martedì 5 marzo 2013

Il blocco A e il blocco B nell’università italiana

Lo straordinario risultato elettorale del M5S alle elezioni politiche ha posto al centro dell'agenda politica nazionale uno dei problemi più gravi della società italiana: la divisione sempre più profonda e sempre più insopportabile tra chi è pienamente garantito, in ambito lavorativo e sociale, e chi è privo di tutele, abbandonato dalle istituzioni e dalle rappresentanze politiche e sindacali. Come APRI e altre associazioni di precari della ricerca, sono anni che denunciamo questa situazione, aggravata dai guasti prodotti dalla Legge Gelmini. L’università italiana è spaccata in due blocchi. Da un lato, un blocco A composto di decine di migliaia di ricercatori e docenti precari, che non hanno prospettive credibili di ottenere una posizione sicura che garantisca loro di guardare con serenità al futuro. Quelli che possono fanno le valigie e vanno a fare carriera all’estero. Quelli che non possono restano qui, ma perdendo l’entusiasmo e le motivazioni che sono fondamentali per produrre ricerca di qualità.  Dall’altro lato, c’è il blocco B, composto da ricercatori a tempo indeterminato e professori di ruolo, che occupano posizioni ultragarantite e di fatto inamovibili. Il precedente governo ha riservato nuove risorse per assumere professori di seconda fascia, ma è chiaro a tutti che con le attuali regole e con le pressioni esercitate dal blocco B, tale piano straordinario di reclutamento si tradurrà solo in avanzamenti di carriera per i ricercatori di ruolo. Inoltre, i professori associati e ordinari vanno in pensione solo a 70 anni, e ciò crea ulteriori impedimenti al ricambio generazionale e rende la classe docente italiana la più anziana del continente. APRI è da sempre convinta che l’età giusta per il collocamento a riposo dei professori di ruolo sia 65 anni, in linea con la media europea; APRI inoltre ha avanzato alle forze politiche 10 proposte (http://ricercatoriprecari.blogspot.it/2013/01/per-ridare-speranza-alla-ricerca.html) per ridare speranza al blocco A, oggi discriminato ed escluso, ma le forze politiche hanno risposto eludendo le questioni centrali, probabilmente perché il loro principale obiettivo è la difesa dei garantiti del blocco B (si veda ad esempio la risposta che ci è stata inviata da Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum Università e Ricerca del PD). Insomma, le porte restano chiuse per il blocco A, anche quando chiede valutazione e competizione meritocratica per i posti, come abbiamo fatto noi. Ciò induce allo scoramento, alla sfiducia completa nelle istituzioni, lasciando come unica possibilità il ricorso a soluzioni assistenzialistiche e corporative, le uniche che la classe politica tradizionale in passato ha adottato per il blocco A, per tenerlo sotto controllo e utilizzarlo come bacino di consensi elettorali.
Il quadro politico sembra però ora profondamente cambiato, e nuove prospettive potrebbero aprirsi per l'Università e la ricerca pubblica italiane. APRI intende proseguire sulla strada tracciata verso il raggiungimento dei propri obiettivi, per l’apertura al merito, per l’internazionalizzazione, per ridare speranza. APRI intensificherà il proprio dialogo col mondo politico, perché mai come in questo momento il nostro messaggio potrà risultare efficace contro rivendicazioni corporative che, se nuovamente assecondate dalla politica, potranno solo spingerci verso il baratro che il Paese già intravede.

127 commenti:

  1. L'analisi è sostanzialmente corretta, ma non vedo quelle prospettive che "potrebbero aprirsi per l'Università e la ricerca pubblica italiane" sol perchè il M5S è entrato in Parlamento.

    Vero è che questo Parlamento è molto più giovane del precedente, e non solo per merito dei Grillini - in fondo è il PD che fa sempre massa critica. Il punto è che per far fruttare questa novità serve notevole capacità politica (ed anche di sintesi con gli equilibri esistenti) che non vedo nei 5 Stelle.

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  2. @ renzino

    la speranza è l'ultima a morire.
    ciò detto non pensiamo e non crediamo che di per sé l'affermazione del M5S cambierà le cose, però contribuisce a sollevare alcuni problemi troppo a lungo sottaciuti.

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  3. ai precari e ai loro rappresentanti negli atenei: vi invitiamo a vigilare affinché gli atenei rispettino la quota del 20% destinata ad esterni. ricordiamo che devono essere il 20% dei posti, non delle risorse

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    1. insorgere, ma come si fa a garantire che il 20% vada ad esterni? Si fanno concorsi dedicati dove nel bando è scritto che solo gli esterni possono partecipare?

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    2. yes. la legge è chiarissima.
      per esterni si intende figure che non abbiano avuto contratti di qualsiasi tipo con l'ateneo negli ultimi 3 anni

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    3. Ma da quanto in qua le Università rispettano la legge ? Suvvia... siamo seri.

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  4. L'Accademia se ne impipperà dei 5 Stelle, e soprattutto se costoro - come sembra - non faranno pesare in modo efficace il loro ruolo ricattatorio in questa fase politica.

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  5. http://www.crui.it/HomePage.aspx?ref=2139

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  6. @ ganjalf
    fattene una ragione. apri è un'associazione con un proprio statuto, e come tale rappresenta i suoi soci.
    sono soci coloro che condividono statuto e manifesto e scelgono di iscriversi.

    vuoi che altre istanze siano rappresentate? costruisci un'altro movimento o associazione di precari. noi perseguiremo i nostri obbiettivi.

    cosa sono i nostri obbiettivi? vai online sul sito www.ricercatoriprecari.it e leggiti statuto e manifesto per il lungo termine, per l'immediato basta che clicchi sul seguente link: http://ricercatoriprecari.blogspot.it/2013/01/per-ridare-speranza-alla-ricerca.html

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  7. @ ganjalf

    invece di polemizzare, fai qualcosa di costruttivo.
    per es. nel tuo ateneo esistono rappresentanze organizzate dei precari? se non esistono creane una, se esiste datti da fare lì dentro.

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  8. http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/03/06SIX3034.PDF

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  9. http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%206/2013/201300044/Provvedimenti/201301270_11.XML

    una sentenza interessante

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    1. E' chiaramente sbagliata la definizione legale di affinità. Però marystar poteva anche pensarci su un po' meglio, visto che probabilmente si sapeva che due coniugi non sono affini...

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    2. c'è una storia di interessi personali molto particolare dietro quella norma....

      cmq è un bene che il consiglio di stato abbia chiarito che il principio si applica anche ai coniugi

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  10. Gli "incazzati e basta" imparassero a confrontarsi con la realtà, e con la difficoltà della costruzione di un'azione sociale e politica. Si iscrivessero a qualche organizzazione e vedessero intanto come funziona, in Italia, una organizzazione, e qual è il loro ruolo vicino a quello degli altri.

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    1. Io personalmente sono impegnato e incazzato allo stesso tempo. In questa fase politica avrò probabilmente la possibilità di fare arrivare le mie idee a chi di dovere, ma salvo per il pensionamento a 65 anni, non saranno quelle di APRI.

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    2. Anch'io ho sempre fatto lo stesso: scrivo qua e là le mie idee e, salvo per il pensionamento a 65 anni, non sono quelle di APRI.

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  11. Com'è che ora nel punto 8) della proposta PD è saltato fuori "reclutamento dei ricercatori"? Mhà...

    http://www.repubblica.it/politica/2013/03/06/news/scheda_otto_punti_bersani-53971115/

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    1. Perchè cerca di imbonire un po' di populo (compresi i giovani ricercatori inc....ati).

      MA neanchè lui i soldi riuscirà a trovarli (non sono certo quelli del "finanziamento della polittica"), a meno che non si metta a svendere il patrimonio, e perseguire quindi una politica di stampo veterodemocristiano, e di posposizione dei problemi a quello che viene dopo.

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    2. Che è poi quello che stanno facendo tutti i governi europei da qualche anno rispetto alla crescita economica....

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  12. già se ancora credete a ste balle siete messi bene. Poi si scoprirà che per reclutamento dei ricercatori s'intende upgrade per rti a prof....a ragà

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  13. "Programma per la banda larga e lo sviluppi dell’I
    CT. "

    "Salario o compenso minimo per chi non ha copertur
    a contrattuale. "

    "Avvio della universalizzazione delle indennità di
    disoccupazione e introduzione
    di un reddito minimo d’inserimento'

    "Revisione degli emolumenti di Parlamentari e Cons
    iglieri Regionali con
    riferimento al trattamento economico dei Sindaci."

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    1. Ha copiato e anche male. In ogni caso il M5S, se non cambia in maniera radicale il quadro generale, non gli voterà mai la fiducia.

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  14. Una cosa OTTIMA:
    "Riduzione del costo del lavoro stabile per elimin
    are i vantaggi di costo del lavoro
    precario e superamento degli automatismi della legge Fornero. "

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    1. "OTTIMA"? Non s'era detto il contrario, e cioè di aumentare il costo del lavoro precarjo??
      Con la "riduzione del costo del lavoro stabile" stai riducendo o le entrate tributarie o i contributi pensionistici del singolo lavoratore. Nun c'è un c...o da festeggiare.

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    2. E' la stessa cosa, direi; certo diversa nel bilancio. L'importante e' rendere meno favorevole al datore di lavoro l'uso di contratti temporanei, che devono essere una necessita' e una eccezione e non una convenienza economica che sostituisce la posizione stabile, o quantomeno piu' tutelata (comunque sempre con contratti parasubordinati).

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  15. Ho letto gli 8 punti di Bersani..... ho un solo commento...

    MA VA VA .........

    Ma ci credono ancora così scemi... passi il reclutamento dei ricercatori (che altro non è che la promozione degli RTI)... ma hanno la vaga idea di cosa vuol dire un piano per l'assorbimento di tutti i precari in graduatoria nelle Scuole primarie e secondarie ?
    POPULISTA !!! DEMAGOGO !!!!

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    1. Sai, i populisti e i demagoghi (ufficiali) hanno preso molti voti. La Serietà non è di moda.

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    2. Aspettiamo che i populisti e i demogoghi (ufficiali) entrino in Parlamento e facciano qualcosa. Poi li giudicheremo per quello che avranno fatto.

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  16. infatti....leggasi promozione RTI e poi,

    http://www.repubblica.it/scuola/2013/03/06/news/crollo_degli_iscritti_nelle_universit_italiane_mai_cos_bassi_da_25_anni_e_cala_la_qualit-53971626/?ref=HREC2-9

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  17. puntiamo almeno al reddito di cittadinanza almeno non moriremo di fame!!

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  18. Renzi: «Ma come - si è sfogato tornando a Firenze - sono giorni che insisto a dire che se avessimo cavalcato noi l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti avremmo spuntato qualche unghia a Grillo, e Bersani che fa? Nemmeno ne parla nella relazione introduttiva... Qua si rischia di andare avanti come prima. Ma come prima non va bene affatto»

    http://www.lastampa.it/2013/03/07/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/renzi-lascia-la-sala-in-anticipo-cosi-non-cambieremo-mai-4x1Iay7TihS08anMZPP0aL/pagina.html

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    1. Nel frattempo Renzi faccia sapere quanti soldi gli hanno dati gli amici del finanziere Serra

      http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/07/renzi-trasparenza-scaduta-ancora-riservata-lista-dei-finanziatori/522511/

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  19. Gianluca Galletto (PD New York, e candidato circ. Estero): «Il finanziamento solo privato ai partiti non è una cosa buona»

    http://www.europaquotidiano.it/2013/03/06/la-direzione-del-pd-in-diretta/

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  20. Penso che il discorso sia differente. Certo, in una struttura dei partiti cme l'attuale avere finanziamento solo privato potrebbe portare a storture.
    Ma la domanda reale e' un'altra: la struttura attuale dei partiti e' necessaria per il funzionamento della democrazia? e' possibile esercitare la democrazia SENZA organi di partito (amministrazioni, segretarie e segreterie, macchine, palazzi etc)?
    Ovvero, alla Grillo, una struttura diversa, una polis virtuale e informatica, permetterebbe ugualmente l'informazione, la consapevolezza e la possibilita' di decidere?
    Se la risposta e' si', dato i costi notevolmente inferiori, allora i finanziamenti pubblici non servono per garantire pluralismo e decisionalita', anche dal basso.

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  21. scusate, mi sono solo lasciato prendere dall'argomento...
    Ma non e' del tutto fuori luogo se pensiamo che noi, penso, abbiamo acquisito anche consapevolezza qui dentro...

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  22. Tornando al tema, la divisione A e B tra chi dentro e fuori esiste un po' ovunque, ma solo in italia si manifesta come "gradi di dignita'" diversi o addirittura, secondo alcuni, di etica, a cui si associano (secondo questa logica) diritti diversi.
    Secondo questa logica non e' etico se un non strutturato guadagna di piu' di uno strutturato; e non e' etico se un non-strutturato assume responsabilita', come guidare un gruppo di ricerca.

    Sono discorsi da vecchia guardia (spesso sindacalizzata) che hanno una loro, primitiva, ragione di essere quando il lavoro soprattutto stabile andava tutelato; qualcuno potrebbe dire, in maniera un po' contorta: ma se i non strutturati avessero prerogative e responsabilita' proprie degli strutturati, non verrebbe assunto piu' nessuno.

    Anche per questo consideravo ottima la notizia secondo cui il pd ritiene di dover rendere il lavoro stabile meno oneroso delle posizioni a tempo determinato.

    In altri paesi (germania) ho visto comunque persone andare in pensione con posizioni a tempo determinato, senza alcuno scandalo, considerato che erano posizioni ben pagate e tutelate.

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  23. In questo blog ne abbiamo scritto a fiumi, ma a quanto pare è necessario tornarci sopra. Il problema della "Categoria B" è fondamentalmente duplice:
    - da una parte **non** è fatto in toto da Ricercatori a Tempo Determinato (con eventuale aggiunta di Lettori a Tempo Determinato) come si conviene allo status professionale della mansione - convivono anche figure spurie e inadeguate come assegnisti, borsisti, cocococo;
    - dall'altra non esiste un percorso di carriera sufficientemente credibile verso posizioni accademiche più elevate e più stabili, situazione dovuta ad una molteplicità di cause fra le quali il comportamento e le abitudini della classe docente nel reclutamento, la discontinuità temporale delle opportunità concrete, ecc.

    Il fatto che debbano esistere posizioni accademiche stabili è una cosa fuori discussione - lo è stata anche in questo blog - piuttosto si è discettato di rafforzare le occasioni concrete di valutazioni in itinere, lungo la carriera, anche con il fine di arrivare a penalizzazioni e/o dismissioni dei più inadeguati ai ruoli.

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  24. @ renzino
    spiegalo ai tuoi amici di roars che esiste un problema di ingiusta divisione tra ruolo a e ruolo b.

    sembrano negare l'evidenza, e se poni il problema ti dicono che vuoi creare una guerra tra poveri

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    1. Figurarsi, su Roars vige il pensiero unico, se scrivi qualcosa di difforme ti assalgono in massa. Se poi non cedi, dicono che sei un troll. Un genio ha addirittura scritto che non potevo capire i suoi ragionamenti perché non avevo mai fatto una lezione a degli studenti. Già, chissà come mai in camera mia ci sono così tante fotocopie di verbali di esame con la mia firma come presidente di commissione...

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  25. Mah, non penso neghino l'evidenza - penso che eventualmente ci sia una diversa considerazione dell'attività pregressa ai fini dello sviluppo di carriera.
    Anche all'interno di questo blog ci sono posizioni estremiste che tendono a negare l'importanza dell'attività didattica, e negano l'evidenza che a tirare avanti la carretta universitaria hanno contribuito anche i Ricercatori a Tempo Indeterminato.

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  26. @ renzino

    guardati i commenti a questo post sulla pagina fb di roars.

    di tutte ne hanno dette: che vogliamo la guerra tra poveri, che vogliamo togliere diritti...

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  27. certo è che che gli RTI sono molto più compatti di noi e ROARS di conseguenza ha molti più lettori di e seguaci di questo blog un pochino troppo elitario, a mio avviso!!

    Comunque sia è guerra tra poveri, c'è poco da fare e noi facciamo sempre di tutto per perderla.

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    1. scusa ganjalf, non per essere elitario, ma... noi chi?

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  28. di noi, precari......elitari, voi di APRIBLOG!!!!

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  29. Posto che ROARS non è un "sindacato" è non assume posizione univoche su temi scottanti, mi pare che ci stiamo ridicendo l'un l'altro che la situazione è complessa e di non facile soluzione.

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  30. http://iononfaccioniente.wordpress.com/2013/02/10/il-93-dei-ricercatori-precari-e-espulso-dalluniversita/

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  31. Risposte
    1. Precarios (più istituzionale, sono i nostri amici, equivalenti dell'ADI in Spagna)

      http://www.precarios.org/portada

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  32. thanks for interesting post... i really enjoy to visit this site :)
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  33. Scusate, qualcuno ha idea se il ministero concerderá una proroga all'utilizzo dei punti organico 2011, programmazione 2012 oltre giugno 2013? Nel mio ateneo attendono cenni dal ministero ma vista la stiuazione pilitica incerta si stanno preparando a predisporre tutto entro giugno.

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  34. @ mitopap

    tecnicamente il ministero non può. perché sarebbe necessario un intervento legislativo.

    la voce che circola è che 'chiuderanno un occhio'. all'italiana...

    cmq il problema ora sono le quote per esterni: gli atenei intendono fottersene bellamente. vigilate!

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    1. Ti ringrazio tantissimo! Qui si vigilerà molto, i precari sono in commissione organico d'ateneo e in senato accademico, quindi la guardia è altissima.


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    2. mi raccomando un punto cruciale: il 20% è sui posti, non sui costi.

      su questo si è creato un equivoco - diciamo così - a causa di una circolare ministeriale.

      la legge però è chiarissima, sono il 20% delle teste, non il 20% dei punti organico.

      è ovviamente molto diverso, visto che gli esterni costano di più delle promozioni di interni

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  35. @ mitopap
    mi diresti qual'è l'ateneo cui fai riferimento? giusto per capire dove ci sono precari che vigilano e dove invece mancano.

    se anche altri volessero dare info in questo senso sarebbe utile.

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  36. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  37. Ecco perchè i Sindacati pisciano in testa ai ggiovani: non capiscono il significato delle strutture rappresentative e di potere. Allora si becchino anche le conseguenze: e buona fortuna.

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  38. Risposte
    1. I giovany hanno dimenticato il significato delle strutture rappresentative, ma poi si lamentano per questa "mancanza" di potere: tipo il caso citato su cui "vigilare", altrimenti gli Atenei "se ne fottono". Embè, se nessuno guarda?

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  39. mi pare che noi, con le nostre poche forze, ci proviamo.

    il problema è la mancanza di strutture rappresentative efficaci ateneo per ateneo, ma non è solo colpa dei precari

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  40. il sistema universitario non è altro che lo specchio di ciò che si sta vedendo in parlamento....una casta unita, scadente, malata di potere che non molla e non intende mollare. Sullo sfondo una ricerca sputtanata in nome di giochi di potere, inciucci e parentopoli, in mezzo la carne da macello....noi, a costruire le loro carriere, pagare le loro pensioni, fare il loro lavoro.

    Ci prendono per il culo, cercando di convincerci che forse un giorno arriverà una boccata di ossigeno, intanto ci pisciano in testa e ce lo mettono in culo.

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  41. Non è "solo" colpa dei Precarj, è "colpa" dei tempi in cui viviamo, che, promuovendo l'atomizzazione (perché questa è, volenti o nolenti, la conseguenza del liberalismo), hanno messo in mutande le nuove generazioni.

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  42. no è "colpa" nostra. Da anni ci preoccupiamo di cose assurde che finiscono per penalizzare solo la nostra categoria, paletti, asticelle, chiusura a candidati " sfigati" interni e così per porre fine all'agonia precaria ci chiedono CV da 50enni (senza eliminare i 50 con CV scandalosi), produzioni scientifica di alto livello (senza alcuna garanzia del futuro) nella più completa schiavitù. Ma i figli e i nipoti di baroni e baroncelli sono e saranno ancora in giro, upgraderanno negli stessi atenei natali (pisciandoci in testa), per loro non ci si porrà alcun problema né di produzione scientifica né per la casuale "cognonimia" con illustri strutturati.
    Bah...senza lotta e un pochino non otterremo nulla contro questi stronzi!!

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    1. Sono d'accordo con te, ma ho poche speranze sulla vena arrembante dei "giovani", che ho testato (a mie spese, ovviamente) personalmente. L'azione di molti precari mi sembra proprio quella del comunista sulla battuta dei 4 panini:

      "Ci sono 4 panini e 5 persone. Tutte hanno fame.

      "Il Comunista: Arriva, già rompe le palle che i 4 panini non sono tutti grandi uguali, che lui preferirebbe la michetta con dentro il prosciutto cotto. Ma la michetta ha dentro il crudo, perciò si lamenta con il cameriere di cambiargli la farcitura. Poi disquisisce sul fatto che i panini andrebbero assegnati secondo necessità e meriti, perciò stila una tabella statistica e una classifica abbastanza dettagliata. Alla fine scopre di essere rimasto senza panino e protesta".

      Con la sola differenza che qui non ci sono 4 panini per 5 persone, ma solo briciole.

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  43. basterebbero poche cosine:

    1 cancellazione dipendenza assegnista/responsabile scientifico (troppo spesso legata a fenomeni di mobbing e di conflitti di interessi, se assegnista corre più veloce);
    2 indennità di disoccupazione (soprattutto per precari di lungo corso, con CV più che dignitosi)
    3 contributi pensionistici normali
    4 blocco upgrade in cambio di nuove assunzioni
    5 downgrade per strutturati sotto mediane
    6 albo con nomi e cognomi per figli di prof. più o meno illustri

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  44. @ciao

    sono più che d'accordo con te.....qui si fa un sacco di casino e basta, e così si perdono anche le poche briciole possibili!!!

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  45. @Ganjalf, sui suoi 6 punti

    1. non e' possile: l'assegno per definizione dipende da un progetto e quindi da un responsabile scientifico. Quindi o elimini l'assegno di ricerca, facendo solo contratti ricercatori TD, almeno formalmente indipendenti, o riduci la durata degli assegni in maniera drastica (1 solo assegno nella vita, per un solo progetto) in maniera da non reiterare l'eventuale conflitto. Una forma legata al progetto e' comunque necessaria.

    2. l'indennita' esiste gia' per i ricercatori TD e credo che l'ultima riforma l'abbia introdotta anche per i contratti a progetto.

    3. vedi punto 1. -> ci vogliono contratti parasubordinati, ovvero ricercatori TD e basta (e/o limitazione temporale degli assegni)

    4. ovvero invece di "blocco assunzioni", creare il "blocco promozioni". Beh, APRI ha chiesto sempre le quote, o percentuali (es. 1PO/PA -> 1 ric (quando c'erano) o 1PA). E' evidente lo scontro fortissimo con i RTI.

    5. cosi' come e' scritto non ha alcuna possibilita' di realizzarsi... Pero' cercherei di lavorare su un blocco delle promozioni e su "promozioni TD". Ovvero si diventa ordinari/associati per un periodo a termine, previa valutazione, o per es. legato ad un progetto vinto. Poi si ritorna allo status originario.

    6. mah.... lascia il tempo che trova. E comunque l'elenco completo, nomi, cognomi degli strutturati atenei sul sito MIUR c'e' gia', consultabile da chiunque.
    Non solo, penso (ma posso sbagliarmi) che alla fine il numero di connessioni di parentela, sul totale, non sia poi cosi' elevato.

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    1. Punto 1 facile: assegno di ricerca, che per me e' una vergogna, via, solo post doc - che hanno fatto sparire.

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  46. quindi si torna ai 4 panini etc. etc.
    ma ci rendiamo conto che:

    1 ci sono precari (assegnisti & co.) con 10-15 anni di servizio alle spalle, una produzione scientifica uguale o superiore ai rispettivi strutturati, famiglia, figli ed un cazzo in mano. Ovvero nonostante l'elevata ed eccellente produttività c'è quasi la totale certezza di finire se va bene a spalare merda o fare il becchino;

    2 la dipendenza assegnista/responsabile vincola solo il primo. Ovvero se l'assegnista non resta in linea o spesso non lucida bene le scarpe va casa, in alternativa se il responsabile poi non ha più soldi anche se l'assegnista ha prodotto l'impossibile (magari più dello stesso responsabile trascinandosi dietro obbligatoriamente il responsabile) va a casa, viceversa al secondo non ne può sbattere una fava;

    3 dove andranno tutti sti precari quarantenni con i loro pacchi di articoli una volta senza lavoro.

    A ragà ma da che parte state.......sembrate il PD!!!

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  47. dimenticavo per noi c'è anche questa alternativa:

    http://tv.ilfattoquotidiano.it/2013/03/17/presadiretta-e-bangalore-dei-call-center-ditalia-catanzaro/225079/

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  48. bello vedere presa diretta e vedere che tutti dopo tot anni di precariato chiedano di essere stabilizzati, tranne noi ovviamente che si continua farci pippe inutili. Nessun medico, operaio, pilota ha messo in dubbio la validità del proprio compagno di sventura....tutti compatti verso un unico obiettivo. Noi no siamo gli unici che ci diciamo a vicenda di fare la valigia e andare.......ma va va APRI.

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  49. ganjalf l'università non è un impresa come le altre, e noi non siamo lavoratori come gli altri.

    ciò detto: le stabilizzazioni sono un male perché creano un tappo. noi stiamo ancora pagando il tappo dell'ope legis del 1981, ne vogliamo creare un altro? giusto perché così scarichiamo i costi sulle generazioni più giovani?

    e poi, in nessun paese si procede a stabilizzazioni di massa di docenti universitari. il punto è avere un sistema di reclutamento regolare e trasparente, con un numero congruo di posti, e distinguendo promozioni da reclutamento effettivo.

    cmq invece di lamentarti perchè non ti organizzi coi precari del tuo ateneo. potete fare pressioni sul s.a. chiedendo che ogni pa o po venga fatto un tdb. e se non vi danno retta organizzate delle proteste, per esempio astenetevi dal far parte di commissioni d'esame o di tesi.

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    1. Le stabilizzazioni sono improponibili per un motivo semplice: all'Università, da un punto di vista funzionale, non servono nuove assunzioni. Il numero delle iscrizioni è in calo, e c'è una tendenza generale all'accorpamento e alla razionalizzazione. Come dissi tanto tempo fa la legge Gelmini era il classico "chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori"... nei prossimi 5 anni ci saranno solo progressioni di carriera. L'unica cosa su cui si può incidere è avere maggiori fondi in progetti di ricerca in cui si può assumere a tempo determinato... chi sogna un posto fisso (come il sottoscritto) guardi altrove.

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    2. temo che max abbia ragione, purtroppo

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    3. certo che ha ragione, a questo punto si certifica che la ricerca non serve a una minchia. Cioè entri solo se servi a livello di didattica. Allora che si chiuda con la ricerca e si facciano la loro progressione senza tirare in ballo e fottere il futuro a decine di migliaia di coglioni.

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  50. @ ganjalf e @ antonio

    Nella Vs. dibattito per punti avete mischiata 2 concetti distinti: la questione del *tipo* di contratto di lavoro de' giovani ricercatori (= non di ruolo a TI) in Italia, e la questione dell'impiego su un progetto specifico di ricerca piuttosto che senza limiti di tematica scientifica.

    Come ritengo anche ad una Vs. più attenta analisi rileverà con più chiarezza, le due questioni possono essere disgiunti e congiunte in numerose combinazioni possibili, e quindi vi invito ad una più fine considerazione della materia.

    Ad esempio io sono contrario, in via generale, ad un "terzo genus" di rapporto contrattuale (mediano fra autonomo e dipendente), e richiedo pertanto la classificazione di tutte le modalità di lavoro (per rapporto alla questione dell'autonomia/rischio d'impresa, si intende) in 2 sole:
    - self-employed
    - employee

    Nella seconda categoria dovrebbe ricadere praticamente quasi tutto ciò che il fervido genio italico ha introdotto come "collaborazione a progetto" et similia negli anni '90: infatti la questione dell'impiego dei lavoratori su attività a progetto oppure su attività routinarie (= "operations") dipende da scelte d'impresa, nonché dalla natura dell'impresa, ma sempre dei "contratti d'impiego" dovrebbero essere usati. Beninteso, lascio aperta la possibilità che certe prestazioni possano ricadere anche nella prima categoria, qundi come collaborazione autonoma (= "partita IVA", nel nostro gergo), e lascio anche financo aperta la possibilità che certune attività di ricerca potrebbero essere esternalizzate in tal modo, benché non lo ritenga affatto quello ordinario per come in ambito accademico si configura il lavoro de' giovani ricercatori in qualità di assistenti di ricerca nell'Accademia o in altri enti, pubblici o privati. Ovviamente il "contratto d'impiego" deve avere tutele e contributi pensionistici uguali in forma e proporzione al regime generale, che oggi noi in Italia identifichiamo con quello del "lavoro subordinato".

    La questione, poi, se la ricerca universitaria debba funzionare (anche) "per progetti" è una questione che mia pare non sia all'Ordine del Giorno, nel senso che si dà per scontato che tale forma "manageriale" di concezione di importanti fette di lavoro di ricerca è una realtà in tutto il mondo e un dato di fatto acquisito anche in Italia. Va da sé che il comportamento del responsabile della ricerca deve sempre uniformarsi ad una deontologia professionale appropriata, e sta solo nella tolleranza italica di "malpractice" a abusi "feudali" che decade il rapporto umano e professionale fra responsabili "senior" e giovani ricercatori, come denunciato sopra.

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    1. L'INPS conferma: nessun sostegno al reddito per i co.co.co.

      [...] Venerdì 14 marzo 2013 l'INPS ha diramato la circolare n. 38 con cui chiarisce che non è previsto nessun sostegno al reddito nelle fasi di non lavoro per assegnisti di ricerca e dottorandi e per tutti i collaboratori coordinati e continuati che operano nel Pubblico, esclusi persino dalla fruizione della così detta Una Tantum. [...]

      http://www.flcgil.it/attualita/l-inps-conferma-nessun-sostegno-al-reddito-per-i-cococo.flc

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    2. Chiaro sulla deontologia: i problemi etici e di abusi non si risolvono modificando i contratti, le loro durate, o qualsivoglia dipendenza (cosa assurda di principio). L'idea che la legge possa sanare i comportamenti e' una falsa sicurezza. Certo la legge puo' permettere di evidenziare, isolare, ridurre certi comportamenti agendo sulle dinamiche e su alcuni mezzi che li favoriscono.

      Non ho capito nella tua descrizione il rapporto tra le due categorie su-progetto/senza-progetto (per es. assegno e ricTD) e self-employed/employed. Ovvero prefiguri che tutte le forme attuali a progetto (assegni/post-doc) siano esternalizzati mentre restino alcune figure tutelate e a pieni diritti seppur a tempo determinato?

      Se cosi' fosse, le universita' utilizzerebbero solo la prima forma.
      Inoltre come la configureresti la self-employed nell'attuale sistema di lavoro italiano, applicato all'universita'?

      grazie per i chiarimenti che vorrai darmi.

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    3. Dunque, ribadisco che in linea generale *tutta* la forza-lavoro dell'Università e degli Enti di ricerca (incluso i giovani ricercatori) deve essere *employed*, cioè ingaggiata con un contratto di impiego le cui caratteristiche siano sostanzialmente quelle che noi riconosciamo al contratto che chiamiamo "di lavoro dipendente".

      Che sia a Tempo Determinato o a Tempo Indeterminato è un'altra faccenda, che va discussa a parte (con le nostre interminabili pippe). Ho scritto poi - contrariamente a quello che mi pare tu abbia inteso - che una minoranza residua di lavoro di ricerca potrebbe essere esternalizzato con committenze a del personale esterno, quindi "self-employed", ma vedo questa opzione così limitata che, se oscura il discorso principale che intendevo fare, è meglio cancellare dal tavolo.

      All'interno di un contratto da *employee", poi, ci potrà essere l'imposizione di un tema di ricerca, cioè la partecipazione ad un certo, specifico, progetto di ricerca, oppure no, ma questa opzione dipende da altri fattori (principalmente: organizzazione del lavoro e origine dei finanziamenti) che non devono inficiare la caratteristica del contratto di lavoro suddetta. Beninteso, l'ingaggio di un Accademico a Tempo Indeterminato non è "de facto" (né "de jure", oggi) compatibile con l'apposizione di un singolo tema di ricerca, ma eventualmente con un ambito del tipo che da noi si chiama "Settore Scientifico-Disciplinare", mi spiego?

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  51. Leggo ora la circolare indicata da Renzino.
    Bella porcata (ma magari giustificata dalle normative sul lavoro?)
    A questo punto ridurre al minimo i contratti assegni/cococo e' l'unica possibilita'.

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  52. leggasi....ragazzi miei non state lavorando, state giocando e questo gioco non serve a un cazzo di nessuno, tanto meno a voi.
    Ora anche se avete 30-40 pubblicazioni, superate tutte le mediane....inculatevi, voi, le vostre famiglie e i vostri figli.

    L'unica cosa che possiamo fare ora è tenere alla larga i nuovi giovani da questo sistema perverso, da parte mia sconsigli a chiunque (tranne ai figli di prof) di abboccare a dottorati, borse e balle varie. Alla larga da questa presa per il culo!!!

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  53. PS: queste circolari sono gli unici risultati concreti di anni spesi in teorizzazioni assurde su merito e voli pindarici sul miglioramento del sistema (e fede). Forse se avessimo pensato a cose semplici e banali come la pagnotta e la stabilità ci saremmo fatti prendere meno per il culo...
    mangiamoci pure i nostri articoli con elevato IF (iovani fottuti )!!

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  54. Già lo si era capito dalla scomparsa dell'Italia industriale che in questo Paese non c'era futuro per la ricerca. Tutto alla luce del sole, caro mio. Incluso ovviamente l'impazzimento del popolo che si mette a votare il Berlusca, ecc. ecc.

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  55. Ho appena letto su un verbale di consiglio di amministrazione che il piano straordinario associati non è sottoposto al vincolo del 20% posti ad esterni. E' vero?

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    1. hmmm, non mi risulta. riferimento normativo?

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    2. per curiosità, di che ateneio stiamo parlando?

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    3. Bari, Pagina 201, ultimo paragrafo: https://oc.ict.uniba.it/home/consiglio-di-amministrazione/verbali-cda/anno-2013/verbale-ca-08-02-2013.pdf

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  56. circolare su punti organico e TDA

    http://universita.usb.it/fileadmin/archivio/universita/circolare_min_Prot._478.pdf

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  57. Scusate se vado off-topic. Hanno recentemente pubblicato i criteri della commissione del SSD dove ho fatto domanda per l'abilitazione (praticamente per sport, perchè ho scoperto di essere già abilitato in quanto ricopro posizione equivalente presso un ateneo estero) e noto subito due criteri restrittivi:
    1) esperienza di supervisione di dottorandi
    2) impact facto medio (presumo delle 15 pubblicazioni presentate) superiore a 1,5

    Francamente trovo sconcertante il fatto che una commissione possa aggiungere ex post facto criteri così diversi da quelli previsti dalla legge. Soprattutto perchè i candidati non erano al corrente di tali criteri prima di inviare la domanda. Il form per la domanda era molto specifico e non richiedeva di indicare l'esperienza come supervisore di dottorandi. Per cui, pur avendone a bizzeffe, io non ne ho riportata mentre mi sono soffermato su altre cose che ritenevo più importanti. Quindi è avvantaggiato chi è stato in grado di "prevedere meglio" le intenzioni della commissione? Stesso discorso per quanto riguarda l'impact factor. E' un criterio bibliometrico aggiuntivo rispetto a quelli previsti dall'anvur. Potrei aver presentato per la valutazione qualitativa articoli eccellenti pubblicati su riviste a basso impact factor. La ciliegina sulla torta è che i candidati, dopo la pubblicazione di questi criteri allucinanti, hanno quindici giorni di tempo per ritirare la domanda ma non possono aggiornarla. Ritiro ogni parola positiva espressa in precedenza sulle procedure di abilitazione. I baroni in commissione sono riusciti a rendere la procedura ridicola...
    V.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La cultura della valutazione è ancora molto arretrata, in Itaglia.

      Io cerco di ripetere sempre, a costo di battibeccare con gli autoincensati maestrini (usualmente di esperienza anglosassone), che per i concorsi di ginnastica i criteri di valutazione vengono decisi (dagli organi competenti) almeno un anno prima di essere applicati dai giudici, nelle gare - e lo stesso nei concorsi ippici, e lo stesso per i tuffi, e lo stesso per il pugilato, e lo stesso... e lo stesso ovunque...

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  58. @ vladimir

    nel modulo per la domanda c'era spazio per inserire un cv, cont utte le esperienze fatte.

    poi, certo, ha ragione sulla confusione. d'altra parte queste operazioni erano prevedibili, e servono a rivendicare un potere discrezionale.

    i predestinati verranno valutati benignamente a prescindere dai dottorati ecc, gli sfigati puniti comunque

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  59. poi se i predestinati sono figli di ordinari...chissà magari la commissione non lo sa!!

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  60. @ Vladimir
    se non ricordo male tu sei all'estero.
    In Italia, prima della deadline ci sono state delle riunioni dei SSD nelle quali sono state stabilite delle linee guida x le future commissioni.
    Certo poi le commissioni avrebbero potuto anche fregarsene ma nel mio settore le hanno recepite totalmente.
    A tali riunioni partecipavano tutti gli ordinari che avranno di certo riportato a tutti i loro pupilli le cose dette però bisogna dire che poi la società italiana della mia materia l'ha divulgata per mail a tutti gli iscritti. Ora, è vero che poteva far domanda anche un non-iscritto alla società italiana della materia però visto i costi annuali risibili (60 euro) d'iscrizione, se uno mira a diventare prof. di quella materia in Italia gli consiglierei d'iscriversi, almeno riceverà il servizio di comunicazione di tutte queste informazioni. Quindi, è vero che non erano nel bando ma non erano neanche così segrete...., in Italia uno che è anche solo dottorando, borsista o persino cultore della materia le sapeva e poteva tranquillamente divulgarle, probabilmente ti ha giocato contro il fatto di essere all'estero e non avere contatti o contatti onesti) in Italia.

    RispondiElimina
  61. Non ho mai visto gli Ordinari Italiani favorire quelli all'Estero - per il semplice "motivo" che chi è rimasto in Italia ha scelto di sobbarcarsi il Golgota che compete a tutti gl'Italiani, e per questo costoro debbon essere ricompensati. Chi è andato via ha fatto Ciao Ciao con la manina, e, come me, deve solo ricambiare il saluto.

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  62. Siberia

    ora per candidarsi alle abilitazioni bisogna seguire le mailing list delle società disciplinari? ma sono pubbliche queste mailing list? dove ci si iscrive? ma stiamo scherzando? sono bandi pubblici, a cui possono iscriversi persone da tutto il mondo, italiane e non. Non stiamo parlando di candidature per far parte di società di giocatori di bridge o di poker, ma di candidature per insegnare nelle università, che da quando esistono al mondo sono istituzioni aperte e universalistiche.

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  63. @ siberia
    il tuo discorso è senza senso.

    1. le società disciplinari non avevano e non hanno nessun potere diretto sulle commissioni. ci sono infatti commissioni che hanno tentuto conto di quanto suggerito da tali società, altre che non lo hanno fatto per niente, altre che lo hanno fatto solo un po'.

    2. questo è un concorso pubblico, non un giochino per gli amici degli amici. i criteri devono essere resi pubblici a tutti nello stesso modo.

    3. tutto il sistema funziona male: funzionava male il meccanismo indicato dal dm sui criteri ed è stato infatti applicato in modo molto difforme dalle diverse commissioni.

    4. KI KAZZO SE NE FOTTE DELLE SOCIETA' DISCIPLINARI? il più delle volte sono organi corporativi volti alla spartizine della torta, non allo scambio delle conoscenze. Inoltre uno può benissimo lavorare come studioso in italia senza far parte di alcuna società disciplinare, nei settori che conosco le società disciplinari non coprono nemmeno il 50% degli strutturati....

    RispondiElimina
  64. anche un'altra persona proprio oggi mi ha detto che lo sapeva perche' il "suo" ordinario glielo aveva anticipato. Ma che diamine di discorso e'? Io sono francamente scandalizzato da almeno tre cose: 1) per usare le parole di insorgere questo "serve a rivendicare un potere discrezionale". hanno una faccia tosta incredibile a continuare con questo atteggiamento in barba a leggi, anvur ecc. ecc. 2) NESSUNO DICE NIENTE!!! Tutti a protestare sulle mediane, disquisire sui diversi indici bibliometrici ma NESSUNO DICE UN CAZZO DI NIENTE su questa porcata, evidente colpo di mano del potere baronale. Allora e' vero che protestava solo chi era sotto le mediane. 3) come diamine si fa a sostenere il principio che dopo che i requisiti sono stati resi pubblici si puo' ritirare la domanda ma non modificarla? Che logica c'e' dietro? O la domanda e' chiusa, ma in questo caso non la si puo' nemmeno ritirare o e' aperta, e allora la posso pure modificare.
    Ridicolo!
    V.

    RispondiElimina
  65. @ Untenured e Insorgere
    Io stavo solo spiegando gentilmente e onestamente a Vladimir come potrebbe fare la prossima volta per non rimanere fregato.
    Se la mia parola non interessa o da fastidio mi cheto, a svantaggio di chi è nella situazione di Vladimir e chissà...forse...a vantaggio di chi mi contesta così animatamente....

    RispondiElimina
  66. @ siberia
    non faren una questione personale.

    tu hai sostentuto che sia giusto e normale passare dalle società disciplinari per avere informazioni su un concorso pubblico. con tutto il rispetto questa è una bestialità.
    aggiungo anche che qui non si tratta di provare a non venire fregati, si tratta di iniziare a pensare in modo diverso. comincia a chiederti a cosa serve la tua società disciplinare...

    RispondiElimina
  67. @ insorgere

    Premesso che io sono stato iscritto alla mia società disciplinare solo un anno - però va detto che ora sono un po' "out" in tutti i sensi - vorrei evitare che la giusta ricostruzione degli obblighi dell'Autorità competente nella fissazione di regole concorsuali (melius: abilitative) secondo canoni di correttezza sostanziale (e, quindi, temporale) non deve condurre ad un parallelo "attacco distruttivo" alle società disciplinari.

    Lo scrivo perché questo abito mentale di attaccare tutto e tutti in quanto "corporativi" l'ho già visto spesso, qui, ma non mi è chiaro dove porti. Io, come è noto, sono contrario al "cupio dissolvi", atteggiamento che senza l'uso del Latinorum verrebbe descritto come "buttare il bambino con l'acqua sporca", posizione che vedo largamente declinata in senso qualunquistico in tanti discorsi che si sentono in giro.

    E' invece verissimo che nei Paesi seri le Società disciplinari sono un luogo sensato e corretto per discutere di requisiti professionali e relativi criteri di valutazione. Anzi, in un certo senso, è proprio in quei Paesi che vengono additati ad esempio che si vede un ruolo prominente di forti e ben presenti società disciplinari. Qui il busillis va spiegato introducendo anche la differenza di ordinamenti giuridici e di tradizioni accademiche e professionali, che vedo anch'essi interpretati in modo inadeguato in molti discorsi, e però - mutatis mutandis - non si può evitare di considerare che il malfunzionamento e la carenza di prestigio delle nostre società disciplinari è un punto debole, non un fatto da cavalcare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non cavalco nulla, caro renzino.
      mi limito a constatare come le società disciplinari siano spesso solo una cassa di compensazione degli interessi baronali, un luogo dove le cordate più influenti scelgono chi promuovere e chi no a prescindere dal merito, e in barba al ruolo delle commissioni.

      Elimina
    2. MA questo dipende dal comportamento delle persone, o le Società Disciplinari sono il Male, in quanto tali?
      Perché questo è il mio punto, che non mi stanco di evidenziare (proprio perché sono stanco del tono generale del discorso).

      Elimina
  68. @Insorgere
    che ti devo dì. Io ho una buona esperienza della mia società. Ha una newsletter aggiornata e tempestiva. Due segretarie preparatissime.
    Offre sempre gratuitamente iscrizione ed alloggio ai congressi ai soci giovani, io stessa ho usufruito della borsa da essa finanziata per il soggiorno all'estero e di 2 premi poster e il tutto senza essere il figlioccio di nessuno (infatti sono assegnista sfigatissima). Non vedo perchè infamarla. Anzi , la lodo e ne traggo beneficio e quando posso consiglio a chi si trova in difficoltà di appoggiarsi alla sua società.

    RispondiElimina
  69. bene, lieto che la tua società funzioni.
    resta il fatto che vladimir non era e non è tenuto a far parte di alcuna società disciplinare, come non lo è nessun candidato all'abilitazione.

    RispondiElimina
  70. Il Presidente della CRUI rivolge un pensiero a' giovanetti precarj della ricerca.

    http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2013/03/22SIO5016.PDF

    "[...] facilitare l'accesso alla carriera ai tanti precari con un piano di assunzioni per posti di ricercatore che sfocino in posti di professore [...]"

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bum!

      perché oltre che chiedere più soldi non pensano a investire per nuove assunzioni quelli che hanno?

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  71. basterebbe dire che che una volta raggiunti i parametri (mediane SSD) ci si becca un posto da ricercatore....almeno quello....si eviterebbe stabilizzazione di massa ed altre minchiate, si incentiverebbe la gente a produrre et si impedirebbe a molti sfigati di finire in mezzo ad una strada....

    ps: con questi paletti sicuramente non avremo ricercatori capre parcheggiati a grattarsi la fava e concorsati con 1 2 articoli ed abbondanti paraculi...

    RispondiElimina
  72. dipende ganjalf, dipende. nel mio settore - e in molti di area umanistica - i parametri sono molto bassi. io superavo le mediane quando ero dottorando...e non sono un'eccezione

    RispondiElimina
  73. quel che bisogna fare sono selezioni regolari e trasparenti. è tanto semplice, si fa come in tutto il mondo civile

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  74. E' semplice se la società è sana, è più complesso se è marcia.

    RispondiElimina
  75. già la parola selezione in Italia mette paura, mi fa subito venire in mente parentopoli, baronopoli o cose simili...meglio dei punti tipo bollini barilla, quando arrivi sei dentro.

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    Risposte
    1. Posto che comunque il meccanismo non potrebbe essere solo questo, perché non tiene conto delle necessità effettive e delle risorse, il problema sociale non verrebbe eluso: la conquista e la distribuzione dei bollini sarebbe sempre soggetta a valutazione, sibbene non comparativa. E' lo stesso problema di cui discutiamo con l'abilitazione, in pratica.

      Mi ricordo che quando ero alla scuola elementare, che era 'non statale', avevano ideato un sistema di bollini (veramente tali, erano come dei francobolloni, che tu slinguavi e attaccavi sulla penultima pagina del Libretto Personale, e che venivano distribuiti ogni settimana dalla maestra, il sabato a mezzogiorno. Ne davano 3 a settimana, uno per il "profitto", uno per la "condotta" e uno per il "giornalismo" (= merito relativo ad una particolare opera personale, un certo compito o una azione degna di nota). Quando arrivavi a 10 vincevi un giocattolo. Di più, facevano anche delle cerimonie annuali con l'assegnazione di "medaglie d'oro" e "d'argento" (finte, beninteso) che però avevano lo scopo di promuovere l'impegno e ricompensare l'autostima dei più bravi.

      Ebbene, i bollini ci sono anche nella carriera professionale, basta saperli individuare e mettere assieme in un curriculum: è ciò di cui discutiamo sempre.
      E però la valutazione comparativa non potrà mai essere elusa, perché i posti di lavoro sono un bene scarso, e per questo la maniera più democratica e meritocratica di assegnarli è di metterli a concorso (pubblico, equo, e basato sul merito). Per questo non bisogna avere un atteggiamento "distruttivo" da "cupio dissolvi", ma riformista - è una Riforma Etica e Sociale.

      Elimina
  76. sagge parole....previo passaggio con napalm!!

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    1. Ancora con il "cupio dissolvi"? Ho già detto che questa filosofia la si deve lasciare ai qualunquisti, e basta. Il resto, cristianamente, edifichi.

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  77. certo certo, purtroppo la realtà è questa:

    http://www.unipablog.it/unipa-al-16-posto-la-classifica-scientifica-del-nepotismo-alluniversita/

    ganjalf l'italiano (in Italia)

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  78. l'inkiesta di alesina (con una l sola) mi pare una minkiata, con tutto il rispetto per le minkiate

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  79. La ricerca di Allesina (con due 'l') è nota da un paio d'anni

    http://www.linkiesta.it/sites/default/files/uploads/articolo/plosone.pdf

    ed è stata già variamente commentata per rispetto a diverse critiche proponibili - cioè coglie frammenti di verità mescolandoli con generalizzazioni "un tanto al kilo". Ne sapevamo ugualmente lo stesso anche senza.

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  80. sarà ma da noi parecchi cognonimi....molti in aria di abilitazione

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