ambiguità non serve a noi.
L'altro aspetto che mi sconcerta è sentire che tra i precari ci sia gente che ancora chiede a che punto è il decreto.
Questo è il segno che non abbiamo prorpio capito che siamo presi in giro.
NOI in cima alla lista dei presi in giro, i precari. NON ALTRI.
Certo che importa (a me e ad altri) sapere a che punto è il decreto: se leggiamo e scriviamo su questo blog è perchè ci interessa entrare nel sistema in modo "stabile". E se vuoi entrare devi passare per quel maledetto decreto (sempre che non lo si cambi durante la “prossima legislatura”).
EliminaPoi il fatto che ci stiano prendendo per il culo non credo sia una novità per nessuno. Nessuno ti dirà mai chiaramente come stanno le cose, sia perchè molto probabilmente non lo sanno (almeno in questa fase transitoria) sia perchè gli fa troppo comodo sfruttare i precari fino all’ultima goccia...
Loro non lo sanno come stanno le cose ma noi si perchè lo viviamo sulla pelle.
EliminaRimanere ad aspettare il decreto come qualcosa che debba calare dall'alto questo no.
Il giudizio che si può dare è che per quello che si è sperimentato finora, mi pare che l'"alto" non sia degno di molta stima per la incapacità che sta manifestando.
Pertanto piuttosto che aspettare io sarei anche pronto ad urlare nelle orecchie: "SVEGLIA!!!!!!".
Voglio essere buono e credere sia pigrizia, ma in realtà la perseveranza è segno tangibile di un progetto.
Abbiamo bisogno di altri dati per leggere i tempi?
ok, forse devo essere più chiaro.
RispondiEliminala riforma, per come è stata fatta, non funziona.
non funzionano le abilitazioni, non funzionano i td (sopratutto i b, ma non solo).
in più c'è un problema di soldi, non solo di quanti ma anche di certezza sull'erogazione. Il recente decreto che rivede la contabilità degli atenei è valido solo per il 2012, il che vuol dire che un rettore non sa oggi come verrà valutato il suo perato tra un anno né su quanti soldi potrà contare. Risultato: sta fermo, non bandisce nulla (cioè non fa i td) e aspetta di vedere cosa succederà.
A questo aggiungete che, come lo hanno detto a noi, anche alla crui è sicuramente arrivata notizia dello stallo delle abilitazioni. Inoltre, come lo sappiamo noi, anche i rettori sanno che il PD ha in mente di smontare e rimontare il sistema una volta andato al governo nel 2013 (loro sono convinti...). Ergo aspettano di vedere che sarà. Del resto che senso ha bandire oggi tanti td, che sono costosi (in termini di punti budget che poi si perdono) quando non c'è nulla di certo per il futuro?
Infine, c'è anche chi ventila future ope legis - tra tre anni o giù di lì perché contano che rimarrà tutto bloccato fino ad allora. IO non ci credo e non lo desidero, ma era per completezza d'informazione.
Senza erogazioni regolari e certe di fondi, senza regole certe, è ovvio che il sistema si paralizza.
tutto questo descive lo stato delle cose.
RispondiEliminaovviamente a me - e ad apri - non piace. stiamo facendo di tutto per sbloccare almeno un po' di bandi td, ma il tempo è poco e - sopratutto - c'è poco interesse sia da parte del governo che da parte delle forze politiche.
Insorgere, ma allora come si spiega la sparata di Profumo sulle abilitazioni entro l'estate? Prende tempo?
RispondiEliminainsorgere io ho avuto una informazione diversa!
RispondiEliminale abilitazioni partiranno sul serio prima dell'estate ma solo per la prima volta senza criteri!
così abiliteranno tutti i RTI ...
@ popey
RispondiEliminala sparata di profumo si spiega in due modi (non necessariamente in contraddizione tra loro): 1. è la solita sparata, anche mary star aveva detto che le abilitazioni sarebbero partiti nell'autunno 2011.... 2. il miur farà sicuramente tutto quel che deve per farle partire, poi si bloccheranno sul problema delle mediane che sono di competenza anvur. così il ministro potrà dire: "non è colpa mia, noi abbiamo fatto quel che dovevamo".
@ Mariuccia
quel che dici non è possibile. i criteri e le mediane servono anche per selezionare i commissari. senza non parte nulla, a meno di una radicale modifica legislativa, che però non è all'orizzonte
MA Monti con 1 citazione come contribuisce alla medjana?
RispondiEliminahttp://www.rischiocalcolato.it/2011/11/prof-mario-monti-lunico-economista-con-una-sola-citazione-scientifica-in-tutta-sua-vita.html
r
e se nel frattempo ci stabilizzassero?
RispondiEliminaAhhh ahhhh ahhhh ahhhh
Monti è un massone.
RispondiEliminaNon ha bisogno di citazioni per essere credibile.
Ha altre leve.
Anche più efficaci.
@ insorgere
RispondiEliminaSi' ma a che pro stimolare l'uscita di bandi RTD in una fase cosi' confusa? per far ritrovare gente nel mezzo della tempesta tra 3 - 5 anni? A cosa potrebbe mai aspirare un RTDa (perche' di RTDb nemmeno l'ombra) a fine contratto???
@ il ragio
RispondiEliminaaspirare a campare.
cmq se guardi bene di td ne stanno bandendo pochissimi, molti meno di quelli che potrebbero/dovrebbero
mi è stato detto che Pisa, non bandirà niente fino ad anno nuovo (e poi si vedrà), per "volontà politica del rettore" il che combacia con quanto detto da Insorgere sul fatto che il rettore, in assenza di sicurezze, sta alla finestra. Gli unici posti banditi da Pisa sono una quindicina e tutti su fondi "privati".
RispondiEliminaconfermo, è la stessa info che ho avuto io
EliminaPopeye e Siberia: magari siete vicini di stanza e avete lo stesso informatore... ;)
RispondiEliminaO magari siberia è l'informatore di popeye
EliminaChi informa il Ministro?
RispondiEliminaComunque qualcuno vi informa male: oggi non c'è nessun CdM perché Monti ha il G8 a Washington, e poi sabato c'è pure un vertice della NATO.
Eliminainfatti il cdm è rimandato alla settimana prossima.
RispondiEliminastaremo a vedere se contiene il ddl merito che comunque, dalle informazioni in nostro possesso, NON CONTIENE NULLA CHE POSSA ESSERE DI NOSTRO INTERESSE (intendo dei precari).
si parla unicamente dell'introduzione di una sorteggio nelle commissioni per i bandi RTD che parrebbe richiedere il coinvolgimento di docenti stranieri...burocrazia su burocrazia tanto per bloccare quei pochi concorsi (ad personam) che escono.
Altro che "oliare" il sistema, questi sparano sabbia su ingranaggi già arrugginiti.
Eviterei di introdurre elementi qualunquistici nel valutare questa possibile riforma (i.e. fare il bilancino della "burocrazia" necessaria), anzichè valutare il merito della riforma proposta. Già fu detto che altri che rappresenterebbe un miglioramento; a me interesserebbe soprattutto che si apponesse un Segretario di Commissione che vigili sul rispetto della metodologia di valutazione attualmente in vigore ex DM gelminiano, e così arginare il Comportamento irresponsabile di quelle Teste Baronali che capiteranno nelle singole Commissioni.
RispondiElimina@lassie: il sorteggio dei commissari è un'ottima cosa per NOI. Perché limita i concorsi ad personam o quanto meno li ostacola. Non li impedisce, ma li rende più difficili.
RispondiEliminaEsistono casi negli ultimi concorsi RTI in cui il candidato appoggiato dall'interno ha perso perché i due esterni sorteggiati hanno ritenuto fosse migliore un altro candidato.
@ marc
Eliminanon fraintendere. noi - apri - siamo sempre stati per il sorteggio. anzi il sorteggio degli ultimi concorsi rti nasce da una nostra proposta...e anche il sorteggio dei td lo abbiamo caldeggiato lungamente nei rapporti col miur.
il problema che pone lassie è un altro: se si introducono commissari stranieri si allungano a dismisura le procedure. inoltre, finché non si risolve la questione dei profili/progetti, i concorsi saranno comunque ad personam
infatti è come dice Insorgere.
RispondiEliminacome APRI abbiamo chiesto più volte al MIUR di intervenire con una semplice "circolare" per richiamare all'ordine le amministrazioni degli atenei rispetto a regolamenti e bandi RTD manifestamente ILLEGALI.
ad oggi non è stato fatto nulla e non ci sarebbe voluto nulla a farlo.
prevedere sorteggi che coinvolgono membri internazionali renderà solo più complicate le procedure a tutto svantaggio del numero dei concorsi che verranno banditi, ma in ogni caso questi resteranno "ad personam" fintanto che conterranno profili e che verranno banditi su specifici progetti.
in ogni caso aspettiamo di leggere il testo del DDL.
Poi, ve lo assicuro, ci muoveremo di conseguenza.
Delle circolari se ne impippano, se vogliono: sono Amministrazioni Autonome. Che bisogna spiegare, con una circolare, quello che è già scritto in una legge??
RispondiEliminaDal Giudice, bisogna andare. Vogliono farci andare dal Giudice perchè quello è un percorso faticoso, ma è anche l'unico. Finchè esiste ancora un moncherino di Stato di Diritto, si può chiedere giustizia.
certo che si può chiedere giustizia ... giusto per farsi ribadire che di fatto il diritto di avere un giudice imparziale non ce l'abbiamo, e anche se ci fosse le amministrazioni non si sentono costrette a rispettare le sentenze ... e anche quando le rispettano alla fine riescono a fare come vogliono, e noi dovremmo tornare da un giudice?
RispondiEliminaSe almeno fosse gratis e veloce ... ma non lo è affatto. Il tempo gioca a nostro sfavore sempre e comunque, mentre le università hanno tutto da guadagnare. Andare dal Giudice è un maledetto lusso.
Lo Stato di Diritto è un moncherino di lusso per ricchi, per chi ha tutto il tempo del mondo da perdere o per chi ha gli "amici".
@ renzino
RispondiEliminabeh, una circolare che chiarisca la corretta interpretazione della normativa di certo non farebbe male, e non costerebbe nulla al miur.
@ valentina
se vai davanti al tar per contestare il fatto che hanno messo profili in bandi che per legge non li possono avere vinci di sicuro. su questo nessun dubbio. il problema è: chi ha la voglia e i soldi per ricorrere al tar per una posizione td? tanto più che - parliamoci chiaro - fare ricorso in questo paese mafioso e omertoso vuol dire essere marchiati a vita...
@ insorgere
RispondiEliminaNon intendevo certo affermare che il Ministero non debba scrivere quella circolare...
@ valentina
Per quello che tu stessa scrivi, lo Stato di Diritto è necessario ma non sufficiente, soprattutto in un Paese in cui vi è una borghesia putrebonda. Servono anche una cultura e dei costumi adeguati, che diano sostanza ad un civismo diffuso. Tutto ciò va aggiunto alle libertà borghesi anche attraverso altre politiche pubbliche, e iniziative civiche spontanee della società civile.
"«Più merito», ecco il piano di Profumo". Un documento ufficioso sta circolando in queste ore in cerca di pareri, e "l’Unità" ne è misteriosamente venuta in possesso.
RispondiEliminaSi noti la nuova composizione delle Commissioni Giudicatrici dei concorsi da ricercatore.
http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/piu-merito-ecco-il-piano-di-profumo.flc
Scusate ma avete notato che questa fantomatica Commissione, dopo un paio d'anni per formare l'elenco degli esperti, e dopo chissà quanto tempo per formulare dei giudizi "meditati", anche nell'ipotesi che lavori nella piena onestà, potrebbe non servire a nulla ???
EliminaLa Commissione non impone, ma "suggerisce" il miglior candidato. Suggerimento di cui il Dipartimento può fregarsene altamente, con conseguente perdita di tempo e spreco di denaro. SIAMO ALLA BARZELLETTA. Se non li possono assumere per i prossimi 5 anni (come io penso da tempo) questi RTD lo dicano e basta... come diceva Monicelli, la speranza distrugge la vita delle persone.
grazie renzino.
RispondiEliminasi noti, a proposito delle commissioni, sono pronto a scommettere che i tempi per definire la famosa lista nazionale degli esperti di paesi ocse saranno biblici
Beh, nel mondo esistono oltre 17.000 istituti d'istruzione superiore. Anche restringendo ai Paesi OCSE (chissà perchè un simile razzismo, poi....) sono sempre parecchie migliaia, soprattutto a causa degli USA. Ovviamente una prima selezione verrà fatta fra Università ed altri istituti d'istruzione terziaria, visto che interessano solo docenti universitari.
RispondiEliminaIl compito è meno banale di quanto possa sembrare.... però non si deve fare lo stesso anche per le Commissioni di abilitazione?
@ insorgere: non sarei così sicura di quello che si vince al tar...
RispondiEliminaCmq il problema della giustizia non sono solo i soldi e l'outcome random, ma il tempo.
Vai a far ricorso a 35 anni e lo vinci a 40? Veramente utile, nel frattempo magari sei diventato un professore (altrove) o un becchino e del posto da td non te ne può fregare più una cippa, oppure non ci puoi più accedere.
Il nostro stato di "diritto" favorisce chi commette le illegalità per via del tempo. Mentre la giustizia fa il suo incertissimo e lentissimo corso, i vantaggi dell'illegalità si compiono e questo lo sanno anche i bambini, non solo le università.
@ Renzino
E la cultura, anche la migliore del mondo, contro questo aspetto tanto pratico e conveniente non può farci nulla.
La convenienza batte qualsiasi valore nei più, o meglio la convenienza è un valore ineradicabile.
Cmq avere più valori nella cultura Italiana è un sogno bellissimo e lo condivido.
@ Valentina
RispondiEliminaDipende dalla tua cultura, dai tuoi valori. E' l'individuo che assegna valori, e quindi decide cosa sia conveniente.
Nei Paesi a più elevato tasso di civismo ci sono molte persone che danno molto valore a certi comportamenti e istituti sociali che ricomprendono quel tipo di correttezza di cui parliamo nei vari commenti su questo blog...
@ valentina
RispondiEliminai tempi non sono così lunghi. una annetto, non cinque.
cmq è vero che andrebbero ulteriormente velocizzati
@ Renzino
RispondiElimina... forse hai ragione.
Eppure mi accorgo che qui (danimarca) l'elevato tasso di civismo è indotto più che altro dalla convenienza, dalla sopravvivenza nella comunità che deriva dall'adeguamento. La legge non punisce un gran ché, ma la comunità si e per loro la peggior punizione è essere emarginati e isolati.
Come dire che se prendi un nordico medio e lo metti in italia, pur di integrarsi nella comunità, si adatterà presto ai valori locali più che viceversa.
Non è una questione strettamente individuale (non per tutti almeno), o di cultura personale ... è la collettività che decide della nostra sopravvivenza e quindi si sopravvive adeguandosi ai valori localmente proposti. Ovvero convenienza.
@ insorgere
RispondiEliminaGuarda il caso di Ilaria ... forse il singolo step dura "poco". Ma da quanto è in ballo? E quanto andrà ancora avanti?
Il concorso l'ha fatto in autunno 2010 (bandito nel 2009). Siamo a metà 2012 e ancora non ha il posto da ricercatrice.
Lanzetta sta andando avanti da più di 5 anni.
@ valentina
RispondiEliminasi, ma stiamo parlando di cose diverse.
prima si discuteva di ricorsi per sancire che i profili sono illegittimi. quella è un cosa che si ottiene facilmente.
quanto a vincere il posto, beh quella è tutta un'altra storia ovviamente
@insorgere
RispondiEliminalo so, e capisco anche il bisogno di credere ... ma cosa ti fa credere che un'università come unimi rispetti una sentenza, anche fosse su un bando? cosa ti fa pensare che (con successivi comportamenti "scorretti") non ti costringa poi ha un secondo ricorso e a un terzo per avere sempre ragione e vedere che dall'altra parte possono infischiarsene ... tanto puoi fare sempre ricorso. no?
Perché pensi che lo schema sarebbe diverso?
Le persone che manovrano sono le stesse o sbaglio?
In altre società il civismo è fatto rispettare dal comportamento dei singoli, che adottano una shari'a come codice civile e additano al pubblico ludibrio (= "name and shame") chi non vi si attiene.
RispondiEliminaIn Italja non si accetta un simile sistema di comportamenti: questo è un Paese Formalmente Cattolico che combatte sia il Protestatesimo sia i Codici Islamici!!! Nel nostro Codice Civile E' PROIBITO ADDITARE AL PUBBLICO LUDIBRIO UNA PERSONA, perchè una PERSONA è sempre una PERSONA, e va rispettatata in quanto partecipa dell'Ente Superiore a tutti, che è l'Ente Divino.
Una Persona non è una Risorsa Umana, come per i Protestanty, ma è il Fine. Per loro invece è un Mezzo, perchè il Fine è il Profitto, l'Obiettivo di una Ragione Sociale.
In Danimarca molte giovanj donne rimangono incinta per aver un Sussidio dello Stato: in Italia questo non è granchè tollerato. In Danimarca, come nel resto delle Società Protestanti, tutti i disoccupati hanno un sussidio di disoccupazione, e quando ottengono un lavoro informano subito l'Ente di Assistenza affinchè sospenda loro il sussidio: come quella giovane danese che ottenne un contratto a Torino e come prima richiesta volle un telefono per informare l'Ente Nazionale di assistenza. Tutti la guardarono con occhi spalancati... ITALianj di mmerda...
tutto vero.
Elimina(a parte il sussidio di disoccupazione che -non so se è cosa recente- in danimarca ce l'hanno tutti quelli che si iscrivono e pagano regolarmente la kassa per la disoccupazione quando lavorano. E qui si comincia a lavorare dai 13 anni!)
E questa cosa che in Italia non si può additare qualcuno è semplicemente oscena.
Siamo anche un paese sostanzialmente cattolico, ma in teoria saremmo un paese laico.
Io non sono cattolica e tutte le persone cattoliche che conosco specialmente in università sono molto meno cattoliche di me! Quindi si tratta di ipocrisia più che di cattolicesimo, visto che i cattolici dovrebbero cmq avere il valore dell'onestà.
E alla fine ci si addita lo stesso, solo che lo possono fare solo quelli che hanno le spalle corazzate e possono permettersi denunce di diffamazione.
Ipocrisia, tonnellate di ipocrisia.
valentina ora giocano sull'incertezza e su interpreatazioni capziose della legge. una sentenza del tar leverebbe l'incertezza.
RispondiElimina@insorgere, se hai ragione vale la pena provare, nell'interesse di tutti e, se fosse possibile, in nome di tanti (ricorso collettivo). Facciamo una bella colletta e facciamo un ricorso collettivo per il primo/prossimo bando illegale che esce.
RispondiEliminaIo non mi fido più del tar, ne tanto meno del fatto che un'università rispetti la sentenza ma ci metterei cmq il mio contributo.
@ valentina
RispondiEliminasul collettivo, non è semplice perché può far ricorso solo chi è iscritto al concorso.
cmq io ci sono
Question accanimento sui profili non lo comprendo fino in fondo. Capisco ovviamente che questi vengano sfruttati per concorsi ad personam peró, provando a mettersi un attimo dall'altra parte, come dovrebbe fare un'universitá che abbia davvero bisogno di un profilo specifico o di un ricercatore che lavori su un progetto? Possibile che non si capisca che queste soluzioni tolgono competitività in maniera drammatica?
RispondiEliminaAssegni di ricerca.
RispondiElimina@ vladimir
RispondiEliminati ha risposto renzino.
cmq - piaccia o non piaccia - la legge proibisce i profili. la legge va rispettata.
tanto dovrebbe bastare
Sul fatto che la legge vada rispettata non ci piove. Però mi sento comunque in diritto/dovere di esprimere che si tratta di una legge stupida e dannosa. Se questa è la linea che si vuole seguire per il "merito" in Italia, stiamo freschi.
RispondiEliminasbagli vladimir. per le posizioni faculty - anche se temporanee - in nessun paese del mondo si bandisce su progetto.
RispondiEliminail td - sia a o b - è faculty, non è semplicmeente uno che deve svolgere un compito di ricerca. deve fare sia didattica, sia ricerca e anzi si può sostenere che la sua funzione primaria - agli occhi degli atenei - sia appunto quella di coprire la didattica.
in quest'ottica i profili sono una stupidaggine, servono solo a blindare i concorsi e riservare posti per gli amici degli amici.
peraltro se hai fondi per ricerche specifiche puoi bandire un assegno o un cococo, o anche la nuova figura del tecnologo td. insomma, le alternative ci sono
RispondiEliminaQuanti soldi per la ricerca a progetto ci sono in Italia?
RispondiElimina@ renzino
RispondiEliminabella domanda. credo che sia difficilissimo rispondere perché i fondi sono di varia provenienza
Quanti precari ci si possono pagare?
RispondiEliminaa naso 4/5 degli assegni e 2/3 dei td sono su fondi a progetto.
RispondiEliminapoi ci sono i cococo
ma dai che questo sistema di cui facciamo parte alla fine ci piace!!!
RispondiEliminaAltrimenti si farebbe qualcosa di serio per cambiarlo, no!!
Non voglio aprire una polemica sui profili però mi dovreste spiegare come si concilia essere a favore della chiamata diretta ma contro i profili. Inoltre non è assolutamente vero che da nessuna parte del mondo si bandiscono a progetto le posizioni faculty. La mia è stata bandita a progetto.
RispondiEliminaIl problema comunque è che serve anche una posizione accademica che si occupi di un progetto specifico, non è possibile delegare questa funzione unicamente agli assegni di ricerca ed ai cococo. Oltrei ai progettini di sei mesi/un anno esistono anche progetti di più ampio respiro. Giusto per dirne una uno starting grant dell'ERC riguarda un progetto complesso che dura cinque anni. Mi spiegate chi lo porterebbe mai in Italia con la consapevolezza di poterci far lavorare solo assegnisti e cococo? Per i cococo oltretutto serve pure l'approvazione specifica della Corte dei Conti e ci vogliono mesi per attivarne uno. é semplicemente ridicolo.
Il vero problema è che l'introduzione di regole e regoletteha com effetto principale il rallentamento di tutte le procedure burocratiche ed in ultima analisi rende l'Università italiana assolutamente non competitiva con il resto del mondo. Di soldi per la ricerca a progetto in Italia ce ne sono purtroppo troppo pochi. Bosognerebbe cercare di incrementarli ma di certo non si lavora in questo senso; pare che purtroppo non gliene freghi nulla a nessuno.
Togli le regole e regolette e ti ritrovi in due mesi con 50 Università di Siena anziché 1.
RispondiElimina@ valdimir
RispondiEliminasbagli di nuovo. se vinci un erc hai diritto a un td senza concorso, e quindi senza bisogno di profili
@insorgere
RispondiEliminapiù che di sbaglio si tratta di ignoranza in quanto tra le mille regole e regolate è facile perdersi quelle importanti. In ogni caso, hai diritto ad un TD senza concorso per il PI, giusto? E per il gruppo di ricerca come si farebbe? Da quello che capisco uno starting grant ERC andrebbe gestito da un TD e un gruppo di assegnisti e cococo; questo sarebbe il modo migliore per far ricadere il progetto nelle mani del barone di turno. Enorme incentivo ai possessori di questi grant a rientrare in Italia.
@renzino
si parla di regole e regolette per quanto riguarda il reclutamento e non andrebbero eliminate, solo semplificate e cercate altre vie per far emergere il merito. Credo sia virtualmente impossibile far emergere il vero merito attraverso l'impianto di regole di selezione. Bisogna fare cambiamenti che forzino un cambio di mentalità. Possibile non sia anche davanti ai vostri occhi il disastro in cui ci troviamo? Vi sembra che ogni volta che sono state proposte nuove regole abbiano funzionato? La realtà sotto gli occhi di tutti e che la reazione più diffusa alle nuove regole è il " me ne frego" con un corollario di ricorsi, cause che finiscono nel nulla dopo essere drate anni ed aver danneggiato principalmente i ricorrenti. Non capisco come si possa voler continuare su questa strada.
Qualcuno Saprebbe dirmi se nel 437 ci sono agevolazioni per il trasferimento di associati
RispondiElimina@ mitopap
RispondiEliminasi, mi pare di si.
@vladimir, si td per il PI. quanto al fatto che poi questi grants vengano usati dal baroname per gestire il tutto indirettamente non è una novità...
@insorgere
RispondiEliminail problema però è che la farraginosità delle procedure di reclutamento facilitano la vita ai baroni anziché complicarla. Più ingranaggi ci sono nel sistema più leve hanno dove attaccarsi. Facciamo un esempio, che è un pò il mio "sogno nel cassetto": vinco uno starting grant lavorando in un'Università estera e voglio sfruttare l'occasione per rientrare in Italia. In teoria il sistema tutto (con l'eccezione dei baroni invidiosi) mi dovrebbe stendere ponti d'oro; andiamo invece a vedere cosa succederebbe in pratica. Ho in tasca 500k euro l'anno di fondi per cinque anni con cui devo ovviamente svolgere un progetto di ricerca complesso. Nel mio campo, l'80% dei fondi andrebbero in spese di personale. Per quanto riguarda la mia posizione, potrei aspirare a diventare ricercatore a tempo determinato per x anni (non so bene quanti) a meno della metà dello stipendio che prendo attualmente all'estero, perché non c'è nessuna flessibilità sui salari. Mettiamo pure che mi stia bene, come faccio ad organizzare il gruppo di ricerca? Comincio a stipulare bandi per assegnisti e cococo? E se ho bisogno persone con più esperienza che faccio? Dico alla Commissione Europea che non potevo bandire per profili specifici e quindi il progetto è fallito? L'unica speranza che ho è purtroppo "rivolgermi" ai baroni, fare accordi trasversali di vario genere, insomma le classiche schifezze che vengono fatte ogni giorno per aggirare un sistema CHE COMUNQUE NON FUNZIONA. Rendendo i processi di reclutamento più macchinosi rendo il sistema ancora più lento ed impacciato ed in ultima analisi meno competitivo. Di questo dovrebbe fregarci qualcosa a tutti perché un sistema non competitivo alla fine muore e il TI diventa un miraggio sempre più lontano.
Proprio recentemente Profumo si è rammaricato che l'Italia prende in fondi Europei per la ricerca meno della metà di quanto spende. Tutto questo però senza prendere in considerazione il fatto che in realtà se si guarda alla quantità di fondi per ricercatore, l'Italia si colloca ad altissimo livello. Ma questo qualcuno ha provato a spiegarglielo? Provate poi a sommare i grant Europei presi dagli italiani che lavorano all'estero e vedrete che bella sorpresa.
V.
Inutile "prendersela con le regole" se poi mi scrivi che NON sono state applicate; e per questo bisogna, appunto, fare i ricorsi.
RispondiEliminaSe non ci fossero le regole farebbero i potacci che hanno fatto senza nemmeno rischiare il TARello.
Se vi incaponite con questo schema di ragionamento, continuate a non capire a cosa servono le regole, e perchè si fanno.
Insisto... me la prendo con le regole perché penso siano sbagliate. Questo non significa che predichi un'università senza regole. Propongo ALTRE regole, ma pur sempre regole che, convengo con te, sono assolutamente necessarie. Il problema è che si prosegue a mettere regole sbagliate che non fanno altro che ingessare il sistema. Qualche messaggio fa mi pare proponessi un membro di commissione in più che vigilasse sul metodo del concorso. Ecco questo mi sembra il classico esempio di regola aggiuntiva dannosa. Questo commissario addizionale è semplicemente una persona in più, corruttibile come gli altri, anzi di più se gli si dà più potere. Siamo il paese dove fatta la regola si è subito al lavoro per trovare il metodo di aggirarla ed il modo lo si trova SEMPRE, a meno di far parlare i fatti. Si fissano degli obiettivi (chiari! per esempio separando le carriere di chi insegna da quelle di chi fa ricerca). Ogni due anni si guarda ai prodotti.. Chi non produce va mandato via o almeno seriamente limitato. Possibile che sia così difficile da fare? O forse alla fine pochi lo vogliono? Che percentuale di ricercatori/professori in Italia viene "confermata"? Quanti lo meritano? Già questa proporzione dice tutto del problema.
RispondiEliminaV.
http://www.ateatro.org/mostranotizie2.asp?num=139&ord=40
RispondiEliminaa proposito di ricorsi....
Segnalo che il SECS-Team ha organizzato una sottoscrizione pubblica per finanziare le spese legali del terzo ricorso al Tar di Ilaria. L'indirizzo per donare è: www.soccorsoconcorso.org.
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