lunedì 14 marzo 2016

Proposte APRI per un’azione efficace di modifica della legge Gelmini

La recente presa di posizione della Comunità Europea in merito alla necessità di porre limiti stringenti alla rendicontazione degli assegni di ricerca nell’ambito dei progetti con finanziamento comunitario, rappresenta un’occasione per apportare affinamenti alla legge 240/2010 (c.d. Legge Gelmini), necessari non solo per consentire alla ricerca italiana di non perdere ulteriormente competitività a livello europeo, ma anche per consentire ai ricercatori di usufruire senza esclusione alcuna di contratti di lavoro dignitosi. 
Attualmente, la gran parte dei ricercatori precari in Italia usufruisce di assegni di ricerca, contratti di lavoro parasubordinato che, lo ricordiamo, non danno luogo a tutele degne di questo nome, nemmeno nel caso di periodi di disoccupazione (purtroppo molto frequenti). La discutibile presa di posizione del Ministero del Lavoro sul fatto che gli assegnisti di ricerca non abbiano diritto alla DIS-COLL rende evidente quanto siano necessarie spinte “esterne”, affinché all’attività di ricerca dei precari possa essere attribuito un degno riconoscimento, come nel resto d’Europa.
Il Partito Democratico ha recentemente stilato un documento (la cosiddetta Carta di Udine), nel quale si auspica una riduzione del periodo di precariato per il ricercatore, con previsione di un massimo di 8 anni di durata per le posizioni pre-ruolo (a fronte dei dodici anni previsti attualmente dalla L. 240/2010, c.d. Legge Gelmini). L'Associazione dei Precari della Ricerca Italiani (APRI) esprime parere favorevole rispetto a tale indirizzo, ma nel dettaglio è critica riguardo al fatto che l’attuale proposta del PD prevedrebbe un allungamento della specifica forma contrattuale a tempo determinato che prelude direttamente all’immissione in ruolo (dagli attuali 3 anni, ai proposti 5 anni). E’ fondamentale sottolineare che, a normativa vigente, il combinato disposto della L. 240/2010, Art. 24, c. 3 e del D.M. 344/2011, Art. 2, c. 1 fa sì che la tenure-track italiana sia in media già tra le più lunghe al mondo, con un minimo di 6 anni di periodo “di prova”, fino ad un massimo che in linea teorica non ha limiti. In questa fase storica, in cui migliaia di precari si avvicinano più ai cinquanta che ai quarant’anni, le commissioni che saranno chiamate a valutare i ricercatori a tempo determinato di tipo B (ovvero in tenure-track) potrebbero effettivamente trovarsi nella situazione di dover giudicare i candidati sulla base di CV lunghi diversi lustri, in vista dell’immissione in ruolo come Professori Associati. Se, come APRI spera, il PD intende davvero investire sulla ricerca e arrestare l’attuale tendenza allo sfruttamento dei precari, allora non si comprende come possa essere oggetto di discussione un eventuale allungamento del contratto RTD-B.

In tale contesto, APRI propone i seguenti quattro provvedimenti per un’azione efficace di modifica della legge Gelmini:
  • Abolizione degli assegni di ricerca negli Atenei
  • Modifica della durata possibile per i contratti di ricercatore a tempo determinato di tipo A (RTD-A, che come noto non prevedono una valutazione finale per l'accesso al ruolo): da uno a tre anni, rinnovabili fino a max. 5 anni complessivi nella stessa sede.
  • Riduzione del carico didattico in capo all'RTD-A: esclusione di obblighi di didattica frontale e previsione di sole attività di insegnamento integrativo e di servizio agli studenti, per un massimo di 175 ore (la metà delle ore annuali attualmente previste)
  • Possibilità di accesso ai concorsi per RTD-B a tutti gli studiosi in possesso dell'Abilitazione Scientifica Nazionale

Tale proposta è di facile applicabilità in quanto richiede solo piccole variazioni della L. 240/2010, vedi QUI, ed una sua attuazione sarebbe quindi molto meno traumatica di una nuova riforma profonda del sistema di reclutamento accademico (che arresterebbe l’ormai già lentissima macchina dei concorsi per posizioni accademiche, con effetti nefasti soprattutto sui più deboli, ovvero sui precari). Inoltre, se attuata tale proposta responsabilizzerebbe le sedi universitarie, che non potrebbero più sostenere interi Corsi di Laurea con contratti di ricercatore privi di concrete prospettive di stabilizzazione, ed infine renderebbe l'RTD-A la figura contrattuale di riferimento per il giovane ricercatore, anche nell'ambito di progetti finanziati dalla Comunità Europea. Ciò finalmente garantirebbe ai ricercatori post-dottorali tutte le tutele ed i diritti propri del lavoratore subordinato a tempo determinato, come già avviene nelle migliori esperienze europee, permettendo loro di raggiungere livelli salariali paragonabili, ad esempio, a quelli dei post-doc spagnoli. Con questa proposta, APRI intende offrire una prospettiva realistica e al contempo sostenibile, per il miglioramento dei meccanismi di reclutamento nel sistema universitrio nazionale.

Ulteriori precisazioni:
  • Nel presentare tale proposta, APRI richiede con forza l'immissione di risorse economiche aggiuntive nel sistema universitario, affinché il numero annuo di bandi per ricercatore a tempo determinato raggiunga livelli analoghi agli assegni di ricerca oggi banditi dalle università.
  • Nel proporre l' "accesso ai concorsi per RTD-B a tutti gli studiosi in possesso dell'Abilitazione Scientifica Nazionale" (proposta al punto 4), APRI intende fornire una ulteriore via di accesso a tali bandi e nel contempo sanare una evidente contraddizione nel sistema attualmente in vigore (il possesso di ASN per la seconda fascia della docenza è già condizione sufficiente per la partecipazione ai concorsi per Professore Associato ma non lo è per RTD tipo b). Questa possibilità in più di partecipazione si aggiungerebbe alle altre già previste dalla L. 240/2010, in particolare la possibilità di poter concorrere ad bandi per RTDb ove in possesso di tre anni di RTDa ovvero di assegno di ricerca pre-Gelmini. 
  • Per quanto concerne l'accesso ai concorsi per RTD tipo b (tenure track), APRI incoraggia lo studio di una ulteriore semplificazione della L. 240/2010 al fine di consentire la partecipazione a tutti coloro che hanno tre anni di regolare contratto di ricerca Post Doc indipendentemente dalla specifica forma contrattuale, similmente a quanto già previsto per i contratti all'estero. Cio' consentirebbe la partecipazione ai concorsi per RTDb anche a coloro che hanno svolto attività di ricerca con contratti di tipologia diversa dall'Assegno di Ricerca pre-Gelmini ovvero dal RTDa (ad esempio Co.Co.Co.,  finanziamenti regionali, borse di studio da privati...). Inoltre, nell'equiparare i contratti all'estero, APRI invita a sanare l'attuale contraddizione che prevede l'equiparazione dei soli contratti in "atenei" esteri, sostituendola con "atenei e centri di ricerca all'estero". Questa contraddizione nella nostra normativa fa sì che tre anni di Post Doc (o altri contratti) presso prestigiosi Centri di Ricerca internazionali (quali ad esempio il CNRS, i Max Planck Institutes, il CERN di Ginevra, la NASA, i National Laboratories americani come Berkeley o Los Alamos) non siano oggi sufficienti a partecipare ad un concorso per RTDb in Italia mentre lo sono tre anni di Post Doc in una qualsivoglia università all'estero.       
SEMPLIFICARE e RIFINANZIARE sono le parole chiave della nostra proposta. 

67 commenti:

  1. La proposta di Apri è come la corazzata Potemkin......no comment! Eliminate il precariato eliminando i precari.......

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  2. Cioè si dovrebbero mantenere gli assegni di ricerca, figura atipica ormai rinnegata perfino dal "Jobs Act" renziano, nel settore privato. Lo sfruttamento sarebbe ammissibile solo nel settore pubblico, e in particolare per i giovani ricercatori (?).
    Come livello di Tafazzismo siamo al limite.

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  3. Le proposte sopra enunciate sono sensate e vanno nella giusta direzione - non sembrano nemmeno "targate APRI", ma solo dettate dal buon senso e dalla comparazione positiva con il resto del mondo.

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  4. renzino ha colto il punto, qui si tratta di semplificare senza far crollare l'impalcatura già traballante della legge gelmini

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  5. gli assegni vanno aboliti, sia perché l'europa non li vuole sia perché sono indecorosi in termini di tutele e contributi pensionistici.

    inoltre non ha senso logico avere assegni, tda e tdb.
    Modificando i tda, rendendoli più flessibili e anche privi di obblighi didattici, si razionalizza il sistema

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  6. Senza un adeguato finanziamento rischia di veder tagliare molti assegnisti, a meno che non venga applicata molto gradualmente...

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  7. Ma cio' detto, questa e' la direzione in cui si dovrebbe andare.

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  8. @unknown

    forse ti sei perso un passaggio: l'UE ha già detto che NON si potranno più usare assegni per tutti i progetti finanziati nell'ambito dei progetti europei. questo de facto già spazza via una buona fetta degli assegni. e i tda così come sono non sono sufficientemente flessibili per coprire le esigenze di chi ha bisogno di fare contratti a tempo determinato su fondi di ricerca europea.

    aggiungo che gli assegni sono uno schifo, sotto il profilo salariale, contributivo, dei diritti e delle tutele. difendere gli assegni è una battaglia di retroguardia

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  9. inoltre questa modifica dei tda risponde a un'esigenza fondamentale: evitare che gli atenei li usino come strumenti low cost per tenere in piedi i corsi di laurea

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  10. Unknown -> Antonio Stamerra (il sistema non ha aggiornato, boh)
    Ho sempre sostenuto che l'AdR doveva essere eliminato :)
    Ma se una regola come questa venisse applicata in maniera immediata (come spesso e' accaduto su limiti temporali etc), porterebbe ad un grande disagio a molti AdR. Quindi, appoggiando in toto le richieste, va anche sostenuto un periodo di transizione. Questo anche per inimicarsi inutilmente la frangia (folta) di AdR che guardano all'immediato.

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  11. Antonio Stamerra, come ogni modifica, la nostra proposta dovrebbe riguardare i nuovi contratti non certo chi l'assegno lo ha gia'.

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  12. Se queste sono le proposte dei precari (ovvero la pulizia etnica degli assegnisti) allora w gli strutturati!!

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  13. Marcomar, nessuna pulizia etnica. Proponiamo di sostituire l'attuale assegno di ricerca (che e' una borsa di studio) con un contratto da lavoratore dipendente (l'RTDa) meglio pagato e con molte piu' tutele. Ovviamente dopo aver reso l'RTDa piu' flessibile per poter essere usato nello stesso modo in cui viene oggi usato un assegno (ad esempio per la ricerca su progetto). Gia' oggi l'Unione Europea non riconosce gli assegni di ricerca e questi ultimi non possono essere usati su grants europei, creando gia' un notevole problema.

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  14. Mi pare ovvio che se un assegno costa 24 K ed un RTD 50 k ci saranno meno posti per tutti....così come mi pare ovvio che tale proposta pare fatta su misura per chi ha già un RTD A e vuole passare a RTD B con corsia preferenziale.... qua nessuno è fesso!!!

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  15. Marcomar, non vedo alcuna connessione davvero su quanto tu dici alla fine. Riguardo a quanto tu sostieni inizialmente, possiamo anche prevedere un contratto da 12 k ed abbiamo il doppio dei posti, oppure da 6k e ne avremmo il quadruplo. Non lamentiamoci poi se si viene trattati come degli schiavi. APRI e' sempre stata per dei contratti di qualita', che siano almeno dello stesso tenore di un post doc europeo (FR, D, ES). Chi vuole il low cost e una briciola a tutti avra' sicuramente altri referenti rispetto alla nostra associazione.

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  16. Ricercatore,
    purtroppo io sono diversamente intelligente e non ragiono per formule e/o slogan ma per dati oggettivi ....ragioniamo sui dati....l'assegno costa meno rispetto ad un RTD A non perché ha meno garanzie sul piano contributivo (ormai l'aliquota parasubordinati 2016 è pari al 31,72 per cento)....non è soggetta a DIS-COLL solo per l'interpretazione restrittiva datane dal Ministero del Lavoro (l'assurdo è che gli altri parasubordinati hanno diritto all'indennità e gli assegnisti no) e costa meno solo perché il contratto RTD A è soggetto a Irpef e IRAP (a differenza dell'assegno)...quando parlate con i politici piddini fatelo rilevare.....non parlate di Europa solo quando vi fa comodo....in Italia non volete i finanziamenti privati nelle università ma in Europa ci sono....

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    1. Marcomar, quindi tu mi vuoi dire che mettere i contributi in gestione separata oppure in INPS "standard" è la stessa cosa. Tu quindi vuoi dirmi che l'assurda interpretazione data dal Ministero del Lavoro sarai senza problemi in grado di risolverla tu stesso, che libero dalla tendenza di scrivere ciò che fa comodo a te, sei senz'altro più vergine di noi, pieni di conflitti di interesse. A proposito, hai voglia di iscriverti all'APRI, visto che mi sembri così propositivo?

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  17. Marcomar, noi, al pari dell'Europa (ma il discorso potrebbe allargarsi al mondo) riteniamo la ricerca un lavoro. E come tale va tutelato al pari di ogni altro lavoro dipendente (e tassato allo stesso modo pure). Vogliamo un contratto da lavoratore, pagato il giusto e tutelato il giusto o una borsa di studio? Equivale a dire: "vogliamo fare sul serio o lanciare tozzi di pane?".
    Riguardo ai possibili conflitti di interesse (chi scrive non ha un RTDa, a scanso di equivoci), ti rammento che chi ha oggi un assegno ai sensi della legge gelmini non e' toccato da questa proposta. Gia' oggi la legge gelmini NON prevede che tale assegno possa essere rinnovato oltre 4 anni e questa proposta non tocca i contratti in essere.
    Marcomar, in altre parole, se tu sei assegnista, questo (stante la legge) e' comunque il tuo ultimo assegno, e la tua prospettiva e' comunque un RTD. La "pulizia etnica" quindi non la stiamo proponendo noi, e' gia' prevista. Noi stiamo proponendo di non assegnare piu' tali contratti ai nuovi ricercatori, ma di sostituirli con contratti da lavoratore dipendente e proponiamo anche di allentare la "pulizia etnica" dicendo che il limite (ora sarebbe di 5 anni e non 4 come gli assegni) debba valere per singola sede e non su tutto il territorio nazionale.

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  18. http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/03/19/ricercatori-precari-lo-spot-chi-offre-di-meno-a-difesa-delluniversita-pubblica/495976/

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    1. ma come si fa ad avere una tale avversione per una forma contrattuale cosi' meravigliosa quale l'assegno di ricerca?

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  19. marcomar il punto è semplice: il sistema ora si regge su promesse (vane) di entrare un giorno in ruolo e su compensi da fame.
    noi vogliamo meno promesse e più soldi. vogliamo che i precari siano trattati come i loro pari nel resto d'europa, con gli stessi diritti e un livello stipendiale analogo.

    vorremmo anche che si venisse selezionati in modo aperto, trasparente, senza arbitri venduti e senza dare a chi gioca in casa due gol di vantaggio

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  20. Continuo a non capire...se l'unica forma di post doc sarà il contratto RTD A l'unico risultato che otterrete è che ci saranno migliaia di posti in meno per i giovani...se poi vi fanno schifo 6 anni (e non 4) di assegni a 1500 euro/mese ...beati voi...si vede che siete ricchi....almeno proponete l'esenzione dall'IRPEF e dall'IRAP per gli RTD A e B altrimenti la proporzione sarà 1 a 10 (come è già adesso)

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    1. "se poi vi fanno schifo 6 anni (e non 4) di assegni a 1500 euro/mese ...beati voi...", sei tu ad essere incomprensibile, sinceramente: abbiamo cercato di spiegarti, ed a questo punto ti invito solo a rileggere quanto scritto sopra. Tra l'altro, vi sono per i soci altri luoghi di discussione, utili per la definizione di proposte condivise. Come già detto e come noto ai soci, alla base della nostra proposta vi sono contatti con esponenti della politica, che si sono detti già interessati a spendersi per un rifinanziamento del sistema. I rischi da te paventati sono quindi stati già attentamente valutati dall'APRI.

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  21. se i vs. interlocutori sono i piddini allora dormo tranquillo.......

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  22. se i vs. interlocutori sono i piddini allora dormo tranquillo.......

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  23. marcomar, la questione è proprio che vogliamo contratti veri - non borse esenti da irpef e irap. vogliamo contratti veri, con tutti i diritti e i benefici che ne conseguono.
    vogliamo contratti veri, come quelli che l'europa ci impone per usare i suoi fondi, come quelli che hanno i nostri colleghi in altri paesi.
    vogliamo contratti veri, non esser trattati come studentelli con una borsa di studio.
    vogliamo contratti veri e sì, sappiamo che forse questo significa che ci saranno meno contratti e per questo chiediamo più risorse. tuttavia deve esser chiaro che l'obiettivo non è vivacchiare tutti, ma migliorare il sistema, renderlo più moderno e dare a tutti pieni diritti e piena dignità

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  24. Volete più pilu per tutti.......e vi affidate alla versione moderna del conte Mascetti...hai capito perché dormo tranquillo?

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    1. perché invece a prendere l'elemosina, senza contributi pensionistici e diritti minimamente accettabili dormivi tranquillo?
      ti va bene lo status quo? quello in cui i precari sono schiavizzati e ad essere premiato è il servilismo e non il merito?

      dal mio punto di vista chi difende il sistema così com'è è parte del problema...

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  25. GGG non so in quale mondo orribile vivi...io sono fortunato perché nella mia lunga carriera accademica non sono mai stato schiavizzato da nessuno e tutti i rapporti avuti con i professori sono sempre stati improntati sul reciproco rispetto dei ruoli e sulla massima fiducia...gli slogan sindacali lasciamoli a casa....se ti piace RTD prenditi quello e non abolire i contratti degli altri...siete voi a fare il gioco degli strutturati proponendo modelli rigidi.....la flessibilità consente a molti di conciliare la libera professione con l'università...se vuoi fare il ricercatore a tempo pieno fallo pure...dovremmo essere in un sistema liberale...i contratti unici esistono solo in Corea del Nord...

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    1. Puoi senz'altro pensare di creare il tuo blog, dove diffondere le tue idee così speciali e manifestare tutto il tuo amore verso questa associazione. Ah, buona fortuna!

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    2. "....la flessibilità consente a molti di conciliare la libera professione con l'università...".
      ed in questo caso fa comodo avere una entrata esente irpef. Ma per gli altri? Per chi si dedica a tempo pieno all'università?

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    3. Evitiamo di perder tempo con risposte a commenti che ignorano la presenza di almeno 10000 soggetti senza alcun altro reddito se non quello dell'assegno. Visto che l'assegno va bene per Marcomar, è giusto che i suddetti 10000 siano trattati da gente che campa del proprio hobby, come fossero i pescatori della domenica. Grazie ancora Marcomar, per il tuo prezioso contributo. E arrivederci!

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  26. E quando i 10000 soggetti si ridurranno a 1000 grazie alle vs. proposte vi ringrazieranno ancora di più...e complimenti per la tolleranza dimostrata nei confronti di chi non la pensa come voi...

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    1. io noto questo nick, "marcomar", anche tra coloro che accedono al nostro forum. E' un caso?

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  27. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  28. chiunque abbia passato anche un breve periodo da post-doc in paesi civili, da questo o quel lato dell'atlantico, sa che il trattamento di un assegnista è incivile. comparativamente lo stipendio è bassissimo, l'autonomia pressoché nulla, le tutele inesistenti.

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  29. Incollo qui il mio commento sperando che qualcuno possa illuminarmi (scusate se è un po' fuori dal tema di questa interessante discussione, ma il motivo comune è sempre lo stupore paralizzante nei confronti delle assurdità con cui i ricercatori italiani devono fare i conti):
    Ho una domanda per quanti di voi hanno ottenuto fondi con i quali hanno finanziato i propri assegni di ricerca: COME AVETE FATTO?? Io ho appena ricevuto un finanziamento da un ente statunitense e sto cercando di farmi attivare un assegno di ricerca in una università italiana con quei soldi, ma mi scontro ormai da settimane con l'ottusità di un sistema che prevede l'attivazione di assegni di ricerca solo sulla base di bandi! Ho cercato di far capire che è assurdo pensare che io che sono già la beneficiaria di quei fondi che mi sono procurata da sola (e, permettetemelo, con una certa soddisfazione) debba ora partecipare ad un bando per vedermi assegnare quanto è già mio in partenza!! Mi rifiuto di credere che non ci sia un altro sistema per finanziare un assegno di ricerca! Qualcuno può aiutarmi? Altrimenti, tanto vale restare in Germania!

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  30. Domanismetto, e' una delle assurdita' italiane. Devi fare il bando finto per poi vincere tu. E la cosa simpatica e' che sulla carta potresti perdere quel concorso, e quindi i fondi del grant (immagino personali e legati ad un progetto) scomparire e quindi il vincitore trovarsi... senza il posto.

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  31. Domanismetto dovresti vedere il regolamento dell'università italiana in cui intendi attivare l'assegno.....in alcuni casi sono previsti concorsi riservati per chi ha conseguito un dottorato all'estero.....comunque non meravigliarti ....queste conseguenze paradossali sono dovute ad un sistema burocratico - leninista che piace tanto a molti miei colleghi comunisti...che non a caso sanno solo proporre in Italia modelli rigidi (riservati agli amici degli amici) e fanno finta di ignorare che all'estero le cose funzionano diversamente. ...

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    1. io noto questo nick, "marcomar", anche tra coloro che hanno accesso al nostro forum. E' un caso?

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  32. Avete notizie sulla ripresa del DDL Pagliari e la fantomatica "riforma dell'articolo 24 da fare entro l'estate" annunciata sul Il Sole 24 ore? ... A Udine il Pd aveva parlato di un percorso di dottorato + 3 anni di post-doc+ 2 da ricercatore (nel documento c'era scritto "si consiglia di prevedere una norma che impedisca di fare dottorato e post doc nella stessa sede). Poi la finanziaria sblocca il turnover sui TDA (che gli atenei non hanno ancora fatto, trattandosi di programmazione 2016, che al momento è ancora in alto mare, visto che ovunque si sta facendo la 2015. I TDb prorogati al massimo al 31-12- 2016... Il Milleproroghe apre il TDB ad altre tipologie di assegnisti... e poi risuscitano il Pagliari dai morti per fare quetsa proposta... Ma allora le leggi precedenti hanno scherzato? Qualcuno ha news?

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    1. Qui è davvero il delirio, come il tuo post ben rappresenta. Stiamo facendo il possibile per diffondere fra chi di dovere la nostra proposta, che ha il pregio di essere lineare, e di incastrarsi bene nella situazione man mano venutasi a creare

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    2. Che facciano una riforma del pre-ruolo che contempli un sistema nuovo di zecca mi sembra comunque folle... È più realistico che aggiustino ancora qualcosa (tipo ampliare i TDB agli abilitati) senza cambiare troppo. Anche l'emendamento Russo, se retroattivo, porterebbe il caos.

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    3. L'emendamento Russo è il caos puro, non a caso ne abbiamo denunciato le storture nel post precedente. Speriamo evapori come un brutto incubo

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  33. Grazie dei commenti. Avevo letto che qualcuno di voi aveva autofinanziato il proprio assegno semplicemente sulla base di un decreto rettorale, ma a me stanno dicendo che non è possibile e mi chiedevo se qualcuno avesse maggiori info e dettagli da condividere a riguardo. Qui i ricercatori li allontanano altro che rientro dei cervelli... mi sono già amaramente pentita di non aver basato la proposta in Germania dove già lavoro da tre anni.

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  34. Nel caso in cui i ricercatori di cui al comma 1, avendo conseguito l'abilitazione scientifica nazionale e all'esito della positiva valutazione di cui all'art. 24, comma 5, della citata legge n. 240 del 2010, accedano alla posizione di professore di seconda fascia, le risorse attribuite vengono utilizzate dall'Ateneo come cofinanziamento del costo di tale posizione. Diversamente, le risorse che si rendono disponibili al termine del contratto sono utilizzate dallo stesso Ateneo per il reclutamento di nuovi ricercatori ai sensi dell'articolo 24, comma 3, lettera b), della legge 30 dicembre 2010, n. 240, da effettuarsi entro sei mesi dalla relativa cessazione, pena l'applicazione di quanto previsto al comma 2, lettera.

    Non è chiara una cosa, i +0.2 punti alla fine del triennio chi li metterà?

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    1. sembrerebbe che ce li mette l'ateneo, gli 0.2
      Però ho sentito qualcuno dire che questi 0.2 ce li metterebbe il MIUR. E' da studiare meglio

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  35. notiziona: il tar finalmente si pronuncia contro i concorsi con profili.

    qui la sentenza:
    https://lookaside.fbsbx.com/file/TAR%20Milano_sent_830_2016.pdf?token=AWxyIS8QRH40orGEL3ArnGmD37dvKcsL9KAePyv-zmbO-nAy0wcZ0nY5OO58isHzw8EqPKi-BB-vF56jUuk66gsFlEZ-e6UriRrZJ1SQxLyW5uWDAIGmpPo1AZhtTATjfYNTEtwWYX827LQ9jZwWkTQVxO4KIU2dqHuH-YfpBg0-mQ


    la sentenza è su concorsi da pa ma estendibile a tutti i concorsi, td inclusi

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  36. si, come si estende il diritto di precedenza per assegnisti e contratti a termine.

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  37. Riguardo alla riforma del pre-ruolo universitartio vorrei segnalare che, per vari motivi alcuni hanno contratti a progetto per ricerca (dlgs 276/03), Co.co.co (art. 409c.p.c) e in parte collaborazioni occasionali (ex art 2222 c.c.).

    Di recente (nel decreto milleproroghe) anche gli assegni post-gelmini sono stati ammessi quale requisito di partecipazione per i concorsi da ricercatore tipo b.

    Un’intera categoria di ricercatori non strutturati con contratti atipici è stata quindi ignorata e ,ad oggi, non possiede i requisiti per poter partecipare ai concorsi di tipo b.

    Non sarebbe equo dare a questi ricercatori (atipici) la possibilità di partecipare ai concorsi di tipo b?
    In fondo qual è la differenza sostanziale tra un assegnista e un co.co.pro di ricerca?

    Nell’attuale discussione del ddl 1873 potrebbe essere inserito un qualche emendamento che consenta l’accesso anche a coloro che abbiano maturato un triennio di ricerca anche tramite contratti atipici.

    Mi sembra che la vostra proposta vada in questo senso per cui complimenti
    Grazie dell’attenzione

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    1. Scusate mi chiamo Paolo non sono riuscito a inserire il mio nome

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    2. Chiaramente includere gli assegnisti del nuovo tipo, ed escludere altri contratti di collaborazione crea nuove asimmetrie senza senso. Grazie per il commento senz'altro condivisibile

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    3. Grazie a voi spero che tali asimmetrie vengano eliminate. Un modo sarebbe quello di stabilire che si debba avere almeno un triennio di documentata esperienza di ricerca post doc (indipendentemente dalla forma contrattuale assunta). Credo che la cosa sarebbe coerente con l'impianto della riforma sul pre ruolo universitario.

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  38. A questo punto andrebbe prima eliminato RTDa. Troppo costoso e senza vantaggi.

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    1. credo che un triennio di esperienza post doc possa avere senso prima del tipo b.

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  39. E quindi RTda a cosa serve se vale quanto un triennio qualsiasi come post-doc?

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  40. Ha ragione Ganjalf....l'RTD a costa troppo....

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    1. Costa tanto se si considera l'Italia un Paese in via di sottosviluppo, o gia' sottosviluppato. Gli assegnisti che campano solo di assegno di ricerca lo sanno bene, e se proprio non se ne stanno accorgendo adesso, se ne accorgeranno bene verso i 65 anni, quando godranno dei benefit della pensione sociale.

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  41. E infatti la soluzione è quella di fare accedere ad una posizione Rtdb anche chi ha un post doc 200 euro al mese. Ottima soluzione.

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    1. non esattamente. La soluzione da noi proposta e' quella riportata qui sopra

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    2. Non è chiaro il punto. Attualmente gli assegnisti possono accedere al tipo b. Come mai altre forme contrattuali di ricerca( cococo, cocopro di ricerca etc), che pure esistono e non parliamo di 200 euro al mese ma di importi superiori a quello che pagano gli assegni, non possono ugualmente partecipare? La diversità di trattamento non mi sembra abbia giustificazioni.

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    3. sono sostanzialmente d'accordo con Paolo.

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  42. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  43. offerta di prestito tra particolare
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