CONSIDERAZIONI DELL'ASSOCIAZIONE PRECARI DELLA RICERCA ITALIANI IN MERITO AL DECRETO MINISTERIALE SULL'ABILITAZIONE NAZIONALE DEI PROFESSORI UNIVERSITARI
Considerando la centralità del Decreto Ministeriale in discussione per la riforma del sistema universitario e il suo ammodernamento APRI chiede alla VII Commissione del Senato di considerare quanto segue:
1) Invio telematico delle pubblicazioni negli esami di abilitazione
APRI ritiene imperativo che, nonostante le critiche formulate sul punto dal Consiglio di Stato, si consenta l'invio in forma telematica delle domande di partecipazione ai concorsi e della relativa documentazione. L'uso del mezzo telematico modernizzerebbe le procedure di invio delle pubblicazioni e faciliterebbe la loro consultazione da parte della Commissione valutatrice. Faciliterebbe, inoltre, l'invio di richieste di valutazione da parte di candidati residenti e/o operanti all'estero, favorendo una maggiore partecipazione da parte di candidati stranieri. L'internazionalizzazione del nostro sistema universitario e l'attrazione di cervelli dall'estero deve essere uno degli obiettivi della riforma, a tal fine vanno eliminati tutti gli ostacoli burocratici e dunque va considerato con assoluto favore l'invio telematico delle domande e della relativa documentazione. Facciamo notare altresì che l'invio telematico, in linea con le pratiche diffuse in tutto il mondo avanzato, falciliterebbe il compito di archiviazione da parte della Pubblica Amministrazione e non ultimo eviterebbe uno spreco di grandi quantità di materiale cartaceo. APRI fa notare che da ormai un decennio le pubblicazioni vengono dagli stessi ricercatori consultate, studiate, diffuse prevalentemente (ove non esclusivamente) in formato digitale (.pdf). I file contenenti le pubblicazioni possono essere scaricati direttamente dalle pagine web delle riviste scientifiche. Nel caso di libri o loro capitoli, saggi e curatele, la digitalizzazione di un volume puo' essere effettuata presso qualsiasi copisteria a un costo pari a quello delle semplici fotocopie, con la differenza che nel primo caso il lavoro viene commissionato una volta per tutte.
Le critiche del Consiglio di Stato in merito all'accessibilità del materiale inviato paiono discutibili anche perché i documenti in formato elettronico potrebbero essere autocertificati come autentici allo stesso modo in cui si è soliti autocertificare le pubblicazioni inviate in fotocopia; inoltre un invio cartaceo non è garanzia di maggiore diffusione del prodotto. Si può anzi argomentare il contrario poiché la disponibilità del materiale in formato elettronico consentirebbe un più facile e agevole accesso agli stessi.
2) Commissioni per l’esame di abilitazione
In considerazione del fatto che Governo e maggioranza parlamentare hanno più volte affermato che uno degli obiettivi strategici della riforma consiste nella valorizzazione del merito e nel conseguente abbattimento del cosiddetto potere baronale, APRI invita il Senato a porre particolare attenzione al meccanismo di selezione dei commissari deputati a valutare le domande di abilitazione.
Il sistema disposto dal Decreto Ministeriale prevede un sorteggio a partire da una rosa di professori ordinari che si siano proposti per l'incarico. In tale procedura il rischio è di alimentare i circuiti di potere che troppo spesso soffocano il sistema della ricerca italiana: chi si candida lo farebbe per difendere interessi di parte - non sempre coincidenti con l'interesse generale - e inoltre è ipotizzabile che nella fase di definizione delle candidature maturino strategie e accordi preventivi tra gli ordinari del settore. Crediamo opportuno quindi introdurre un secondo livello di selezione dei commissari, a partire dalla lista dei facenti richiesta, che sia trasparente e tale da ridurre al minimo i rischi relativi alla costituzione di cordate o accordi preventivi. Pertanto suggeriamo che la produzione scientifica dei candidati commissari sia identificata da un ente indipendente come adeguata in termini qualitativi e quantitativi. APRI insiste che debba essere necessariamente ANVUR a valutare l’adeguatezza dei profili di coloro che si candidassero a far parte delle Commissioni di valutazione.
3) Criteri di abilitazione
APRI, essendo tale tema strettamente legato al presente dibattito, coglie l'occasione per invitare a porre la massima attenzione sulla qualità della valutazione in sede di abilitazione nazionale, particolarmente sulla solidità e selettività dei cosiddetti "criteri minimi”, basandoli su seri indicatori qualitativi e quantitativi largamente accettati dalla comunità internazionale. APRI ritiene di non poter scendere in questa sede nello specifico dei criteri per singola area ma che, in futuro, sarebbe opportuno consultare anche le associazioni dei Precari della Ricerca (tra cui APRI) in sede di redazione dei criteri abilitativi.
SULL'ANVUR...
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/04SIY1315.PDF
Ho letto anch'io quell'articolo sull'ANVUR, ma onestamente non non mi sembra ben calibrato.
RispondiEliminaCiò che più mi sta preoccupando dell'ANVUR è l'inizio dei suoi pareri, avendo visto il documento sui criteri di abilitazione. Tra l'altro ora come la mettiamo con il documento CUN? Sembra una competizione al ribasso, a chi la pensa peggiore... che disastro, che malinconia.
E adesso a decidere del testo finale sui criteri sarà comunque il Ministero... che però dovrà fare un Regolamento e quindi sottoporsi ad un nuovo scrutinio del Consiglio di Stato, che quindi in definitiva sarà l'organo che potrebbe contare di più per il testo finale.
Al Ministero rimane sempre la carta del CEPR ... chissá a quale proposta sta lavorando ...
RispondiEliminagià, il comitato di esperti.
RispondiEliminain questo paese si moltiplicano, tavoli, comitati, consigli, agenzie...col risultato di creare solo pasticci e confusione
@ renzino
concordo con te su tutto. ho postato l'articolo puramente a titolo informativo
Il parere APRI mi sembra ben bilanciato e l'ho segnalato sul sito Via-academy. In bocca al lupo al Senato!
RispondiEliminaAnche se non condivido sti sentimenti negativi di Renzino sui pareri attuali (ti ri-esorto a scriverne un bel articolo circostanziato), sono ben d'accordo sul giudizio riguardo all'articolo sull'ANVUR segnalato da insorgere.
Vorrei concludere con questo: ma vi rendete conto che in questi giorni/settimane si decide: next round of academic promotions in Italy?
@ mauro
RispondiEliminabhe, non è che si decida proprio tutto ora. c'è ancora molto da fare. manca il decreto sui criteri di abilitazione, che poi dovrà passare dal cds.
l'altro decreto sull'abilitazione ora in discussione al senato dovrà passare il vaglio della corte dei conti.
inoltre manca la definizione dei settori concorsuali. ce ne vorrà ancora di tempo perché parta il sistema
Non dimenticate di mandare anche alla Settima della Camera, che lì domani fanno un'audizione
RispondiEliminahttp://www.camera.it/360?slAnnoMese=201107&slGiorno=5&shadow_organo_parlamentare=1500
@ renzino
RispondiEliminagià mandato
Scusate ma in facoltà da me girano voci strane sul blocco delle assunzioni per i ricercatori fino al 2014. Sono vere? ma dove sarebbe? nella finanziaria? per favore chi sa mi illumini..
RispondiElimina@ siberia
RispondiEliminacazzate. credo facciano riferimento al problema di quota 90, che però sarà presto superato.
grazie insorgere..il mio Valium...
RispondiEliminaScusa Insorgere, cosa vuol dire che il problema 90% verrà superato? Si prevede un nuovo milleproroghe o un cambio di normativa?
RispondiEliminacambio di normativa.
RispondiEliminaQuindi, per capirci, il cambio di normativa avrà effetto a partire dal 2013, o già dall'anno prossimo?
RispondiEliminaah, saperlo.
RispondiEliminaio scommetterei presto.
E' uno dei decreti attuativi (mia traduzione del linguaggio criptico di insorgere).
RispondiEliminaright. grazie renzino
RispondiEliminadomanda: ma per l'elezione dei commisari, un docente può votare se stesso?
RispondiEliminaho cercato riferimenti normativi precisi ma non ne ho trovati
Chiedevo della tempistica per il seguente motivo: dalle voci che ho sentito, i circa 60 idoneati nella sessione 2008 (quelli della mia facoltà) stanno cercando in ogni modo di farsi chiamare entro la fine dell'anno, per evitare la ghigliottina del 90%.
RispondiEliminaCerto, ha sempre potuto.
RispondiElimina@ Popeye
RispondiEliminaun idoneo non ha nessun diritto soggettivo ad essere chiamato, e certamente tutti quanti non potranno essere chiamati entro quest'anno.
perchè si continua a discutere sui criteri di abilitazioni che non riguarderanno di noi alcuno..se non c'era spazio per noi come ricercatori credete sul serio che ce ne sia da prof. associati...bah spero sia ingenuità!! La battaglia dovrebbe essere per ripristinare la figura del ricercatori o per lo meno per dare un pò di stabilità a quei precari che rientrano nei paletti definiti dai criteri paradossali....non vi sembra un pò strano che un ateneo lasci a casa per mancanza di fondi un precario con CV da potenziale prof. associato
RispondiEliminaIl diritto ovviamente non lo hanno. Sul fatto che verranno chiamati invece penso proprio di si, almeno nel caso del passaggio ricercatori->associati: se non lo fanno, molto probabilmente salta la programmazione didattica.
RispondiEliminascusa insorgere puoi essere più esplicito? C'è in vista un decreto attuativo cha abbatterebbe la soglia del 90% del FFO per le prese di servizio? Non solo lo ignoravo, ma mi sembrava perfino impensabile. So addirittura di pazzesche revoche di prese di servizio in un'Università (chieti) ben al di sotto del 90%, ma che ha sforato i punti organico della legge del turn-over.
RispondiElimina@ popeye
RispondiEliminarallegrati: se chiamano tanti associati dovranno fare tantissimi rtd. ricordati sempre che ci sono le quote e che il 50% (minimo) del turnover va ai td mentre il 30% (massimo) va insieme a PA e tecnici
@ gennaro
quota 90 non riguarda solo le prese di servizio. cmq il modo di conteggiare se e come gli atenei sono finanziariamente virtuosi deve cambiare. in teoria deve cambiare presto. tutto ciò è collegato alla modifica delle modalità di definizione dei bilanci d'ateneo ed al più stretto controllo che il miur avrà sugli stessi.
io non mi preoccuperei troppo per quota 90, che in sé è destinata ad essere superata presto. il che ovviamente non vuol dire che no npossano esserci nuovi indicatori che puniscono gli atenei che han fatto male i conti. allo stato non si sa nulla di certo sui nuovi parametri. speriamo solo che non siano peggio di quelli attuali.
quanto a chieti, io so solo che avevano fatto diverse chiamate per PA, ma senza tenere conto delle quote del turnover (cioè senza fare abbastanza td). per questo le chiamate sono state revocate. quota 90 in quel caso non c'entra. poi può darsi che ci sia anche altro a chieti, ma di quello non so.
@ Gennaro
RispondiEliminaNon voglio sostituirmi a insorgere (che potrà dire quello che sa), ma solo indicare che il decreto attuativo in questione dovrà ridefinire in toto la materia - in particolare la sub-divisione dei costi con Ministero della Salute per gli Ospedali - sicchè non saranno comparabili le soluzioni future e quelle attuali.
Certamente questo non significa che le soluzioni future saranno meno dolorose - solo che saraano incommensurabili (per quel che ne sappiamo oggi).
sottoscrivo quanto scritto da renzino, che ha detto in modo più chiaro quanto cercavo di spiegare io
RispondiEliminaLa Gelmini ieri all'audizione alla 7a del Senato:
RispondiElimina"[...] Con riferimento allo stato di avanzamento dell’attuazione della riforma universitaria e, in particolare, l’assunzione dei ricercatori e i tempi di entrata in vigore dell’abilitazione scientifica nazionale, la legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario", entrata in vigore il 29 gennaio 2011, prevede che la piena attuazione della riforma venga completata dall’emanazione di 38 provvedimenti di varia natura giuridica (decreti ministeriali ed interministeriali, regolamenti e decreti legislativi). Il Ministero ha dato avvio, già prima dell’entrata in vigore della legge, a tutte le azioni necessarie affinché i decreti attuativi della riforma potéssero vedere la luce quanto prima, tenendo in piena considerazione la necessità di definire da subito tutti gli aspetti di merito toccati dalla legge di riforma e oggetto dei provvedimenti attuativi. Tra i provvedimenti attuativi della riforma universitaria merita una speciale menzione anche il disposto dei commi da 3 a 16 dell’articolo 9 del decreto legge n. 70 del 2011, che ha istituito e disciplinato la Fondazione dedicata alla gestione del Fondo per il merito di cui all’articolo 4 della legge n. 240 del 2010 con lo scopo di promuovere la cultura del merito e la valorizzazione delle eccellenze nel sistema scolastico (esame di maturità) ed universitario, attraverso i due strumenti dei premi (cioè borse di studio) e dei buoni studio (cioè prestiti di onore).
Per quanto attiene l'assunzione dei ricercatori, sono attualmente in fase di svolgimento in tutti gli atenei circa 900 concorsi di ricercatore (sono gli ultimi di ricercatore a tempo indeterminato, i cui bandi erano stati pubblicati prima dell’entrata in vigore della legge n. 240 del 2010). Per quanto riguarda i nuovi bandi di ricercatore a tempo determinato, di cui all’articolo 24, comma 3, della legge n. 240 del 2010 (nelle due tipologie quella dei tre anni prorogabili per altri due e quella dei tre anni non prorogabili), si specifica che ciascun ateneo, ai sensi della nuova norma, deve dotarsi di un apposito regolamento al riguardo. Anche a seguito di un’apposita nota trasmessa dalla Direzione generale dell’università agli atenei, in cui si specificava la necessità di tale preliminare adempimento e si chiariva, inoltre, che tale regolamento non è soggetto ad approvazione o autorizzazione da parte del Ministero, molte università si stanno già dotando ditale regolamento. Ciò potrà consentire loro di partire con i nuovi concorsi il prossimo anno accademico.
Per quanto attiene, infine, ai tempi di entrata in vigore della nuova abilitazione nazionale, nonché degli ulteriori provvedimenti attuativi ivi previsti, tali provvedimenti potranno essere definitivamente approvati entro ottobre 2011 e le procedure per l’abilitazione nazionale potranno essere avviate tra ottobre e dicembre 2011."
parole parole parole
RispondiEliminasoldi a pioggia per scuole e università private....
RispondiEliminahttp://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2011/07/06SID3029.PDF
Non ha detto mezza parola circa le tre questioni calde del momento: il braccio di ferro col CdS riguardo all'ammissibilità del cartaceo, la presa o non presa d'atto della natura regolamentare del decreto coi requisiti minimi e ciò che ne conseguirebbe a proposito del suo iter, l'abissale difformità fra la proposta Cun e quella Anvur per la definizione appunto dei requisiti minimi. Solo la ripetizione da organetto della formula "fra ottobre e dicembre l'abilitazione parte" (ma come fa?).
RispondiEliminaInterrogare un abat-jour non sarebbe stato foriero di minori informazioni e chiarimenti
ke pretendi, poverina...
RispondiEliminanon ne sa nulla, si è imparata la lezioncina a memoria...
Mi chiedo chi siano gli esperti di giurisprudenza del miur, se pensano di superare una norma con forza di legge come il 90% con un atto di rango inferiore come un decreto.
RispondiEliminaGrazie Insorgere e Renzino per l'info riguardante il "superamento" del 90%.
RispondiEliminaAggiungo (per quel che vale), che quello ascoltato dalla diretta voce dei baronazzi, è che se non si chiama entro l'anno, sicuramente se ne riparlerà fra almeno 3-4 anni (intendo a Pisa, ovviamente). Per quelli che hanno ottenuto l'idoneità l'anno passato, ciò equivarrebbe praticamente a giocarsela in zona cesarini. Purtroppo questa tempistica è in linea con quanto riportato da Siberia qualche post fa.
Infine, per la quotaparte di RTD, mi hanno assicurato che comunque saranno solo triennali: ovvero 0% (e non almeno 10%) di quelli "buoni".
@ spartaco
RispondiEliminail superamento di quota novanta è previsto dalla legge. il come è demandato a un decreto.
@ popey
RispondiEliminail regolamento td di pisa dice chiaro e tondo che il 10% (almeno) devono essere di tipo b. tale quota è però da calcolarsi a livello di ateneo, perciò non tutti i dipartimenti avranno un b.
@ popey
RispondiEliminamai fidarsi dei baronazzi su questioni normative, specie in un momento come questo in cui tutto sta cambiando. molti di loro fanno affidamento sulle consuetudini del passato e non fanno la fatica di leggersi atti normativi e circolari ministeriali
Non c'è nessun rinvio a decreti nelle leggi sul 90%. Condinuo a chiedermi chi siano i luminari di diritto del miur.
RispondiEliminaArt. 5 comma 4
RispondiEliminae) determinazione di un limite massimo
all’incidenza complessiva delle spese per
l’indebitamento e delle spese per il personale
di ruolo e a tempo determinato, inclusi gli
oneri per la contrattazione integrativa, sulle
entrate complessive dell’ateneo, al netto di
quelle a destinazione vincolata;
@ spartaco
RispondiEliminama perché non ti fidi?
renzino ti ha dato il riferimento al comma della legge gelmini che si riferisce al tema in questione. contento ora?
[7a Senato] IN SEDE CONSULTIVA SU ATTI DEL GOVERNO
RispondiEliminaSchema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento per il conferimento dell'abilitazione scientifica nazionale per l'accesso al ruolo dei professori universitari (n. 372)
(Parere al Ministro per i rapporti con il Parlamento, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400 e dell'articolo 16 della legge 30 dicembre 2010, n. 240. Seguito dell'esame e rinvio)
Riprende l'esame, sospeso nella seduta di ieri.
Il senatore VALDITARA (Misto-FLI) manifesta preliminarmente apprezzamento per la relazione del presidente relatore Possa sull'atto in titolo. Svolge quindi alcune osservazioni nel merito del provvedimento condividendo innanzitutto il rilievo del Consiglio di Stato concernente l'espressione dei pareri della Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI) e del Consiglio universitario nazionale (CUN) non contemplati dalla legge n. 240 del 2010. Ritiene opportuno mantenere l'articolo 2 che fa riferimento all'oggetto delle disposizioni in esame. Condivide la posizione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel merito del comma 4 dell'articolo 3, sulla preclusione biennale alle prove per l'abilitazione per i candidati che non risultino idonei. Ritiene inoltre necessario chiarire il riferimento alla differenziazione per funzioni di cui all'articolo 4 e giudica arbitraria la precisazione che il numero massimo delle pubblicazioni ammesse ai fini della valutazione non possa essere inferiore a dodici. Condivisibile è poi il rilievo del Consiglio di Stato sul comma 5 dell'articolo 6, sulla necessità che la valutazione degli aspiranti commissari venga svolta da un organismo collegiale con competenze tecniche adeguate. Il comma 8 dello stesso articolo sembrerebbe violare la legge poiché prevede la presenza di un secondo commissario in servizio presso il medesimo ateneo all'interno della commissione per la valutazione degli abilitandi. Condivide quindi il rilievo del presidente relatore Possa sul comma 9 dell'articolo 6, volto ad inserire l'inciso: "per quanto possibile" dopo la parola: "assicura". Reputa un controsenso la disposizione di cui al comma 11 dello stesso articolo che prevede l'esenzione, su richiesta, dalla ordinaria attività didattica dei commissari componenti le commissioni di valutazione i quali devono tuttavia garantire lo svolgimento delle sessioni di esame. Con riferimento all'articolo 8, desta perplessità il combinato disposto del comma 2 con il comma 5 dell'articolo 3 ed andrebbero chiariti gli effetti dell'espressione dei pareri pro veritate, di cui all'articolo 16, comma 3, lettera i), della legge n. 240 del 2010. Il comma 2 dell'articolo 9 contiene una deroga non prevista dalla legge. A questo riguardo ritiene opportuno che il Parlamento approvi una disposizione transitoria che dia una copertura legislativa a tale disposizione regolamentare, al fine di evitare il rischio della paralisi dei concorsi a seguito di contenzioso. Giudica infine superflua, se non nociva, la disposizione di cui al comma 4 dell'articolo 9 che riproduce quanto già disposto dal comma 12 dell'articolo 29 della citata legge n. 240.
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RispondiEliminaIl senatore ASCIUTTI (PdL) condivide, in linea di massima, le osservazioni formulate dal presidente relatore Possa nella illustrazione articolata e approfondita sullo schema di decreto. Ritiene necessario precisare meglio le questioni relative alla pubblicità sulla rete dei curricula degli abilitandi. Osserva poi che il parere pro veritate, di cui all'articolo 16, comma 3, lettera i), della citata legge n. 240, rischia di costituire una fonte di ricorsi giurisdizionali, paventando il rischio della paralisi dei concorsi. Andrebbe infine approfondito il ruolo del CUN e dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) nell'ambito delle attività di valutazione a cui fa riferimento lo schema di regolamento.
La senatrice Mariapia GARAVAGLIA (PD) osserva preliminarmente che lo schema di decreto in esame ripropone nodi critici già emersi in sede di esame parlamentare della legge n. 240 del 2010. Fa quindi presente il rischio di impoverimento della cultura universitaria derivante dal pensionamento dei docenti universitari senza che si proceda all'espletamento di nuovi concorsi. Nel 2012, a causa dei tagli finanziari, i fondi per assumere i professori abilitati risulteranno comunque insufficienti. Desta perplessità il fatto che, per esigenze di sintesi, le discipline più innovative non saranno inserite nei settori concorsuali ed è necessario affrontare il problema di qualificare il livello dei componenti delle commissioni di valutazioni in funzione degli abilitandi. Sono condivisibili le perplessità, già espresse negli interventi di altri senatori, in merito al rischio giuridico connesso all'espressione dei pareri pro veritate nell'ambito dei giudizi di valutazione per l'abilitazione. Opportune modifiche andrebbero introdotte al testo al fine di assicurare che i professori candidati all'estrazione per la composizione delle commissioni esaminatrici valutino la loro disponibilità a completare la procedura d'esame. Paventa poi il rischio che si verifichino situazioni di conflitto di interesse se tra i componenti della commissione di valutazione risultino membri del CUN, che hanno una provenienza elettiva. Perplessità desta infine anche la disposizione di cui al comma 4 dell'articolo 9 poiché riproduce inutilmente il dettato del comma 12 dell'articolo 29 della legge n. 240 del 2010.
Il seguito dell'esame è rinviato.
A beneficio di tutti, segnalo che è finalmente noto anche il documento su "criteri ed indicatori" per l'abilitazione nazionale formulato dal CEPR, il Comitato di esperti per la politica della ricerca, che non dispone nemmeno di un sito web istituzionale (siamo o non siamo un Paese in via di sottosviluppo?).
RispondiEliminaTuttavia, sfruttando il fatto che il vice-Presidente del CEPR (A. Mantovani) e' anche uno dei componenti del famigerato Gruppo 2003 (quello che, con gli Ichino Bros., vuol far pagare le tasse agli studenti come in Gran Bretagna), abbiamo la possibilità di consultare l'aureo documento sul sito di "Scienza in Rete":
http://www.scienzainrete.it/documenti/rs/criteri-e-parametri-di-valutazione-della-produttivita-scientifica
Il documento pare essere stato sottoposto al Ministro (che peraltro presiede il CEPR) il 2 Maggio scorso.
grazie renzino. il parere cepr è - se possibile - peggio di quello cun per l'area 11.
RispondiEliminacon quei criteri passano praticamente tutti...
quanto ai documenti del senato, c'è da registrare che è vero che il limite di 12 pubblicazioni è arbitrario, d'altra parte abbassarlo ancora sarebbe assurdo e inoltre tale limite c'è nella legge...ma forse i cari senatori si sono già dimenticati quale pasticcio hanno approvato in fretta e furia
RispondiEliminaMa cazzo, "almeno una monografia molto impegnativa" per l'abilitazione da ordinario nell'area 11!! No comment.
RispondiEliminaComunque la linea è CUN e non certo ANVUR, che dunque è spacciato perché perde 2-1, oltreché per il madornale motivo che, prescrivendo 192 per 2=384 mediane diverse, e cioè 384 requisiti minimi diversi, è in palese disaccordo con legge e regolamento che vogliono requisiti minimi differenziati per area e fascia, dunque 28 diversi. Per tacere poi dei tempi biblici che richiederebbe il censimento analitico delle pubblicazioni dei (se non erro) circa 36000 associati e ordinari italici: conosciamo i nostri polli...
Non mi permetto di esprimermi sulle altre aree, ma torno a dire che, per quel che riguarda la 11 e in particolare la seconda fascia, CIO' CHE SAREBBE GIUSTO FARE è riprendere e "indurire" la proposta CUN. Ovvero: 2 libri secchi (meglio sarebbe 3, ma il parere CEPR purtroppo semmai "tira" nella direzione contraria; quindi difficile ottenere più e meglio di 2 libri secchi) e, invece che 6, 8 o 10 saggi negli ultimi 10 anni, oppure, per dare anche un contentino al CEPR che ci tiene alla media di un lavoro per anno ed enfatizza un po' l'importanza degli ultimi 5 anni, 5 saggi appunto negli ultimi 5 anni. Può essere interessante vedere se, dal resoconto della seduta CUN che termina domani, emergerà un orientamento spontaneo del CUN a questo certo qual "indurimento". Ne dubito, però: tutto sommato credo che l'atteggiamento dei Cuniani sarà "nos locuti sumus". E allora dovrebbe pensarci la poverina, o meglio, chi per lei. Io comunque non avrei alcuna esitazione nel procedere nella direzione che ho detto, l'unica realistica CHE AL TEMPO STESSO GARANTISCE IL DECORO DI UN'ACCETTABILE SELETTIVITA' (non più che accettabile, certo; ma, ripeto, inutile sognare i miracoli, tanto più ora che abbiamo visto il parere che ci mancava)
Ma su cosa dovrebbe pronunciarsi il Cugno?
RispondiEliminaAdesso l'unica cosa sensata è pronunciarsi sulla proposta finale del MIUR [a parte il Consiglio di Stato che dovrà farlo per legge...], anzi è proprio su quella proposta che dovrebbe aprirsi un dibattito ampio nella comunità scientifica...
Gli è tutto a rovescio, in Italia, tutto da rifare...
Trovo curioso che il parere del CEPR sia stato consegnato mooolto prima che una norma - i.e. il Regolamento attualmente sotto iter di adozione - ne prescriva la necessità. Tutto molto italico.
RispondiElimina@ marco
RispondiEliminail cun ha già detto la sua. tutti hanno detto la loro. c'è da mettersi le mani nei capelli, cmq tieni conto che sono solo pareri e che il miur - dopo averli letti - può strafottersene di tutti e tre i pareri e scegliere una quarta opzione.
in ogni caso è chiaro che la tenuta o meno del sistema sta tutte in questo regolamento. questo sistema - del cazzo per molti versi - funziona se e solo se le abilitazioni nazionali sono attribuite in modo molto selettivo. altrimenti è la fine.
inoltre, come correttivo, ci vorrebero le valutazioni ex-post per vagliare le scelte che faranno i dipartimenti. ma tutto ciò, purtroppo, è di là da venire.
pessimismo e fastidio
Toh!
RispondiEliminaPare che finalmente l'Uomo Livonico abbia preso servizio - o almeno si sono degnati di scriverlo sul web
http://www.istruzione.it/web/ministero/organizzazione/dg_universita
http://networkedblogs.com/k5ePm
RispondiEliminale rivendicazioni corporative del cun...
su un punto però hanno ragione: manca l'anagrafe nazionale dei docenti e - senza quella - le procedure di selezione dei commissari risultano decisamente poco agevoli
RispondiEliminaLenzi dice:
RispondiElimina"Si ricorda che la legge 1/2009 prescriveva che, con decreto ministeriale, fosse istituita la predetta Anagrafe. Si è tutt’ora privi del provvedimento che consente l’attivazione di questo prezioso strumento, essenziale per la valutazione individuale e di gruppo dell’attività scientifica."
E cosa osta? Qual e' il problema, visto che quello e' un provvedimento attuativo di una legge approvata due anni e mezzo fa? Perche' non cominciamo con le cose semplici e di base, prima di inerpicarci in calcoli algebrici di dubbio valore, con 'ste abilitazioni?
Segnalo i documenti lasciati da CUN e CRUI per le loro audizioni alla Settima del Senato sul Regolamento abilitazione
RispondiEliminahttp://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/docnonleg/21323.htm
[fondopagina]
Segnalo inoltre che oggi la Ministra dell'IUR farà una Conferenza Stampa a Palazzo Chigi sulla materia dell'Università, ma non so quando.
Alle 11:00, la Conferenza Stampa
RispondiEliminahttp://www.governo.it/GovernoInforma/salastampa/index.html
@ Insorgere
RispondiEliminaHo chiesto un po' in giro per la questione dell'imminente chiamata associati-ordinari con collegata nuova infornata ricercatori. A questo pare non ci saranno affatto i millanta posti RTD, poiché inseriranno, nelle quote, anche i posti RTI i cui bandi sono in fase di svolgimento. Una parziale conferma a questa versione l'ho trovata sul blog di Pagliarini.
http://albertopagliarini.blogspot.com/2011/07/sui-vincoli-di-legge-per-le-assunzioni.html
La Conferenza Stampa della Ministra è durata 23 minuti
RispondiEliminahttp://www.governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/Audiovisivi/dettaglio.asp?d=64258
Chiamarla Conf. Stampa è anche eccessivo visto che ci sono state solo 3 domande - comunque meglio riepilogare le informazioni date dalla Ministra all'inizio.
Dei 38 provvedimenti attuativi della 240, dice di averne firmati 32. Sarebbe interessante sapere dove si possono visionare, allora, i rispettivi testi (anche di quelli, quasi tutti, che devono andare al vaglio di qualche altro organo).
I 6 che devono ancora essere firmati sono:
- criteri abilitazione
- criteri corsi dottorato
- criteri valutazione ricercatori
- provvedimento diritto studio
- accreditamento istituzioni/corsi
- valutazione ex-post pol. reclutamento
Gli argomenti su cui la Ministra si è soffermata sono stati:
- Assegni ricerca aumentati a 19.630 eur (aumento 20% ed eliminaz. tetto)
- abilitaz. sc. con criteri di qualità
- chiamata diretta ric. estero buona cosa
- governance e nuova contabilità economico-patrimoniale
- federazione/fusione di Atenei
- commissariamento Atenei in rosso
- accreditamento corsi e sedi - valutare qualità didattica e ricerca
- settori scientifico-discipl. passati da 370 a 180
- scuole di dottorato
- razionalizzazione offerta formativa: riduzione corsi 5879 -> 4389 e curricula 8955 -> 5424
- distribuzione fondo fin. ord. con quota premiale al 13,5% (930 mil eur risp. 720 del 2010) con criteri ANVUR mutuati da CNVSU e CIVR
- sarà esaminata ricerca di tutti Prof. e ric. italiana, con Anagrafe italiana ricerca
- conclusa selezione PRIN, 106 milioni eur
- attivati corsi di Medicina in inglese, e anche test (9 settembre)
Conclusione: Promessa mantenuta!!!
Ieri confronto con CRUI, discussione provvedimenti, Statuti, Regolamenti reclutamento
Domande:
- Rilievi CUN per abilitaz., anagrafe -> in fase di definizione
- Commissariamento atenei anche prima del 2014
- Criteri quota premiale -> come quelli dell'anno scorso - entro fine luglio.
Sempre a suo modo sublime nella sua pochezza. Comunque, rovistando fra le righe del quasi nulla, sui 3 pilastri per l'abilitazione sono state dette queste cose:
RispondiElimina1) decreto coi nuovi settori concorsuali: FATTO, sono 180 (dunque 12 di meno rispetto a quelli "anticipati" dal documento CUN di due anni fa: riusciremo a vederli per Natale, non pretendo dell'11, ma almeno del 12?);
2) regolamento dell'abilitazione: ci sono stati ALCUNI PICCOLI RILIEVI da parte del CdS, comunque è in via di definizione (intendi: non ha detto un cazzo);
3) decreto coi requisiti minimi: CE DOBBIAMO LAVORA' (intendi: all'alba del 7 luglio, NON NE E' STATA SCRITTA UNA RIGA).
Quanto ai tempi di avvio della prima abilitazione, su cui l'ha interrogata la giornalista del "Messaggero" (l'unica dall'elettroencefalogramma non completamente piatta in una platea di giornalisti totalmente inerte), NESSUNA RISPOSTA.
Conclusione: hai visto mai che ha perfettamente ragione insorgere quando scrive che la prima abilitazione parte fra 15 mesi?
certo che ho ragione....
RispondiElimina@ popey
non facciamo confusione. una cosa sono i punti budget del 2012, altra i punti budget del 2011. i td purtroppo prima del 2012 non partono.
Vedo ora i gran numero di commenti che trvo molto infrmativi. Guardando al documento CEPR ritrovato da Renzino e che non conoscevo, sembra evidente che ricalca come criteri (mediana etc.) quello poi fatto dall'ANVUR, perlomeno per le aree 01-09.
RispondiEliminaRiguardo alla tempistica del processo di abilitazione, direi che Insorgere mi sembra un po' troppo negativo - sto governo ha bisogno di consenso ed un modo per crearlo e' cominciare a distribuire posti, ehm abilitazioni per l'universita', in cui i concorsi sono bloccati da anni. Mi risulta, ma sono voci non confermate, che ci sia ora una certa fretta ad accelerare le procedure e vari decreti attuativi entro l'estate. Avete informazioni che contraddicono questo?
Ed il consenso lo trova "regalando" lo scatto di carriera al personale accademico? Non sono poi così tanti voti in più...
RispondiEliminaDistribuire abilitazioni è aggratis, ma il punto è convincere la gente che abilitazione non significa diritto soggettivo a stare "in qualche graduatoria"...
RispondiEliminaaltro che CEPR, ANVUR e CUN. Il meglio è sempre Merafina...
RispondiEliminahttp://w3.uniroma1.it/cnru/wp-content/uploads/2011/07/memoria-CNRU.pdf
Intanto l'informazione di regime...
RispondiEliminahttp://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-07/gelmini-entro-luglio-distribuito-131843.shtml?uuid=AaeUA0lD
merafina insiste nel chiedere l'ope legis per i ricercatori. nulla di nuovo, ma per fortuna ha le stesse probabilità di ottenerla di quante ne abbia io di diventare sacro romano imperatore
RispondiElimina@ mauro
RispondiEliminasiamo realisti. mancano ancora diversi atti importanti per far partire il nuovo sistema. inoltre anche atti già firmati devono essere validati da enti come consiglio di stato e corte dei conti. ci vorrà ancora parecchio tempo
la verità ti fa male lo so...
RispondiEliminahttp://www.tmnews.it/web/sezioni/cronaca/PN_20110707_00144.shtml
@Insorgere, queste tappe burocratiche ci sono sempre state e di regola i concorsi venivano banditi d'estate, doo averle superate. Perche' stavolta dovrebbero esserci dei tempi piu' luunghi non si capisce. A meno che non abbiate percepito voci e commenti durante e dopo la vostra audizione al Senato.
RispondiEliminaA proposito, state elaorando una relazione da rendere pubblica o ci sono i soliti rallentamenti?
@ MaurodellaVIA
RispondiEliminaBasta guardare le "tappe burocratiche" che ancora mancano per avere tutto in vigore... peraltro le "tappe burocratiche" sono "tappe democratiche", perchè sono tutte fissate dalla legge, e il Parlamento ha deciso di fissare questo e quel cammino per i vari provvedimenti attuativi della 240/2010, mentre la stava approvando.
@ mauro
RispondiEliminama di quali concorsi parli? i concorsi venivano banditi in tutti i momenti dell'anno...
cmq qui la situazione è diversa, si devono creare le regole per applicare la nuova legge. è un processo lungo e complesso. non ci sono confronti possibili con le procedure preesistenti
Avete già deciso cosa fare tra un pò di mesi quando sarete disoccupati??
RispondiElimina@ ganjalf
RispondiEliminaio sono già disoccupato. per un po' penso di fare domande e partecipare a concorsi mentre continuo le mie ricerche.
se poi andrà male mi dedicherò allo spaccio di stupefacenti
ma pensato di di proporti per uno stage in un azienda a 500 euro/mese? In fondo c'è parecchia richiesta di giovani meritevoli, pieni di titoli e pubblicazioni, nel CV possiamo anche aggiungere...quasi prof. associato c'è mancato poco però ora sono a piedi!!!
RispondiEliminaConsiglio a chi ha svolto attività di assegnista (co.co.pro.) di presentare domanda di indennità una tantum all'inps. Non è certo una soluzione ma in compenso si può sopravvivere per qualche mese . . . (ex alias guenevere)
RispondiElimina@ cassandra
RispondiEliminapuoi spiegare meglio pls?
L'assegnista di ricerca è considerato un collaboratore a progetto. Per l'anno 2010-11 L'INPS provvede a fornire un'indennità una tantum (massimo 4.000) per i colloboratori a progetto discoccupati. Vedi http://www.inps.it/CircolariZIP/circolare%20numero%2074%20del%2026-05-2009_Allegato%20n%201.pdf
RispondiEliminagrazie cassandra. ma vale anche per coloro a cui l'assegno è scaduto da un po'?
RispondiEliminaUna provvigione simile (che ho potuto in effetti richiedere lo scorso anno) è quella per i dipendenti a tempo determinato che perdono il lavoro.
RispondiEliminaAlla fine di un contratto da ricercatore a tempo determinato, di fatto un lavoro dipendente a tempo determinato, se non hai un lavoro successivo, puoi avere un contributo.
Si chiede ad inizio anno per i periodi non lavorati dell'anno precedente.
Scusa Cassandra, ma tra i requisiti è richiesto un reddito per l'anno precedente superiore a 5000 Euro e, come noto, l'assegno di ricerca non fa reddito.
RispondiEliminaSicura che l'indennità per i co.co.co. possa essere applicata anche agli assegnisti?
http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/2011/07/07/la-sapienza-continua-ad-aggirare-le-regole-2/
RispondiEliminaMercoledì 13 la Settima del Senato voterà il proprio parere sul Regolamento abilitazioni.
RispondiEliminaGiovedì 14 la Poverina sarà ancora audita per la seconda volta sull'"attuazione delle politiche del suo Dicastero" e sull'Indagine Conoscitiva in merito al c.d. valore legale della laurea.
@ insorgere
RispondiEliminaso che a partire dal 61° giorno dopo la fine del contratto puoi presentare domanda (non prima altrimenti la domanda viene rigettata), però non so se c'è una scadenza. . .Da quanto tempo ti è scaduto l'assegno? Comunque anch'io sono disoccupata dal mese scorso :-(
@ lassie
mi hai insinuato un dubbio terribile... Però l'impiegato INPS a cui mi sono rivolta non mi ha detto niente sul fatto che l'assegno di ricerca non fa reddito. Mi ha stampato l'elenco dei miei contributi e ha detto che era tutto a posto. Mi devo informare . . .
grazie per i suggerimenti.
P.S. non riuscivo a postare il commento da internet explorer...tutto risolto da google chrome
Mi sembra piuttosto velleitario pensae di usare una delega legata alla definizione di criteri di virtuosità in relazione ad amministrazione e commissariamento per superare la norma sul turn over che si trova in un provvedimento di natura finanziaria e non è in alcun modo stata abrogata dalla legge gelmini. Ma si sa che l'univesità è finita in mano ad una mandria di politicanti incompetenti.
RispondiEliminahttp://www.rete29aprile.it/comunicati-stampa/qui-lo-dico-qui-lo-nego.html
RispondiElimina@ spartaco
RispondiEliminae chi l'ha mai detto che quota 90 riguarda principalmente il turnover?
@ insorgere
RispondiEliminaQuel comunicato della R29A non è ben calibrato, perchè Mancini ha depositato quelle dichiarazioni sul c.d. valore legale al Senato in un contesto (testuale) ben diverso da quello con cui viene ora interpretato.
Per il resto mi sembra che la CRUI abbia sempre sostenuto i ricercatori strutturati, quindi non vedo nessuna contrapposizione.
RispondiElimina@ renzino
RispondiEliminanon è proprio così. la crui sta ancora provando a sostenere il diritto delle università di affidare ai ricercatori insegnamenti non pagati...
http://www.ilfaroonline.it/rubriche/scuola-universita/articolo/riforma-intervista-a-sergio-brasini-241.html
RispondiEliminagiusto perché sia chiaro, e non si dimentichi, chi vuole l'ope legis mascherata ecco a voi le proposte dei RTI della R29A
RispondiEliminahttp://www.rete29aprile.it/comunicati-stampa/audizione-della-r29a-alla-vii-commissione-della-camera-sul-decreto-ministeriale-per-le-abilitazioni-dei-professori-universitari.html
spicca, tra gli altri punti, la richiesta di un asticella bassa, anzi bassissima, per l'abilitazione. ma guarda un po' che sorpresa...inutile dire che APRI invece vuole il contrario: asticella alta, anzi altissima...
Ho guardato al comunicato R29A ieri e mi sono cascate non solo le braccia, ma altre appendici corporee esterne! Incredibile come siano anti-bibliometrici (e di conseguenza ben poco meritrocatici) questi attivissimi ricercatori italiani, che poi pontificano su argomenti vari. A la 'sylos labini junior'...Ed il PD li sta ad ascolare!
RispondiElimina@ MaurodellaVIA
RispondiEliminaNon fare l'equazione "critica alla bibliometria = poca meritocrazia" senno' lo sai che mi arrabbio...
Comunque colgo l'occasione per ribadire che per me sono imprescindibili concorsi seri e trasparenti anche in sede locale - laddove non siano coinvolte le (futuribili) procedure di tenure-trash degli RTDb.
@ renzino
RispondiEliminanon prendiamoci per il culo.
le selezioni locali saranno una farsa. non dico che sia un bene, semplicemente prendo atto della realtà. ne consegue che le abilitazioni, almeno, debbono essere rigorose
@ MaurodellaVIA
RispondiEliminaLe selezioni locali _devono_ essere serie. TUTTO deve essere serio, questo è il significato dell'idea di "garanzia di qualità" che vige altrove, nel Resto del Mondo.
IO sono il Paladino di questa ideologia, anche per l'Italia.
sarebbe bello. e come le rendi serie? certo questa legge non incentiva gli atenei a chiamare i migliori...
RispondiEliminaUn concorso è serio quando ogni singolo atto del concorso è serio. Quindi il punto è rendere seria ogni singola azione che compone il complesso di atti che danno vita al concorso.
RispondiEliminaNB La definizione è generale e si applica ad ogni attività, incl. e.g. definizione di corsi studio, realizzazione di corsi di studio, valutazione di corsi di studio, revisione di corsi di studio, ecc.
bravo. e come fai?
RispondiElimina@Renzino
RispondiEliminaHa ragione Insorgere: i Dipartimenti seri assumeranno gente seria, quelli inquinati imbarcheranno le capre. Il che vuol dire che una quota delle (poche) risorse finira' alle capre.
@Mauro
A me le obiezioni di R29A sembrano sensate; tieni conto che anche con un'asticella bassa faresti una bella scrematura.
Il pericolo reale e' che si chiuda la stalla solo quando i buoi sono scappati (ovvero che si perda tempo ed il primo concorsone arrivi senza filtro).
Sarebbe stato tutto molto piu' semplice se l'abilitazione fosse a numero chiuso (=garanzia di serieta' del concorso), ma purtroppo le cose son andate diversamente.
@ insorgere
RispondiEliminametto un Segretario di Commissione esterno ad essa con il compito di far rispettare una metodologia di valutazione (della qualità dei candidati), che dipenda da un'Autorità Professionale Nazionale.
@ unimediapisa
Se devi fare l'esame per la patente, puo' il giudizio su questa tua abilità essere condizionato dal fatto che nella stessa sessione fanno l'esame anche 10 fratelli Schumacher?
Nel mio gruppo il ricercatore 50enne ha le stesse pubblicazioni di noi tre assegnisti di ricerca (colleghi 30 enni). Per uno di noi, quest'anno non ci saranno soldi e spazio per eventuali rinnovi.
RispondiEliminaCome può essere possibile tutto ciò? Come può essere possibile che in uno stesso gruppo, a parità di titoli ci siano persone iper-garantite, potenzialmente pronte per una zompata di ruolo, e persone altrettanto capaci (o incapaci) che vengono tagliate fuori dall'ateneo.
Com'è possibile che precari che hanno pubblicato 10-15-20-30 lavori a nome di un gruppo e di un ateneo vengano silurati e lasciati a casa con un calcio in culo?
Non so a voi, ma a me tutto ciò fa veramente incazzare? La cosa che mi fa ancora più incazzare è vedere i vostri post che da mesi parlano di abilitazioni e minchiate che non ci riguarderanno mai.
Io e tanti altri come me ci siamo fatti il mazzo per 10-15 anni, sgobbando, lavorando e pubblicando quanto se non più dei nostri colleghi strutturati (la carta lo può dimostrare), per cui ora voglio/vogliamo un contratto serio, stabile almeno come quello dei nostri colleghi. Un contartto che mi permetta di non dipendere sempre dai fondi del gruppo, dai progetti finanziati o bocciati, che mi permetta di fare dei progetti di vita, di poter pensare di accedere ad un mutuo, e di non vivere da ricattato per il resto dei miei giorni.
Poi, una volta risolto questo problema, si potrà discutere dei vari criteri per eventuali promozioni. mIl PROBLEMA reale ora è questo...per cui discutiamo di questo. Pretendiamo almeno una stabilità per quei precari con CV che rientrano nei paletti dei criteri stabiliti dal CUN o da chi per esso, altrimenti siamo fottuti.
@ ganjalf
RispondiEliminaLa questione che poni si puo' risolvere solo in questo modo:
1) passaggio del personale accademico al regime di diritto privato;
2) abolizione (o comunque riforma netta) dell'Art. 18 dello Statuto dei lavoratori
3) scrutinio del personale accademico da parte dei vertici di ciascuna Università per licenziare un po' di gente, e quindi liberazione di posti per giovani con buon CV
Quanto sopra è cio' che accade da sempre, ad es., nel Regno Unito.
@ ganjalf
RispondiEliminaSono daccordo con te su tutta la linea.
Solo una breve riflessione sul fatto che chi ha 50 e meriti inferiori ai nostri è stato più fortunato: non serve che ti ricordi che siamo nel mezzo di una crisi mondiale spaventosa, non ci sono più le vacche grasse che hanno graziato quelli nati negli anni 40-50 ed è ingiusto così come è stato ingiusto che persone nate negli anni 10-20 si siano fottute la giovinezza e alcuni la vita con la guerra.
Il culo è culo...i miei genitori nati a cavallo fra la fine degli anni 40-50 hanno appartengono ad una generazione fortunatissima che ha vissuto l'infanzia negli anni del boom economico, la giovinezza nel'68, la maturità nei ricchi e scintillanti anni 80-90 e la vecchiaia negli ultimi anni in cui qualcuno in Italia prenderà una pensione. I miei nonni per es però hanno avuto una vita di merda.
Quella generazione l'ha messa in tasca ai proprio genitori e ai propri figli sono le classiche persone al posto giusto nel momento giusto. Non è colpa loro.
L'unica cosa che vorrei è sentirgli ammettere è la grossa fortuna che hanno avuto attraverso tutta la vita e non sentirli discettare dall'alto dando dei bamboccioni, del peggio dell'Italia e decidendo, senza capire la fatica che stiamo facendo (perchè loro non l'hanno fatta), della nostra vita con leggerezza. Tutto qui.
Puoi vincere all'enalotto ma almeno ammetti che hai avuto culo e non che sei superiore a chi viene dopo.
@ Siberia
RispondiEliminaI babbjoni non ammettono niente: sono ancora lì a difendere tutti i loro privilegi. Altrimenti come spiegare che nemmeno una spuntatina alle pensioni la accettano, mentre ci sono montagne di lavoratori che lo stipendio ce l'hanno bloccato per anni, e precarj che vengono lasciati a casa.
La cosa riprovevole è che ci sono lavoratori e precarj che difendono questa situazione, anzichè sparare ad alzo zero...
Ci vuole il conflitto generazionale, altroche'...
@ ganjalf
RispondiEliminad'accordo con te su tutta la linea anche perché nel mio gruppo sto vivendo la stessa situazione (con un ricercatore e un associato - quest'ultimo totalmente inadeguato ma che adesso smania cercando di carpire in quale dipartimento gli conviene andare per avere la chiamata da ordinario - che in una normale università inglese farebbero al più i lecturer).
Concretamente nella mia università ci sono 784 ricercatori (dato preso su http://ricercatori-unito.it/) e ci siamo censiti in 1411 precari: quasi il doppio!
Abilitazioni e simili certo sono importanti ma non ci riguarderanno che marginalmente. E allora perché non smettiamo di pensare a tattiche di sopravvivenza individuale? l'università si regge grazie a noi! mentre noi saremo i primi ad essere sacrificati.
perché non ci convinciamo che non è vero che per un precario che incrocia le braccia ce ne sono pronti altri 10? lo trovino un altro precario con più di 30 pubblicazioni, con un'esperienza già maturata, pronto a lavorare senza avere nessuna prospettiva per il futuro
@ ganjalf
RispondiEliminaFinalmente qualcuno "hits the point".
Le abilitazioni per associato non riguarderanno gli attuali precari, ne ora ne mai.
C'è da chiedere a gran voce il ritorno della figura del ricercatore TI. Chi non vede, o non vuole vedere oppure ha piacere a fare una battaglia di principio per le generazioni future ammettendo di aver chiuso la propria esperienza accademica.
L'alternativa è una sola lasciare perdere, cambiare mestiere e cercare di tirare avanti.
ganjalf ha toccato un punto nodale.
RispondiEliminaè chiaro che il sistema è squilibrato e ingiusto.
come è chiaro - l'ho detto mille volte - che ad approfittare delle abilitazioni saranno gli strutturati e non i precari.
dissento invece sulla soluzione prospettata: l'idea di una stabilizzazione in massa dei precari è pericolosa e ingiusta. peraltro non farebbe che rovesciare sulla generazione più giovane (quelli che ora fanno il dottorato) i drammi della nostra, e questa non è una soluzione.
la via d'uscita, a mio giudizio, dovrebbe stare in un 1. pensionamento a livelli europei 2. turnover al 100% 3. possibilità di licenziare gli improduttivi
1. Pensionamento: dobbiamo essere pronti ad un compromesso, perche' anche altrove si va verso almeno i 66-67.
RispondiElimina2. Turnover: di per se' non ci dovrebbe essere, perchè dovrebbe dipandre solo dalla situazione locale, ma la situazione locale dipende da parametri incerti...
3. possibilità di licenziare gli improduttivi: per quanto ho spiegato, abbisogna di provvedimenti seri, e a lungh(issim)o termine. Certo si potrebbero attivare tutti i meccanismi attualmente esistenti per il controllo delle relazioni triennali, et cetera...
@ Insorgere
RispondiEliminanon credo che gnajalf chieda una sanatoria ma com'è sempre stato ovunque una gestione del provvisorio che qui si è voluta deliberatamente evitare.
Fissiamo pure dei paletti, pure alti, per es per il mio settore BIO/14 potrebbero essere: almeno 30 pubblicazioni, almeno 3 primi nomi, almeno h index =10, almeno dottorato più min 4 anni di post-doc, almeno un 'esperienza all'estero(su questa, pur avendola, sono io stessa dubbiosa), però avrebbero dovuto dire quelli che hanno queste caratteristiche dentro.
Non chiedo i 6 mesi e un giorno dell'opelegis anni 80, mi sembra che salti all'occhio la differenza.
E ti confesso Insorgere che se fosse per me chiederei proprio una cosa del genere anche se ritengo che, se non l'hanno fatta, non è per distrazione, ma deliberatamente.
mi scuso per le virgole mancanti e per quell'"Ope legis" scritto attaccato...scusa Insorgere, sono errori di battitura, pur non essendo umanista non sono così capra!!!
RispondiEliminahttp://www.nuovarivistastorica.it/?p=2980
RispondiEliminaIsrael di solito non mi è particolarmente simpatico, ma questa volta ha scritto un cosa sacrosanta: "quando ci si illude che le normative possano affermare l’etica della ricerca si decreta la fine di ogni autentica valutazione meritocratica".
RispondiEliminaSi ritiene che le "asticelle bibliometriche" possano sopperire alla mancanza di etica dei selezionatori, ma io ritengo sia una pia illusione che per di più introduce una distorsione: l'impressione che la ricerca sia solo una questione di "peso" della quantità di carta che ciascun candidato può mettere sulla bilancia.
I parametri bibliometrici posso aiutare in una prima scrematura.
La mancanza di etica invece andrebbe risolta con una responsabilizzazione dei commissari. L'idea del segretario di commissione, magari esterno al mondo accademico, di Renzino sembrerebbe buona, ma oramai temo siamo fuori tempo massimo
Le normative precedenti la pseudo-riforma-meritocratica Gelnini prevedevano gia':
RispondiElimina1) Idoneita nazionale a numero chiuso
2) Responsabile del procedimento amministrativo estraneo alla commissione. Amministrativo dell'universita'.
Ora le idoneita sono state bloccate per mancanza di un regolamente ministeriale non normativo.
Il responsabile del procedimento non si presentava quasi mai alle riunioni della commissione ne ha mai controlato che fosse steso regolare verbale ad ogni fase della procedura. Quindi le leggi che voi volevate vi erano gia' ma nessuno si e' mai preoccupato di farle attuare (precari compresi).
Buona fortuna a tutti e ricordatevi che con la scusa della meritocrazia una intera generzione sarà eliminata dall'università quindi smette di parlare di merito e denunciate i professori che non si presntano agli esami.