Nei giorni scorsi è circolata in modo informale la bozza del “Regolamento recante criteri e parametri per la valutazione dei candidati ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale” a cura del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR).
APRI – Associazione dei Precari della Ricerca Italiani – ritiene che tale documento contenga alcune disposizioni che meritano un giudizio senz’altro positivo, a partire da quelle che impongono una maggiore trasparenza e obiettività al lavoro delle commissioni giudicanti. In particolare, si apprezza, nei settori disciplinari in cui ciò è possibile, l’uso degli strumenti bibliometrici, sulla base delle indicazioni fatte pervenire dall’Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario (ANVUR).
Al di là di questi aspetti positivi, APRI non può tacere le forti perplessità suscitate dall’articolo 3., comma 4, della bozza in cui si dice:
Nella valutazione di candidati già in servizio come professori associati o ricercatori o in posizioni equivalenti all’estero, fatta salva la considerazione complessiva dei titoli di cui all’articolo 4, comma 4, e all’articolo 5, comma 4, sono prese in considerazione esclusivamente le pubblicazioni prodotte dopo la nomina nella posizione in godimento”.
In altre parole, saranno prese in considerazione ai fini dell’abilitazione soltanto le pubblicazioni prodotte dal momento di entrata in ruolo. Tale norma spiana la strada a coloro che sono in ruolo da più anni, escludendo di fatto i neo-ricercatori (a tempo indeterminato e tempo determinato) dalla possibilità di conseguire l’abilitazione fin dalle prime tornate, pur avendo raggiunto una maturità professionale e scientifica adeguata. Evidentemente, dubitando della capacità di imporre una selezione basata su criteri scientifico-meritocratici, il MIUR ha preferito affidarsi ai più rassicuranti meccanismi gerontocratici di riproduzione della classe docente italiana; gli stessi che per anni hanno regolato il funzionamento dell’università italiana. È desolante constatare come ciò avvenga a dispetto delle reiterate promesse di Riforma del sistema e di rinnovamento generazionale.
Come APRI continuiamo a sostenere il principio secondo cui la selezione per l’abilitazione debba tenere conto della produzione scientifica recente, per esempio degli ultimi 5 anni nel caso della abilitazione a professore associato e dei 10 anni precedenti nel caso della abilitazione a professore ordinario. Tale principio di valutazione (peraltro contenuto anche nel parere dell’ANVUR in merito ai criteri di abilitazione nazionale) consente di selezionare i ricercatori che hanno dimostrato di essere adeguatamente produttivi in un recente periodo, di durata sufficiente a garantire la necessaria esperienza richiesta per il ruolo per cui si fa domanda di abilitazione.
Al contrario, la norma contenuta nell’articolo 3. della bozza ministeriale penalizza gravemente i giovani precari della ricerca, che devono già sostenere un percorso di carriera accidentato, dagli esiti assolutamente incerti e ancora oggi purtroppo largamente indipendenti dal merito scientifico. Entrando in vigore tale norma, i tempi di accesso a una posizione stabile si allungherebbero inevitabilmente, con effetti disastrosi sul lungo termine di scoraggiamento nei confronti delle nuove generazioni che oggi intraprendono gli studi universitari di alta formazione.
In particolare, i giovani precari che avranno accesso alle posizioni di “tenure-track” previste dalla legge 240/2010 (nota come Legge Gelmini di Riforma dell’Università) dovranno condurre una lotta impossibile contro il tempo (meno di tre anni) per produrre pubblicazioni sufficienti a conseguire l’abilitazione, pena la loro esclusione definitiva dal sistema universitario. Tale situazione va confrontata con quella dei ricercatori a tempo indeterminato in ruolo da tempo, ai quali verrà concesso di presentare pubblicazioni e titoli accumulati nell’arco di anni se non di decenni.
Altro che tenure-track e carriera basata sul merito: questo è un invito chiaro e tondo a “lasciare ogni speranza voi che entrate” o, meglio, voi che volete entrare in questo sistema sempre uguale a se stesso nel tempo, dove tutto cambia perché nulla cambi.
La norma citata, ed oggetto di strali, è stata scritta con i piedi, e inserita come polpetta per qualche fase successiva della "trattativa politica": è infatti altamente immaginabile che, a partire dal CUN, che ha già dato un parere, fino al Consiglio di Stato, vi saranno numerose critiche alla "irragionevolezza" ed altri vizi colà rinvenibili.
RispondiEliminaGiusto, in ogni caso, aprire una polemica, come del resto su molti altri aspetti concreti che configurano un livello di maturazione di questo Regolamento ancora molto scarso.
Anche l'Unione Matematica Italiana prende posizione.
RispondiEliminaScegliendo i criteri del CUN (10 pubblicazioni su qualsiasi tipo di giornale):
http://umi.dm.unibo.it/downloads/mozione15-9-2011.pdf
In effetti questa della produzione conteggiata solo dall'ingresso in ruolo è una norma così assurda che anche un burocrate dovrebbe rendersene conto. Forse, però, si riferisce a chi è in ruolo come RTI ma non si applica a chi è RTD (che quindi vedrebbe l'intera produzione valutabile). Sarebbe ancora una assurdità, ma almeno non sarebbe completamente folle.
RispondiElimina@ marc
RispondiEliminapurtroppo NON è così
Bello, il documento dell'UMI.
RispondiEliminaQuesto mi rafforza nella convinzione - già espressa - che un qualche "risultato" nel far nascere una "cultura della valutazione" lo stiamo facendo.
E' necessario fare un repertorio di tutti questi documenti, e renderli disponibili facilmente a tutta la comunità scientifica, affinchè tutti leggano anche tutti quelli degli altri. E' una delle cose che mi sono proposto col mio sito.
http://www.linkiesta.it/blogs/storia-minima/il-mito-della-societa-civile
RispondiElimina@ alim
RispondiEliminaTrattasi [il brano citato dal libro di De Rita e Castaldo] di un polpettone che mescola aspetti diversissimi, il cui profilo è passibile di variabili livelli di criticabilità.
Il giornalismo fatto a questo modo è parte del problema, e non parte della soluzione. Difficile dire, in un commento, molto di più; i giornalisti dovrebbero cominciare a studiare, ad esempio potrebbero partire dalla Gran Bretagna e dalle sue istituzioni di livello universitario
http://www.bis.gov.uk/policies/higher-education/recognised-uk-degrees
e proseguire studiandosi la varietà di corsi di studio che queste offrono, senza rompiscatore di giornalisti alle calcagna, tipo "Benessere e Gestione degli Animali"
http://www.lincoln.ac.uk/dbs/_courses/undergraduate/animal_management_and_welfare/default.asp
oppure, che so, je farei contare quanti corsi di laurea offre una media università come quella del Sussex
http://www.sussex.ac.uk/study/ug
Questo giornalismo italico è figlio legittimo del Baronume che ci soffoca.
Son stato in giro per una decina di giorni ed ho ricevuto copia (come Via-academy) della stessa bozza di DM che mettete in questo post, ma non riesco a seguire facilmente la situazione attuale. Anche perche' questo documento porta la data del 6 ottobre - poi il CUN l'ha digerito e fattoci sopra un suon (nuovo) parere? Please recap the current situation for the benefit of everybody interested (and there are many abroad!)
RispondiEliminasi, il cun ha espresso ora un parere. cmq il testo non è stato ancora licenziato dal cdm, e poi dovrà passare da cdc e cds
RispondiEliminaLo dice anche il Ministro, lo dice...
RispondiEliminaWilletts: ‘REF will take no notice of where researchers publish’
http://www.timeshighereducation.co.uk/story.asp?sectioncode=26&storycode=417871&c=1
@ insorgere
RispondiEliminaTrattasi di Decreto Ministeriale, quindi non deve passare in CdM. "Italia Oggi" una decina di giorni fa aveva scritto che il Ministro ha già firmato, quindi il testo è già in viaggio su qualche Sedia a Rotelle Blu verso il Consiglio di Stato...
@ Renzino
RispondiEliminaSenza il parere del CUN, dell'ANVUR e del CEPR, epressamente richiesti, il testo non può andare da nessuna parte.
Per quel che ne so io, il testo è ancora allo stadio (avanzato) di bozza.
ma cui prodest? caldeggiare un'opzione come questa si rivelerebbe miope per gli RTI. Infatti una volta diventati PA se volessero passare PO potrebbero sfruttare pochissime pubblicazioni!
RispondiElimina@ mino
RispondiEliminaIo ho riferisto quello che si è potuto leggere su "Italia Oggi" del 13 u.s.
http://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=15H9OC&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
dove si parla di regolamento "appena licenziato" da Mariastella Gelmini, e che "ha imboccato la strada dei giudici di Palazzo Spada per il via libera definitivo".
Dopodichè quello che scrivono i giornali può anche essere falso, e spesso lo è, però su questa cosa mi limito a dire che se il CUN ha pensato bene di emettere il suo parere-lampo, deve aver letto un testo inviato dal Ministro, mica una bozza, mi spiego?
Poi, che ci siano tante altre fole che circolano, è un fatto. Un mese fa si parlava di pubblicazione "a giorni" in G.U. del Regolamento "abilitazioni", che sarebbe già stato vistato dalla Corte dei Conti, ma siamo al 22 ottobre e non ho visto ancora niente. Io, a dire il vero, ho sempre espresso qualche dubbio su quella cosa - comunque vedremo...
@ siberia
RispondiEliminamolti di loro non diventeranno mai po, se non altro per limiti d'età...
Renzino
RispondiEliminaun parere tecnico: secondo te la norma delle pubblicazioni in ruolo riguarda anche i RTD?
Certo, l'avevo scritto nel mio parere (richiato su un altro post) che avevo mandato al CPU, e che riproduco qui sotto
RispondiElimina---
Parere pro-veritate di Renzino l’Europeo in merito all’interpretazione dell’Art. 3, comma 4, del D.M. recante criteri e parametri per l’abilitazione scientifica nazionale.
E’ circolata in rete una bozza del Decreto Ministeriale riguardante il “Regolamento recante criteri e parametri per la valutazione dei candidati ai fini dell’attribuzione dell’abilitazione scientifica nazionale per l’accesso alla prima e alla seconda fascia dei professori universitari, ai sensi
dell’articolo 16, comma 3, lettere a), b) e c) della legge 30 dicembre 2010, n. 240.”.
Fra le moltissime questioni di merito che dovranno essere analizzate e vagliate - sia dal Consiglio di Stato, sia dagli organi a cui è attribuito una funzione consultiva ufficiale, sia dalla comunità scientifica tutta - ve n’è una che appare in rilievo dal punto di vista della portata generale del procedimento di abilitazione.
All’Art. 3, comma 4, del Regolamento, è infatti previsto che “Nella valutazione di candidati già in servizio come professori associati o ricercatori o in posizioni equivalenti all’estero, fatta salva la considerazione complessiva dei titoli di cui all’articolo 4, comma 4, e all’articolo 5, comma 4, sono prese in considerazione esclusivamente le pubblicazioni prodotte dopo la nomina nella posizione in godimento.”.
Il testo appare piuttosto confuso, e suscettibile di produrre conseguenze di dubbia risoluzione in sede di accertamento e valutazione della produzione scientifica dei candidati all’abilitazione.
Si vorrebbe pertanto avere contezza dei contenuti della norma, e in particolare che venisse precisato:
1) che la procedura di abilitazione è aperta a tutti i candidati che posseggono, o ritengono di possedere, i requisiti di qualificazione scientifica dettagliati nel regolamento, indipendentemente dalla carriera professionale pregressa, e in particolare dalla circostanza relativa alla loro presenza in particolari ruoli o posizioni accademiche;
2) che per i ricercatori (ruolo che in futuro rimarrà confinato nelle tipologie contrattuali a tempo determinato introdotte dalla l. 240/2010) la considerazione delle pubblicazioni sottoposte alla valutazione per il conferimento dell’abilitazione alle funzioni di Professore Associato non sia ristretta solamente a quelle realizzate durante la permanenza in tale ruolo, ma che esse possano essere tratte dalla produzione scientifica maturata durante tutta la propria carriera.
Una limitazione delle pubblicazioni scientifiche presentabili in funzione del ruolo accademico o professionale in cui sono state prodotte configura una fattispecie di dubbia validità e applicabilità. Da un punto di vista strettamente scientifico, l’unico requisito temporale eventualmente applicabile alla produzione da presentare dovrebbe essere slegato dalle particolari circostanze relative ai ruoli ricoperti, e fare riferimento solo ad una frazione della produzione stessa (es.: X pubblicazioni negli ultimi N anni).
Io sono pronto a scommettere che prestissimo uscirà un chiarimento se la norma riguarda anche i TD. E sono certo che non possa riguardare una posizione a tempo determinato per la semplice ragione che io, TDa, potrei oggi avere valutati i soli titoli che ho da quando sono TDa, domani, se non mi danno la proroga dei 2 anni (o strategicamente non li accetto) mi ripresento all'abilitazione e mi valutano magari 10-15 anni di ricerca. Certo, anche un TDI potrebbe licenziarsi per avere valutati tutti gli anni di ricerca, ma poi con l'abilitazione sai cosa ci si pulizia...
RispondiEliminaIl problema è che i TDI (anche quelli "nuovissimi") sono una figura professionale ad esaurimento, e devono trovare il modo di smaltirli. Iniziano evidentemente dai più vecchi, i più paraculati e spalleggiati. I neo TDI aspettano, del resto il paradosso è stato fare ancora concorsi per due anni su una figura che, contemporaneamente, è stata mandata a esaurimento: implicitamente hanno creato figure che dovrebbero essere scavalcate dai TDb, che invece, almeno sulla carta, hanno una strada tracciata (accantonamento fondi per chiamata da PA fin dall'inizio). Almeno sulla carta...
Io credo che il punto politico stia tutto qui: potere sbandierare uno spazio per i precari, che non verrebbero penalizzati in fase di abilitazione (anche perché si ciuppano già un 3+2+3 mica da ridere), e accontentare i TDI "anziani" (e qui sta il vero scandalo). E fare aspettare per 1-2 tornate di abilitazione (cioè max 4 anni) i neo TDI, che intanto avranno i titoli per abilitarsi.
Che poi finirà che concorsi per TDb non se ne faranno per anni in attesa di sistemare i TDI cronologicamente dotati, ma questa è un'altra storia.
@ toto
RispondiEliminahahahah, un chiarimento a breve....hahahah, dal miur....hahahaha
guarda, tutto fa il ministero tranne che chiarire i propri pasticci....non ci credo neanche se lo vedo
@ insorgere
RispondiEliminaUomo di poca fede...
Putroppo non sono pasticci come dici tu, a modo loro hanno una strategia, è che la scrivono ad mentulam canis.
Per "chiarimento" si dovrebbe intendere una riscrittura della norma in sede di emanazione della versione definitiva del Reg.
RispondiEliminaIn questo senso non trovo niente da deridere; infatti per ora il Reg. è stato emanato "in versione preliminare".
Grazie per le tips anche se mi son perso di nuovo nella vostra discussione su RTD etc. Ora ho esaminato il testo del parere CUN del 19 Ottobre sulla bozza del DM del 6 ottobre e c'e' un punto, top pagina 6, che riporto in " " ed a cui rispondo qui sotto.
RispondiElimina"...per quanto concerne i settori concorsuali cui si applicherebbero indicatori bibliometrici, appare a questo Consesso arbitrario oltre che di difficile applicazione e soggetto a un elevato rischio di contenzioso il riferimento dell’art.6, comma 1, lett.b), reg. a una modalità d’uso che si risolve in uno specifico valore numerico (quale la mediana)."
La mediana non e’ un valore arbitrario e puo’ essere usata come valore soglia – come il limite di pubblicazione stabilito arbitrariamente in motli concorsi (locali) sotto la benedizione del CUN. La mediana pero’ non e’ stabilita arbitrariamente – dipende naturalmente da quanto il consesso degli scienziati del settore, e le fascie accademiche di ciascun settore han fatto nel loro campo - ed in effetti non varia di molto per popolazioni di scienziati >100 come in molti settori e tanto di piu’ negli accorpamenti concorsuali. Inoltre la distribuzione dei parametri segue power-laws e puo’ approssimarsi ad una skewed gaussin for big sectors (>400 affiliati) - distribuzioni bi-modiali non si sono viste fra tutti i settori BIO e MED, sinora!
Bottom line. Il CUN non vuole perdere il potere discrezionale con cui ha gestito i concorsi negli ultimi 32 anni, producento la dis-meritocrazia (piu' fuga all'estero) che tutti conosciamo! Ma stavolta gli andra' diversamente - credo.
E i settori FIS e CHIM? Mi aspetto mediane ben diverse fra teorici e sperimentali.
RispondiEliminaOvviamente anch'io considero la scelta della mediana non meno arbitraria di una qualunque altra scelta: tutte le scelte sono arbitrarie, e il fatto di inginocchiarsi davanti ad un calcolo statistico non dimninuisce l'arbitrarietà dell'inchino: in questo caso ci si inchina di fronte ad un dato di realtà anzichè avere le palle di indicare un "dover essere" cui si dovrebbe dare più valore.
concordo con mauro.
RispondiEliminae ribadisco: il cun è parte del problema
Ma veramente voi credete di poter ambire ad una abilitazione e ad un posto da PA......uahh ah ahhh ahhhha ahhha, uahhh ahh ahhhh !!!!
RispondiEliminaMa se non siamo nemmeno riusciti a prenderci un posto da TD a termine!! Di cosa state discutendo.
Proviamo almeno a ragionare su chi, precario, si troverà a percorrere un binario morto pur avendo 10-15 anni di onorato servizio alle spalle e magari le credenziali richieste per un' abilitazione da PO!!
Come mi spiegherò che a parità di titoli il mio vicino di stanza, strutturato di terza generazione, balzerà di ruolo, mentre a me se andrà benone non rimarrà che cercarmi un posto come rappresentante di aspirapolvere?
Parliamo della realtà delle cose e non di cose che non ci riguardano!!!
Io, personalmente, mi interesso di politiche dell'istruzione superiore e della ricerca. Fra gli strumenti per sistemare e regolare questa politica, vi sono le abilitazioni al ruolo docente e la buona conduzione dei concorsi a cattedra che dovranno bandirsi.
RispondiEliminaTutto il resto è noia.
@Insorgere
RispondiEliminaTi ho letto sul Venerdì di Repubblica, anche se i riflettori sono puntati solo sulla Normale, e ciò è indice di quanto sia politicamente più importante (su pisa fa incetta di FIRB lasciando quasi a secco l'unipi)fa sempre bene alla causa!
@ siberia
RispondiEliminasi beh, a me non è piaciuto tanto il taglio lamentoso dell'intervista. e nel video rendevo decisamente male, sembravo uno zombie...quella notte non avevo dormito...
cmq è sicuramente vero che il problema è più generale, ma i giornalisti son così....
Si insomma è come dire che le cattedre verranno assegnate a chi negli anni si è guadagnato una buona visibilità politica piuttosto che una sana e genuina credibilità scientifica...ora è tutto chiaro!!!
RispondiElimina@ insorgere
RispondiEliminahttp://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=15U168&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
una curiosità: quanti sono i perfezionandi per anno, in totale?
una sessantina abbondanti: metà lettere, metà scienze.
RispondiEliminatroppi
mi spiego: troppi perché non c'è percorso interno possibile. è una strada senza uscita.
RispondiEliminae dopo il perfezionamento in normale ottenere qualcosa fuori (in altre istituzioni italiane) è difficile poiché - come ben sappiamo - ciascuno porta avanti i suoi.
per lettere io sconsiglierei di fare il perfezionamento, meglio un dottorato in una buona università italiana. ancora meglio un dottorato all'estero
I Profi Associati si mettono in guardia contro il possibile pensionamento a 68
RispondiEliminahttp://cnu.cineca.it/nazionale06/2011-10_comunicato_pensionamento_68_anni_1_.pdf
E' necessario mettersi in guardia contro chi si mette in guardia in tal modo.
Nel frattempo, in una nuova versione del d.l. sviluppo, è stato inserito il rifinanziamento del FIRST, per 100 milioni.
RispondiElimina---
[...]
23 ‐ Sostegno e sviluppo della Ricerca attraverso il rifinanziamento del Fondo per gli Investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica – FIRST
Art.
Al fine di dare necessario sostegno alla nuova strategia per la crescita e l’occupazione promossa e raccomandata dal Consiglio europeo, da ultimo formulate nel Programma nazionale di riforma 2011 e nel Programma di stabilità 2011‐2014, nonché per dare continuità al finanziamento dei progetti di ricerca dei giovani ricercatori, per il finanziamento del Fondo per gli Investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) di cui all’articolo 1, comma 870, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è autorizzata, ai sensi del comma 871 dello stesso articolo 1 della predetta legge, la spesa di 100 milioni per l’anno 2012.
Relazione illustrativa
L’articolo propone il rifinanziamento del FIRST che è il fondo che alimenta i diversi strumenti di finanziamento della ricerca universitaria (PRIN), di base (FIRB) ed applicata ed industriale, nonché recupero della competitività
(FAR).
Il rifinanziamento del FIRST consente inoltre di dare continuità ai bandi per il finanziamento di progetti di ricerca
universitaria proposti da giovani ricercatori (Futuro in ricerca), altrimenti non più proponibili per mancanza di risorse.
Il fondo previsto dalla Legge Finanziaria 2007 per il triennio 2007‐2009 non è stato più alimentato, generando una grave carenza di risorse soprattutto per gli strumenti operativi a beneficio delle aree a maggiore intensità
industriale del Nord Italia, che esprimono una sostenuta domanda di risorse per investimenti in ricerca ed innovazione essenziali per il posizionamento nel contesto dell'auspicata ripresa.
Appare pertanto necessario prevedere un suo rifinanziamento nella misura di 100 milioni di euro per il 2012, sia per alimentare gli strumenti di incentivazione della ricerca di base ed industriale (bandi FIRB, PRIN, Legge 297
anche per lo sviluppo di nuova impresa), sia per far fronte alla forte ed accertata domanda di investimenti in ricerca e sviluppo, soprattutto nelle aree più industrializzate del Paese. Tale rifinanziamento potrà anche
consentire di dare continuità alla riattivazione dello sportello della ricerca, nonché ad altre iniziative specificamente mirate al trasferimento tecnologico ed alla valorizzazione della proprietà intellettuale.
I benefici economici e sociali attesi, rispetto alle risorse finanziarie mobilitate dal rifinanziamento del FIRST, sono da ascrivere sia al lato della domanda che a quello dell’offerta di lavoro nello specifico settore di riferimento della ricerca. Segnatamente in termini di occupazione generata dai progetti che verrebbero finanziati, è plausibile prefigurare un incremento stimabile intorno al 0,4 per cento del valore del rifinanziamento
complessivo. Il valore aggiunto di tale incremento è identificabile anche nel bacino di provenienza dell’occupazione generata attraverso la mobilitazione di quote provenienti non solo da settori differenti
(sistema della ricerca pubblica e sistema delle imprese) ma anche dalle aree di disoccupazione, sottoccupazione o dall’inattività.
sembra che il pensionamento dei pa a 68 anni sia scomparso dall'ultima versione del decreto...
RispondiEliminaquesta discussione è surreale: la barca affonda e voi continuate a parlare!
RispondiEliminaMa non avete capito che per i precari NON C'E' NESSUN FUTURO!?!?
Meglio ... molto meglio ... la zappa.
Scoregion ha ragione!
RispondiEliminasolleviamoci!
ribelliamoci!
Non scoregioniamoci e facciamo qualcosa!
lanciamo estintori.
Il futuro è scarso, perchè se lo sono già mangiato. Consoliamoci con le inchieste della Magistratura
RispondiEliminahttp://rstampa.pubblica.istruzione.it/utility/imgrs.asp?numart=15ZRPK&numpag=1&tipcod=0&tipimm=1&defimm=0&tipnav=1
l futuro è scarso, perchè ce lo lasciamo portare via!! Troppi duologhi sul niente stufano un pochino tutti e fanno abbandonare il blog.......
RispondiEliminachiedo consiglio:
RispondiEliminaalla fine di gennaio finirò il mio 4° anno di assegno vecchia maniera. parteciperò sicuramente ai primi concorsi RTD che usciranno ma visto che non ci sono date certe.. secondo voi è preferibile partecipare ad un concorso per un nuovo assegno Gelmini di 1 anno oppure preferire cose tipo co.co.co. la mia perplessità è su quei 12 anni da non sforare..mi confermate che i miei 4 anni di assegno vecchio stile non vanno a sommarsi al 3+3 di RTDa+b ne computo dei 12 anni? ringrazio chi mi vorrà chiarire questo punto.
i tuoi 4 anni "vecchio stile" sicuramente NON contano.
RispondiEliminatra un cococo e un assegno, io preferirei un assegno. anche perché gli stipendi degli assegnisti nuovo corso sono più alti di quelli vecchio tipo
assolutamente l'assegno anche perché non fa reddito.
RispondiEliminaSalve a tutti,
RispondiEliminasono usciti i criteri di valutazione di un concorso per ricercatore, valutazione comparativa.
http://www.unifi.it/upload/sub/concorsi/ricercatori/inginf04_criteri.pdf
volevo sapere se secondo voi oltre a i classici criteri presenti nel decreto delle valutazioni comparative chiedere anche:
" la commissione stabilisce altresi i seguenti criteri di valutazione della discussione dei titoli e pubblicazioni scientifiche e della verifica della conoscenza della lingua inglese:
a. conoscenza delle metodologie di ricerca
b. ruolo svolto nelle collaborazioni
c. completezza e chiarezza espositiva
d. padronanza delle materie caratterizzanti il settore scientifico disciplinare
capacità di comprensione di un testo in lingua inglese."
scusate ma la valutazione comparativa non dovrebbe essere solo una valutazione su titoli e pubblicazioni? messa così sembra un vero e proprio orale.
grazie dell'attenzione
Ely
Ecco qui il parere dell'ANVUR:
RispondiEliminahttp://www.anvur.org/sites/anvur-miur/files/parere13_11.pdf
Ad occhio, il MIUR sta raccogliendo i pareri di CUN, ANVUR e CEPR prima di inviare il tutto al Consiglio di Stato.
RispondiEliminaIl CEPR, è scritto sul sito, si riunirà il 15 Novembre, quindi è probabile che approverà il proprio parere in quella sede.
Sul merito, ritengo che vi siano numerosi profili che i giuristi del CUN hanno sollevato e che verranno presi in considerazione dal CdS - mentre all'ANVUR non interessavano, ma risultano comunque rilevanti.
Tuttavia il Regolamento "abilitazioni" non è stato ancora pubblicato in G.U.: è improbabile che il CdS possa iniziare ad esaminare questo Regolamento "criteri" senza una piena ufficialità del Regolamento "abilitazioni".
io scommetto che il governo cade prima di aver concluso l'approvazione di tutti i decreti e regolamenti.
RispondiEliminaa quel punto salterà tutto
il solito esagerato
RispondiEliminaripeto cosa ne sarà di tutti precari con titoli e pubblicazioni da abilitazione ma per ovvi motivi non abilitabili?
RispondiEliminaQuale futuro fuori dal mondo accademico e con il panorama attuale per chi si è impegnato per anni, lavorando seriamente nei diversi contesti universitari.
grazie ad Insorgere e Lassie per il consiglio. Oggi ho assistito ad una discussione titoli per uno degli ultimi concorsi RTI: che depressione, i candidati erano tutti stravecchi!!! come ci stanno riducendo: gente di 40-45 anni a litigarsi un posto da ricercatore, a me che ho 10 anni meno di loro, è venuta una depressione!
RispondiElimina@ ganjalf
RispondiEliminaL'abilitazione è aperta anche ai precari assegnisti o comunque non ricercatori (TI o TD), per quanto possiamo intendere - anche se preferei vedere (come ho sempre scritto) un'asserzione "in positivo" per evitare brutte sorprese in sede di bando, nel silenzio della legge.
Chi si abilita non ha garantito niente, come sanno bene anche i 230.000 avvocati iscritti all'Ordine (soprattutto quelli giovani).
Beh pero' un'abilitazione e' sempre un'abilitazione...Fa' bella figura nel curriculum, se non altro...
RispondiElimina@tosca/ely
RispondiEliminala cosa che conta è che il colloquio NON PUO' COSTITUIRE ELEMENTO DI VALUTAZIONE altro rispetto alla valutazione dei titoli e pubblicazioni.
Il che vuol dire che possono chiederti quello che vogliono al colloquio, anche se riesci a tagliare a fette la mortadella con il coltello del pane (difficilissimo!), ma alla fine il giudizio deve essere ESCLUSIVAMENTE su titoli e pubblicazioni.
Se vuoi possiamo vedere come APRI se scrivergli una letterina; nel caso ci servirebbero altri dati.
Se vuoi puoi scriverci una mail.
CAMERA dei DEPUTATI
RispondiEliminaAudizione del Ministro Gelmini - Giovedì alle 14 diretta webtv
Giovedì 27 ottobre, alle ore 14, la Commissione Lavoro svolgerà, nell'ambito di una indagine conoscitiva sul mercato del lavoro tra dinamiche di accesso e fattori di sviluppo, l'audizione del Ministro dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini. L'appuntamento sarà trasmesso in diretta webtv
@ Lassie,
RispondiEliminaa rigore non e' proprio proprio cosi'. Non puo' esserci un giudizio sul colloquio, estrapolato dal giudizio su titoli e pubb. questo e' vero. Pero' il colloquio serve per chiarire meglio i titoli e le pubblicazioni, ad esempio il contributo personale ai lavori in collaborazione, giustificazioni sulla poca o troppa didattica, sulla valenza dei singoli titoli etc... cosa che poi puo' rientrare nei giudizi finali e la commissione puo' riportare di avere evinto certune informazioni su titoli e pubblicazioni proprio dal colloquio.
Altrimenti sembrerebbe veramente privo di senso il colloquio.
no, salvo. ti sbagli.
RispondiEliminada un punti di vista normativo è chiarissima la cosa ed è stata ribadita da apposita circolare ministeriale: in quei concorsi il colloquio NON è oggetto di valutazione.
questo vuol dire che nel verbale non possono dire, "ha fatto un ottimo colloquio" o "ha fatto un pessimo colloquio" e da questo far derivare l'esito del concorso
@ insorgere,
RispondiEliminainfatti, pare che non sappia scrivere in italiano...
il colloquio serve per chiarire i titoli e le pubblicazioni. Non puo' essere oggetto di valutazione SEPARATA. Cioe' come riporti tu non si potrebbe dire che il candidato e' stato brillante nel colloquio. Si puo' dire che ad esempio tale pubblicazione, come si evince dal colloquio, e' pertinente o non e' pertinente o lo e' parzialmente, oppure che in tal lavoro il contributo personale del candidato, come si evince dal colloquio e' stato di aver fatto/essersi occupato...
insomma si valutano i titoli e le pubblicazioni ed il colloquio e' fine a questo scopo. Cio' non significa affatto che si puo' parlare di Totti e della Roma tanto il colloquio non conta nulla.
grazie a tutti per le info!
RispondiElimina@Salvo
RispondiEliminaforse non mi sono spiegato.
il colloquio non può costituire elemento di giudizio "altro" rispetto a titoli e pubblicazioni.
Il che vuol dire che ad essere valutati sono SOLO le pubblicazioni e i titoli (anche alla luce della discussione, obviously).
La verifica, ad esempio, della "padronanza delle materie caratterizzanti il SSD" è ovviamente illegale: io posso sedermi al colloquio, rispondere su titoli e pubblicazioni, ma RIFIUTARMI di rispondere a domande specifiche sulle materie in generale e la commissione NON PUO' per questo valutare in negativo le mie pubblicazioni e i titoli.
E' proprio questo il discriminante, altrimenti, ha ragione Tosca, il colloquio equivarrebbe ad una prova orale.
Ribadisco Tosca, se vuoi come APRI partiamo alla carica di questi furbacchioni.
@ lassie, si si alla fine diciamo le stesse cose.
RispondiEliminaRagazzi ricordatevi, nessuno puo' chiedervi al colloquio di dimostrare il teorema di Cauchy. Possono chiedervi cosa avete fatto e di descrivere o chiarire qualche vostro lavoro. Ed il giudizio deve essere sul lavoro e non su quanto brillantemente avete esposto. Attenzione che se tal lavoro e' in collaborazione e voi non ne sapete esporre il contenuto o lo fate con gravi errori, questo puo' essere usato dalla commissione per giudicare basso il vostro personale apporto a quel lavoro. Quindi studiatevi e rispolveratevi le pubblicazioni, specie quelle meno recenti.
@Salvo
RispondiEliminaesattamente.
correttissimo l'ultimo suggerimento.
Chi si e' visto la mary*?
RispondiEliminaCome e' andata?
Ha risposto bene?
Le sapeva le cose?
Per studiare ha studiato, la poverina...
La volonta' c'e' e, opportunamente guidata, si orienta.
Scusate ma consultando il bando di un nuovo posto RTD ho notato che...ha proprio un titolo ben preciso come gli assegni!!!!! Più "medaglione" di così! Tutti questi discorsi sui vecchi posti RTI truccati e poi va a finire che i nuovi sono ancora più cuciti addosso al candidato prescelto!
RispondiElimina@Siberia
RispondiEliminaquesto è un problema che molte associazioni di precari, APRI compresa, stanno sollevando: purtroppo praticamente tutti i bandi RTDa vengono emanati su progetti specifici di ricerca, il che trasforma queste figure in mega assegnoni di ricerca.
La legge 240 non nega esplicitamente la possibilità di farlo; quello che non si può fare è specificare un profilo nel bando che vada al di la del settore concorsuale.
Ad esempio, guardate il bando di Science Matematiche ed Informatiche, 1A03, Napoli. Cmq lassie, perchè dici che la legge non lo vieta? La legge dice che oltre al settore concorsuale puoi specificare un profilo SOLO se indichi un SSD. Vuol dire che la valutazione "sarebbe a prescindere" ma poi se vinci devi fare ricerca su quello che dicono loro? Questo sarebbe ancora più assurdo...
RispondiEliminadovreste verificare se questi bandi RTDa sono su fondi di contratti o su fondi di ateneo. Mi pare di aver visto che quelli su contratti specificano il titolo (i mega assegnoni) mentre gli altri no.
RispondiEliminaallora ragazzi, intendiamoci, la legge proibisce i profili. e questo a prescindere da dove vengano i fondi.
RispondiEliminail problema è che nessuno vigila, il miur non fa il suo mestiere, e quindi gli atenei fanno come gli pare in barba alle norme di legge
Allora, la mia domanda è: che si fa concretamente, si scrive al MIUR perchè dica all'università di modificare il bando? Ci si presenta comunque e se poi nel giudizio si sceglie un candidato oggettivamente molto meno dotato facendo riferimento a scelte dettate dal profilo (illegalmente) indicato si fa ricorso? Lo chiedo per curiosità, ma sapete non si sa mai nella vita...
RispondiEliminaIl mio suggerimento, per i singoli candidati interessati ad un concorso in un certo settore in una data università, è quello di scrivere una lettera, anche con posta certificata, al rettore dell'ateneo e per conoscenza alla Direzione Generale per l'Università, in cui segnalare questa "anomalia" e chiedere la rettifica del bando in quanto non conforme alla legge.
RispondiElimina@marc
RispondiEliminacome hanno correttamente detto insorgere e mino, scrivere al MIUR non serve a nulla; devi invece mettere paura preventiva all'ateneo, magari mettendo il MIUR in copia (che non ti leggerà mai, ma fa scena e il rettore se la potrebbe fare sotto).
comunque scusate, se i fondi provengono da un FIRB (per es.) mi pare logico che, non solo ci sia un titolo, ma anche che, se lo vinci, tu debba fare ricerca su "quello che dicono loro" perchè tu devi portare avanti il progetto finanziato nel FIRB...se si vuole essere ricercatori liberi e belli i fondi non devono provenire da un progetto particolare ma dallo stato che li butta in un fondo a perdere!!!
RispondiElimina@ Siberia, quello che dici tu e' corretto.
RispondiEliminaTuttavia dove mai si finanziano delle TT su progetti? Per un FIRB credo lo strumento idoneo sia l'assegno o l'RTDa.
@ siberia
RispondiEliminahai torto. se vuoi finanziare progetti specifici la legge ti da uno strumento: gli assegni.
i TD sono faculty, con obblighi di didattica e di ricerca, e un ruolo assimilabile a quello degli strutturati. non possono essere tenuti a fare ricerca su cose imposte da altri.
@ marc e a tutti
scrivete alle università, come suggerisce mino. noi lo abbiamo fatto ora per un bando TDB allo IUSS di pavia e abbiamo ottenuto - per due volte - la rettifica prima del bando poi delle regole definite dalla commissione per valutare i candidati. bisogna fare riferimento specificamente alle norme di legge che vietano i profili, che si richiamano alla carta europea dei ricercatori che a sua volta vieta i bandi troppo specifici, e minacciare - velatamente - un ricorso.
noi come apri cerchiamo di farlo, ma non possiamo star dietro a tutti i bandi.
per parte nostra, come apri, stiamo preparando una denuncia a mezzo stampa. speriamo che i giornalisti ci ascoltino, non è un tema considrato molto sexy....
RispondiElimina@insororgere
RispondiEliminaPotresti gentilmente diffondere un template della lettera che APRI invia per avere la rettifica dei criteri di valutazione illegali stabiliti dalle commissioni.
Grazie anticipatamente
considerare un RTDa "faculty" mi pare un po' ingenuo. D'altronde, parecchia gente in gamba riesce a rimediare 57.000 euro di contratti per un posto RTDa. Secondo insorgere, questi dovrebbero invece accontentarsi di un assegno. Non vedo la ratio.
RispondiEliminadico solo che la legge non consente bandi su profili specifici, ergo su progetti
RispondiElimina@ gmicia
non c'è un template. bisogna valutare caso per caso cosa c'è che non va nel bando.
@ Claudio, sono ancora possibili assegni senior? Altrimenti ci sarebbe da cambiar la legge per consentire bandi su progetti in caso di finanziamenti su specifici grant.
RispondiEliminaQuesta potrebbe essere una prossima battaglia APRI (o almeno io la proporro'), insieme all'abolizione dei concorsi nel caso di starting grants in cui chi scrive il progetto prevede il budget per il suo contratto e l'Europa chiede solo che il Dipartimento accetti e che il contratto sia possibilmente di lavoro dipendente (leggi un RTD). In questo caso non ha senso bandire un concorso ma ha senso dare direttamente il posto al vincitore per la durata del grant.
Dunque, mi sono letto il bando che vi dicevo. Si tratta di RTDa ed il profilo richiesto è MAT/05. Ma è scritto nel bando che loro vogliono che tu faccia ricerca su un argomento specifico. Anche i criteri di valutazione sono solo relativi a MAT/05, non al titolo specifico della ricerca. A questo punto mi sembra abbia senso fare cmq domanda, magari se il candidato "interno" vince da un'altra parte...
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RispondiEliminaScrivo quanto detto nella ML. Secondo me e' quanto e' possibile secondo la legge. La prassi dovrebbe curare le anomalie (anni e anni...)
RispondiEliminaPenso che non si possa non indicare il progetto su cui i fondi sono pagati, se questo e' finanziato dall'esterno.
In particolare il progetto deve essere necessariamente indicato nella delibera del dipartimento (struttura) che chiede la posizione, per dare la chiara reperibilita' dei fondi.
Questo, naturalmente, e' ben diverso che indicare un profilo del candidato su quel progetto (tipico invece dell'assegno).
Nel regolamento di SIena si indica nella delibera del Dipartimento:
a) l’indicazione del progetto/programma di ricerca cui è collegato il contratto;
Sempre secondo il regolamento il bando invece dovrebbe riportare
d) l’eventuale indicazione dello specifico progetto (o progetti) di ricerca, nonché la durata dello stesso;
f)la specificazione del settore concorsuale e di un eventuale profilo esclusivamente tramite indicazione di uno o più settori scientifico-disciplinari;
Quindi si indica il progetto ma non e' indicato un profilo per il candidato. Nel bando e nei criteri non e' mai indicato che il candidato deve rispettare profili legati al progetto.
Purtroppo nella sostanza, probabilmente, cambia poco; chi recluta vuole un profilo legato al progetto, e "concede" all'ateneo che faccia un po' di didattica.
Da un punto di vista normativo vedo difficile evitare questo; la prassi dovrebbe.
@ antonio
RispondiEliminaè una truffa. indicare il progetto è un modo per aggirare la proibizione ad indicare il profilo.
ma quale truffa! Me li dai tu 57000 euro per fare l'RTD? Se ce li hai, ti finanzi il posto! Non mi pare onesto che un altro si becca il posto bandito sul progetto che ho portato avanti io fin'ora! (Comunque, io sono ingegnere, e non umanista).
RispondiElimina@ claudio
RispondiEliminain quel caso non dovrebbe esserci concorso
Supponiamo che l'RTI per cui Ganjalf lavora si presenti alle abilitazioni con X lavori (pari agli X richiesti) , ed in X di questi ci sia il nome di Ganjalf.
RispondiEliminaSupponiamo che l'associato per cui Ganjalf lavora si presenti alle abilitazioni con Y lavori (richiesti Y), ed in X di questi ci sia il nome di Ganjalf(ca metà).
Supponiamo che i primo ed il secondo vengano chiamati dall'ateneo.
Supponiamo che non ci siano più soldi per finanziare assegni, RTD a Ganjalf perchè le persone per cui ha lavorato e che sono state promosse non sono ste in grado di arraffare dinaro...
Supponiamo che Ganjalf rimanga a casa, disoccupato senza lavoro.
Supponiamo che grazie al lavoro di Ganjalf altri facciano carriera.
Domanda chi tra i tre se l'è preso in tu u c....
Suppoiniamo che che il caso di Ganjalf sia quello di molti altri, Frodo, Gollum ecc.
Cosa faranno Ganjalf e Amici , a chi ci rivolgeranno per avere giustizia?
Alla fata turchina, alla strega cattiva, maga calzanera, al gabibbo
SERVE UN ALTERNATIVA PER I PRECARI MERITEVOLI, SIA UNA STABILIZZAZIONE, SIA UN CONDONO EDILIZIO, UN AMNISTIA, SIA QUELLO CHE VOLETE....voi e i vostri discorsi sul merito, ci fate solo girare i marroni, i precari non entreranno mai attraverso il sistema delle abilitazioni, mettetevelo bene in testa.
Se credete il contrario o siete dei fessi o siete in malafede...
Tra un anno vi accorgerete che forse qualcuno aveva avvisato, ma come al solito sarà troppo tardi.
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