In merito ai contenuti del " PROMEMORIA PER IL MINISTRO ON. LE MARIASTELLA GELMINI IN OCCASIONE DELL’INCONTRO CON LA GIUNTA DELLA CRUI " del Luglio u.s., l'APRI prende atto della ridicola capriola dell'associazione dei rettori che dopo aver cavalcato a suon di dichiarazioni ufficiose le battaglie contro la Riforma Gelmini in contrasto con il proprio presidente Decleva (leggasi resoconto dell'incontro CRUI 25 Novembre ad opera del Prof. Mastino), si pone ora in una condizione di assoluta deferenza nei confronti del Ministro Gelmini arrivando a pietire richieste che, se accolte, stravolgerebbero il senso stesso della Legge 240/2010 e quel poco di buono in essa contenuto.
Bersagli delle richieste della CRUI, sarebbero ovviamente gli studenti e i ricercatori precari, uniche categorie non rappresentate da alcuna delle corporazioni sindacali ammesse nei salotti e pertanto non degne di alcuna considerazione da parte dei veri "baroni" universitari.
Tra le richieste contenute nel promemoria APRI denuncia con forza:
- Punto 2.a); la richiesta di abolizione del vincolo del 50% di posti RTD da bandire sulle risorse liberate dai pensionamenti. Già oggi con questo vincolo le proiezioni sul reclutamento futuro di nuovi RTD forniscono un quadro assolutamente insufficiente ad arginare il picco dei pensionamenti che sta investendo l'Università italiana, portando da qui a 5 anni ad una drastica riduzione del personale con serie ripercussioni sulla ricerca e sulla didattica: l'abolizione del vincolo comporterebbe l'utilizzo esclusivo dei pensionamenti per gli scatti di carriera degli attuali ricercatori e professori già strutturati, azzerando in sostanza il reclutamento di nuovo personale. Interesse della CRUI è evidentemente quello di spingere per un Università costituita esclusivamente da poche persone tutte all'apice della loro carriera.
- Punto 2.d); la richiesta di abolizione del vincolo del 20% del FFO come massimo della contribuzione studentesca. Questo vuol dire lasciare liberi gli atenei di aumentare le tasse di iscrizione degli studenti universitari. In questo modo a fare le spese dei tagli governativi al comparto della ricerca universitaria saranno gli studenti e le loro famiglie. Ancora una volta, non trovando il coraggio di porre in atto misure estreme per contestare le politiche economiche del governo, la CRUI preferisce inchinarsi al ministro utilizzando gli studenti come inginocchiatoio;
- Punto 2.f); la richiesta di un aumento dei finanziamenti delle università non statali. A fronte di politiche economiche che stanno portando alla crisi del concetto stesso di Università Pubblica, la CRUI chiede di aumentare i finanziamenti alle università non statali. Possiamo dire che la crui ha una politica molto attenta al bene pubblico: si lasciano libere le università di aumentare le tasse universitarie e poi si chiede al governo un aumento dei contributi statali alle universita’ private! Non crediamo ci sia bisogno di commenti al riguardo.
- Punto 4); le assurde richieste dell'abolizione dell'obbligo della retribuzione dei ricercatori per la didattica, di ripristino di tutte le forme di contrattualizzazione precaria parasubordinata e di reintroduzione della possibilità di affidare gratuitamente le docenze. Questo punto svela il progetto della CRUI sopra citato: se il combinato disposto dell'applicazione della L.240/2010 e delle ricadute universitarie dei provvedimenti economico-finanziari del governo fanno prevedere un'università futura con un organico estremamente ridotto e con una capacità di ricerca e di erogazione di offerta didattica seriamente messa in crisi, la CRUI pensa di poter arginare questa situazione utilizzando il precariato come ammortizzatore. L'università del futuro, per la CRUI, sarebbe costituita da un piccolo nucleo di oligarchi strutturati all'apice della loro carriera, intenti a gestire e a spartirsi i pochi finanziamenti rimasti, mentre ricerca e didattica verrebbero portati avanti dall'esercito di precari sottopagati e senza diritti, con buona pace del futuro del nostro paese.
In considerazione di tutto ciò, l'APRI si pone in assoluto contrasto con queste richieste rendendosi disponibile a qualunque iniziativa volta ad arginare le azioni di un'associazione corporativa NON DEMOCRATICA perché NON RAPPRESENTATIVA di nulla.
Bersagli delle richieste della CRUI, sarebbero ovviamente gli studenti e i ricercatori precari, uniche categorie non rappresentate da alcuna delle corporazioni sindacali ammesse nei salotti e pertanto non degne di alcuna considerazione da parte dei veri "baroni" universitari.
Tra le richieste contenute nel promemoria APRI denuncia con forza:
- Punto 2.a); la richiesta di abolizione del vincolo del 50% di posti RTD da bandire sulle risorse liberate dai pensionamenti. Già oggi con questo vincolo le proiezioni sul reclutamento futuro di nuovi RTD forniscono un quadro assolutamente insufficiente ad arginare il picco dei pensionamenti che sta investendo l'Università italiana, portando da qui a 5 anni ad una drastica riduzione del personale con serie ripercussioni sulla ricerca e sulla didattica: l'abolizione del vincolo comporterebbe l'utilizzo esclusivo dei pensionamenti per gli scatti di carriera degli attuali ricercatori e professori già strutturati, azzerando in sostanza il reclutamento di nuovo personale. Interesse della CRUI è evidentemente quello di spingere per un Università costituita esclusivamente da poche persone tutte all'apice della loro carriera.
- Punto 2.d); la richiesta di abolizione del vincolo del 20% del FFO come massimo della contribuzione studentesca. Questo vuol dire lasciare liberi gli atenei di aumentare le tasse di iscrizione degli studenti universitari. In questo modo a fare le spese dei tagli governativi al comparto della ricerca universitaria saranno gli studenti e le loro famiglie. Ancora una volta, non trovando il coraggio di porre in atto misure estreme per contestare le politiche economiche del governo, la CRUI preferisce inchinarsi al ministro utilizzando gli studenti come inginocchiatoio;
- Punto 2.f); la richiesta di un aumento dei finanziamenti delle università non statali. A fronte di politiche economiche che stanno portando alla crisi del concetto stesso di Università Pubblica, la CRUI chiede di aumentare i finanziamenti alle università non statali. Possiamo dire che la crui ha una politica molto attenta al bene pubblico: si lasciano libere le università di aumentare le tasse universitarie e poi si chiede al governo un aumento dei contributi statali alle universita’ private! Non crediamo ci sia bisogno di commenti al riguardo.
- Punto 4); le assurde richieste dell'abolizione dell'obbligo della retribuzione dei ricercatori per la didattica, di ripristino di tutte le forme di contrattualizzazione precaria parasubordinata e di reintroduzione della possibilità di affidare gratuitamente le docenze. Questo punto svela il progetto della CRUI sopra citato: se il combinato disposto dell'applicazione della L.240/2010 e delle ricadute universitarie dei provvedimenti economico-finanziari del governo fanno prevedere un'università futura con un organico estremamente ridotto e con una capacità di ricerca e di erogazione di offerta didattica seriamente messa in crisi, la CRUI pensa di poter arginare questa situazione utilizzando il precariato come ammortizzatore. L'università del futuro, per la CRUI, sarebbe costituita da un piccolo nucleo di oligarchi strutturati all'apice della loro carriera, intenti a gestire e a spartirsi i pochi finanziamenti rimasti, mentre ricerca e didattica verrebbero portati avanti dall'esercito di precari sottopagati e senza diritti, con buona pace del futuro del nostro paese.
In considerazione di tutto ciò, l'APRI si pone in assoluto contrasto con queste richieste rendendosi disponibile a qualunque iniziativa volta ad arginare le azioni di un'associazione corporativa NON DEMOCRATICA perché NON RAPPRESENTATIVA di nulla.
Decisamente negativa questa presa di posizione della CRUI: non mi sembrava che alcuna di queste richieste [almeno in questa forma] stesse nelle osservazioni alla 240 quando era ancora in itinere.
RispondiEliminaStanno insomma sperimentando nei fatti l'acqua alla gola, oggidì, e perdipiù devono punire quelli che si erano ribellati l'anno scorso come gli indisponenti della R29A.
oltre a quanto già osservato faccio notare che è assurdo chiedere una sostanziale e massiccia revisione della legge oggi, è da poco entrata in vigore e ancora non è del tutto applicata.
RispondiEliminala verità è che i rettori vogliono soddisfare le loro clientele elettorali. per farlo vogliono mano libera per chiamare tutti gli associati e gli ordinari che vogliono (e quindi chiedono l'eliminazione delle quote) e per compensare ai buchi nella didattica e le spese previste per le progressioni di carriera sognano di ritornare alla didattica gratuita.
veramente una strategia lungimirante: promozioni per tutti e didattica gratis, è proprio così che si rilancia il sistema....
come scrive Tomassini in lista CPU, questi vogliono regnare sulle macerie che rimarranno dell'Università pubblica...
RispondiEliminamah, sento i commenti di insorgere e trasecolo per i livore brunettiano. Che alle soglie del 2012 i rettori chiedano di assumere gente che ha vinto un concorso bandito nel 2008 (!) non significa "soddisfare le loro clientele elettorali". Ma significai preservare uno stato di diritto. Citatemi un caso analogo nel mondo comparabile a quello italiano.
RispondiElimina@ gennaro
RispondiEliminanon chiedono di assumere, chiedono di promuovere. il numero dei dipendenti resta lo stesso, l'offerta didattica resta la stessa, solo i costi aumentano.
inoltre chi ha vinto l'idoneità non ha ottenuto un post, né ha ottenuto un diritto ad un posto. solo di idoneità si tratta, per lo più nel 99% dei casi si tratta di strutturati che vogliono passar di grado, non di poveri precari
@ insorgere
RispondiEliminai rettori non riescono ad assumere nemmeno gli idonei interni e chiamati, il che è veramente assurdo: è a loro che si riferiscono in prima battuta. Il loro "diritto a un posto" era garantito dal bando.
Eppoi, non facciamo confusione. Nel sistema universitario la parola "promozione" non ha alcun senso. Tanto è vero che la legge sul turn over vieta di "assumere" ed è quella che frena il passaggio di fascia per i docenti interni.
sono de facto promozioni.
RispondiEliminain ogni caso resta quanto ho scritto: aumentano i costi, ma non aumenta il personale né l'offerta didattica. in che modo ciò è da considerarsi ragionevole, tanto più in vista delle prossime massicce ondate di pensionamento?
se dessimo mano libera ai rettori avremmo università di soli ordinari, pochi, che comandano a bacchetta legioni di precari sottopagati.
RispondiEliminanon è questa la via per la modernizzazione
@Gennaro
RispondiEliminala smettiamo di utilizzare il verbo "assumere"?
Un RTI che "diventa" PA o un PA che diventa PO non sono de facto "assunti" dall'università visto che facevano parte dell'organico anche prima.
Le "assunzioni" sono solo quelle relative a gente che prima era fuori (precari) e che dopo la chiamata prende servizio.
I rettori vogliono abolire il vincolo del 50% dei pensionamenti da utilizzare per le ASSUNZIONI in modo da poter usare tutti i punti organico disponibili per gli "scatti" da RTI a PA e da PA a PO.
Come dice Insorgere, ai rettori non importa assolutamente nulla dello spopolamento dell'università: l'importante è che chi rimane (che corrisponde a chi è già dentro) nel frattempo raggiunga le vette della carriera, tanto a fare ricerca e didattica ci penserebbero (gratuitamente e senza diritti) i precari
@Insorgere - avevi proprio ragione, slitta tutto a settembre (se non oltre) la finalizzazone del decreto ministeriale sulle abilitazioni, il primo passo verso i concorsi nazionali che dovrebbero riaprire le 'assunzioni' e 'promozioni' nell'accademia italiana. Ma da quant'e' che hanno bloccato il ricambio? 5 anni oramai?
RispondiEliminaCon la deferenza di chi si approssima al trono del regnante con il cappello in mano, i rettori italiani ricordano al ministro di avere appoggiato una riforma che gli attribuisce poteri spropositati e in cambio chiedono il ripristino del fondo ministeriale (Ffo) che nel 2012 diminuiranno di altri 300 milioni di euro. Gli atenei saranno costretti ad aumentare le tasse e gli studenti rischiano di non ricevere 100 milioni dal diritto allo studio, «un fondo in pratica azzerato per il prossimo biennio». E poi un pensiero va ai privati: «Non può passare sotto silenzio il taglio superiore al 50 per cento alle università non statali».
RispondiEliminaLa scena non è nuova. Già un anno fa, la Crui parlò senza successo all'orecchio sordo di Tremonti (cioè Gelmini) per ottenere il ripristino del fondo. Oggi fa intendere di essere pronta all'intollerabile: dirottare i fondi sopravvissuti ai tagli di Tremonti non all'assunzione dei giovani ricercatori, ma alle progressioni di carriera degli strutturati. I nullafacenti RTI e PA che vogliono essere promossi! In cambio di ciò i rettori si dicono pronti a "costringere" i 27 mila RTI a farli lavorare gratis nei corsi non obbligatori. Nell'offerta speciale sono previste docenze gratuite per tutti e nuovi co.co.co. per la plebe dei precari. L'arroganza che traspira da questo documento è l'ultima delle barricate che il 5 per cento dei baroni ha eretto contro il 95 per cento che vive nell'università. Ma quando scatterà l'ora della caccia all'ermellino?
c'è troppa puzza di ermellino ...
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/27SID3044.PDF
RispondiEliminaprimi effetti richieste crui...
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/27SIX3021.PDF
RispondiEliminatagli ai dottorati
@lassie
RispondiEliminavabbè, non c'è più sordo di chi non vuol sentire. Qualunque funzionario dell'Ufficio Docenti della tua Università può spiegarti che tecnicamente, per ogni persona già in ruolo nell'Università la nuova presa di servizio corrisponde a una cessazione del ruolo precedente e ad un'assunzione nel nuovo ruolo. A questo peraltro serve un concorso pubblico: se gli scatti fossero automatici come per la magistratura non ce ne sarebbe bisogno e avresti ragione tu.
E se fosse come dici tu, non si capirebbe perché il "blocco delle assunzioni" riguarda anche persone già strutturate.
Detto questo, è ovvio che le risorse sono principamente da impegnare per i neoassunti. Ci mancherebbe altro, e sarebbe criminale non farlo.
@Gennaro
RispondiEliminatecnicamente hai perfettamente ragione tu.
io sostengo che "de facto", la presa di servizio come PO di un ex-PA è una PROMOZIONE e non un'assunzione.
Tant'è che l'organico non cambia di una virgola.
Tu parli di "stato di diritto"; sapendo bene come hanno sempre funzionato i concorsi e i criteri con i quali i posti a bando sono stati distribuiti in questo o quel SSD, in questa o in quella facoltà, a me tutto viene in mente tranne che la parola "diritto".
Se di "diritti" vogliamo parlare, allora pretenderei che in una situazione come quella che va delineandosi, non il 50%, ma il 99% dei proventi derivanti dai pensionamenti fossero destinati ad un reclutamento straordinario su base meritocratica dei precari sui quali gli strutturati hanno campato per anni.
In tempi di magra, gli associati rimanessero associati a vita e non rompessero i coglioni.
"In tempi di magra, gli associati rimanessero associati a vita e non rompessero i coglioni."
RispondiEliminaLa discussione è scesa piuttosto in basso. Ma perchè la CRUI dovrebbe promuovere tutti? Ma quando mai i rettori hanno manifestato simili idee? Non sono soggetti che fanno qualcosa per niente.
Il rischio serio è quello di ridurre l'università italiana ad un neanche super liceo con l'organico congelato a meno di qualche migliaio di slittamenti (impercettibile considerando i pensionamenti).
Al momento all'orizzonte non c'è niente di più delle chiamate degli attuali idonei (2000? PA+PO) e l'espletamento degli ultimi concorsi di RTI. La contrazione del FFO sarà accompagnata dai pensionamenti e sono molto scettico sulle abilitazioni. I tempi sembrano enormemente dilatati e Tremonti, Gelmini e CRUI non mi sembrano i soggetti in grado di determinare un'inversione di tendenza. Per le operazioni di cui parlate i soldi non ci sono (tenete presente che anche gli stipendi saranno fermi fino al 2014 compreso). Se qualcuno, con coraggio, non ce li mette, non si fa nulla.
@ claudio
RispondiEliminama hai letto il documento crui?
chiedi perché dovrebbe promuovere tutti. ebbene guardati un po' come hanno speso le risorse nel corso degli anni novanta. quasi tutte promozioni...poi hanno smesso perché son state introdotte le quote. se le tolgono è la fine.
@ insorgere
RispondiEliminaBeh, oddio, devi guardare su un periodo corretto.
Quanti ricercatori ci sono oggi?
Quanti ce n'erano dieci anni fa?
I rapporti numerici PO:PA:RU?
Nel Cdm attualmente in corso la poverina ripresenta dopo 6 mesi il regolamento dell'abilitazione
RispondiEliminamah, vedremo che testo presenta e - sopratutto - cosa dirà la cdc
RispondiEliminaSe non ricordo male negli anni 90 ci sono state due mandate concorsuali nazionali (92 e 98) per idoneità a numero chiuso a PA e PO. Quelli fra le altre cose erano veri concorsi in quanto le sedi erano prestabilite e se uno rinunciava perdeva anche l'idoneità. Nello stesso decennio sono state create diverse migliaia di nuovi posti di RTI. La casta in quel decennio ha impedito di legiferare in favore del sistema universitario. Poi è arrivato Berlinguer che con le due riforme, corsi e reclutamento, ha dato pieni poteri alla casta. Non c'è il due senza il tre. Anche il prossimo decennio sarà dominato dalla casta.
RispondiEliminaA giudicare dal piuttosto dettagliato resoconto del cdm odierno, quella del delinquente e della sua pasionaria E' STATA L'ENNESIMA PRESA PER IL CULO.
RispondiEliminaDel regolamento dell'abilitazione, citato nel programma come uno dei punti all'ordine del giorno (che grottescamente si può tuttora leggere nello stesso sito del governo), NON SI E' MINIMAMENTE PARLATO.
Insomma, as always, adelante sì, ma con (tanto) juicio
@marco
RispondiEliminaConsiglio dei Ministri n.147 del 28/07/2011
Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti:
su proposta del Ministro dell’istruzione, Gelmini:
Il secondo decreto è un regolamento che mira a raggiungere un criterio di selezione altamente qualificato rispetto alle procedure espletate negli anni accademici precedenti all’entrata in vigore della legge delega, nonché un elevato grado di preparazione e di competenza dei professori universitari, in linea con i parametri e gli standard europei. Sul testo sono stati acquisiti i pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari.
Sì, l'avevo letto. Ma parlassero come mangiano...
RispondiEliminaQuella pappardella starebbe per "regolamento dell'abilitazione nazionale"?
Probabilmente hai ragione. E' come far passare una lattina per "sfavillante involucro dall'avveniristico design e dalla impeccabile funzionalità"...una buffonata che, considerati i tipi, sicuramente ci può stare
@ Marco, ci stai facendo du... -O-O-
RispondiEliminainvece, parlando di cose serie, deve ora ripassare al CdS ?
deve passare dalla corte dei conti
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/28SIG4077.PDF
RispondiEliminagli atenei sperano (forse hanno informazioni che a noi mancano) che le quote siano presto superate.
nostro dovere è batterci affinché ciò non avvenga
un nuovo polo universitario, se ne sentiva proprio il bisogno....
RispondiEliminahttp://www.istruzione.it/web/ministero/cs280711ter
e dove si trova Edolo?! Scusate l'ignoranza!
RispondiEliminahttp://www.maplandia.com/italy/lombardia/brescia/edolo/
RispondiEliminain culo ai lupi
http://www.istruzione.it/web/ministero/cs280711bis
RispondiEliminaaltro accordo con una regione. sarebbe una buona notizia, peccato che - guarda caso - sti accordi tra miur e regioni (e i conseguenti finanziamenti) vadano solo alle regioni governate dalle destra...
ah, cazzo, meno male. Dopo insubri, sanniti, tusci e neo-greci, non dare almeno un polo universitario anche ai camuni sarebbe stata vera e propria discriminazione razziale. Polo universitario che come tutti gli altri in italia, nonostante ci siano quasi solo atenei del cazzo, si autodenomina "centro d'eccellenza".
RispondiEliminaFanculo le vacche magre; attendo con impazienza analoga mobilitazione di sabini, cenomani, dauni e leponzi...
sa tanto di marchetta pagata al rettore decleva per aver appoggiato la riforma...
RispondiElimina@ renzino
RispondiEliminacosa sai dirmi delle procedure di reclutamento di pa per le università private? hanno più margini di manovra delle statali?
in particolare ti chiederei lumi sul recente bando per chiamata di PA presso l'IMT di lucca. il bando contiene un profilo dettagliato che, ai sensi della legge, sarebbe illegittimo. ammesso però che quelle norme si applichino anche ai privati.
attendo chiarimenti, grazie
apprendo dal sito miur che ieri è stato trasmesso alle Camere per il parere delle competenti Commissioni parlamentari, il decreto interministeriale che detta i criteri per l’utilizzo delle risorse destinate al piano straordinario per la chiamata di professori universitari di seconda fascia, in attuazione dell’art. 29, c. 9 della legge n. 240 del 2010.
RispondiEliminatradotto si tratta del decreto che regola la spesa delle risorse aggiuntive stanziate per sedare la protesta dei ricercatori. de facto sono posti riservati...qualcuno riesce a metter le mani sul testo?
@ibrini
RispondiEliminai 160 km a settimana che mi sbobbo dal 2005 sono a testimonianza del fatto che anche i Sabini sono stati da tempo accontentati...
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/29SII5172.PDF
RispondiElimina@ilbrini
RispondiEliminaIl polo è stato dato ai salassi non ai camuni.
excusez moi, ma come fa a partire l'abilitazione se i criteri per settore ancora non sono usciti (ci sono solo quelli CUN e ANVUR) e se, soprattutto, ancora non hanno riordinato i SSD?
RispondiElimina@ lassie
RispondiEliminainfatti non parte. tutta fuffa. hanno fatto il decreto sull'abilitazione, ma come noti giustamente tu questo non basta e ci voglino quelli sui settori concorsuali e sui criteri.
inoltre il decreto sull'abilitazione deve passare il vaglio della corte dei conti. ci sarà da ridere...
@ insorgere
RispondiEliminaSono in "vacanza italica" e quindi per Agosto non riesco a seguire bene il blog.
Comunque in linea generale le Università c.d. "private" italiane sono giuridicamente uno strano ibrido, sottoposto in parte a regole uguali altre altre Università (statali/pubbliche) e in parte no. Ad esempio, sono comunque classificate "enti pubblici" in quanto facenti parte del sistema pubblico della formazione e dell'istruzione, definito da Costotuzioni e leggi. Gli insegnanti, nello svolgimento di pubbliche funzioni (in particolare esami) sono definiti funzionari pubblici tout cort (e.g. questioni riguardanti falsificazioni di esami/commissioni di laurea, ecc).
Questo non deve sorprendere - è così in tutto il mondo (per via dei discorsi teorici che faccio spesso sul mio blog) - modulo la diversità dei sistemi giuridic (in particolari i sistemi a diritto comune vs. diritto civile), però il punto è definire cosa è sottoponibile a regime di interesse generale e cosa meno.
Pertanto anche per il reclutamento vi sono elementi comuni ed elementi non comuni (risposta non soddisfacente, lo so, ma vedro' di tornarci).
ok, aspetto una risposta sul punto.
RispondiEliminagrazie
attenzio'! attenzio'!
RispondiEliminainsorgere, hai perso la scommessa!!!
La Poverina ha fatto come dicevo io, ha portato oggi al CdM il testo definitivo del Regolamento abilitazioni
http://www.palazzochigi.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=64502
Naturalmente non avremo la fortuna di leggerlo fino a che qualche Leakers non ce lo avrà ciucciato - per ora vede andare al Colle, e poi alla Corte dei Conti...
Inoltre ha portato anche il famoso decreto d.lgs. su "qualità ed efficienza" (in versione preliminare)
http://www.palazzochigi.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=64501
cui facevo cenno anch'io sul mio blog quale tassello mancante per la valutazione
http://cronaca.anvur.it/2011/07/i-primi-passi-dellanvur.html
Buon Agosto a tutti i Leakers, eventualmente fatemi sapere...
@Renzino
RispondiEliminaInsorgere non ha perso nessuna scommessa: l'abilitazione NON PUO' partire fintanto che non vengono riordinati i SSD e non esce il DM con i requisiti minimi per settore.
Ancora ieri (e dire che siamo a fine Luglio) si udivano telefonate interatenei tra prof. che contestavano criteri CUN e ANVUR, figurati tu...
bisogna darci un'occhiata!
RispondiEliminaIl DM con i nuovi settori concorsuali (se non mi sono a un certo punto perduto nel conteggio, dovrebbero essere 190) c'è, da poche ore lo si può leggere nel sito MIUR; in agosto sarà in G.U.
RispondiEliminaSecondo la Pacelli di "Italia oggi" il discorso sarebbe chiuso anche per il regolamento dell'abilitazione, approvato ieri in Cdm. SIAMO SICURI CHE DEBBA ESSERE SOTTOPOSTO AL VAGLIO CONCLUSIVO DELLA CDC? Non è che il nano, sempre creativo nel suo rapporto con la legge, stavolta glielo fa saltare?
Di certo, comunque, manca il decreto coi requisiti minimi. Ma c'è aria che esca entro fine settembre-inizio ottobre
Guardate alla sostanza.
RispondiElimina1) DOVETE CHIDERE IL DIVIETO DI ATTRIBUIRI CONTRATTI DI INSEGNAMENTO AI PROFESSORI IN PENSIONE.
Se non ottenete questo tutto il resto e' inutile.
Troverete sempre uno stuolo di pensionati d'oro disponibili a sostituirvi GRATIS in cambio di un ufficio in università.
@Marco
RispondiEliminaGrazie per il link al DM!
Vorrei sapere però secondo la Pacelli con quali criteri verrebbe data o meno l'abilitazione per ciascun SSD: quelli suggeriti dal CUN? quelli ripresi dall'ANVUR? quelli inventati a capocchia dalle commissioni?
Senza quel DM l'abilitazione non può ovviamente partire.
@ lassie
RispondiEliminaI criteri ovvero i requisiti minimi devono appunto essere indicati in un decreto che deve ancora uscire, e prima che esca l'abilitazione non potrà partire. Una sintesi fra la proposta Cun (e Cepr) e quella Anvur è assolutamente impossibile. il MIUR dovrà scegliere fra le due, oppure applicare la Anvur a certe aree e la Cun a certe altre (sempre che un simile patchwork possa poi superare il vaglio del Cds)
la risposta di marco è perfetta.
RispondiElimina@ renzino
come ti hanno spiegato no ho perso nulla. ancora ci sono diversi step prima che possano partire le abilitazioni. inoltre non darei per scontata l'approvazione da parte della corte dei conti (@ marco, si siamo sicuri che debba passare dalla cdc)
@ non precario con amici precari
la legge pone un limite del 5% alle docenze a contratto. questa è già una buona garanzia
Attenzione, ragazz*!
RispondiEliminaC'è il decreto sui settori concorsuali:
http://attiministeriali.miur.it/anno-2011/luglio/dm-29072011.aspx
Buone vacanze a tutt*!
Ottimo, direi stupendo!!!
RispondiEliminaHanno creato il settore: 02/A1 facendo un .and. logico degli SSD/01-SSD/04.
Sono stremamente felice!!! e' da tempo che facevamo pressioni in tal senso!
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/07/29/numeri-e-percezione-dell’universita-italiana/148681/
RispondiEliminaCar
RispondiEliminahttp://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/parametri-di-valutazione-discutiamo-di-numeri
RispondiEliminal'ultimo articolo si schiera a favore della mediana dell'Anvur, ma fa un esempio che prova perfettamente quello che dicevo contro di essa: gli ordinari di Gastroenterologia hanno come mediana 19 quelli di Filosofia Morale 2. Per i secondi sarà molto più facile il semplice accesso al concorso, dei primi. Questa disparità a mio avviso appianata.
RispondiElimina@ Gennaro, la mediana (comunque per filologia si applicheranno sicuramente, come per tutti i settori umanistici, criteri piu' elaborati) tiene conto appunto del settore. I gastroenterologi che hanno h-index alti dovranno superare la mediana degli associati del loro settore, cioe' avere un h-index piu' alto di quello della meta' di tutti gli associati del settore. Mi pare un criterio abbastanza selettivo e che mira ad incrementare nel tempo la produttivita' di un settore. Certo non puo' essere tenuto per sempre come criterio, ma di certo un 15-20 anni di tale criterio non sarebbe male.
RispondiEliminariguardo al riordino dei settori concorsuali cosa significa quel decreto? Mi spiego meglio: il mio settore è stato unito ad un altro, ciò significa che gli strutturati che attualmente stanno in quel settore ora faranno parte automaticamente dell'unico settore con il mio o possono scegliere di aderire ad un altro settore (come avevano dichiarato di voler fare)? Nel primo caso sarebbe una bella inculata perchè il mio settore in facoltà passerebbe da 5 elementi a 9 e ciò andrebbe in tasca ai precari perchè ci sarebbe la scusa di altri settori rimasti piccoli per dire beh voi avete già tanti elementi..non vi si danno altri posti!
RispondiElimina@ gennaro
RispondiEliminai settori sono diversi, mi pare evidente. gli abilitandi devono testimoniare una produzione congrua allo standard del loro settore, anche questo mi pare lapalissiano.
nel settore delle pere devi dimostrare di essere una pera, e non ci vedo nulla di male. sarebbe assurdo il contriario, cioè sarebbe assurdo se dovessi dimostrare di essere una mela....
peraltro già adesso è così: nel mio settore - m-sto/04, storia contemporanea - i trentenni hanno mediamente più pubblicazioni di colleghi di un settore vicino -m-sto/01, storia medievale. è ovvio che un contemporaneista dovrà avere pubblicazioni parametrate a quelle dei contemporaneisti. già oggi i concorsi da RTI per contemporaneisti vedono vincere persone con 3 monografie (in media), mentre quelli per medievisti vedono vincere persone con 1 monografia (in media).
siete andati tutti a letto? nessuno sa dirmi se chi è già strutturato in un settore fuso ad un altro ha l'obbligo di starci o no?
RispondiElimina@ siberia
RispondiEliminafacciamo chiarezza: i settori concorsuali NON annullano gli ssd.
i primi contano solo ai fini delle abilitazioni e dei concorsi.
per la didattica ecc. contano i settori scientifici disciplinari soliti.
inoltre si può naturalmente optare per lo spostamento ad altro settore concorsuale, nel caso è necessario fare motivata richiesta al cun cui segue - qualora il cun approvi - passaggio burocratico presso il senato accademico.
grazie insorgere, facevo confusione. buonanotte!!!
RispondiEliminainvito tutti i precari a scrivere al MIUR per contestare le immorali richieste della CRUI e ribadire con forza che le quote che regolano il turnover non vengano toccate. (vedere questo post per dettagli sulle odiose richieste CRUI).
RispondiEliminarettori e baronazzi si stanno muovendo, dobbiamo farci sentire!
scrivete a:
capo.segreteria.ministro@istruzione.it
oppure via fax: 06-9772-7673
il far differenza tra settori concorsuali (per il reclutamento e basati sull'effettiva attivita' di ricerca dei vari sottogruppi) ed SSD incertrati sull'attivita' didattica, potrebbe anche salvare il reclutamento italiano dando la possibilita', in linea di principio (ma tanto ancora si deve fare sul piano culturale) di bandire in modo aperto.
RispondiElimina@insorgere, @tutti
RispondiEliminaPer i colleghi emigrati che non hanno tempo, propongo una bozza per l'email di protesta da inviare a capo.segreteria.ministro@istruzione.it (e magari anche via fax allo +390697727673):
Buongiorno,
sono XXX, YYY presso l'Universita' ZZZ.
Essendo in diretto contatto con molti e talentuosi ricercatori italiani in ZZZ, colgo ad ogni incontro il loro crescente scoramento e la loro frustrazione quando si discute dell'Accademia italiana e delle sue chiusure verso i giovani non strutturati o emigrati.
In tale difficile contesto, le recenti richieste della CRUI sulla rimozione delle quote per il turnover risultano immorali perche', se accolte, trasformerebbero le suddette chiusure in una muraglia invalicabile. Vittime sarebbero il merito, la competitivita' del sistema accademico italiano e, in definitiva, il sistema-Paese nel suo complesso.
Mi auguro quindi che il MIUR colga il grido di allarme che ho voluto qui riportare, ed ascolti la voce di coloro che si oppongono tenacemente alle scandalose proposte della CRUI in tema di reclutamento.
Distinti saluti,
DIEGO ARMANDO MARADONA
@ insorgere
RispondiElimina... quanti mesi sono passati? Ma il blog RTI-Apristi è ancora desolatamente vuoto. Vedi che allora ho ragione io. Con la puzza di RTI non si può convivere, i RTI sono il nemico primo dei precari, perchè se si mangiano loro le risorse per diventare PA a noi cosa resta???
l'anvur difende la sua proposta
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/08/01SIL1023.PDF
Scusate ma mi riaffaccio al web dopo 3 giorni di break e vi trovo: 1. Due decreti ministeriali approvati all'ultimo CDM, fra cui quello delle abilitazioni nazionali a prof, che prima era dato per rimandato ad autunno; 2) Vari siti fra cui il vostro, che citano i DM del punto 1 ma del cui contenuto non si saprebbe (sul web) nulla, per ora; 3) In un articolo sul Sole 24 Ore un membro ANVUR fa un appello a tutti gli accademici che tengono al merito. Quindi il braccio di ferro ANVUR-CUN non è forse ancora concluso?
RispondiElimina@ mauro
RispondiEliminacerto che non è concluso. manca ancora all'appello il decreto sui criteri di valutazione, lì si gioca tutto. e per quello si aspetterà l'autunno.
quanto al decreto sull'abilitazione - che senza quello sui criteri resterà inoperativo - bisogna attendere il giudizio della corte dei conti. anche per quello c'è da aspettare l'autunno.
@ Mauro ed Insorgere,
RispondiEliminacome possiamo rispondere all'appello ANVUR? Rilasciamo una dichiarazione mezzo stampa?
Dal mio punto di vista piu' supporto diamo ad ANVUR in questo "braccio di ferro" meglio sara'.
@ insorgere
RispondiEliminaDi scommessa sulla versione definitiva del Regolamento abilitazioni eri tu che parlavi - e io ti ho seguito.
Che poi si debba attendere (1) il vaglio della Corte dei Conti, e (2) il decreto/regolamento sui criteri nessuno dubitava (già prima).
@ insorgere
RispondiEliminaChe i settori siano diversi lo sappiamo. Ma che gli abilitandi "devono testimoniare una produzione congrua allo standard del loro settore" lo dici tu, e l'ANVUR.
Se gli economisti e i sociologi italiani (per loro stessa ammissione, e per i dati sulle pubblicazioni - cfr. Sylos Labini) sono degli asini, non vuol dire che NOI, come interesse generale, dobbiamo accettare un sistema di abilitazione che dichiari Abili alla Docenza degli "asini più giovani".
Lo standard dovrà essere sempre comparabile, fra i vari settori.
@ renzino
RispondiEliminama dai, e come compari la produzione di un filosofo con quella di un biologo.
garantire che i nuovi ingressi abbiano una produzione superiore alla mediana del settore di riferimento peraltro permette di aumentare, in linea tendenziale, il livello generale
@ renzino
RispondiEliminaaspetto ancora una risposta sulla questione dei concorsi da pa nelle uni private, e in particolare sulla questione dei profili
thx
@ insorgere
RispondiEliminaA noi interessa dichiarare abili quelli che, in base a riferimenti - in questo caso sì, anche internazionali - posseggano quelle competenze e quella maturità scientifica che siano riconoscibili a tal fine.
Ripeto, se gli economisti italiani attuali sono scarsi di per loro, perchè tu vorresti mettere un'asticella bassa per gli abilitandi di quel settore?
Riflettere su tutti questi argomenti e sulla "comparabilità" fra diversi settori costituisce appunto il motivo per cui abbiamo messo in piedi quest'ambaradan di norme, procedure, ANVUR, ecc., e per far funzionare la cosa servono appunto studi e ricerche apposite, come si fa nei Paesi seri.
http://www.unipi.it/ateneo/governo/regolament/commission/statuto.pdf
RispondiEliminanuovo statuto pisa, uno dei più "democratici" e aperti ai precari, grazie anche il ruolo fondamentale svolto dal rappresentante dei precari stessi.
@ renzino
bene, ma a criticare siamo bravi tutti. sai offrirmi un modello migliore da applicare ORA e non tra 20anni, dopo approfonditi studi e ricerche?
@ insorgere
RispondiEliminaCertamente fissare valori assoluti e non mediane è già "un modello migliore".
Lungi comunque da quello che è necessario.
Le obiezioni di Renzino sono facilmente superabili.
RispondiEliminaBasta accettare il modello dell'ANVUR fermo restando il fatto che i candidati abbiano preliminarmente soddisfatto i criteri minimi del CUN (e pure del CEPR).
Insomma, non vedo proprio dove sia il problema, se non nella forma.
si, credo che quella di mino sia una buona soluzione.
RispondiEliminadel resto - almeno nel mio settore e in quelli affini - non riesco a immaginare che si possa essere sopra la mediana senza aver soddisfatto i criteri cun.
@ renzino
RispondiEliminavalori assoluti? e come li definisci?
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/08/02SIdU2050.PDF
RispondiEliminal'amabile flavia denuncia il fatto che i bandi per td sono fatti sui vecchi settori e non pubblicati sul sito del miur. finalmente qualcuno se ne è accorto, magari anche grazie alle nostre segnalazioni...
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/08/02SII2016.PDF
intervista al d.g. livon sui concorsi td. tra l'altro si segnala equivoco sui profili, livon non ha capito la domanda o non si ricorda quanto specifica la legge: si possono indicare profili ESCLUSIVAMENTE riportando ssd, non altro...
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/08/02SII2015.PDF
alla ripresa di settembre, quando siamo tutti meno stanchi, cominciamo il censimento certosino delle minchiate fatte sui bandi RTD e facciamo un bell'articoletto da diffondere a mezzo stampa.
RispondiEliminapoi però chiediamo di essere assunti al MIUR come consulenti d'ufficio, eccheccazzo...
right lassie...se non ci fossimo noi...certo che le affermazioni di livon che dice di non sapere dei bandi fan venire il latte alle ginocchia, che ci vuole a guardarsi la g.u.?
RispondiEliminaLe prime reazioni ... quella dell'Università di Bologna:
RispondiElimina--------------
PRECISAZIONE IN MERITO ALL’ARTICOLO COMPARSO SUL QUOTIDIANO “LA STAMPA”
In relazione all’articolo dal titolo “Università, caos concorsi sui siti” a firma Flavia Amabile, pubblicato in data 2 agosto 2011 sul quotidiano La Stampa a pag. 18, l’Università di Bologna precisa quanto segue
Nessun caos su alcun concorso. L’Università di Bologna ha deliberato 14 nuovi concorsi per ricercatore a tempo determinato nell’ambito della ricerca industriale. Si tratta di profili molto specifici: nessuno di questi avrà infatti responsabilità didattiche o di attività assistenziale, né esiste alcuna futura programmazione su queste posizioni (tenure track).
L’Ateneo ha bandito finora i concorsi da ricercatore a tempo determinato sulla base dei Settori scientifico disciplinari tuttora esistenti e vigenti; solo il 29 luglio è stato emanato il Decreto ministeriale – che deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale per essere efficace - che ha individuato i nuovi Settori concorsuali.
Fin dallo scorso mese di aprile l’Ateneo ha preso contatti con l’ente che cura la gestione delle pagine web del Ministero, venendo così a conoscenza del fatto che anche la pubblicazione sul sito dell’UE deve avvenire per il tramite del MIUR.
Il MIUR, tramite e-mail, ha poi reso noto di non essere ancora pronto per questi adempimenti.
Il bando è stato quindi regolarmente pubblicato sul Portale di Ateneo.
In merito poi all’ultimo bando per il Settore scientifico disciplinare ING-INF/01, l’Ateneo ha trasmesso al Ministero, il 26 luglio stesso, tutti gli elementi utili per darne pubblicità, sia sul sito del Ministero, sia su quello dell’Unione Europea.
Sulle modalità adottate per la formazione delle commissioni, si precisa inoltre che, poiché la Legge Gelmini non pone nessun vincolo specifico agli Atenei, queste sono state stabilite con apposito Regolamento di Ateneo.
L’Università di Bologna auspica che, per fine agosto, siano attivate le procedure per poter bandire concorsi sui nuovi Settori concorsuali, oltre che per darne la necessaria pubblicità.
L’Ufficio stampa dell'Alma Mater
e quella della Gelmini...
RispondiEliminaNon saranno più «tollerati»
comportamenti e pratiche che «minano la credibilità» del
sistema universitario. Lo sottolinea il ministro
dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, in una lettera inviata a
tutte le università italiane per ribadire alcune indicazioni
che il ministero ritiene vincolanti nello svolgimento dei nuovi
concorsi.
La lettera - a quanto apprende l’ANSA - si è resa
indispensabile poichè, negli ultimi giorni, le università di
Cagliari e Bologna hanno bandito concorsi per ricercatore a
tempo determinato contravvenendo, secondo il dicastero di viale
Trastevere, alle disposizioni contenute nella legge di Riforma
dell’università.
In particolare, riferendosi ai casi di
Cagliari e Bologna, il ministro ha lamentato la mancata
pubblicità della procedura di selezione e la non considerazione
dei nuovi settori disciplinari. Secondo il ministro, inoltre, le
due università non hanno rispettato le indicazioni di principio
e di opportunità fornite dal ministero in merito a trasparenza
e pari opportunità nei concorsi.
Le commissioni infatti - si fa notare - non sono costituite
per la maggioranza da membri esterni e la procedura si è svolta
in maniera inusuale, alla fine di luglio con scadenza i primi
giorni di agosto.
Nella lettera inviata agli atenei, oltre a ribadire che non
saranno più tollerati comportamenti e pratiche che minano la
credibilità del sistema universitario, si sottolinea la
«necessità di garantire meccanismi e procedure trasparenti e
condizioni di pari opportunità a tutti gli studenti, in modo da
far emergere le tante eccellenze presenti all’interno delle
università italiane».
Il ministro, infine, rivolge alle università un invito alla
responsabilità affinchè i ragazzi possano trovare nel sistema
accademico uno «strumento che valorizzi» il proprio talento e
consenta di «realizzare tutte le proprie ambizioni» personali
e professionali.
attenzione ai baronazzi che ne stanno facendo un'altra e più subdola. l'anno scorso la regione ha permesso alle università del lazio di assumere un centinaio di RTD con la vecchia legge (e con concorsi tutti interni e senza pubblicità).
RispondiEliminaadesso li stanno per trasformare tutti in RTD nuova legge, senza controllo e sempre senza pubblicità. non ho informazioni più precise ma qualche precario di università del lazio potrebbe informarsi.
finalmente il miur si da una mossa.
RispondiEliminacmq, se volevano commissioni costituite "prevalentemnte da esterni" magari potevano specificarlo nella legge. su questo punto - purtroppo - hanno pienamente ragione gli atenei.
notevole anche il fatto che UNIBO sputtani Livon che aveva detto di non sapere nulla e di non essere stato informato. francamente che l'ateneo di bolgona avesse informato il MIUR e che questo gli avesse dato la luce verde, salvo aver fatto un passo indietro ora - dopo che qualcuno ha segnalato la cosa alla stmapa ;) - non mi stupisce.
CIALTRONI NEGLI UFFICI CONCORSI DEGLI ATENEI E CIALTRONI AL MIUR, cosa farebbero i precari senza APRI e il quarto potere?
@Scoregion
RispondiEliminada precario della Sapienza, mi sembra una mega cazzata.
Se hai delle fonti o notizie certe postale, altrimenti è fuffa.
@ insorgere
RispondiEliminaHai sperimentato cosa accade in Italia con l'indebolimento di una procedura certa ("pubblicazione in Gazzetta Ufficiale") e l'introduzione di una virtuale (pubblicazione sui siti) - insomma in generale con l'allentamento delle regole, delle procedure e dei controlli.
Segnalo il nuovo interessante documento dell'ANVUR sull'abilitazione nazionale:
RispondiEliminahttp://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/Documento%2002_11.pdf
Complimenti a Mauro e al VIA-Academy, citato nel documento insieme ad altre associazioni che hanno fornito pareri e commenti.
Peccato che non siano citate altre associazioni di precari, giovani ricercatori e simili.
Domanda. Qualcuno delle aree 1-9 e dei settori aggregati ha provato a fare i calcoli con i criteri ANVUR per l’abilitazione ad associato?
RispondiEliminaIl primo criterio è relativamente chiaro:
per quanto riguarda il secondo ed il terzo, le citazioni totali e l’h-index sono da calcolare su tutta la carriera (anche più vecchie di 10 anni) o solo sulle pubblicazioni degli ultimi 10 anni? La cosa cambia, ovviamente…
a me i commenti anvur piacciono parecchio. mi pare abbiano tenuto conto delle osservazioni critiche più importanti
RispondiEliminaL'ANVUR sorprende positivamente.
RispondiEliminaInnanzitutto si mostra altra pasta rispetto al CUN. Il documento CUN e' sel tutto settoriale, evidentemente frutto del braccio di ferro fra potentati accademici, in cui ogni area va per cunto suo. In alcune si seleziona con aste alte, in altre bassissime, in alcune aree scientifiche contano solo pubblicazioni ISI in altre anche generiche "peer-reviewed" in altre conta tutto.
Inoltre il CUN, emanato il parere, si e' eclissato da ogni dibattito o confronto.
L'ANVUR ha emanato un parere anche molto in fretta (essendo l'ente eretto da solo un paio di mesi) ma si e' mostrata da subito aperta al confronto con tutte le parti. Ha analizzato tutti i commeti e le obiezioni, e' disponibile a modificare i criteri. considera il porcesso valutativo come qualcosa in evoluzione.
In questo ha smentito (per fortuna) Insorgere che riteneva che ANVUR avesse dato il proprio parere e non lo avrebbe modificato. Come dare torto ad Insorgere... sono decenni che siamo abituati al quel modo burocratico di portare avanti le cose, tutto proprio dell'Accademia e della politica italiana.
ANVUR introduce oggi un nuovo approccio che mira a guardare all'obbiettivo che e' quello, in questo caso, dei criteri di selezione. E lo fa non dal punto di vista dei potentati accademici (di cui il CUN e' evidentemente espressione) o di beghe di settore ma cerca di basarsi su studi statistici, bibliometrici, settoriali.
Con questo ANVUR si puo' dialogare, si puo' intervenire, si puo' suggerire e criticare, nella consapevolezza che le critiche costruttive verranno prese in considerazione e poste al vaglio di uno studio particolareggiato.
C'e' solo da esprimere solidarieta' con questo modus operanti e propongo che APRI si faccia sentire in questo.
http://bandi.miur.it/jobs.php/public/cercaJobs
RispondiEliminafinalmente il miur - dopo le denunce - ha realizzato il portale per i bandi TD.
ancora echi delle polemiche di ieri. nuovo articolo dell'amabile:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1336
relativamente al parere ANVUR posso solo dire che non solo i contenuti, ma anche la forma, lasciano intendere che "forse" qualcosa comincia a girare per il verso giusto.
RispondiEliminaDavvero complimentissimi agli estensori del documento!
http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/08/04SIJ4080.PDF
RispondiEliminala gelmini sempre sulla breccia...
RispondiEliminaRomana Liuzzo per "il Giornale" - Il taglio di capelli del ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, ricercato ma sobrio, viene ritoccato dal coiffeur Grazia in via della Vite, proprio dietro il Parlamento. Il ministro risponde gentilmente alle domande di clienti e estetiste. L'altro giorno una ragazza le ha chiesto: «Ma com'è Nicole Minetti?». La Gelmini non ha battuto ciglio e ha detto pacatamente: «Ha un gran bel fisico».
@ salvo
RispondiEliminaUna nota generale: non è che se un documento è più vicino a quello che pensi tu allora "non rappresenta i potentati accademici", e nel caso contrario sì.
Faccio notare che il dibattito sull'uso della bibliometrica, e le controindicazioni specifiche (specialmente) per le valutazioni individuali, hanno origine proprio dal suo iniziatore, E. Garfield.
E i documenti con cui l'ANVUR si deve confrontare sono quelli di istituzioni scientifiche internazionali, come "Citation Statistics" e quello dell'Accademia di Francia, ad esempio (e altra letteratura generale, poi), che forniscono critiche puntuali sulle varie questioni sul tappeto.
Che l'ANVUR abbia tempo per lavorare sulla cosa è garantito dal fatto che li paghiamo quasi come l'Uomo Livonico (e sono in 7ette); invece il CUN è un organismo elettivo che si riunisce 2 volte al mese, ma i componeneti mica sono pagati, e devono continuare a fare il loro lavoro accademico.
E' per questo che si fanno le Agenzie, no?
Ma i Nostri sono ancora all'inizio, sono dei novizi...
è sorprendente che il documento ANVUR - oltreché una lista di siti web - non contenga riferimenti bibliografici nè a letteratura scientifica sull'argomento nè a documenti istituzionali.
RispondiEliminasembra scritto sulla base del buon senso piuttosto che di uno studio approfondito delle questioni
@ Untenured, sembra infatti uno studio in itinere in cui ANVUR si pone dialogicamente in contatto con associazioni ed enti e gruppi tenendo appunto come base il "buon senso", io non lo trovo negativo. D'altronde come dice renzino, sono ancora dei novizi.
RispondiEliminaDel documento ANVUR ancora non mi piace come definiscono le categorie di nazionale ed internazionale, in lingua o lingua straniera etc... ancora su questo ritenco vi sia della confusione. Vi sono riviste ISI stampate in Italia ed in lingua inglese.
Vi sono riviste non ISI stampate in Germania ed il lingua tedesca.
Ma le definizioni si affineranno col tempo.
In un brevissimo trafiletto il "Corriere" di oggi dà per chiuso ogni discorso riguardo alla questione dell'inammissibilità dell'invio del cartaceo. Solito pressapochismo giornalistico, oppure (torno a chiedere soprattutto a Renzino) il regolamento dell'abilitazione (di cui naturalmente non c'è verso di leggere il testo licenziato dal cdm ormai 8 giorni fa) in realtà NON PASSERA' attraverso il vaglio definitivo della Cdc? Oppure è che lo strascontato voto all'unanimità del cdm vieta o rende comunque fin d'ora ininfluente un eventuale pronunciamento della Cdc che ripeta il parere negativo del CdS?
RispondiEliminapressapochismo. ci vuole vaglio corte dei conti
RispondiElimina@ Marco
RispondiEliminaNon c'è nessun collegamento fra modalità di adozione del Regolamento in CdM e vaglio della Corte dei Conti.
La Corte ha dei propri metodi e checks da eseguire.